cittadella - Parrocchie Cittadellesi
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OTTOBRE 2015 CITTADELLA Comunità Parrocchiali SOMMARIO PARROCCHIA DEL DUOMO Lettera di Don Remigio Preghiera a Maria Addolorata In pellegrinaggio a Chiampo Cittadella Ascolta Patronato Arte e storia: Giambattista Moratelli, un Arciprete di fine ’700 Chiesa dell’Ospedale di Cittadella: Immagini della Madonna in Ospedale Scout 2: Un nuovo anno Scout 4 - Il mio quinto (e ultimo) anno di reparto LETTURE 4 ottobre 11 ottobre 18 ottobre 25 ottobre 1 novembre pag. pag. pag. pag. pag. PARROCCHIA DEL DUOMO pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag.9 pag.16 pag.18 pag. 20 pag.21 22 22 23 24 25 PARROCCHIA DEL POZZETTO Ricominciamo: in cerca di perle preziose Campo diocesano San Benedetto: un anno dopo Dalla sagra all’ottobre missionario pag. 26 pag. 27 pag.27 PARROCCHIA DI SANTA MARIA Campane e Campanili A come Accoglienza Padre Carlo Scapini e le sue radici pag.30 pag.31 pag.32 PARROCCHIA DI SAN DONATO Lettera di Don Luciano Un grazie al Niger Domenica: il Giorno del Signore Pengiuns grest Ricordi dell’estate pag.33 pag. 34 pag. 34 pag. 35 pag. 35 PARROCCHIA DI CA’ ONORAI Campiscuola Giornata all’Expo di Milano pag.36 pag. 37 ASSOCIAZIONI Una proposta diversa pag.38 ANAGRAFE PARROCCHIALE pag.40 ORARI PARROCCHIALI pag.41 Il Bollettino consta di 10 numeri mensili per anno. Il costo di ogni numero è di 1 euro. Al fine di agevolare la distribuzione del bollettino, si propone di effettuare l’abbonamento annuo di 10 euro, o sostenitore 15 euro. Periodico mensile - Anno XLVII - n. 8 - Ottobre 2015 Direttore responsabile: Giovanni Tonelotto (cell.: 338 4981981 - e-mail: [email protected]) Iscr. Stampa Trib. Padova n. 1151/89 Impaginazione e stampa: Biblos Edizioni, via Pezze - www.biblos.it 2 LETTERA DI DON REMIGIO In questo mese riprenderanno gli incontri di catechesi per bambini e ragazzi dalla prima alla quarta elementare e per i loro genitori. Le altre classi (quinta elementare e medie), sia pure con qualche variazione, seguiranno il percorso più tradizionale. Gli incontri saranno, per tutti, momenti e occasioni di maturazione nella fede, nella carità e nella preghiera. A proposito di preghiera continueremo, un giovedì sera al mese, l’incontro che abbiamo chiamato MONACI IN CITTA’. Sì. “Monaci” che vivono nel mondo, ma che sentono il bisogno di ritrovarsi per ravvivare la fede. Daremo più spazio all’adorazione (magari riducendo i salmi a uno-due) e agli Angelus di Papa Francesco che ascolteremo con cuore aperto e riconoscente. È un incontro per TUTTI, in particolare per catechisti, membri del Consiglio Pastorale e per la gestione economica, animatori. Ma benvenuti a giovani, genitori, adulti … Abbiamo bisogno di pregare, di adorare, di ascoltare il vangelo e il commento del Papa. Ne abbiamo bisogno per imparare le cose “vere” e mettere un po’ in disparte le cose “nostre”. Non accontentiamoci di incontri “tecnici”, cioè di preparazione immediata di un incontro, di un evento. Generalmente corriamo troppo. Fermiamoci. Diamo più valore all’Adorazione al Santissimo di ogni giovedì. Riprenderò gli incontri su GLI ATTI DEGLI APOSTOLI, il libro che ci racconta gli inizi e lo sviluppo della Chiesa, in particolare attraverso le due grandi “colonne” degli apostoli Pietro e Paolo. Proporrò tre incontri al mese: due alla sera e uno il mercoledì mattina (ciascuno sceglierà quello cui gli è più facile partecipare). Sarà stupendo contemplare la trasformazione di Pietro e Paolo rispettivamente dopo la Pentecoste e dopo la Conversione sulla via di Damasco. Sarà stupendo “vedere” allo’opera lo Spirito Santo che ha guidato e guida la Chiesa dagli inizi fino ai nostri giorni. E allora celebreremo con particolare intensità la Giornata missionaria mondiale (quest’anno domenica 18 ottobre) giorno in cui il nuovo Vescovo, DON CLAUDIO CIPOLLA, inizierà ufficialmente il suo ministero-servizio pastorale nella nostra Diocesi. Per tutti questi motivi preghiamo con intensità la B. V. MARIA. Anche quello di ottobre è mese del Rosario. Chi può si trovi ogni tanto presso i capitelli. Chi non può faccia diventare questa preghiera più “familiare”, più presente nelle nostre case, adattandola, se necessario, all’età dei componenti la famiglia. vostro don Remigio 3 PARROCCHIA DEL DUOMO Date degli incontri di preghiera Monaci in città: Ogni terzo giovedì del mese • 15 ottobre • 19 novembre • 17 dicembre • 21 gennaio • 18 febbraio • 17 marzo • 21 aprile PARROCCHIA DEL DUOMO IN PELLEGRINAGGIO A “CHIAMPO Nella festa dell’Esaltazione della S. Croce, gli anziani della nostra Parrocchia si sono recati al santuario di Chiampo a meditare la “Via della Croce” e a porre sotto la protezione di Maria la loro vita, quella delle loro famiglie e di tutta la comunità. Date degli incontri su Gli Atti degli Apostoli: • lunedì 19 o venerdì 23 ottobre; • lunedì 16 o venerdì 20 novembre • lunedì 14 o venerdì 18 dicembre • lunedì 18 o giovedì 28 gennaio • lunedì 22 o giovedì 25 febbraio • lunedì 14 o giovedì 24 marzo • lunedì 11 o o giovedì 14 aprile - alla sera (20.45-22.00) - al mattino (9.30-11) dei mercoledì • 13 e 27 ottobre • 11 e 25 novembre • 9 e 16 dicembre • 13 e 27 gennaio • 10 e 24 febbraio • 9 e 16 marzo • 6 e 20 aprile PREGHIERA A MARIA ADDOLORATA Santa Maria, donna coraggiosa, anche nelle tre ore di agonia sotto la croce hai assorbito come spugna le afflizioni di tutte le madri della terra, prestaci un po’ della tua fortezza, alleggerisci le pene di tutte le vittime del dolore e conforta il pianto nascosto di tanti che vivono nella solitudine sotto il peso della croce. Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, guida i nostri passi, rincuoraci con il tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il peso delle 4 tribolazioni quotidiane, non con l’animo dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio. E se ci lasciamo abbattere dallo scoraggiamento perché non ce la facciamo più, mettiti accanto a noi, siediti vicino e ripetici parole di speranza. E allora confortati dal tuo respiro, ti invocheremo con la preghiera più antica che sia stata scritta in tuo onore: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”. Così sia. 5 PARROCCHIA DEL DUOMO CITTADELLA ASCOLTA 2015 - 2016 Il Coordinamento Pastorale Vicariale, su iniziativa dell’Ufficio Pastorale della Diocesi di Padova, propone alla Comunità cristiana nel periodo novembre 2015 – febbraio 2016 il progetto Cittadellascolta. Il tema analizzato sarà:“che male c’è?” “Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture”. La citazione tratta dal libro della Genesi, attraverso l’allegoria di Adamo ed Eva, cerca di fornire una spiegazione alla presenza del male nella vita dell’uomo. Si tratta di una scelta comune ai diversi testi sacri delle religioni monoteiste, che indica come il “male” ponga domande ineluttabili all’uomo. Nel tempo i frutti del male si sono trasformati sia da un punto di vista oggettivo, che soggettivo. Se infatti, “oggettivamente” si deve constatare come le conseguenze del male siano cambiate negli anni (si pensi ad esempio alla maggior complessità dei reati, alla mutazione delle malattie, all’evoluzione dello sfruttamento dell’uomo e della natura), anche ‘”soggettivamente” il modo di percepire ciò che sia sbagliato si è modificato. Enzo Bianchi afferma:”… C’è una specie di indifferenza che ci ha preso. Un’indifferenza al male. Non ci si scandalizza, non abbiamo l’indignazione dentro…”. La tendenza ad affievolire il “senso del male” è uno degli errori che più segna la vita contemporanea. Sì è disponibili a riconoscere, a scandalizzarsi per le manifestazioni più eclatanti di dolore, di malattia, di violenza. Si è giudici pronti nel rovesciare su altri peccati e censure, ignorando le 6 proprie responsabilità e difetti. Spesso si è attratti dalla spettacolarizzazione che i mass media propongono di fatti delittuosi. Il Male nasce dalla mancanza dell’ascolto della Parola, dalla scarsa considerazione dell’insegnamento della Chiesa, dall’ignoranza delle norme fondanti la vita dello Stato, dal rifiuto dei principi essenziali (per es.: la solidarietà, la responsabilità sociale, il rispetto, l’uguaglianza e la pari dignità tra gli uomini) che soli fanno emergere la qualità e la dignità umana nell’essere vivente, il quale altrimenti sarebbe solo un animale sottomesso all’istinto . Papa Francesco è esplicito: “Questa è una sfida bella: non lasciare mai che il male abbia l’ultima parola. È la speranza, lo sapete bene, questo grande patrimonio, questa “leva dell’anima”, tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie”. Cittadellascolta vuole accogliere la sfida lanciata dal Santo Padre per accompagnare la Comunità Diocesana e Vicariale in un percorso che identificando i frutti odierni del male, apra la via alle scelte più idonee ed attuali per un cammino di vera libertà dell’individuo. Un viaggio che possa essere utile per il credente e per chi abbia una visione diversa della realtà, in uno sforzo che veda entrambi accomunati in un reciproco sostegno verso una meta comune. La finalità è quella di fornire momenti di riflessione che amplino il pensiero e mettano in discussione le convinzioni e le certezze che ciascuno di noi possiede, così da rafforzarle o mutarle, dopo un processo di interiorizzazione e discernimento. Si auspica che l’intera Comunità del Vicariato sappia accogliere questa occasione come un dono, partecipando all’iniziativa e pregando perché la stessa raggiunga il suo fine. Cittadellascolta PARROCCHIA DEL DUOMO DOTT. FERRUCCIO de BORTOLI giornalista già Direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 ore. IL MALE D’EUROPA, TRA NAZIONALISMI E SOLIDARIETÀ 13 novembre 2015 Nato a Milano il 20 maggio 1953. È stato Direttore de Il Sole 24 Ore dal 2005 al 2009 e per due volte Direttore del Corriere della Sera, dal 1997 al 2003 e dal 2009 al 2015. É stato Presidente della casa editrice Flammarion S.A. e Vicepresidente dell'Associazione italiana editori. Attualmente è Presidente della casa editrice Longanesi, dell’Associazione Vidas, della "Fondazione Pier Lombardo - Teatro Franco Parenti" e della "Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus". É editorialista del quotidiano svizzero in lingua italiana Corriere del Ticino. DAMIANO TOMMASI Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori IL PALLONE MALATO 1 dicembre 2015 Nato a Negrar il 17 maggio 1974 è un calciatore italiano. Ha iniziato a giocare a calcio nel 1985. Nella stagione 1995-1996 ha contribuito alla promozione del Verona in Serie A. É stato uno dei centrocampisti di riferimento della Roma alla fine degli anni novanta e l’inizio degli anni duemila. Conta 25 presenze e 1 gol con la Nazionale italiana, con cui ha partecipato al Campionato mondiale di calcio 2002, conclusosi per gli azzurri agli ottavi di finale. Nel 2001 ha ricevuto il premio nazionale “Altropallone” per il suo impegno sociale. Dal 9 maggio 2011 Damiano Tommasi è al timone dell’Associazione Italiana Calciatori. PROF. ROMANO PRODI Presidente Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa IL MALE GLOBALE: CONFLITTO O COLLABORAZIONE TRA I POPOLI? 