ASS/MONITORAGGIO QUALI PROGETTI PER LA SALUTE DEI

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ASS/MONITORAGGIO QUALI PROGETTI PER LA SALUTE DEI
ASS/MONITORAGGIO
QUALI PROGETTI PER LA SALUTE DEI TRIESTINI
Avviata la rilevazione delle iniziative in atto sul territorio. Le attività dei
Distretti 2 e 3 e del Dip
Solitudine, isolamento, difficoltà economiche. Per tante persone anziane del Distretto
2 il rischio di rimanere escluse - tagliate fuori dal vivere della città, dalle relazioni
con il quartiere e dallo scambio culturale – è un problema concreto e sempre più
pressante. Per costruire una risposta a queste necessità gli operatori della Microarea
di Cittavecchia danno vita, un anno fa, a un progetto. Porta il nome di “Una città per
vicino” e propone una tesserina che garantisce servizi a costo contenuto in negozi,
bar, cinema e ristoranti che aderiscono e un mix di appuntamenti, tra cui il cinema e
alcuni momenti di ritrovo, per incontrarsi e stare insieme. A questo progetto, cui
accanto all’ASS collaborano servizi comunali, cooperative sociali, associazioni e
tanti volontari, partecipano oggi centinaia di persone che vivono in casa di riposo e
anziani soli.
“Una città per vicino” racconta, meglio di tante teorie, come può nascere e
svilupparsi un progetto all’interno di un servizio sanitario. A gettare il primo seme è
sempre la pratica quotidiana. Nel lavoro di ogni giorno gli operatori verificano una
necessità dei cittadini - nel caso sopra l’isolamento - che non trova rispondenza nei
servizi istituzionali. Se questa necessità è concreta e si vede che non può essere
soddisfatta tramite realtà o strutture già esistenti inizia a prendere forma l’opzione del
progetto. Una volta focalizzato l’obiettivo si delineano dunque le strade migliori per
raggiungerlo. Valutata la fattibilità della cosa si coinvolgono dunque i partner più
adatti e s’inizia a lavorare sul percorso da compiere per poi verificare – in corso
d’opera – l’efficacia di quanto realizzato ed eventuali correttivi d’opera.
Questo stile di lavoro da anni è ormai divenuto prassi corrente nell’ambito
dell’Azienda per i Servizi Sanitari consentendo un approccio innovativo a molte
problematiche dei cittadini. Il lavoro per progetti è infatti una modalità
profondamente diversa dall’attività svolta per prestazioni perché chiama in causa la
creatività del singolo, richiede una buona capacità di risolvere i problemi che via via
si presentano e consente, proprio per la sua elasticità, di affrontare questioni che
un’organizzazione più rigida rischierebbe di schiacciare.
I progetti attualmente in campo nei quattro Distretti, nei centri sovradistrettuali e nei
Dipartimenti sono numerosissimi e proprio in queste settimane la Direzione generale
sta raccogliendo le schede delle singole iniziative nell’ambito di una rilevazione
sommaria. Da questo primo censimento, che si concluderà a breve, emerge una
panoramica di grande interesse.
I progetti, per la maggior parte ancora in corso, sono descritti in modo sintetico,
attraverso poche indicazioni sulla struttura promotrice e gli enti coinvolti, i cittadini e
le associazioni partecipanti, le finalità, gli eventuali contributi e l’autovalutazione dei
risultati raggiunti. Il quadro che ne emerge descrive un’area d’intervento ampissima. I
progetti pervenuti finora dai Distretti 2 e 3, dal Dipartimento di prevenzione e dalla
Direzione sanitaria – nei prossimi numeri daremo conto degli altri - spaziano infatti
dai bambini agli anziani, dalla salute degli immigrati alle necessità delle mamme, dal
lavoro di quartiere alla lotta contro il fumo.
