Scegliere i Profili ICC
Transcript
Scegliere i Profili ICC
le a i c e p s tampa pres Crisanti di Ester rà nni Dap e Giova Le scelte strategiche nella gestione del colore sceGlieRe I PROFILI ICC I PROFILI ImPOstatI neLLe PReFeRenze deI sOFtwaRe guIdanO La vIsuaLIzzazIOne e La COnveRsIOne deL COLORe In Fase dI geneRazIOne deL FILe FInaLe. La LORO sCeLta è essenzIaLe PeR OttImIzzaRe tuttO IL sIstema dI stamPa, anChe se nOn semPRe questa ObbLIgatORIetà è ben COmPResa dagLI stamPatORI. a lla base del funzionamento di tutti i software da utilizzare per la grafica professionale ci sono alcune impostazioni, chiamate anche «preferenze», che stabiliscono come il programma deve comportarsi in determinate condizioni o come l’operatore preferisce si comporti il software in particolari situazioni. Tra le tante impostazioni quelle che sono particolarmente importanti riguardano la gestione del colore e, di conseguenza, la scelta dei profili colore da impostare come spazi di lavoro di default per le varie tipologie di lavoro. È diffusa la convinzione che le impostazioni Giovanni Daprà Da sempre nel settore della grafica, da operatore in fotolito a grafico creativo, poi «convertito» nel 1987 all’utilizzo del Mac, oggi fa formazione orientata all’utilizzo dei software per ottimizzare i flussi di lavoro, dal trattamento immagini fino all’archivio dati digitali. La riorganizzazione dei reparti di prestampa, la tempificazione della produzione e la gestione della qualità in produzione completano la sua professione. 30 ottobre 2009 degli spazi colore siano riferite solo alle fotografie e perciò servano solo per l’elaborazione e la conversione del colore delle immagini. Invece sono presenti nei programmi di impaginazione, per il disegno vettoriale, per le illustrazioni raster, e anche in Acrobat dove esiste una specifica finestra di impostazione per tali parametri per i file Pdf a conferma della centralità dell’argomento. Poiché sono i profili Icc impostati nelle preferenze colore dei software a guidare la visualizzazione e la conversione del colore in fase di generazione del file da utilizzare per la stampa e per il softproofing, diventa strategico sceglierli adeguati allo scopo e, soprattutto, in sintonia con le condizioni in cui avverrà la stampa (macchina, carta, inchiostro ecc.). Purtroppo quando si parla di profili Icc le cose si complicano e si fa facilmente confusione poiché l’argomento è molto complesso. I profili colore proposti da aziende e associazioni tecniche oggi sono parecchi, noi abbiamo quindi deciso di analizzare quelli più diffusi fornendo informazioni di carattere generale circa i criteri per la loro scelta. Profili ICC per gli elementi RGB La politica di rifiutare file in cui sono presenti elementi RGB, molto diffusa fino a pochi anni fa, è stata spazzata via dall’affermazione ormai totale della fotografia digitale e dalla capacità dei software di conservare le informazioni RGB intatte fino alla fase finale. In un contesto di questo tipo non è però certo che tutti gli elementi RGB da stampare siano dotati di profilo. Sappiamo che questa situazione non è in sintonia con la norma Iso 12647-2 che al punto 4.2 stabilisce, tra le altre cose, che tutti gli elementi RGB debbano essere accompagnati dal proprio profilo e intento di rendering per poter essere accettati ma tutti siamo consci che le regole del mercato e della produzione alle volte costringono le aziende a «emendare» alcune procedure per sopravvivere alla concorrenza e alla crisi. In tutti quei casi in cui gli elementi RGB contenuti nel file non presentino il profilo colore, entrano in gioco gli spazi di lavoro impostati nelle preferenze dei vari software. Profili Icc per gli elementi CMYK Questo argomento è piuttosto intricato poiché influenzato da diverse correnti di pensiero. Entrano in gioco molti fattori: un’ampia offerta software, la disponibilità di profili standard e profili personalizzati, le tecniche di conversione colore classiche, quelle con tecnologia device link, l’ottimizzazione con riseparazione a diversi livelli di Gcr (Gray component replacement, generazione del nero personalizzata) e altri ancora. Comunque si voglia affrontare la questione resta sempre fondamentale individuare i profili CMYK da utilizzare per le conversioni/ottimizzazione dei file. Sappiamo che la scelta dovrebbe essere guidata da criteri legati alla situazione produttiva, cioè dallo stampatore l’ultimo anello della catena, che conosce l’OpiNiONe DeGli espeRTi Abbiamo rivolto un paio di domande a tre esperti del settore. Questa è la loro opinione rispetto all’utilizzo di profili standard in azienda. Le domande: 1 I profili colore oggi disponibili sono molti, sia RGB che CMYK. In base alla sua esperienza di consulente di prestampa e stampa quali sono le scelte adottate all’interno delle aziende e su che base sono state fatte? 2 Nel caso in cui il flusso produttivo in uso preveda anche l’impiego di un software di repurposing, quali sono le scelte più indicate a livello di gestione colore nei software d’impaginazione? Fabio Santoro – contitolare di abc.it I profili colore specificati come spazi di lavoro ricoprono un ruolo fondamentale nella gestione delle assegnazioni dei profili e delle conversioni colore per la stampa. le specificità tecniche della propria macchina da stampa, carta, inchiostri ecc. Purtroppo questo si scontra con la realtà odierna dove questa informazione, pur esistente a livello di preventivo, non è quasi mai disponibile all’operatore grafico o di prestampa, che si trova costretto a effettuare la correzione del colore, la conversione del colore, la prova colore e la generazione delle matrici da stampa senza tenerne conto. Come comportarsi Per decidere quale profilo Icc utilizzare, le norme Iso ci vengono in aiuto e, se ci limitiamo, per esempio, a considerare la stampa offset piana su carta patinata, c’è un nome ricorrente: Fogra 39 [www.fogra.org]. Con questo termine si identifica una serie di misurazioni eseguite su tacche colorate stampate con carta e inchiostri a norma. A partire da queste misurazioni è possibile creare più profili Icc tra cui quello proposto da Eci, European color initiative [www.eci.org] con Tac (Total area coverage) a 300 o 330, e quello offerto da Adobe [www.adobe.com] con Tac a 330. Nel panorama odierno poi non va dimenticato il profilo basato sulle misurazioni Fogra 27 poiché ancora molto diffuso. Ma quali dovrebbero essere i criteri secondo cui un’azienda decide di adottare un profilo piuttosto che l’altro? Noi, dopo un confronto con colleghi specialisti nei vari comparti produttivi (fotografia, prestampa, stampa) e in base a ciò che incontriamo e riscontriamo nelle aziende, abbiamo deciso di analizzare la questione dal punto 1 «Fortunatamente, rispetto a qualche anno fa quando di frequente si utilizzava Photoshop con profili proprietari non bene identificati, oggi la standardizzazione ha reso omogenee le preferenze colore verso l’utilizzo di profili standard industriali. Dentro le aziende, pertanto, da impostazioni piuttosto creative (curve ad hoc per ogni tipo di lavorazione, inchiostrazioni fino a 400, e altro ancora), un po’ alla volta si sta migrando verso gli standard di “prestampa Europa”, così come forniti da Adobe, anche se la coerenza che oggi abbiamo negli applicativi Adobe non è ancora stata raggiunta dagli altri software come, per esempio, Quark XPress e Corel. L’avvento della fotografia digitale ha costretto poi la catena produttiva ad adeguarsi a ricevere file con profili che identificano il significato dei numeri delle immagini, e di trattarli di conseguenza adeguatamente. E questo è stato un ottimo impulso a saltare l’utilizzo delle impostazioni “creative e personali” di Photoshop o degli altri programmi. Questo non significa che le aziende siano consapevoli di cosa succede se impostano certi profili Icc piuttosto che altri, ma hanno capito che impostando i programmi in un certo modo hanno meno intoppi in seguito». 