CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE - Ordine degli Avvocati di Trani

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CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE - Ordine degli Avvocati di Trani
CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE
PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
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RASSEGNA STAMPA
16 gennaio 2007
Titoli dei quotidiani
Italia Oggi
Privacy, modelli disponibili
Giudici tributari, una legge delega prima dell’estate
Praticanti, in studio senza compenso
La soluzione è contenuta nella riforma
Il Sole 24 Ore
Dati sul Dna, accesso comune
Vertice fra Visco e l’Amt: frenata sul giudice professionale
Avvocati, non amministratori
FLASH
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Privacy, modelli disponibili
Debutta il regolamento per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari degli ordini
professionali. Mentre il ministero della giustizia tentenna sulla pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale del decreto che contiene il modello messo a punto da alcuni rappresentanti degli
ordini, il consiglio nazionale forense ha deciso di fare un passo in avanti mettendo a
disposizione su internet (sul sito www.consiglionazionale.it) il testo del documento.
Infatti, il tempo a disposizione per mettersi in regola con il codice della privacy è oramai
agli sgoccioli ed è fissato per il prossimo 28 febbraio. Ci sono sei settimane, dunque, per
portare a compimento il procedimento previsto dagli articolo 20 e 21 del decreto legislativo
196/03 (codice della privacy) e fare in modo che tutti gli ordini professionali, oltre che le
pubbliche amministrazioni, possano giustificare con una copertura normativa il trattamento
dei dati personali. Per il modello messo a punto dal gruppo di lavoro istituito la scorsa
estate negli uffici di via Arenula manca solo la Gazzetta Ufficiale. Ma il documento ha già
tutti i presupposti per essere considerato ufficiale tanto ce, nonostante la proroga
imminente, a partire dal 14 dicembre scorso tutti gli ordini hanno iniziato a diramare al loro
interno le istruzioni per procedere alla sua adozione.
Chiara Cinti, Italia Oggi pag. 32
Giudici tributari, una legge delega prima dell’estate
Il completamento della riforma della giustizia tributaria potrebbe arrivare prima dell’estate.
Con questo impegno il viceministro delle finanza Vincenzo Visco ha concluso l’incontro
con la giunta dell’Amt (l’Associazione dei magistrati tributari) guidata da Giacomo Caliendo
che ha lasciato nelle mani del capo di piazza Mastai un testo di riforma di ben 43 articoli.
Tra le novità previste: la creazione per legge di una sezione specializzata tributaria
all’interno della Corte di cassazione e la soppressione definitiva della commissione
centrale. Due le strade allo studio per smaltire le cause pendenti: assegnarle alla sezione
ad hoc della Suprema Corte o, in alternativa, a sezioni distaccate delle commissioni
tributarie regionali. Nuove aperture di Visco alle richieste dell’Amt che confluiranno nel
testo di riforma: il personale della Ctgt sarò scardinato dal dipartimento per le politiche
fiscali, conquistando un ruolo autonomo. Sarà rivisto il sistema dei compensi, magari
attraverso l’istituzione di un contributo minimo unificato. Diventeranno giudici tributari solo i
laureati, lasciando però in commissione chi non a il titolo accademico. Visco ha salutato
con favore anche la proposta dell’Amt di revoca dell’incarico di giudice in caso d accertata
e grave inettitudine. Infine, arriverà l’agognata denominazione di tribunali e Corti d’apello
tributarie.
Antonella Gorret, Italia Oggi pag. 35
Praticanti, in studio senza compenso
Porte sbarrate ai compensi in favore dei praticanti che svolgono attività lavorativa
all’interno di uno studio professionale. Infatti per avere una retribuzione, se pur minima,
l’aspirante professionista deve provare con certezza un’attività lavorativa diversa da quella
della pratica. Con la sentenza 730 del 15 gennaio 2007 la Cassazione chiude uno
spiraglio, inaugurato lo scorso febbraio con la pronuncia n. 2904, ai praticanti che, il più
delle volte, oltre a svolgere attività per raggiungere il titolo, sono, di fatto, dei veri e propri
subordinati. Con la decisione dello scorso anno, infatti, i giudici di legittimità avevano
affermato che vanno retribuiti i neoprofessionisti per il lavoro fatto dopo la fine della pratica
e cioè con l’abilitazione di stato.. Ora i giudici della Sezione lavoro fanno un passo indietro
caricando il praticante di un pesantissimo onere della prova. Secondo la Cassazione
questo è completamente a carico del praticante e quando c’è incertezza fra le de attività,
non può mai affermarsi che sia in corso un rapporto di lavoro subordinato.
