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PREvisioni a cura di Arianna Dagnino, Stefano Gulmanelli, Giordano Stabile MEDICINA Mattoni della vita artificiale (il metabolismo) I l lavoro di assemblaggio è stato improbo, a partire dal recupero dei dati necessari – in parte dedotti dalla sequenza del genoma umano e in parte desunti da oltre 1.500 fra testi e studi scientifici pubblicati nell’ultimo mezzo secolo – ma adesso funziona. È il modello di simulazione virtuale sviluppato dall’Università della California a San Diego (Ucsd) per replicare le funzioni metaboliche dell’organismo umano e riprodurne le reazioni a determinati input, un po’ come si fa per esempio con i sistemi di valutazione della tenuta di strutture fisiche al variare delle condizioni di stress meccanico. Grazie all’enorme quantità di informazioni immesse nel sistema il modello può simulare oltre 3.300 delle trasformazioni biochimiche che si sanno avvenire nel nostro corpo. Il che potrà permettere di sperimentare in modalità virtuale le possibili reazioni metaboliche all’assunzione da parte dell’organismo di un determinato preparato, sostituendo eventualmente buona parte delle fasi di «test in vivo» oggi condotti su pazienti e volontari. Per verificare l’affidabilità del modello i ricercatori hanno «lanciato» 300 processi metabolici, fra cui la sintesi del testosterone e il metabolismo dei grassi alimentari. In ognuno di essi la «risposta» dell’organismo simulato è stata da manuale: le cellule virtuali infatti si sono comportate come previsto da ricerche e trattati di biologia. NUMERI DAL MONDO 22,8 miliardi di euro spesi dal Servizio sanitario nazionale per l’obesità, in gran parte in ospedalizzazioni (Associazione Italiana di Dietetica) Le lingue parlate nel mondo oggi, in gran parte destinate a sparire (Ethnologue) 3.000 6.912 numero di sistemi informatici che in media un hacker viola nel corso della sua attività (R. Chiesa, S. Ciappi, Profilo Hacker, Apogeo) Gli individui al mondo il cui patrimonio supera il miliardo di dollari (Forbes) 793 SCIENZA Piccole pesti, colpa dei geni N on è un buon motivo perché marito e moglie si concedano senza freni all’alterco coniugale ma un piccolo sospiro di sollievo le coppie con prole lo possono tirare: i diverbi fra genitori non sono da annoverare fra le cause prime dei comportamenti irruenti e devianti dei figli. È quanto conclude uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Child Development (Sviluppo del bambino) e condotto su un migliaio di gemelli e relativa prole dall’Università della Virginia. L’osservazione di genitori che condividono tutto o in parte il Dna con altri genitori (i propri gemelli – omozigoti o eterozigoti), ha permesso ai ricercatori di verificare che c’è una tendenza «genetica» al litigio matrimoniale ed è questa «dotazione genica» – non il litigio in quanto tale – che, una volta passata alla prole, può spingere i figli ad assumere condotte problematiche (dalla tendenza a bigiare la scuola alla menzogna sistematica fino al bullismo nei confronti di altri ragazzi). «Le implicazioni sono importanti», LA FRASE ha commentato K. Paige Harden la psicologa a capo del team che ha condotto lo studio: «significa che nella valutazione dei comportamenti Una volta i brildevianti di un ragazzo più che con- lanti e gli intellicentrarsi sui genitori – come di solito genti dovevano lasciare si fa in terapie familiari – ci si deve l’India, la Cina, il Messico o il Pakistan per garantirsi focalizzare sul ragazzo stesso». Per i una vita decente e le giuste genitori di ragazzi «difficili» la conso- soddisfazioni professionali. lazione è comunque assai magra: se Ora non più. non per il comportamento in famiglia, è per il patrimonio genetico, ma Juan Enriquez, biotech-onomista la «colpa» resta pur sempre loro. SPECCHIO | 25 PREvisioni TECNOLOGIA L’Ak-47 non va in pensione (a 60 