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ASSESSORE Politiche per il Lavoro, Sviluppo Economico, Università e Ricerca MILANO SHARING CITY: CONSULTAZIONE PUBBLICA Il Comune di Milano ha ritenuto importante comprendere meglio il fenomeno della sharing economy per valutare le modalità migliori di sostegno a queste pratiche emergenti e l’opportunità di intervenire sul fronte della regolamentazione. Il primo passo di questo percorso iniziato dall’amministrazione è l’approvazione da parte della giunta di una serie di “linee di indirizzo” in grado di orientare l’attività dell’amministrazione sul tema. “La sharing economy non è una reazione temporanea alla crisi. Può essere invece un modo nuovo e diverso di pensare e agire i modelli di sviluppo e il rapporto tra amministrazione e cittadino, dove i soggetti esterni non sono considerati solamente portatori di interesse (stakeholder) in conflitto o in antitesi con il pubblico, ma anche solution holders in grado di co-progettare, e cogestire pratiche, spazi, beni e servizi.” “E’ dunque importante dotarsi di un quadro strategico capace di garantire un “ecosistema istituzionale collaborativo” favorevole allo sviluppo di un’economia condivisa che sia regolata, inclusiva e sostenibile, secondo obiettivi comuni, individuando i criteri secondo i quali è possibile definire l’economia della condivisione”. Prima di arrivare in giunta, le “linee di indirizzo” sono state condivise pubblicamente sul sito www.milanosmartcity.org , per oltre un mese (dal 4 novembre al 7 dicembre) dando la possibilità a cittadini ed addetti ai lavori di commentare il documento e rispondere ad un questionario in cui si chiedeva di valutarne l’impostazione e validare le priorità di azione proposte. La versione che è stata approvata ha quindi tenuto conto sia delle integrazioni proposte da chi ha suggerito integrazioni ed emendamenti al documento originale, sia delle risposte al questionario, di cui trovate una sintesi più avanti. Via Dogana, 4 – 20123 Milano Tel. 02 884 56624 – Fax 02 884 56081 [email protected] Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università In generale, i risultati della consultazione sono incoraggianti: più di 200 persone ( tra startupper, ricercatori universitari, associazioni locali, utenti di servizi condivisi, cittadini appassionati al tema) hanno partecipato alla consultazione, rispondendo al questionario o proponendo modifiche al testo. Per avere un termine di paragone, ad una consultazione sullo stesso tema promossa dal governo inglese, su scala nazionale, hanno partecipato circa 2000 persone. La natura stessa della consultazione (commenti a un documento di policy dal taglio in ogni caso tecnico, su un tema innovativo) ha portato ad una naturale auto selezione dei partecipanti. Le interazioni sul documento sono state piacevolmente “ordinate” (interventi con cognizione di causa, nessun insulto) ed estremamente utili. Il processo di consultazione ha inoltre spinto le imprese leader del settore, associazioni di categoria di varia natura e livello e movimenti a tutela dei consumatori ad entrare in contatto con la Pubblica Amministrazione, inviando riflessioni più strutturate sul tema ed offrendosi disponibili per approfondimenti di carattere tecnico. Milano è la prima città in Italia che decide di affrontare pubblicamente e strategicamente il tema. Il confronto pubblico avviato costituisce quindi di fatto una anticipazione di quanto si presuppone avvenga a breve anche a livello nazionale. Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università ESTRATTI DALLE “LINEE DI INDIRIZZO” (PRIMA VERSIONE) Definizione di “sharing economy” L’amministrazione comunale riconosce come iniziative di sharing economy quelle che: liberano pratiche e servizi molto diversi tra loro, ma che hanno in comune la sperimentazione di forme di scambio – collaborazione, condivisione e/o cooperazione – in grado di creare valore condiviso e migliorare la qualità della vita delle persone determinano pratiche e servizi, complementari a quelli tradizionali o esistenti, che rispettano le normative vigenti o il principio che le ha ispirate sono esperienze sostenibili, in grado di proporre conseguenti modelli innovativi di business sono pratiche inclusive, sia in fase di progettazione che di