ERGONOMIA E LAVORO AL VIDEOTERMINALE

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ERGONOMIA E LAVORO AL VIDEOTERMINALE
ERGONOMIA E SICUREZZA AI VIDEOTERMINALI
Anna Russo – CNR, ex Responsabile del Servizio Prevenzione e
Protezione Lombardia - Roma
1. INTRODUZIONE
La parola ergonomia deriva dal greco ergo, che significa lavoro, e nomos
che significa legge, regolamento. Fu usata per la prima volta da Wojcieck
Jastrzebowski in un quotidiano polacco del 1857. All’inizio del ventesimo
secolo l’enfasi per l’ergonomia fu concentrata sullo sforzo di adattare la
gente al proprio posto di lavoro, con lo sviluppo di ricerche finalizzate a
selezionare, classificare e preparare lavoratori che fossero adatti al lavoro
da svolgere. Questi sforzi si dimostrarono ben presto inutili e si comprese
che la finalità dell’ergonomia doveva essere quella di adattare il posto di
lavoro o comunque le esigenze lavorative alle esigenze del lavoratore.
Così negli anni ’50, con lo sviluppo industriale incominciò a svilupparsi la
moderna scienza dell’ergonomia, il cui fine è quello del benessere del
lavoratore, creando un posto di lavoro sicuro e confortevole, così da
consentire ai lavoratori stessi di raggiungere la massima produttività
possibile.
L’ergonomia rappresenta quindi la scienza che studia le performance
lavorative degli individui ed il loro benessere, in relazione alle finalità della
propria attività, alle attrezzature di lavoro ed all’ambiente di lavoro. Questo
si traduce in pratica nella progettazione di prodotti e/o processi che
utilizzino le capacità di un individuo, tenendo conto delle sue esigenze
fisiologiche e psicointellettive.
L'ergonomia cerca quindi di individuare i parametri più importanti per il
corretto rapporto uomo/lavoro, per eliminare i fattori negativi che possono
essere presenti e rendere quindi più facile e naturale l'utilizzo degli oggetti
di lavoro.
Per indagine ergonomica si intende lo studio degli aspetti ambientali,
strutturali e delle procedure organizzative del lavoro al fine di
individuare i requisiti ed i criteri per la loro migliore "accettabilità" da parte
degli operatori.
Il D.Lgs.626/94 e successive modificazioni ha reso l’applicazione di questa
scienza obbligatoria sul posto di lavoro, in quanto l’art.3 – “Misure generali
di tutela” – al comma 1, lettera f) include esplicitamente fra queste il
“rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella
scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e
produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo”.
Un assetto ergonomico corretto diventa fondamentale nelle attività con
impiego di videoterminali, in quanto è ormai dimostrato che la causa
fondamentale delle possibili conseguenze sul benessere dell’operatore,
dovute all’impiego di attrezzature munite di videoterminali, è
principalmente il non rispetto delle norme ergonomiche per le attrezzature
di lavoro, il posto di lavoro e l’ambiente di lavoro. E’ ormai scientificamente
dimostrato che gli effetti dovuti all’impiego di VDT nelle attività lavorative
sono limitati alle sensazioni di discomfort e di disagio, provate dagli
operatori, che si manifestano in disturbi a carico della vista o sulla visione
(affaticamento visivo), in disagi a carico del sistema muscolo-scheletrico,
in disturbi correlati allo stress ed alla fatica mentale, tutti imputabili alle
condizioni generali dell’ambiente di lavoro, del posto di lavoro ed alla
tipologia delle componenti del posto di lavoro. Altre categorie di fattori
che vengono coinvolti nella fenomenologia sono quelli legati alla
organizzazione del lavoro, all'impatto psicologico, allo stress fisico e
psichico, ecc.
I risultati emersi dagli studi sui possibili effetti alla salute dell’operatore al
videoterminale portano comunque ad escludere danni irreversibili sia
all’apparato visivo che a quello muscolare, mentre evidenziano che i
possibili disturbi che talvolta si accompagnano ad una utilizzazione dei
videoterminali particolarmente prolungata o continua, sono classificabili
nelle seguenti categorie, già a suo tempo individuate (1987) dal gruppo di
studio ad hoc, istituito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
a) Disturbi muscolo-scheletrici, localizzati a schiena, spalle, collo, braccia,
mano, polsi, dita;
b) Affaticamento visivo (astenopia);
c) Affaticamento psichico e stress.
In merito agli altri disturbi accusati in generale dagli operatori, quali, ad
esempio, dolori alla testa, sensazione di nausea, mal di stomaco, ecc.,
l'Organizzazione Mondiale della Sanità li attribuisce ancora una volta ai
disturbi più generali, legati all'affaticamento visivo e muscolare.
Detti disturbi possono essere prevenuti e notevolmente ridotti se vengono
rispettati i seguenti criteri:
- Corretta utilizzazione delle attrezzature,
- Idoneo posizionamento delle attrezzature
- Corretta postura dell’operatore
- Idoneità ergonomica degli arredi
- Salubrità dell’ambiente di lavoro.
2. BREVI CENNI SUI POSSIBILI RISCHI CONNESSI CON L’USO DEI
VIDEOTERMINALI
Per quanto riguarda gli altri possibili effetti sulla salute degli operatori al
videoterminale, che si erano ipotizzati all’inizio degli anni settanta, quando
l’attività con i computers si andava diffondendo progressivamente e molto
velocemente in tutti i settori, sulla base delle attuali conoscenze
scientifiche si può ormai affermare che il lavoro con il videoterminale
comporta, come già detto, soltanto situazioni di disagio e fastidio
all’operatore; situazioni che si possono correggere con una corretta
progettazione del posto e dell’ambiente di lavoro e con la corretta scelta
delle componenti del posto di lavoro e degli arredi.
Negli anni ’70, gli studi e le ricerche furono rivolti, per esempio, a quello
che sembrò l’effetto più immediato e possibile, connesso all’uso dei
videoterminali: l’insorgere della cataratta, a causa di emissione di
radiazioni dannose da parte del video, dal momento che questo era
rappresentato da un normale tubo a raggi catodici (CRT). Ma i risultati
degli studi hanno dimostrato che i livelli di dette radiazioni erano molto al
di sotto del valore di soglia, necessario per provocare l’effetto studiato.
Analogamente sempre alla fine degli anni ’70 sorse il dubbio che i campi
elettromagnetici emessi dai videoterminali potessero causare effetti sui
processi riproduttivi e sulla gestazione, come aborti spontanei o presenza
di malformazioni nei neonati. Ma gli studi condotti a seguito di questo
allarme hanno dimostrato che se tali effetti fossero presenti, sarebbero da
collegare ad altri fattori, quali lo stress, cosa peraltro ulteriormente ribadita
in uno degli ultimi “Promemoria” della World Health Organization: “Campi
elettromagnetici e salute pubblica – Unità Video (VDU) e salute umana”
(WHO, Fact sheet, n.201 del luglio 1998).
