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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 233
Mercoledì 16 dicembre 2009, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo
mercoledì di ogni mese, verrà proiettato un filmato dal titolo: La Vita sulla Terra sarebbe possibile
senza il nostro satellite? Ovvero, senza un satellite come la Luna ci sarebbe la vita sul nostro
pianeta? Al termine, se il cielo sarà sereno, si potranno effettuare delle osservazioni al telescopio.
La Luna sarà nuova per cui non sarà visibile. Data la sua assenza, si potranno osservare gli oggetti
del cielo profondo quali la galassia M31 in Andromeda, il doppio ammasso del Perseo, la nebulosa M1
nel Toro, la nebulosa di Orione oltre a tutte le costellazioni tipiche del cielo invernale.
Giove sarà visibile al tramonto ad ovest nella costellazione del Capricorno. Saturno sorgerà a tarda
notte nella costellazione della Vergine. Venere non sarà visibile in quanto in congiunzione con il Sole.
Nella costellazione di Ofiuco. Mercurio sarà visibile al tramonto, basso all’orizzonte ovest, nella
costellazione del Sagittario
Marte sarà visibile dopo le 21.30 ed est nella costellazione del Leone È già abbastanza luminoso
(magnitudine –0.4) e con un diametro apparente di circa 11 secondi d’arco in quanto si trova ad una
distanza di 124 milioni di chilometri dalla Terra. Si potranno cominciare a scorgere dei particolari della
sua superficie. Nei prossimi mesi si avvicinerà sempre più e diventerà sempre più luminoso.
RECENSIONI
FRE’ PIETRO
IL FASCINO OSCURO DELL’INFLAZIONE
Alla scoperta della storia dell’Universo
Springer Verlag, 2009 – pagg. 152
Formato 14 x 21 cm – € 18.00
Dalla più remota antichità l'uomo si interroga sulla struttura
dell'Universo e indaga sulle leggi che lo governano. Ma il
progresso compiuto all'inizio del XX secolo non ha paragoni
rispetto a quello di tutti i secoli precedenti: nel 1915 venne
formulata la Relatività Generale, teoria indispensabile per
comprendere la struttura dell'Universo e inquadrare i fenomeni
cosmici; tra il 1920 e il 1930 fu scoperta l'espansione costante
dell'Universo e si iniziò a determinarne le reali dimensioni.
La cosmologia ha poi fatto un grande salto di qualità a cavallo tra il
XX e il XXI secolo. L'Universo inflazionario è una teoria che forse
rivela i misteri delle leggi fisiche a piccolissime distanze e ad
altissime energie, laddove dovrebbe trovarsi il regno delle
superstringhe e della gravità quantistica.
In questo libro viene ripercorsa la grande avventura del pensiero
umano, che dalla concezione aristotelica di un mondo statico eterno e in realtà piccolissimo, è
approdato alla contemporanea visione di un cosmo dinamico e immenso, germogliato però da una
infinitesima fluttuazione quantistica.
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Sempre in Ameno, una serie di orologi solari
(ben 9, dei quali ne mostriamo solamente due)
arricchiscono i chiostri e il giardino esterno del
Monastero di Monte Mesma.
Alcuni ricoprono precedenti realizzazioni di cui
s'intravedono ancora stilo e disegni.
Quelli recenti sono stati realizzati con stilo
polare e linee orarie francesi. Vi sono anche due
orologi meccanici: uno astronomico ad una sola
sfera e l'altro, privo delle lancette, con uno
stemma e drappeggio.
Una dettagliata descrizione degli orologi solari e
meccanici è riportata nell'articolo di Marco
Santoro "Le ore di Monte Mesma" pubblicato
sulla rivista "NOVARA - Notiziario Economico" N. 3/1995
(a cura di Salvatore Trani)
IN FRANCIA LA MERIDIANA PIÙ GRANDE DEL MONDO
La Francia può ora vantare la meridiana
più grande del mondo: è tracciata sulla
diga della centrale idroelettrica di Castillon,
nel dipartimento Alpes-de-Haute-Provence.
Copre una superficie di 120 per 60 metri,
cioè di 7.200 metri quadrati. L’insolito
quadrante solare è opera dell’astrofisico
del CEA Roland Lehoucq e del direttore
del Palais de la Découverte di Parigi,
Denis Savoie.