Debora Alberici, Italia Oggi pag. 37
La soluzione è contenuta nella riforma
Nella riforma delle professioni la speranza per gli aspiranti professionisti di ottenere un
equo compenso durante il periodo di praticantato. Riforma che, nei prossimi giorni, riaprirà
la partita tra ordini e governo. Con un confronto ce, assicura l’esecutivo, sarà ampio e
articolato. Non saranno più presentati questionari, quindi, il metodo che aveva suscitato lo
sconcerto degli ordini nella prima parte delle audizioni. La seconda tranche di confronto
sul ddl di riforma messo a punto dal ministro della giustizia Clemente Mastella, che verrà
calendarizzata dopodomani dall’ufficio di presidenza, s articolerà su tre punti focali: lo
strumento della delega, che nel decreto è usato troppo ampiamente a parere degli ordini; il
punto che prevede l’azzeramento e la rielezione de gruppi dirigenti (art. 4); r la definizione
del rapporto con le libere associazioni, il cui riconoscimento preoccupa le professioni. Dal
prossimo mese, si annuncia dunque un fitt dibattito tra esecutivo e Cup, chiamato ad
organizzare la presenza dei singoli ordini per competenza di area tecnica: e precisamente
quella giuridico-economica, quella tecnica e quella sanitaria. Tre o più audizioni che
avranno un ruolo cruciale sul proseguo de lavori, Perché in ballo c’è anche la proposta di
legge di iniziativa popolare targata Cup, che a giorni verrà inviata alla Corte dei conti. Ciò
a riprova del fatto che gli ordini, se il governo non aprirà le porte al dialogo, sono
intenzionati ad andare avanti nella loro protesta.
Gabriele Ventura, Italia Oggi pag. 37
Dati sul Dna, accesso comune
Nuove basi legali per la cooperazione di polizia, al fine di rendere automatico tra 27 Paesi
europei l’acceso alle banche del Dna e delle impronte digitali dei pregiudicati; ma anche
orientamenti comuni per chiarire quale giurisdizione applicare in Europa nei divorzi tra
coniugi d diversa nazionalità nelle successioni con effetti transfronalieri. Su questi due
binari i ministri europei della Giustizia, riuniti ieri a Dresda, hanno fatto progredire iniziative
ce dovrebbero giungere a maturazione entro l’anno. Scambio di informazione tra polizie e
armonizzazioni di aspetti dei diritti di famiglia e delle successioni, l’Italia presenterà la
proposta per l’estensione a tutti i 27 Paesi Ue del Trattato di Pruem, sottoscritto perora
solo da Austria, Belgio, Francia, Germania, Paese Bassi, Lussemburgo e Spagna. Oltre
agli scambi di banche dati, il Trattato prevede la possibilità di pattugliamenti comuni e di
trasferire compiti di polizia ad altri Stati. Pieno il sostegno dell’Italia, anche se dovrà varare
una legge che disciplini i prelevamenti del Dna prima di rendere operativo il Trattato.