Pur tuttavia la ricerca tecnologica ha fatto passi da gigante, sia
introducendo nuove tecnologie di visualizzazione dell’immagine sia
comunque producendo video a tecnologia CRT a sempre più bassa
emissione, come quelli dell’ultima generazione.
È invece ancora in fase di studio, anche se comunque i primi risultati
ottenuti sembrano allontanare questo dubbio, il possibile legame fra
l’emissione di radiazioni elettromagnetiche dai display e l’insorgere del
cancro. Pur tuttavia, come già detto, gli ultimi display basati sul principio
del tubo a raggi catodici sono tutti certificati a bassa emissione, almeno
per i range di frequenza in cui è possibile operare per ridurre l’emissione.
Attualmente si può pertanto affermare, come viene ribadito anche nelle
“Linee guida per l’uso dei VDT”, che sono in fase di emanazione da
parte del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (ai sensi dell’art.
56, comma 3. del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni), che “tutti gli
studi e le indagini epidemiologiche sinora svolte portano ad escludere, per
l’attività connessa all’uso di videoterminali, rischi specifici derivanti
dall’emissione di radiazioni elettromagnetiche, ionizzanti e non ionizzanti,
sia per l’operatore che per la prole. In particolare i livelli di radiazioni
ionizzanti emessi da un videoterminale, con monitor a tubo a raggi
catodici, sono confrontabili con i livelli di radiazioni, che si riscontrano
normalmente nei comuni ambienti di vita e di lavoro (fondo naturale). Per
quanto riguarda invece le radiazioni non ionizzanti, la presenza del
marchio CE sul videoterminale garantisce che tali campi si mantengono al
di sotto dei valori limiti raccomandati e riscontrabili nei comuni ambienti di
vita, dove sono utilizzati apparecchi elettrici e televisivi”.
Un altro aspetto interessante va sottolineato per quanto riguarda i
possibili rischi connessi con l’utilizzo dei videoterminali, che è quello
relativo alle lavoratrici gestanti. All’inizio degli studi in materia, per motivi
chiaramente e giustificatamente conservativi (vista appunto la scarsità di
conoscenze nel settore), era stato raccomandato di allontanare dal lavoro
con il videoterminale le lavoratrici gestanti, non appena fosse stato certo il
loro stato di gestazione. E questa disposizione era stata inserita in molti
contratti collettivi nazionali di lavoro, stipulati alla fine degli anni ’80 ed
inizio degli anni ’90. Questo era dovuto fondamentalmente al temuto
rischio di esposizione a radiazioni dannose, emesse dai videoterminali. I
risultati degli studi e ricerche scientifiche, come già detto, hanno fugato
questo timore ed i possibili discomfort presenti nelle lavoratrici gestanti
sono fondamentalmente collegati alle variazioni posturali, legate alla
gravidanza, che possono favorire l’insorgere di disturbi dorso-lombari. E
sono questi disturbi che possono giustificare i provvedimenti relativi alla
modifica temporanea delle condizioni o dell’orario di lavoro, previsto ai
sensi del D.Lgs. 645/96, concernente il miglioramento della sicurezza e
della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti.
3. TITOLO VI DEL D.Lgs. 626/94 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI: USO
DI
ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
Quanto sopra considerato ha portato nel corso degli anni allo sviluppo
di normative e standard tecnici in numerosi Paesi, che si sono spesso
sviluppati in veri e propri dettati di legge.
Uno fondamentale, per quanto riguarda il nostro ordinamento giuridico
e tecnico, è la Direttiva Europea 90/270, relativa alle "Prescrizioni
minime in materia di sicurezza e di salute per le attività lavorative svolte
su attrezzature munite di videoterminali", che è stata integralmente
recepita nel Titolo VI del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni, che
definisce il quadro normativo in merito all'utilizzo sul luogo di lavoro di
attrezzature munite di videoterminali e stabilisce una serie di obblighi e
prescrizioni per i luoghi di lavoro in questione - obblighi che vanno
comunque integrati e coordinati con quelli di carattere generale previsti
dal Titolo I dello stesso Decreto.
La novità insita nel Decreto legislativo è stata proprio quella di aver
codificato la connessione presente fra il lavoratore, il posto di lavoro ed il
videoterminale, sulla base dei moderni principi di ergonomia. Cioè non è
possibile, se si vogliono realizzare condizioni di benessere e comfort per il
lavoratore addetto ad attività che utilizzano attrezzature con VDT,
scindere il concetto di posto di lavoro dalla singola attrezzatura e
prescindere dalla soggettività del lavoratore stesso.
In pratica il D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni pone a carico del
datore di lavoro, dirigente e preposto, ognuno per le sue specifiche
competenze, i seguenti obblighi:
- Valutazione del rischio (art.52)
- Adozione di idonee misure di protezione (art. 52, comma 2)
- Organizzazione del lavoro (art. 53)
- Svolgimento dell’attività lavorativa (art. 54)
- Sorveglianza sanitaria (art. 55)
- Informazione e formazione (art. 56)
- Consultazione e partecipazione (art. 57)
- Adeguamento dei posti di lavoro (art. 58)
In particolare nell’art. 52, comma 1, vengono specificati puntualmente i
criteri che devono essere seguiti nella metodologia di valutazione del
rischio per le attività che richiedono l'uso di attrezzature con videoterminali
e cioè:
"Il datore di lavoro, all'atto della valutazione del rischio di cui all'art. 4,
deve
analizzare i posti di lavoro, con particolare riguardo
all'individuazione dei:
- rischi a carico della vista e degli occhi;
- problemi legati alla postura;
- problemi legati all'affaticamento fisico o mentale;
- condizioni ergonomiche e di igiene ambientale".
Come si può vedere è stato praticamente codificato nel corpo legislativo
quanto emerso dai risultati degli studi scientifici già citati.
In pratica questo comporta:
I. La revisione e riprogettazione degli ambienti di lavoro;
II. L’adeguamento delle attrezzature ai requisiti minimi (Allegato VII);
III. L’organizzazione della sorveglianza sanitaria, della formazione e informazione
dei lavoratori e delle pause.
L’Allegato VII del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni, non fornisce
però specifiche di tipo numerico-quantitativo, ma solo di tipo indicativoqualitativo.
Le caratteristiche
quantitative ottimali sia delle
attrezzature, che
dell’ambiente di lavoro sono fornite nelle norme tecniche specifiche. In
particolare per quanto riguarda i primi due aspetti sopra citati un utile
indirizzo è fornito dalla Norma armonizzata del CEN, che ha deciso di
adottare la Norma ISO 9241, tuttora in elaborazione a livello
internazionale. Di detta norma, che consta di 19 parti, sono state già
pubblicate in Italia le prime tre, con la sigla UNI EN 29241, che sono la
traduzione ufficiale delle norme europee EN 29241. La stesura di
queste norme è stata curata dalla Commissione ERGONOMIA dell'UNI.
Il titolo di tutta la norma è REQUISITI ERGONOMICI PER IL LAVORO
DI UFFICIO CON VIDEOTERMINALI (VDT).
