cittadella - Parrocchie Cittadellesi

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cittadella - Parrocchie Cittadellesi
OTTOBRE 2015
CITTADELLA
Comunità Parrocchiali
SOMMARIO
PARROCCHIA DEL DUOMO
Lettera di Don Remigio Preghiera a Maria Addolorata
In pellegrinaggio a Chiampo
Cittadella Ascolta
Patronato
Arte e storia: Giambattista Moratelli, un Arciprete di fine ’700
Chiesa dell’Ospedale di Cittadella: Immagini della Madonna in Ospedale
Scout 2: Un nuovo anno
Scout 4 - Il mio quinto (e ultimo) anno di reparto
LETTURE
4 ottobre
11 ottobre
18 ottobre
25 ottobre
1 novembre
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pag.
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pag.
pag.
PARROCCHIA DEL DUOMO
pag.
3
pag.
4
pag.
5
pag.
6
pag.9
pag.16
pag.18
pag. 20
pag.21
22
22
23
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PARROCCHIA DEL POZZETTO
Ricominciamo: in cerca di perle preziose
Campo diocesano San Benedetto: un anno dopo
Dalla sagra all’ottobre missionario
pag. 26
pag. 27
pag.27
PARROCCHIA DI SANTA MARIA
Campane e Campanili
A come Accoglienza
Padre Carlo Scapini e le sue radici
pag.30
pag.31
pag.32
PARROCCHIA DI SAN DONATO
Lettera di Don Luciano
Un grazie al Niger
Domenica: il Giorno del Signore
Pengiuns grest
Ricordi dell’estate
pag.33
pag. 34
pag. 34
pag. 35
pag. 35
PARROCCHIA DI CA’ ONORAI
Campiscuola
Giornata all’Expo di Milano
pag.36
pag. 37
ASSOCIAZIONI
Una proposta diversa
pag.38
ANAGRAFE PARROCCHIALE
pag.40
ORARI PARROCCHIALI
pag.41
Il Bollettino consta di 10 numeri mensili per anno. Il costo di ogni numero è di 1 euro. Al fine di agevolare la
distribuzione del bollettino, si propone di effettuare l’abbonamento annuo di 10 euro, o sostenitore 15 euro.
Periodico mensile - Anno XLVII - n. 8 - Ottobre 2015
Direttore responsabile: Giovanni Tonelotto (cell.: 338 4981981 - e-mail: [email protected])
Iscr. Stampa Trib. Padova n. 1151/89
Impaginazione e stampa:
Biblos Edizioni, via Pezze - www.biblos.it
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LETTERA DI DON REMIGIO
In questo mese riprenderanno gli incontri di catechesi per bambini e ragazzi dalla prima alla quarta elementare e per i loro genitori. Le altre classi (quinta elementare e medie), sia pure con qualche variazione, seguiranno il percorso più tradizionale. Gli incontri saranno, per tutti, momenti e
occasioni di maturazione nella fede, nella carità e nella preghiera.
A proposito di preghiera continueremo, un giovedì sera al mese, l’incontro che abbiamo chiamato MONACI IN CITTA’. Sì. “Monaci” che vivono
nel mondo, ma che sentono il bisogno di ritrovarsi per ravvivare la fede.
Daremo più spazio all’adorazione (magari riducendo i salmi a uno-due) e
agli Angelus di Papa Francesco che ascolteremo con cuore aperto e riconoscente. È un incontro per TUTTI, in particolare per catechisti, membri
del Consiglio Pastorale e per la gestione economica, animatori.
Ma benvenuti a giovani, genitori, adulti … Abbiamo bisogno di pregare,
di adorare, di ascoltare il vangelo e il commento del Papa.
Ne abbiamo bisogno per imparare le cose “vere” e mettere un po’ in
disparte le cose “nostre”. Non accontentiamoci di incontri “tecnici”, cioè
di preparazione immediata di un incontro, di un evento.
Generalmente corriamo troppo. Fermiamoci.
Diamo più valore all’Adorazione al Santissimo di ogni giovedì.
Riprenderò gli incontri su GLI ATTI DEGLI APOSTOLI, il libro che ci racconta gli inizi e lo sviluppo della Chiesa, in particolare attraverso le due
grandi “colonne” degli apostoli Pietro e Paolo.
Proporrò tre incontri al mese: due alla sera e uno il mercoledì mattina
(ciascuno sceglierà quello cui gli è più facile partecipare).
Sarà stupendo contemplare la trasformazione di Pietro e Paolo rispettivamente dopo la Pentecoste e dopo la Conversione sulla via di Damasco.
Sarà stupendo “vedere” allo’opera lo Spirito Santo che ha guidato e guida la Chiesa dagli inizi fino ai nostri giorni. E allora celebreremo con particolare intensità la Giornata missionaria mondiale (quest’anno domenica
18 ottobre) giorno in cui il nuovo Vescovo, DON CLAUDIO CIPOLLA, inizierà ufficialmente il suo ministero-servizio pastorale nella nostra Diocesi.
Per tutti questi motivi preghiamo con intensità la B. V. MARIA.
Anche quello di ottobre è mese del Rosario. Chi può si trovi ogni tanto presso i capitelli. Chi non può faccia diventare questa preghiera più
“familiare”, più presente nelle nostre case, adattandola, se necessario,
all’età dei componenti la famiglia.
vostro don Remigio
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PARROCCHIA DEL DUOMO
Date degli incontri di preghiera Monaci in città:
Ogni terzo giovedì del mese • 15 ottobre
• 19 novembre
• 17 dicembre
• 21 gennaio
• 18 febbraio
• 17 marzo
• 21 aprile
PARROCCHIA DEL DUOMO
IN PELLEGRINAGGIO A “CHIAMPO
Nella festa dell’Esaltazione della S. Croce, gli anziani della nostra Parrocchia
si sono recati al santuario di Chiampo a meditare la “Via della Croce” e a
porre sotto la protezione di Maria la loro vita, quella delle loro famiglie e di
tutta la comunità.
Date degli incontri su Gli Atti degli Apostoli:
• lunedì 19 o venerdì 23 ottobre;
• lunedì 16 o venerdì 20 novembre
• lunedì 14 o venerdì 18 dicembre
• lunedì 18 o giovedì 28 gennaio
• lunedì 22 o giovedì 25 febbraio
• lunedì 14 o giovedì 24 marzo
• lunedì 11 o o giovedì 14 aprile
- alla sera (20.45-22.00)
- al mattino (9.30-11) dei mercoledì
• 13 e 27 ottobre
• 11 e 25 novembre
• 9 e 16 dicembre
• 13 e 27 gennaio
• 10 e 24 febbraio
• 9 e 16 marzo
• 6 e 20 aprile
PREGHIERA A MARIA ADDOLORATA
Santa Maria, donna coraggiosa, anche
nelle tre ore di agonia sotto la croce
hai assorbito come spugna le afflizioni di tutte le madri della terra, prestaci
un po’ della tua fortezza, alleggerisci
le pene di tutte le vittime del dolore e
conforta il pianto nascosto di tanti che
vivono nella solitudine sotto il peso
della croce.
Santa Maria, donna coraggiosa, tu che
sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, guida i
nostri passi, rincuoraci con il tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il peso delle
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tribolazioni quotidiane, non con l’animo dei disperati, ma con la serenità di
chi sa di essere custodito nel cavo della
mano di Dio. E se ci lasciamo abbattere
dallo scoraggiamento perché non ce la
facciamo più, mettiti accanto a noi, siediti vicino e ripetici parole di speranza.
E allora confortati dal tuo respiro, ti invocheremo con la preghiera più antica
che sia stata scritta in tuo onore: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio
santa Madre di Dio; non disprezzare le
suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine
gloriosa e benedetta”. Così sia.
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PARROCCHIA DEL DUOMO
CITTADELLA ASCOLTA 2015 - 2016
Il Coordinamento Pastorale Vicariale, su
iniziativa dell’Ufficio Pastorale della Diocesi di Padova, propone alla Comunità cristiana nel periodo novembre 2015 – febbraio 2016 il progetto Cittadellascolta. Il
tema analizzato sarà:“che male c’è?”
“Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese
del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede
anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi
di tutti e due e si accorsero di essere nudi;
intrecciarono foglie di fico e se ne fecero
cinture”. La citazione tratta dal libro della
Genesi, attraverso l’allegoria di Adamo ed
Eva, cerca di fornire una spiegazione alla
presenza del male nella vita dell’uomo. Si
tratta di una scelta comune ai diversi testi
sacri delle religioni monoteiste, che indica
come il “male” ponga domande ineluttabili all’uomo. Nel tempo i frutti del male si
sono trasformati sia da un punto di vista
oggettivo, che soggettivo. Se infatti, “oggettivamente” si deve constatare come le
conseguenze del male siano cambiate negli anni (si pensi ad esempio alla maggior
complessità dei reati, alla mutazione delle
malattie, all’evoluzione dello sfruttamento
dell’uomo e della natura), anche ‘”soggettivamente” il modo di percepire ciò che
sia sbagliato si è modificato.
Enzo Bianchi afferma:”… C’è una specie
di indifferenza che ci ha preso. Un’indifferenza al male. Non ci si scandalizza, non
abbiamo l’indignazione dentro…”.
La tendenza ad affievolire il “senso del
male” è uno degli errori che più segna la
vita contemporanea. Sì è disponibili a riconoscere, a scandalizzarsi per le manifestazioni più eclatanti di dolore, di malattia,
di violenza. Si è giudici pronti nel rovesciare su altri peccati e censure, ignorando le
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proprie responsabilità e difetti. Spesso si
è attratti dalla spettacolarizzazione che i
mass media propongono di fatti delittuosi.
Il Male nasce dalla mancanza dell’ascolto
della Parola, dalla scarsa considerazione
dell’insegnamento della Chiesa, dall’ignoranza delle norme fondanti la vita dello
Stato, dal rifiuto dei principi essenziali (per
es.: la solidarietà, la responsabilità sociale,
il rispetto, l’uguaglianza e la pari dignità
tra gli uomini) che soli fanno emergere la
qualità e la dignità umana nell’essere vivente, il quale altrimenti sarebbe solo un
animale sottomesso all’istinto .
Papa Francesco è esplicito: “Questa è una
sfida bella: non lasciare mai che il male abbia l’ultima parola. È la speranza, lo sapete
bene, questo grande patrimonio, questa
“leva dell’anima”, tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie”.
Cittadellascolta vuole accogliere la sfida
lanciata dal Santo Padre per accompagnare la Comunità Diocesana e Vicariale in un
percorso che identificando i frutti odierni
del male, apra la via alle scelte più idonee
ed attuali per un cammino di vera libertà
dell’individuo. Un viaggio che possa essere utile per il credente e per chi abbia una
visione diversa della realtà, in uno sforzo
che veda entrambi accomunati in un reciproco sostegno verso una meta comune.
La finalità è quella di fornire momenti di
riflessione che amplino il pensiero e mettano in discussione le convinzioni e le certezze che ciascuno di noi possiede, così
da rafforzarle o mutarle, dopo un processo
di interiorizzazione e discernimento.
Si auspica che l’intera Comunità del Vicariato sappia accogliere questa occasione
come un dono, partecipando all’iniziativa
e pregando perché la stessa raggiunga il
suo fine.
Cittadellascolta
PARROCCHIA DEL DUOMO
DOTT. FERRUCCIO de BORTOLI
giornalista già Direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 ore.
IL MALE D’EUROPA, TRA NAZIONALISMI E SOLIDARIETÀ
13 novembre 2015
Nato a Milano il 20 maggio 1953. È stato Direttore de Il Sole 24
Ore dal 2005 al 2009 e per due volte Direttore del Corriere della Sera,
dal 1997 al 2003 e dal 2009 al 2015. É stato Presidente della casa editrice Flammarion S.A. e Vicepresidente dell'Associazione italiana editori.
Attualmente è Presidente della casa editrice Longanesi, dell’Associazione Vidas, della
"Fondazione Pier Lombardo - Teatro Franco Parenti" e della "Fondazione Memoriale della
Shoah di Milano Onlus". É editorialista del quotidiano svizzero in lingua italiana Corriere
del Ticino.
DAMIANO TOMMASI
Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori
IL PALLONE MALATO
1 dicembre 2015
Nato a Negrar il 17 maggio 1974 è un calciatore italiano. Ha iniziato
a giocare a calcio nel 1985. Nella stagione 1995-1996 ha contribuito
alla promozione del Verona in Serie A. É stato uno dei centrocampisti
di riferimento della Roma alla fine degli anni novanta e l’inizio degli
anni duemila. Conta 25 presenze e 1 gol con la Nazionale italiana, con cui ha partecipato al
Campionato mondiale di calcio 2002, conclusosi per gli azzurri agli ottavi di finale. Nel 2001
ha ricevuto il premio nazionale “Altropallone” per il suo impegno sociale. Dal 9 maggio
2011 Damiano Tommasi è al timone dell’Associazione Italiana Calciatori.
PROF. ROMANO PRODI
Presidente Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa
IL MALE GLOBALE: CONFLITTO O COLLABORAZIONE TRA I POPOLI?
