Prefazione - Zanichelli
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Prefazione - Zanichelli
(pp. V-XXVIII) 1a b. 22-11-2004 14:20 Pagina viii PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA Abbiamo il piacere e l’onore di presentare l’edizione italiana di Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC, un testo di Judith Wilkinson pubblicato negli Stati Uniti nel 2000. Il testo è stato elaborato per permettere a studenti e infermieri di affrontare il problema dello sviluppo di un piano di assistenza personalizzato per ciascun assistito. La stesura di un piano di assistenza è uno strumento essenziale per la gestione dell’assistenza da parte dell’infermiere: dopo una prima fase di accertamento, il piano di assistenza comprende l’individuazione di una o più diagnosi infermieristiche appropriate, la pianificazione degli obiettivi-risultato e degli interventi. Un’adeguata pianificazione permette la successiva gestione/ erogazione dell’assistenza e la verifica/valutazione finale dei risultati. La novità del testo è rappresentata dalla modalità con cui sono presentate le diagnosi infermieristiche, accompagnando ciascuna di esse con un elenco di Obiettivi-risultato infermieristici (NOC – Nursing Outcomes Classification) e con un elenco di Interventi infermieristici (NIC – Nursing Interventions Classification). In questo modo viene facilitata l’intera pianificazione assistenziale. Il libro è suddiviso in due parti. La prima parte presenta, per ciascuna diagnosi: • la definizione della stessa, accompagnata dalla classificazione tassonomica; • l’elenco delle caratteristiche definenti, suddivise in “soggettive” e “oggettive”; • l’elenco dei fattori correlati e dei fattori di rischio; • una serie di suggerimenti per l’uso con cui l’autrice aiuta a chiarire la denominazione della diagnosi, fornisce consigli su come possa essere meglio utilizzata e permette di scegliere tra più diagnosi simili quella che meglio si adatta alle caratteristiche dell’assistito; • l’elenco delle diagnosi alternative suggerite; viii (pp. V-XXVIII) 1a b. 22-11-2004 14:20 Pagina ix Prefazione all’edizione italiana ix ISBN 88-408-1302-0 • l’elenco degli obiettivi-risultato infermieristici NOC che lo “Iowa Outcomes Project” ha identificato come i più probabili da monitorare negli assistiti con quella determinata diagnosi. L’elenco è accompagnato dai relativi criteri di risultato e da una serie di esempi esplicativi presentati utilizzando il linguaggio NOC, in modo che il lettore possa prendere confidenza con questo; • l’elenco degli interventi infermieristici prioritari NIC che lo “Iowa Interventions Project” ha indicato come i trattamenti prioritari da intraprendere per una specifica diagnosi. L’elenco è accompagnato dalle relative attività infermieristiche, alcune delle quali sono state scritte utilizzando il linguaggio NIC, per permettere al lettore di familiarizzare con esso; • le attività infermieristiche sono raggruppate in paragrafi relativi ad Attività di accertamento, Attività di relazione ed educazione dell’assistito e della famiglia, Attività collaborative e Altre attività. Questo rende più facile individuare una particolare attività e permette all’infermiere di prendere in esame tutti i tipi di attività. La seconda parte è strutturata in modo da aiutare gli infermieri a concentrarsi sugli accertamenti da intraprendere quando la condizione clinica dell’assistito è stata definita, ma non sono ancora state stabilite le appropriate diagnosi infermieristiche. In questa parte sono elencate le condizioni cliniche, chirurgiche, psichiatriche, perinatali e pediatriche con associate le relative diagnosi infermieristiche e i problemi per i quali è previsto un approccio multidisciplinare (collaborativo). Nella traduzione sono state compiute alcune precise scelte. La prima è stata quella di evitare la traduzione letterale di “patient” con il termine “paziente”, sostituendolo con “persona”, “persona assistita” o “assistito”, per stimolare il cambiamento culturale e professionale dell’infermiere nell’approccio alle persone con bisogni/problemi di salute e creare i presupposti per un’assistenza personalizzata, anche a partire dall’accezione dei termini utilizzati nel linguaggio quotidiano. Un’altra scelta è stata quella di utilizzare, per la traduzione dei titoli delle Diagnosi infermieristiche, degli obiettivi-risultato (NOC) e degli interventi infermieristici (NIC), gli elenchi ag- (pp. V-XXVIII) 1a b. x 22-11-2004 14:20 Pagina x Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 giornati pubblicati nel 2003 (Diagnosi infermieristiche) e 2004 (NOC e NIC), in modo da rendere il volume aggiornato alle più recenti evoluzioni. La traduzione dei tre elenchi, inoltre, è stata approvata da un comitato di colleghi, professionisti del settore infermieristico, per garantire al lettore la più ampia convergenza sulla terminologia utilizzata. In ultimo, sono stati inseriti: • nell’Appendice A le Diagnosi infermieristiche NANDA aggiornate al 2003-2004, suddivise secondo gli “11 modelli funzionali di M. Gordon”, così da poter applicare con facilità nella pratica clinica quotidiana un modello teorico e basare su questo l’intero processo di assistenza infermieristica in tutte le sue fasi; • nell’Appendice B le Diagnosi infermieristiche NANDA aggiornate al 2003-2004, suddivise per “Domini”, così come si incontrano attualmente nella classificazione internazionale secondo la nuova Tassonomia II pubblicata dalla NANDA. La nostra speranza e il nostro auspicio è che questo testo, che grazie all’editore esce in formato tascabile, possa accompagnare: • studenti infermieri; • infermieri operanti in ambito clinico, organizzativo e formativo; 1. nell’utilizzo quotidiano del processo di assistenza infermieristica in tutte le sue fasi, come indicato dal Profilo professionale dell’Infermiere (D.M. 739/94); 2. nella redazione e nell’applicazione sistematica a ogni persona assistita di un piano di assistenza personalizzato, così come previsto dalla Legge 251/2000 art. 1; 3. nell’adozione di uno strumento operativo dell’assistenza quale la cartella clinica infermieristica, costruita secondo un modello teorico assistenziale, al fine di documentare tutte le decisioni e le prestazioni infermieristiche. Desideriamo ringraziare tutte le persone che, a livello personale e professionale, ci hanno accompagnato e supportato durante tutto questo percorso, rendendo possibile la realizzazione di questo testo, augurandoci che possa essere utile per lo sviluppo professionale. Luisa Anna Rigon Chiara Rizzo (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina viii PREFAZIONE La settima edizione di Diagnosi Infermieristiche con NOC e NIC è stata progettata per aiutare