Ai sensi della legislazione italiana le norme europee tecniche di tipo EN
hanno lo status di norma nazionale. Pertanto sono da considerarsi
operative e comunque norme di buona tecnica. Lo stesso concetto viene
ribadito dalla Circolare 102/95 del Ministero del Lavoro che, riguardo ai
requisiti ergonomici e di buona tecnica, riferiti ai videoterminali, così recita:
“la conformità (indicata all’Allegato VII del D.Lgs. 626/94) delle
apparecchiature facenti parte del posto di lavoro e quindi anche del piano
di lavoro, sedie, eccetera è data dal rispetto delle norme nazionali di
buona tecnica UNI e CEI applicabili, alle quali dovrebbe far riferimento il
fabbricante, ed inoltre le stesse individuano il livello di fattibilità tecnologica
per l’applicazione concreta delle misure di prevenzione e protezione”
L'elenco completo delle parti della Norma ISO 9241 è riportato
nell'Appendice A.
4. ERGONOMIA DEL POSTO DI LAVORO CON IL VIDEOTERMINALE
Nel tradizionale lavoro di ufficio del tipo "carta e penna", il lavoratore ha la
possibilità di estrinsecare un certo numero di attività fisiologiche ed ha a
disposizione abbastanza spazio per assumere diverse posture ed
effettuare movimenti diversi: ad esempio può cercare un documento,
prendere appunti, usare il telefono, leggere un testo, scambiare
informazioni con colleghi, battere a macchina, e fare numerose altre
attività. In una tale situazione un posto di lavoro con una sedia od una
scrivania od altra attrezzatura di lavoro non perfettamente rispondenti alle
norme di ergonomia, non necessariamente provocano nel lavoratore un
senso di disturbo o di discomfort fisico. La situazione è comunque
completamente differente nel moderno lavoro di ufficio, dove viene usato il
computer. Il lavoratore opera con video display terminal (VDT), spesso per
parecchie ore e senza interruzione. L'operatore al VDT è così legato ad
un'attività di interazione uomo-macchina, in cui i movimenti fisiologici sono
molto ristretti, l'attenzione è rivolta in maniera fondamentale al monitor ed
entrambe le mani sono fisse sulla tastiera. Pertanto tali operatori sono
molto più sensibili, a causa di queste prolungate esposizioni, nei confronti
di situazioni ergonomiche non corrette, quali inadeguate condizioni di
illuminazione o arredi non confortevoli. Sono stati così lamentati sforzi
visivi con disagi alla vista e posture scomode con costrizioni muscolari.
Tali circostanze hanno fatto pertanto nascere l'esigenza nella scienza
dell'ergonomia di focalizzare studi e ricerche alla progettazione corretta e
sempre più "confortevole" dell'ambiente e del posto di lavoro del moderno
ufficio. Verrebbe quasi da pensare che l'operatore al videoterminale sia
più privilegiato degli altri, dal momento che il suo posto di lavoro deve
rispondere a ben precise norme ergonomiche!
Uno dei compiti fondamentali dell'ergonomia è quello di assicurarsi che le
apparecchiature in genere siano idonee ad essere utilizzate dall'uomo. In
particolare per quanto riguarda l'attività con i videoterminali questo
comprende l'adeguamento del progetto dei comandi, del video, del
materiale da utilizzare, del posto e dell'ambiente di lavoro e dei compiti
alle caratteristiche, ai punti di forza ed ai limiti di un potenziale utente
nell'ambiente di lavoro appropriato.
La progettazione accurata dei videoterminali, dei posti e degli ambienti di
lavoro nei quali essi sono utilizzati, nonchè il modo in cui il lavoro sul VDT
è concepito, organizzato e gestito, garantiscono che gli utenti del VDT
possano far funzionare l'apparecchiatura con sicurezza, efficienza e
comodità.
I fattori negativi possono trovarsi sia nel VDT, con il quale l'utilizzatore è a
diretto contatto (caratteristiche proprie del monitor, o fattori legati
strettamente al tipo di lavoro svolto, quale può essere ad esempio
l'eccessiva velocità di lettura dei dati), sia nell'ambiente in cui il VDT è
inserito, dove rumore, condizioni microclimatiche, illuminazione, etc,
possono distrarre, infastidire, rovinare gli organi sensoriali o addirittura le
capacità intellettuali.
Pertanto nella progettazione ergonomica di un posto di lavoro con il
videoterminale, per minimizzare i disagi illustrati è essenziale bilanciare ed
interfacciare fra loro tutte le componenti del sistema: l’individuo, le
caratteristiche tecnologiche dei componenti, le pratiche e l’organizzazione
del lavoro, l’ambiente di lavoro. Nella figura 1 è riportato il modello di un
sistema di lavoro di un ambiente di ufficio con VDT, e quindi tutti i fattori
che devono essere considerati nella progettazione ergonomica di un posto
di lavoro con il VDT.
4.1 AFFATICAMENTO VISIVO
Tutti i lavori che richiedono un elevato carico visivo comportano disturbi al
sistema muscolo-scheletrico ed alla visione, che sono rappresentati
sostanzialmente da un
INDIVIDUO
Aspettative
Caratteristiche
fisiche
Motivazioni
età
personalità
salute
ORGANIZZAZIONE
DEL LAVORO
TECNOLOGIA
Esperienza richiesta
Carico di lavoro
Posto di lavoro
Comfort lavorativo
Controllo del lavoro
Schermo del VDT
Tastiera ed altri accessori
Caratteri sul dislay
Carartteristiche generali del
VDT
AMBIENTE
Illuminamento
Luminanza
Finestre
Richiesta di luce
Sfarfallamento
Riflessioni
Luminosità
Rumore
flessibilità
straordinari
pause di lavoro
supporti sociali
supervisione
FISICO
Microclima
Stampante
Temperatura
Telefono
Umidità
Isolamento
Velocità aria
Periferiche
CondizionaControllo del mento
rumore
Qualità aria
Posto di lavoro
Singolo/multiplo
Piano di lavoro
Sedia
Accessori
- portadocumenti
- poggiapiedi
Fig. 1 – MODELLO DEL SISTEMA DI LAVORO DI UN
AMBIENTE DI UFFICIO CON IL VDT
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affaticamento a carico del sistema visivo. La grande mobilità dei tratti
cervicale e lombare della colonna vertebrale è assicurata da un sistema
muscolo scheletrico che rende possibili anche minimi spostamenti del
capo sul busto e di quest'ultimo sul bacino. Questi piccoli spostamenti
consentono di collaborare all'attività oculo-cerebrale preposta in maniera
determinante alla funzione visiva in genere ed a quella della lettura in
particolare. Nel caso specifico dei lavoratori addetti ai VDT si tratta della
sorveglianza della digitazione sulla tastiera e della lettura dei caratteri sul
monitor e/o sui testi. Come è noto il riconoscimento dei caratteri grafici
viene effettuata dalla scansione operata dai movimenti orizzontali e
verticali dei bulbi oculari. Tali movimenti rendono possibile lo scorrimento
dei segni grafici sull’area più sensibile della retina di pochi millimetri
quadrati, la fovea, nella parte centrale della macula, che è situata nel polo
posteriore del bulbo oculare.