10 dicembre 2015
Nato a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1939. Ha studiato all’Università
Cattolica di Milano, dove si è laureato cum laude nel 1961 in Giurisprudenza. Si è quindi specializzato alla London School of Economics. È stato visiting professor presso la Harvard University e presso lo Stanford
Research Institute. É stato ordinario (1971-1999) di Economia e Politica industriale.Nel maggio 1996 e nel maggio 2006, è stato Presidente
del Consiglio e nel marzo 1999 Presidente della Commissione Europea
di Bruxelles. É autore di numerose pubblicazioni, l‘ultima delle quali è
“Missione incompiuta Intervista su politica e democrazia”, Laterza, 2015.
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PARROCCHIA DEL DUOMO
PADRE, FRANÇOIS MARIE DERMINE
Esorcista, docente presso la Facoltà Teologica dell’Emilia e Romagna
IL DEMONIO, LA SUA ESISTENZA E LA SUA AZIONE.
LA RISPOSTA DEL CREDENTE E DELLA CHIESA
15 gennaio 2016
Nato nel 1949 a Saint-Hyacinthe in Canada, vive in Italia dal 1972;
ha ottenuto la cittadinanza italiana ed ha completa padronanza del
francese, dell’italiano e dell’inglese. Ha conseguito la laurea in Storia e Scienze Politiche
presso l’università McGill di Montréal. Licenza in Teologia nel 1981 allo STAB di Bologna
con la tesi intitolata: Finitezza del conoscente e conoscenza dell’infinito. Dottorato in sacra Teologia conseguito nel 2000 alla Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) di
Roma. É stato Priore presso il Convento Patriarcale e Basilica di S. Domenico - Bologna.
È presidente nazionale del GRIS, Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa.
DOTT. GHERARDO COLOMBO
già Consigliere di Cassazione, Presidente Garzanti Libri
ITALIANI, SUDDITI O CITTADINI?
LA TIRANNIA DELLA CORRUZIONE
16 febbraio 2016
Nato a Briosco (MI) il 23 giugno 1946. entra in Magistratura nel
‘75, Dall’89 al ‘92 è consulente per la Commissione Parlamentare
di Inchiesta sul terrorismo in Italia, e dall’89 al ‘93 è consulente per la Commissione
Parlamentare di Inchiesta sulla mafia. Dal 1989 è Pubblico Ministero presso l’Ufficio del
Procuratore Generale di Milano. Fondamentale il suo contributo alle indagini e ai processi nell’ambito dell’operazione “Mani pulite”. Nel marzo del 2005 è stato nominato
Consigliere presso la Corte di Cassazione. Ha ricevuto il Premio Nazionale Cultura della
Pace 2008. É autore del libro “Lettera a un figlio su Mani Pulite”.
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PATRONATO PIO X
PATRONATO PIO X
CAMPISCUOLA ACR: COSTON 2015
Come ogni anno anche quest’estate molti bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni hanno partecipato con entusiasmo ai campiscuola Acr al Rifugio Coston nel mese di
Luglio. I primi a partire sono stati i piccoli
di 1ˆ-2ˆ-3ˆ elementare nel week end dal
3 al 6 luglio. Il camposcuola aveva come
filo conduttore le vicende dell’orsetto
Paddington sulle quali sono state costruite alcune attività riguardanti i temi della
conoscenza e del rispetto del prossimo e
dell’importanza della collaborazione con
gli altri. Come di consueto, l’ultimo giorno di camposcuola ha coinvolto anche i
genitori dei bambini per condividere le
esperienze fatte nei giorni precedenti e
per trascorrere una giornata di festa in
compagnia. Nelle settimane successive,
si sono susseguiti i campiscuola di 4ˆ-5ˆ
elementare, 1ˆ media e 2ˆ media dal titolo
“LIFE-una vita da creare!”.
Nel corso dei campiscuola i bambini e i
ragazzi hanno avuto la possibilità di trattare il tema della Creazione, attraverso
giochi e attività nuove e originali.
Le tematiche affrontate hanno riguardato
il rispetto per il Creato e il rispetto per la
ragazzi di 1^, 2^ e 3^ elementare
diversità degli elementi e delle persone
che lo compongono, stimolando i ragazzi
a porsi delle domande sul fenomeno della creazione e sulle differenze tra i punti di
vista scientifico e religioso.
Inoltre, i ragazzi sono stati portati a riflettere in modo profondo su quale sia il loro
posto nel mondo e quali possono essere
i gesti concreti che ognuno può fare per
renderlo un posto migliore. Infine, il camposcuola dei ragazzi di 3ˆ media dal titolo
“Comun-i-c@re” era basato sul tema della comunicazione e, in particolar modo
sui diversi modi di comunicare. I ragazzi,
infatti, sono stati coinvolti in numerose
esperienze che li hanno portati a riflettere
su come si possa comunicare qualcosa di
se stessi con il proprio corpo, con i mezzi
virtuali, con le parole o con la musica.
Ma anche come comunicare con chi ci sta
intorno, accogliendo il prossimo e rispettandolo e, in particolar modo le diverse
modalità di comunicare Gesù e con Gesù
attraverso la sua Parola.
Nel corso di tutti i campiscuola non sono
mancati i momenti “forti” come la giornata delle confessioni, le Celebrazioni e
ragazzi di 4^ e 5^ elementare
ragazzi di 1^ media
la veglia alle stelle, che hanno permesso
ai ragazzi di ricavare un po’ di tempo per
se stessi e di curare più attenzione il loro
rapporto con Dio.
Tutti i campiscuola sono stati quindi delle
esperienze intense e divertenti, ma anche
profonde e formative, che hanno permesso a bambini e ragazzi di affrontare alcuni
argomenti da un nuovo punto di vista e di
approfondire temi importanti che caratterizzano la loro vita.
Gli animatori ACR
ragazzi di 3^ media
ragazzi di 2^ media
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PATRONATO PIO X
CAMPOSCUOLA …ISSIMI: CHE SAPORE HA LA FELICITA’?
In un’epoca e soprattutto in una cittadina intrappolata nelle proprie abitudini,
quest’anno il camposcuola Giovanissimi,
dalla 1^ alla 4^ superiore, ha voluto rivoluzionarsi, salutare le tanto frequentate
mete passate, per aprire una nuova strada: il camposcuola al mare, precisamente
a Torre Pedrera, poco distante da Rimini.
Una novità per tutti, per gli ottantasei animati e per gli undici animatori, una sfida
da vincere in cinque giorni, dal 25 al 30
luglio di questa caldissima estate ormai
finita. Secondo me ce l’abbiamo fatta, e
adesso proviamo a raccontarvelo.
Dopo una temibile alzataccia, chi più e
chi meno sveglio, siamo partiti, carichi di
valigie ed entusiasmo, con un obbiettivo:
scoprire cos’è la felicità, la felicità quella
vera!, cercarla, e magari pure trovarla.
Sì perchè al giorno d’oggi veniamo messi davanti a fonti di felicità falsa, fugace,
temporanea, che non lascia nulla di più di
qualche apprezzamento virtuale o qualche
euforia momentanea pronta a spegnersi con un battito di ciglia o con un click.
Quanto è difficile prendere una posizione, e perseguire su quel cammino, senza
farsi influenzare dai più grandi, da quelli
considerati “in” rispetto a noi che siamo
“out”. Questo lo sanno bene gli ospiti
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della comunità di recupero per ex tossicodipendenti di San Patrignano, luogo che
abbiamo visitato tutti insieme in una giornata, e che ha decisamente lasciato grandi impronte su di noi: siamo stati proprio
schiacciati dalla potenza e dalla concretezza disarmante delle testimonianze che
abbiamo avuto il privilegio di ascoltare,
in silenzio, un silenzio profondo e attento
come quello che tutti i ragazzi del posto
quotidianamente rispettano per dieci secondi, prima di mangiare.
Tre battiti di mani e un’intera sala piena di
gente pronta a pranzare o a cenare si alza
in piedi, e viene avvolta da questa assenza
di parole durante la quale ognuno è libero
di pensare a ciò che vuole, ai propri cari,
a Dio, a se stesso, al proprio cammino e
alla propria meta. Che sia questo il simbolo migliore per rappresentare questo camposcuola? Sono stati solo cinque giorni,
una piccola parentesi di silenzio, di distacco dalla quotidiana realtà, per riflettere su
un tema più grande di noi: la felicità, la
ricerca principale di ogni uomo, questo
sentimento, questa sensazione, questa realtà così difficile da trovare e da custodire,
e perchè no anche da condividere.
Condividere, donarsi, aiutare, questo è
stata anche l’esperienza in Caritas a Rimini
per i trenta ragazzi di 3° e 4° superiore che
ad ogni pranzo e ad ogni cena prendevano il treno e si dirigevano verso la Caritas
a donare un po’ di quella felicità tanto cercata a chi è meno fortunato di noi. Ogni
giorno ad accoglierci con un sorriso c’erano sempre Alice ed Alessandro che ci dividevano in gruppi e ci assegnavano i vari
servizi. Ogni mattina i 6 posti destinati al
giro nonni erano sempre i più ambiti: chi
faceva questo tipo di servizio prima preparava i pasti destinati agli anziani e poi con
i volontari andava casa per casa a portar-
PATRONATO PIO X
glieli. Siamo stati molto felici di essere riusciti a portare il pranzo anche a coloro che
fisicamente non riescono a raggiungere la
Caritas e ci è rimasto dentro soprattutto
il momento in cui dovevamo continuare
il giro e quindi salutarli perché abbiamo
capito che, oltre ad un pasto caldo, questi “nonni” hanno soprattutto bisogno di
compagnia e di qualcuno che ascolti le
loro storie e che il tempo che potevamo
trascorrere con loro sarebbe stato sempre
e comunque troppo poco.
Un altro servizio a cui tutti puntavano era
quello al Centro d’Ascolto perché ci permetteva di entrare in contatto diretto con
tutte le persone che vengono a chiedere
aiuto. Ascoltare le storie di ognuno c’ha
arricchito e c’ha fatto capire che i bisogni
possono essere diversi: c’era, infatti, chi
aveva bisogno di alloggio, chi di mangiare,
chi dei vestiti o chi solo di farsi una doccia.
Chi di noi, invece, ha fatto servizio mensa/
cucina ha preparato tutto il necessario per
il pranzo della giornata e, i ragazzi che erano in mensa nello specifico, hanno avuto
l’occasione di incontrare chi veniva a mangiare e hanno notato che le persone che
accedono al servizio sono le più disparate:
giovani, coppie, famiglie, extracomunitari,
ma anche italiani. Non ci aspettavamo che
le persone ci ringraziassero per quello che
stavamo facendo, ma ricevere un “grazie”
ed un sorriso ha ripagato tutte le fatiche
della giornata. Alla fine di questa settimana ci portiamo a casa tanti volti, tanti sorrisi e anche qualche energia in meno che
però è stata ripagata dalla soddisfazione
di aver migliorato, nel nostro piccolo, la
giornata di coloro che ne avevano bisogno. Il nostro è stato un servizio gratuito
ricompensato da mille emozioni e sensazioni che solo un’esperienza di questo tipo
poteva darci. Non è mai facile guardare
più in là, aprire i propri orizzonti e mettersi
alla prova, mettersi in gioco mostrandosi
per ciò che si è veramente...l’abbiamo fatto in piccolo, tra giochi, attività, preghiere
e servizio, il tutto elegantemente mixato
con pomeriggi in spiaggia e in piscina, ma
speriamo con tutto il cuore che sia servito,
che possa essere stato un trampolino di
lancio che permetta a tutti di mettersi alla
ricerca di questo bene così prezioso, che
da cristiani abbiamo la fortuna di poter ritrovare in Dio e nel suo sostegno prima di
tutto.
Gli animatori e …issimi 97/98
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PATRONATO PIO X
PATRONATO PIO X
JOBBIAMO... E NON SOLO!!!
No, “Jobbiamo” non è un nuovo verbo da inserire nei vocabolari della lingua
italiana, bensì un progetto promosso
dalla Parrocchia, insieme al Comune di
Cittadella e a due associazioni del territorio, Welfarelab e Time To Talk, sulla scia
del progetto Policoro della Conferenza
episcopale italiana. L’idea non è meramente quella di trovare lavoro ai nostri
giovani, non siamo un’agenzia interinale,
ma coinvolgerli in esperienze di utilità sociale, per lo più educative e in un percorso
formativo e di tutoraggio individuale che
accompagna in un processo di riscoperta
di opportunità lavorative alle volte sottovalutate, come quelle legate al tempo libero e alla formazione dei giovani.
