L`allarme di Prodi: vogliono cancellare la Costituzione
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L`allarme di Prodi: vogliono cancellare la Costituzione
5 6 LA COMPETITIVITÀ TRADITA Dopo sette ore, due interruzioni e un no della Lega il varo del governo. Intervista all’economista Faini IL CASO VENEZIA 9 771722 205202 50312 ALVPLQGBcafcacA CJDEDRDFDQ Cacciari oggi presenta il programma. Treu a Europa: i fattori locali non giustificano la scelta dei Ds di rompere la federazione S A B AT O 12 M A R Z O 2005 www.europaquotidiano.it Serve una forte 1 E A N A L I S I POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV.IN L. 27.02.2004, N.46) ART.1, COMMA 1, DCB ROMA A N N O L’allarme di Prodi: vogliono cancellare la Costituzione ROMANO PRODI III • N°50 • € 1,00 Il sequestro e il morto col cerino a una settimana gli alqaedisti di Libero capitanati dal ministro Castelli hanno sguainato le scimitarre al grido “Se l’è andata a cercare, è sua la colpa della morte di Calipari”; e sta montando l’offensiva per il superamento dell’unità nazionale, creatasi intorno al sequestro della Sgrena e alla morte del suo liberatore. L’unità nazionale va stretta agli alqaedisti, che solo dallo spirito di guerra civile traggono boccate d’ossigeno. Condividiamo l’indignazione del presidente di Reporter senza frontiere, Mimmo Càndito, per la «descrizione che si va facendo del reporter di guerra come d’un irresponsabile». ArriveremMonta mo non a ril’offensiva valutare l’emcontro l’unità bedded, ma alnazionale che l’esclusione della stampa si è creata sul dal teatro di guerra: con caso Sgrena sollievo di chi in quel teatro vuol avere mani libere, al riparo dall’opinione pubblica. Ma l’attacco alla Sgrena ha anche l’obbiettivo di chiudere la vertenza italo-americana offrendo alla nostra opinione pubblica una versione banalizzata della tragedia: gli americani non sapevano nulla, i servizi italiani hanno fatto tutto da soli, il riscatto è stato solo un pagamento di informazioni, la Sgrena si è aggirata troppo nell’inferno, Calipari è stato troppo imprudente, i soldati americani hanno sparato in assoluta scienza e coscienza. Parte di queste cose le ha già dette il comandante della seconda divisione Usa, parte le ha confermate alla procura di Roma il generale Mario Marioli che tiene i collegamenti con gli alleati a Bagdad. Alla fine il cerino acceso resta in mano al morto e alla comunista. Piacerebbe agli alqaedisti e anche a una possibile ragion di Stato. Che a noi sembra sragionare. Se infatti la commissione italo-americana dovesse concludere «siamo tutti in regola tranne il morto e la comunista», come ne uscirebbe il sottosegretario Letta, che ha parlato di perfetta intesa tra Palazzo Chigi, lo 007 e il Sismi? E come ne uscirebbe il capo dello Stato, che ha annunciato seduta stante la medaglia d’oro al valore? Il resto alla prossima puntata. Anzi, insinuazione. L’Unione condivide le preoccupazioni del leader. Referendum inevitabile D all’ordine del giorno del senato l’approvazione di un progetto di riforma costituzionale che cambia profondamente la nostra Costituzione. Il numero degli articoli coinvolti, la quantità di settori della Costituzione toccati, il contenuto delle modifiche sono tali da obbligare a dire che siamo di fronte a un mutamento radicale della nostra Carta costituzionale. Qualcuno anzi, anche con grande autorevolezza, ha parlato persino di una nuova Costituzione. La maggioranza intende dedicare all’esame e all’approvazione di questa modifica solo una quindicina di ore: un tempo che toglie oggettivamente ai senatori ogni possibiAbbiamo lità di discutere, apil dovere