Le cose si complicano un poco quando l’operatore, per difetto visivo, è
anche portatore di occhiali.
In questo caso l'allineamento richiesto ai movimenti del bulbo oculare,
combinato con i piccoli aggiustamenti della colonna vertebrale, include
anche la necessità di comprendere sulla stessa linea il centro ottico della
lente di correzione.
Un altro aggiustamento compensatorio deve essere effettuato, col
concorso di un automatico ed impercettibile impegno del rachide, quando
il soggetto tenta di fondere in unica immagine il messaggio visivo
proveniente da ciascuno dei due occhi ed inviato al cervello.
Questa possibilità avviene normalmente entro i limiti di un'angolatura
compresa tra - 2 diottrie fino a circa + 20 diottrie ed è tanto maggiore
quanto più vicino all'apparato visivo si trova l'oggetto da mettere a fuoco
nella visione. La visione degli oggetti collocati a distanza maggiore di sei
metri mette a riposo i muscoli interessati.
I soggetti che non hanno bene sviluppato il meccanismo della fusione per
vicino o i soggetti portatori di vizio di refrazione o anche quelli
perfettamente normali ma che si sottopongono ad una prolungata attività
lavorativa ai VDT, a causa del notevole impegno dell'apparato visivo oltre
che di quello muscolo-scheletrico, possono lamentare segni di
affaticamento visivo che si manifestano come fotofobia, bruciore agli
occhi, iperemia congiuntivale, cefalea, cervico-brachialgie e lombalgie.
Le cause oltre che ad elementi soggettivi (età dell'individuo, difetti
preesistenti) sono fondamentalmente le seguenti:
i frequenti cambi di visuale tra vari oggetti, a diverso livello di illuminazione
e posti su diversi piani fisici (schermo, tastiera, documento), che
costringono i muscoli oculari, preposti
alla focalizzazione ed al
dimensionamento della pupilla, ad un continuo processo di adattamento;
un’osservazione ravvicinata e protratta;
un ridotto tempo di persistenza della mira;
l'abbagliamento diretto ed indiretto provocato da superfici luminose
riflettenti, poste nei dintorni del videoterminale;
la forma e le dimensioni dei caratteri sul video;
la mancanza di nitidezza e di contrasto dei caratteri;
le non corrette condizioni di illuminamento ambientale;
l’uso di componenti del posto di lavoro (sedia, tavolo, spazio di lavoro,
documenti, etc.) non corrispondenti ai requisiti ergonomici, che
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costringono l’occhio ad adottare sistemi di adattamento dei meccanismi
della visione, che non sono quelli fisiologici;
le condizioni generali di igiene ambientale.
Nella figura 2 sono riportati i parametri che influenzano la prestazione
lavorativa in un assegnato ambiente visivo, suddivisi in relazione a:
Caratteristiche del compito
visivo
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Tempo di esposizione allo
specifico compito visivo
Angolo sotteso
Nitidezza dell’immagine (mira)
Tempo di persistenza
Contrasto (della mira)
Capacità visive del soggetto
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Visus
Motilità oculare
Senso cromatico
Caratteristiche dell’ambiente
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Microclima (UR, velocità dell’aria,
ecc.)
Inquinanti aerodispersi (polveri,
vapori, ecc)
Sistema di illuminazione (rapporti
di luminanza nel campo visivo
specifico, resa del contrasto,
abbagliamento,
caratteristiche
spettrali delle sorgenti di luce
artificiale,
rapporto
tra
illuminazione naturale e quella
artificiale, presenza di luce naturale,
ecc)
Benessere
visivo
Prestazione
visiva
affidabile
Fig. 2 – PRINCIPALI PARAMETRI CHE INFLUENZANO
LA
PRESTAZIONE LAVORATIVA IN UN
AMBIENTE VISIVO
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compito visivo;
capacità visive del soggetto,
caratteristiche dell’ambiente.
5. ERGONOMIA DELLA VISIONE
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Nella corretta organizzazione e progettazione del posto di lavoro con il
videoterminale, e nella corretta scelta delle attrezzature e degli arredi, in
materia di prevenzione dei rischi e degli effetti a carico del sistema visivo,
un ruolo fondamentale ed importante è rappresentato dall’ergonomia della
visione.
Gli obiettivi dell’ergonomia della visione nell’ambito dei sistemi di lavoro
sono:
creare un ambiente luminoso idoneo a
soddisfare le esigenze
fisiopsicologiche dell’individuo, assicurando sempre, ove possibile, il
ricorso all’illuminazione naturale;
rendere ottimale la percezione delle informazioni visive, al fine di
assicurare agli operatori le migliori condizioni possibili di lavoro.
La condizione generale di benessere visivo può essere conseguita
attraverso numerose combinazioni dei fattori che influenzano la
prestazione visiva, ed eventuali carenze relative ad uno o più fattori
possono essere parzialmente compensate con un opportuno incremento
degli altri.
La prestazione visiva dipende :
dalle caratteristiche proprie del compito visivo da svolgere
dalle condizioni dell’illuminazione
E’ inoltre influenzata da altri fenomeni, quali l’abbagliamento, la mancanza
di uniformità dell’illuminazione, la natura dello sfondo e, più in generale dal
modo in cui è concepito lo spazio di lavoro.
L’affaticamento, che insorge a seguito di un lavoro prolungato, svolto in
non appropriate condizioni di illuminazione, riguarda:
il sistema nervoso centrale, in relazione allo sforzo richiesto per
interpretare segnali non sufficientemente nitidi;
il sistema muscolare per lo sforzo di mantenere una postura non corretta,
adottata al fine di ridurre la distanza dal compito visivo, oppure per evitare
di essere disturbati o distratti da riflessi fastidiosi.
In casi particolari si possono verificare anche contrazioni muscolari
indesiderate.
I disagi alla vista possono essere tranquillamente minimizzati ed a volte
addirittura eliminati, attuando misure di bonifica ambientale e di natura
organizzativa, spesso di facile realizzazione, quali: l’eliminazione degli
abbagliamenti ed il miglioramento delle condizioni di illuminamento
ambientale; il migliorament del posto di lavoro; l’uso di componenti del
posto di lavoro, che rispondono ai requisiti ergonomici; il controllo della
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-
vista; l’organizzazione del lavoro, con una corretta definizione dei tempi di
utilizzo del VDT.