gli infermieri e gli studenti a sviluppare un piano di assistenza personalizzato per l’assistito. Questa nuova edizione è stata ampliata in modo da includere tutte le diagnosi infermieristiche approvate dall’Associazione Nord Americana delle Diagnosi Infermieristiche (NANDA, North American Nursing Diagnosis Association) per il 1999-20001, come pure il collegamento agli attuali NOC e NIC basati sulla ricerca degli interventi e degli obiettivi-risultato. Lo speciale impianto con cui il testo è stato concepito ne agevola l’utilizzo e lo rende un indispensabile strumento per la pianificazione dell’assistenza. Nuove caratteristiche NOC Obiettivi-risultato suggeriti Per facilitare e uniformare il linguaggio infermieristico e i dati computerizzati dell’assistito, per ciascuna delle diagnosi infermieristiche sono previsti degli Obiettivi-risultato infermieristici suggeriti, basati sulla ricerca fornita dal Iowa Outcomes Project (Nursing Outcomes Classification, 1997). Tali Obiettivi-risultato sono da considerare soggetti alla sensibilità dell’infermiere, in quanto possono essere influenzati dallo specifico assistenziale di ogni diagnosi NANDA. Questo testo, inoltre, indica il modo in cui usare gli obiettivi NOC, proponendo degli indicatori di risultato e una scala per valutare il raggiungimento degli obiettivi da parte dell’assistito. Aggiornamento dei NIC Interventi infermieristici prioritari Gli interventi NIC sono stati aggiornati in risposta al continuo lavoro dello Iowa Interventions Project. Come nella precedente edizione, gli interventi proposti e definiti per ogni diagnosi infermieristica sono stati indicati dalla Nursing Interventions Classification (1996) come i trattamenti prioritari da intraprendere per una specifica diagnosi. Gli interventi NIC sono stati quindi ampliati e collegati alle categorie NANDA dal gruppo di ricer1 L’edizione italiana del testo è stata aggiornata agli elenchi NANDA 20032004 (Diagnosi Infermieristiche – Definizione e classificazione 2003-2004, CEACasa Editrice Ambrosiana, Milano 2004) e NOC e NIC 2004 (N.d.C.). viii (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina ix Prefazione ix ISBN 88-408-1302-0 ca, utilizzando un procedimento multimetodo e avvalendosi del parere di esperti in metodologia infermieristica clinica e ricerca infermieristica. Inclusione delle attività infermieristiche NIC Nello sforzo di promuovere l’uso di una terminologia standardizzata, alcune delle attività infermieristiche riferite alle diagnosi sono state scritte utilizzando il linguaggio NIC. Questo aiuta a illustrare come utilizzare nei piani di assistenza le attività NIC e più in generale gli interventi infermieristici NIC. Ampliamento degli obiettivi per la famiglia, per la comunità e per i contenuti collaborativi Nella sezione Criteri di risultato è stato inserito un maggior numero di obiettivi riferiti alla famiglia e alla comunità. Allo stesso modo sono stati aggiunti interventi e attività infermieristiche di area collaborativa e destinati alla famiglia e alla comunità. Problemi collaborativi Nelle Condizioni cliniche – Guida alle diagnosi infermieristiche e ai problemi collaborativi, ciascuna patologia o condizione medica include ora i problemi per i quali è previsto un approccio multidisciplinare (collaborativo). Nelle Appendici D, E e F sono contenuti gli elenchi più completi dei problemi collaborativi utilizzabili, organizzati per (1) malattia/fisiopatologia, (2) indagini e trattamenti e (3) trattamenti chirurgici. Altre caratteristiche Organizzazione per un uso più facile Il libro è suddiviso in due parti principali: (1) un piano completo di assistenza per ciascuna diagnosi infermieristica NANDA e (2) un elenco di condizioni mediche, chirurgiche, psichiatriche, perinatali e pediatriche, ciascuna accompagnata da relative diagnosi infermieristiche e problemi collaborativi normalmente associati a tali condizioni. Questa organizzazione permette all’infermiere di dare avvio alla pianificazione dell’assistenza considerando la diagnosi infermieristica o la condizione medica. Suggerimenti per l’utilizzo delle diagnosi NANDA I suggerimenti degli autori aiutano a chiarire le denominazioni delle diagnosi infermieristiche e forniscono consigli su come esse possano essere meglio utilizzate. (pp. V-XXVIII) 4a c. x 22-11-2004 12:55 Pagina x Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 Organizzazione delle caratteristiche definenti Le caratteristiche definenti sono state suddivise nelle due categorie «soggettive» e «oggettive» e ivi inserite in ordine alfabetico. La NANDA ha abbandonato la classificazione secondo le categorie «maggiori», «minori» e «critiche». Facilità nella personalizzazione Ciascun piano di assistenza è completo e permette all’infermiere di selezionare i contenuti più coerenti con la situazione e la condizione dell’assistito. Ogni diagnosi infermieristica comprende fattori correlati o di rischio che forniscono elementi utili per adattare con facilità il piano di assistenza alla specifica situazione dell’assistito. La creatività dell’infermiere permetterà poi di personalizzare gli obiettivi, gli interventi e i fattori correlati o di rischio standardizzati per ciascun assistito. Attività infermieristiche per l’accertamento, l’educazione e la collaborazione Le attività infermieristiche sono raggruppate nei paragrafi Attività di accertamento, Attività di relazione ed educazione dell’assistito e della famiglia, Attività collaborative e Altre attività. Questo rende più facile individuare una particolare attività e permette all’infermiere di prendere in esame tutti i tipi di attività. Percorsi clinici Viene presentata una discussione aggiornata sulle diagnosi infermieristiche e i percorsi clinici, insieme con un esempio di piano di cura multidisciplinare. Destinatari Questa guida tascabile intende facilitare la stesura dei piani di assistenza da parte di: – studenti infermieri; – infermieri che operano nei diversi ambiti clinici e organizzativi; – infermieri clinici specialistici; – infermieri docenti. (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xi INTRODUZIONE Riferimenti storici Nel 1973 l’Associazione Americana degli Infermieri (ANA, American Nurses Association) approvò l’adozione delle diagnosi infermieristiche. Quello stesso anno, infermieri clinici, educatori, ricercatori e teorici di ogni area della pratica si coalizzarono per dare una definizione alle condizioni normalmente osservate nella pratica assistenziale. Dopo quell’inizio, la North American Nursing Diagnosis Association (NANDA) si costituì come istituzione ufficiale per la promozione, la revisione e come punto di raccolta ed elaborazione delle diagnosi infermieristiche utilizzate dagli infermieri nella pratica