Jobbiamo è stato pensato perché i giovani coinvolti siano parte attiva del progetto, ed è una sfida, un prendersi a cuore
il problema giovanile della disoccupazione: i giovani vanno valorizzati e hanno
bisogno di sentire che sono capaci di
mettersi in gioco. Se si valorizza una
persona/un giovane, lo si fa sentire vivo
e questo è Vangelo.
Non c’è quindi solo un discorso sociale,
ma anche l’aspetto di evangelizzazione
del lavoro quotidiano, altrimenti “Jobbiamo” diventa un’azione simile a quelle
messe in atto da altri enti/agenzie. Tutti
hanno diritto a mettersi in gioco, intrecciare nuove relazioni e vivere nuove esperienze.
Dopo la selezione per ragazzi dai 18 ai 35
anni, svolta da una commissione che ha visto la presenza anche di un incaricato del
Comune, una trentina di giovani risultati
idonei suddivisi in diverse équipe a seconda del progetto educativo che andranno
a seguire, si stanno incontrando con il referente per la parte organizzativa ed educativa (dell’associazione Time To Talk) per
l’organizzazione del progetto stesso.
L’attività è svolta per metà a titolo gratuito
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e per metà con un compenso forfettario:
il volontariato è una forma di apprendimento di competenze trasversali e
permette di creare relazioni importanti. Oggi le alleanze sociali sono basilari,
molto spesso il lavoro si trova grazie a
conoscenze personali. Il progetto ha poi
un duplice aspetto importante: non solo,
infatti, si dà la possibilità ai giovani di
svolgere un lavoro e mettere da parte
dei soldi, ma si offre un servizio anche
alle famiglie nella gestione dei propri figli al pomeriggio, contando su uno spazio sicuro, il patronato Pio X.
Jobbiamo prevede l’attivazione di laboratori, come spazi di studio e condivisione per gli studenti delle superiori, animazione in patronato o attività più manuali come giardinaggio, lavori artigianali
o domestici o d’ufficio, ecc.
CITTADO’...TRA IL “FARE” E LO “STARE”
Dall’8 al 20 giugno un gruppo di animatori
del patronato, con la guida della cooperativa AnimaGiovane di Torino, ha realizzato
un progetto con il patrocinio del Comune
di Cittadella. Si trattava di animazione itinerante per adolescenti, un’occasione per
ragazzi dai 15 ai 20 anni di stare insieme e
mettere in comune i propri talenti e le proprie passioni. Una delle animatrici ne parla
così... CittAdò è stato un “esperimento”,
ma non è stato proprio niente male! Si trattava di animazione di adolescenti e fin qui
niente di nuovo...credevamo! É da diversi anni che ho abbiamo a che fare con gli
adolescenti, ma non così: di solito ci occupavamo di quelli della parrocchia, che in
qualche modo hanno già un certo “stile”:
ragazzi e ragazze che scelgono di venire
ai gruppi di A.C. e che quindi hanno un
determinato orientamento, magari blando, derivato dalla famiglia, ma ce l’hanno.
Questa esperienza per noi è stata una sorta di evoluzione: andare incontro anche a
Da ottobre si partirà con le prime attività:
“Libero il tempo”, che prevede l’animazione del sabato pomeriggio e sera e della domenica pomeriggio per diverse fasce
d’età; “Labo-creando”, laboratori ideati e
pensati per i ragazzi delle superiori; “Patro-movie”, con film al mattino per mamme che possono portare anche bambini in
età prescolare, alla domenica pomeriggio
per ragazzi e famiglie, ed il venerdì sera
per adolescenti, giovani ed adulti…
La Parrocchia è una realtà viva e quindi
non può staccarsi dalla quotidianità e da
quello che sta succedendo nella nostra
società… Jobbiamo è un modo, non l’unico, per essere comunità.
Vi aspettiamo in Patronato… ogni giorno sempre di più, casa per tutti…
L’équipe “JOBbiamo Cittadella
Cittadò in piazza Scalco
quelli che sono più lontani senza espliciti
messaggi da portare. Mettersi maggiormente in gioco, adattarsi al loro modo di
fare, stare semplicemente con loro.
Questa forse è stata la cosa più bella: CittAdò non lo puoi raccontare basandosi
solo sul “fare”, con un elenco di attività e
iniziative strutturate. Quelle ci sono state,
ma la parte migliore era incontrare i ragazzi: giocare con loro a calcio balilla o a
palla-volo, chiacchierare con loro e ascoltare le loro storie. Non ci siamo sempre
sentiti all’altezza: nonostante diversi anni
di esperienza temevamo di sbagliare,
di non sapere come comportarci per sostenere il “ruolo”. Per fortuna durante la
preparazione ci era stato detto di essere
“come siamo, di essere noi stessi” di non
cercare di attirare i ragazzi con entusiasmi forzati, né di sentirci investiti di chissà
quale compito... Dunque ci sono limitati
ad esserci per loro e con loro e a dare il
meglio di noi. Non è stato sempre facile,
ma assieme agli altri amici del progetto ci
siamo sostenuti, confrontati, abbiamo anche visto piccoli miracoli nelle vite di quei
ragazzi, che (ancora una volta lo abbiamo
sperimentato) hanno bisogno soprattutto
di sentirsi accolti e ascoltati così “come
sono”.
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PATRONATO PIO X
LA “VOCE” DEI PROTAGONISTI:
CittAdò è stata un’esperienza del tutto
nuova nel comune di Cittadella, che ha
portato sempre più ragazzi all’interno del
patronato. Coinvolgendoli in tornei di diverse discipline, caccie al tesoro in giro
per la città, serate con musica, contest di
skateboard e abbuffate di panini onti in
compagnia. Secondo me ha aiutato molto a rafforzare i rapporti tra le persone e
a crearne di nuovi. Sicuramente da rifare
e portando sempre più gente, così da far
diventare il tutto una grande festa per iniziare l’estate alla grande.
(Alberto)
Per me CittAdò è stata una esperienza
unica. Poter cantare su una piazza che ho
sempre sentito mia, ma che non ho mai
avuto l’opportunità di farla mia, è stato
qualcosa di indescrivibile. Portare l’arte di
strada dentro le mie mura, oltre che un sogno che si realizza, è una magnifica vittoria
per me, per Cittadella e tutta la sua gente.
CittAdò ha reso possibile ciò che poteva
sembrare impossibile e tutto ciò deve essere solo l’inizio di altre vittorie da gustare
con i ragazzi, ragazzi che in CittAdò ed in
Cittadò in piazza Pierobon
16
Don Andrea possono trovare dei validi alleati. Devo un grazie per l’opportunità datami, un grazie infinito.
(Youssef – Fake)
CittAdó l’ho vista come un’esperienza assolutamente positiva, che ha movimentato Cittadella e che ha riunito i giovani di
questa città. Ho notato una grande voglia
di fare e di sperimentare sempre nuovi
modi per divertirsi dalle attività sportive,
musicali a quelle artistiche; abbiamo fatto skate, giocato a pallone, a calcetto e
con grande disponibilità da parte del don
abbiamo addirittura ridipinto il muro del
patronato con dei stupendi graffiti!
Ma non ci fermiamo qui perché le attività
erano no stop dalla mattina fino alla sera
dove in piazza organizzavano serate per
noi giovani... PER NOI GIOVANI è proprio
questo quello che mi ha colpito!...ormai a
nessuno importa di noi giovani tanti adulti
hanno da pensare a fatture, tasse, bollette, lavoro ecc.. e ci lasciano da parte...
CittAdò invece puntava proprio a questo:
a fare divertire noi!
Vorrei ringraziare tutti gli organizzatori, gli
animatori, don Andrea e chi ha collaborato senza mai fermarsi davanti alle difficol-
PATRONATO PIO X
tà per portare a termine questo progetto!
Grazie CittAdò!
(Stefano)
Uno dei graffiti realizzati dagli artisti CittAdò su un muro all’interno del Patronato
Per me CittAdò è stata un’opportunità di
crescita. Grazie alla disponibilità datami
dal patronato Pio x di Cittadella e alla pazienza di vari educatori, tra l’altro provenienti da diverse parti dell’Italia, ho potuto
fare ciò che più mi piace in totale libertà.
Don Andrea ci ha dato la possibilità di
dipingere a spray alcuni muri esterni del
patronato, in questo modo sono riuscito
a migliorare la mia tecnica, confrontandomi con miei coetanei e altri ragazzi di
varie età. Questo progetto mi è particolarmente piaciuto perchè ha dato spazio
a noi giovani e alle nostre passioni, anche
quelle più “strane”, incoraggiati sempre e
comunque a fare del nostro meglio.
Sono molto contento e mi ritengo fortunato di aver avuto la possibilità di partecipare a questo tipo di attività e spero ci siano
altre occasioni di partecipare a progetti
simili.
(Federico)
CittAdó per me è stata un’esperienza molto importante e a dire la verità mi sono
divertito davvero molto grazie alla collaborazione dello staff che si è presentato
molto disponibile nei nostri confronti per
aiutarci ad esprimerci in quei giorni.
Grazie a questo progetto siamo riusciti
a dimostrare come le arti di strada, che
sono sottovalutate e mal viste, riescano a
intrattenere la gente come in quella sera
in centro Cittadella. Volevo ringraziare tutti gli organizzatori, lo staff e soprattutto il
don che è riuscito ad introdurci a questa
esperienza molto interessante e istruttiva.
(Filippo)
CittAdò per me è stata un esperienza unica ed indimenticabile grazie allo staff con
cuoi ho legato velocemente e grazie anche alla loro disponibilità ad ascoltare me,
ma anche altri ragazzi e quindi a renderli
partecipi di questa iniziativa che sarebbe
bello riproporre. Un ringraziamento va anche a Don Andrea perchè senza lui non
avrei avuto la possibilità di avere un posto dove poter praticare un’arte di strada
(writting) che è ancora ai giorni nostri un
movimento visto con disprezzo.
Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno
permesso di realizzare questo progetto.
(Lorenzo)
Graffiti realizzati dagli artisti CittAdò sui muri all’interno del Patronato
17
ARTE E STORIA
ARTE E STORIA
GIAMBATTISTA MORATELLI, UN ARCIPRETE DI FINE ‘700
(II parte)
1
Come accennato in precedenza , nel no- menico Cazzavillan, Marcantonio Corizzati,
vembre 1763 il cardinale Antonio Maria Alvise Dall’Acqua, Giovanni Dal Pozzolo,
Priuli, vescovo di Vicenza, nominava Giam- Giacomo Facco, Giuseppe Mantoa, Antobattista Moratelli arciprete di Cittadella e nio Miazzi, Gianmaria Pasinato, Giambatticiò sembra essere confermato da un’anno- sta Pavin, Pietro Maria Piccoli, Gianfrancetazione apposta sulla copertina di un regi- sco Pulitta, Alfonso Smania.
stro parrocchiale: il Moratelli “Arciprete […] Ma una delle maggiori benemerenze del
<è> venuto alla residenza il giorno dei 6 di Moratelli è l’aver dato il via alla costruzione
novembre del 1763”2.
dell’attuale Duomo in sostituzione di quelTuttavia un altro registro attesta che egli lo vecchio ormai cadente. I lavori iniziarono
aveva iniziato la sua opera pastorale da infatti nel dicembre 1775, anche se vennero
alcuni giorni prima e cioè almeno dal 26 poi sospesi per quasi un decennio a cauottobre quando, in qualità già di arciprete, sa di una lite4 con la famiglia proprietaria
aveva congiunto in matrimonio i cittadellesi di parte del terreno su cui doveva sorgeGirolamo di Giovanni Maria Panza con Gio- re la chiesa. Ripresi i lavori nell’estate del
vanna di Antonio Tombolan, nonché Fran- 1785, ancora grazie al Moratelli, la fabbrica
cesco del fu Girolamo Silvello di Fontaniva del Duomo era destinata a continuare per
con Elisabetta di Antonio Baggio “nativa oltre un secolo, ma questa è un’altra storia
della Rosà, ma dalla sua tenera età di que- da raccontare5.
sta <parrocchia>” 3.