In particolare utili suggerimenti possono essere i seguenti:
realizzare possibilmente l’illuminazione dell’ambiente di lavoro con luce
naturale, regolabile con tende o veneziane, ovvero con luce artificiale. Per
ottenere un maggior comfort visivo, l’illuminamento non dovrebbe essere
eccessivo e dovrebbe essere realizzato con fonti luminose poste al di fuori
del campo visivo e che non abbiano un’intensità molto diversa da quella
degli oggetti e superfici presenti nelle immediate vicinanze, in modo da
evitare contrasti eccessivi;
utilizzare schermi mobili, così da consentire la loro orientazione ed
inclinazione per eliminare, per quanto possibile, riflessi sulla loro
superficie;
assumere una postura corretta di fronte al video ed in particolare tale che
la distanza fra gli occhi e lo schermo sia pari a circa 50 ÷ 70 cm;
posizionare il portadocumenti, se presente, alla stessa altezza e distanza
dagli occhi, dello schermo, e pertanto deve essere dotato di meccanismi di
regolazione;
distogliere periodicamente lo sguardo, durante l’attività lavorativa, dal
video per guardare oggetti lontani, al fine di ridurre l’affaticamento visivo;
eseguire, durante le pause ed i cambiamenti di attività previsti, compiti,
che non richiedono un alto impegno visivo (come ad esempio correggere
testi scritti);
pulire periodicamente le attrezzature di lavoro, quali schermo, tastiera e
mouse;
utilizzare, se necessari e prescritti, i mezzi di correzione previsti.
6. ILLUMINAZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO
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L’illuminazione dell’ambiente di lavoro, sia essa naturale o artificiale,
influenza con la sua qualità e quantità lo stato di salute degli occupanti
l’ambiente, la prestazione visiva e la sicurezza sul lavoro. Il sistema di
illuminazione, nel suo complesso, deve essere progettato in modo da
fornire le prestazioni desiderate, in funzione delle attività che si svolgono
nel locale ed in armonia con il locale stesso. Ciò significa prevedere una
favorevole distribuzione delle luminanze e dei contrasti nell’ambiente,
tenendo inoltre in dovuto conto l’illuminazione sui piani orizzontali e
verticali ed i loro rispettivi rapporti.
Un posto di lavoro con il VDT interessa in genere tre compiti visivi:
lettura di testi sullo schermo;
ricerca di lettere e/o simboli sulla tastiera
lettura di testi accanto allo schermo o alla tastiera.
E pertanto le condizioni di illuminamento ambientale devono prendere in
considerazione le caratteristiche richieste perché schermo, tastiera e testo
scritto consentano una corretta prestazione visiva.
Indicazioni in materia di illuminazione (generale e/o specifica), anche se
solo di natura qualitativa e non quantitativa, sono date nell’Allegato VII, del
D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni, specificando inoltre che le
caratteristiche dell’illuminazione devono essere tali da evitare
abbagliamento e riflessi.
Per evitare abbagliamenti a volte bastano delle semplici operazioni di
corretto posizionamento del monitor, quali ad esempio:
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porre il monitor perpendicolarmente alle finestre e fra due impianti di
illuminazione artificiale; se possibile deve esserci un corridoio fra le
finestre e la workstation;
non porre il monitor direttamente sotto una mensola, che ha sopra una
lampada;
regolare l’altezza e l’angolazione del monitor, così da evitare
abbagliamenti da impianti di illuminazione al soffitto;
realizzare l’illuminazione della stanza con lampade provviste di schermi ed
esenti da sfarfallio, poste in modo che siano al di fuori del campo visivo
degli operatori; in caso di lampade al soffitto non schermate, la linea tra
l’occhio e la lampada deve formare con l’orizzonte un angolo non inferiore
a 60°
I riflessi possono essere ridotti ad esempio:
minimizzando la quantità di superficie bianca intorno, fra cui anche quella
della carta;
usando scrivanie il cui piano sia di materiale opaco;
regolando la quantità di luce generale nell’ambiente, eventualmente
supplendo, se necessario, con idonei sistemi di illuminazione localizzata;
indossando abiti di colore scuro, piuttosto che bianchi o di colori chiari.
Nella figura 3, viene riportato un esempio di disposizione corretta di un
posto di lavoro con il VDT, tenendo conto sia dell’illuminazione naturale
(finestre), sia di quella artificiale. In particolare le lampade consigliate per
l’illuminazione di un posto di lavoro con VDT, sono quelle “bianche a
tonalità calda”, che emanano una luce tendente al giallo, montate a soffitto
con paraluce a lamelle antiabbagliamento, in file parallele allo sguardo
dell’operatore , ma non sopra la sua testa.
Fig. 3 – DISPOSIZIONE DI UN POSTO DI LAVORO CON
VDT, IN FUNZIONE DELLE FONTI LUMINOSE
♦
♦
♦
-
Un’altra serie di disturbi spesso accusati dagli operatori al VDT è
rappresentata dalla sensazione di bruciori agli occhi, da lacrimazione, o
secchezza, che sono sicuramente imputabili alle condizioni generali di
igiene ambientale, quali:
inquinamento dell’aria interna causato da:
- affollamento di macchine (stampanti, fotocopiatrici, etc.) in locali poco
areati;
- fumo di tabacco;
- rilascio di sostanze dai rivestimenti e dagli arredi;
eccessiva secchezza dell’aria;
condizionamento non corretto
Anche per la prevenzione di questi disturbi, l’Allegato VII detta una serie di
prescrizioni minime, relative all’ambiente di lavoro e che riguardano il
calore, l’umidità ed anche il rumore, che contribuisce ai disturbi legati
all’affaticamento ed allo stress.
Per quanto riguarda il rumore presente in un posto di lavoro con il
videoterminale, i problemi che si riscontrano sono dovuti essenzialmente
all’addensamento di macchine e postazioni di lavoro, in locali di non ampie
dimensioni, cosa che provoca una sovrapposizione dei rumori provenienti
dalle postazioni e che può determinare un effetto disturbante sulla
concentrazione di ogni singolo operatore. In merito la Norma ISO 9241
prevede che per attività per le quali è richiesta una buona concentrazione,
non dovrebbe essere superato il livello di rumore di 55 dB(A). La stessa
norma stabilisce anche il livello del rumore di fondo (livello equivalente),
che non dovrebbe essere superato, correlandolo al tipo di attività, di locale
e/o ufficio.
In generale comunque negli ambienti di ricerca, le situazioni in cui
potrebbe essere superato il valore di cui sopra, a causa delle condizioni
esaminate, non sono quasi mai presenti (tranne casi particolari che vanno
esaminati singolarmente) e si può tranquillamente sostenere che sono
rispettate le norme di buona tecnica vigenti in materia.
Anche in relazione a queste problematiche, è possibile ridurre al minimo il
discomfort provocato dalle condizioni ambientali, adottando semplici
accorgimenti.
Deve essere fondamentalmente evitato il rumore generato da stampanti o
da altre apparecchiature meccaniche, eventualmente presenti
nell'ambiente di lavoro con VDT, procedendo, dopo la valutazione del
livello presente, alla loro segregazione o insonorizzazione.
