Cosa si può dedurre se una bara, chiusa 19 anni prima, rivela una

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Cosa si può dedurre se una bara, chiusa 19 anni prima, rivela una
COPERTINA
CHI È SEPOLTO A LES INVALIDES?
I misteri di una tomba
Cosa si può dedurre se una bara, chiusa 19 anni prima, rivela
una serie di sorprese ai confini della realtà? E’ quello che è accaduto
ad uno degli uomini più famosi di tutti i tempi. Avvelenato
o no, perché l’Imperatore aveva stivali rotti, capelli e barba lunghi
(benché fosse stato rasato subito dopo morto), e le decorazioni
in disordine? Come mai il corpo era in condizioni quasi perfette dopo
19 anni sotto terra in un clima tropicale? Chi era davvero l’uomo
che venne riportato con tutti gli onori in Francia e ancora oggi viene
visitato da milioni di turisti a Parigi? Da qualche anno un gruppetto
di storici porta avanti un’impossibile battaglia: riaprire la tomba
di Napoleone e vedere, una volta per tutte, chi c’è lì dentro.
Perché le certezze non sono poi molte…
di Luca Di Bella
O
gni anno oltre un milione - dei tanti
milioni - di turisti che arrivano a Parigi
da tutto il mondo si prende la briga di
andare al 129 di rue de Grenelle. Lì c’è
il grande complesso de Gli Invalidi, un
ex ospedale-ospizio per i feriti e mutilati
che l’espansionismo francese produceva
a bizzeffe già durante il regno di Luigi
XIV che commissionò l’opera verso il 1670. Una tendenza confermata anche nei decenni a seguire dai successori del Re Sole e portata al parossismo da Napoleone primo. Che prima ha riempito,
da vivo, di feriti e invalidi «Les Invalides» e poi ha continuato,
da morto, a vivacizzare quelle mura attirando legioni di turisti e
curiosi che vogliono vedere la sua tomba. Si dice che anche Hitler,
notoriamente sobrio, appena occupata Parigi abbia voluto fare una
deviazione a Les Invalides durante una sua visita lampo di prima
mattina nel giugno 1940. L’unica occasione in cui si tolse il cappello, portandolo – commosso - al petto, fu davanti all’imponente sarcofago di porfido rosa posto sotto la cupola del duomo che chiude a
nord/nord-ovest il complesso degli Invalides. Ora, però c’è il dubbio
che il Führer e svariati milioni di turisti siano stati ingannati da
qualcuno che non li ha mai visti né conosciuti per il semplice fatto
che questo qualcuno, se mai c’è stato (e il sospetto, forte, è che ci
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Sant’Elena, ottobre 1840: l’apertura della bara
dell’Imperatore, 19 anni dopo la sua morte
Novembre\Dicembre 2006
Novembre\Dicembre 2006
L’attuale sepoltura di
Napoleone, a Les Invalides
sia stato davvero) è vissuto molto prima che il corpo di Napoleone
fosse riportato dalla sperduta isola di Sant’Elena, dov’era morto il
5 maggio 1821, in Francia, nell’autunno 1840.
Quello che stiamo per raccontare è forse uno dei più curiosi
e potenti enigmi della Storia. Anche perché quand’anche tutte le
supposizioni, gli esami e i riscontri che autorizzano alcuni storici a
chiedersi «Chi occupa la tomba dell’Imperatore?» dovessero cadere,
resterà comunque il fatto sorprendente che il «Caso», quando si
interessa di Storia, è capace di superare se stesso. Ma prima di dare
ogni responsabilità di un colossale abbaglio al «Caso», vediamo
cosa muove quanti, desiderosi di vederci chiaro una volta per tutte,
chiedono addirittura la riapertura della tomba di Napoleone a Parigi. Il fronte è composito: da una parte ci sono quanti son convinti
che Napoleone sia stato avvelenato, gradualmente, lentamente,
durante gli anni dell’esilio a Sant’Elena. Una tesi, quella dell’avvelenamento, che fa discutere da anni e che poggia, tra le altre cose,
sui risultati di importanti test tossicologici portati avanti su varie
ciocche di capelli attribuite a Napoleone, ciocche tagliate in periodi
diversi (all’epoca era frequente mandare a persone care o ad ammiratori ciocche di capelli unite alle lettere) dai laboratori dell’Università di Glasgow negli anni Sessanta, da quelli dell’FBI a metà
anni Novanta e dell’Università di Strasburgo nel 2001. Tutti e tre
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