Riguardo invece alle attività proprie dell’arContinuando nella consultazione dei regi- ciprete (quali la sorveglianza e la direzione
stri dell’anagrafe parrocchiale (battesimi, del clero, il mantenimento e il rafforzamenmatrimoni, defunti) nel corso dei quasi 35 to della fede cattolica, l’insegnamento della
anni passati a Cittadella, risalta una quasi dottrina cristiana, la buona tenuta dei luocostante presenza del Moratelli nelle in- ghi e degli arredi sacri) le migliori informacombenze di annotazione apparentemen- zioni si possono ricavare dalle visite pastote solo fredde e burocratiche, ma del tutto rali effettuate dai vescovi vicentini. Il primo
insostituibili ai fini storici. E in tale lavoro ad arrivare fu il vescovo e nobile veneziano
egli fu coadiuvato da diversi cappellani tra i Alvise Maria Gabrieli. Egli giunse a Cittaquali, nel corso degli anni: Pio Busato, Do- della il 22 settembre 1781, accolto dall’arciprete e accompagnato in chiesa al suono
delle campane e degli inni dei cantori. Al
1 Vedi la I parte in Bollettino Parrocchiale agostoVespero il vescovo interrogò i fanciulli e le
settembre 2015.
fanciulle cittadellesi sulla dottrina cristia2 Così in Archivio Parrocchiale del Duomo (APD) nel
na, rimandando al giorno seguente il resto
“Libro dÉ morti dal giorno 6 novembre 1763 sino al
giorno 3° del mese di maggio dell’anno 1790”; pro- della visita. Il 23 settembre consacrò calici
babilente è da questa annnotazione che Gisla Fran- e patene, disse messa all’altare maggiore,
ceschetto ha tratto la data del 6 novembre come
data di inizio dell’arcipretato.
3 APD, “Liber matrimoniorum ecclesie Sanctorum
Prosdocimi & Donati Cittadellae ab anno 1751
usque annum 1806”, sotto la data del 26 ottobre
1763. Subito dopo, il 3 novembre, univa in matrimonio Giacomo di Domenico Zago di Casale <sul
Sile> (TV) con la cittadellese Domenica di Giuseppe
Zordan.
18
4 Nulla di nuovo sotto il sole!
5 Tra i contributi per la storia del nostro Duomo raccomando per completezza documentaria Stefano
Tosato, Duomo e Torresino: vicende architettoniche,
in Storia di Cittadella. Tempi, spazi, gerarchie sociali,
istituzioni, a cura di Lino Scalco, II parte, pp. 269308, Comune di Cittadella 2007.
AD IMPERITURA MEMORIA
DI GIAMBATTISTA FIGLIO DI ALBERTO MORATELLI
DA NOVENTA VICENTINA,
UOMO INSIGNE PER RELIGIONE, DOTTRINA, PRUDENZA,
AFFABILITA’ E BENEFICENZA,
CHE
ANTONIO MARIA PRIULI CARDINALE DI SANTA ROMANA CHIESA,
VESCOVO DI VICENZA,
A BENEFICIO DEL PUBBLICO
NOMINO’ ARCIPRETE DI CITTADELLA.
VISSE 75 ANNI, 9 MESI E 3 GIORNI,
CARO A TUTTI.
MORI’ IL PRIMO MAGGIO 1798,
DOPO AVER SVOLTO IL SUO UFFICIO PER 35 ANNI IN MODO INTEGERRIMO.
I 4 FABBRICIERI,
LASCIATI NEL LUTTO E NELLE LACRIME,
ALL’UOMO INCOMPARABILE,
DELLA SUA CHIESA E DEI SUOI CONCITTADINI
PIU’ CHE BENEMERITO,
FECERO CIO’ IN SEGNO DI PIETA’.
Traduzione della lapide
Duomo di Cittadella, Cappella dell’Adorazione: Lapide
funeraria di mons. Giovanni Battista Moratelli
(foto a cura di Giancarlo Argolini)
benedisse l’acqua del fonte battesimale,
ispezionò l’altare maggiore curato dalla
confraternita del Santissimo Sacramento e
gli altari minori dedicati a: S. Luca, S. Felice
da Cantalice, S. Maria vergine “a partu” e
S. Anna, SS. Pietro e Paolo, SS. Girolamo
e Filippo Neri, Madonna di Loreto, S. Valentino, S. Giovanni Battista, S. Sebastiano,
S. Antonio abate, S. Caterina, Madonna del
santissimo Rosario6 tutti curati dalle varie
confraternite cittadellesi. Risultano inoltre
presenti 7 confessionali, dei quali tre riservati agli uomini. Il campanile e la sacrestia
sono ugualmente visitati; in quest’ultima
sono conservati i libri parrocchiali e le reli6 Ad eccezione dell’altare maggiore, definito nella
visita come quello della “ecclesia nova”, gli altri altari erano quelli della chiesa vecchia.
quie che vengono singolarmente elencate7.
Nei giorni successivi il Gabrieli, assieme al
conte vicentino Orazio Branzo Loschi, predecessore del Moratelli nell’arcipretato e in
quel momento vicario vescovile, visitò gli
altri luoghi di culto cittadellesi: le chiese di
S. Maria del Torresino, S. Maria degli Eremitani (in Borgo Bassanese), S. Maria della
Disciplina detta “del Carmine”; il convento
di S. Francesco; il monastero delle Cappuccine (in Borgo Padovano); l’oratorio di Ca’
Nave; la chiesa di S. Donato “que olim erat
ecclesia parochialis”8. La visita si concluse
il 29 settembre e di essa fa fede una particolareggiata relazione degna di migliore
attenzione. Una ulteriore visita ebbe luogo
nel 1793, a cura del vescovo Marco Zaguri, accolto pur esso dal Moratelli alle porte
della nuova chiesa parrocchiale, ora effettivamente in costruzione. Ma, ancora pochi
anni e Giambattista Moratelli lasciava questo mondo terreno, compianto da tutto il
popolo cittadellese e sepolto nella sua e
nostra chiesa9.
Luigi Sangiovanni
7 Rinvio ad un prossimo articolo le vicende delle
reliquie del Duomo.
8 “Che era un tempo la chiesa parrocchiale”.
19
CHIESA DELL’OSPEDALE
CHIESA DELL’OSPEDALE
IMMAGINI DELLA MADONNA…IN OSPEDALE!
Il mese di ottobre, per tradizione, è uno dei
due mesi, assieme a maggio, dedicati alla
Madonna, con l’impegno della recita del
Santo Rosario.
Con questo articolo Vi presentiamo quattro
immagini su tavola – legno e tela presenti
nella Cappella dell’Ospedale, che rappresentano la Madre di Dio.
LA MADONA DEL CONFORTO
Entrando in portineria, prima di imboccare
il lungo corridoio che immette nella zona
reparti, lo sguardo è attratto da una grande
“icona” opera di un artista di Galliera Veneta Prof. Roberto Zaniolo che, nelle varie fasi
di lavoro, è rimasto per qualche mese nei
locali del Presidio Ospedaliero di Cittadella.
Il 19 maggio u.s. c’è stata l’inaugurazione
con la presenza dell’Arciprete della Cattedrale di Arezzo poiché la nuova immagine
è gemellata con la “celeste patrona della Diocesi di Arezzo”. In una targa si può
leggere una parte dell’Inno Akathistos alla
Madre di Dio.
“Ave magnifica pianta che nutri i fedeli, Ave
bell’albero ombroso che tutti ripari, Ave, tu
grembo che portasti la Guida agli erranti!”
“Le prime icone di questo tipo si trovano
tutt’ora in Italia a Roma e a Messina,datate
1300. Successivamente, nel 1400, un Monaco del Monte Athos ha portato questo
tipo di Icone in Russia e il nostro modello
di riferimento è una icona russa del 1500,
ma avverte alle spalle un lungo cammino di
rivisitazione.
Dall’Italia del 1300, sale in Russia e ritorna
nel XXI secolo a Cittadella, con il titolo di
“Madonna del Conforto” “Il grande manto
blu La identifica come “Regina del cielo”;
l’oro del nimbo (= aureola) la luce increata,
la colomba bianca, l’offerta in sacrificio di
Colui che, senza peccato, dona la propria
vita per l’umanità. Gesù tiene in mano la colomba con un filo rosso, segno della nascita
da Maria, che ha tessuto il suo corpo nel
20
proprio seno.
Il risvolto verde del manto indica la discesa
dello Spirito Santo. Lei è un luogo del sacrificio, tempio che personifica la Chiesa, e
il velo bianco la indica come “scelta tra le
donne” e indica il colore del sudario. “
L’artista
foglia oro, cornice che avrebbe bisogno di
urgente restauro prima che i tarli se la mangino. Oltre alla tela del Gregorietti, la Chiesa dell’Ospedale è arricchita di due grandi
statue in legno. Per iniziativa di Attilio – Guglielmo – Emilio – Valerio, ex Ospedalieri, si
è voluto dotare la nuova Cappella dell’Ospedale, che sostituisce la vecchia Chiesa neo-gotica, (demolita!), con due statue
della Val Gardena. Le immagini di fronte
alle quali i Fedeli si fermano in preghiera
rappresentano Maria Madre di Dio e Maria
Adolorata
Maria, madre di Dio
MARIA ADDOLORATA
L’altra statua rappresenta Maria che accoglie tra le braccia il Figlio morto. É la classica Pietà: Maria Addolorata. Il volto è quello di una donna di circa 50 anni, sofferente
e invecchiata anzitempo per la passione e
morte del proprio Figlio. Vuole ricordare a
tutte le persone che soffrono nel corpo e
nello spirito, e l’Ospedale è un luogo anche
di sofferenza, che la conquista di qualsiasi
ideale si realizza attraverso il lavoro, l’impegno, la sofferenza, la rinuncia, in altre parole
la Croce: un cammino che, in un modo o
nell’altro, accomuna tutte le persone come
ci suggerisce la bella poesia imparata alla
scuola elementare:
Icona Madonna del Conforto
L’ IMMACOLATA
Entrando nella Cappella dell’Ospe-dale,
il primo sguardo è verso il grande quadro
posto sulla parte di fondo. É una pregevole
opera di Michelangelo Gregorietti (Pordenone 1801 – Venezia 1870) che rappresenta
un immagine, a suo tempo, cara allo Spagnolo Murillo: L’ Immacolata.
Il quadro costituiva la pala d’Altare nella
Chiesa della Villa Imperiale di Galliera Veneta, e da qualche anno, si trovava in uno
dei magazzini dell’Ospedale finché si è potuto recuperare e sistemare, in un luogo più
che decoroso, nella Chiesetta dell’Ospedale. Oltre alla tela è di pregevole fattura
la cornice in legno intagliato e ricoperto di
L’Immacolata
MARIA, MADRE DI DIO
Lo scultore ricava nel legno la figura di una
giovane donna (Maria poteva allora avere
14-15 anni secondo la tradizione ebraica).
Il volto, oltre che giovanile è sereno, la serenità di una Madre che stringe a se il proprio Figlio, Questi guarda la Madre con la
sicurezza di ogni Bambino in braccio alla
Madre. Un volto, della Madre e del Bambino, che ispirano fiducia nelle persone che
sostano davanti in preghiera.
Maria addolorata
“Quand’io nacqui mi disse una voce,
tu sei nato per portare la Croce.
Io piangendo la Croce abbracciai
che al Cielo assegnata mi fu,
e guardai.. guardai…guardai…
tutti portano la croce quaggiù!”
Don Giuseppe
21
PARROCCHIA DEL DUOMO
Cittadella 2
scout
UN NUOVO ANNO...
Tra poco l’anno scout ricomincia! Ma nel
nostro cuore rimangono ancora vivi i ricordi che ci siamo portati a casa chi dalle Vacanze di Branco, chi dai campi di reparto
e chi dalla Route. Come ogni anno anche
per noi Vecchi Lupi la settimana estiva è
stata un concentrato di emozioni, sorrisi,
divertimento e qualche fatica; torniamo
a casa e ci sembra di sentire ancora le
voci dei lupetti che ci chiamano ogni minuto. Abbiamo la consapevolezza che, al
momento della conclusione delle VdB e
quindi dell’anno, ad ogni bambino rimane
qualcosa di veramente importante: il saper vivere in pace con i propri fratellini, in
un clima sereno di aiuto reciproco e gioia.
Hanno imparato ad affrontare qualche loro
piccola paura, e le piccole difficoltà sono
state superate assieme, facendo tutti del
proprio meglio, come il motto dei lupetti
insegna. E tutto questo si è vissuto attraverso il Gioco, quello con la G maiuscola:
anche mettere apposto il proprio letto la
mattina, preparare la tavola per il pranzo e
22
PARROCCHIA DEL DUOMO
Cittadella 4
scout
IL MIO QUINTO (E ULTIMO) ANNO DI REPARTO
la cena, ha il sapore dell’avventura quando
si è parte di un Branco. Quando si torna a
casa, dopo che Indiani ed Europei si sono
riappacificati e hanno imparato a vivere assieme nel rispetto della Natura, dopo aver
conquistato la propria specialità, si è tutti
soddisfatti di quello che si è fatto per rendere la settimana appena passata un po’
speciale. E noi Vecchi Lupi non potremmo
essere più soddisfatti di come è andata,
sapendo che l’anno prossimo si potrà fare
sempre meglio, che il Branco vedrà partire alcuni e imparerà a conoscere i nuovi
cuccioli che arriveranno ad Ottobre e si
comincerà un nuovo sentiero nella Giungla
con rinnovato entusiasmo. Noi non vediamo l’ora!