Enrico Brivio, Il Sole 24 Ore pag. 33
Vertice fra Visco e l’Amt: frenata sul giudice professionale
Nuovo passo in avanti verso una serie di riforme nella giustizia tributaria. E’ quanto è
emerso ieri in un incontro a Roma, tra una delegazione dell’associazione nazionale
magistrati tributari e il vice ministro dell’Economia Vincenzo Visco. Tra le indicazioni rese
note dall’Amt, c’è una sostanziale disponibilità di Visco ad accettare alcuni elementi di
riforma della giustizia tributaria secondo l’attuale assetto, rimandando la strada della
professionalizzazione del giudice tributario
Il Sole 24 Ore pag. 34
Avvocati, non amministratori
Limiti alla presenza di avvocati quali amministratori delegati di società commerciali. E’
questo il principio sottolineato dalle Sezioni unite della Cassazione con sentenza 37 del 5
gennaio 2007. La norma applicata è del regio decreto 1578/1933 sulla professione legale
e vieta “l’esercizio del commercio in nome altrui”. Confermando il divieto, la Cassazione
chiarisce anche i casi in cui è invece consentito al professionista di assumere la carica di
presidente del consiglio di amministrazione,se, per statuto sociale o per successiva
deliberazione, manchino poteri di gestione dell’attività smerciale attraverso la nomina di un
amministratore delegato.
La norma che vieta agli avvocati di amministrare società (art. 3 del regio decreto 1578/33)
si riferisce in generale ad attività commerciali ed all’epoca, nell’abrogato codice,
abbracciava tutti gli organismi coinvolti nella “compravendita di merci”. Oggi il divieto
riguarda (art.2195 del Codice civile) tutte le attività ed imprese commerciali, senza che sia
necessaria alcuna indagine sulla consistenza patrimoniale e sulla sua esposizione a
procedure fallimentari. E’ anche irrilevante, secondo la Cassazione, che l’avvocatoamministratore dimostri di non aver compiuto atti di ordinaria amministrazione oppure la
loro predisposizione da parte di terzi. Nel momento in cui l’avvocato sottoscrive atti di
gestione ne diventa automaticamente l’autore.
Il principio espresso dalla Cassazione si estende anche ad altri ordinamenti professionali e
avrà ricadute sull’imminente riordino degli Ordini professionali (art. 2 della legge
248/2006). La partecipazione di un professionista ad una attività commerciale è ritenuta
infatti contraria alla dignità e al decoro professionale, con una valutazione che può
estendersi ad altre libere professioni e che potrà essere applicata dai singolo Ordini, senza
che i codici deontologici individuino specifici comportamenti come indecorosi.
Guglielmo Saporito, il Sole 24 Ore pag. 35
FLASH
La Repubblica pag. 10 -15
Liberalizzazioni entro gennaio
Il pacchetto sulle liberalizzazioni “sarà presentato nel Consiglio dei ministri nella prossima
settimana o al più tardi in quello della settimana successiva”. Parola di Piero Fassino
secondo cui le liberalizzazioni dovranno coinvolgere il presidente del consiglio “che ha la
titolarità della politica del governo”, quindi il ministro Bersani “che dovrà coinvolgere via via
i ministri competenti”. Quanto a Pier Luigi Bersani ha replicato sarcasticamente da
Piacenza al vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei che in un’intervista a
Repubblica aveva invitato il ministro a “battere i pugni” per far passare le liberalizzazioni:
“Bombassei non si preoccupi, che con i “miei” modi ci arrivo, senza battere i pugni”.
“Dobbiamo tenere in fila e compatti gli interventi diretti ai consumatori, l’apertura ai mercati
e le liberalizzazioni delle attività economiche e dei mestieri, la semplificazione dell’attività
amministrativa e la lotta all’evasione fiscale” – ha aggiunto Bersani -.
“Prodi deve fare le riforme non sono io quello che frena”
La lettera del vicepremier Francesco Rutelli a Repubblica: “Le liberalizzazioni imprimono
una scossa competitiva all’economia e ripristinano, allo stesso tempo, un primato troppo a
lungo dormiente del cittadino-consumatore. Tenere la barra riformatrice è assolutamente
indispensabile, Il Governo Prodi non sarà ricordato per essere rimasto a galla. Ma per le
riforme che avrà realizzato. Sulle liberalizzazioni, ovvero più concorrenza e meno
monopoli, siamo fortemente d’accordo. Prima Bersani ci presenterà una super lenzuolata
di riforme, prima avrà il nostro plauso.
( a cura di Daniele Memola )
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