10 dicembre 2015 Nato a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1939. Ha studiato all’Università Cattolica di Milano, dove si è laureato cum laude nel 1961 in Giurisprudenza. Si è quindi specializzato alla London School of Economics. È stato visiting professor presso la Harvard University e presso lo Stanford Research Institute. É stato ordinario (1971-1999) di Economia e Politica industriale.Nel maggio 1996 e nel maggio 2006, è stato Presidente del Consiglio e nel marzo 1999 Presidente della Commissione Europea di Bruxelles. É autore di numerose pubblicazioni, l‘ultima delle quali è “Missione incompiuta Intervista su politica e democrazia”, Laterza, 2015. 7 PARROCCHIA DEL DUOMO PADRE, FRANÇOIS MARIE DERMINE Esorcista, docente presso la Facoltà Teologica dell’Emilia e Romagna IL DEMONIO, LA SUA ESISTENZA E LA SUA AZIONE. LA RISPOSTA DEL CREDENTE E DELLA CHIESA 15 gennaio 2016 Nato nel 1949 a Saint-Hyacinthe in Canada, vive in Italia dal 1972; ha ottenuto la cittadinanza italiana ed ha completa padronanza del francese, dell’italiano e dell’inglese. Ha conseguito la laurea in Storia e Scienze Politiche presso l’università McGill di Montréal. Licenza in Teologia nel 1981 allo STAB di Bologna con la tesi intitolata: Finitezza del conoscente e conoscenza dell’infinito. Dottorato in sacra Teologia conseguito nel 2000 alla Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) di Roma. É stato Priore presso il Convento Patriarcale e Basilica di S. Domenico - Bologna. È presidente nazionale del GRIS, Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa. DOTT. GHERARDO COLOMBO già Consigliere di Cassazione, Presidente Garzanti Libri ITALIANI, SUDDITI O CITTADINI? LA TIRANNIA DELLA CORRUZIONE 16 febbraio 2016 Nato a Briosco (MI) il 23 giugno 1946. entra in Magistratura nel ‘75, Dall’89 al ‘92 è consulente per la Commissione Parlamentare di Inchiesta sul terrorismo in Italia, e dall’89 al ‘93 è consulente per la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla mafia. Dal 1989 è Pubblico Ministero presso l’Ufficio del Procuratore Generale di Milano. Fondamentale il suo contributo alle indagini e ai processi nell’ambito dell’operazione “Mani pulite”. Nel marzo del 2005 è stato nominato Consigliere presso la Corte di Cassazione. Ha ricevuto il Premio Nazionale Cultura della Pace 2008. É autore del libro “Lettera a un figlio su Mani Pulite”. 8 PATRONATO PIO X PATRONATO PIO X CAMPISCUOLA ACR: COSTON 2015 Come ogni anno anche quest’estate molti bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni hanno partecipato con entusiasmo ai campiscuola Acr al Rifugio Coston nel mese di Luglio. I primi a partire sono stati i piccoli di 1ˆ-2ˆ-3ˆ elementare nel week end dal 3 al 6 luglio. Il camposcuola aveva come filo conduttore le vicende dell’orsetto Paddington sulle quali sono state costruite alcune attività riguardanti i temi della conoscenza e del rispetto del prossimo e dell’importanza della collaborazione con gli altri. Come di consueto, l’ultimo giorno di camposcuola ha coinvolto anche i genitori dei bambini per condividere le esperienze fatte nei giorni precedenti e per trascorrere una giornata di festa in compagnia. Nelle settimane successive, si sono susseguiti i campiscuola di 4ˆ-5ˆ elementare, 1ˆ media e 2ˆ media dal titolo “LIFE-una vita da creare!”. Nel corso dei campiscuola i bambini e i ragazzi hanno avuto la possibilità di trattare il tema della Creazione, attraverso giochi e attività nuove e originali. Le tematiche affrontate hanno riguardato il rispetto per il Creato e il rispetto per la ragazzi di 1^, 2^ e 3^ elementare diversità degli elementi e delle persone che lo compongono, stimolando i ragazzi a porsi delle domande sul fenomeno della creazione e sulle differenze tra i punti di vista scientifico e religioso. Inoltre, i ragazzi sono stati portati a riflettere in modo profondo su quale sia il loro posto nel mondo e quali possono essere i gesti concreti che ognuno può fare per renderlo un posto migliore. Infine, il camposcuola dei ragazzi di 3ˆ media dal titolo “Comun-i-c@re” era basato sul tema della comunicazione e, in particolar modo sui diversi modi di comunicare. I ragazzi, infatti, sono stati coinvolti in numerose esperienze che li hanno portati a riflettere su come si possa comunicare qualcosa di se stessi con il proprio corpo, con i mezzi virtuali, con le parole o con la musica. Ma anche come comunicare con chi ci sta intorno, accogliendo il prossimo e rispettandolo e, in particolar modo le diverse modalità di comunicare Gesù e con Gesù attraverso la sua Parola. Nel corso di tutti i campiscuola non sono mancati i momenti “forti” come la giornata delle confessioni, le Celebrazioni e ragazzi di 4^ e 5^ elementare ragazzi di 1^ media la veglia alle stelle, che hanno permesso ai ragazzi di ricavare un po’ di tempo per se stessi e di curare più attenzione il loro rapporto con Dio. Tutti i campiscuola sono stati quindi delle esperienze intense e divertenti, ma anche profonde e formative, che hanno permesso a bambini e ragazzi di affrontare alcuni argomenti da un nuovo punto di vista e di approfondire temi importanti che caratterizzano la loro vita. Gli animatori ACR ragazzi di 3^ media ragazzi di 2^ media 11 PATRONATO PIO X CAMPOSCUOLA …ISSIMI: CHE SAPORE HA LA FELICITA’? In un’epoca e soprattutto in una cittadina intrappolata nelle proprie abitudini, quest’anno il camposcuola Giovanissimi, dalla 1^ alla 4^ superiore, ha voluto rivoluzionarsi, salutare le tanto frequentate mete passate, per aprire una nuova strada: il camposcuola al mare, precisamente a Torre Pedrera, poco distante da Rimini. Una novità per tutti, per gli ottantasei animati e per gli undici animatori, una sfida da vincere in cinque giorni, dal 25 al 30 luglio di questa caldissima estate ormai finita. Secondo me ce l’abbiamo fatta, e adesso proviamo a raccontarvelo. Dopo una temibile alzataccia, chi più e chi meno sveglio, siamo partiti, carichi di valigie ed entusiasmo, con un obbiettivo: scoprire cos’è la felicità, la felicità quella vera!, cercarla, e magari pure trovarla. Sì perchè al giorno d’oggi veniamo messi davanti a fonti di felicità falsa, fugace, temporanea, che non lascia nulla di più di qualche apprezzamento virtuale o qualche euforia momentanea pronta a spegnersi con un battito di ciglia o con un click. Quanto è difficile prendere una posizione, e perseguire su quel cammino, senza farsi influenzare dai più grandi, da quelli considerati “in” rispetto a noi che siamo “out”. Questo lo sanno bene gli ospiti 12 della comunità di recupero per ex tossicodipendenti di San Patrignano, luogo che abbiamo visitato tutti insieme in una giornata, e che ha decisamente lasciato grandi impronte su di noi: siamo stati proprio schiacciati dalla potenza e dalla concretezza disarmante delle testimonianze che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare, in silenzio, un silenzio profondo e attento come quello che tutti i ragazzi del posto quotidianamente rispettano per dieci secondi, prima di mangiare. Tre battiti di mani e un’intera sala piena di gente pronta a pranzare o a cenare si alza in piedi, e viene avvolta da questa assenza di parole durante la quale ognuno è libero di pensare a ciò che vuole, ai propri cari, a Dio, a se stesso, al proprio cammino e alla propria meta. Che sia questo il simbolo migliore per rappresentare questo camposcuola? Sono stati solo cinque giorni, una piccola parentesi di silenzio, di distacco dalla quotidiana realtà, per riflettere su un tema più grande di noi: la felicità, la ricerca principale di ogni uomo, questo sentimento, questa sensazione, questa realtà così difficile da trovare e da custodire, e perchè no anche da condividere. Condividere, donarsi, aiutare, questo è stata anche l’esperienza in Caritas a Rimini per i trenta ragazzi di 3° e 4° superiore che ad ogni pranzo e ad ogni cena prendevano il treno e si dirigevano verso la Caritas a donare un po’ di quella felicità tanto cercata a chi è meno fortunato di noi. Ogni giorno ad accoglierci con un sorriso c’erano sempre Alice ed Alessandro che ci dividevano in gruppi e ci assegnavano i vari servizi. Ogni mattina i 6 posti destinati al giro nonni erano sempre i più ambiti: chi faceva questo tipo di servizio prima preparava i pasti destinati agli anziani e poi con i volontari andava casa per casa a portar- PATRONATO PIO X glieli. Siamo stati molto felici di essere riusciti a portare il pranzo anche a coloro che fisicamente non riescono a raggiungere la Caritas e ci è rimasto dentro soprattutto il momento in cui dovevamo continuare il giro e quindi salutarli perché abbiamo capito che, oltre ad un pasto caldo, questi “nonni” hanno soprattutto bisogno di compagnia e di qualcuno che ascolti le loro storie e che il tempo che potevamo trascorrere con loro sarebbe stato sempre e comunque troppo poco. Un altro servizio a cui tutti puntavano era quello al Centro d’Ascolto perché ci permetteva di entrare in contatto diretto con tutte le persone che vengono a chiedere aiuto. Ascoltare le storie di ognuno c’ha arricchito e c’ha fatto capire che i bisogni possono essere diversi: c’era, infatti, chi aveva bisogno di alloggio, chi di mangiare, chi dei vestiti o chi solo di farsi una doccia. Chi di noi, invece, ha fatto servizio mensa/ cucina ha preparato tutto il necessario per il pranzo della giornata e, i ragazzi che erano in mensa nello specifico, hanno avuto l’occasione di incontrare chi veniva a mangiare e hanno notato che le persone che accedono al servizio sono le più disparate: giovani, coppie, famiglie, extracomunitari, ma anche italiani. Non ci aspettavamo che le persone ci ringraziassero per quello che stavamo facendo, ma ricevere un “grazie” ed un sorriso ha ripagato tutte le fatiche della giornata. Alla fine di questa settimana ci portiamo a casa tanti volti, tanti sorrisi e anche qualche energia in meno che però è stata ripagata dalla soddisfazione di aver migliorato, nel nostro piccolo, la giornata di coloro che ne avevano bisogno. Il nostro è stato un servizio gratuito ricompensato da mille emozioni e sensazioni che solo un’esperienza di questo tipo poteva darci. Non è mai facile guardare più in là, aprire i propri orizzonti e mettersi alla prova, mettersi in gioco mostrandosi per ciò che si è veramente...l’abbiamo fatto in piccolo, tra giochi, attività, preghiere e servizio, il tutto elegantemente mixato con pomeriggi in spiaggia e in piscina, ma speriamo con tutto il cuore che sia servito, che possa essere stato un trampolino di lancio che permetta a tutti di mettersi alla ricerca di questo bene così prezioso, che da cristiani abbiamo la fortuna di poter ritrovare in Dio e nel suo sostegno