DIARIO DI BORD DI UNA GITA DIARIO DI BORDO DI
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Classe 5^ A DIARIO DI BORDO DI UNA GITA Viaggio iaggio di istruzione presso la Cooperativa “Lavoro e non solo” di Corleone Inizia il secondo viaggio di istruzione presso la Cooperativa “Lavoro e non solo” di Corleone. Eccoci insieme a Giovanni Impastato nella sua pizzeria e alimentari. Per i 25 studenti e i 2 insegnati del Liceo Scientifico di Merate una bella testimonianza e un modo concreto e utile per mangiare in un luogo "sano". Con gli studenti del Liceo Scientifico di Merate in Via d'Amelio… Giunti all'aeroporto di Orio al Serio ancor prima del levare del sole e fatto tutto il necessario per imbarcarsi sull'aereo, tra l'emozione di alcune “prime volte” e della vista mozzafiato dai finestrini, siamo arrivati allo scalo Falcone e Borsellino di Palermo, il cui nome è dedicato a questi eroi di legalità e simboli della lotta alla mafia. Accolti da Maurizio, che ci ha parlato del recente arresto del presidente della camera di commercio, nonché vicepresidente dell'aeroporto palermitano, coinvolto in un caso di tangenti e di pizzo “personale” (legato solo alla sua persona e non a un clan criminal)- nei confronti di una pasticceria nel terminal. Nonostante le scritte che ricordano i due magistrati siciliani e il marchio di AddioPizzo, la criminalità è ben radicata e in affari con questi negozi. Saliti in pullman, siamo giunti alla cittadina di Cinisi, famosa per la coraggiosa scelta di Peppino Impastato di andare contro la mafia, specialmente contro la sua famiglia e suo padre, di alzare la voce per far capire ai suoi concittadini che il consenso, l'omertà e il silenzio sono l'arma che la fa sopravvivere. La sua casa, diventata un museo, si trova in un caratteristico viale, affollato da automezzi e modernità, ma che conserva ancora la memoria. A circa cento passi dall'abitazione, si trova la dimora del suo carnefice, dimostrando che il potere mafioso era dietro l'angolo. Abbiamo fatto così ristoro nella pizzeria e alimentari di Giovanni Impastato, suo fratello, che ci ha accolto calorosamente raccontando la propria storia e la lotta contro la mafia -ha subìto un attentato alla sua attività, ma non ha mai mollato nella sua seppur piccola azione-. Presa la via per Palermo, all'altezza di Capaci, è ricordata con una stele commemorativa la giornata in cui ha perso la vita Giovanni Falcone, sua moglie, e tre agenti della scorta, deceduti in un attentato di carattere dinamitardo sulla strada che lo conduceva verso casa. Da lì si può notare una costruzione in cemento sulla collina sovrastante, da cui è stato azionato il detonatore, la quale ora reca una scritta in graffiti 'NO MAFIA', simbolo di una città che ha voglia di cambiare rotta, di dire 'basta' all'oppressione. Al municipio di Palermo, grazie alla guida, abbiamo visitato le stanze principali dell'edificio, che accolgono molti oggetti e simboli dalla lotta risorgimentale fino ai nostri giorni. Dopo una breve sosta nella sala del consiglio comunale e uno sguardo alla fontana della piazza antistante, abbiamo fatto tappa all'albero di Borsellino in via D'Amelio. Tra i molti ricordi, pensieri e oggetti, lasciati dalle scolaresche e dai turisti, abbiamo pensato di lasciare un nostro messaggio e una foto di noi, a testimonianza del nostro passaggio. 'PAOLO VIVE', scritto in forma di murales all'uscita della via, colpisce per il suo breve ma forte messaggio: non bisogna dimenticare, bisogna continuare a debellare il morbo della mafia, anche con dei piccoli gesti, un semplice 'no' al pizzo, un 'no' ai favori, UN 'NO' ALLA MAFIA. Di sfuggita siamo passati davanti alla casa di Falcone, con l'albero dedicato a lui. Dopo un lungo viaggio cominciato nella prima mattinata, un buon piatto di pastina con lenticchie coltivate nei campi confiscati non guasta a nessuno: depositati bagagli e terminato il rumore delle rotelline di plastica, si sentono solo sedie che si spostano e il tintinnio dei cucchiai. Tra risate e giochi di società, tra un'armonia di corde di chitarra, è giunta l'ora di fare un buon riposo, in attesa del nuovo giorno. Marco Si leggono i nomi delle persone uccise a Portella. Sono partita da Merate con l'idea di una Corleone triste, sporca, macchiata da tanti delitti e pericolosa. In tre giorni ho potuto conoscere tanta gente semplice, pulita e leale che ha voluto mostrarci tanta voglia di cambiare l'immagine della loro città, senza vergognarsi di dire "io sono Corleonese" e con un messaggio, condiviso da tutti loro: "portate in Italia la Corleone nuova, non lasciate che quella vecchia rimanga marcata nelle idee di tutti, portiamo il cambiamento, perché la nostra città non è soltanto mafia, ma è anche combattere per distruggerla." Ora torno a Merate da qui, dalla Sicilia, con un'idea completamente diversa; è proprio vero che bisogna viverle sulla propria pelle certe esperienze. Grazie, di cuore. Mi avete fatto capire che anche noi possiamo aiutarvi e sostenervi anche con un gesto apparentemente banale e superficiale, come la semplice scelta di un prodotto rispetto ad un altro. È bello vedere come voi crediate nelle vostre idee e la determinazione con cui le portate avanti nonostante le difficoltà che vi ostacolano quotidianamente, siete i testimoni e la prova vivente che cambiare non è impossibile. Ho apprezzato molto la testimonianza di Mario riguardo la strage di portella della ginestra. Ho visto nei suoi occhi la gioia di tramandarci la sua esperienza, la vitalità di un uomo che non morirà mai, "sono fiero di ciò che ho fatto e di ciò che farò, fino a quando non comincerò una nuova vita" non dimenticherò queste sue parole e i messaggi di speranza che ci ha lanciato. Grazie per averci dato la chiave per comprendere molti aspetti di queste realtà complesse e altrimenti incomprensibili. Grazie! È stata un'esperienza fantastica. Sono contento che mi sia stata data l'opportunità di prendere parte a questa attività. Mi fa piacere anche il fatto di avere dato sostegno a persone che ogni giorno combattono contro la mafia. Ciò mi rende orgoglioso. Ho trovato un ambiente caldo e accogliente, con persone altrettanto ospitali. Consiglierei a chiunque di fare questa esperienza, che ho trovato altamente formativa. Vorrei approfittare di questa opportunità per poter ringraziare Maurizio, Giovanni Impastato, la Cooperativa “Lavoro e non solo”, tutte le persone di Casa Caponnetto con le quali abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio questi territori e le situazioni che li caratterizzano, ma soprattutto desidero ringraziare tutti i ragazzi della classe di terza media con i quali non solo abbiamo passato una parte di pomeriggio molto interessante ma soprattutto siamo riusciti ad organizzare (invitati da loro) una bellissima partita di calcetto. Un abbraccio a tutti! Ho davvero apprezzato questa esperienza, che nonostante fosse diversa dal solito mi ha permesso di riflettere su molte cose, e soprattutto mi ha permesso di confrontarmi con una realtà diversa da quella in cui vivo io. Sono grata di aver potuto incontrare molte persone disposte a condividere le loro esperienze, e le loro vite con noi. Grazie di tutto