2 «Fare repurposing significa prendere un documento fornito in una quadricromia nota e adeguarlo alle caratteristiche di lavorazione e di materiali di un certo processo produttivo. Un grafico o un fotografo, non è tenuto a sapere come devono lavorare i colori rispetto al nero, per ottenere i migliori risultati in termini di contrasto di macchinabilità e di stampabilità, all’interno di un certo processo produttivo di stampa. Questo è un compito lasciato allo stampatore, che deve ricevere file standard e adeguarli al processo produttivo successivo, sfruttandolo secondo le proprie competenze. Pertanto il consiglio in generale è quello di usare le impostazioni di quadricromia, le più ampie ottenibili (tipicamente quelle dell’offset per la carta patinata), in modo che il “riadattamento” successivo parta da dati il più possibile ricchi di informazione. L’ideale sarebbe lavorare interamente in RGB, anche se le attuali tecnologie creano qualche problema ad adeguare a valori RGB i fondini classici che vengono utilizzati nel mondo editoriale». Vincenzo Porciello – responsabile premedia di M.H.P. 1 «Essendo anche fotografi, come spazio colore per gli RGB abbiamo optato per Adobe RGB in quanto ha una gamma colore più ampia che ci può aiutare nel caso di stampe su plotter con pigmenti a gamut esteso. Per il CMYK anche per noi il profilo Fogra 39 è il nostro standard di riferimento essendo tra l’altro la nostra azienda certificata Iso 12647-2 (WideGamut-Tüv Italia)». 2 «Dopo aver verificato una certa corrispondenza tra i profili assegnati alle immagini con il profilo assegnato al documento, optiamo per mantenere quello assegnato a InDesign, in seguito alla creazione del Pdf qualora ci fosse la necessità prima dell’output di stampa procediamo alla conversione del colore nello spazio Fogra su un server dedicato». Denis Salicetti - responsabile area prestampa di Galeati Industrie Grafiche 1 «La scelta degli spazi colore di lavoro dipende principalmente dalla destinazione del documento. Per quanto riguarda la modalità RGB, quello che riteniamo più adatto è Adobe RGB, in quanto contiene circa il 50% dei colori visibili dall’occhio umano, viene generalmente assegnato alle immagini realizzate con macchine fotografiche professionali e permette di ottenere i risultati migliori in termini di colore riproducibile. Per quanto riguarda la modalità CMYK utilizziamo lo spazio generico Coated Fogra 39, in quanto è lo standard per la stampa offset su carta patinata. Questo profilo è il più utilizzato dalla maggior parte delle agenzie di comunicazione e il più adatto quando viene assunto dalle immagini in modalità CMYK senza profilo incorporato (nel caso non sia possibile risalire a quello corretto). Inoltre avendo un gamut molto ampio si presta perfettamente in caso di successive conversioni colore». 2 «In questo caso manteniamo i profili incorporati. Questa politica assicura che i profili utilizzati nella grafica importata e in quella nativa venga rispettata, applicando una gestione del colore coerente. Inoltre teniamo sempre attivi tutti i check box relativi alle mancate corrispondenze, in modo che l’utente abbia sotto controllo la situazione senza demandare in automatico a InDesign alcuna decisione in merito. Le eventuali conversioni colore vengono gestite successivamente in fase di esportazione in pdf o attraverso l’utilizzo di software specifici di repourposing». ottobre 2009 31 le a i c e p s tampa pres Sono qui messe a confronto le tre versioni del file InDesign, trasformate in Pdf mediante le stesse impostazioni di esportazione. Ciascuna delle tre versioni porta in alto il riferimento al profilo colore impostato come spazio di lavoro all’interno del software di impaginazione (a sinistra sRGB IEC61966-2-1 withBPC, al centro Adobe RGB (1998), a destra ECI RGB v2). di vista pratico distinguendo l’argomento tra file RGB e CMYK. Abbiamo scelto alcuni soggetti fotografici significativi in RGB privi di profilo, li abbiamo impaginati con InDesign impostato con gli spazi di lavoro in base a quanto detto sopra. Abbiamo poi generato un file Pdf/X-1a in modo da avere solo dati CMYK. I risultati sono sotto riportati ciascuno con le nostre osservazioni. Analisi del test RGB