Il benessere termico, in un posto di lavoro con VDT, è influenzato più
dalle caratteristiche costruttive dell’ambiente, che dalla potenza termica
dissipata dal VDT stesso. Pertanto per garantire livelli confortevoli di
microclima sarà importante far sì che:
nella postazione di lavoro la velocità dell’aria sia molto ridotta, evitando la
presenza di correnti d’aria, provenienti da finestre, porte, bocchette di
condizionamento, ventilatori, apparecchiature poste in vicinanza, etc.;
le fonti di calore radiante (termosifoni, finestre colpite da irraggiamento
solare diretto, etc.) non siano poste nelle immediate vicinanze della
postazione di lavoro.
Relativamente ai parametri di benessere termico, il lavoro al
videoterminale non richiede il rispetto di valori diversi da quelli
normalmente assunti per il comune lavoro di ufficio
7. PROBLEMI POSTURALI
Un meccanismo così fine come quello della visione ravvicinata è
strettamente dipendente dalla stabilità di tutto il sistema che affida proprio
all'apparato muscolo scheletrico della colonna vertebrale, in perfetto
automatismo e contemporanea sintonia con la funzione visiva, una
compensazione idonea a mantenere la testa, e quindi i bulbi oculari, e
quindi la fovea, nelle posizioni più adeguate all'esercizio della specifica
funzione a cui gli apparati sensoriale, muscolare e scheletrico sono
delegati. E’ chiaro a questo punto che se gli addetti ai VDT si lamentano
spesso di lombalgie e di cefalee di tipo muscolotensivo, la causa deve
essere ricercata proprio nell'impegno cui è sottoposta la muscolatura del
rachide sia nelle sue attività dinamiche per i movimenti delle mani, delle
braccia e della colonna e sia per le attività statiche per le contrazioni
muscolari prevalentemente isometriche. Si tratta, specie per queste ultime,
di un'attività non appariscente perché i movimenti sono in realtà molto
ridotti. Tuttavia lo sforzo è da ritenersi consistente specie per la contrattura
muscolare finalizzata ai continui tentativi di mantenere la colonna
vertebrale nella verticalità e nella stabilità entrambe indispensabili alla
contemporanea lettura dei testi ed alla sorveglianza della digitazione.
I disturbi scheletrici della colonna vertebrale compaiono soprattutto perché
nella posizione eretta, prolungata e fissa il disco intervertebrale resta
compresso e mal nutrito.
I disturbi muscolari, specie quelli delle contrazioni isometriche, sono
causati dalla mancata normale irrorazione sanguigna e dal conseguente
ristagno delle tossine dovute alla fatica.
I disturbi articolari invece sono dovuti essenzialmente alla velocità della
digitazione ed alla statisticità della postura del rachide, specie se
accompagnata da braccia addotte e flesse. Si tratta di alterazioni articolari
di tipo flogistico acuto e cronico interessanti tutto il substrato anatomofunzionale dell'attrito a seguito del prolungato svolgimento di mansioni che
richiedono particolari movimenti veloci e ripetitivi. Sono alterazioni che se
vengono osservate in stadio precoce, si presentano con una
sintomatologia sfumata e quindi spesso misconosciuta.
I disturbi periarticolari degli addetti ai VDT sono piuttosto rari. Riguardano
essenzialmente i nervi, i tendini e le loro guaine del polso e della mano.
Sono dovuti ai movimenti rapidi, ripetitivi ed alla compressione sul polso
durante la digitazione.
Un lavoro prolungato nella stessa posizione, sia seduti che in piedi, può
causare discomfort. Dove e quando sia possibile, nello svolgimento
dell’attività lavorativa dovrebbero essere previsti anche una serie di
possibili movimenti, al fine di prevenire discomfort e affaticamento.
Nella figura 4 è riportata la corretta postura che la colonna vertebrale
dovrebbe assumere quando si sta seduti per individui rispettivamente di
sesso femminile e maschile.
Fig. 4 - Corretta postura della colonna vertebrale per individui
seduti
Questo tipo di problemi provoca disagi a carico del sistema muscoloscheletrico, derivanti dalla peculiare caratteristica di sedentarietà di
questo tipo di lavoro, ed al limitato ma continuo movimento di soli
pochi organi del corpo (braccia, dita, testa, collo).
I disagi al sistema muscolo-scheletrico sono dovuti a:
- postura dell'operatore;
- posizione del posto di lavoro;
- tempo di lavoro;
- condizioni ambientali di illuminamento;
- presenza di stati fisio-patologici dell'individuo;
- organizzazione del lavoro.
Questi disagi sono però anche comuni ad altri tipi di attività ed è stato
scientificamente provato che gli stessi non devono essere inevitabilmente
considerati come portatori di un danno o segno di un danno. Inoltre
questi disagi possono essere prevenuti, ponendo la giusta attenzione
ai problemi della progettazione delle attrezzature e del posto di
lavoro, dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro stesso. La
sicurezza del lavoro gioca in questo settore un ruolo fondamentale.
Generalmente i disagi accusati riguardano le seguenti parti del sistema
muscolo-scheletrico:
♦ dolori al collo ed alla spalla, che possono essere causati da posizioni
scomode ed eccessivi stiramenti del corpo. I possibili rimedi possono
essere:
-
regolare la sedia, il monitor, ed usare una tastiera appropriata;
ridurre le posizioni pericolose;
- evitare postazioni che richiedono eccessivi allungamenti del corpo, come
quelle di lato o di dietro il monitor
- fare in modo che il materiale necessario per l’attività sia posto a 40 ÷ 45
cm di fronte al corpo;
- porre l’elemento più importante direttamente di fronte.
♦ Dolori alla schiena, causati da posizioni fisse o costrette, e possono
essere evitati:
- Adottando posizioni corrette;
- Cambiando frequentemente la posizione;
- Adottando sedie e superficie di lavoro idonee.
-
♦ dolori alle braccia ed alle mani, che possono essere generati da movimenti
ripetitivi, pressione, stress emotivo. I principali rimedi per evitarli e/o ridurli
sono:
- usare un portadocumenti;
- usare un poggiapiedi
- usare un supporto per il riposo dei palmi
- regolare le componenti del posto di lavoro e dl videoterminale, così da
ottenere il massimo comfort
- concedersi delle pause periodiche e fare esercizi fisici.
Per una posizione più confortevole è necessario considerare che la
sistemazione degli oggetti necessari a lavorare devono essere disposti, in
funzione del proprio occhio dominante. Ad esempio se l’occhio dominante
per i processi della visione è il destro, potrà essere più confortevole
sistemare il documento da leggere sulla sinistra del computer, così da
poter far scorrere lo sguardo dal documento al video con molta più facilità,
così come sistemare il tavolo di lavoro in modo da salutare la gente che
entra nella stanza, lasciando la sedia da sinistra, etc.
Nell’Appendice B sono riportate alcune delle cause più comuni dei disagi
al sistema muscolo-scheletrico, nell’attività con il VDT, e dei consigli
pratici, che ogni operatore può facilmente attuare per ridurli ed anche
eliminarli.
8. ASSETTO ERGONOMICO
•
•
•
•
L’assetto ergonomico del lavoratore addetto ai VDT deve quindi tener
conto dei seguenti aspetti fondamentali.