Non è stato semplice tracciare le linee
della meridiana tenendo conto della
curvatura della diga (foto). Il finanziamento
è stato assicurato dalla EDF, la potente
società nazionale francese per l’energia
elettrica.
Poiché uno dei padri della meridiana più grande del mondo è il direttore del Palais de la Découverte,
l’occasione è buona per far notare che il governo Sarkosy si accinge a chiudere questa benemerita
istituzione parigina per la diffusione della scienza, fondata dal premio Nobel per la Chimica Jean
Perrin. Il presidente francese per risparmiare intende “fondere” il Palais, che è nel centro di Parigi, con
La Villette, che è all’estrema periferia. Un progetto da molti criticato in quanto le due istituzioni hanno
assai scopi diversi e tra i due quello più utile alla diffusione della scienza non è certo La Villette ma il
Palais de la Découverte.
Fonte: Astronomianews
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE – DICEMBRE 2009
La costellazione della Lepre
Alfa – Arneb
A.R. 05h 33m – D. – 17° 49’ - Sep: 35.8” – mag. 2.6 e 11.1 – AP° 156
Il nome in arabo significa “Lepre” e simboleggia tutta la costellazione. E’ una supergigante gialla che si
trova a 1280 anni luce dal Sole. Mag. 2.6, tipo spettrale F0. La compagna è molto debole e risulta
difficile da osservare per il contrasto di luminosità del sistema.
Beta – Nihal
A.R. 05h 28m – D. – 20° 46’ - Sep: 2..8” e 63” – mag. 2.8, 7.3 e 11.8 – AP° 330-140
Il suo nome significa “cammello” e dista dalla Terra 160 anni luce. Brilal come 150 Soli con spettro di
classe G0. Ha due compagne di magnitudine 2.8 e 7.3.
Gamma
A.R. 05h 44m – D. – 22° 27’ - Sep: 96.3” – mag. 3.7 e 6.3 – AP° 350
E’ una stella doppia molto ampia, alla portata di un binocolo. La stella più brillante appare di colore
giallo-bianco e la compagna arancio pallido. Il sistema si trova a soli 29 anni luce di distanza.
Kappa
A.R. 05h 13m – D. – 12° 56’ - Sep: 2..6” – mag. 4.5, 7.4 – AP° 358
Altra stella doppia con componenti di colore bianco. Difficile la separazione a causa della distana e del
contrasto di magnitudine.
Herschel 3752
A.R. 05h 13m – D. – 12° 56’ - Sep: 3.2” – mag. 5.4 e 6.6 – AP° 97
Stella doppia con componenti di colore giallastro e blu. Facile da individuare in quanto il sistema si
trova a 37’ a OSO di M 79. Come molte stelle doppie porta il nome dello scopritore (William Herschel)
che la osservò distintamente nel 1837.
R Leporis
A.R. 05h 00m – D. – 14° 48’ Variabile irregolare - m. 5.5 – 11.7 – periodo 432 gg
Osservata con un telescopio, specialmente quando è al
massimo, brilla di un intenso colore rosso. Viene anche
chiamata “stella purpurea di Hind” dall’astronomo che la
scoprì nel 1845 e la descrisse come “una goccia di
sangue sullo sfondo nero del cielo”. Purtroppo oggi, a
causa del crescente inquinamento luminoso, la sua
peculiarità è andata in parte perduta. R Leporis è una
stella al carbonio con una temperatura superficiale di
2700° K. Nel suo spettro si notano le righe di questo
elemento e dovrebbe essere immersa in una nube di
polveri. A causa di queste caratteristiche la curva di luce
è molto complessa e sembra presentare due distinti
periodi. Si trova ai confini della costellazione di Eridano e
non è facile da rintracciare. Si può partire dalla stella Mu
Lep di mag. 3.3 e spostarsi verso ONO di 3.4°. Il colore di
R Lep dovrebbe facilitarne l’individuazione.
Ngc 1904 – M 79
AR 05h 24m – D – 24° 33’
Dimensioni 8.7’ m. 7.8
Ammasso globulare
In un binocolo o in un piccolo telescopio si vede
come una stella sfuocata. Per distinguere qualche
componente delle regioni periferiche occorre
utilizzare uno strumento di 20/30 cm di diametro.
Ammasso globulare molto compatto, distante
43.000 anni luce da noi.
Ngc 2017
AR 05h 39m – D – 17° 51’
Viene definito un ammasso aperto o una stella
multipla.