Abbiamo impaginato in InDesign Cs4 tre immagini RGB senza profilo per simulare una situazione molto diffusa nel settore grafico (si ricorda che le immagini RGB senza profilo sono vietate dalle norme Iso ma, nella realtà produttiva purtroppo questi casi sono molto comuni e devono trovare una adeguata politica di trattamento); i soggetti sono stati scelti prendendo metalli, marmi (grigi neutri), incarnati e un paesaggio con colori molto saturi. A turno sono state attivati, nelle preferenze colore del software alla voce spazio di lavoro RGB, i profili Icc sRGB IEC619662-1 withBPC, Adobe RGB (1998) Le percentuali di colore indicate nelle due posizioni (ombre - luci) evidenziano le differenze di nero ottenute sullo stesso soggetto applicando tre profili differenti di conversione colore. Sulla sfumatura in basso ottenuta utilizzando IsoCoatedV2 (Eci) il nero inizia a dare contributo prima del Coated Fogra27 (Iso 12647-2:2004) non «caricando» il nero nelle ombre (64%). La sfumatura al centro ottenuta con il profilo Coated Fogra39 (Iso 12647-2:2004) la situazione è ulteriormente evidente, il nero parte prima e con una percentuale nelle luci del 6%. 32 ottobre 2009 e Eci RGB v2 ottenendo poi, con lo stesso metodo di esportazione, un Pdf in CMYK. Confrontando i risultati con l’anteprima di Acrobat (da notare che anche l’anteprima di InDesign evidenziava alcune differenze cromatiche dovute alle diverse assegnazioni di profilo) abbiamo tratto le seguenti conclusioni: paesaggio alpino: essendo i colori molto saturi le differenze cromatiche sono poco evidenti, il cielo è la parte in cui si possono trovare alcune differenze; incarnati: le differenze sono ben visibili. Il volto della ragazza risulta più realistico con il profilo sRGB Iec619662-1 withBPC, mentre si satura in modo estremo con l’assegnazione del profilo Eci RGB v2. La scelta di Adobe RGB (1998) risulta intermedia osservando il monitor, ma potrebbe dare origine a una maggiore saturazione dei rossi in fase di stampa; metalli, marmi e sfondo della ragazza: queste parti delle immagini risultano più fredde e quindi più realistiche nel caso sRGB Iec619662-1 withBPC, mentre virano a livello cromatico negli altri due casi (più magenta/rosso nel caso Eci RGB v2); riso nella zuppiera: il colore bianco tipico del riso nella versione Eci RGB v2 è diventato caldo e colorato mentre nelle altre due immagini è più attendibile; sfoglia della torta: poiché la torta non è cotta, il colore della pasta è Osservando l’immagine a sinistra che mostra il canale del nero ottenuto con il profilo Coated Fogra27 (Iso 12647-2:2004) le ombre dei grani del riso sono inesistenti, al centro con Coated Fogra39 (Iso 12647-2:2004) sono percettibili e con IsoCoatedV2 (Eci) sono visibili. corretto nella versione sRGB Iec619662-1 withBpc. Non deve quindi trarre in inganno la versione Eci RGB v2, in cui la sfoglia ha una colorazione più gradevole che però non è corretta poiché non associabile a un impasto crudo; sfumatura: poiché sono realizzate in grigio neutro (dal bianco al nero), le tre versioni non evidenziano differenze cromatiche sostanziali. Questo ci serve per osservare il punto di partenza e di arrivo del nero in fase di conversione dei file. Dopo questa breve analisi è possibile trarre alcune conclusioni, tenendo comunque sempre presente che nulla era noto circa il profilo originale delle immagini RGB. Se ci fosse tempo e le aziende ne avessero un ritorno economico, in un caso reale di produzione l’operatore dovrebbe aprire ciascuna immagine RGB, priva di profilo, in Photoshop, provare ad assegnare a turno differenti profili Icc e valutare i risultati su un monitor calibrato. Poiché questo non è possibile bisogna trovare un adeguato compromesso e agire a livello di software di impaginazione scegliendo le adeguate impostazioni del colore. Il profilo Eci RGB v2 ha dato risultati le a i c e p s tampa pres Tabella riassunTiva dei profili Nome profilo Nome interno Anno creazione Modalità colore Isocoated_ v2_eci.icc Iso Coated v2 (Eci) 2.4 2007 CMYK Isocoated_v2_ 300_eci.icc