erogazione, con l’obiettivo ultimo di non lasciare indietro nessuno o quantomeno di favorire analoghe opportunità di partenza facilitano e incentivano, attraverso intermediazione leggera o in modo diretto, una relazioni sociale ed economica tra pari favoriscono l’ottimizzazione delle risorse e del tempo, attraverso l’incentivo al riuso e garantendo una maggiore accessibilità a informazioni, competenze, spazi, servizi, beni fisici e/o digitali si dotano di una o più piattaforme tecnologiche per il supporto di relazioni digitali oltre che fisiche si fondano su un meccanismo di fiducia reciproca e di reputazione (soprattutto attraverso la valutazione peer-to-peer) hanno come condizione essenziale il rispetto dei principi di trasparenza, apertura e accountability sono accessibili a tutti, il più flessibili e istantanee possibile, garantiscono uno standard di riservatezza in accordo con i principi di confidenzialità, integrità e disponibilità, sono adeguati agli attuali standard tecnologici, vengono forniti attraverso canali differenti. Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università Forme di intervento e sostegno Per favorire la nascita e il potenziamento di questo tipo di economia condivisa, l’amministrazione milanese, in coerenza con quanto fatto sinora e ferme restando le sue prerogative in materia di vigilanza, programmazione e verifica, propone quanto segue: promuovere pubblicità, trasparenza e accountability, anche grazie al potenziamento degli open data e degli open services rafforzare i processi di partecipazione, co-progettazione e collaborazione con la cittadinanza attiva reperire risorse dedicate promuovere un sistema di riconoscimento e di certificazione di qualità delle realtà virtuose che agiscono nell’ambito dello sharing valorizzare i beni comuni e favorire la messa a disposizione di spazi pubblici o inutilizzati formare e informare i lavoratori della pubblica amministrazione sulle questioni rilevanti della sharing economy e ridurre il digital divide esistente contribuire all’elaborazione di nuovi strumenti di gestione e regolamentazione di iniziative legate alla sharing economy favorire la mappatura e la comunicazione di tali iniziative Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università ESITI DELLA CONSULTAZIONE PUBBLICA Riportiamo qui le 3 principali domande poste attraverso la consultazione pubblica e una sintesi delle indicazioni più condivise, che hanno orientato la scrittura delle “linee di indirizzo” poi approvate. Che cosa è per te la sharing economy? La definizione di ”sharing economy” e “iniziative di sharing economy” utilizzata nelle linee di indirizzo sottoposte a consultazione pubblica viene sostanzialmente validata. È interessante notare come nella stragrande maggioranza dei commenti pervenuti vengano sottolineate le implicazioni e ricadute sociali di queste pratiche. Oltre alla dimensione economica (beni che ampliano e valicano la loro naturale funzione di oggetti per divenire “servizi” in un mutato ed evoluto concetto di business, passaggio dal possesso all’accesso, potenziali risparmi e maggiori introiti derivanti da un utilizzo più efficiente di risorse sotto utilizzate) e a quella ambientale (riduzione dei consumi e sprechi, consumi più consapevoli, promozione di comportamenti sostenibili), il valor aggiunto percepito di queste pratiche deriva dagli impatti positivi che possono avere sulla società. Per i milanesi, condividere beni e servizi sembra avere ancor più senso nella misura in cui si generano nuove reti e relazioni, fiducia, legami di comunità e senso di appartenenza. Le ricadute sociali identificate sono percepite come rilevanti tanto a livello individuale (in termini di protagonismo delle persone coinvolge ed opportunità per i singoli, empowerment ed attivazione, confronto con punti di vista diversi dal proprio e possibilità di condividere esperienze nuove) quanto a livello collettivo (costruzione di comunità, maggiore capacità della società di affrontare crisi economiche e cambiamenti). In questo senso una “città che condivide” diventa non solo più attrattiva ma anche più accogliente, ospitale ed inclusiva. La “trasparenza” e l’esigenza di “semplificazione” diventano fattori chiave per favorire maggiore accessibilità a beni e servizi di natura