Akela e i Vecchi Lupi
Per informazioni sulle iscrizioni:
Akela 3408724956
Bagheera 3280386575
Questo è stato il mio ultimo anno di Reparto
e, nonostante ci siano stati momenti difficili, ce ne sono stati anche di soddisfazione
e orgoglio. Il giorno in cui i capi ci divisero
in squadriglie divenni il vice-capo squadriglia dei Leoni. Era il primo anno di questa
squadriglia e dovevamo comprare tutto il
materiale per la sede,
inoltre sia io che il
mio capo non avevamo mai ricoperto un
ruolo così importante
nella squadriglia. Era
un nuovo (e importante) punto di partenza.
L’anno passò abbastanza tranquillamente tra i sabati in sede,
le serate per noi capi
e vice squadriglia con
i capi reparto per discutere su come organizzare le attività e gli
incontri di alta squadriglia.
Ma il grande obiettivo
dell’anno, per i Leoni,
era ottenere il Guidoncino Verde in artigianato. A tal scopo costruimmo due panche e
un tavolo da mettere in sede, dipingendole
e decorandole con quello che avevamo deciso sarebbe stato il simbolo della squadriglia. A fine giugno scoprimmo di esserci riusciti, eravamo arrivati ad ottenere il PRIMO
Guidoncino Verde della nostra sq!.
Poi arrivò il campo: il giorno prima della partenza era tutto a posto, il materiale controllato ed acquistato ma soprattutto io e la mia
squadriglia eravamo carichi per affrontare
questa esperienza. Come ogni campo estivo
che si rispetti, abbiamo avuto alcune difficoltà sia in campo culinario (abituati a trovare
pronto, dovemmo imparare presto ad arrangiarci con pentole e padelle) sia in campo
pioneristico. Grazie però all’aiuto delle altre
squadriglie e dei capi, arrivammo alla fine
del campo senza troppi problemi.
I due momenti più belli del campo sono stati, però, l’uscita di alta squadriglia e il mio
hike. Durante la prima, camminammo molto
ma ne valse la pena: la sera arrivammo sopra una vecchia torre
di avvistamento usata durante la prima
guerra mondiale e
dormimmo là, sotto
le stelle, guardando
il mare e le luci di
Trieste in lontananza.
La mattina ripartimmo alla volta di Duino (TS), alternando
momento individuali
con altri di gruppo
(e con il bagno in
mare!!!)
Il giorno seguente,
dopo pranzo, i capi
chiamarono me e
altre due ragazze
del quinto anno e ci
dissero che saremmo andati in hike.
Fui il primo a partire e andai al monastero
di clausura di S. Cipriano, dove le monache
mi accolsero e ritrovai ad avere molto tempo
per me per pensare e riflettere. Stetti il pomeriggio solo, pensando e meditando sugli
argomenti che i capi mi avevano dato. Nonostante in quest’anno ci siano state delle
difficoltà in squadriglia, penso che sia stato
molto positivo e che mi abbia permesso di
crescere, facendomi conoscere meglio e
facendomi riflettere su argomenti di solito
ignorati. Quest’anno mi ha responsabilizzato, perchè, al contrario degli altri, non ho
più pensato solo a me stesso ma a tutta la
squadriglia.
É stato un GRAN ultimo anno!
Giacomo, vice sq Leoni
23
LETTURE DOMENICALI
4 OTTOBRE:
domenica 27 del Tempo ordinario
S. Francesco
Dal libro della Genesi (2,18-24)
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia
solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».
Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta
di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li
condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe
chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse
chiamato ognuno degli esseri viventi, quello
doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose
nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo
e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non
trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il
Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo,
che si addormentò; gli tolse una delle costole
e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio
formò con la costola, che aveva tolta all’uomo,
una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo
disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne
dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché
dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo
lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua
moglie, e i due saranno un’unica carne.
Dal Salmo 127 Ci benedica il Signore tutti i
giorni della nostra vita.
Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue
vie. Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai
felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda nell’intimità della
tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno
alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il
Signore. Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i
giorni della tua vita! Possa tu vedere i figli dei tuoi
figli! Pace su Israele!
Dalla lettera agli Ebrei (2,9-11)
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore
agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di
onore a causa della morte che ha sofferto, perché
per la grazia di Dio egli provasse la morte a
24
vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per
il quale e mediante il quale esistono tutte le cose,
lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse
perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che
guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e
coloro che sono santificati provengono tutti da
una stessa origine; per questo non si vergogna di
chiamarli fratelli.
Dal vangelo secondo Marco (10,2-16)
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e,
per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se
è lecito a un marito ripudiare la propria moglie.
Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato
Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere
un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro:
«Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per
voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione
[Dio] li fece maschio e femmina; per questo
l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà
a sua moglie e i due diventeranno una carne
sola. Così non sono più due, ma una sola carne.
Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha
congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano
di nuovo su questo argomento. E disse loro:
«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa
un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei,
ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette
adulterio». Gli presentavano dei bambini perché
li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro:
«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo
impedite: a chi è come loro infatti appartiene il
regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie
il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non
entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li
benediceva, imponendo le mani su di loro.
11 OTTOBRE:
domenica 28 del Tempo ordinario
Dal libro della Sapienza (7,7-11)
Pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e
venne in me lo spirito di sapienza. La preferii a
scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al
suo confronto; non la paragonai neppure a una
gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo
confronto è come un po’ di sabbia e come fango
sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho amata
LETTURE DOMENICALI
più della salute e della bellezza, ho preferito avere
lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che
viene da lei non tramonta. Insieme a lei mi sono
venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza
incalcolabile.
Dal Salmo 89 Salvaci, Signore, con il tuo amore:
gioiremo per sempre.
Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo
un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e
gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia
per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui
abbiamo visto il male.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e il tuo
splendore ai loro figli. Sia su di noi la dolcezza del
Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera
delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi
salda.
Dalla lettera agli Ebrei (4,12-13)
Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più
tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa
penetra fino al punto di divisione dell’anima e
dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non
vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio,
ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al
quale noi dobbiamo rendere conto.
Dal vangelo secondo Marco (10,17-30)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la
strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in
ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro
buono, che cosa devo fare per avere in eredità la
vita eterna?”.
Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono?
Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i
comandamenti: Non uccidere, non commettere
adulterio, non rubare, non testimoniare il falso,
non frodare, onora tuo padre e tua madre”. Egli
allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho
osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù
fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una
cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e
dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni!
Seguimi!”. Ma a queste parole egli si fece scuro
in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti
molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno,
disse ai suoi discepoli: “Quanto è difficile, per
quelli che possiedono ricchezze, entrare nel
regno di Dio!”. I discepoli erano sconcertati
dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse: “Figli,
quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più
facile che un cammello passi per la cruna di un
ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Essi,
ancora più stupiti, dicevano tra loro: “E chi può
essere salvato?”. Ma Gesù, guardandoli in faccia,
disse: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio!
Perché tutto è possibile a Dio”. Pietro allora
prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e
ti abbiamo seguito”.
Gesù gli rispose: “In verità io vi dico: non c’è
nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle
o madre o padre o figli o campi per causa mia e
per causa del vangelo, che non riceva già ora,
in questo tempo, cento volte tanto in case e
fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme
a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che
verrà”.
18 OTTOBRE: domenica 29 del
Tempo ordinario
Dal libro del profeta Isaia (53,2-3.10-11)
Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando
offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà
una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per
mezzo suo la volontà del Sigunore. Dopo il suo
intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della
sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà
molti, egli si addosserà le loro iniquità.
Dal Salmo 32 Donaci, Signore, il tuo amore: in
te speriamo.
Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua
opera. Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore
del Signore è piena la terra.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi
spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e
nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro
aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore,
Signore, come da te noi speriamo.
25
LETTURE DOMENICALI
LETTURE DOMENICALI
Dalla lettera agli Ebrei (4,14-16)
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote
grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il
Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione
della fede. Infatti non abbiamo un sommo
sacerdote che non sappia prendere parte alle
nostre debolezze: egli stesso è stato messo
alla prova in ogni cosa come noi, escluso il
peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia
al trono della grazia per ricevere misericordia e
trovare grazia, così da essere aiutati al momento
opportuno.
di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo
la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù
Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio
di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo
rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava
ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà
di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio!
Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo
mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora
Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per
te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda
di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti
ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva
lungo la strada.
Dal vangelo secondo Marco (10,35-45)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo
e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli:
«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello
che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa
volete che io faccia per voi?». Gli risposero:
«Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla
tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che
chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o
essere battezzati nel battesimo in cui io sono
battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E
Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo
berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato
anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia
destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo;
è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a
indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù
li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro
i quali sono considerati i governanti delle nazioni
dominano su di esse e i loro capi le opprimono.
Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare
grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole
essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche
il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi
servire, ma per servire e dare la propria vita in
riscatto per molti».
25
OTTOBRE:
domenica 30 del Tempo ordinario
Dal libro del profeta Geremia (31,7-9)
Così dice il Signore: «Innalzate canti di gioia per
Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha
salvato il suo popolo, il resto d’Israele”. Ecco, li
26
riconduco dalla terra del settentrione e li raduno
dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco
e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le
consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il
mio primogenito».
Dal Salmo 125 Grandi cose ha fatto il Signore
per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci
sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si
riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto
grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il
Signore per noi: eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i
torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo, portando la
semente da gettare, ma nel tornare, viene con
gioia, portando i suoi covoni.
Dalla lettera agli Ebrei (5,1-6)
Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini
e per gli uomini viene costituito tale nelle cose
che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici
per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta
compassione per quelli che sono nell’ignoranza
e nell’errore, essendo anche lui rivestito di
debolezza. A causa di questa egli deve offrire
sacrifici per i peccati anche per se stesso, come
fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso
questo onore, se non chi è chiamato da Dio,
come Aronne.
Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso
la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli
disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»,
gliela conferì come è detto in un altro passo:«Tu
sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di
Melchìsedek».
Dal vangelo secondo Marco (10,46-52)
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico
insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio
1
NOVEMBRE:
domenica - TUTTI I SANTI
Dall’Apocalisse di san Giovanni apostolo (7,24.9-14)
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro
angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran
voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso
di devastare la terra e il mare: «Non devastate la
terra né il mare né le piante, finché non avremo
impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro
Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati
con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati,
provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo
queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa,
che nessuno poteva contare, di ogni nazione,
tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi
davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in
vesti candide, e tenevano rami di palma nelle
loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza
appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e
all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli
anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono
con la faccia a terra davanti al trono e adorarono
Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza,
azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro
Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse:
«Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da
dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo
sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande
tribolazione e che hanno lavato le loro vesti,
rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
Dal Salmo 23 Ecco la generazione che cerca il
tuo volto, Signore.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
(3,1-3)
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato
il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo
realmente! Per questo il mondo non ci conosce:
perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò
che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo
però che quando egli si sarà manifestato, noi
saremo simili a lui, perché lo vedremo così come
egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se
stesso, come egli è puro.
Dal vangelo secondo Matteo (5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul
monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui
i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava
loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché
di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono
nel pianto, perché saranno consolati. Beati i
miti, perché avranno in eredità la terra. Beati
quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia. Beati i puri di
cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori
di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché
di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa
mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la
vostra ricompensa nei cieli».
27
PARROCCHIA DEL POZZETTO
RICOMINCIAMO: IN CERCA DI PERLE PREZIOSE
Dopo le varie esperienze dell’estate, continuiamo il cammino delle nostre comunità, Pozzetto e Ca’Onorai.
L’ esperienza dei grest: numerosa la partecipazione; serena e ben partecipata
l’animazione dei giovanissimi che hanno seguito i ragazzi; grande la soddisfazione
dei genitori. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato.
I Campi scuola interparrocchiali Pozzetto, Ca’ Onorai e Laghi, quest’anno separati, elementari e medie, sono stati forte esperienza di integrazione e di partecipazione. Il tema dell’alimentazione legata al rispetto della natura e promozione della
vita ha toccato la sensibilità dei ragazzi e degli animatori. Il tutto sia auspicio per
l’esperienza di gruppo che dobbiamo coltivare con la catechesi e i gruppi durante
l’anno pastorale. Anche i campi degli scout con i ragazzi delle varie parrocchie
vicine che partecipano sono base per l’ iniziazione cristiana.
I giovanissimi (16-19 anni), una trentina, hanno fatto l’esperienza di convivenza
e formazione a Torino nel SERMIG, Arsenale della Pace. L’incontro con gruppi di
giovani di varie località e esperienze ha favorito il legame e l’apertura che aiuta a
aprire orizzonti nuovi di impegno e di vita come servizio alle grandi cause dell’umanità.