prima di tutto. Gli animatori e …issimi 97/98 13 PATRONATO PIO X PATRONATO PIO X JOBBIAMO... E NON SOLO!!! No, “Jobbiamo” non è un nuovo verbo da inserire nei vocabolari della lingua italiana, bensì un progetto promosso dalla Parrocchia, insieme al Comune di Cittadella e a due associazioni del territorio, Welfarelab e Time To Talk, sulla scia del progetto Policoro della Conferenza episcopale italiana. L’idea non è meramente quella di trovare lavoro ai nostri giovani, non siamo un’agenzia interinale, ma coinvolgerli in esperienze di utilità sociale, per lo più educative e in un percorso formativo e di tutoraggio individuale che accompagna in un processo di riscoperta di opportunità lavorative alle volte sottovalutate, come quelle legate al tempo libero e alla formazione dei giovani. Jobbiamo è stato pensato perché i giovani coinvolti siano parte attiva del progetto, ed è una sfida, un prendersi a cuore il problema giovanile della disoccupazione: i giovani vanno valorizzati e hanno bisogno di sentire che sono capaci di mettersi in gioco. Se si valorizza una persona/un giovane, lo si fa sentire vivo e questo è Vangelo. Non c’è quindi solo un discorso sociale, ma anche l’aspetto di evangelizzazione del lavoro quotidiano, altrimenti “Jobbiamo” diventa un’azione simile a quelle messe in atto da altri enti/agenzie. Tutti hanno diritto a mettersi in gioco, intrecciare nuove relazioni e vivere nuove esperienze. Dopo la selezione per ragazzi dai 18 ai 35 anni, svolta da una commissione che ha visto la presenza anche di un incaricato del Comune, una trentina di giovani risultati idonei suddivisi in diverse équipe a seconda del progetto educativo che andranno a seguire, si stanno incontrando con il referente per la parte organizzativa ed educativa (dell’associazione Time To Talk) per l’organizzazione del progetto stesso. L’attività è svolta per metà a titolo gratuito 14 e per metà con un compenso forfettario: il volontariato è una forma di apprendimento di competenze trasversali e permette di creare relazioni importanti. Oggi le alleanze sociali sono basilari, molto spesso il lavoro si trova grazie a conoscenze personali. Il progetto ha poi un duplice aspetto importante: non solo, infatti, si dà la possibilità ai giovani di svolgere un lavoro e mettere da parte dei soldi, ma si offre un servizio anche alle famiglie nella gestione dei propri figli al pomeriggio, contando su uno spazio sicuro, il patronato Pio X. Jobbiamo prevede l’attivazione di laboratori, come spazi di studio e condivisione per gli studenti delle superiori, animazione in patronato o attività più manuali come giardinaggio, lavori artigianali o domestici o d’ufficio, ecc. CITTADO’...TRA IL “FARE” E LO “STARE” Dall’8 al 20 giugno un gruppo di animatori del patronato, con la guida della cooperativa AnimaGiovane di Torino, ha realizzato un progetto con il patrocinio del Comune di Cittadella. Si trattava di animazione itinerante per adolescenti, un’occasione per ragazzi dai 15 ai 20 anni di stare insieme e mettere in comune i propri talenti e le proprie passioni. Una delle animatrici ne parla così... CittAdò è stato un “esperimento”, ma non è stato proprio niente male! Si trattava di animazione di adolescenti e fin qui niente di nuovo...credevamo! É da diversi anni che ho abbiamo a che fare con gli adolescenti, ma non così: di solito ci occupavamo di quelli della parrocchia, che in qualche modo hanno già un certo “stile”: ragazzi e ragazze che scelgono di venire ai gruppi di A.C. e che quindi hanno un determinato orientamento, magari blando, derivato dalla famiglia, ma ce l’hanno. Questa esperienza per noi è stata una sorta di evoluzione: andare incontro anche a Da ottobre si partirà con le prime attività: “Libero il tempo”, che prevede l’animazione del sabato pomeriggio e sera e della domenica pomeriggio per diverse fasce d’età; “Labo-creando”, laboratori ideati e pensati per i ragazzi delle superiori; “Patro-movie”, con film al mattino per mamme che possono portare anche bambini in età prescolare, alla domenica pomeriggio per ragazzi e famiglie, ed il venerdì sera per adolescenti, giovani ed adulti… La Parrocchia è una realtà viva e quindi non può staccarsi dalla quotidianità e da quello che sta succedendo nella nostra società… Jobbiamo è un modo, non l’unico, per essere comunità. Vi aspettiamo in Patronato… ogni giorno sempre di più, casa per tutti… L’équipe “JOBbiamo Cittadella Cittadò in piazza Scalco quelli che sono più lontani senza espliciti messaggi da portare. Mettersi maggiormente in gioco, adattarsi al loro modo di fare, stare semplicemente con loro. Questa forse è stata la cosa più bella: CittAdò non lo puoi raccontare basandosi solo sul “fare”, con un elenco di attività e iniziative strutturate. Quelle ci sono state, ma la parte migliore era incontrare i ragazzi: giocare con loro a calcio balilla o a palla-volo, chiacchierare con loro e ascoltare le loro storie. Non ci siamo sempre sentiti all’altezza: nonostante diversi anni di esperienza temevamo di sbagliare, di non sapere come comportarci per sostenere il “ruolo”. Per fortuna durante la preparazione ci era stato detto di essere “come siamo, di essere noi stessi” di non cercare di attirare i ragazzi con entusiasmi forzati, né di sentirci investiti di chissà quale compito... Dunque ci sono limitati ad esserci per loro e con loro e a dare il meglio di noi. Non è stato sempre facile, ma assieme agli altri amici del progetto ci siamo sostenuti, confrontati, abbiamo anche visto piccoli miracoli nelle vite di quei ragazzi, che (ancora una volta lo abbiamo sperimentato) hanno bisogno soprattutto di sentirsi accolti e ascoltati così “come sono”. 15 PATRONATO PIO X LA “VOCE” DEI PROTAGONISTI: CittAdò è stata un’esperienza del tutto nuova nel comune di Cittadella, che ha portato sempre più ragazzi all’interno del patronato. Coinvolgendoli in tornei di diverse discipline, caccie al tesoro in giro per la città, serate con musica, contest di skateboard e abbuffate di panini onti in compagnia. Secondo me ha aiutato molto a rafforzare i rapporti tra le persone e a crearne di nuovi. Sicuramente da rifare e portando sempre più gente, così da far diventare il tutto una grande festa per iniziare l’estate alla grande. (Alberto) Per me CittAdò è stata una esperienza unica. Poter cantare su una piazza che ho sempre sentito mia, ma che non ho mai avuto l’opportunità di farla mia, è stato qualcosa di indescrivibile. Portare l’arte di strada dentro le mie mura, oltre che un sogno che si realizza, è una magnifica vittoria per me, per Cittadella e tutta la sua gente. CittAdò ha reso possibile ciò che poteva sembrare impossibile e tutto ciò deve essere solo l’inizio di altre vittorie da gustare con i ragazzi, ragazzi che in CittAdò ed in Cittadò in piazza Pierobon 16 Don Andrea possono trovare dei validi alleati. Devo un grazie per l’opportunità datami, un grazie infinito. (Youssef – Fake) CittAdó l’ho vista come un’esperienza assolutamente positiva, che ha movimentato Cittadella e che ha riunito i giovani di questa città. Ho notato una grande voglia di fare e di sperimentare sempre nuovi modi per divertirsi dalle attività sportive, musicali a quelle artistiche; abbiamo fatto skate, giocato a pallone, a calcetto e con grande disponibilità da parte del don abbiamo addirittura ridipinto il muro del patronato con dei stupendi graffiti! Ma non ci fermiamo qui perché le attività erano no stop dalla mattina fino alla sera dove in piazza organizzavano serate per noi giovani... PER NOI GIOVANI è proprio questo quello che mi ha colpito!...ormai a nessuno importa di noi giovani tanti adulti hanno da pensare a fatture, tasse, bollette, lavoro ecc.. e ci lasciano da parte... CittAdò invece puntava proprio a questo: a fare divertire noi! Vorrei ringraziare tutti gli organizzatori, gli animatori, don Andrea e chi ha collaborato senza mai fermarsi davanti alle difficol- PATRONATO PIO X tà per portare a termine questo progetto! Grazie CittAdò! (Stefano) Uno dei graffiti realizzati dagli artisti CittAdò su un muro all’interno del Patronato Per me CittAdò è stata un’opportunità di crescita. Grazie alla disponibilità datami dal patronato Pio x di Cittadella e alla pazienza di vari educatori, tra l’altro provenienti da diverse parti dell’Italia, ho potuto fare ciò che più mi piace in totale libertà. Don Andrea ci ha dato la possibilità di dipingere a spray alcuni muri esterni del patronato, in questo modo sono riuscito a migliorare la mia tecnica, confrontandomi con miei coetanei e altri ragazzi di varie età. Questo progetto mi è particolarmente piaciuto perchè ha dato spazio a noi giovani e alle nostre passioni, anche quelle più “strane”, incoraggiati sempre e comunque a fare del nostro meglio. Sono molto contento e mi ritengo fortunato di aver avuto la possibilità di partecipare a questo tipo di attività e spero ci siano altre occasioni di partecipare a progetti simili. (Federico) CittAdó per me è stata un’esperienza molto importante e a dire la verità mi sono divertito davvero molto grazie alla collaborazione dello staff che si è presentato molto disponibile nei nostri confronti per aiutarci ad esprimerci in quei giorni. Grazie a questo progetto siamo riusciti a dimostrare come le arti di strada, che sono sottovalutate e mal viste, riescano a intrattenere la gente come in quella sera in centro Cittadella. Volevo ringraziare tutti gli organizzatori, lo staff e soprattutto il don che è riuscito ad introdurci a questa esperienza molto interessante e istruttiva. (Filippo) CittAdò per me è stata un esperienza unica ed indimenticabile grazie allo staff con cuoi ho legato velocemente e grazie anche alla loro disponibilità ad ascoltare me, ma anche altri ragazzi e quindi a renderli partecipi di questa iniziativa che sarebbe bello riproporre. Un ringraziamento va anche a Don Andrea perchè senza lui non avrei avuto la possibilità di avere un posto dove poter praticare un’arte di strada (writting) che è ancora ai giorni nostri un movimento visto con disprezzo. