MURA PISANE

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MURA PISANE
La città venne fondata con il nome di Villa di Chiesa e racchiusa dalle mura in epoca pisana, sotto
la signoria di Ugolino della Gherardesca. Il castello di san Guantino, poi ribattezzato di Salvaterra
dagli aragonesi, venne costruito nello stesso periodo.
Le mura avevano un perimetro stimato, secondo le ricostruzioni più attendibili, di circa 1600 metri,
ed erano racchiuse da un fossato molto largo e da uno steccato di palizzate in legno. Vi erano,
secondo i cronisti del ’300, venti torri con camminamenti e quattro porte di accesso: a nord, Porta
sant’Antonio; verso ovest, Porta Nuova e una precedente porta, detta di monte Barlao; verso sud
Porta Maestra e Porta Castello, a breve distanza l’una dall’altra, in corrispondenza delle attuali via
Matteotti e via Eleonora. Una decina di torri sono ancor oggi presenti, mentre sono del tutto
scomparse le quattro porte e le relative strutture di fiancheggiamento. Tutto il perimetro appare
costruito secondo la stessa tecnica, con pietre di diverse dimensioni, trachite e scisto, legate con
malta.
Le mura sono spesse m.1,50. Il camminamento di ronda era largo 0,90 cm circa, e l’altezza
massima dal piano sino ai merli, era di m.10,50. Tutto il perimetro non presenta tracce delle
caditoie, mentre si suppone vi fossero delle bertesche in legno tra i merli. Le torri erano spesso
aperte posteriormente e alcune ricordano quelle di Monteriggioni in Toscana, con passaggi in legno
per salire ai diversi piani.
Due erano i sistemi di difesa, detti piombante e saettante, a seconda delle tecniche di lancio in
verticale o con frecce e balestre: a tale scopo, in generale le torri hanno una apertura frontale e due
laterali. Alcune torri presentano numerose feritoie.
Attorno alla cinta muraria vi era la prima linea di difesa, con palizzata in legno di leccio non
distante dalle mura, probabilmente non continua, e poi il fossato, profondo, largo abbastanza da
impedire assalti con ponti, e profondo in modo da non poter essere rapidamente colmato. L’accesso
avveniva evidentemente tramite ponti levatoi.
La zona nord, tra porta Nuova e porta sant’ Antonio, è quella oggi meglio visibile ed in origine era
stata pensata per difesa contro un possibile attacco dalle montagne da parte del Giudicato di
Arborea. In questo tratto, le torri variano in altezza tra i 12 e i 15 m, con sviluppo frontale tra i 4 e 7
m. Alcune sembrano essere raggruppate su uno spazio molto ridotto, ce ne sono infatti 3 in 60
metri, ma questo si può capire se si tiene conto della differenza tra il numero di torri iniziale (20) e
quello invece del periodo successivo della dominazione aragonese (23). Infatti, dopo la conquista
nel 1324 e il disastroso incendio del 1354, le mura vennero rinforzate per ordine di Pietro IV.
Progressivamente abbandonate, spesso pericolanti, le mura alla fine del ‘700 sono ancora visibili in
una mappa della città di Giuseppe Maina (1794), che ci mostra ancora il perimetro intatto, come
pure in una successiva mappa del 1863. La maggior parte delle demolizioni risale alla seconda metà
dell’800, in seguito allo sviluppo urbanistico e demografico della città mineraria.