Certificati di malattia alla dimissione, Teruzzi (O.M. Monza) risponde

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Certificati di malattia alla dimissione, Teruzzi
(O.M. Monza) risponde a Corti (Fimmg
Lombardia): è obbligo di legge per tutti i medici
martedì 27 gennaio 2015 12.38 - Notizie
Caro Dr. Corti
viviamo in un sistema complesso e i medici e gli operatori sanitari tutti, amministrativi compresi, devono
fare i conti con tale complessità e nessuno può sottrarsi ad essa. Ciascun attore coinvolto nel sistema
sanitario é dotato di strumenti, che pur non perfetti ma sempre perfettibili, sono finalizzati al
funzionamento del sistema stesso. Ritengo sia dovere di ciascun singolo operatore coinvolto usare, e nel
modo migliore, gli strumenti disponibili per il funzionamento "buono" ovvero migliore possibile del nostro
apprezzabile sistema sanitario e di welfare.
Il tema della certificazione telematica di malattia mostra appunto uno degli aspetti disfunzionali pur in
presenza degli strumenti minimi necessari per una puntuale e ormai tecnicamente accessibile operatività
avendo già superato quella fase di rodaggio e messa a punto che qualsiasi nuova funzionalità sconta.
Allora, se dal punto di vista tecnico i problemi sono superati, occorre individuare il punto di debolezza della
certificazione telematica. Tale punto "molle" é rappresentato da quella parte di medici, inquadrati nelle
strutture ospedaliere, sia pubbliche sia private, che non fanno, quasi sempre in buona fede, le certificazioni
di malattia in fase di dimissione,
Mi piace qui ricordare che la certificazione di malattia è un obbligo di legge a cui é chiamato qualsiasi
medico iscritto all'albo, sia esso convenzionato, dipendente o libero professionista, ovvero non esiste una
esclusività.
L'omissione, come ribadito più volte nelle varie lettere di richiamo e non da ultimo dalla mia, comporta in
primo luogo un danno per il cittadino che si vede sottratto il diritto di avere la certificazione dal sanitario
direttamente responsabile di tale atto medico. Comporta un aggravio per altri medici che responsabilmente
suppliscono all'omissione, comunque sopportando un carico di responsabilità e di possibili conseguenze
negative. Rende meno efficace quell'obbiettivo di semplificazione che la legge sulla certificazione
telematica ha voluto introdurre burocratizzando ulteriormente la procedura. Espone i medici a conseguenze
sul piano disciplinare, sia dal punto di vista deontologico sia dal punto di vista dei contratti di lavoro. Può
comportare e ha comportato in alcuni casi danno economico per il cittadino che non si é visto riconoscere
alcune indennità e quindi esponendo di conseguenza i medici a possibili rivalse per danno. Inoltre, la non
corretta certificazione ha purtroppo condizionato errori da parte dei medici di assistenza primaria con
conseguenze sul piano civilistico e penale come tu hai ben sottolineato e come capitato a nostri sanitari.
Come accennato sopra sono convinto che la stragrande maggioranza dei medici ospedalieri cada in queste
mancanze in assoluta buona fede perché non correttamente informato da parte delle direzioni sanitarie e
amministrative. Va dato atto, al Direttore Generale Sanità della Lombardia e all'assessore Mantovani dello
sforzo, in diverse occasioni messo in atto nei confronti delle direzioni ospedaliere, affinché il personale
sanitario e amministrativo degli ospedali fosse capillarmente informato circa le procedure corrette.
Se le direttive vengono emanate ma non comunicate o soprattutto se comunicate
non verificato il loro recepimento nel destinatario, ecco che tutto diventa vano. Ritengo che qui giaccia il
problema principale: la mancata o scorretta comunicazione.
È preciso dovere di un ordine dei medici tutelare i diritti del cittadino e preservare i medici da errori in
particolare in questa contingenza che spesso vede la classe medica sottoposta a considerevoli accuse di
malpractice, spesso artate.
Tutti i medici del mio ordine ora conoscono la normativa perché da noi puntualmente informati, spero che
alle mie lettere le direzioni sanitarie vogliano dare riscontro anche se ormai é passato quasi un mese
dall'invio e ancore tutto tace.
Caro segretario, grazie della tua segnalazione che mi consente questa doverosa risposta e che contribuisce
alla risoluzione di un problema, che nella vera complessità del sistema é in definitiva abbastanza semplice e
alla portata.
Carlo Maria Teruzzi, presidente Ordine dei Medici di Monza Brianza
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