assistenziale. I membri della NANDA si riuniscono ogni due anni. L’elenco attuale è composto da 1502 diagnosi, ma sarà senza dubbio ampliato a mano a mano che gli infermieri esploreranno ampiezza e profondità della pratica infermieristica. Con l’espandersi dell’elenco delle diagnosi, la NANDA ha sviluppato un sistema di classificazione, o tassonomia (Taxonomy I, Revised, 1992, p. 1) per organizzare le denominazioni diagnostiche. La tassonomia attuale si trova nell’Appendice B. Il lavoro della NANDA continua per risolvere alcuni problemi (per esempio, esistono sovrapposizioni tra denominazioni diagnostiche diverse). È in corso di sviluppo una nuova tassonomia completa (Taxonomy II). È molto probabile che essa possa essere completata e approvata entro l’anno 2000. La NANDA sta lavorando con l’ANA e altre organizzazioni per includere la tassonomia in altri sistemi di classificazione, per esempio nella World Health Organization International Classification of Disease (ICD). Gli articoli relativi alle diagnosi NANDA sono al momento indicizzati nel Cumulative Index of Nursing and Allied Health e presso la National Library of Medicine Medical Metathesaurus for a Unified Medical Language. La crescente informatizzazione dei dati degli assistiti richiede una standardizzazione del linguaggio per la descrizione dei problemi. Le diagnosi infermieristiche rispondono a questa esigenza e aiutano a chiarire lo scopo della pratica infermieristica 2 Le diagnosi infermieristiche della NANDA, anno 2003, sono 167 (N.d.C.). xi (pp. V-XXVIII) 4a c. xii 22-11-2004 12:55 Pagina xii Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 attraverso la descrizione di condizioni che gli infermieri possono trattare autonomamente. Le diagnosi infermieristiche mettono in evidenza il ragionamento diagnostico e il processo decisionale, fornendo una terminologia consistente e universale all’interno del mondo infermieristico nei diversi contesti lavorativi (ospedali, cliniche, ambulatori e libera professione). Il processo di assistenza in relazione alle diagnosi infermieristiche Il processo di assistenza fornisce una struttura per la pratica infermieristica, una sorta di «griglia» nell’ambito della quale l’infermiere può utilizzare le proprie conoscenze e abilità per prendersi cura dell’assistito. Il processo di assistenza infermieristica è utilizzato continuamente nella pianificazione e nell’attuazione dell’assistenza. L’infermiere considera l’assistito come la figura centrale nel piano di cura e trova conferma dell’appropriatezza di tutti gli aspetti dell’assistenza infermieristica osservandone la risposta. L’accertamento (chiamato anche raccolta dati) è la fase iniziale del ragionamento diagnostico e del momento decisionale che porta alla definizione della diagnosi infermieristica. Per validare la diagnosi, l’infermiere utilizza la definizione e le caratteristiche definenti. Una volta determinata la diagnosi infermieristica e i fattori correlati o i fattori di rischio, nasce il piano di assistenza. L’infermiere rileva gli obiettivi-risultato (NOC) pertinenti per l’assistito, considerando le percezioni e i suggerimenti dell’assistito stesso riguardo agli obiettivi-risultato, quando possibile. Quindi pianifica insieme all’assistito le attività (NIC) che lo aiuteranno a raggiungere gli obiettivi stabiliti. Infine, dopo l’attuazione delle attività infermieristiche, saranno valutati il piano di assistenza e i progressi dell’assistito. La diagnosi infermieristica è ancora appropriata? L’assistito ha raggiunto gli obiettivi desiderati? Gli intervalli stabiliti e le date degli obiettivi sono ancora appropriate e realistiche? Ci sono interventi non più necessari? Si rivede quindi il piano di assistenza personalizzato in base alle necessità. Standard assistenziali e diagnosi infermieristiche Le diagnosi infermieristiche pianificate e gli standard assistenziali sono correlati. Gli standard sono definiti per gruppi di persone (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xiii Introduzione xiii ISBN 88-408-1302-0 per i quali è possibile fare previsioni generalizzate. Essi orientano gruppi di interventi infermieristici per specifici gruppi di persone (per esempio, per tutti coloro che abbiano subìto una ricostruzione totale dell’anca). Laddove vi siano standard scritti, la pianificazione delle diagnosi infermieristiche non viene usata per comunicare gli interventi infermieristici routinari. La pianificazione delle diagnosi infermieristiche si adotta invece per i problemi di tipo eccezionale, non gestibili con gli standard. Il Case management e i percorsi clinici L’innalzamento dei costi e la necessità di una riforma del sistema di assistenza sanitaria hanno portato a una ristrutturazione dei tradizionali modelli assistenziali. Due sistemi clinici multidisciplinari che sono emersi sono il Case management (gestione del caso) e il Managed care (gestione del quadro clinico). Il Case management Il Case management è un sistema mediante il quale un infermiere coordina l’assistenza di un gruppo ad alto rischio. Si tratta in sostanza dei casi particolari, fuori dal comune, di assistiti le cui condizioni cambiano frequentemente e in modo imprevedibile e i cui bisogni non possono essere gestiti con gli standard o con un normale percorso clinico. Il Case manager è spesso un infermiere specializzato, che si concentra sui ruoli e sulle relazioni e fornisce coordinamento per gli assistiti e le famiglie in tutti i contesti nei quali questi ricevono assistenza. Percorsi clinici e Managed care Il Managed care è utilizzato per standardizzare la pratica assistenziale nei casi più comuni che si trovano nei reparti di cura. Per esempio, il caso-tipo di un’unità operativa di cardiologia potrebbe essere l’infarto del miocardio o il cateterismo cardiaco. Nel Managed care si usa uno strumento chiamato percorso clinico (clinical path), una guida per raggiungere gli obiettivi prevedibili del cliente entro un determinato intervallo di tempo. Il percorso clinico è un piano di assistenza multidisciplinare che definisce le attività cruciali da attuarsi da parte dell’infermiere, del medico e degli altri componenti del team sanitario in un tempo prestabilito, in riferimento agli obiettivi-risultato fissati per l’assistito (vedi figura a pag. xvi). (pp. V-XXVIII) 4a c. xiv 22-11-2004 12:55 Pagina xiv Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 Nel sistema a Managed care, la standardizzazione dei percorsi clinici sostituisce i piani di assistenza tradizionali per molti assistiti. Alcuni reparti di cura hanno integrato le diagnosi infermieristiche direttamente all’interno dei percorsi clinici. Altri usano le diagnosi infermieristiche per definire le variazioni e ampliare un