profondire, esaminare di reagire. compiutamente ciò che Non possiamo sono chiamati a votare. Dopo aver anticipatamenrinviare te chiuso la fase dell’esame al referendum in commissione ora la maggioranza pretende che l’aula del senato si trasformi in una pura macchina per votare. Questo è un comportamento così fortemente in contrasto con ogni regola e con ogni rispetto della sacralità che caratterizza la Costituzione, da obbligarci a porre a noi stessi un interrogativo gravissimo. In che paese viviamo? Qual è l’idea di Costituzione, di democrazia, di convivenza civile che hanno i parlamentari che sostengono questa maggioranza? Essi sono persone che, pur avendo idee politiche diverse dalle nostre, sono come noi, vivono accanto a noi, operano insieme a noi, hanno spesso toni garbati e modi civili, sanno l’importanza delle regole e i grandi valori in gioco. E dunque, perché si comportano così? Perché accettano di tenere comportamenti che, se dovessimo oggi leggerli sui libri di storia come accaduti in un’altra epoca, ci farebbero rabbrividire? E ancora, mi chiedo: cosa dobbiamo fare noi? Quali iniziative dobbiamo assumere per dire ai nostri cittadini cosa sta accadendo? Anni e anni di dibattiti sulle riforme costituzionali hanno fatto sì che l’attenzione su questi temi sia calata e la sensibilità della gente sia diminuita. Le difficoltà che il paese attraversa possono spingere molti a ritenere che vi siano cose più importanti delle regole costituzionali da tutelare e difendere. Che sia più importante guardare all’economia in frenata, alle tensioni internazionali, alle difficoltà quotidiane piuttosto che a dibattiti difficili su regole lontane. Noi sappiamo che non è così. Sappiamo che quello che si vuole fare mina alle fondamenta la nostra convivenza civile, mette in crisi la legalità costituzionale intesa come grande patto comune su cui si basa la convivenza della comunità. Sappiamo che proprio nell’anno in cui si celebra il sessantennale della Resistenza e della Liberazione dalle quali è sorta la nostra repubblica si vuole cancellarne di fatto il frutto più prezioso: quella Costituzione che da essa è nata e sulla quale abbiamo ricostruito il paese. Sentiamo che non possiamo tacere. Dunque, che fare? Quali iniziative dobbiamo assumere? Come dobbiamo richiamare l’attenzione di tutti su quello che sta accadendo affinché nessuno domani possa dire che non sapeva e non conosceva? E ancora: come possiamo prepararci alla prossima inevitabile battaglia referendaria? Quello che sta accadendo dimostra che la maggioranza intende andare fino in fondo nel suo tentativo di cambiare in solitudine e secondo logiche del tutto interne alla maggioranza stessa la nostra Costituzione, la Costituzione di tutti. Sappiamo dunque che sarà inevitabile per noi ricorrere al referendum, chiamare tutto il popolo a raccolta, chiedere a tutti un atto di orgoglio e, consentitemi, un atto di unione di tutti i cittadini di fronte a tanta protervia. Ma non possiamo rimandare a domani, alla inevitabile prova referendaria, la nostra più fiera opposizione. Abbiamo il dovere di reagire. SEGUE A PAGINA 7 Oggi su www.europaquotidiano.it N F O R M A Z I O N Il pericolo si chiama “premierato assoluto”. Reazioni scomposte dalla maggioranza risposta democratica È I n pericolo grave per la democrazia, il rischio della dittatura della maggioranza, anzi di una vera e propria “dittatura del premier”. Romano Prodi non ha usato mezzi termini, nel suo giudizio sulla riforma costituzionale, durante il vertice dell’Unione ieri al senato. E, le reazioni scomposte della destra lo dimostrano, ha colpito nel segno. L’Unione, mentre la prima