La funzione visiva è supportata da una disposizione del rachide che
assicuri una relativa rigidità ed una contemporanea possibilità di
aggiustamenti per favorire i piccoli movimenti del capo e delle mani.
La digitazione sulla tastiera viene effettuata essenzialmente articolando le
dita sui metacarpi e questi sul polso.
La stabilità del rachide e la sua verticalità sono componenti essenziali per
consentire al capo un meccanismo sinergico con la funzione visiva.
La naturale adduzione delle braccia sul tronco non implica fatica ma
concorre alla stabilità della postura.
•
•
L'avambraccio flesso sul braccio é in posizione critica perché è sollecitato
distalmente dai movimenti della mano e quindi non può non trasmetterne
l'impulso fino al gomito la cui articolazione verrebbe a trovarsi pendula e
libera senza appoggio su un bracciolo.
Sembrerebbe molto vantaggioso un sostegno ai gomiti che se lasciati
liberi e mobili finirebbero inevitabilmente per accrescere l'esigenza di
effettuare i piccoli necessari movimenti compensatori di tutto il sistema
muscolo scheletrico del rachide.
Le prescrizioni minime, di cui all’Allegato VII del D.Lgs. 626/94 e
successive modificazioni, danno in merito specifiche indicazioni circa:
• Il posto di lavoro, che:
- deve essere ben dimensionato e allestito, in modo che vi sia spazio
sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e di movimenti
operativi;
• Il piano di lavoro, che:
- deve avere una superficie poco riflettente,
- deve essere di dimensione sufficiente a permettere una disposizione
flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale
accessorio
• Il supporto per i documenti, che :
- deve essere stabile e regolabile
- deve essere collocato in modo tale da ridurre al massimo i movimenti
fastidiosi della testa e degli occhi
• Lo spazio di lavoro, che:
deve essere sufficiente e permettere ai lavoratori una posizione
comoda
• Il sedile di lavoro, che:
- deve essere stabile
- deve permettere all’utilizzatore una certa libertà di movimento ed una
posizione comoda
- deve essere del tipo ed avere dimensioni adatti alla persona che lo deve
utilizzare
- deve avere altezza regolabile e schienale regolabile in altezza ed
inclinazione
• il poggiapiedi sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderano
Nella figura 5 è riportato un esempio della progettazione ergonomica di un
posto di lavoro, con l’indicazione di alcuni parametri numerici, standard;
naturalmente alcuni di questi variano in funzione dell’individuo che utilizza
il VDT e pertanto è opportuno tener conto della soggettività di ciascuno ed
adattare detti parametri alle proprie necessità. Ad esempio l’altezza del
sedile di lavoro varia in funzione dell’altezza dell’individuo, da un minimo di
39 cm, per una statura di 1,45 m, fino a 55 cm per una statura di 2,05 m;
così anche l’altezza del piano di lavoro, rispetto al pavimento, che solo nel
caso in cui sia fisso deve essere pari a 72 cm.
In generale la prevenzione dei disturbi, collegabili alla postura, si ottiene:
Assumendo una postura corretta di fronte al video, con piedi ben
poggiati al pavimento e schiena appoggiata allo schienale della sedia nel
tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza della sedia e l’inclinazione
dello schienale;
Posizionando lo schermo del video di fronte, in maniera che, anche
agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello
schermo sia posto un pò più in basso dell’orizzontale, che passa per gli
occhi dell’operatore e ad una distanza dagli occhi pari a circa 50 ÷ 70 cm;
Disponendo la tastiera davanti allo schermo, salvo che lo schermo non
sia utilizzato in maniera saltuaria;
Fig.5 – PROGETTAZIONE ERGONOMICA DI UN POSTO DI
LAVORO CON VDT
Disponendo il mouse od eventuali altri dispositivi di uso frequente sullo
stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili;
Eseguendo la digitazione e utilizzando il mouse, in modo da evitare
irrigidimenti inutili delle dita e del polso, cercando di tenere gli avambracci
appoggiati sul piano di lavoro, in modo da alleggerire la tensione dei
muscoli del collo e delle spalle
Evitando, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi
prolungati. Nel caso ciò fosse inevitabile, sarà necessario sgranchirsi
spesso (collo, schiena, arti superiori ed inferiori).
Nella tabella 1 è riportata in sintesi una serie di semplici accorgimenti che
si possono facilmente adottare per migliorare la struttura del proprio posto
di lavoro al VDT, per ridurre ed anche eliminare le sensazioni di disagio e
di discomfort, che si possono presentare nell’attività di lavoro.
8.1 Uso del mouse e di altri accessori
♦
♦
♦
♦
♦
♦
♦
♦
♦
Si ritiene utile dare qualche consiglio anche sull’uso del mouse e degli altri
dispositivi di immissione dati ormai di uso comune in tutte le attività con i
VDT e che possono contribuire notevolmente, se non utilizzati
correttamente, a causare disagi e discomfort nell’operatore.
Mentre si usa il mouse o un altro dispositivo di immissione dati sarà
opportuno tenere la mano, il polso e l’avambraccio in posizione neutra,
rispetto alla tastiera;
Quando si usa uno stilo o una penna ottica con tavoletta grafica, è
importante non impugnare lo stilo con forza. La mano e le dita devono
essere rilassate e la mano, il polso e l’avambraccio devono essere tenuti
in posizione neutra;
Se si usa il pollice per ruotare la pallina del trackball o della spaceball, è
importante che questo sia tenuto in posizione rilassata e naturale. La
mano, il polso e l’avambraccio devono essere tenuti in posizione neutra;
Il mouse deve essere tenuto delicatamente appoggiandovi sopra le dita.
La mano deve essere tenuta rilassata e le dita distese. Il mouse non deve
essere impugnato con forza;
Una pressione o una forza assai ridotte sono sufficienti aa azionare i
pulsanti o la rotella di scorrimento del mouse, della trackball o di un altro
dispositivo per l’immissione dati. Una forza eccessiva può provocare una
tensione non necessaria dei tendini e dei muscoli delle mani, dei polsi e
degli avambracci;
Se si usa un mouse a scorrimento, è importante tenere le dita e la mano in
posizione rilassata e neutra, quando si aziona la rotella di scorrimento.
Questo tipo di mouse è generalmente gestito da un software, che riduce al
massimo il numero dei movimenti del mouse o del clic del pulsante;
È importante posizionare i dispositivi di immissione dati (mouse, trackball,
stilo, tavoletta grafica, etc.) il più vicino possibile alla tastiera e tenerli al
suo stesso livello, in modo da non doversi allungare per usarli;
Il tappetino per il mouse deve essere di buona qualità, così da consentire
il funzionamento ottimale del mouse e da ridurre al minimo i movimenti
inutili della mano e del polso;
Il mouse ed il trackball devono essere tenuti puliti. Infatti rimuovendo
regolarmente la polvere e lo sporco si assicura un buon funzionamento e
si riducono movimenti inutili della mano e del polso.