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno permesso di realizzare questo progetto. (Lorenzo) Graffiti realizzati dagli artisti CittAdò sui muri all’interno del Patronato 17 ARTE E STORIA ARTE E STORIA GIAMBATTISTA MORATELLI, UN ARCIPRETE DI FINE ‘700 (II parte) 1 Come accennato in precedenza , nel no- menico Cazzavillan, Marcantonio Corizzati, vembre 1763 il cardinale Antonio Maria Alvise Dall’Acqua, Giovanni Dal Pozzolo, Priuli, vescovo di Vicenza, nominava Giam- Giacomo Facco, Giuseppe Mantoa, Antobattista Moratelli arciprete di Cittadella e nio Miazzi, Gianmaria Pasinato, Giambatticiò sembra essere confermato da un’anno- sta Pavin, Pietro Maria Piccoli, Gianfrancetazione apposta sulla copertina di un regi- sco Pulitta, Alfonso Smania. stro parrocchiale: il Moratelli “Arciprete […] Ma una delle maggiori benemerenze del <è> venuto alla residenza il giorno dei 6 di Moratelli è l’aver dato il via alla costruzione novembre del 1763”2. dell’attuale Duomo in sostituzione di quelTuttavia un altro registro attesta che egli lo vecchio ormai cadente. I lavori iniziarono aveva iniziato la sua opera pastorale da infatti nel dicembre 1775, anche se vennero alcuni giorni prima e cioè almeno dal 26 poi sospesi per quasi un decennio a cauottobre quando, in qualità già di arciprete, sa di una lite4 con la famiglia proprietaria aveva congiunto in matrimonio i cittadellesi di parte del terreno su cui doveva sorgeGirolamo di Giovanni Maria Panza con Gio- re la chiesa. Ripresi i lavori nell’estate del vanna di Antonio Tombolan, nonché Fran- 1785, ancora grazie al Moratelli, la fabbrica cesco del fu Girolamo Silvello di Fontaniva del Duomo era destinata a continuare per con Elisabetta di Antonio Baggio “nativa oltre un secolo, ma questa è un’altra storia della Rosà, ma dalla sua tenera età di que- da raccontare5. sta <parrocchia>” 3. Riguardo invece alle attività proprie dell’arContinuando nella consultazione dei regi- ciprete (quali la sorveglianza e la direzione stri dell’anagrafe parrocchiale (battesimi, del clero, il mantenimento e il rafforzamenmatrimoni, defunti) nel corso dei quasi 35 to della fede cattolica, l’insegnamento della anni passati a Cittadella, risalta una quasi dottrina cristiana, la buona tenuta dei luocostante presenza del Moratelli nelle in- ghi e degli arredi sacri) le migliori informacombenze di annotazione apparentemen- zioni si possono ricavare dalle visite pastote solo fredde e burocratiche, ma del tutto rali effettuate dai vescovi vicentini. Il primo insostituibili ai fini storici. E in tale lavoro ad arrivare fu il vescovo e nobile veneziano egli fu coadiuvato da diversi cappellani tra i Alvise Maria Gabrieli. Egli giunse a Cittaquali, nel corso degli anni: Pio Busato, Do- della il 22 settembre 1781, accolto dall’arciprete e accompagnato in chiesa al suono delle campane e degli inni dei cantori. Al 1 Vedi la I parte in Bollettino Parrocchiale agostoVespero il vescovo interrogò i fanciulli e le settembre 2015. fanciulle cittadellesi sulla dottrina cristia2 Così in Archivio Parrocchiale del Duomo (APD) nel na, rimandando al giorno seguente il resto “Libro dÉ morti dal giorno 6 novembre 1763 sino al giorno 3° del mese di maggio dell’anno 1790”; pro- della visita. Il 23 settembre consacrò calici babilente è da questa annnotazione che Gisla Fran- e patene, disse messa all’altare maggiore, ceschetto ha tratto la data del 6 novembre come data di inizio dell’arcipretato. 3 APD, “Liber matrimoniorum ecclesie Sanctorum Prosdocimi & Donati Cittadellae ab anno 1751 usque annum 1806”, sotto la data del 26 ottobre 1763. Subito dopo, il 3 novembre, univa in matrimonio Giacomo di Domenico Zago di Casale <sul Sile> (TV) con la cittadellese Domenica di Giuseppe Zordan. 18 4 Nulla di nuovo sotto il sole! 5 Tra i contributi per la storia del nostro Duomo raccomando per completezza documentaria Stefano Tosato, Duomo e Torresino: vicende architettoniche, in Storia di Cittadella. Tempi, spazi, gerarchie sociali, istituzioni, a cura di Lino Scalco, II parte, pp. 269308, Comune di Cittadella 2007. AD IMPERITURA MEMORIA DI GIAMBATTISTA FIGLIO DI ALBERTO MORATELLI DA NOVENTA VICENTINA, UOMO INSIGNE PER RELIGIONE, DOTTRINA, PRUDENZA, AFFABILITA’ E BENEFICENZA, CHE ANTONIO MARIA PRIULI CARDINALE DI SANTA ROMANA CHIESA, VESCOVO DI VICENZA, A BENEFICIO DEL PUBBLICO NOMINO’ ARCIPRETE DI CITTADELLA. VISSE 75 ANNI, 9 MESI E 3 GIORNI, CARO A TUTTI. MORI’ IL PRIMO MAGGIO 1798, DOPO AVER SVOLTO IL SUO UFFICIO PER 35 ANNI IN MODO INTEGERRIMO. I 4 FABBRICIERI, LASCIATI NEL LUTTO E NELLE LACRIME, ALL’UOMO INCOMPARABILE, DELLA SUA CHIESA E DEI SUOI CONCITTADINI PIU’ CHE BENEMERITO, FECERO CIO’ IN SEGNO DI PIETA’. Traduzione della lapide Duomo di Cittadella, Cappella dell’Adorazione: Lapide funeraria di mons. Giovanni Battista Moratelli (foto a cura di Giancarlo Argolini) benedisse l’acqua del fonte battesimale, ispezionò l’altare maggiore curato dalla confraternita del Santissimo Sacramento e gli altari minori dedicati a: S. Luca, S. Felice da Cantalice, S. Maria vergine “a partu” e S. Anna, SS. Pietro e Paolo, SS. Girolamo e Filippo Neri, Madonna di Loreto, S. Valentino, S. Giovanni Battista, S. Sebastiano, S. Antonio abate, S. Caterina, Madonna del santissimo Rosario6 tutti curati dalle varie confraternite cittadellesi. Risultano inoltre presenti 7 confessionali, dei quali tre riservati agli uomini. Il campanile e la sacrestia sono ugualmente visitati; in quest’ultima sono conservati i libri parrocchiali e le reli6 Ad eccezione dell’altare maggiore, definito nella visita come quello della “ecclesia nova”, gli altri altari erano quelli della chiesa vecchia. quie che vengono singolarmente elencate7. Nei giorni successivi il Gabrieli, assieme al conte vicentino Orazio Branzo Loschi, predecessore del Moratelli nell’arcipretato e in quel momento vicario vescovile, visitò gli altri luoghi di culto cittadellesi: le chiese di S. Maria del Torresino, S. Maria degli Eremitani (in Borgo Bassanese), S. Maria della Disciplina detta “del Carmine”; il convento di S. Francesco; il monastero delle Cappuccine (in Borgo Padovano); l’oratorio di Ca’ Nave; la chiesa di S. Donato “que olim erat ecclesia parochialis”8. La visita si concluse il 29 settembre e di essa fa fede una particolareggiata relazione degna di migliore attenzione. Una ulteriore visita ebbe luogo nel 1793, a cura del vescovo Marco Zaguri, accolto pur esso dal Moratelli alle porte della nuova chiesa parrocchiale, ora effettivamente in costruzione. Ma, ancora pochi anni e Giambattista Moratelli lasciava questo mondo terreno, compianto da tutto il popolo cittadellese e sepolto nella sua e nostra chiesa9. Luigi Sangiovanni 7 Rinvio ad un prossimo articolo le vicende delle reliquie del Duomo. 8 “Che era un tempo la chiesa parrocchiale”. 19 CHIESA DELL’OSPEDALE CHIESA DELL’OSPEDALE IMMAGINI DELLA MADONNA…IN OSPEDALE! Il mese di ottobre, per tradizione, è uno dei due mesi, assieme a maggio, dedicati alla Madonna, con l’impegno della recita del Santo Rosario. Con questo articolo Vi presentiamo quattro immagini su tavola – legno e tela presenti nella Cappella dell’Ospedale, che rappresentano la Madre di Dio. LA MADONA DEL CONFORTO Entrando in portineria, prima di imboccare il lungo corridoio che immette nella zona reparti, lo sguardo è attratto da una grande “icona” opera di un artista di Galliera Veneta Prof. Roberto Zaniolo che, nelle varie fasi di lavoro, è rimasto per qualche mese nei locali del Presidio Ospedaliero di Cittadella. Il 19 maggio u.s. c’è stata l’inaugurazione con la presenza dell’Arciprete della Cattedrale di Arezzo poiché la nuova immagine è gemellata con la “celeste patrona della Diocesi di Arezzo”. In una targa si può leggere una parte dell’Inno Akathistos alla Madre di Dio. “Ave magnifica pianta che nutri i fedeli, Ave bell’albero ombroso che tutti ripari, Ave, tu grembo che portasti la Guida agli erranti!” “Le prime icone di questo tipo si trovano tutt’ora in Italia a Roma e a Messina,datate 1300. Successivamente, nel 1400, un Monaco del Monte Athos ha portato questo tipo di Icone in Russia e il nostro modello di riferimento è una icona russa del 1500, ma avverte alle spalle un lungo cammino di rivisitazione. Dall’Italia del 1300, sale in Russia e ritorna nel XXI secolo a Cittadella, con il titolo di “Madonna del Conforto” “Il grande manto blu La identifica come “Regina del cielo”; l’oro del nimbo (= aureola) la luce increata, la colomba bianca, l’offerta in sacrificio di Colui che, senza peccato, dona la propria vita per l’umanità. Gesù tiene in mano la colomba con un filo rosso, segno della nascita da Maria, che ha tessuto il suo corpo nel 20 proprio seno. Il risvolto verde del manto indica la discesa dello Spirito Santo. Lei è un luogo del sacrificio, tempio che personifica la Chiesa, e il velo bianco la indica come “scelta tra le donne” e indica il colore del sudario. “ L’artista foglia oro, cornice che avrebbe bisogno di urgente restauro prima che i tarli se la mangino. Oltre alla tela del Gregorietti, la Chiesa dell’Ospedale è arricchita di due grandi statue in legno. Per iniziativa di Attilio – Guglielmo – Emilio – Valerio, ex Ospedalieri, si è voluto dotare la nuova Cappella dell’Ospedale, che sostituisce la vecchia Chiesa neo-gotica, (demolita!), con due statue della Val Gardena. Le immagini di fronte alle quali i Fedeli si fermano in preghiera rappresentano Maria Madre di Dio e Maria Adolorata Maria, madre di Dio MARIA ADDOLORATA L’altra statua rappresenta Maria che accoglie tra le braccia il Figlio morto. É la classica Pietà: Maria Addolorata. Il volto è quello di una donna di circa 50 anni, sofferente e invecchiata anzitempo per la passione e morte del proprio Figlio. Vuole ricordare a tutte le persone che soffrono nel corpo e nello spirito, e l’Ospedale è un luogo anche di sofferenza, che la conquista di qualsiasi ideale si realizza attraverso il lavoro, l’impegno, la sofferenza, la rinuncia, in altre parole la Croce: un cammino che, in un modo o nell’altro, accomuna tutte le persone come ci suggerisce la bella poesia imparata alla scuola elementare: Icona Madonna del Conforto L’ IMMACOLATA Entrando nella Cappella dell’Ospe-dale, il primo sguardo è verso il grande quadro posto sulla parte di fondo. É una pregevole opera di Michelangelo Gregorietti (Pordenone 1801 – Venezia 1870) che rappresenta un immagine, a suo tempo, cara allo Spagnolo Murillo: L’ Immacolata. Il quadro costituiva la pala d’Altare nella Chiesa della Villa Imperiale di Galliera Veneta, e da qualche anno, si trovava in uno dei magazzini dell’Ospedale finché si è potuto recuperare e sistemare, in un luogo più che decoroso, nella Chiesetta dell’Ospedale. Oltre alla tela è di pregevole fattura la cornice in legno intagliato e ricoperto di L’Immacolata MARIA, MADRE DI DIO Lo scultore ricava nel legno la figura di una giovane donna (Maria poteva allora avere 14-15 anni secondo la tradizione ebraica). Il volto, oltre che giovanile è sereno, la serenità di una Madre che stringe a se il proprio Figlio, Questi guarda la Madre con la sicurezza di ogni Bambino in braccio alla Madre. Un volto, della Madre e del Bambino, che ispirano fiducia nelle persone che sostano davanti in preghiera. Maria addolorata “Quand’io nacqui mi disse una voce, tu sei nato per portare la Croce. Io piangendo la Croce abbracciai che al Cielo assegnata mi fu, e guardai.. guardai…guardai… tutti portano la croce quaggiù!” Don Giuseppe 21 PARROCCHIA DEL DUOMO Cittadella 2 scout UN NUOVO ANNO... Tra poco l’anno scout ricomincia! Ma nel nostro cuore rimangono ancora vivi i ricordi che ci siamo portati a casa chi dalle Vacanze di Branco, chi dai campi di reparto e chi dalla Route. Come ogni anno anche per noi Vecchi Lupi la settimana estiva è stata un concentrato di emozioni, sorrisi, divertimento e qualche