anni) ALIMENTAZIONE Un fungo cinese ci farà campare di più M angia un fungo per avere lunga vita. Lo dicono i cinesi ma lo credono anche sempre più occidentali. Sta infatti crescendo l’interesse – nonché il giro d’affari – legato alle proprietà terapeutiche del Ganoderma Lucidum, un gigantesco fungo originario di vecchie foreste dell'Asia noto a coloro che praticano o semplicemente seguono la medicina tradizionale cinese. «La parte più preziosa del lingzhi (nome cinese del Ganoderma, considerato da millenni il “re delle erbe”, una sorta di rimedio miracolo e fonte di salute e longevità) sono le sue spore; da mille chili di funghi si può estrarre solo un chilo di spore. Ma sono queste che hanno il più alto potere anti-ossidante, come confermato anche da un test svolto dal Centro di ricerche sulle erbe mediche dell’Università di Sydney», spiega Guo Dong Yu, medico erborista cinese. E non solo: «Il Ganoderma si è rivelato, in base ai risultati di vari test clinici, un efficace potenziatore del sistema immunitario e, soprattutto, capace di inibire e prevenire la crescita di tumori e metastasi», sostiene Henry Wong, direttore dell’australiano Concord Health Group, uno dei più noti produttori di nutraceutici (alimenti con proprietà curative) a base di Ganoderma. INTERNET Wikipedia batte Britannica L’ Enciclopedia Britannica non è più accurata della spesso vituperata Wikipedia (www.wikipedia.org), l’enciclopedia universale multilingue (la sola versione inglese conta oltre un milione e mezzo di voci) nata su Internet grazie al contributo gratuito di migliaia di collaboratori, specialisti in ogni campo dello scibile umano. È questo il verdetto emesso da un team di esaminatori della rivista Nature che hanno messo a confronto le voci a carattere scientifico delle due enciclopedie. Anzi, il gruppo di scienziati ingaggiati dalla rivista si è stupito della quantità di errori – in media tre per articolo – riscontrati nell’Enciclopedia Britannica. SPECCHIO | 26 S iamo piombati in una trincea dei Viet-Cong, inondata dal fango. Ne ho tirato fuori un Kalashnikov, appena riconoscibile. Ho messo il caricatore e ho sparato trenta colpi come se fosse stato appena oliato. Era quella l’arma che serviva ai nostri soldati». Il racconto del colonnello David Hackworth è solo una delle innumerevoli testiGermania: Sturmgewehr-44 monianze sull’incredibile efficienza dell’Ak-47, il fucile d’assalto più famoso al mondo. L’arma realizzata da Mickail Kalashnikov (sopra) sessant’anni fa, Stati Uniti: M16 nel 1947 appunto, è stata l’indivia degli americani per tutta la lunga guerra del Vietnam: non si inceppava mai, a differenza dei loro M16, era facile da usare, smontare, rimontare («anche un Gran Bretagna: L85 bambino di 10 anni può riuscirci»), potente, con un grande volume di fuoco, e preciso nel tiro alla distanza (ricordate il cecchino donna in Full Metal Jacket Francia: Famas di Stanley Kubrick?). L’ingegner Kalashnikov, a dire il vero, si era ispirato al tedesco Sturmgewehr-44, il primo fucile d’assalto usato massicciamente in battaglia (anche se non il Israele: Tavor primo a essere concepito), una delle tante armi rivoluzionarie messe in campo dalla Germania negli ultimi due anni di guerra, troppo tardi per vincere. In pochi sono riusciti a migliorare l’Ak-47, prodotto in 100 milioni di esemplari e adottato da 50 eserciti. I francesi nei Settanta e poi Israele, hanno prodotto mitragliatori molto compatti e leggeri. Ma manca la prova che siano davvero superiori all’eterno Kalashnikov. 