Recuperati importanti opere originali

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Recuperati importanti opere originali
Recuperata da Italo Elmo l’acquaforte originale del 1766, riguardante la “Vera Immagine di Maria SS. del Buon Consiglio che si venera nella Chiesa dei PP Agostiniani di Genazzano”, incisa in
Ferrara da Giovanni Battista Galli1.
La dimensione dell’immagine è di cm 40 per 28 ca, mentre la dimensione del foglio, cm 45 per
34 ca. Le condizioni sono ottime a parte lievi pieghe e leggere macchie.
L’acquaforte in questione è appartenuta al noto bibliotecario-antiquario di Spezzano Albanese
(Cs), Giuseppe Nociti che ha operato prima a Bologna e poi a Milano.
E’ stata acquistata l’11 febbraio del 1977 da un collezionista che esponeva nel mercato di S.
Stefano della città di Bologna per una somma pari a un milione e seicento mila lire. E’ quanto emerge da un cartoncino manoscritto, allegato internamente nella parte posteriore dell’incisione, a firma
dell’antiquario suddetto.
Si tratta dunque dell’acquaforte originale del 1766, incisa in pochissime copie e non di una riproduzione moderna o fotoincisione.
In questo ultimo periodo, dopo aver rinvenuto la cartografia dei resti della “Cittadella” di San
Benedetto Ullano, risalente al 1601, con l’ubicazione del castello della contessa normanna Rocca,
figlia di Drogone d’Altavilla, un altro tassello prezioso si aggiunge alle ricerche compiute dallo studioso2 in questione, per la storia civile dell’illustre cittadina della media valle del Crati.
La “Vera Immagine di Maria SS. del Buon Consiglio ...”. Miniatura dell’acquaforte originale del 1766, incisa in Ferrara da Giovanni Battista Galli.
1. Noto incisore ferrarese di alcune piante della città e del territorio bolognese conservate nella Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna.
2. Dal 2011 al 2014, importanti sono stati i recuperi di alcuni dipinti, incisioni, disegni e mappe cartografiche
da parte di Italo Elmo:
a. Mappa cartografica di fine Cinquecento che riguarda in modo diretto le comunità italo-albanesi della
Calabria Citra sul finire del Cinquecento.
Si tratta di una mappa cartografica, datata 1601, dove compaiono per la prima volta, in Calabria Citra, ben
20 località italo-albanesi: Castroregio, Farneta, Platici, Fraseneto, Porcile, Civita, Lungro, Acquaformosa, S.
Basile, S. Jorio (S. Giorgio), S. Lorenzo, S. Soffia, S. Demitri con S. Adriano, La Macchia, Vacarizzi, S. Benedetto, La Rota, S. Martino, Cerzito, Cavallarizzo, Falconara e poi ancora Scarfizzi, S. Nicola de Laudo e S. Gio. de
Pallogorio nella Calabria Ultra.
La mappa dal titolo “Calabria Citra Olim Magna Graecia”, rinvenuta a Napoli, reca la data di pubblicazione
1601-1620, firmata dal noto grafico Giovanni Antonio Magini, dedicata all’Ill.mo Don Alfonso d’Este, Principe di Modena e Reggio.
La cartina, pubblicata in alcune edizioni specialistiche nel corso dei secoli, in dimensioni ridotte, non favori-
va una lettura semplice delle varie località. La particolarità e la preziosità della mappa rinvenuta, consiste proprio nelle sue dimensioni, pari a 2 metri e 56 centimetri per larghezza e 2 metri e 14 centimetri per
lunghezza, dove si possono leggere in bella evidenza, tutte le località della Calabria Citra;
b) Nr. 5. disegni del Collegio Corsini, tratti da alcuni fogli sparsi della Platea del Collegio di S. Adriano
“Platea dei fondi di qualunque specie di coltura colle rispettive piante topografiche, proporzionate secondo la
scala Geometrica…”26, fatta a richiesta del Monsignor Vescovo Bellusci, e redatta dal Regio Agrimensore ed
Architetto Angelo Staffa del Comune di Spezzano Albanese nell’anno 1821, nella seconda parte vengono esaminati anche i fondi rurali e rustici che possiede detto Collegio nel territorio di San Benedetto Ullano. Viene
illustrato dal punto di vista topografico anchela posizione del Seminario Italo - Greco Corsini, assunte da informazioni illustrative del1758, quanto venne redatta una Platea esistente nel periodo della presidenza di Mons.