Risulta conosciuto anche con il nome di Herschel
3780. Si osserva un gruppo di 5 stelle di
magnitudine tra la 7 e la 10. La più luminosa è una
doppia stretta, fuori dalla portata dei piccoli
strumenti. Si trova a 2° ad est di Alfa Lep.
ASTRONOMI DEL PASSATO
Giovanni Virginio Schiaparelli (1835 – 1910)
Nato a Savigliano (Cuneo) il 14 Marzo 1835; morto a Milano il 4
Luglio 1910.
Laureato in Ingegneria a Torino nel 1854, nel 1857 si recò presso
gli Osservatori di Berlino e di Pulkova per perfezionarsi negli studi
astronomici. Nel 1860 fu nominato Secondo Astronomo presso
l’Osservatorio di Milano e, due anni dopo, successe a Francesco
Carlini nella direzione dell’Osservatorio, carica che mantenne fino
al 1900, quando si ritirò per raggiunti limiti di età.
Rinnovò completamente la strumentazione dell’Osservatorio con
l’acquisto, tra gli altri, di un rifrattore di Merz da 22 cm. nel 1865 e
con un secondo rifrattore di Merz da 50 cm, nel 1882 (operativo
dal 1886). Quest’ultimo strumento fu per lungo tempo il telescopio
più grande negli osservatori astronomici italiani.
Le sue numerosissime pubblicazioni scientifiche spaziano in numerosi campi dell’Astronomia
classica, dalle osservazioni di Marte alle stelle doppie alle stelle filanti, per ricordarne solo alcune.
Delle sue opere fu fatta un’edizione nazionale pubblicata a cura della Specola di Brera a partire dal 1929.
Fu membro delle più importanti Accademie italiane ed estere, ed ottenne numerose onorificenze.
LE GRANDI COMETE DEL PASSATO
La cometa del 1769 e Messier
L' 8 agosto 1769, il cielo fu sereno il pomeriggio e la sera, io approfittai di questo bel tempo per
percorrere il cielo con un rifrattore di due piedi di fuoco; differiva dagli altri rifrattori ordinari della stessa
lunghezza per il fatto che aveva oculari larghi e serviva a far scoprire nel cielo uno spazio di 5 o 6
gradi di estensione; era inoltre fortemente luminoso, il che lo rendeva ottimo non soltanto per
riconoscere nel cielo se fosse apparsa qualche luce differente da quella delle stelle fisse, come sono
ordinariamente le comete, le stelle nebulose, ecc. , ma anche per fissare prontamente la situazione di
un nuovo fenomeno, che si percepisca a riguardo delle più piccole stelle vicine che si trovano nello
stesso tempo nel grande campo di questo rifrattore.
E' con questo strumento che ho scoperto l' 8
agosto verso le 11 di sera, a qualche grado sopra
l'orizzonte dalla parte di levante, una nebulosità
che si estendeva per qualche minuto quasi
parallelamente all'eclittica; ho riconosciuto che era
una cometa che cominciava ad apparire, sotto il
ventre dell'Ariete, tra le stelle 24, 29 e 31 dell'Ariete
secondo l'ordine che hanno queste stelle nel
Catalogo di Flansteed, seconda edizione.
Ho fatto un disegno della posizione della cometa, a
riguardo di queste stelle e di altre due di cui non
era ancora stata determinata la posizione,
entrambe di 9a grandezza, considerando la
nebulosità che circonda il nucleo.
Ho determinato la posizione delle due stelle e le ho riportate sulla carta del percorso apparente della
cometa.
SUPERNOVA 2009 mf
Nella notte del 6 dicembre 2009 è stata coperta una Supernova nella galassia IC65 (AR 01 00 55 D
+ 47 41 07 costellazione di Andromeda). La SN era posizionata a 4” a sud del centro e a 8.2” –
Magnitudine 16.3 – Tipo II
Lo scopritore è Ron Arbour South Wonston (near Winchester, England) (UK)
LE COSTALLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ
Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche
medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi.
Emisfero boreale - CROCE DI SANT’ELENA
Figura creata da Schiller nel 1627. Si trasformerà
nell'attuale Cigno in epoca rinascimentale. Prima
si chiamava Avis.