Tra le proposte in campo da parte del Dipartimento di prevenzione (Dip), che sta
completando il lavoro di monitoraggio sulla situazione sanitaria dei lavoratori della
Ferriera e dei residenti nella zona di Servola, si segnalano infatti un’attività di
osservazione della violenza domestica in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Il lavoro
prende il via da Trieste e coinvolge i quattro Distretti, le forze dell’ordine e la
Procura per costruire un archivio informatizzato al fine di prevedere interventi
sempre più efficaci. Sempre del Dip il progetto Il sorriso della vita per la prevenzione
odontoiatrica nelle case di riposo, Muoviamoci insieme (con il Distretto 4) per
l’attività motoria di over 60 affetti da artrosi, uno studio della prevalenza
dell’insufficienza renale cronica negli over 65, un intervento contro la dipendenza da
tabacco nella Microarea del Vaticano e uno studio sull’uso di farmaci e integratori
nello sport agonistico dai 14 ai 34 anni che dovrebbe coinvolgere oltre 800 atleti.
Fanno invece capo alla Direzione sanitaria alcuni progetti per supportare l’accesso
degli immigrati ai servizi sociosanitari attraverso un ambulatorio dedicato, un punto
informativo e un’azione per la prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza
e offrire la mediazione culturale agli stranieri (600 quelli che ne hanno usufruito lo
scorso anno (entrambi progetti sostenuti dalla Regione). Si rivolge infine ai bambini e
alle famiglia un progetto, di cui è titolare il Comune di Trieste, per la prevenzione
della pedofilia attraverso la formazione e la sensibilizzazione degli operatori sociali,
sanitari, educativi e scolastici.
Il Distretto 3 nei progetti pervenuti finora mette invece l’accento sul lavoro di
quartiere. Tra le iniziative figurano infatti numerose attività che puntano a contrastare
la solitudine dei residenti di determinate zone, a creare occasioni di socializzazione e
valorizzarne il protagonismo. Qualche esempio: le uscite settimanali per gli abitanti
di Giarizzole, Grego e Valmaura con i volontari del servizio civile; la pedalata non
competitiva estiva; il campo estivo a Pontebba per i ragazzi; il laboratorio per
ripensare, esperti e residenti insieme, lo spazio di piazzale Giarizzole. In tutti questi
progetti il valore fondamentale è dato dalla partecipazione dei cittadini. In altre
parole, le iniziative e le proposte non sono calate dall’alto. Ma sono frutto di un
lavoro e di un confronto con gli operatori e i volontari. Sempre al Distretto 3 è attivo
dal 2002 un gruppo per la socializzazione di persone affette da decadimento
cognitivo che propone incontri e uscite.
Anche il Distretto 2 schiera un elevato numero d’iniziative nella valorizzazione del
tessuto di quartiere e delle relazioni tra i residenti. Il progetto Adotta una casa di
riposo vede ad esempio un gruppo di volontari del servizio civile e del collegio del
Mondo unito entrare in alcune case di riposo private per costruire relazioni con gli
ospiti e proporre delle uscite. Poi vi sono le attività motorie per le persone con dolori
artrosici nella palestra di via del Muraglione; la ginnastica per le mamme (per cui vi
sono anche un gruppo di auto aiuto, un mercatino per baby abiti e attrezzature, gli
incontri al giardino San Michele); le visite degli operatori ad alcuni condomini e il
sostegno per dare vita a realtà condominiali in cui dai legami si sviluppi la solidarietà
tra gli inquilini; il segretariato sociale a Ponziana; le attività per gli adolescenti nello
skate park di San Giacomo e le attività in palestra per promuovere l’attività sportiva
anche nelle situazioni di disagio; lo spazio gioco per i più piccoli; il cineforum per
proiettare film scelti dai ragazzi e discuterne insieme e altri ancora. Molte di queste
attività sono autogestite perché una volta che gli operatori hanno dato l’avvio,
l’iniziativa si regge sull’impegno degli stessi partecipanti. Su un altro versante si
segnalano infine il supporto ai familiari di persone affette da decadimento cognitivo e
demenza, con gruppo d’incontro e visite a casa e il progetto sullo scompenso cardiaco
per la valutazione a domicilio o in ambulatorio delle persone con questa patologia al
fine di ridurne i ricoveri impropri. E naturalmente appartiene al Distretto 2 il progetto
Una città per vicino che si sta provando nella difficile impresa di restituire gli anziani
alla loro città.