piano personalizzato per il raggiungimento di obiettivi riveduti. Una variazione può essere necessaria quando gli obiettivi desiderati non sono raggiunti nel tempo prestabilito. Le diagnosi infermieristiche integrate nel percorso clinico. Per esempio, quando si integra una diagnosi infermieristica in un percorso clinico per una recente diagnosi di diabetico insulinodipendente, la seguente diagnosi potrà essere inserita nel piano di assistenza multidisciplinare prestampato: • Gestione inefficace del regime terapeutico, correlata a limitate informazioni e abilità pratiche, come dimostrato da riferimenti verbalizzati di limitata conoscenza, non accurata osservanza delle istruzioni e imprecisa dimostrazione pratica. • Gli obiettivi del cliente possono prevedere che in 3 giorni egli sia in grado di riconoscere i segni e sintomi di ipo/iperglicemia e in 5 giorni sia capace di autosomministrarsi la dose richiesta di insulina. Le diagnosi infermieristiche usate per definire le variazioni. In questo sistema, il percorso clinico per una diagnosi recente di diabete insulino-dipendente non includerebbe una diagnosi infermieristica, ma piuttosto comprenderebbe l’elencazione dei teaching needs (bisogni educativi) per ogni giorno. Se l’assistito in quinta giornata non avesse raggiunto l’obiettivo-risultato dell’autosomministrazione, si dovrà identificare e analizzare questa variazione. A questo punto, si potrebbe utilizzare la diagnosi infermieristica di Gestione inefficace del regime terapeutico... per personalizzare il piano di assistenza relativo a questa variante dell’assistito rispetto al percorso clinico. Anche nelle organizzazioni sanitarie che utilizzano il sistema di Managed care il processo di assistenza è utilizzato per pianificare e consegnare all’assistito il percorso di cura previsto dal piano multidisciplinare; le diagnosi infermieristiche sono preziose in un percorso clinico di assistenza per soddisfare i singoli bisogni di un assistito. È molto importante che l’infermiere oggi sia esperto nell’utilizzo delle diagnosi infermieristiche per identificare efficacemente i problemi di assistenza infermieristica e indirizzarli all’interno del team multidisciplinare. (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xv PIANI DI ASSISTENZA E DIAGNOSI INFERMIERISTICHE Questo libro è organizzato in due parti: “Piani di assistenza” e “Condizioni cliniche – Guida alle diagnosi infermieristiche e ai problemi collaborativi”; di seguito si trovano le informazioni relative, con alcuni esempi di uso. Piani di assistenza Ciascun piano di assistenza include una denominazione di diagnosi infermieristica, la sua definizione, le caratteristiche definenti, i fattori correlati o di rischio, i suggerimenti per l’uso della diagnosi nei piani di assistenza, le diagnosi alternative suggerite, gli obiettivi-risultato NOC, i criteri di risultato, gli interventi infermieristici prioritari NIC e le attività infermieristiche (vedi figura a pagina xvi). I piani di assistenza con le diagnosi infermieristiche sono organizzati in ordine alfabetico al fine di facilitare la ricerca dei titoli diagnostici. Le diagnosi sono formulate in modo che la prima parola del titolo indichi il concetto chiave. Per esempio, è più facile trovare nell’indice la diagnosi Deficit nella cura di sé, se scritta come Cura di sé, deficit nella. Diagnosi infermieristiche La diagnosi infermieristica è costituita da un titolo conciso che descrive le condizioni dell’assistito osservate nella pratica. Queste condizioni possono essere descritte in presenza di problemi di salute reali o potenziali. Utilizzando la terminologia NANDA, i problemi di salute potenziali sono citati come “Rischio di”. L’Appendice C contiene un elenco di termini “qualificativi” usati in molti dei titoli diagnostici (per esempio, “acuto”, “alterato”, “ridotto”). Si potranno aggiungere altri aggettivi, se necessario, per rendere le diagnosi precise e descrittive. Definizione La definizione aiuta l’infermiere a verificare una particolare diagnosi infermieristica. Se non diversamente specificato, le definizioni di questo testo sono state prese dalla tassonomia NANDA. xv (pp. V-XXVIII) 4a c. xvi 22-11-2004 12:55 Pagina xvi Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 Termoregolazione inefficace (1.2.2.4) (1986) DEFINIZIONE Temperatura che fluttua tra l’ipotermia e l’ipertermia. La definizione aiuta a verificare la diagnosi Caratteristiche definenti Oggettive Arrossamento cutaneo Aumento della frequenza respiratoria Brividi (lievi) Calore al tatto Convulsioni Cute fredda Ipertensione Letto ungueale cianotico Pallore (moderato) Piloerezione Riduzione della temperatura corporea al di sotto del range normale Riempimento capillare rallentato Tachicardia Variazioni della temperatura corporea al di sopra o al di sotto del range normale Fattori correlati Età avanzata Fluttuazioni della temperatura ambientale Immaturità Trauma o malattia Suggerimenti per l’uso Questa diagnosi è più appropriata per persone che sono particolarmente vulnerabili alle condizioni ambientali (per esempio, neonati e anziani). Riferimenti trasversali alle diagnosi alternative Guida alla selezione degli obiettivi NOC importanti per l’assistito, in un linguaggio standardizzato. Le caratteristiche definenti si dividono in «soggettive» e «oggettive» Vi sono diversi possibili fattori correlati in una diagnosi reale Chiarimenti e suggerimenti per l’utilizzo della diagnosi Diagnosi alternative suggerite 1. Ipertermia 2. Ipotermia 3. Temperatura corporea, rischio di squilibrio della NOC Obiettivi-risultato infermieristici suggeriti Termoregolazione: equilibrio tra produzione, aumento e perdita di calore Termoregolazione: neonato: equilibrio tra produzione, aumento e perdita di calore durante il periodo neonatale Obiettivi-risultato (NOC) dichiarati per la valutazione dei risultati Criteri di risultato Guida alla selezione degli interventi infermieristici (NIC) più importanti mediante un linguaggio standardizzato NIC Interventi infermieristici prioritari Selezione tra le molte attività infermieristiche che aiutano l’assistito a raggiungere ciascun obiettivo-risultato. Per criteri di risultato e scopi specifici, fare riferimento ai Criteri di risultato per le diagnosi Ipertermia, pag. 239, Ipotermia, pag. 333 e Rischio di squilbrio della temperatura corporea, pagg. 615-616 Regolazione della temperatura: raggiungere e/o mantenere la temperatura corporea entro i range di normalità Regolazione della temperatura intraoperatoria: raggiungere e/o mantenere la temperatura corporea desiderata durante l’intervento chirurgico Attività infermieristiche Le attività infermieristiche si concentrano sull’insegnamento finalizzato alla prevenzione di