1 2 3 4 5 PREvisioni SCOPERTE Piero Bianucci Tutte mimetiche in pelle di polpo G li scienziati che progettano nuovi materiali hanno molto da imparare dal polipo e dalla sua versione maggiorata, la piovra. Roger Hanlon, del Laboratorio di biologia marina di Woods Hole, Massachusetts, studia la pelle di questi molluschi e ha già fatto varie scoperte interessanti. È una pelle, spiega, molto sofisticata, che permette all’animale di mimetizzarsi perfettamente su fondali marini di ogni tipo, sabbiosi, rocciosi, coperti di alghe. Ottimo sistema per sfuggire ai predatori. Ma questa pelle camaleontica possiede anche uno straordinario potere riflettente che ricorda le paillettes tanto care alle soubrettes di ogni epoca. Roger Hanlon ha studiato le cellule della pelle del polipo, chiamate leucofori, e ha scoperto che contengono uno strato di proteine molto particolari: traslucide come un alabastro e prive di colori, ma efficientissime nel diffondere la luce dell’ambiente. Il comportamento delle speciali proteine delle piovre e dei polipi è simile a quello dei catarifrangenti: riflettono la luce da qualsiasi direzione arrivi, dando una impressione di luminescenza. In più, rispondono a un’ampia banda di lunghezze d’onda. Hanlon è entrato in contatto con la Material Research Society intervenendo a un convegno che si è svolto a Boston. Lì è nata l’idea di escogitare una tecnologia che utilizzi le soluzioni messe a punto dalla natura per questi molluschi, come già è avvenuto in altre occasioni (il radar e il sonar avrebbero dovuto brevettarli i pipistrelli, e il velcro non è altro che l’imitazione di una pianta selvatica). La proteina degli iridofori, cioè le paillettes dei leucofori del polipo, è ora al centro di altre ricerche con la speranza di ottenere fibre ottiche migliori e componenti ad alto potere riflettente da usare in elettronica. Anche i militari sono interessati alla faccenda. Il polipo è noto per la sua intelligenza, insospettabile in un mollusco. L’uomo non vuol essere da meno. SPECCHIO | 28 AMBIENTE Biodiesel peggio del petrolio È il cavallo di battaglia di molti gruppi ambientalisti ed è diventato il mantra di legislatori europei e italiani che lo hanno eletto attore di primaria importanza per la lotta alle emissioni di CO2: è il biodiesel di origine agricola. Sia una direttiva Ue del 2003 che la legge italiana 81/2006 prevedono infatti che il carburante da biomassa vegetale venga immesso come additivo in proporzioni crescenti nei carburanti di origine fossile al consumo. Qualcuno però si è accorto del rischio che «la toppa sia peggio del buco». Uno studio condotto in Olanda, Paese che ha intrapreso con entusiasmo la via al biodiesel, ha mostrato che la forte richiesta di uno dei principali biocarburanti da additivo – l’olio di palma – sta provocando in vaste aree del Sud-Est asiatico un drammatico effetto di sostituzione delle foreste pluviali con le coltivazioni di palme: le prime cioè vengono abbattute in misura crescente per far spazio alle seconde, in pieno boom per la richiesta di provenienza europea. Il danno – sottolineano i due istituti di ricerca autori dello studio, il Wetlands International e il Delft Hydraulics – è reso ancor più grave dal fatto che l’aumento delle coltivazioni di palme avviene su grandi estensioni di torbiere, soprattutto in Indonesia. La torba è materiale che assorbe grandi quantità di CO2 ma, se drenata o bruciata, rilascia tutta l’anidride carbonica sequestrata in precedenza. La conferma del ciclo perverso viene dal fatto che in pochissimi anni – guarda caso dall’inizio della corsa all’olio di palma (che peraltro ha anche altri usi industriali, nei settori alimentare e cosmetico) – l’Indonesia è assurta al terzo posto fra i responsabili di emissioni di gas serra. Dietro due giganti industriali come Usa e Cina. IL DATO ! 60% Europa assetata più dell’Africa Il Vecchio continente ha l’8% delle riserve mondiali, ma il 13% della popolazione. L’Asia ha il maggior squilibrio ! Percentuale di riserve d’acqua sul totale mondiale 36% ASIA 13% 8% 6% 26% ! ! SUD AMERICA Percentuale di popolazione sul totale mondiale 13% !! 