pubblica, soprattutto in relazione a target percepiti come più “deboli” (perché marginali, meno giovani, meno connessi, etc). In Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università tale ottica vanno letti anche i suggerimenti ad usare termini più comprensibili (“meno inglese”) e riferimenti di carattere più pratico (“più esempi e riferimenti a pratiche conosciute”) Citazioni dalle risposte al questionario online: “Le esperienze di sharing economy producono un effetto moltiplicatore e non la semplice sommatoria di soggetti e risorse in campo. Ovvero la messa in rete di risorse e competenze può produrre risultati che i singoli attori non sarebbero in grado di produrre autonomamente. Al tempo stesso la sharing economy può rendere compatibile l'interesse individuale dei singoli soggetti, con l'interesse collettivo al benessere sociale ed economico.” A.S. “La sharing economy per me è: una ritrovata fiducia nel senso di comunità e il desiderio di far parte di una comunità virtuosa; risparmio e guadagno di tempo/denaro/spazio; socializzazione ;sostenibilità” A.P. “Penso che la sharing economy sia un nuovo modello di business, basato sul cambiamento di alcuni paradigmi: dalla proprietà all'accesso, dalla competizione alla collaborazione. se sfruttato può creare molte opportunità e supportare il sistema capitalistico come l'abbiamo inteso fino ad adesso "tappando" le sue contraddizioni.” R.D.M. “Condivisione, collaborazione e strumenti utili (infrastrutture leggere) per creare relazioni e reti tra persone e organizzazioni che perseguono questo obiettivo.” L.R. “La sharing economy è un nuovo modello economico capace di promuovere forme più consapevoli di consumo e di utilizzo dei beni basate sulla condivisione intesa come riuso e non come acquisto ed intesa come accesso e non come proprietà.” A.L. “La sharing economy può: 1)dare vantaggi economici a chi partecipa; 2)portare trasparenza su processi esistenti ma opachi; 3) aprire a nuove categorie servizi un tempo disponibili solo a pochi.” M.N. “Per me è la prima occasione di essere imprenditrice e di partecipare attivamente alla costruzione di qualcosa da mettere in condivisione, scegliendo anche stile, colori, gusti...declinando l'offerta anche secondo il mio sentire, il mio vivere, la mia esperienza culturale” L.P. Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università “Una risorsa flessibile alla portata di tutti che porta vantaggi a tutti. Ma e soprattutto uno strumento destinato a rivoluzionare il punto di vista sull'etica del business: la sharing economy funziona solo dando la massima attenzione al vantaggio altrui, di cui il vantaggio proprio è solo una ricaduta.” V.P. “Va evidenziato il ruolo che i servizi condivisi hanno nel dare a ogni persona la possibilità di essere fornitore di servizi di vario tipo, contribuendo con questo a fornire molte armi in più a ciascuna persona per poter definire il suo ambito di competenze e le sue fonti di sostegno. il fatto che ciascuno possa potenzialmente essere anche autista, host, fornitore di altri piccoli servizi su cui si hanno competenze, rende la società più adatta ad affrontare shock economici e grandi cambiamenti.” O.D. “Tradurrei "sharing economy" come economia della collaborazione e della condivisione (per esempio nel sottotitolo), per rendere conto delle due principali forme di integrazione in cui si manifesta. Oltre a creare valore condiviso e aumentare la qualità della vita delle persone è importante che queste forme favoriscano una risocializzazione dell'economia attraverso la creazione di nuovi legami sociali, anche nella forma debole della socievolezza.” I.P. Che cosa dovrebbe fare o non fare una amministrazione comunale per promuovere e/o regolamentare la sharing economy? Il ruolo che l’amministrazione pubblica dovrebbe svolgere in questa partita emerge con chiarezza dalle risposte dei partecipanti alla consultazione pubblica. In relazione a pratiche innovative ed emergenti come quelle prese in considerazione, il Comune dovrebbe porsi come piattaforma abilitante. In queste senso, si “richiede” alla pubblica amministrazione di: mappare e mettere a sistema le esperienze locali più rilevanti; formare ed informare i cittadini su questi temi, incentivando e rendendo semplice l’utilizzo delle piattaforme sui cui