Giacinto Archiopoli, oggi introvabile. Provenienza privata.
c) Circa un anno fa è stato rinvenuto un antico ricettario del 1788 appartenuti al Collegio Italo Greco
Corsini. Si tratta di ventidue pagine nel formato 19 x 26 cm., ornate e filigranate, contenenti una quarantina di
ricette, raccolte in vari casali in provincia di Calabria Citra dal Reverendo frate Padre Vincenzo Maria Gallucci
dell’ordine de’ Predicatori, Lettore nel Seminario Corsini in territorio di San Benedetto Ullano dall’anno 1750,
al tempo dell’Ill.mo Signor Nicolò De Marchis, Vescovo di Nemesi, Presidente del Collegio.
Vi sono annottate, in particolare, alcune ricette dei monaci e dell’Abate Maria Carbone, provenienti dal
Monastero basiliano di S. Adriano in San Demetrio, dei frati Domenicani di Firmo, dei monaci del Convento
di San Domenico in Altomonte; dei monaci di Santa Maria del Patire in Rossano; altre ancora, sono state raccolte in Acri, Bisignano, Cervicati, San Benedetto Ullano, Montealto, e così via. Provenienza privata.
d) Incisione in acquaforte di mons. Giacinto Archiopoli (Vescovo del Pontificio Collegio Italo-Greco
Corsini di Ullano (1757-1789). Il ritratto porta inciso la seguente scritta in lingua latina: “Hyacinthus Archiopoli Episcopus Pontificii Collegii Corsini Ullani italo-graeci (1757-1789)”. Ritratto disegnato e inciso in acquaforte e bulino, cm. 38 x cm. 51,39. Provenienza privata;
e) Copia del dipinto dell’Ill.mo et Rev.mo D. Gabrielis De Marchis Episcopus Tiberiopolensis (MDCCLXXV-MDCCCLVIII), abate commendatario di S. Adriano e poi vescovo di Tiberlopoli (1834-1858). Provenienza privata.
f) Rinvenuti anche le copie a stampa in carta filigranata del vestiario tradizionale di Castroregio (Cs), risalenti alla fine del Settecento e inizio Ottocento. Si tratta delle rappresentazioni grafiche settecentesche dei costumi popolari del Regno di Napoli e delle scene di vita quotidiana della comunità di Castroregio in Provincia
di Calabria Citra, disegnati e incisi all’acquaforte da Michela De Vito, nell’ambito del reportage grafico sulle vestiture del Regno ad uso della Real Fabbrica delle Porcellane di Capodimonte, fatta realizzare da Ferdinando IV.
La prima litografia riproduce l’acquarello di carta del Costume di Castroregio dal titolo “Donna del paese
di Castroregio provincia di Calabria Citra” di Michela De Vito, artista, dell’ 800 di un certo rilievo, figlia o sorella, non si sa bene, di Camillo De Vito, fecondissimo pittore di gouache, rappresentanti soprattutto vedute e
scene di costume di Napoli. Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX);
La seconda litografia riproduce l’acquarello di carta del Costume di Castroregio “veduta di spalle”, dal titolo “Donna del paese di Castroregio provincia di Calabria Citra” di Michela De Vito, Provenienza: Antiquario,
Napoli.
g) Non ultimo, l’unico disegno originale (non la copia stampata in
riproduzione) di Giorgio Castriota Scanderberg, risalente al 1916, a firma del noto storico-disegnatore di Vaccarizzo Albanese (Cs), Antonio
Scura (1872-1928), Il disegno prodotto in cartoncino spesso, misura
40 cm ca x 54 cm. Lo Scura fu maestro elementare, insegnante e Vice
Rettore del Collegio di “S. Adriano” di San Demetrio Corone. Poeta,
scrittore, pittore e cultore delle tradizioni arbëreshe, pubblicò nel 1912
a New York: “Gli Albanesi d’Italia e i loro canti tradizionali”. Provenienza privata.
A proposito del noto scrittore arbëresh, rinvenute anche sei splendide copie monocromatiche, stampate in carta filigranata dei disegni
del costume ordinario e di gala di Vaccarizzo Albanese (Cs), prodotti
nell’anno 1916 a firma di Antonio Scura, suddetto. Provenienza privata.
Disegno originale di Giorgio Castriota Scanderberg, risalente al 1916, a firma
del noto storico-disegnatore di Vaccarizzo Albanese (Cs), Antonio Scura (1872-1928)