La sagra, fine di agosto, nei cinque giorni, ha realizzato pienamente ciò che ci
eravamo promessi: Occasione di festa, tempo di incontro, allenamento all’accoglienza, attenti a far emergere il bene che c’è tra noi. Festa di quartiere, festa di
parrocchia aperta a vicini e a lontani. L’Accoglienza nella festa diventi allenamento
ed esperienza perché diventi stile di vita di ogni giorno. L’accoglienza nella sagra
ci aiuterà ad accogliere meglio il vicino di casa, come pure quello che è dentro
la nostra casa. Allenandoci così a cogliere la diversità che, a volte, non è tanto lo
straniero e l’immigrato, ma quello che abita con noi.
Il Clima bello di collaborazione serena e organizzazione ben programmata ci fa
ben sperare per tutte i servizi che la parrocchie propone alla comunità.
Un Grande GRAZIE a tutti. Disponiamoci in questo mese a seguire e pregare per il
nuovo vescovo Claudio Cipolla. Ordinazione episcopale domenica 27 settembre
a Mantova, io sarò presente rappresentando il vicariato. Domenica pomeriggio,
20 ottobre 2015, inizierà il suo ministero a Padova nella giornata missionaria Mondiale. Nel suo primo saluto ci aveva detto «Carissimi sorelle e fratelli nel sacerdozio battesimale, mi impegno ad essere tra voi come colui che dà coraggio, che
rialza, che conduce da Gesù. E questo sarà il mio motto episcopale: “Coraggio,
alzati, ti chiama”».
Ci sentiamo in comunione con la seconda tappa del Sinodo dei vescovi sulla famiglia che inizia Domenica 4 ottobre. Lo Spirito guidi la sua chiesa e ci faccia docili
alla chiamata del Signore nei nuovi tempi in cui viviamo.
Iniziamo l’anno pastorale in cerca di perle preziose, come ci invitano gli orientamenti pastorali della nostra chiesa per il nuovo anno 2015-2016.
don Armando
28
PARROCCHIA DEL POZZETTO
CAMPO DIOCESANO SAN BENEDETTO: UN ANNO DOPO
Vi ricordate quel gruppetto di giovani tra i 18 ed i 25
anni partiti da Norcia l’anno scorso? Quelli che dovevano
arrivare a Subiaco? ... ecco quest’anno il cammino si è
concluso con la seconda ed ultima tappa, meta finale è
stata l’abbazia di Montecassino. Armati di determinazione,
zaino e comode scarpe abbiamo percorso gli ultimi
150 km che ci separavano dalla meta. Quest’anno il
tempo è stato molto più variabile dell’anno scorso e
la pioggia ci è venuta a trovare. In realtà non esiste un
buono o cattivo tempo atmosferico, esiste più che altro
un buono o cattivo equipaggiamento. Il nostro tragitto
ha toccato molti interessanti luoghi storico-naturalistici;
il fiume Aniene, l’arco di Trevi (vedi foto) e l’acropoli di
Civitavecchia. Abbiamo avuto la fortuna di poter visitare
anche luoghi di culto come l’antica abbazia cistercense
di Casamari e la decorata certosa di Trisulti. Da ricordare
inoltre anche l’ospitalità dataci dalla fondazione Exodus, impegnata per il recupero e
reinserimento di persone con dipendenze. Questa regione del centro Italia chiamata
Ciociaria ha moltissimi itinerari da scoprire e non solamente religiosi. Oltre al cammino
e qualche vescica, sono rimaste le amicizie che si sono create tra noi, ma soprattutto
le domande: Cosa Dio mi sta chiedendo? Come faccio a mettermi in ascolto? Cosa c’è
nel mio “zaino spirituale”? Ecco alcuni degli spunti di quest’esperienza, che ci hanno
confermato quella che è una dimensione più ampia; esiste la parrocchia, il vicariato ma
anche la diocesi. In queste occasioni si ha la possibilità di conoscersi e crescere come
cristiani, passate parola. Una ghiotta occasione sarà invece l’estate del prossimo anno,
nella GMG a Cracovia dal 26 al 31 luglio 2016, questo sarà un evento per incontrare
giovani da tutto il mondo. Informatevi subito, non aspettate.
Paolo
DALLA SAGRA ALL’ OTTOBRE MISSIONARIO
Come sempre alla fine di agosto, i volontari del gruppo missionario si sono attivati con
entusiasmo in occasione della sagra del Pozzetto, ciascuno impegnando le proprie attitudini e potenzialità. Durante le serate sono
stati organizzati: la raccolta di dolci, offerti
dalle famiglie della parrocchia, che sono stati
venduti ogni sera nello stand gastronomico; il
mercatino missionario dove i volontari si sono
avvicendati per la vendita di prodotti artigianali. Da anni in questa occasione c’è la bella
abitudine di allestire una mostra nella sala del
mercatino perché che lo visiti ritorni a casa non
solo con qualcosa tra le mani, ma anche con
un messaggio positivo nel cuore. Quest’anno
la mostra ha catturato l’attenzione dei visitatori con una riflessione sulla drammatica realtà
della nostra “casa comune”. Siamo stati invitati ad accostarci alla lettura dell’Enciclica “Laudato si” attraverso il testo esposto sui banchi
del mercatino, dove Papa Francesco fa appello
a tutti gli uomini di buona volontà a “sentirsi uniti da una stessa preoccupazione” quella
di difendere e proteggere la terra in cui viviamo, madre di ogni creatura. Grazie a quanti in
diversi modi hanno contribuito a realizzare le
diverse proposte. Dalla parte dei poveri Dire
oggi queste parole potrebbe sembrare una
29
PARROCCHIA DEL POZZETTO
provocazione, ma non le abbiamo scelte noi,
è il titolo della giornata missionaria mondiale
e quindi dell’intero mese di ottobre dedicato
alla missione. Per essere più chiari riportiamo
alcuni passaggi tratti della presentazione del
tema: “Non è solamente un invito a ‘schierarsi’ a favore di una categoria generale di persone, di cui magari sentiamo sempre parlare,
ma senza ‘incontrarli’ veramente… É invece
il modo di agire di Cristo stesso, che emerge
dall’ascolto del Vangelo, perché il Signore non
si è mai posto ‘contro’ qualcuno, ma a fianco di
tutti, camminando insieme a coloro che incontrava, poveri, malati nel corpo e nello spirito,
uomini e donne in ricerca, delusi dalla vita…
A ciascuno di essi Gesù ha offerto uno sguardo nuovo, lo sguardo della sua Misericordia,
capace di guarire ogni vita! Ecco allora l’invito
ad iniziare l’anno pastorale con il mese dedicato alla missione, e a continuarlo impegnandoci sempre con forza ad essere “popolo di
Misericordia”, cioè uomini e donne che sanno
farsi compagni di viaggio di qualunque fratello
e sorella, poveri come loro, ma uniti per accogliere il dono dell’Amore che libera il cuore.
Solo con questa libertà potremo incarnare lo
“stile dell’inclusione” e non più quello dell’esclusione dell’altro, potremo essere noi stessi
‘storia di salvezza’ per chi ci incontra!” Queste poche righe, pensiamo possano bastare a
PARROCCHIA DEL POZZETTO
sintetizzare il tema dell’89 giornata missionaria
mondiale ed ognuno di noi è libero di fare la
scelta che meglio crede, ma difronte al crocifisso forse ci chiederemo: ma io da che parte sto?
Dalla parte di un Cristo con le braccia aperte
o mi fermo ad un souvenir da difendere a tutti i costi ma che resta appeso al muro? Infine
vorremmo concludere ringraziando quei don
definiti “persone sbagliate al posto sbagliato”
da qualche politico, grazie perché come pastori della Chiesa ci spronate a seguire l’invito di
Gesù: “ero straniero e mi avete accolto” Mt.25,
35; grazie a quei don che non si preoccupano
di fare il tutto esaurito in Chiesa dicendo quello che alla gente farebbe piacere sentire, ma
ci scuotono come: “Molti dei suoi discepoli,
dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è
dura! Chi può ascoltarla?”. Gv. 6, 60.
GRAZIE!
Gruppo Missionario e Caritas
25° di matrimonio di Santi Renato e Zanarella Paola
30
31
PARROCCHIA SANTA MARIA
A COME ACCOGLIENZA
CAMPANE E CAMPANILI
Passato il caldo estivo, come promesso, riporto la descrizione di come si conclusero i lavori del campanile di Santa Maria e la collocazione delle campane,
secondo le annotazioni fatte dal parroco don Luigi Miotto nel libro della Cronistoria parrocchiale.
Campane dal castello al campanile 26 ottobre 1955: Le campane furono smontate dal castello in legno il 20 ottobre 1955 dopo un lungo e solenne segno
a distesa quasi saluto al vecchio castello; salirono sul campanile il 26 ottobre
1955 tirate dai bambini e bambine della Dottrina venuti in piazza per assistere
al grande e nuovo fatto.
Intanto il 28 ottobre 1955 veniva smontato il vecchio castello di legno, quindi
fissato il castello in ferro sulla cella campanaria, forato i sei solai per i passacorde, montata la balaustrata, messa la porta, e finalmente dopo 20 giorni
di silenzio, il 10 novembre 1955 non più le cinque, ma le sei campane fecero
sentire la loro voce argentina di là su, fra l’esultanza di tutti.
Il castello in ferro e il montaggio delle campane fu opera della Ditta Morellato,
Falzè, Treviso.
Benedizione campanile 11 novembre 1955: [...] alle ore 3,30 precise giungeva il
nostro Vescovo Girolamo Bortignon il quale subito passava in chiesa per l’amministrazione della santa Cresima. Quindi rivolgeva la sua paterna parola ai
numerosissimi presenti: dapprima metteva in luce gli effetti della Cresima che
imprime nell’anima il carattere di soldati di Cristo.
Quindi, dopo la sua parola di congratulazione per tutti, per la nuova opera,
il campanile, diceva, che si eleva, ci deve elevare e indicare il cielo, la sua
cuspide lucente ci deve parlare dello splendore di Dio. Il campanile, diceva
infine, simbolo della personalità di un paese, tanto che non sembrava paese
vivo quello che manca di campanile, ed è più bello quel paese che ha un bel
campanile, deve farci sentire di essere parte vivente, membra attive nel corpo
mistico della Chiesa, praticamente: col campanile, vigile sentinella sulla nostra
contrada, sentire e vivere tutte le attività parrocchiali.
Quindi il Vescovo passava davanti al campanile e impartiva la benedizione,
squillanti le campane intonavano l’inno del ringraziamento infondendo nel
cuore di tutti viva commozione.
Il Vescovo passava poi in Canonica ove veniva ossequiato dall’Ing. Brunetta,
il Sindaco Gobbo, e dai Sigg. Morellato, Grosso, Bonaldo. Ai presenti veniva
offerto col cuore un rinfresco quale evviva alla nuova opera, il campanile, che
segna la fine di un glorioso primo decennio, 12 novembre 1945 - 11 novembre
1955 e inizio di altre opere che la provvidenza ci aiuterà a compiere.
don Andrea Finco
32
PARROCCHIA DI SANTA MARIA
Leggendo gli appelli di alcuni vescovi all’accoglienza dei profughi, mi sono chiesta che
cosa sono disposta a fare io. Di certo non
ad aprire a degli sconosciuti le porte di casa
mia. Li ho sempre visti male questi uomini
e donne che attraversano il Mediterraneo,
lasciando il loro mondo di affetti e sicurezze per affrontare, magari dopo aver subito
violenze ed abusi, l’ignoto in Italia. Mi riferisco, più che ai profughi recenti, ai migranti che già da una decina d’anni affrontano
quest’avventura. Come motivazione hanno
o la fuga da guerre decise altrove o il desiderio di stare meglio, di non soffrire più
la fame, di avere la possibilità di curarsi, di
mandare a scuola i figli, insomma di avere
garantiti i diritti più elementari. Perché questo non lo abbiano già in patria, è un discorso complicato e, ahimè, spesso scandaloso.
La cosa che mi brucia è che questi uomini e donne, alla fine del loro viaggio, trovano senz’altro migliori condizioni di vita,
perché passare dalla miseria alla povertà
è pur sempre un miglioramento, ma a che
prezzo! In questi giorni la mia amica Zineb,
alla fermata dell’autobus (con in mano il biglietto regolarmente acquistato) si è sentita
apostrofare come “Mussulmana di…” da
un cinquantenne che passava in bicicletta,
così come qualche anno fa, sull’onda del
buonismo di una parlamentare che voleva
emancipare le donne mussulmane dalla
schiavitù del velo, veniva bersagliata anche
da perfette sconosciute che volevano che
abbandonasse quello che in arabo si chiama chall e che lei è ben fiera di indossare.