una termoregolazione inefficace e sul mantenere una normale temperatura corporea agendo su fattori esterni, come i vestiti e la temperatura della stanza. Fare riferimento alle Attività infermieristiche per le diagnosi Rischio di squilibrio della temperatura corporea, pagg. 616-617, Ipertermia, pagg. 330-331, e Ipotermia, pagg. 334-335 (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xvii Piani di assistenza e diagnosi infermieristiche xvii ISBN 88-408-1302-0 Caratteristiche definenti Le caratteristiche definenti sono i segni e i sintomi; sono gli elementi determinanti che descrivono il comportamento dell’assistito, osservato dall’infermiere (oggettive) o riferito dall’assistito stesso o dalla famiglia (soggettive). Dopo l’accertamento, l’infermiere organizza le caratteristiche definenti all’interno di un modello concettuale di assistenza infermieristica (per esempio Gordon, vedi Appendice A) significativo per il problema dell’assistito. Solitamente, la presenza di due o tre caratteristiche definenti permette di confermare una diagnosi infermieristica. In questo testo sono state incluse tutte le caratteristiche definenti della NANDA, non più suddivise in «minori», «maggiori» e «critiche». Tale semplificazione è stata adottata in base alle seguenti esigenze: (a) lo sviluppo di software per la gestione delle diagnosi infermieristiche, (b) lo sviluppo delle diagnosi e (c) il lavoro di classificazione. Fattori correlati I fattori correlati denotano una connessione tra le diagnosi infermieristiche. Tali fattori possono essere descritti come correlato a, antecedente a, associato con o contribuente a rispetto alla diagnosi. I fattori correlati indicano le situazioni a cui è associata la diagnosi e i cambiamenti che l’assistito deve fare per ritornare a un livello di salute ottimale, aiutando in questo modo l’infermiere a individuare gli interventi infermieristici (NIC) più efficaci. Per esempio, per la diagnosi di Intolleranza all’attività, le attività infermieristiche per una persona il cui fattore correlato è l’aritmia possono essere differenti rispetto a quelle necessarie per un assistito il cui fattore correlato è il dolore cronico. Fattori di rischio I fattori di rischio si trovano solo nelle diagnosi infermieristiche di «rischio». Nello sviluppo del piano di assistenza, sono simili alle caratteristiche definenti. Essi descrivono eventi e comportamenti che pongono la persona a rischio e suggeriscono interventi per proteggerla. Per esempio, un anziano a cui sia stato diagnosticato un Rischio di trauma può presentare i seguenti fattori di rischio: debolezza, vista debole, difficoltà di equilibrio, pavimento scivoloso o scendiletto non fissato. Questo gruppo di fattori di rischio può diventare eziologia al trauma e suggerisce gli interventi NIC per prevenire le cadute. (pp. V-XXVIII) 4a c. xviii 22-11-2004 12:55 Pagina xviii Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 Suggerimenti per l’uso Per le diagnosi problematiche sono inclusi chiarimenti e suggerimenti per un uso appropriato e per la differenziazione da altre diagnosi simili. Diagnosi alternative suggerite Le diagnosi alternative suggerite sono altre diagnosi infermieristiche da prendere in considerazione quando si identifica il problema di salute dell’assistito. Se l’analisi della definizione e delle caratteristiche definenti indica che una diagnosi corrisponde solo in parte ai dati dell’assistito, l’infermiere deve considerare come opzioni le diagnosi alternative suggerite. Questo è particolarmente utile per l’infermiere per familiarizzare con le diverse sfumature di ogni diagnosi infermieristica. NOC – Obiettivi-risultato infermieristici suggeriti Per ogni diagnosi NANDA, sotto questo titolo sono elencati gli «obiettivi-risultato infermieristici suggeriti» (NOC) che la Iowa Outcomes Project ha identificato come i più probabili da monitorare nella persona con quella determinata diagnosi. Gli obiettivi-risultato (NOC) sono concetti neutrali che riflettono lo stato e il comportamento dell’assistito (per esempio, la memoria, il coping, il riposo). Essi sono elementi che l’infermiere può utilizzare insieme agli indicatori per definire i punti di arrivo fissati per un determinato assistito. Gli indicatori sono i comportamenti specifici per misurare i risultati ottenuti dall’assistito. Enunciazione dei criteri di risultato Ogni diagnosi infermieristica include anche esempi di criteri di risultato che sono stati sviluppati in seguito all’utilizzo degli obiettivi-risultato (NOC), degli indicatori di risultato e delle scale di valutazione. I criteri di risultato permettono di valutare i comportamenti misurabili o osservabili dell’assistito e della famiglia. Per esempio, per valutare l’orientamento cognitivo di un assistito, l’infermiere può utilizzare i seguenti indicatori: • riconosce la propria identità (spesso), su scala da 1 a 5 spesso è 4; • riconosce altre persone significative (qualche volta), su scala da 1 a 5 qualche volta è 2; • riconosce il luogo dove si trova (spesso), su scala da 1 a 5 spesso è 4. Si useranno tutti gli obiettivi-risultato (NOC) e i criteri di risultato ritenuti necessari. Se ne occorre più di uno, si farà riferi- (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xix Piani di assistenza e diagnosi infermieristiche xix ISBN 88-408-1302-0 mento al manuale Moorhead S., Johnson M., Maas M., Nursing Outcomes Classification (NOC), 3a ed., Mosby, St. Louis, 2004. I criteri di risultato per l’assistito, come tutti i componenti del processo di pianificazione dell’assistenza, sono dinamici, quindi cambiano frequentemente. Gli obiettivi specifici personalizzati sono critici perché sono usati per valutare la risposta all’assistenza e il successo del piano di assistenza infermieristico. L’infermiere deve essere realistico quando prevede i criteri di risultato per un assistito e deve tenere presente che solo una parziale modifica del comportamento può spesso essere l’unico risultato raggiungibile. Con la riduzione dei tempi di ospedalizzazione, l’infermiere di area domiciliare può aiutare gli assistiti a raggiungere gli obiettivi dopo la dimissione dall’ospedale. Al momento della dimissione, l’infermiere può iniziare con l’assistito la definizione degli obiettivi-risultato (NOC) che devono ancora essere raggiunti, tenendo conto delle risorse presenti nel contesto domiciliare. Bisogna specificare sempre una scadenza e una frequenza di documentazione per registrare il raggiungimento degli obiettivi dell’assistito. La scadenza indica la data entro cui si stima che l’assistito possa raggiungere gli obiettivi; essa è flessibile e specifica per il singolo assistito. La frequenza di documentazione definisce gli intervalli a cui devono essere