Comunicare l`Italia in Europa. L`Europa in Italia
Transcript
Comunicare l`Italia in Europa. L`Europa in Italia
EVENTO ORGANIZZATORI LUOGO DATA E ORA RELATORI Comunicare l’Italia in Europa. L’Europa in Italia. La business community italiana a Bruxelles si confronta con i propri rappresentanti nelle istituzioni UE ANSA in collaborazione con il Parlamento europeo e l’Ufficio di Informazione per l’Italia Parlamento Europeo, Bruxelles 29 Giugno 2015, ore 18.00 - 20.00 Enrico TIBUZZI, Direttore Ufficio ANSA Bruxelles Sandro GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli affari europei; Davis SASSOLI, Vicepresidente del Parlamento europeo; Stefano BONACCINI, Presidente Regione Emilia Romagna; Amb. Stefano SANNINO, Ambasciatore Rappresentante d’Italia presso l’Unione europea; Antonio TAJANI, Vicepresidente del Parlamento europeo; Lisa FERRARINI, Vicepresidente per l’Europa di Confindustria; Francesco PIGLIARU, Presidente Regione Sardegna Luigi GAMBARDELLA, Vicepresidente di Telecom Italia per le relazioni con le istituzioni internazionali; Pasquale SALZANO, Direttore istituzionale del gruppo Eni In data 26 giugno 2015, l’agenzia di stampa italiana, ANSA, ha promosso una tavola rotonda volta a stimolare un confronto tra i rappresentanti degli interessi italiani a Bruxelles sul tema di una comunicazione efficace sull’Unione europea e verso l’Unione da parte dell’Italia. Un’attenzione particolare è stata posta sul ruolo dei media, soprattutto dei nuovi media, ma anche sul compito di un’agenzia di stampa quale ANSA nell’offrire un’informazione chiara e tempestiva su quanto avviene nella capitale europea e nelle sue sedi istituzionali. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli affari europei, Sandro Gozi, ha introdotto la discussione, ponendo l’accento sulle difficoltà di comunicazione in mancanza di un messaggio politico forte, impolitico o impopolare, e poco coerente con i valori fondamentali, quale spesso traspare dall’Unione europea. Gli addetti ai lavori contribuiscono, a loro volta, alla mancanza di chiarezza e correttezza dell’informazione, come nel caso della posizione europea sul controverso e sentito tema dell’immigrazione. I media hanno, infatti, una grande responsabilità, influenzando direttamente i cittadini e l’immagine che essi percepiscono delle istituzioni europee. A parte il ruolo dirompente dei nuovi media, centrale rimane la sostanza e l’oggetto della comunicazione, il quale tocca sempre più aspetti politici, e quindi, si configura come maggiormente conflittuale rispetto al passato. Una comunicazione imparziale ed efficace è senza dubbio uno strumento che contribuisce alla costruzione della fiducia reciproca verso e dell’Unione. Quest’ultima, d’altro canto, non può più essere definita come un solo utile vincolo esterno alle politiche nazionali, ma un prodotto di scelte negoziate e condivise. Il vicepresidente al Parlamento europeo, David Sassoli, prendendo parola, riporta l’esempio del poco chiaro e trasparente servizio d’informazione offerto ai cittadini sul tema TTIP - Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti. L’opinione pubblica non è così in grado di sviluppare un parere autonomo e accurato sulle decisioni prese a Bruxelles e sulla reale situazione, così come nel caso della crisi greca o della situazione dei profughi in Medio Oriente. Altro aspetto fondamentale è la conoscenza del funzionamento delle istituzioni europee, del decision-making process e del loro ruolo, la quale, da come traspare, è spesso superficiale. Una maggiore attenzione ai dettagli piuttosto che alla quantità rimane, dunque, auspicabile. L’intervento da parte del Presidente della Regione Emilia Romagna dà voce alle regioni, al livello istituzionale più prossimo al cittadino in termini di governance europea. Il Presidente Bocaccini ha rilevato la difficoltà nel spiegare le decisioni prese a Bruxelles ai cittadini, poiché spesso sono poco chiare le materie del contendere. La fragilità del sistema italiano, inoltre, non aiuta, nel momento in cui i temi europei sono spesso utilizzati in modo strumentale. Una comunicazione più efficace e corretta sulle competenze dei singoli layers agevolerebbe i cittadini a rapportarsi all’Europa. La necessità di chiarezza è stato un aspetto ripreso anche dall’Amb. Sannino, il quale ha riscontrato una disaffezione verso l’Unione europea, sempre più avvertita come matrigna, fautrice di decisioni imposte e poco condivise. L’Europa di oggi si configura, infatti, come meno attenta agli aspetti istituzionali, intesi come regole condivise per gestire la convivenza, ma più come un attore politico. La tutela delle norme rimane comunque un corollario al percepire l’Europa come un progetto comune. Comunicare l’Italia in Europa non è di secondaria importanza: credibilità, affidabilità, stabilità e prevedibilità, oltre ad una buona capacità informatrice, sono elementi imprescindibili per un attore che si vuole imporre a Bruxelles . Un discorso analogo è stato presentato dal vicepresidente Antonio Tajani sulla percezione dell’Italia in Europa. La poco chiara comunicazione contribuisce a incrementare un sistema che appare debole, poco efficace, frammentato e, quindi, non in grado di difendere i propri interessi. La mancanza di un coordinamento e di una strategia penalizza il Sistema Italia. Di contro, la riduzione del numero di corrispondenti da Bruxelles e la loro assenza durante il processo decisionale, vanificano la possibilità di esercitare un’attività di lobbying attraverso un’opinione pubblica matura e consapevole. Dal punto di vista delle imprese e del settore privato, il vicepresidente per l’Europa di Confindustria, Lisa Ferrarini, ha riscontrato una difficoltà a spiegare alle imprese italiane il valore aggiunto dell’Unione europea, la quale è ancora percepita come attore esterno al contesto nazionale. Sarebbe, invece, opportuno operare una spersonalizzazione nazionale, e sviluppare una coscienza regionale all’interno dell’Unione. In termini economici, l’Europa unita gioca un ruolo fondamentale, sia in termini positivi come nel caso TTIP, sia con ricadute negative, come nell’imposizione delle sanzioni alla Russia. In rappresentanza delle regioni italiane è intervenuto anche il Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, il quale ha ricordato come l’Unione europea è stata fondamentale nel radicare un’idea di mercato e una cultura della concorrenza nei Paesi membri. Per quanto riguarda la comunicazione, poca rilevanza è stata data ai fondi strutturali da parte dei media e all’utilizzo delle risorse per la coesione territoriale. L’approccio controfattuale alla valutazione degli effetti delle politiche pubbliche, su modello americano, è stato un ritardo europeo, recuperato nel programma di lavoro attuale (2014-2020). La divulgazione e l’informazione dell’efficacia delle policies rappresentano uno strumento utile che mette a disposizione un menù di politiche per tutti gli attori europei. Solo con la volontà politica e la sostanza, la comunicazione è efficace, ha affermato il dott. Luigi Gambardella, Vicepresidente di Telecom Italia per le relazioni con le istituzioni internazionali. Anche nel mondo della comunicazione si sta comunque assistendo ad un cambiamento di strategia che comporterà una svolta nello stesso sistema europeo. Bruxelles, 30 giugno 2015