All’opposto, è da anni che l’anziana signora
accoglie nel suo salotto l’affezionato venditore di fazzoletti che arriva con il suo tappeto in spalla, lo srotola e prega rivolto alla
Mecca.
E Gesù? Come si comporterebbe di questi
tempi? Qualcuno ne parla come di un tra-
sgressore, che non rispettava le regole, soprattutto quelle della purezza o purità rituale, che si lasciava contaminare dal sangue
dell’emorroissa (Mc 5,25-34) come dall’ironia della Cananea (Mt 15,21-28: «Non è
bene prendere il pane dei figli per gettarlo
ai cagnolini»; «… ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola
dei loro padroni») o dalla logica separatista
della Samaritana (Gv 4,1-26: «Come mai tu,
che sei giudeo, chiedi da bere a me, che
sono una donna samaritana?»), guarda caso
tutte donne, fonte di contaminazione quasi
al pari di storpi e lebbrosi. Anzi, è giunto
persino a farsi straniero (Lc 4,24: «Nessun
profeta è bene accetto in patria»), ha infranto tradizioni millenarie, ha dato il via ad una
Chiesa “straniera” che ha trovato in asiatici
e africani (come san Basilio e san Gregorio,
sant’Agostino e Tertulliano) i grandi dottori
della sua parola.
E allora, tornando al mio dubbio iniziale,
come praticare l’Accoglienza? Una risposta potrebbe essere la seguente. Con la
convinzione che tutti, nessuno escluso, formiamo l’UMANITÀ, che non esistono razze
superiori e razze inferiori, tradizioni migliori
e tradizioni peggiori, culture di valore e culture di scarto, religioni veritiere e religioni
menzognere.
Con la voglia di conoscere ciò che è diverso, lontano, estraneo (impareremmo che
Marocco è un termine europeo e che Rabat, Casablanca, Agadir si trovano nel Regno del Maghreb, abitato dai Maghrebini,
non dai Marocchini).
Con il rispetto, la naturale conseguenza
delle prime due, che si deve a chiunque,
a prescindere, liberandoci da ansie e paure, con il coraggio che ci dovrebbe derivare dall’essere fedeli, veri imitatori di Cristo,
Amore che è Accoglienza.
C. 70
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PARROCCHIA SANTA MARIA
PADRE CARLO SCAPIN E LE SUE RADICI
Padre Carlo Scapin, religioso originario di Onara e missionario in Camerun, rientrato brevemente in Italia, è stato festeggiato a Santa Maria domenica 30 agosto,
in una S. Messa con parenti e conoscenti. Nella foto padre Carlo con gli zii.
PARROCCHIA DI SAN DONATO
LETTERA DI DON LUCIANO
Fedeli carissimi, come già sapete, in questo mese si sta compiendo a Roma la seconda parte del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia. Vi propongo per la vostra riflessione il riassunto di un discorso di papa Francesco sulla Famiglia: leggetelo attentamente. Esso dà le risposte a certi argomenti sui quali tanto si discute.
Cari fratelli e sorelle la catechesi odierna è dedicata a un aspetto centrale del tema
della Famiglia: quello del grande dono che Dio ha fatto all’umanità con la creazione dell’uomo e della donna. Questa catechesi riguarda la differenza e la complementarietà tra l’uomo e la donna, che stanno al vertice della creazione divina.
Dio, dopo aver creato l’universo e tutti gli esseri viventi, creò il capolavoro, ossia
l’essere umano, che fece a propria immagine: “a immagine di Dio li creò: maschio
e femmina li creò”. Solo nell’uomo e nella donna la differenza sessuale porta in sé
l’immagine e la somiglianza di Dio. Questo ci dice che non solo l’uomo preso a sé
è l’immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è l’immagine di Dio, ma anche
l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio. La differenza tra uomo e
donna non è per la contrapposizione ola subordinazione, ma per la comunione e la
generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio.
L’esperienza ci insegna che per crescere armonicamente l’essere umano ha bisogno della reciprocità tra uomo e donna. Possiamo dire che senza l’arrichimento
reciproco in questa relazione i due non possono nemmeno capire fino in fondo che
cosa significa essere uomo e essere donna.
La cultura contemporanea nella comprensione di questa differenza ha introdotto
anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio io mi domando se la cosiddetta
teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi
con essa. La rimozione della differenza infatti è il problema, non è la soluzione.
Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi
di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi più bene.
Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile allora progettare
l’unione matrimoniale per tutta la vita. Il legame matrimoniale è una cosa seria e
lo è per tutti, non solo per i credenti. Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo
con la donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della
speranza. I segnali sono già preoccupanti, e li vediamo.
Occorre che tutte le famiglie dei credenti riscoprano la bellezza del disegno creatore che iscrive l’immagine di Dio anche nell’alleanza tra l’uomo e la donna.
La terra si riempie di armonia e di fiducia quando l’alleanza fra l’uomo e la donna è
vissuta nel bene. E se l’uomo e la donna la cercano insieme tra loro e con Dio, senza
dubbio la trovano. Gesù ci incoraggia esplicitamente alla testimonianza di questa
bellezza che è l’immagine di Dio sulla terra. Il Signore vi benedica.
UNA MESSA IN PIÚ
Matrimonio di Andretta Gianluca e Gennaro Alice,
5 Settembre 2015
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Matrimonio di Antonello Omar e Bonaldo Michela,
27 Luglio 2015
A partire dal mese di ottobre verrà celebrata una S. Messa
anche nel pomeriggio delle domeniche e delle feste alle ore 15,30.
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PARROCCHIA DI SAN DONATO
UN GRAZIE
DAL NIGER
PARROCCHIA DI SAN DONATO
PENGUINS GREST
Carissimo don Luciano, dopo la bella domenica trascorsa con
te econ i fedeli di S.
Donato, è doveroso
per me dirvi grazie per
la vostra amicizia e solidarietà: grazie di cuore a chi ha donato e a
chi ha proposto l’iniziativa dei dolci. Il vostro dono quest’anno
mi aiuterà soprattutto
per la formazione degli adulti e per la ricerca di acqua potabile
nelle zone in cui potremo intervenire. Vi invio intanto una foto per mostrarvi quanto
ho potuto realizzare con l’aiuto che mi avete dato l’anno scorso: è un mulino di cui
potranno usufruire le famiglie della missione di Makalondi, dove svolgo la mia opera di evangelizzazione e di promozione umana. Con i più cari saluti.
Anche quest’anno, durante la prima settimana di agosto, si è svolto uno degli avvenimenti più attesi da fanciulli e ragazzi (e
non solo): il PENGUINS GREST. Un’avventura che ha coinvolto più di 120 persone tra
bambini, ragazzi, animatori, aiuto-animatori
ed adulti simpatizzanti.
La settimana è trascorsa molto velocemente, in armonia e allegria: bans, canti
e giochi (soprattutto con l’acqua, visto le
temperature afose) sono stati all’ordine del
giorno. Il martedì sera si è svolta la consueta Veglia alle stelle, mentre il mercoledì ci
siamo spostati in massa alle piscine di Cittadella. Il Grest si è concluso il venerdì sera
con la santa Messa e a seguire la cena tutti
insieme, accompagnata dalla visione dei video riassuntivi delle attività dei giorni precedenti. Ringraziando di cuore tutti coloro
che hanno reso possibile questa meravigliosa esperienza, non ci resta che dire: “Ci si
trova tutti insieme anche l’anno prossimo!”.
p. Vito Girotto
DOMENICA: il giorno del Signore
Con la ripresa della Catechesi ci auguriamo anche di avere meno posti vuoti in
chiesa durante le Messe della domenica. Il periodo delle vacanze è stato per
tanti anche il tempo in cui più facilmente ci si è dimenticati che la domenica, oltre ad essere il giorno del riposo e del divertimento, è per un cristiano il giorno
del Signore.
Raccomandiamo con forza ai ragazzi e ai loro genitori di vivere con tutta la
Comunità questo appuntamento della settimana, per ricevere dal Signore luce
e forza per le fatiche di ogni giorno e per riscoprire la gioia di trovarsi con una
grande famiglia di fratelli nella nostra bella chiesa che è la casa del Signore e di
tutti noi.
La partecipazione dei ragazzi alla Catechesi è lodevole e pressoché totale; ci
auguriamo che questo avvenga anche per l’Eucaristia della domenica, senza la
quale la catechesi manca di una sua parte essenziale.
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RICORDI DELL’ESTATE...
Ecco come appariva il nostro campetto di calcio nelle sere della Sagra. Oltre che all’interno dello Stend, c’erano molte persone anche all’aperto che, gustando qualcosa di buono,
stavano insieme con i familiari od amici per un’ora di serenità e di distensione. É proprio
quello che si voleva offrire alla gente con la nostra festa della Comunità.
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PARROCCHIA DI CA’ ONORAI
CAMPOSCUOLA
Elementari
VITA: è il tema proposto quest’anno dalla
Diocesi! Per vivere a pieno il significato di
questa parola, posto migliore non poteva
che essere il camposcuola, dove i bambini
delle elementari hanno vissuto insieme ai
loro amici di Laghi e Pozzetto, per una settimana. I bambini hanno toccato con mano
cosa significa vivere: non ci sono solo io, ma
ci sono la terra e il mare, ci sono le creature volatili e terrestri! Hanno sperimentato la bellezza del racconto della Creazione,
con l’arrivo infine dell’uomo e della donna.
I bambini hanno capito la bellezza dell’essere amici e fratelli, nel condividere una camera, il cibo e gli spazi! Dio ha preparato la
terra e poi ha creato l’uomo, che deve amministrare tutto. Così anche i nostri ragazzi
hanno capito che devono prendersi cura
del vicino, come della terra che li nutre.
Perciò li abbiamo lasciati con un dono: una
piccola piantina da coltivare a casa. Sperando che la pianta cresca forte, ci auguriamo
che lo stesso avvenga tra le tre parrocchie:
che questo rapporto continui a produrre
ancora frutti meravigliosi, come i razzi del
camposcuola! Speriamo che ogni giorno
possa essere ricco di esclamazioni, come
al campo: “ OOOO CHE MERAVIGLIA…E
STATE SERENI !!!”
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Medie
Anche quest’anno ci siamo organizzati con
le parrocchie di Laghi e Pozzetto per programmare insieme il camposcuola.
Abbiamo trascorso una settimana tra le
montagne di Brentonico dove i ragazzi delle medie sono stati protagonisti di attività
all’insegna del gioco, della conoscenza di
se stessi e del loro rapporto con la fede, il
tutto incentrato sul tema della vita. È stata
un’avventura tanto indimenticabile quanto
indispensabile sia per quanto riguarda la
crescita di noi educatori che dei nostri ragazzi. Queste esperienze, anche se ripetute
di anno in anno, sorprendono e arricchiscono ogni volta di più. Alla fine rimaniamo
sorpresi di scoprirci semplicemente felici di
aver partecipato al campo e chissà il prossimo anno cosa ci aspetta…
Giovanissimi
Quest’estate abbiamo provato l’esperienza di un camposcuola diverso, in quanto,
rispetto ai classici in montagna, è stato al
mare. Certo, ormai si sa che le esperienze
nelle quali bisogna vivere giorno e notte
insieme non sono del tutto facili visto che
possono benissimo nascere delle discrepanze, ma con due animatori come i nostri
tutto è andato per il verso giusto: abbiamo
vissuto dei fantastici momenti di riflessione
e di svago che ci hanno aiutato a crescere
insieme sia nel nostro percorso di fede, sia
come educatori.
PARROCCHIA DI CA’ ONORAI
GIORNATA ALL’ EXPO DI MILANO DEL CIRCOLO NOI DI CA’ ONORAI
Sabato 19 Settembre
- In una giornata soleggiata ed affollata,
abbiamo visitato alcuni padiglioni di questo
grande evento. Un’esperienza intensa, un
po’ impegnativa, vissuta però con tanto
entusiasmo e soddisfazione da parte di
tutti i partecipanti.
É stata un’occasione per riflettere sul grande tema dell’alimentazione, sui rapporti
fra l’uomo ed il cibo, ammirare le diversità
e l’incontro fra le varie culture del nostro
pianeta su un tema così prioritario. É stato
anche come al solito, un bel momento di
aggregazione.
Il Direttivo
Battesimo di Chiara Meneghini
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ASSOCIAZIONI
ASSOCIAZIONI
LAUDATO SI’, MI’ SIGNORE, PER SOR’AQUA
Padre Franco Bordignon missionario saveriano in Congo
UNDICESIMO COMANDAMENTO: NON SPRECARE
Riflessione in margine alla festa di San Francesco.