si basano i servizi collaborativi più conosciuti; Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università rafforzare le forme di partecipazione e i collegamenti tra le imprese collaborative e le esperienze di cittadinanza attiva; promuovere la nascita di nuove imprese in questi settori e l’ibridazione tra queste imprese e quelle esistenti; essere essa stessa una early adopter dei servizi collaborative e favorire dinamiche collaborative anche inserendo clausole condizionali in alcuni bandi pubblici (un servizio, uno spazio o un incarico viene dato/concesso, a patto che vengano condivise alcune delle risorse collegate ad esso). Sulle forme di “regolamentazione” si consiglia invece di procedere con estrema cautela. I partecipanti alla consultazione che si sono espressi sul tema ritengono che in questa fase sia più importante lasciare spazio alle forme di innovazione e sperimentazione, monitorarne gli effetti e gli impatti, per meglio comprenderle. Solo a valle di questo primo ciclo di osservazione possono avere senso forme di regolamentazione. Tutto ciò, senza negare che il regolatore (a tutti i livelli), debba prestare estrema attenzione ad evitare che si generino distorsioni di mercato o fenomeni di concorrenza sleale, illeciti e abusi, comportamenti poco trasparenti. Più che una azione sul fronte degli “operatori” (si registra un tendenziale scetticismo sulla possibilità di qualificare o certificare l’offerta attraverso bollini di qualità), viene riconosciuto all’Amministrazione Comunale un forte ruolo nell’aiutare e tutelare i cittadini che contribuiscono alla produzione e al consumo dei servizi collaborativi, proprio per evitare che operino in aree grigie ai confini della legalità. Per promuovere la sharing economy l’Amministrazione Comunale dovrebbe, secondo i partecipanti alla consultazione, preoccuparsi principalmente di chiarire contesti legislativi e regole di riferimento dei principali servizi collaborativi. I chiarimenti principali di cui emerge l’esigenza sono relativi soprattutto a sicurezza e forme di tassazione. In questo senso, oltre alla redazione di linee guida, sono considerati utili degli strumenti in grado di semplificare alcuni passaggi burocratici e favorire la trasparenza delle transazioni economiche e degli obblighi derivanti dai contraenti. Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università I cittadini attivamente coinvolti nella sharing economy (perché mettono a disposizione propri beni, competenze e servizi), sembrano quindi richiedere un supporto da parte della pubblica amministrazione per essere sicuri di “essere in regola” o per arrivare facilmente ad esserlo (a titolo di esempio, per quanto riguarda l’ospitalità, risulterebbe utile semplificare il passaggio di dichiarazione in questura degli ospiti che si accolgono, consentire il pagamento della tassa di soggiorno, poter emettere facilmente regolari ricevute fiscali e/o sapere come dichiarare i proventi derivanti da queste attività). Citazioni dalle risposta al questionario online: “Inizialmente, lasciare spazio, per quanto possibile, alla sperimentazione. Monitorare gli effetti. Decidere in base ai risultati eventuali regolamentazioni. Mettere troppi paletti "ex-ante" limita la creatività e l'innovazione” C.C. “Le azioni indicate potrebbero essere integrate con le seguenti: a) chiara individuazione dei settori su cui si vuol puntare per uno sviluppo della sharing economy, sulla base di una sorta di piano strategico comunale (ad esempio: turismo, trasporti, mobilità, cibo, spazi, etc.); b) definire piattaforme tecnologiche che organizzazioni la condivisione in forma digitale e diventarne attore; c) favorire le start-up che nascono secondo il modello collaborativo anche a mezzo di specifici incubatori creati anche con il coinvolgimento di aziende "tradizionali"; d) favorire il coinvolgimento di aziende tradizionali per far crescere l'offerta e dare maggiore credibilità alle varie iniziative.” A.L. “L'amministrazione comunale deve rendere possibile la creazione di un ecosistema, eliminando le barriere burocratiche, dove i privati possono operare, anche in partnership con il pubblico. L'amministrazione comunale deve inoltre verificare che le nuove iniziative di sharing economy non diventino un concorrente sleale di iniziative imprenditoriali in corso.” M.T. “Dialogare con altre istituzioni locali e nazionali per creare un quadro normativo chiaro”. E.D.P. “Gli interventi del Comune di Milano devono essere diretti ad assicurare la massima trasparenza delle transazioni e degli obblighi che ne derivano fra i contraenti e la piena conoscenza delle norme da applicare.” M.B. Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università “Riteniamo che il principale compito di un'amministrazione comunale sia promuovere la conoscenza della "sharing economy" a tutti i livelli attraverso un percorso di comunicazione capace di chiarire in modo concreto e pragmatico la natura e vantaggi del fenomeno. Parallelamente, si tratterà di individuare i partner più idonei per realizzare progetti pilota capaci di rendere sempre più diffusa la cultura dell'innovazione e della condivisione delle informazioni e dei saperi. A nostro avviso è fondamentale coinvolgere i cittadini di Milano, coloro i quali sono i primi beneficiari della sharing economy e in particolare i cittadini del futuro”. M.S. “Il modello della sharing economy è in linea con il passaggio da una logica di Government (ruolo della PA riconducibile all'esercizio di funzioni esclusive o di poteri autoritativi) a quella di Governance (PA come attivatore degli attori e delle risorse presenti nei territori amministrati, promuovendo la messa in rete degli stessi).” A.S. “Costruire un contenitore di documentazione ed esperienze facilmente alimentabile da parte dei cittadini e liberamente consultabile da tutti.” K.B. “Rendere visibile il servizio, dedicare nelle varie zone di Milano dei punti di promozione e per quanto riguarda il car dedicare dei posti parcheggi dedicati pre facilitarne l'uso”. P.C. “Il Comune potrebbe contribuire a creare "infrastrutture" a disposizione delle startup tali da: a) dare fiducia ai consumatori; b) offrire risparmio alle startup su attività non di core business; c) potersi comunicare ai cittadini sotto l'egida del Comune, creando una campagna culturale di formazione che possa favorire il raggiungimento della massa critica di utenti; d) implicare aderenza alle normative; e) implicare aderenza a degli standard di trasparenza, equità e affidabilità che in prima (ma non sufficiente) approssimazione possiamo chiamare "certificazioni". Queste infrastrutture potrebbero prendere la forma di open services quali: a) sistemi di reputazione degli utenti; b) sistemi di ranking delle offerte, con logiche esplicite e comprensibili; c) sistemi di identificazione degli utenti; d) sistemi per la gestione reclami: e) sistema convenzionato e riconoscibile per i pagamenti online, in particolare per i micro-pagamenti.” M.M e L.B. Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it Direzione Centrale Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università A cosa pensi quando leggi "sharing economy"? Ecco i servizi e le esperienze più citate: accoglienza ed ospitalità: couchsourfing, AirBnb, cohousing mobilità: BikeMi, Enjoy, Car2Go, BlaBlaCar, Uber spazi di lavoro: coworking e fablab comunità (legate a luoghi, pratiche o interessi): social street, spazi di mutuo soccorso, banche del tempo, biblioteche di condominio, bookcrossing utilizzo condiviso, riciclo e riutilizzo: piattaforme per favorire la condivisione di beni (LocLoc); mercatini dell’usato cibo: banco alimentare, gruppi di acquisto solidale, orti sociali, Gnammo crowdfunding e social lending: prestiamoci (prestiti peer to peer) progettazione condivisa: software open source e open hardware Non è un caso che i più citati siano i servizi legati ad accoglienza ed ospitalità, oltre che alla mobilità. Realtà come AirBnb, BlaBlaCar e Uber sono infatti ormai note non solo ad un pubblico di nicchia. Così come BikeMi, Enjoy e Car2Go sono entrati piano piano a far parte della quotidianità di molti milanesi. Significativo è però che questi servizi siano affiancati a pratiche anche più locali o “di quartiere”, dalla natura completamente diversa. Non mancano poi le indicazioni sugli ambiti in cui i servizi collaborativi sarebbero ancora più utili: è il welfare a farla da padrone (cercasi innovatori sociali che vogliano dare vita a servizi di assistenza per anziani e asili nei condomini). Tel. +39 02 884.48515-48517-48518 www.comune.milano.it