fatica; torniamo a casa e ci sembra di sentire ancora le voci dei lupetti che ci chiamano ogni minuto. Abbiamo la consapevolezza che, al momento della conclusione delle VdB e quindi dell’anno, ad ogni bambino rimane qualcosa di veramente importante: il saper vivere in pace con i propri fratellini, in un clima sereno di aiuto reciproco e gioia. Hanno imparato ad affrontare qualche loro piccola paura, e le piccole difficoltà sono state superate assieme, facendo tutti del proprio meglio, come il motto dei lupetti insegna. E tutto questo si è vissuto attraverso il Gioco, quello con la G maiuscola: anche mettere apposto il proprio letto la mattina, preparare la tavola per il pranzo e 22 PARROCCHIA DEL DUOMO Cittadella 4 scout IL MIO QUINTO (E ULTIMO) ANNO DI REPARTO la cena, ha il sapore dell’avventura quando si è parte di un Branco. Quando si torna a casa, dopo che Indiani ed Europei si sono riappacificati e hanno imparato a vivere assieme nel rispetto della Natura, dopo aver conquistato la propria specialità, si è tutti soddisfatti di quello che si è fatto per rendere la settimana appena passata un po’ speciale. E noi Vecchi Lupi non potremmo essere più soddisfatti di come è andata, sapendo che l’anno prossimo si potrà fare sempre meglio, che il Branco vedrà partire alcuni e imparerà a conoscere i nuovi cuccioli che arriveranno ad Ottobre e si comincerà un nuovo sentiero nella Giungla con rinnovato entusiasmo. Noi non vediamo l’ora! Akela e i Vecchi Lupi Per informazioni sulle iscrizioni: Akela 3408724956 Bagheera 3280386575 Questo è stato il mio ultimo anno di Reparto e, nonostante ci siano stati momenti difficili, ce ne sono stati anche di soddisfazione e orgoglio. Il giorno in cui i capi ci divisero in squadriglie divenni il vice-capo squadriglia dei Leoni. Era il primo anno di questa squadriglia e dovevamo comprare tutto il materiale per la sede, inoltre sia io che il mio capo non avevamo mai ricoperto un ruolo così importante nella squadriglia. Era un nuovo (e importante) punto di partenza. L’anno passò abbastanza tranquillamente tra i sabati in sede, le serate per noi capi e vice squadriglia con i capi reparto per discutere su come organizzare le attività e gli incontri di alta squadriglia. Ma il grande obiettivo dell’anno, per i Leoni, era ottenere il Guidoncino Verde in artigianato. A tal scopo costruimmo due panche e un tavolo da mettere in sede, dipingendole e decorandole con quello che avevamo deciso sarebbe stato il simbolo della squadriglia. A fine giugno scoprimmo di esserci riusciti, eravamo arrivati ad ottenere il PRIMO Guidoncino Verde della nostra sq!. Poi arrivò il campo: il giorno prima della partenza era tutto a posto, il materiale controllato ed acquistato ma soprattutto io e la mia squadriglia eravamo carichi per affrontare questa esperienza. Come ogni campo estivo che si rispetti, abbiamo avuto alcune difficoltà sia in campo culinario (abituati a trovare pronto, dovemmo imparare presto ad arrangiarci con pentole e padelle) sia in campo pioneristico. Grazie però all’aiuto delle altre squadriglie e dei capi, arrivammo alla fine del campo senza troppi problemi. I due momenti più belli del campo sono stati, però, l’uscita di alta squadriglia e il mio hike. Durante la prima, camminammo molto ma ne valse la pena: la sera arrivammo sopra una vecchia torre di avvistamento usata durante la prima guerra mondiale e dormimmo là, sotto le stelle, guardando il mare e le luci di Trieste in lontananza. La mattina ripartimmo alla volta di Duino (TS), alternando momento individuali con altri di gruppo (e con il bagno in mare!!!) Il giorno seguente, dopo pranzo, i capi chiamarono me e altre due ragazze del quinto anno e ci dissero che saremmo andati in hike. Fui il primo a partire e andai al monastero di clausura di S. Cipriano, dove le monache mi accolsero e ritrovai ad avere molto tempo per me per pensare e riflettere. Stetti il pomeriggio solo, pensando e meditando sugli argomenti che i capi mi avevano dato. Nonostante in quest’anno ci siano state delle difficoltà in squadriglia, penso che sia stato molto positivo e che mi abbia permesso di crescere, facendomi conoscere meglio e facendomi riflettere su argomenti di solito ignorati. Quest’anno mi ha responsabilizzato, perchè, al contrario degli altri, non ho più pensato solo a me stesso ma a tutta la squadriglia. É stato un GRAN ultimo anno! Giacomo, vice sq Leoni 23 LETTURE DOMENICALI 4 OTTOBRE: domenica 27 del Tempo ordinario S. Francesco Dal libro della Genesi (2,18-24) Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Dal Salmo 127 Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie. Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene. La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion. Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita! Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele! Dalla lettera agli Ebrei (2,9-11) Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a 24 vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli. Dal vangelo secondo Marco (10,2-16) In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. 11 OTTOBRE: domenica 28 del Tempo ordinario Dal libro della Sapienza (7,7-11) Pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito di sapienza. La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto; non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho amata LETTURE DOMENICALI più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta. Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. Dal Salmo 89 Salvaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre. Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male. Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e il tuo splendore ai loro figli. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda. Dalla lettera agli Ebrei (4,12-13) Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto. Dal vangelo secondo Marco (10,17-30) In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!”. I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse: “Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: “E chi può essere salvato?”. Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio”. Pietro allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà”. 18 OTTOBRE: domenica 29 del Tempo ordinario Dal libro del profeta Isaia (53,2-3.10-11) Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Sigunore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. Dal Salmo 32 Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo. Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra. Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo. 25 LETTURE DOMENICALI LETTURE DOMENICALI Dalla lettera agli Ebrei (4,14-16) Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno. di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Dal vangelo secondo Marco (10,35-45) In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». 25 OTTOBRE: domenica 30 del Tempo ordinario Dal libro del profeta Geremia (31,7-9) Così dice il Signore: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”. Ecco, li 26 riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla. Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito». Dal Salmo 125 Grandi cose ha fatto il Signore per noi. Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni. Dalla lettera agli Ebrei (5,1-6) Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:«Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek». Dal vangelo secondo Marco (10,46-52) In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio 1 NOVEMBRE: domenica - TUTTI I SANTI Dall’Apocalisse di san Giovanni apostolo (7,24.9-14) Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello». Dal Salmo 23 Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli. Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (3,1-3) Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Dal vangelo secondo Matteo (5,1-12) In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». 27 PARROCCHIA DEL POZZETTO RICOMINCIAMO: IN CERCA DI PERLE PREZIOSE Dopo le varie esperienze dell’estate, continuiamo il cammino delle nostre comunità, Pozzetto e Ca’Onorai. L’ esperienza dei grest: numerosa la partecipazione; serena e ben partecipata l’animazione dei giovanissimi che hanno seguito i ragazzi; grande la soddisfazione dei genitori. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato. I Campi scuola interparrocchiali Pozzetto, Ca’ Onorai e Laghi, quest’anno separati, elementari e medie, sono stati forte esperienza di integrazione e di partecipazione. Il tema dell’alimentazione legata al rispetto della natura e promozione della vita ha toccato la sensibilità dei ragazzi e degli animatori. Il tutto sia auspicio per l’esperienza di gruppo che dobbiamo coltivare con la catechesi e i gruppi durante l’anno pastorale. Anche i campi degli scout con i ragazzi delle varie parrocchie vicine che partecipano sono base per l’ iniziazione cristiana. I giovanissimi (16-19 anni), una trentina, hanno fatto l’esperienza di convivenza e formazione a Torino nel SERMIG, Arsenale della Pace. L’incontro con gruppi di giovani di varie località e esperienze ha favorito il legame e l’apertura che aiuta a aprire orizzonti nuovi di impegno e di vita come servizio alle grandi cause dell’umanità. La sagra, fine di agosto, nei cinque giorni, ha realizzato pienamente ciò che ci eravamo promessi: Occasione di festa, tempo di incontro, allenamento all’accoglienza, attenti a far emergere il bene che c’è tra noi. Festa di quartiere, festa di parrocchia aperta a vicini e a lontani. L’Accoglienza nella festa diventi allenamento ed esperienza perché diventi stile di vita di ogni giorno. L’accoglienza nella sagra ci aiuterà ad accogliere meglio il vicino di casa, come pure quello che è dentro la nostra casa. Allenandoci così a cogliere la diversità che, a volte, non è tanto lo straniero e l’immigrato, ma quello che abita con noi. Il Clima bello di collaborazione serena e organizzazione ben programmata ci fa ben sperare per tutte i servizi che la parrocchie propone alla comunità. Un Grande GRAZIE a tutti. Disponiamoci in questo mese a seguire e pregare per il nuovo vescovo Claudio Cipolla. Ordinazione episcopale domenica 27 settembre a Mantova, io sarò presente rappresentando il vicariato. Domenica pomeriggio, 20 ottobre 2015, inizierà il suo ministero a Padova nella giornata missionaria Mondiale. Nel suo primo saluto ci aveva detto «Carissimi sorelle e fratelli nel sacerdozio battesimale, mi impegno ad essere tra voi come colui che dà coraggio, che rialza, che conduce da Gesù. E questo sarà il mio motto episcopale: “Coraggio, alzati, ti chiama”». Ci sentiamo in comunione con la seconda tappa del Sinodo dei vescovi sulla famiglia che inizia Domenica 4 ottobre. Lo Spirito guidi la sua chiesa e ci faccia docili alla chiamata del Signore nei nuovi tempi in cui viviamo. Iniziamo l’anno pastorale in cerca di perle