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All’interno l’edizione
internazionale de
Fondatore Eugenio Scalfari
Direttore Ezio Mauro
www.americaoggi.info
QUOTIDIANO ITALIANO
amer ca
Ogg
Anno XXV
III
XXVIII
n. 317
Martedì
17 novembre
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day
Tuesday
November 17
2015
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Norwood, New Jersey Tel. 212-268-0250 o 201-358-6692. Fax 201-358-9212
Texas/Un uomo ha ucciso sei persone
Strage in un campeggio
PALESTINE (Texas). Strage in un campeggio rurale in Texas. Un uomo di 33 anni,
William Hudson, è stato arrestato ieri con
l’accusa di aver ucciso nel corso del
weekend sei persone a Palestine, una cittadina del Sud Est del Texas a pochi chilometri da Dallas.
Non si conoscono al momento né i
nomi, né i motivi, nè tantomeno la dinamica della strage che ha colpito il piccolo
centro in Texas.
Lo sceriffo della contea di Anderson
Greg Taylor che conduce le indagini, ha
detto che nel tardo pomeriggio di domenica sono stati rinvenuti due cadaveri in
una roulotte posteggiata nel campeggio
della cittadina, mentre i cadaveri di altri
quattro uomini, inizialmente creduti dispersi, sono stati scoperti ieri mattina sul letto
di un fiumiciattolo che attraversa la proprietà dell’omicida.
Hudson, identificato dagli inquirenti
come l’autore degli efferrati delitti, è stato
arrestato poche ore dopo l’eccidio e trattenuto in carcere dietro cauzione di $ 2.5
milioni di dollari.
IL PRESIDENTE FRANCESE CHIEDE L’AIUTO DEI PARTNER EUROPEI
Hollande: guerra all’Isis
Parigi si ferma
per un minuto
PARIGI. “La Francia è in guerra”, dice solennemente il presidente Françoise Hollande
davanti al parlamento riunito
a Versailles, chiedendo la
mobilitazione dei suoi concittadini e l’aiuto dei partner
europei e internazionali contro il nemico terrorista. Poche
ore prima, a mezzogiorno,
aveva scelto di essere alla
Sorbona per il minuto di silenzio osservato in tutta la
Francia, per esprimere vicinanza al mondo della scuola
e dell’università dato che tra
le vittime di venerdì sera “ci
sono molti studenti e insegnanti”. Tra cui anche l’italiana Valeria Solerin, che studiava proprio in quest’ateneo.
In quel minuto, tutta la città di Parigi si è fermata. Le
scuole, gli uffici, la gente per
strada, persino gli autobus e
le frenetiche metropolitane, in
segno di lutto ma anche di
unità contro il terrore. Il ricordo delle vittime e della loro
giovane età è tornato anche
nel discorso di Hollande davanti alle Camere riunite, mescolato alla volontà di mostrarsi determinato nel reagire.
“Ho chiesto al ministro
della Difesa di rivolgersi da
domani ai suoi colleghi europei in base all’articolo 42.7 del
Trattato dell’Unione, che prevede che quando uno Stato
è aggredito tutti gli Stati membri devono dargli solidarietà
di fronte all’aggressione”, ha
spiegato Hollande, sottolineando che l’estremismo islamico è “nemico dell’Europa”,
non solo della Francia.
Nella foto, Hollande durante il minuto di silenzio
ieri alla Sorbona
ALLE PAGINE 2 E 3
15 Stati degli Usa non vogliono i profughi
WASHINGTON, E’ scontro sull’accoglienza ai rifugiati siriani dopo gli attentati di
Parigi. Sono almeno 15 gli Stati che hanno
finora detto ‘no’ al piano di Obama di
riceverne entro il 2016 almeno 10 mila, e la
battaglia approda anche al Congresso. Un
argomento che infiamma anche la campagna
elettorale per le presidenziali 2016, con gran
parte dei candidati repubblicani che non
accettano il piano del presidente. Dopo
Alabama, Michigan, Texas e Arkansas,
anche i governatori di Florida, Louisiana,
Indiana, Massachusetts, Illinois, Ohio,
North Carolina, Arizona, Wisconsin, Mississippi e, primo stato democratico, il New
Erdogan: Assad non si ricandida
Hampshire, hanno fatto sapere che non
hanno intenzione di accogliere profughi.
Intanto in Congresso il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Rand Paul, ha
presentato un progetto di legge per
sospendere l’emissione di visti ai rifugiati. Il
presidente della Commissione per la Sicurezza nazionale, il repubblicano Michael McCaul, ha da parte sua inviato una lettera a
Obama per chiedergli di sospendere temporaneamente l’ingresso in Usa dei rifugiati, in
attesa di una revisione completa del
programma.
ROMA. Il G20 mette al bando il terrorismo, “un affronto
contro l’umanità”, ed è pronto a colpire i suoi asset e chi lo
finanzia anche con le sanzioni. Ma è dalle parole del
presidente turco, Recep Tayyip Erdogan che è forse arrivato
il messaggio cruciale del vertice: “Assad non si ricandida alle
prossime elezioni, lascerà entro sei mesi”. Una frase che
arriva a poca distanza dall’incontro del ‘sultano’ con
Vladimir Putin che ha parlato di “posizioni avvicinate sulla
Siria”.
Un accordo tra Usa e Russia se non raggiunto
sembrerebbe quindi vicinissimo al di là dei ‘distinguo’ di
Mosca che, dopo l’incontro Obama-Putin, ha tenuto a
precisare che di svolta non si possa ancora parlare.
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