lettura della riforma costituzionale si sta per concludere U 8 (rigorosamente entro Pasqua, come ha messo in chiaro il ministro Calderoli, minacciando l’uscita della Lega dal governo) ha deciso: nessuno deve poter dire, un domani, che non sapeva ciò che la destra sta facendo alla Costituzione. Quindi Prodi e il centrosinistra non perderanno occasione per lanciare l’allarme. In parlamento si farà tutto il possibile, che è poco: la riforma è blindata, e non resta che la mancanza del numero legale (messo a rischio soprattutto dal disagio dei senatori meridionali di An e Udc) per rallentarne l’iter. Ma di fronte agli italiani, l’Unione parlerà chiaro in difesa delle garanzie e delle regole democratiche: prima per far sapere cosa sta avvenendo in parlamento, soprattutto durante la campagna elettorale. E poi, per vincere il referendum. Anche nell’interesse della destra, che le prossime elezioni le perderà. A PAGINA 4 L’ E U R O P A D E L S A B AT O DIALOGHI LA FOTO DELLA SETTIMANA Magistrati, l’opportunità non basta. Meglio la legge Gad Lerner ed Edmondo Bruti Liberati si interrogano se sia giusto che un magistrato si candidi alle elezioni. È opportuno che una legge regoli con urgenza la materia. 10 CULTURA Con Florence e Hussein. A una settimana dal rilascio di Giuliana Sgrena, l’inviata di “Libération” Florence Aubenas e il suo interprete Hussein Hanoun sono ancora nelle mani dei loro Vincenzo Cerami e la “sindrome di Tourette” L’autore di “Un borghese piccolo piccolo” affronta lo “scostumato fastidio” dell’uomo moderno, ossia la “sindrome del cervello sbraitante” in una silloge di racconti edita da Garzanti. Scrive Walter Mauro. sequestratori. Ieri, con un collegamento tra Roma e il quotidiano parigino, dalle istituzioni riunite in Campidoglio per commemorare Nicola Calipari è partito un nuovo appello per la loro liberazione. Dopo oltre due mesi e un drammatico video, in cui la Aubenas implorava di essere salvata dal deputato Didier Julia, ieri il direttore Serge July è partito per Bagdad per «dare un contributo alle ricerche». (Ap) Chiuso in redazione alle 20,30 “Affari tuoi”? No, “suoi” (del premier) R O B I N Silvio, Paolo e Flavio Acquisizioni PAOLO GENTILONI n cima all’agenda del presidente del consiglio c’è il problema della competitività. Di Mediaset. Preoccupato dal declino (degli ascolti) e irritato per il dumping (Rai), Silvio Berlusconi è sceso di nuovo in campo. L’obiettivo? Riportare a casa Paolo Bonolis. A suon di miliardi. Mediaset, in una prima fase, ha smentito. Ma col passare dei giorni si è capito che è tutto vero. Il recupero di Bonolis è in corso e fa I parte di un più vasto programma teso a togliere ascolti alla Rai. Se non ci fosse lo zampino indecente del presidente del Consiglio, il quale si sarebbe addirittura speso per scoraggiare la messa in onda dell’Isola dei Famosi su Rai Due, si potrebbe dire che Mediaset fa il suo dovere. E che un po’ di competizione nel duopolio non guasta. Gli anni peggiori per la qualità televisiva sono stati infatti quelli della pace interna al duopolio. Ma la Rai? Come reagisce all’offensiva berlusconiana il vertice di Viale Mazzini? SEGUE A PAGINA 4 La destra abruzzese può tirare un sospiro di sollievo e mettersi il cuore in Pace. Il terzo polo lì non ci sarà. Il senatore dissidente con manie da presidente da ieri è sottosegretario. È un medico e andrà alla sanità. Del resto il premier lo sa: un sottosegretariato al giorno toglie il medico di torno. Il rapporto dell'African Commission presentato ieri da Blair (ing) @Video shock per la campagna contro le mine antiuomo (ing)@Parte a Ginevra il II Forum mondiale sull’acqua