Iso Coated v2 300% (Eci) 2.4 2007 CMYK CoatedFogra39.icc Coated Fogra39 (Iso 12647-2:2004) 2.1 2007 CMYK CoatedFogra27.icc Coated Fogra27 (Iso 12647-2:2004) 2.1 2007 CMYK sRGB_IEC619662-1_withBPC.icc sRGB Iec619662-1 withBpc 4.1 2004 RGB sRGB IEC61966.icc sRGB Iec61966-2.1 2.1 1998 RGB AdobeRGB1998.icc Adobe RGB (1998) 2.1 2000 RGB eciRGB_v2.icc Eci RGB v2 2.4 2007 RGB inadeguati in quasi tutti i casi specialmente quando i colori delicati devono essere ben bilanciati evitando una saturazione esasperata. Tra sRGB IEC61966-2-1 withBPC e Adobe RGB (1998) la scelta cade sul primo, poiché nella media delle immagini che abbiamo utilizzato per fare i test, oltre a quelle pubblicate, i risultati sono più verosimili, anche se è necessario ribadire che in assenza del soggetto fotografato in originale non tutti potrebbero condividere la nostra decisione. Chi è interessato a valutare le immagini sulla sua postazione di lavoro trova il nostro test in formato .psd, sul sito [www.rivistedigitali.com/rivistedigitali/pub/ Italia_grafica/2009/8/documenti/Profili.zip]. Analisi del test CMYK Per la scelta dello spazio di lavoro CMYK abbiamo utilizzato lo stesso file 34 Versione formato ottobre 2009 Note Creato da Eci, European color iniziative, a partire dai dati di caratterizzazione Fogra39. Fonte www.eci.org Black length 9 (starting point 10%) Black width 10 Total dot area 330% Maximum Black 95%. Creato da ECI a partire dai dati di caratterizzazione Fogra39. Fonte www.eci.org Black length 9 (starting point 10%) Black width 10 Total dot area 300% Maximum Black 95% Progettato da Adobe per gli utenti di arti grafiche a partire dai dati di caratterizzazione Fogra39. Fonte www.adobe.org K generation: medium Gcr Black start: L* = 86, C = 18% Max. K: 98% Max. total Ink: 330% Progettato da Adobe per gli utenti di arti grafiche a partire dai dati di caratterizzazione Fogra27. Fonte www.adobe.org K generation: light Gcr Black start: L* = 65, C = 45% Max. K: 100% Max. total Ink: 350% È la versione più aggiornata (versione 4) del profilo sRGB_IEC61966-2-1. Creato nel 1998 è un profilo Icc versione 2.1 ed è sicuramente datato ,ma è ormai uno standard de facto nelle fotocamere digitali. Progettato da Adobe per gli utenti di arti grafiche contiene gran parte dei colori producibili dalle attuali macchine da stampa. L’attuale versione 2 è stata creata nel 2007 da Eci (il precedente è stato creato nel 1998). Ha un volume simile ad Adobe RGB, ma ha bianco e gamma diversi (rispettivamente D50 e L*, mentre Adobe RGB ha D65 e 2,2). InDesign di prima; alle immagini è stato assegnato il profilo sRGB Iec61966-2-1 withBPC. Nella generazione del file Pdf sono stati attivati a turno i tre profili CMYK oggetto del test; è stata demandata quindi a InDesign la conversione da RGB a CMYK delle immagini. Mettendo a confronto i risultati con l’anteprima di Acrobat, abbiamo analizzato la struttura delle selezioni rilevando una maggiore presenza di nero nel file convertito al profilo Iso Coated v2 (Eci). La valutazione cromatica invece non evidenzia differenze apprezzabili, situazione che sposta l’attenzione sulla scelta del profilo alle esigenze dello stampatore e del flusso produttivo. Per esempio se lo stampatore ha una macchina da stampa che non è in condizioni perfette e quindi ha difficoltà a mantenere il bilanciamento dei grigi in tiratura, bilanciamento che è determinato principalmente dai tre colori (C, M, Y), preferirà un file con maggior nero (e quindi il profilo Iso Coated v2 (Eci); al contrario una macchina in ordine sarà in grado di stampare bene anche un Coated Fogra27 (Iso 126472:2004) dove il nero lavora in modo limitato, maggiormente sulle ombre. Un commento alla tabella Analizzando le informazioni dei profili CMYK, abbiamo visto che alcuni parametri non sono omogenei. Abbiamo chiesto aiuto ad alcuni colleghi esperti del settore e abbiamo avuto conferma del fatto che i profili, essendo costruiti con software diversi, usano parametri differenti per generare il nero e, dunque, i dati non sono completamente confrontabili.