Julius Schiller, dopo alcuni tentativi precedenti,
(tra cui quello del Frate Anton Maria de Rheyta
con il suo Sudario di Cristo ) tentò l’operazione di
cristianizzare le costellazioni. Presentò nel 1627
nel Coelum stellatum christianorum, una serie di
belle mappe: i dodici segni zodiacali erano
diventati gli apostoli e le altre costellazioni, erano
state ribattezzate con nomi che si riferivano ai
personaggi o alla storia biblica: per esempio la
Corona Australe era stata rinominata Diadema di
Salomone, Boote era San Silvestro, la Chioma di
Berenice ricordava il Flagello di Cristo, il Drago i
Santi Innocenti, l'Orsa Minore era ora San
Michele, Cassiopea si riferiva a Santa Maria
Maddalena, la Nave Argo nell'Arca di Noè, il
gigante Orione era San Giuseppe, Perseo era ora San Paolo ed Eridano ricordava il Passaggio del
Mar Rosso. Ma questa iniziativa non fu accolta con favore nemmeno negli ambienti ecclesiastici, e
anche gli affreschi dei palazzi romani continuarono ad essere affrescati con le immagini mitologiche classiche.
Fonte UAI
RITROVATE DUE DITA E UN DENTE DI GALILEO
Dagli oscuri magazzini di un’asta sono riemersi il dito pollice e il dito indice della mano destra, nonché
un dente, di Galileo Galilei. Diventeranno un’attrazione del “Museo Galileo” che si aprirà nella
prossima primavera, riallestimento sotto nuovo nome del Museo di storia della scienza di Firenze
diretto da Paolo Galluzzi. I reperti ritrovati, dei quali non si aveva notizia dal 1905, si aggiungono al
dito medio e alla quinta vertebra lombare, già in possesso del museo fiorentino e dell’Università di Padova.
Tutte queste reliquie laiche furono sottratte al cadavere di Galileo il 12 marzo
del 1737 quando, sopiti gli echi della condanna del Sant’Uffizio, le sue
spoglie, che 95 anni prima erano state sepolte in sordina sotto il campanile di
Santa Croce, furono esumate per essere solennemente accolte in chiesa, nel
sepolcro monumentale fatto costruire di fronte alla tomba di Michelangelo,
dove avrebbero poi ispirato il poeta Ugo Foscolo. Un notaio scrisse il
minuzioso verbale dell’esumazione. Sappiamo così che quando il coperchio
della bara fu sollevato il naturalista Giovanni Targioni Tozzetti estrasse un
coltellino e sottrasse al cadavere di Galileo tre dita della mano destra (pollice,
indice e medio), desistendo a malincuore dall’appropriarsi del cranio, sede del
cervello che tanto aveva compreso dell’universo. La quinta vertebra lombare
e un dente furono invece il bottino del medico Antonio Cocchi.
Del dito medio e della vertebra (foto) si conoscono tutti i passaggi di proprietà
che portano fino ai nostri giorni. Le altre due dita e il dente, cimeli poi acquisiti
dal marchese Capponi, transitarono per molte mani, fino a quando, nel 1905,
se ne persero le tracce. Sono riaffiorate ora dall’ombra del passato con la
vendita all’asta di un lotto di provenienza. ignota: una teca di legno ottocentesca con
un busto di Galileo Aperta la teca, si è trovata un’ampolla settecentesca in vetro soffiato contenente
le due dita e il dente. Il collezionista, che vuole restare anonimo, ha identificato i resti di Galileo e,
con un gesto che gli fa onore, li ha consegnati al museo di Firenze.
Fonte: Astronomianews
BATTERI FOSSILI SU MARTE
Qualche volta ritornano. Ancora lui, David
Mackay. Ancora la meteorite ALH84001.
Ancora i fossili di batteri marziani che
sarebbero stati riconosciuti in presunti
microfossili incastonati nella meteorite (foto).
Ancora la Nasa alla ricerca di titoli sui
giornali e nelle tv, come il 7 agosto del 1996,
quando vedemmo per la prima volta questo film.
L’unico elemento per giustificare la notizia
riscaldata sono recenti analisi dei presunti
microfossili fatte con un microscopio
elettronico ad alta risoluzione: confermerebbero
la natura batterica di quelle esili tracce
vermiformi.
Sono passate poche settimane dall’annuncio dell’acqua sulla Luna trovata da Lcross. Allora nessuno
sui nostri giornali fece notare, come il “Financial Times”, che proprio in contemporanea il Congresso
americano doveva esaminare il finanziamento alle future esplorazioni lunari della Nasa.