preziose, come ci invitano gli orientamenti pastorali della nostra chiesa per il nuovo anno 2015-2016. don Armando 28 PARROCCHIA DEL POZZETTO CAMPO DIOCESANO SAN BENEDETTO: UN ANNO DOPO Vi ricordate quel gruppetto di giovani tra i 18 ed i 25 anni partiti da Norcia l’anno scorso? Quelli che dovevano arrivare a Subiaco? ... ecco quest’anno il cammino si è concluso con la seconda ed ultima tappa, meta finale è stata l’abbazia di Montecassino. Armati di determinazione, zaino e comode scarpe abbiamo percorso gli ultimi 150 km che ci separavano dalla meta. Quest’anno il tempo è stato molto più variabile dell’anno scorso e la pioggia ci è venuta a trovare. In realtà non esiste un buono o cattivo tempo atmosferico, esiste più che altro un buono o cattivo equipaggiamento. Il nostro tragitto ha toccato molti interessanti luoghi storico-naturalistici; il fiume Aniene, l’arco di Trevi (vedi foto) e l’acropoli di Civitavecchia. Abbiamo avuto la fortuna di poter visitare anche luoghi di culto come l’antica abbazia cistercense di Casamari e la decorata certosa di Trisulti. Da ricordare inoltre anche l’ospitalità dataci dalla fondazione Exodus, impegnata per il recupero e reinserimento di persone con dipendenze. Questa regione del centro Italia chiamata Ciociaria ha moltissimi itinerari da scoprire e non solamente religiosi. Oltre al cammino e qualche vescica, sono rimaste le amicizie che si sono create tra noi, ma soprattutto le domande: Cosa Dio mi sta chiedendo? Come faccio a mettermi in ascolto? Cosa c’è nel mio “zaino spirituale”? Ecco alcuni degli spunti di quest’esperienza, che ci hanno confermato quella che è una dimensione più ampia; esiste la parrocchia, il vicariato ma anche la diocesi. In queste occasioni si ha la possibilità di conoscersi e crescere come cristiani, passate parola. Una ghiotta occasione sarà invece l’estate del prossimo anno, nella GMG a Cracovia dal 26 al 31 luglio 2016, questo sarà un evento per incontrare giovani da tutto il mondo. Informatevi subito, non aspettate. Paolo DALLA SAGRA ALL’ OTTOBRE MISSIONARIO Come sempre alla fine di agosto, i volontari del gruppo missionario si sono attivati con entusiasmo in occasione della sagra del Pozzetto, ciascuno impegnando le proprie attitudini e potenzialità. Durante le serate sono stati organizzati: la raccolta di dolci, offerti dalle famiglie della parrocchia, che sono stati venduti ogni sera nello stand gastronomico; il mercatino missionario dove i volontari si sono avvicendati per la vendita di prodotti artigianali. Da anni in questa occasione c’è la bella abitudine di allestire una mostra nella sala del mercatino perché che lo visiti ritorni a casa non solo con qualcosa tra le mani, ma anche con un messaggio positivo nel cuore. Quest’anno la mostra ha catturato l’attenzione dei visitatori con una riflessione sulla drammatica realtà della nostra “casa comune”. Siamo stati invitati ad accostarci alla lettura dell’Enciclica “Laudato si” attraverso il testo esposto sui banchi del mercatino, dove Papa Francesco fa appello a tutti gli uomini di buona volontà a “sentirsi uniti da una stessa preoccupazione” quella di difendere e proteggere la terra in cui viviamo, madre di ogni creatura. Grazie a quanti in diversi modi hanno contribuito a realizzare le diverse proposte. Dalla parte dei poveri Dire oggi queste parole potrebbe sembrare una 29 PARROCCHIA DEL POZZETTO provocazione, ma non le abbiamo scelte noi, è il titolo della giornata missionaria mondiale e quindi dell’intero mese di ottobre dedicato alla missione. Per essere più chiari riportiamo alcuni passaggi tratti della presentazione del tema: “Non è solamente un invito a ‘schierarsi’ a favore di una categoria generale di persone, di cui magari sentiamo sempre parlare, ma senza ‘incontrarli’ veramente… É invece il modo di agire di Cristo stesso, che emerge dall’ascolto del Vangelo, perché il Signore non si è mai posto ‘contro’ qualcuno, ma a fianco di tutti, camminando insieme a coloro che incontrava, poveri, malati nel corpo e nello spirito, uomini e donne in ricerca, delusi dalla vita… A ciascuno di essi Gesù ha offerto uno sguardo nuovo, lo sguardo della sua Misericordia, capace di guarire ogni vita! Ecco allora l’invito ad iniziare l’anno pastorale con il mese dedicato alla missione, e a continuarlo impegnandoci sempre con forza ad essere “popolo di Misericordia”, cioè uomini e donne che sanno farsi compagni di viaggio di qualunque fratello e sorella, poveri come loro, ma uniti per accogliere il dono dell’Amore che libera il cuore. Solo con questa libertà potremo incarnare lo “stile dell’inclusione” e non più quello dell’esclusione dell’altro, potremo essere noi stessi ‘storia di salvezza’ per chi ci incontra!” Queste poche righe, pensiamo possano bastare a PARROCCHIA DEL POZZETTO sintetizzare il tema dell’89 giornata missionaria mondiale ed ognuno di noi è libero di fare la scelta che meglio crede, ma difronte al crocifisso forse ci chiederemo: ma io da che parte sto? Dalla parte di un Cristo con le braccia aperte o mi fermo ad un souvenir da difendere a tutti i costi ma che resta appeso al muro? Infine vorremmo concludere ringraziando quei don definiti “persone sbagliate al posto sbagliato” da qualche politico, grazie perché come pastori della Chiesa ci spronate a seguire l’invito di Gesù: “ero straniero e mi avete accolto” Mt.25, 35; grazie a quei don che non si preoccupano di fare il tutto esaurito in Chiesa dicendo quello che alla gente farebbe piacere sentire, ma ci scuotono come: “Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gv. 6, 60. GRAZIE! Gruppo Missionario e Caritas 25° di matrimonio di Santi Renato e Zanarella Paola 30 31 PARROCCHIA SANTA MARIA A COME ACCOGLIENZA CAMPANE E CAMPANILI Passato il caldo estivo, come promesso, riporto la descrizione di come si conclusero i lavori del campanile di Santa Maria e la collocazione delle campane, secondo le annotazioni fatte dal parroco don Luigi Miotto nel libro della Cronistoria parrocchiale. Campane dal castello al campanile 26 ottobre 1955: Le campane furono smontate dal castello in legno il 20 ottobre 1955 dopo un lungo e solenne segno a distesa quasi saluto al vecchio castello; salirono sul campanile il 26 ottobre 1955 tirate dai bambini e bambine della Dottrina venuti in piazza per assistere al grande e nuovo fatto. Intanto il 28 ottobre 1955 veniva smontato il vecchio castello di legno, quindi fissato il castello in ferro sulla cella campanaria, forato i sei solai per i passacorde, montata la balaustrata, messa la porta, e finalmente dopo 20 giorni di silenzio, il 10 novembre 1955 non più le cinque, ma le sei campane fecero sentire la loro voce argentina di là su, fra l’esultanza di tutti. Il castello in ferro e il montaggio delle campane fu opera della Ditta Morellato, Falzè, Treviso. Benedizione campanile 11 novembre 1955: [...] alle ore 3,30 precise giungeva il nostro Vescovo Girolamo Bortignon il quale subito passava in chiesa per l’amministrazione della santa Cresima. Quindi rivolgeva la sua paterna parola ai numerosissimi presenti: dapprima metteva in luce gli effetti della Cresima che imprime nell’anima il carattere di soldati di Cristo. Quindi, dopo la sua parola di congratulazione per tutti, per la nuova opera, il campanile, diceva, che si eleva, ci deve elevare e indicare il cielo, la sua cuspide lucente ci deve parlare dello splendore di Dio. Il campanile, diceva infine, simbolo della personalità di un paese, tanto che non sembrava paese vivo quello che manca di campanile, ed è più bello quel paese che ha un bel campanile, deve farci sentire di essere parte vivente, membra attive nel corpo mistico della Chiesa, praticamente: col campanile, vigile sentinella sulla nostra contrada, sentire e vivere tutte le attività parrocchiali. Quindi il Vescovo passava davanti al campanile e impartiva la benedizione, squillanti le campane intonavano l’inno del ringraziamento infondendo nel cuore di tutti viva commozione. Il Vescovo passava poi in Canonica ove veniva ossequiato dall’Ing. Brunetta, il Sindaco Gobbo, e dai Sigg. Morellato, Grosso, Bonaldo. Ai presenti veniva offerto col cuore un rinfresco quale evviva alla nuova opera, il campanile, che segna la fine di un glorioso primo decennio, 12 novembre 1945 - 11 novembre 1955 e inizio di altre opere che la provvidenza ci aiuterà a compiere. don Andrea Finco 32 PARROCCHIA DI SANTA MARIA Leggendo gli appelli di alcuni vescovi all’accoglienza dei profughi, mi sono chiesta che cosa sono disposta a fare io. Di certo non ad aprire a degli sconosciuti le porte di casa mia. Li ho sempre visti male questi uomini e donne che attraversano il Mediterraneo, lasciando il loro mondo di affetti e sicurezze per affrontare, magari dopo aver subito violenze ed abusi, l’ignoto in Italia. Mi riferisco, più che ai profughi recenti, ai migranti che già da una decina d’anni affrontano quest’avventura. Come motivazione hanno o la fuga da guerre decise altrove o il desiderio di stare meglio, di non soffrire più la fame, di avere la possibilità di curarsi, di mandare a scuola i figli, insomma di avere garantiti i diritti più elementari. Perché questo non lo abbiano già in patria, è un discorso complicato e, ahimè, spesso scandaloso. La cosa che mi brucia è che questi uomini e donne, alla fine del loro viaggio, trovano senz’altro migliori condizioni di vita, perché passare dalla miseria alla povertà è pur sempre un miglioramento, ma a che prezzo! In questi giorni la mia amica Zineb, alla fermata dell’autobus (con in mano il biglietto regolarmente acquistato) si è sentita apostrofare come “Mussulmana di…” da un cinquantenne che passava in bicicletta, così come qualche anno fa, sull’onda del buonismo di una parlamentare che voleva emancipare le donne mussulmane dalla schiavitù del velo, veniva bersagliata anche da perfette sconosciute che volevano che abbandonasse quello che in arabo si chiama chall e che lei è ben fiera di indossare. All’opposto, è da anni che l’anziana signora accoglie nel suo salotto l’affezionato venditore di fazzoletti che arriva con il suo tappeto in spalla, lo srotola e prega rivolto alla Mecca. E Gesù? Come si comporterebbe di questi tempi? Qualcuno ne parla come di un tra- sgressore, che non rispettava le regole, soprattutto quelle della purezza o purità rituale, che si lasciava contaminare dal sangue dell’emorroissa (Mc 5,25-34) come dall’ironia della Cananea (Mt 15,21-28: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini»; «… ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni») o dalla logica separatista della Samaritana (Gv 4,1-26: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?»), guarda caso tutte donne, fonte di contaminazione quasi al pari di storpi e lebbrosi. Anzi, è giunto persino a farsi straniero (Lc 4,24: «Nessun profeta è bene accetto in patria»), ha infranto tradizioni millenarie, ha dato il via ad una Chiesa “straniera” che ha trovato in asiatici e