Leggi l`articolo, da "Il Cittadino" - Associazione italiana vittime del

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MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2008
il Cittadino
Lodi
PALAZZO SAN CRISTOFORO SMENTISCE IL «CORRIERE DELLA SERA» CHE AVEVA PARLATO DI CONSULENZE LEGATE AL RECUPERO DEI DETENUTI
La provincia “scarica” l’ex brigatista
Nessun incarico finanziato dalla regione a Susanna Ronconi
n Palazzo San
Cristoforo cor­
regge il tiro. E
annuncia che
non ha nessu­
na intenzione
di affidare a
«ex ter roristi
che si sono
macchiati di
fatti di sangue» Susanna Ronconi
alcun tipo di
incarico. La
bufera è scop­
piata nella
mattinata di ie­
ri, a causa del­
la notizia pub­
blicata sulle co­
lonne del «Cor­
riere della Se­
ra». Secondo
quanto riporta­ Mauro Rossi
to dal quotidia­
no nazionale,
sembrava che
la provincia di
Lodi volesse af­
fidare all’ex
brigatista Su­
sanna Ronconi
il progetto “La­
vo ro d e b o l e ” ,
dedicato all’in­
serimento dei Lino Felissari
detenuti nel
mondo del lavoro e finanziato
dalla regione Lombardia con
una somma di 60mila euro. La
Ronconi avrebbe dovuto parte­
cipare come consulente tramite
l’associazione “Loscarcere”, di­
retta da Maria Grazia Grena,
che a sua volta faceva parte de­
gli ex Comunisti organizzati
per la liberazione del proleta­
riato.
Il comunicato dell’amministra­
zione non si è fatto attendere:
«La provincia di Lodi non assu­
merà nessuna iniziativa che
possa vedere coinvolti ex terro­
risti che si sono macchiati di
fatti di sangue. Se nel passato ci
sono stati atti che possono aver
generato equivoci, o aver urtato
la sensibilità dei parenti delle
vittime del terrorismo, la pro­
vincia si scusa e se ne rammari­
ca».
Qualche tempo fa, più precisa­
mente nel luglio del 2006, Susan­
na Ronconi aveva partecipato
«Quella donna ha dimostrato
una mancanza di sensibilità»
Un momento del consiglio provinciale che si è tenuto ieri pomeriggio e che ha visto la discussione sul caso Ronconi
proprio in veste di consulente
alla presentazione della prima
fase del progetto “Il lavoro debo­
le”. In quell’occasione la Ronco­
ni, insieme ad altri relatori, ave­
va parlato della necessità di af­
frontare il problema della for­
mazione professionale dei dete­
nuti.
«Il progetto ­ si legge nella nota
ufficiale ­ ha portato alla costi­
tuzione di una rete territoriale
composta da Uffici di piano dei
servizi sociali dei comuni del
Lodigiano, Centro servizi per il
volontariato, comune di Lodi,
Consorzio Arca, cooperativa so­
ciale Il Mosaico, Caritas dioce­
s a n a , C e s v i p, A s s o c i a z i o n e
onlus Loscarcere e del Centro di
formazione professionale con­
sortile. È opportuno precisare
che i progetti vengono finanzia­
ti dalla regione Lombardia sul­
la base degli obiettivi e delle
azioni in essi contenute. La re­
gione non ha quindi conoscenza
e non è coinvolta nella scelta
delle figure operative che do­
vranno realizzare il progetto».
La notizia ha suscitato enorme
scalpore, tanto da approdare sul
tavolo del consiglio provinciale,
riunitosi nella serata di ieri.
Con un intervento, il capogrup­
po della Lega nord Mauro Rossi
ha chiesto delle spiegazioni, ri­
cordando quanto il Carroccio si
fosse impegnato in passato af­
finchè non fosse l’ex terrorista
Renato Curcio a inaugurare
una delle manifestazioni cultu­
rali del territorio.
«Di tutto avevamo bisogno ­ dice
Rossi ­ fuorché di un intervento
che riporta l’indignazione delle
vittime del terrorismo. Mi au­
guro che nessun incarico diret­
to o indiretto sia affidato a per­
sone con le mani sporche di san­
gue e a lucidi assassini». Il pre­
sidente, Lino Osvaldo Felissari,
lo ha subito rassicurato riba­
dendo la posizione dell’ammini­
strazione. Nel frattempo, però,
anche l’Associazione italiana
vittime del terrorismo ha fatto
sentire la sua voce, contattata
da un gruppo di lodigiani al cor­
rente della vicenda. «C’è una di­
stanza siderale fra come sono
considerate le vittime negli al­
tri paesi europei e l’Italia, qui
siamo il nulla ­ afferma il presi­
dente, Giovanni Berardi ­. Si
continuano ad offendere le vitti­
me, siamo costantemente ripa­
gati in questa maniera indegna.