registrati i progressi rispetto a ogni criterio di risultato. Questo intervallo deve essere determinato durante l’accertamento iniziale e può essere cambiato man mano che l’assistito si avvicina all’obiettivo finale. Per esempio, per un piano di assistenza per Affaticamento, gli intervalli di registrazione per l’obiettivo “Mantenere una nutrizione adeguata” può essere specificato come “3 volte al giorno”. Questo significa che la rilevazione deve essere attuata tre volte al giorno, dopo i pasti principali, fino al raggiungimento dell’obiettivo. NIC Interventi infermieristici prioritari La classificazione degli interventi infermieristici (NIC) suddivide in categorie le attività infermieristiche utilizzando un linguaggio standard. Gli «interventi infermieristici prioritari (NIC)» sono il frutto della ricerca condotta dallo Iowa Intervention Project Team, che li indica come i trattamenti da scegliere per una particolare diagnosi infermieristica (NIC, 1996). Tali interventi sono i più efficaci per la risoluzione del problema, ma questo non significa che siano gli unici interventi praticabili. Deve sempre essere considerata una grande varietà di interventi. Nella terminologia (pp. V-XXVIII) 4a c. xx 22-11-2004 12:55 Pagina xx Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 NIC, gli «interventi» sono classificati sotto titoli ampi che definiscono categorie generali. Questi titoli sono stati collegati alle denominazioni delle diagnosi NANDA attraverso un processo sistematico sottoposto al giudizio di esperti nella pratica e nella ricerca infermieristica. Attività infermieristiche Nella terminologia NIC, le azioni specifiche di pertinenza dell’infermiere (per esempio, rilevare i segni vitali, monitorare le entrate e le uscite) sono chiamate attività. Gli interventi infermieristici prioritari NIC orientano l’infermiere a considerare tutte le attività infermieristiche relative a questi interventi. Ulteriori specifiche attività infermieristiche possono essere trovate nel testo: McCloskey Dochterman J., Bulechek G.M., Nursing Interventions Classification (NIC), 4a ed., Mosby, St. Louis, 2004. Di seguito si presenta un esempio di come gli interventi infermieristici prioritari NIC possano guidare il piano di assistenza per la diagnosi infermieristica di Affaticamento. 1. Nel piano di assistenza per Affaticamento, si può osservare che l’intervento infermieristico prioritario NIC è “Gestione dell’energia”. La definizione di questo intervento è descritta nel seguente modo: “Regolamentare l’uso dell’energia per trattare o prevenire l’affaticamento e ottimizzare le funzioni”. 2. Consultare la sezione “Attività infermieristiche” per trovare le attività che possono accompagnare l’intervento di “Gestione dell’energia”, in modo da individuare quelle che riguardano in modo specifico la regolamentazione dell’energia e trattano o prevengono l’affaticamento, come descritto nel seguente esempio. Possibili attività: • pianificare le attività che rendono minimo l’affaticamento dell’assistito e/o della famiglia. Il piano può includere la definizione di piccoli obiettivi realistici e raggiungibili per l’assistito per diminuire l’affaticamento; • incoraggiare l’assistito a riferire le attività che aumentano l’affaticamento; • discutere con l’assistito e/o i familiari le possibilità di modificare l’ambiente domestico per mantenere le attività abituali e ridurre l’affaticamento; • insegnare come organizzare il tempo e come gestire le tecniche per ridurre l’affaticamento. 3. Infine, esaminare le altre attività infermieristiche per Affaticamento. (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xxi Piani di assistenza e diagnosi infermieristiche xxi ISBN 88-408-1302-0 Ci possono essere altre attività oltre a quelle per “Gestione dell’energia” che possono risultare utili, in riferimento all’eziologia del problema dell’assistito e ai suoi bisogni individuali. Sarà possibile trovare le attività infermieristiche più efficaci in base al grado di affaticamento dell’assistito mediante i passaggi 1, 2 e 3. Comunque, si potranno confrontare le attività infermieristiche scelte con quelle descritte nell’elenco degli interventi e delle attività nel manuale Nursing Interventions Classification. Nel manuale NIC, sotto il titolo degli interventi per “Gestione dell’energia” vi sono altre specifiche attività infermieristiche che completano la “Gestione dell’energia”. Di seguito si indicano tre esempi: • pianificare le attività nei periodi in cui la persona ha più energia; • incoraggiare il riposo pomeridiano, se indicato; • assistere la persona nel programmare il resto del tempo. In aggiunta agli Interventi infermieristici prioritari, il manuale NIC offre un elenco di altri interventi infermieristici per la diagnosi di Affaticamento, come “Promuovere gli esercizi” e “Aumentare il sonno”. Possono essere utilizzate anche le attività infermieristiche relative a questi interventi. Le prescrizioni/attività infermieristiche devono essere mirate all’eziologia della diagnosi infermieristica dell’assistito. Dall’elenco delle attività per ciascun piano di assistenza si dovranno scegliere quelle applicabili alle condizioni dell’assistito e le si dovranno adattare in modo che siano specifiche per l’assistito stesso. In certe istanze, si troverà nell’attività infermieristica l’esortazione a “specificare il piano”, che ricorda di personalizzare le prescrizioni infermieristiche. Con il variare delle condizioni dell’assistito, altre attività potranno essere aggiunte, cambiate o cancellate. Il continuo aggiornamento di questa parte del piano di assistenza è essenziale. Guida alle condizioni cliniche e ai problemi collaborativi La seconda parte di questo manuale è strutturata in modo da aiutare gli infermieri a concentrarsi sugli accertamenti da intraprendere quando la condizione clinica dell’assistito è stata definita ma non sono ancora state stabilite le diagnosi infermieristiche appropriate. In questa parte sono elencate le condizioni cliniche, chirurgiche, psichiatriche, perinatali e pediatriche con le diagnosi infermieristiche e i problemi collaborativi associati più frequenti. (pp. V-XXVIII) 4a c. xxii 22-11-2004 12:55 Pagina xxii Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 Diagnosi infermieristiche Le diagnosi infermieristiche elencate sono quelle che maggiormente ricorrono in presenza di una particolare condizione clinica. Naturalmente, una persona con una particolare condizione clinica non avrà tutte le diagnosi infermieristiche elencate. Dovranno essere selezionate solo le diagnosi infermieristiche confermate dai dati dell’accertamento. Inoltre, questi elenchi non devono essere considerati esaustivi. È invece possibile che un malato con una particolare