africani (come san Basilio e san Gregorio, sant’Agostino e Tertulliano) i grandi dottori della sua parola. E allora, tornando al mio dubbio iniziale, come praticare l’Accoglienza? Una risposta potrebbe essere la seguente. Con la convinzione che tutti, nessuno escluso, formiamo l’UMANITÀ, che non esistono razze superiori e razze inferiori, tradizioni migliori e tradizioni peggiori, culture di valore e culture di scarto, religioni veritiere e religioni menzognere. Con la voglia di conoscere ciò che è diverso, lontano, estraneo (impareremmo che Marocco è un termine europeo e che Rabat, Casablanca, Agadir si trovano nel Regno del Maghreb, abitato dai Maghrebini, non dai Marocchini). Con il rispetto, la naturale conseguenza delle prime due, che si deve a chiunque, a prescindere, liberandoci da ansie e paure, con il coraggio che ci dovrebbe derivare dall’essere fedeli, veri imitatori di Cristo, Amore che è Accoglienza. C. 70 33 PARROCCHIA SANTA MARIA PADRE CARLO SCAPIN E LE SUE RADICI Padre Carlo Scapin, religioso originario di Onara e missionario in Camerun, rientrato brevemente in Italia, è stato festeggiato a Santa Maria domenica 30 agosto, in una S. Messa con parenti e conoscenti. Nella foto padre Carlo con gli zii. PARROCCHIA DI SAN DONATO LETTERA DI DON LUCIANO Fedeli carissimi, come già sapete, in questo mese si sta compiendo a Roma la seconda parte del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia. Vi propongo per la vostra riflessione il riassunto di un discorso di papa Francesco sulla Famiglia: leggetelo attentamente. Esso dà le risposte a certi argomenti sui quali tanto si discute. Cari fratelli e sorelle la catechesi odierna è dedicata a un aspetto centrale del tema della Famiglia: quello del grande dono che Dio ha fatto all’umanità con la creazione dell’uomo e della donna. Questa catechesi riguarda la differenza e la complementarietà tra l’uomo e la donna, che stanno al vertice della creazione divina. Dio, dopo aver creato l’universo e tutti gli esseri viventi, creò il capolavoro, ossia l’essere umano, che fece a propria immagine: “a immagine di Dio li creò: maschio e femmina li creò”. Solo nell’uomo e nella donna la differenza sessuale porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio. Questo ci dice che non solo l’uomo preso a sé è l’immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è l’immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio. La differenza tra uomo e donna non è per la contrapposizione ola subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio. L’esperienza ci insegna che per crescere armonicamente l’essere umano ha bisogno della reciprocità tra uomo e donna. Possiamo dire che senza l’arrichimento reciproco in questa relazione i due non possono nemmeno capire fino in fondo che cosa significa essere uomo e essere donna. La cultura contemporanea nella comprensione di questa differenza ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio io mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. La rimozione della differenza infatti è il problema, non è la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi più bene. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile allora progettare l’unione matrimoniale per tutta la vita. Il legame matrimoniale è una cosa seria e lo è per tutti, non solo per i credenti. Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo con la donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza. I segnali sono già preoccupanti, e li vediamo. Occorre che tutte le famiglie dei credenti riscoprano la bellezza del disegno creatore che iscrive l’immagine di Dio anche nell’alleanza tra l’uomo e la donna. La terra si riempie di armonia e di fiducia quando l’alleanza fra l’uomo e la donna è vissuta nel bene. E se l’uomo e la donna la cercano insieme tra loro e con Dio, senza dubbio la trovano. Gesù ci incoraggia esplicitamente alla testimonianza di questa bellezza che è l’immagine di Dio sulla terra. Il Signore vi benedica. UNA MESSA IN PIÚ Matrimonio di Andretta Gianluca e Gennaro Alice, 5 Settembre 2015 34 Matrimonio di Antonello Omar e Bonaldo Michela, 27 Luglio 2015 A partire dal mese di ottobre verrà celebrata una S. Messa anche nel pomeriggio delle domeniche e delle feste alle ore 15,30. 35 PARROCCHIA DI SAN DONATO UN GRAZIE DAL NIGER PARROCCHIA DI SAN DONATO PENGUINS GREST Carissimo don Luciano, dopo la bella domenica trascorsa con te econ i fedeli di S. Donato, è doveroso per me dirvi grazie per la vostra amicizia e solidarietà: grazie di cuore a chi ha donato e a chi ha proposto l’iniziativa dei dolci. Il vostro dono quest’anno mi aiuterà soprattutto per la formazione degli adulti e per la ricerca di acqua potabile nelle zone in cui potremo intervenire. Vi invio intanto una foto per mostrarvi quanto ho potuto realizzare con l’aiuto che mi avete dato l’anno scorso: è un mulino di cui potranno usufruire le famiglie della missione di Makalondi, dove svolgo la mia opera di evangelizzazione e di promozione umana. Con i più cari saluti. Anche quest’anno, durante la prima settimana di agosto, si è svolto uno degli avvenimenti più attesi da fanciulli e ragazzi (e non solo): il PENGUINS GREST. Un’avventura che ha coinvolto più di 120 persone tra bambini, ragazzi, animatori, aiuto-animatori ed adulti simpatizzanti. La settimana è trascorsa molto velocemente, in armonia e allegria: bans, canti e giochi (soprattutto con l’acqua, visto le temperature afose) sono stati all’ordine del giorno. Il martedì sera si è svolta la consueta Veglia alle stelle, mentre il mercoledì ci siamo spostati in massa alle piscine di Cittadella. Il Grest si è concluso il venerdì sera con la santa Messa e a seguire la cena tutti insieme, accompagnata dalla visione dei video riassuntivi delle attività dei giorni precedenti. Ringraziando di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questa meravigliosa esperienza, non ci resta che dire: “Ci si trova tutti insieme anche l’anno prossimo!”. p. Vito Girotto DOMENICA: il giorno del Signore Con la ripresa della Catechesi ci auguriamo anche di avere meno posti vuoti in chiesa durante le Messe della domenica. Il periodo delle vacanze è stato per tanti anche il tempo in cui più facilmente ci si è dimenticati che la domenica, oltre ad essere il giorno del riposo e del divertimento, è per un cristiano il giorno del Signore. Raccomandiamo con forza ai ragazzi e ai loro genitori di vivere con tutta la Comunità questo appuntamento della settimana, per ricevere dal Signore luce e forza per le fatiche di ogni giorno e per riscoprire la gioia di trovarsi con una grande famiglia di fratelli nella nostra bella chiesa che è la casa del Signore e di tutti noi. La partecipazione dei ragazzi alla Catechesi è lodevole e pressoché totale; ci auguriamo che questo avvenga anche per l’Eucaristia della domenica, senza la quale la catechesi manca di una sua parte essenziale. 36 RICORDI DELL’ESTATE... Ecco come appariva il nostro campetto di calcio nelle sere della Sagra. Oltre che all’interno dello Stend, c’erano molte persone anche all’aperto che, gustando qualcosa di buono, stavano insieme con i familiari od amici per un’ora di serenità e di distensione. É proprio quello che si voleva offrire alla gente con la nostra festa della Comunità. 37 PARROCCHIA DI CA’ ONORAI CAMPOSCUOLA Elementari VITA: è il tema proposto quest’anno dalla Diocesi! Per vivere a pieno il significato di questa parola, posto migliore non poteva che essere il camposcuola, dove i bambini delle elementari hanno vissuto insieme ai loro amici di Laghi e Pozzetto, per una settimana. I bambini hanno toccato con mano cosa significa vivere: non ci sono solo io, ma ci sono la terra e il mare, ci sono le creature volatili e terrestri! Hanno sperimentato la bellezza del racconto della Creazione, con l’arrivo infine dell’uomo e della donna. I bambini hanno capito la bellezza dell’essere amici e fratelli, nel condividere una camera, il cibo e gli spazi! Dio ha preparato la terra e poi ha creato l’uomo, che deve amministrare tutto. Così anche i nostri ragazzi hanno capito che devono prendersi cura del vicino, come della terra che li nutre. Perciò li abbiamo lasciati con un dono: una piccola piantina da coltivare a casa. Sperando che la pianta cresca forte, ci auguriamo che lo stesso avvenga tra le tre parrocchie: che questo rapporto continui a produrre ancora frutti meravigliosi, come i razzi del camposcuola! Speriamo che ogni giorno possa essere ricco di esclamazioni, come al campo: “ OOOO CHE MERAVIGLIA…E STATE SERENI !!!” 38 Medie Anche quest’anno ci siamo organizzati con le parrocchie di Laghi e Pozzetto per programmare insieme il camposcuola. Abbiamo trascorso una settimana tra le montagne di Brentonico dove i ragazzi delle medie sono stati protagonisti di attività all’insegna del gioco, della conoscenza di se stessi e del loro rapporto con la fede, il tutto incentrato sul tema della vita. È stata un’avventura tanto indimenticabile quanto indispensabile sia per quanto riguarda la crescita di noi educatori che dei nostri ragazzi. Queste esperienze, anche se ripetute di anno in anno, sorprendono e arricchiscono ogni volta di più. Alla fine rimaniamo sorpresi di scoprirci semplicemente felici di aver partecipato al campo e chissà il prossimo anno cosa ci aspetta… Giovanissimi Quest’estate abbiamo provato l’esperienza di un camposcuola diverso, in quanto, rispetto ai classici in montagna, è stato al mare. Certo, ormai si sa che le esperienze nelle quali bisogna vivere giorno e notte insieme non sono del tutto facili visto che possono benissimo nascere delle discrepanze, ma con due animatori come i nostri tutto è andato per il verso giusto: abbiamo vissuto dei fantastici momenti di riflessione e di svago che ci hanno aiutato a crescere insieme sia nel nostro percorso di fede, sia come educatori. PARROCCHIA DI CA’ ONORAI GIORNATA ALL’ EXPO DI MILANO DEL CIRCOLO NOI DI CA’ ONORAI Sabato 19 Settembre - In una giornata soleggiata ed affollata, abbiamo visitato alcuni padiglioni di questo grande evento. Un’esperienza intensa, un po’ impegnativa, vissuta però con tanto entusiasmo e soddisfazione da parte di tutti i partecipanti. É stata un’occasione per riflettere sul grande tema dell’alimentazione, sui rapporti fra l’uomo ed il cibo, ammirare le diversità e l’incontro fra le varie culture del nostro pianeta su un tema così prioritario. É stato anche come al solito, un bel momento di aggregazione. Il Direttivo Battesimo di Chiara Meneghini 39 ASSOCIAZIONI ASSOCIAZIONI LAUDATO SI’, MI’ SIGNORE, PER SOR’AQUA Padre Franco Bordignon missionario saveriano in Congo UNDICESIMO COMANDAMENTO: NON SPRECARE Riflessione in margine alla festa di San Francesco. Otto secoli sono trascorsi da quando San Francesco lodava Dio attraverso la creatura ACQUA dono del suo Amore. L’acqua è un bene prezioso. Ce se ne rende conto solamente quando viene a mancare o scarseggia. Per questo è un bene