Non è possibile che con tutti gli
esperti e i volontari l’incarico
debba essere dato alla Ronconi e
che sia sempre in prima fila.
Questa è una posizione politica
che tende a premiare i terrori­
sti, loro sono ex terroristi men­
tre noi non saremo mai ex vitti­
me. In ogni caso, noi non ci ar­
renderemo mai, continueremo
a combattere sperando di otte­
nere giustizia».
Greta Boni
n Suo padre è stato ucciso il 17
giugno del 1974. Freddato all’in­
terno della sede dell’Msi­Dn di
Padova, dove si trovava con Giu­
seppe Mazzola. Si chiamava Gra­
ziano Giralucci ed era un agente
di commercio per articoli sani­
tari: i suoi assassini facevano
parte di un commando di cinque
persone, fra queste c’era anche
Susanna Ronconi. Una spietata
esecuzione, così come è stata de­
finita nel 1988 durante il proces­
so in Corte d’Assise, con una
nuova perizia balistica per spie­
gare la dinamica dei fatti. La
confessione della Ronconi rico­
struì in questo modo l’assassi­
nio: Martino Serafini faceva il
palo, Giorgio Semeria guidava
l’auto mentre la stessa Ronconi
era in attesa sulle scale con la
borsa per prelevare i documenti
dalla sede dell’Msi­Dn. In quel
momento, intor no alle 10 del
mattino, due uomini (Ognibene
e Pelli) sarebbero entrati per
sparare. Il giorno dopo le Br ri­
vendicarono la paternità dell’as­
sassinio con due volantini fatti
ritrovare a Padova e Milano in
una cabina telefonica, a seguito
di una telefonata alla redazione
di un quotidiano.
Quando suo padre morì, Silvia
aveva solo 3 anni. Siamo riusciti
a rintracciarla, per chiederle
che cosa pensa della polemica.
Al momento della telefonata, ha
già letto l’articolo del «Corriere
della Sera»: «In linea generale,
sono convinta che gli ex terrori­
sti che hanno saldato il loro de­
bito con la giustizia abbiano il
diritto di rientrare nella società
civile. Se lo fanno con un lavoro
“socialmente utile” come il recu­
pero degli ex tossicodipendenti,
tanto meglio. Non è però questo
il caso di Susanna Ronconi».
Per Silvia, Susanna Ronconi non
ha saldato il suo debito con la
giustizia: «Non solo non ha ri­
sarcito le parti civili, ma non ha
neppure ottemperato all’obbligo
di pagare le spese del processo
nel quale è stata condannata. E
questo è nulla a fronte dell’arro­
ganza e della totale mancanza di
sensibilità che ha mostrato lo
scorso anno nella vicenda che
l’ha vista per alcune settimane
consulente del ministro Ferrero
nella consulta droghe. Si è detta
sbalordita per il presunto acca­
nimento che l’opinione pubblica
avrebbe mostrato nei suoi con­
fronti. Il suo pensiero rientra
nella corrente di coloro che con­
siderano la condanna morale
che impedisce agli ex brigatisti
di rivestire ruoli di rilievo nella
società come una sorta di “erga­
stolo bianco”, una pena accesso­
ria ingiusta e persecutoria». Sil­
via Giralucci in passato ha scrit­
to anche al presidente della Re­
pubblica Francesco Cossig a,
quando propose di concedere la
grazia a Renato Curcio. In quella
lettera cercò di spiegare come
quel provvedimento fosse un’in­
giustizia per tutti coloro che ave­
vano visto la propria esistenza
cambiare a causa dei terroristi.
Un dolore che non era qualcosa
di astratto o incomprensibile,
ma vita vera, tangibile, di tutti i
giorni. «Ecco, sono convinta che
una persona davvero “ravvedu­
ta” dovrebbe capire da sola qua­
le sia il dolore che la sua faccia,
le sue dichiarazioni possono
provocare nelle famiglie delle
persone che ha ammazzato. Do­
vrebbe vivere ogni giorno por­
tando nel cuore il peso del debito
che non potrà mai essere salda­
to, e comportarsi di conseguen­
za. Con discrezione, quanto me­
no. Susanna Ronconi, tutto que­
sto purtroppo non lo ha capito. E
gli amministratori pubblici che
scelgono di affidarle un incari­
co, dimostrano, a mio avviso, di
non tenere in adeguato conto le
ferite ancora aperte che queste
persone hanno inflitto alla no­
stra società».
Gr. Bo.