Otto secoli sono trascorsi da quando San Francesco lodava Dio attraverso la
creatura ACQUA dono del suo Amore. L’acqua è un bene prezioso. Ce se ne rende
conto solamente quando viene a mancare o scarseggia. Per questo è un bene da
difendere. Ma essendo un dono di Dio non possiamo solamente difenderlo, ma
dobbiamo anche condividerlo con chi non ha avuto la gioia e la fortuna di ricevere
questo dono. La condivisione dell’acqua ci rende fratelli con i più lontani, ci fa più
uomini con coloro che se ne sentono privati, come al diritto della vita, alla loro
dignità inalienabile.
Da 15 anni l’Associazione UNA PROPOSTA DIVERSA ha lanciato il progetto
“Fonti d’acqua in Congo” che ha consentito la costruzione di oltre 250 sorgenti
d’acqua a Bukawu nell’est della Repubblica democratica del Congo, nel segno
della condivisione con le popolazioni del posto. Molte di esse sono state costruite
con l’apporto di gente di Cittadella, in una sorta di gemellaggio da essa stipulato
con gli abitanti delle zone montagnose del Bushi. Oltre centocinquanta mila
persone sono oggi beneficiarie dell’acqua che zampilla dalle sorgenti costruite
con la collaborazione di persone desiderose di condividere questo dono. E allora
quest’acqua, “umile, preziosa e casta” nel suo gorgoglio perenne parla lingue
diverse, fa di fratelli diversi per lingua e razza una sola famiglia. Nasce nel cuore di
una terra che parla SHI, ma mentre sgorga per donarsi alla gente canta la lingua di
coloro che l’hanno aiutata a diventare elemento di vita per tanti: il suo gorgoglio
è un canto italiano. Le sorgenti del Bushi oggi suonano le note della lingua che ci
è cara. E tutti la capiscono: uomini, donne, e soprattutto i bambini perché è frutto
dell’amore. Migliaia di persone in questi anni si sono recate alle sorgenti per sentire
questo canto. Migliaia di persone hanno letto i nomi di coloro che hanno condiviso
un bene così grande con loro, milioni persone hanno danzato di gioia attingendo
alle sorgenti, migliaia di persone si sono sentite “vive” grazie a dei fratelli lontani
che hanno pensato a loro. E questo gorgoglio melodioso, portato dal vento,
riempie delle sue note vallate e montagne annunciando pace e gioia. É di nuovo la
voce dolce del nostro fratello Francesco che canta : “Laudato si’, mi’ Signore, per
sor’aqua…
L’indicazione generale che ci arriva dalle Fonti Francescane, dallo stile e dagli
atteggiamenti di San Francesco, è di non sprecare. Accanto a questo obiettivo
emergono tre gesti, tre consapevolezze che vogliamo fare nostre.
La prima è legata a vivere il cibo con amore. Francesco esortava i frati e chi incontrava
per strada ad amare e nutrire il proprio fratello come una madre ama e sostenta il
proprio figlio: “E ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro
reciprocamente. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché
se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve
amare e nutrire il suo fratello spirituale?” (FF91).
Cibo è sentimento quindi. Dei più profondi. Lo stesso che lega una mamma che
nutre il proprio bambino, non solo con il latte, ma con sguardi, sorrisi e tenerezza.
Vogliamo nutrirci e nutrire con amore.
L’altra è legata allo stare a mensa con
il prossimo. Riconciliati con Dio e con
gli uomini, come nel momento in cui
Francesco è a tavola con il Cavaliere
da Celano. Racconto raffigurato da
Giotto nella Basilica di Assisi, dove il
Santo invita a confessare i propri peccati
prima di mangiare, per essere a tavola
con l’altro con la coscienza retta e non
corrotta: “vinto dalle tue preghiere sono
entrato per mangiare in casa tua. Adesso
obbedisci subito al mio avvertimento,
poiché tu non qui mangerai, ma in altro
luogo. Confessa con devozione e contrizione le tue colpe, e non resti peccato in
te che non confessi. Oggi il Signore ti ricompenserà perché hai così devotamente
accolto i suoi poverelli” (FF864). Da qui il monito a vivere tutto ciò che ruota intorno
al cibo con limpidezza, quindi a non essere corruttori, corrotti o corruttibili.
Il terzo riguarda la nostra contemporaneità, penso al nostro occidente, forse
troppo schifiltoso rispetto a ciò che trova nel proprio piatto. Francesco ci invita
ad accogliere il cibo come un vero e proprio dono senza alcuna distinzione e con
rispetto per “sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta e governa, e produce
diversi frutti con coloriti flori et herba” colei che ci nutre come una madre.
È necessario, concludo, che il cibo ritrovi il suo valore: esistenziale, culturale e
spirituale. Scrive a tal proposito Charles Pierre “il pane conserva quasi una maestà
divina. Mangiarlo nell’ozio è da parassita. Guadagnarlo laboriosamente è un dovere;
rifiutarsi di dividerlo è da crudeli”.
Esso è simbolo di comunione nella gioia, nel dolore, nell’ospitalità…
Una delle centinaia di sorgenti costruite in Congo. È intitolata a Pietro Conte
di Ca’ Onorai, mancato nell’aprile scorso. La famiglia aveva chiesto di ricordarlo non con fiori ma eventualmente
con offerte a sostegno di una sorgente
d’acqua a Bukawu, dove opera il missionario del Pozzetto p. Franco Bordignon. La Parrocchia vi aveva aggiunto
quanto raccolto nel corso della Messa.
40
Enzo Fortunato
41
Anagrafe Parrocchiale XX
Battesimi:
Bevilacqua Alvise di Diego e Pierobon Camilla
Ferraro Camilla di Francesco e Lago Enrica
Ganeo Petra di Mattia e Berto Isabella
Geurts Gabriele di Hans e Pettenon Silvia
Matteotti Gabriele di Roberto e Zizzi Elisabetta
Nichele Matteo di Antonio e Chieu Cristiana
Scapolo Giulio di Enrico e Rigoni Tiziana
Torni Andrea di Carlo e Francesco Silvana
Orari Parrocchiali
Matrimoni:
Ceroni Franco – Nilvi Rosita
Faggin Marco – Brotto Elena
Ferraro Emanuele – Bisinella Francesca
Maran Guido – Agostini Antonella
Defunti:
Baggio Giambattista, Bizzotto Angelo, Brotto Laura In
Granello, Casale Franco, Dal Zuffo Graziano, Dal Zuffo
Sergio, De Rossi Lorenzo, DidonÉ Elisabetta Ved. Fabris, Gasparato Sergio, Luraschi Felice, Pegoraro Giuseppina Ved. Del Cont, Pia Fernando, Pierobon Lino,
Zulian Antonio
Si ringrazia vivamente per le offerte erogate ai missionari cittadellesi
in occasione della celebrazione dei funerali.
BAGGIO GIAMBATTISTA
n. 08-01-1940 m. 11-08-2015
(Duomo)
BIZZOTTO ANGELO
n. 29-10-1941m. 28-07-2015
(Duomo)
BROTTO LAURA
Ved. Granello
n. 28-09-1951m. 18-08-2015
CASALE FRANCO
n. 09-07-1939 m. 30-08-2015
(Duomo)
DAL ZUFFO GRAZIANO
n. 10-10-1937m. 12-09-2015
(Duomo)
ore 16.00 ore 16.00 ore 17.30 ore 18.00 ore 18.30 ore 19.00 SS. MESSE FESTIVE del Sabato
Casa di Riposo B.go Padova
Casa di Riposo B.go Bassano
S. Francesco
Ca’ Onorai
Duomo
S. Donato, Pozzetto, S. Maria, Ospedale
ore 7.00 ore 8.00 ore 8.00 ore 8.15 ore 8.30 ore 9.30 ore 10.00 ore 10.30 ore 11.00 ore 11.45 ore 15.30 ore 18.00 ore 18.30 ore 19.00 SS. MESSE FESTIVE (Domenica)
S. Francesco
Pozzetto (inv.)
S. Donato, S. Maria, Pozzetto (est.)
Ospedale
Duomo, S. Francesco
Carmine, Duomo, Pozzetto (inv. ), Ca’ Onorai
S. Donato, S. Francesco, S. Maria
Duomo, Pozzetto (est.)
Pozzetto (inv.), Ca’ Onorai
Duomo
Duomo (inv.), S. Donato (inv.)
Pozzetto
Duomo, S. Maria
Ospedale
ore 6.30 ore 7.15 ore 8.00 ore 8.30 ore 8.30 ore 9.00 ore 9.15 ore 17.30
ore 18.30 ore 18.30 SS. MESSE FERIALI
S. Francesco
Ospedale (Mart., Merc.)
Pozzetto, S. Francesco
Duomo
S. Maria (Mart., Merc.)
Carmine, Casa di Riposo B.go Bassano,
Casa di Riposo B.go Padova (Lun., Merc., Ven.)
Duomo (Lunedì)
S. Francesco, Ospedale (Lun., Giov., Ven.
Duomo, Ca’ Onorai (Mart., Merc., Giov.)
San Donato (inv.), S. Maria (Lun., Giov., Ven.)
SS. FUNZIONI
ore 16.00 Duomo
ore 17.30 S. Francesco
ore 19.00 Carmine
Adorazione Eucaristica: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30
alle 18.30 il giovedì in Duomo.
Battesimo comunitario: accordare la data con il Parroco.
UFFICIO PARROCCHIALE DEL DUOMO (Stradella delle cucine economiche, 4)
Orario di Archivio (documenti): lunedì - giovedì - sabato ore 9-11
Udienze: l’Arciprete riceve in canonica il lunedì e il sabato dalle 9 alle 10.30
(Duomo)
Telefoni
DAL ZUFFO SERGIO
n. 12-03-1944m. 25-08-2015
(Duomo)
DE ROSSI LORENZO
n. 09-10-1936 m. 05-08-2015
(Duomo)
DIDONÉ ELISABETTA
Ved. Fabris
n. 31-07-1918m. 14-09-2015
GASPARATO SERGIO
n. 26-09-1933m. 09-09-2015
(Duomo)
LURASCHI FELICE
n. 09-01-1918 m. 21-07-2015
(Duomo)
(Duomo)
Parrocchie
Ca’ Onorai - ufficio e fax . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495965007
Duomo - ufficio e fax . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970237
Laghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499422250
S. Donato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495974492
S. Maria [email protected]. . . 0495970099
Pozzetto - SS. Redentore . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970803
sito internet vicariale: www.parrocchiecittadellesi.it
Chiese
Carmine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970525
S. Francesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970280
PEGORARO GIUSEPPINA
Ved. Del Cont
n. 23-02-1923m. 09-08-2015
PIA FERNANDO
n. 21-07-1941m. 02-09-2015
(Duomo)
(Duomo)
FABRIS SANTA
Ved. Spigarolo
n. 05-06-1921m. 11-09-2015
(Pozzetto)
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SARTORE IDA
Ved. Sartore
n. 03-04-1938m. 29-05-2015
(Pozzetto)
PIEROBON LINO
n. 23-05-1938 m. 09-09-2015
(Duomo)
TONELLOTTO DOMENICA
Ved. Bizzotto
n. 08-11-1925 m. 03-09-2015
(Pozzetto)
ZULIAN ANTONIO
n. 17-1-1933 m. 21-3-2015
(Duomo)
ZANON ISIDORO
n. xx-xx-19xx m. xx-xx-2015
(Pozzetto)
AGUGGIARO TERESA
n. XX-XX-19XXm. XX-XX-20XX
(Pozzetto)
BAGGIO ELDA
in Cavinato
Centri parrocchiali
Centro «Bertollo» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970357
Centro di spiritualità «De Foucauld P. Carlo» . . 0495975924
Centro socio-educativo «S. Antonio» . . . . . . . . 0495970448
Circolo Noi Ca’ Onorai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499440241
Patronato Pio X- direzione - segreteria . . . . . . . 0495970466
Patronato Pio X - e-mail . . . . . . . . . . . [email protected]
Patronato Pio X - Bar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499404710
Scuole Materne
«Maria Immacolata» - Ca’ Onorai . . . . . . . . . . .
«Pio X» - Borgo Bassano . . . . . . . . . . . . . . . . . .
«Pio X» - S. Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
«S.B. Boscardin» - Pozzetto . . . . . . . . . . . . . . . .
3398970398
0495971273
0499401747
0495971030
Sacerdoti
Brusadin don Remigio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970237
e-mail . . . . . . . . . . . . [email protected]
Campagnaro don Giuseppe (Osp. Civile). . . . . . 3382447303
Cellere don Armando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970803
e-mail . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . [email protected]
Isati don Silvano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499422250
Menegazzo mons. Antonio . . . . . . . . . . . . . . . 333 6379475
Pescarolo don Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970525
Tonin don Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495994017
Vanzan Don Luciano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495974492
Religiose
Figlie di S. Anna (Suoreindiane) . . . . . . . . . . . . . 0495971423
Istituti
Istituto Farina - Comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499400788
Istituto Farina - Scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970277
n. 26-05-1930 m. 17-07-2015
(San Donato)
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