da difendere. Ma essendo un dono di Dio non possiamo solamente difenderlo, ma dobbiamo anche condividerlo con chi non ha avuto la gioia e la fortuna di ricevere questo dono. La condivisione dell’acqua ci rende fratelli con i più lontani, ci fa più uomini con coloro che se ne sentono privati, come al diritto della vita, alla loro dignità inalienabile. Da 15 anni l’Associazione UNA PROPOSTA DIVERSA ha lanciato il progetto “Fonti d’acqua in Congo” che ha consentito la costruzione di oltre 250 sorgenti d’acqua a Bukawu nell’est della Repubblica democratica del Congo, nel segno della condivisione con le popolazioni del posto. Molte di esse sono state costruite con l’apporto di gente di Cittadella, in una sorta di gemellaggio da essa stipulato con gli abitanti delle zone montagnose del Bushi. Oltre centocinquanta mila persone sono oggi beneficiarie dell’acqua che zampilla dalle sorgenti costruite con la collaborazione di persone desiderose di condividere questo dono. E allora quest’acqua, “umile, preziosa e casta” nel suo gorgoglio perenne parla lingue diverse, fa di fratelli diversi per lingua e razza una sola famiglia. Nasce nel cuore di una terra che parla SHI, ma mentre sgorga per donarsi alla gente canta la lingua di coloro che l’hanno aiutata a diventare elemento di vita per tanti: il suo gorgoglio è un canto italiano. Le sorgenti del Bushi oggi suonano le note della lingua che ci è cara. E tutti la capiscono: uomini, donne, e soprattutto i bambini perché è frutto dell’amore. Migliaia di persone in questi anni si sono recate alle sorgenti per sentire questo canto. Migliaia di persone hanno letto i nomi di coloro che hanno condiviso un bene così grande con loro, milioni persone hanno danzato di gioia attingendo alle sorgenti, migliaia di persone si sono sentite “vive” grazie a dei fratelli lontani che hanno pensato a loro. E questo gorgoglio melodioso, portato dal vento, riempie delle sue note vallate e montagne annunciando pace e gioia. É di nuovo la voce dolce del nostro fratello Francesco che canta : “Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua… L’indicazione generale che ci arriva dalle Fonti Francescane, dallo stile e dagli atteggiamenti di San Francesco, è di non sprecare. Accanto a questo obiettivo emergono tre gesti, tre consapevolezze che vogliamo fare nostre. La prima è legata a vivere il cibo con amore. Francesco esortava i frati e chi incontrava per strada ad amare e nutrire il proprio fratello come una madre ama e sostenta il proprio figlio: “E ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale?” (FF91). Cibo è sentimento quindi. Dei più profondi. Lo stesso che lega una mamma che nutre il proprio bambino, non solo con il latte, ma con sguardi, sorrisi e tenerezza. Vogliamo nutrirci e nutrire con amore. L’altra è legata allo stare a mensa con il prossimo. Riconciliati con Dio e con gli uomini, come nel momento in cui Francesco è a tavola con il Cavaliere da Celano. Racconto raffigurato da Giotto nella Basilica di Assisi, dove il Santo invita a confessare i propri peccati prima di mangiare, per essere a tavola con l’altro con la coscienza retta e non corrotta: “vinto dalle tue preghiere sono entrato per mangiare in casa tua. Adesso obbedisci subito al mio avvertimento, poiché tu non qui mangerai, ma in altro luogo. Confessa con devozione e contrizione le tue colpe, e non resti peccato in te che non confessi. Oggi il Signore ti ricompenserà perché hai così devotamente accolto i suoi poverelli” (FF864). Da qui il monito a vivere tutto ciò che ruota intorno al cibo con limpidezza, quindi a non essere corruttori, corrotti o corruttibili. Il terzo riguarda la nostra contemporaneità, penso al nostro occidente, forse troppo schifiltoso rispetto a ciò che trova nel proprio piatto. Francesco ci invita ad accogliere il cibo come un vero e proprio dono senza alcuna distinzione e con rispetto per “sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta e governa, e produce diversi frutti con coloriti flori et herba” colei che ci nutre come una madre. È necessario, concludo, che il cibo ritrovi il suo valore: esistenziale, culturale e spirituale. Scrive a tal proposito Charles Pierre “il pane conserva quasi una maestà divina. Mangiarlo nell’ozio è da parassita. Guadagnarlo laboriosamente è un dovere; rifiutarsi di dividerlo è da crudeli”. Esso è simbolo di comunione nella gioia, nel dolore, nell’ospitalità… Una delle centinaia di sorgenti costruite in Congo. È intitolata a Pietro Conte di Ca’ Onorai, mancato nell’aprile scorso. La famiglia aveva chiesto di ricordarlo non con fiori ma eventualmente con offerte a sostegno di una sorgente d’acqua a Bukawu, dove opera il missionario del Pozzetto p. Franco Bordignon. La Parrocchia vi aveva aggiunto quanto raccolto nel corso della Messa. 40 Enzo Fortunato 41 Anagrafe Parrocchiale XX Battesimi: Bevilacqua Alvise di Diego e Pierobon Camilla Ferraro Camilla di Francesco e Lago Enrica Ganeo Petra di Mattia e Berto Isabella Geurts Gabriele di Hans e Pettenon Silvia Matteotti Gabriele di Roberto e Zizzi Elisabetta Nichele Matteo di Antonio e Chieu Cristiana Scapolo Giulio di Enrico e Rigoni Tiziana Torni Andrea di Carlo e Francesco Silvana Orari Parrocchiali Matrimoni: Ceroni Franco – Nilvi Rosita Faggin Marco – Brotto Elena Ferraro Emanuele – Bisinella Francesca Maran Guido – Agostini Antonella Defunti: Baggio Giambattista, Bizzotto Angelo, Brotto Laura In Granello, Casale Franco, Dal Zuffo Graziano, Dal Zuffo Sergio, De Rossi Lorenzo, DidonÉ Elisabetta Ved. Fabris, Gasparato Sergio, Luraschi Felice, Pegoraro Giuseppina Ved. Del Cont, Pia Fernando, Pierobon Lino, Zulian Antonio Si ringrazia vivamente per le offerte erogate ai missionari cittadellesi in occasione della celebrazione dei funerali. BAGGIO GIAMBATTISTA n. 08-01-1940 m. 11-08-2015 (Duomo) BIZZOTTO ANGELO n. 29-10-1941m. 28-07-2015 (Duomo) BROTTO LAURA Ved. Granello n. 28-09-1951m. 18-08-2015 CASALE FRANCO n. 09-07-1939 m. 30-08-2015 (Duomo) DAL ZUFFO GRAZIANO n. 10-10-1937m. 12-09-2015 (Duomo) ore 16.00 ore 16.00 ore 17.30 ore 18.00 ore 18.30 ore 19.00 SS. MESSE FESTIVE del Sabato Casa di Riposo B.go Padova Casa di Riposo B.go Bassano S. Francesco Ca’ Onorai Duomo S. Donato, Pozzetto, S. Maria, Ospedale ore 7.00 ore 8.00 ore 8.00 ore 8.15 ore 8.30 ore 9.30 ore 10.00 ore 10.30 ore 11.00 ore 11.45 ore 15.30 ore 18.00 ore 18.30 ore 19.00 SS. MESSE FESTIVE (Domenica) S. Francesco Pozzetto (inv.) S. Donato, S. Maria, Pozzetto (est.) Ospedale Duomo, S. Francesco Carmine, Duomo, Pozzetto (inv. ), Ca’ Onorai S. Donato, S. Francesco, S. Maria Duomo, Pozzetto (est.) Pozzetto (inv.), Ca’ Onorai Duomo Duomo (inv.), S. Donato (inv.) Pozzetto Duomo, S. Maria Ospedale ore 6.30 ore 7.15 ore 8.00 ore 8.30 ore 8.30 ore 9.00 ore 9.15 ore 17.30 ore 18.30 ore 18.30 SS. MESSE FERIALI S. Francesco Ospedale (Mart., Merc.) Pozzetto, S. Francesco Duomo S. Maria (Mart., Merc.) Carmine, Casa di Riposo B.go Bassano, Casa di Riposo B.go Padova (Lun., Merc., Ven.) Duomo (Lunedì) S. Francesco, Ospedale (Lun., Giov., Ven. Duomo, Ca’ Onorai (Mart., Merc., Giov.) San Donato (inv.), S. Maria (Lun., Giov., Ven.) SS. FUNZIONI ore 16.00 Duomo ore 17.30 S. Francesco ore 19.00 Carmine Adorazione Eucaristica: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30 il giovedì in Duomo. Battesimo comunitario: accordare la data con il Parroco. UFFICIO PARROCCHIALE DEL DUOMO (Stradella delle cucine economiche, 4) Orario di Archivio (documenti): lunedì - giovedì - sabato ore 9-11 Udienze: l’Arciprete riceve in canonica il lunedì e il sabato dalle 9 alle 10.30 (Duomo) Telefoni DAL ZUFFO SERGIO n. 12-03-1944m. 25-08-2015 (Duomo) DE ROSSI LORENZO n. 09-10-1936 m. 05-08-2015 (Duomo) DIDONÉ ELISABETTA Ved. Fabris n. 31-07-1918m. 14-09-2015 GASPARATO SERGIO n. 26-09-1933m. 09-09-2015 (Duomo) LURASCHI FELICE n. 09-01-1918 m. 21-07-2015 (Duomo) (Duomo) Parrocchie Ca’ Onorai - ufficio e fax . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495965007 Duomo - ufficio e fax . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970237 Laghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499422250 S. Donato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495974492 S. Maria [email protected]. . . 0495970099 Pozzetto - SS. Redentore . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970803 sito internet vicariale: www.parrocchiecittadellesi.it Chiese Carmine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970525 S. Francesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970280 PEGORARO GIUSEPPINA Ved. Del Cont n. 23-02-1923m. 09-08-2015 PIA FERNANDO n. 21-07-1941m. 02-09-2015 (Duomo) (Duomo) FABRIS SANTA Ved. Spigarolo n. 05-06-1921m. 11-09-2015 (Pozzetto) 42 SARTORE IDA Ved. Sartore n. 03-04-1938m. 29-05-2015 (Pozzetto) PIEROBON LINO n. 23-05-1938 m. 09-09-2015 (Duomo) TONELLOTTO DOMENICA Ved. Bizzotto n. 08-11-1925 m. 03-09-2015 (Pozzetto) ZULIAN ANTONIO n. 17-1-1933 m. 21-3-2015 (Duomo) ZANON ISIDORO n. xx-xx-19xx m. xx-xx-2015 (Pozzetto) AGUGGIARO TERESA n. XX-XX-19XXm. XX-XX-20XX (Pozzetto) BAGGIO ELDA in Cavinato Centri parrocchiali Centro «Bertollo» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970357 Centro di spiritualità «De Foucauld P. Carlo» . . 0495975924 Centro socio-educativo «S. Antonio» . . . . . . . . 0495970448 Circolo Noi Ca’ Onorai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499440241 Patronato Pio X- direzione - segreteria . . . . . . . 0495970466 Patronato Pio X - e-mail . . . . . . . . . . . [email protected] Patronato Pio X - Bar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499404710 Scuole Materne «Maria Immacolata» - Ca’ Onorai . . . . . . . . . . . «Pio X» - Borgo Bassano . . . . . . . . . . . . . . . . . . «Pio X» - S. Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . «S.B. Boscardin» - Pozzetto . . . . . . . . . . . . . . . . 3398970398 0495971273 0499401747 0495971030 Sacerdoti Brusadin don Remigio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970237 e-mail . . . . . . . . . . . . [email protected] Campagnaro don Giuseppe (Osp. Civile). . . . . . 3382447303 Cellere don Armando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970803 e-mail . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . [email protected] Isati don Silvano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499422250 Menegazzo mons. Antonio . . . . . . . . . . . . . . . 333 6379475 Pescarolo don Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970525 Tonin don Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495994017 Vanzan Don Luciano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495974492 Religiose Figlie di S. Anna (Suoreindiane) . . . . . . . . . . . . . 0495971423 Istituti Istituto Farina - Comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499400788 Istituto Farina - Scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970277 n. 26-05-1930 m. 17-07-2015 (San Donato) 43