15% 11% 8% NORD AMERICA AFRICA EUROPA 1% 5%! OCEANIA SPECCHIO | 29 PREvisioni VITA METROPOLITANA Oasi elettroniche per nuovi scrittori S ta appannandosi la figura dello scrittore «maledetto» e squattrinato, intento a scrivere furiosamente nella solitudine stantia di mansarde mal illuminate e camere ammobiliate di terz’ordine tra bicchieri vuoti di scotch e mozziconi di sigaretta. Ora gli scrittori – quelli già affermati così come gli aspiranti – preferirscono «ritrovarsi» a scrivere in luoghi come il Paragraph (www.paragraphny.com) o il Village Quill (www.villagequill.com), entrambi a New York. Pagando un abbonamento (dai 100 ai 150 euro al mese), «gli scrittori di ogni genere» (quindi anche pubblicitari, giornalisti, sceneggiatori, estensori di rapporti di marketing) hanno diritto (sette giorni su sette, 24 ore su 24) a una postazione/scrivania con connessione Wi-fi ma anche a un angolo cucina, un salotto di lettura e conversazione, uno spazio per conferenze e tavolini da bistrot per prendersi un caffé in compagnia. Più che un club un being space (spazio di esistenza), secondo la definizione di un noto sito di trend (www.trendwatching.com), cioè un luogo dove mescolare ore di lavoro individuale a pause di riflessione agiata fra «simili», indispensabili per tessere utilissime reti di relazioni sociali e professionali. TENDENZE Niente sesso, siamo inglesi N o sex please, siamo asessuali. E, finalmente, non ci vergogniamo a riconoscerci e presentarci come tali»: è questo in sostanza il messaggio che trapela da Aven (Asexual Visibility and Education Network), la maggiore comunità online di asessuali (anche in italiano: www.asexuality.org/it) che sta raccogliendo un crescente numero di proseliti e attirando l’interesse dei grandi network televisivi (negli Usa Abc, Cnn e Fox News). Se fino a poco tempo fa l’asessualità era considerata alla stregua di una disfunzione, oggi sta acquisendo sempre più i connotati di una tendenza con implicazioni psico-culturali. C’è chi parla di «rivoluzione a-sessuale»: per liberarsi dalla «schiavitù pansessuale» cui sono soggetti gran parte degli uomini e delle donne contemporanei. «L’asessualità è una reazione difensiva di fronte al terrorismo del tuttosesso a oltranza», sostiene il francese Albin Michel, autore di La revolution asexuelle (Albin Michel): «Il sesso non è più un tabù, è diventato un nuovo totem». E si è trasformato in «un altro oggetto di consumo, con cui ci bombardano i mezzi di comunicazione», gli fa eco il sessuologo spagnolo Iván Rotella. Ed ecco dunque, per reazione, il totale disinteresse. Ma rimane la voglia d’intimità. «Anche gli asessuali s’innamorano», spiega la psichiatra Joan Corbella. «E possono dimostrare il proprio affetto in mille modi: con baci, carezze o con una buona conversazione». Più british di così… TECNOLOGIA LA FRASE Un parco eolico nel giardino di casa S ono in pratica la versione da giardino delle cosiddette «fattorie del vento» che stanno sorgendo un po’ ovunque per produrre energia dallo sfruttamento delle correnti eoliche. Ridotte nel peso (al massimo 30 kg) e con torri che possono essere limitate a 8-10 metri di altezza – a patto che a quella quota il vento spiri ad almeno 20 km l’ora – le Skystream prodotte dall’americana Southwest Windpower (e reperibili in Italia da una serie di distributori, www.skystreamenergy.com/skystream/whereto-buy) sono fra le prime soluzioni di impianto eolico a «uso»domestico. A renderle tali sono il limitato fabbisogno di terreno su cui piazzarle (4 mila mq), la produzione elettrica fornita in un mese (circa 400 Kw, più o meno il 90% del consumo medio di un’abitazione) e il costo di impianto, assolutamente abbordabile: circa 8.000 euro, torre compresa (ma alcuni modelli possono essere anche posti sul tetto dell’edificio). SPECCHIO | 30 Non escluderei che la repressione della fantasia indotta nella psicologia della gioventù americana abbia finito col produrre una mancanza di immaginazione, anche agli alti livelli James Hillman, filosofo