condizione clinica possa presentare diagnosi infermieristiche non inserite nell’elenco. Poiché le diagnosi infermieristiche rappresentano comportamenti umani unici, non possono essere predefinite solamente in base alla condizione clinica. Problemi multidisciplinari (collaborativi) I problemi multidisciplinari, d’altro canto, sono associati a una specifica condizione clinica. Secondo Carpenito (1997), i problemi collaborativi sono complicanze fisiologiche associate a una particolare condizione clinica, che l’infermiere può trattare solo in collaborazione con altri professionisti. È responsabilità dell’infermiere monitorare l’assistito con lo scopo di individuare l’insorgenza di un problema collaborativo, attuando interventi sia su prescrizione medica sia su prescrizione infermieristica per prevenire o ridurre le complicanze. Poiché esiste un numero limitato di complicanze fisiologiche possibili per ogni particolare malattia, in genere si incontrano sempre gli stessi problemi collaborativi ogniqualvolta si abbia una particolare patologia o trattamento; in altri termini, ciascuna malattia o trattamento presenta particolari complicanze che insorgono sempre in associazione con essa. Prima di stabilire un piano di assistenza personalizzato con diagnosi infermieristiche, l’infermiere deve identificare anche i problemi collaborativi dell’assistito. Questi guideranno i comuni accertamenti e l’assistenza preventiva che tutte le persone con quella diagnosi medica devono ricevere, una specie di percorso clinico. Nella sezione “Condizioni cliniche – Guida alle diagnosi infermieristiche e ai problemi collaborativi” (pag. 652) sono inclusi problemi collaborativi per ogni condizione presente. Fare riferimento anche all’Appendice D [“Problemi multidisciplinari (Collaborativi) associati a malattie e altre alterazioni fisiologiche”], all’Appendice E [“Problemi multidisciplinari (collaborativi) associati a indagini e trattamenti”] e all’Appendice F (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xxiii Piani di assistenza e diagnosi infermieristiche xxiii ISBN 88-408-1302-0 [“Problemi multidisciplinari (collaborativi) associati a trattamenti chirurgici”], rispettivamente alle pagine 784, 793 e 794. L’elenco delle condizioni cliniche non comprende le malattie rare e inusuali, per cui può essere necessario fare riferimento a un titolo più generale. Per esempio, la diagnosi medica per un assistito può essere Sclerodermia. Trattandosi di una malattia rara, l’infermiere dovrà cercare sotto il titolo generale “Malattie autoimmuni” e prendere in considerazione le diagnosi infermieristiche che vi sono elencate. (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xxiv COME CREARE UN PIANO DI ASSISTENZA CON LE DIAGNOSI INFERMIERISTICHE Il seguente esempio mostra come utilizzare questo libro per creare un piano di assistenza personalizzato per un assistito. Situazione La signora B., di 75 anni, è stata trasferita dall’unità di chirurgia a un reparto di degenza in seguito a una riduzione con fissazione dell’anca. L’anamnesi indica che la signora vive sola in un appartamento. Suo marito è deceduto 10 anni fa. Lei ha molti amici ed è coinvolta in attività sociali presso il locale centro per anziani. La signora ama camminare e andare in bicicletta. L’attuale ricovero in ospedale è il risultato di una caduta dalla bicicletta. Le prescrizioni mediche post-operatorie sono le seguenti: • Catetere Foley con drenaggio a caduta. • Soluzione di NaCl 2% con KCl 20 mEq da infondere in 8 ore. • Solfato di morfina 1-2 mg, EV push, in 15 minuti fino al raggiungimento dell’effetto e fino a un massimo di 10 mg in 1 ora. • Phenergan 25 mg IM ogni 4-6 ore se insorge nausea. • Controllo dell’emocromo e degli elettroliti la mattina seguente. • Trapezio sopra la testata del letto. • Ruotare la persona dal dorso al lato sano ogni 1-2 ore. • Ridurre la pressione del materasso per alleviare la pressione sulle prominenze ossee. • Ambulare con assistenza al mattino e quando necessario. Accertamento Ore 16:00 – Gli iniziali accertamenti infermieristici che seguono dopo il ricovero presso l’unità di degenza indicano che la signora B. dorme regolarmente, i segni vitali sono entro i limiti di norma, la medicazione chirurgica è asciutta e intatta. Dal catetere Foley sono drenate urine chiare e ambrate. La terapia EV è infusa ai dosaggi prestabiliti; la cute è calda e asciutta. Ore 17:30 – L’infermiere entra nella stanza e controlla i segni vitali e trova la signora B. che cerca di scendere dal letto “perché deve andare al bagno”. L’infermiere ricorda alla signora B. che è in ospedale, ha subìto un intervento chirurgico all’anca e ha un catetere vescicale. La reazione della signora B. indica che essa è disorientata nello spazio e nel tempo. xxiv (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xxv Come creare un piano di assistenza con le diagnosi infermieristiche xxv ISBN 88-408-1302-0 Diagnosi Dopo l’accertamento della signora B., l’infermiere identifica i segni di alterata mobilità, disorientamento, terapia antalgica e cambiamento ambientale. Queste caratteristiche definenti sembrano abbinabili alla diagnosi infermieristica di Rischio di lesione. La definizione di Rischio di lesione è: “Stato in cui la persona è a rischio di lesione a causa di condizioni ambientali che interagiscono con le sue risorse adattive e difensive”. L’infermiere considera le diagnosi suggerite per valutare se si può trovare una diagnosi migliore e osserva la definizione e le caratteristiche definenti per Disturbo della percezione sensoriale, Inefficace perfusione tessutale, Rischio di trauma, Rischio di compromissione dell’integrità cutanea. Dopo aver valutato le alternative, l’infermiere decide di utilizzare la più generica diagnosi infermieristica di Rischio di lesione correlata ad alterata mobilità, disorientamento, terapia antalgica e cambiamento ambientale. NOC Obiettivi-risultato suggeriti Allo scopo di focalizzare gli obiettivi-risultato da condividere con la signora, l’infermiere parte dagli obiettivi-risultato NOC suggeriti per Rischio di lesione: Parentali (Sicurezza sociale), Controllo del rischio e comportamento sicuro (Prevenzione delle cadute). Dopo aver letto la definizione degli obiettivi e aver fatto riferimento al manuale NOC, l’infermiere determina il comportamento sicuro (prevenzione delle cadute) che è probabilmente il solo obiettivo necessario per il piano della signora B. Dichiarazione dell’obiettivo-risultato e dei criteri di risultato Obiettivi. L’infermiere sceglie e modifica i seguenti obiettivi dall’elenco completo degli obiettivi e degli indicatori NOC: • Uso di restrizioni, se necessario (totalmente adeguato). • Controllo dell’agitazione e del mancato