Quell’esigenza di visibilità non è venuta meno. E ora tocca a Marte. La meteorite in questione,
pesante 1,93 chilogrammi, sarebbe stata proiettata nello spazio da un impatto su Marte ed è
precipitata in Antartide 13 mila anni fa, dopo aver vagato nel sistema solare per 16 milioni di anni. E’
stata ritrovata tra i ghiacci nel 1992.
Fonte: Astronomia news
LA LUNA TRAMONTA DIETRO AL MONTE ROSA
La Luna piena che tramonta dietro al Monte Rosa
fotografata da Oreste Lesca la mattina del 02/12/2009 poco prima dell’alba
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Langrenus
Situato nel quadrante sud-est lungo il bordo orientale della Luna troviamo il cratere "LANGRENUS". E'
un cratere circolare deformato a sud di 136 km di diametro, la sua formazione risale al periodo
Eratosteniano (da -3.2 miliardi di anni a -1.1 miliardi di anni). Ha versanti molto scoscesi e tormentati
su cui si trovano Lohse Langrenus C e E a Sud, Sommerville a Nord-Est e Acosta a Nord. Le sue
pareti sono alte, terrazzate e deformate a Sud. Il suo esteso fondo piatto è più tormentato a NordOvest. Al centro sorge una doppia montagna di 1000 m di altezza. ci sono poi collinette e piccoli
crateri. Il periodo migliore per l’osservazione è 3 giorni dopo la Luna Nuova oppure 2 giorni dopo la
Luna Piena.
Alcuni dati:
Longitudine: 60.9° Est
Latitudine: 8.9° Sud
Quadrante: Sud-Est
Area: Bordo Orientale della Luna
Origine del nome:
Dettagli: Michel Florent von Langren
Ingegnere e matematico belga del 17° secolo nato in Belgio
Nato a: ? nel 1600
Morto a: ? nel 1675
Fatti notevoli: Autore della prima mappa lunare. corredata della nomenclatura.
Autore del nome: Langrenus (1645)
Nome dato da Langrenus: Langreni
Nome dato da Hevelius: Insula Major
Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato
Come per le formazioni descritte in precedenza lo strumento minimo per poter osservare questa
formazione è un telescopio da 50/60mm con ingrandimenti compresi tra 60x e 100x. Per risolvere i
dettagli più fini è però consigliato un telescopio di maggiore diametro e capace di raggiungere
ingrandimenti superiori.
Davide Crespi
C’È ACQUA NELL’ASTEROIDE THEMIS
Scoperta per la prima volta acqua su un asteroide.
L’annuncio è stato dato durante il convegno della American Astronomical Society svoltosi a Porto
Rico. Poiché in teoria oggetti del Sistema Solare come Themis dovrebbero essere completamente
aridi, la scoperta ha suscitato un notevole interesse, tanto più che è confermata da due gruppi di
ricerca indipendenti, uno dell’Università Johns Hopkins e del Seti Institute (che aveva segnalato la
presenza di acqua su Themis già nel 2008) e ora una équipe che lavora con la Infrared Telescope
Faciliy della Nasa alle isole Hawaii.
Il pianetino 24 Themis si trova nella fascia principale dal
lato più vicino al Sole, a 3,2 Unità Astronomiche, cioè a 480
milioni di chilometri, al di qua della cosiddetta “snow line”,
la frontiera al di qua della quale non dovrebbe sussistere
ghiaccio a causa della radiazione solare.
Fu scoperto il 5 aprile del 1853 dall'astronomo Annibale De
Gasperis dell’Osservatorio di Capodimonte (Napoli).
Nell’arco della sua vita (1819-1892) De Gasperis individuò
complessivamente nove asteroidi.
Il diametro di Themis è stimato intorno a 195 chilometri: si
tratta dunque di uno degli asteroidi più grandi, ed è il
principale di una numerosa “famiglia” che da esso trae il
nome. La sua densità è apparentemente 9 volte quella
dell’acqua, il che fa pensare che sia essenzialmente
metallico, anche se molti ritengono che questa valutazione
della densità sia sbagliata per eccesso.
La temperatura in superficie risulta di 164 Kelvin. Si ipotizza che il ghiaccio di acqua sia stato portato
sulla sua superficie da un impatto di una piccola cometa avvenuto in tempi relativamente recenti.
19.10.2009 - Fonte: Astronomianews
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Oresta Lesca
Davide Crespi
Vittorio Sacco