riposo (moderatamente adeguato). • L’assistito eviterà lesioni fisiche (totalmente adeguato). Gli obiettivi-risultato sono osservabili e appropriati per la situazione della signora B. Gli intervalli di documentazione degli obiettivi possono essere di circa 4 ore, con una durata di 1-2 giorni dopo l’intervento chirurgico, eccetto l’ultimo obiettivo, che dovrà essere osservato per “tutto il tempo”. La scadenza dell’obiet- (pp. V-XXVIII) 4a c. xxvi 22-11-2004 12:55 Pagina xxvi Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 tivo-risultato deve essere fissata sotto forma di data (per esempio, 30/1). La frequenza degli intervalli di documentazione e la scadenza dell’obiettivo-risultato dovranno essere riviste almeno giornalmente per valutarne l’appropriatezza. Valutazione: l’infermiere può raccogliere i dati relativi ai primi due obiettivi-risultato al fine di verificare i progressi nel controllo dei fattori di rischio della signora B. Lo stato dell’ultimo obiettivo-risultato indicherà se gli interventi sono stati efficaci nel prevenire i potenziali problemi — Rischio di lesione. Interventi e attività infermieristiche Successivamente l’infermiere seleziona gli interventi infermieristici. Gli interventi prioritari NIC possibili sono: Monitoraggio elettronico fetale, Prevenzione delle cadute, Induzione del travaglio, Precauzioni d’uso per il lattice e Precauzioni nei confronti della ipertermia maligna. L’infermiere determina che solo la Prevenzione delle cadute è applicabile alla Signora B. Gli interventi NIC forniscono le indicazioni per poter scegliere le attività infermieristiche, ma sono di per sé generali. Per formulare prescrizioni personalizzate per la signora B., l’infermiere seleziona le seguenti attività infermieristiche dall’elenco: • identificare le caratteristiche ambientali che possono aumentare il rischio potenziale di cadute (NIC); • riportare immediatamente la persona assistita alla realtà e all’ambiente, se necessario; • posizionare gli oggetti a portata dell’assistito (NIC); • fornire alla persona dipendente mezzi per chiedere aiuto (per esempio, campanelli o spie luminose) quando l’assistente non è presente (NIC). Le attività elencate sono adeguate per rispondere al problema attuale della signora B. Se non lo fossero, l’infermiere dovrebbe fare riferimento al manuale NIC per gli interventi addizionali agli Interventi prioritari (per esempio, sorveglianza o limitazione fisica). Tutte le summenzionate prescrizioni infermieristiche possono essere inserite nel piano di assistenza della signora B. Nel momento in cui gli interventi o le attività non sono più applicabili, l’infermiere le cancella dal piano di assistenza e, se necessario, inserisce nuove attività. Questo esempio mostra il processo utilizzato per sviluppare un piano di assistenza in riferimento a una diagnosi infermieristi- (pp. V-XXVIII) 4a c. 22-11-2004 12:55 Pagina xxvii Come creare un piano di assistenza con le diagnosi infermieristiche xxvii ISBN 88-408-1302-0 ca, ma anche altre diagnosi infermieristiche potrebbero risultare appropriate per la signora B. Creare un percorso clinico Molto semplicemente, la creazione di un percorso clinico consiste nel combinare i piani di assistenza infermieristico, medico e di altri professionisti, definendo un calendario comune. Sul piano devono comparire tutte le cure e i trattamenti e l’assistenza è organizzata in giorni, settimane o addirittura in ore e minuti. Per esempio: Giorno 1 Obiettivi Prescrizioni inferm. Prescrizioni mediche Giorno 2 Obiettivi Prescrizioni inferm. Prescrizioni mediche Giorno 3 Obiettivi Prescrizioni inferm. Prescrizioni mediche Il calendario (la linea del tempo) di un percorso clinico è diverso per ciascuna istituzione e dipende dalla tipologia di persone assistite. In alcuni ospedali la riparazione di un’ernia può richiedere un soggiorno della durata di non oltre una notte (e quindi un percorso clinico di due giorni); in altri può essere eseguita come procedura in regime ambulatoriale, con il percorso clinico suddiviso in segmenti orari. Pertanto, in questo libro non si può dare una standardizzazione del tempo per gli interventi previsti in ordine alla pianificazione assistenziale di una diagnosi infermieristica. Comunque, nella creazione di un percorso clinico si possono usare i piani di assistenza nello stesso modo in cui si elabora il piano di intervento di una specifica diagnosi infermieristica. 1. Definire le diagnosi infermieristiche che competono alla tipologia di assistiti in questione (per esempio, operati di ernia) nei periodi preoperatorio e postoperatorio – o in prima giornata, seconda giornata e così via. Fare riferimento per la stesura alla sezione Condizioni cliniche – Guida alle diagnosi infermieristiche e ai problemi collaborativi. 2. Scegliere gli obiettivi-risultato per l’assistito e le attività infermieristiche per ciascun giorno (o ora), così come si farebbe per un piano di assistenza standard. La differenza è che invece di un singolo piano di assistenza per una diagnosi infermieristica, si avrà essenzialmente un piano per ciascun giorno di degenza dell’assistito presso l’istituzione sanitaria. Fare riferimento alla tabella che segue. (pp. V-XXVIII) 4a c. xxviii 22-11-2004 12:55 Pagina xxviii Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC ISBN 88-408-1302-0 Percorso clinico per un assistito dopo colecistectomia laparoscopica Data ________________ PRE-OPERATORIO Data ________________ Prime 24 ore dopo intervento chirurgico Obiettivi giornalieri L’assistito riferirà di aver compreso le informazioni preoperatorie e la rotazione programmata... L’assistito: • sarà apiretico • presenterà la ferita asciutta, pulita e i lembi... Test e trattamenti Emocromo completo Esame urine Accertamento fisico di base Segni vitali e saturazione di O2, accertamento neurovascolare, cambio della medicazione… Insufficiente conoscenza Orientare alla stanza e agli spazi limitrofi. Includere la famiglia nell’educazione Riorientare alla stanza e alla routine postoperatoria, includendo la famiglia nell’educazione Psicosociale Accertare l’ansia correlata all’imminente intervento chirurgico Accertare il livello d’ansia Incoraggiare la comunicazione verbale Dieta Nulla per os Accertamento nutrizionale di base Proseguire con dieta a liquidi chiari Attività Attività libera fino alla somministrazione della premedicazione all’intervento chirurgico Fornire precauzioni di sicurezza Garantire la precedenza all’uso del bagno… Terapia Nessuna terapia per os se non prescritto Analgesici IM o EV Terapia antibiotica se prescritta Trasferimento/ piano di dimissione Accertare il piano di dimissione e i sistemi di supporto Probabile dimissione entro 24 ore dall’intervento chirurgico