Altri dispositivi oggi largamente usati sono le cuffie e gli altoparlanti. In
questo caso è molto importante tenere presente le seguenti buone norme
di utilizzo:
♦ l’ascolto prolungato ad alto volume può causare danni permanenti
all’udito. Per evitare disturbi causati da rumori forti ed inattesi, è buona
norma abbassare sempre il volume prima di collegare le cuffie o gli
altoparlanti al VDT;
♦ se si usano le cuffie è buona norma aumentare gradualmente il volume,
fino a trovare quello ideale per l’ascolto.
9. PROBLEMI LEGATI ALL'AFFATICAMENTO FISICO O MENTALE
Questi problemi possono essere generati da fattori di stress e la presenza
di disturbi fra addetti ai videoterminali collegabili a questi fattori è stata
largamente discussa e studiata.
Molti aspetti delle condizioni di lavoro possono portare a disordini
correlabili allo stress, sia nelle attività con i videoterminali che in
quelle senza videoterminale. Comunque l'organizzazione di alcuni tipi
di attività che utilizzano il videoterminale possono portare alla prevalenza
di
alcuni
tipi
di
questi
fattori
di
stress,
come
ad
TABELLA 1 – GUIDA AL POSTO DI LAVORO CON VDT
PRO
BLE
MA
Affati
came
nto
visivo
-
-
Disa
gi al
siste
ma
musc
oloschel
e
trico
SIN
TOM
I
Sfor
zo
ocul
are
Bruc
iore
Lacri
mazi
one
Indol
enzi
ment
o
vista
offus
cata
mal
di
testa
- mal
di
gam
be
- mal
di
schi
ena
- indol
enzi
ment
o al
collo
-
-
-
-
-
-
-
POSSIBI
LI
CAUSE
illuminazi
one
ambienta
le scarsa
o troppo
intensa
distrazio
ni visive
(inclusa
la visione
periferica
)
errata
correzion
e
dei
difetti
visivi
abbaglia
mento da
luce
naturale
o
artificiale
vicinanza
del VDT
alla
finestra
disposizi
one non
corretta
del posto
di lavoro,
rispetto
alla
illuminazi
one
ambienta
le
abbaglia
mento
riflesso
non
corretta
altezza o
angolazi
one dello
schermo
non
corretta
altezza o
angolazi
one della
tastiera
sedia
POSSIBILI
SOLUZIONI
- regolare
la
luminescenza
dei caratteri
- cercare
il
miglior campo
visivo,rispetto
alle riflessioni
dallo schermo,
testo,
tastiera,
scrivania,
pareti chiare;
- ridurre la luce
diretta del sole
con
tende;
porre il VDT
lontano dalle
finestre
se
possibile
- porre il VDT
lontano dalle
guide di luce
- ridurre
la
illuminazione
generale della
stanza
ed
illuminare
localmente
i
testi
da
digitare
evitare
frequenti
movimenti
degli occhi fra
lo schermo ed
i testi scritti
- regolare
il
bordo
superiore dello
schermo
a
livello
degli
occhi
dell’operatore
o poco al di
sotto
- regolare
l’altezza
e/o
l’angolazione
della tastiera
Rum
ore
- affati
cam
ento
di
mani
e
brac
cia
- mal
di
spall
a
non
ergonomi
ca
- distanza
non
corretta
fra
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o tastiera
e
operator
e
- postura
di lavoro
non
ergonomi
ca
- tempi di
lavoro al
VDT
lunghi
Diffic
oltà
di
appli
cazi
one
nel
nor
male
lavor
o o
conv
ersa
zion
e
telef
onic
a
- attrezzat
ure
di
lavoro
- altre
distrazio
ni
in
ufficio
per il comfort
dell’operatore
- regolare
la
posizione del
documento
- regolare
l’altezza
e
l’inclinazione
della sedia; se
necessario
dotarsi di un
poggiapiedi
- usare
possibilmente
una
sedia
girevole
per
ridurre
le
eccessive
torsioni
del
corpo
- usare
una
sedia
con
ruote, se si
desidera; deve
però essere a
5 ruote
- alternare
le
attività al VDT
con altro tipo
di attività
i
solare
acusticamente
le attrezzature
r
idurre
al
minimo
le
distrazioni
i
solare il più
possibile
le
stampanti dal
personale
al
VDT
esempio la monotona funzione del data-entry con un alto carico di lavoro.
Alcuni specifici fattori di stress sono presenti solo nel lavoro con il VDT,
come tempi lunghi di risposta dell'apparato, il malfunzionamento del
sistema e la non corretta progettazione dei sistemi di interazione
uomo-computer. Ci sono evidenze sperimentali che i fattori di stress
descritti possono creare problemi sanitari. Pertanto ulteriori ricerche sono
•
•
•
•
•
•
•
necessarie in materia; inoltre è stato dimostrato che alcuni specifici
interventi ed il controllo
delle
strategie
di lavoro
possono
sicuramente migliorare le condizioni di lavoro, in relazione ai fattori di
stress, e che pertanto queste vanno implementate.
I disturbi che si manifestano sono di natura psicologica e psicosomatica,
come: mal di testa, tensione nervosa, irritabilità, stanchezza eccessiva,
insonnia, digestione difficile, ansia, depressione.
Essi possono essere causati da :
La monotonia del lavoro (esempio la funzione del data entry)
I tempi lunghi di risposta dell’apparato
Il malfunzionamento del sistema
La non corretta progettazione dei sistemi di interazione uomo-computer
Inoltre contribuiscono a creare disagio, situazioni legate a:
La responsabilità assegnata, non adeguata alle capacità del personale
I rapporti con i colleghi e con i superiori
I fattori ambientali
Diventa perciò importante l’organizzazione del lavoro, altro obbligo posto a
carico del datore di lavoro.
Anche per questo tipo di problematiche sono state stabilite le prescrizioni
minime, relative all’interfaccia elaboratore/uomo.
Utili indicazioni per evitare i disturbi da affaticamento mentale, potrebbero
essere le seguenti:
Seguire le indicazioni e la formazione ricevute per l’uso dei programmi
e delle procedure informatiche
Disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze
ed abilità
Rispettare la corretta distribuzione delle pause
Utilizzare software per i quali si è ricevuta l’informazione necessaria,
ovvero facile da usare
Il conoscere poi il contesto finale in cui il risultato del proprio lavoro al
videoterminale va a collocarsi è un elemento utile per l’attenuazione di uno
dei possibili fattori di affaticamento mentale.
10. CONCLUSIONI
Come conclusione a seguito della esperienza acquisita, da quando è
entrato in vigore il D.Lgs. 626/94, si può affermare con molta serenità che
nell’ambito delle attività lavorative del settore della ricerca, che prevedono
l’impiego di unità videoterminali, le situazioni lavorative che si incontrano
sono generalmente molto controllate e difficilmente estreme. Quello che si
può generalmente riscontrare è che i posti di lavoro rispettano il più delle
volte le esigenze specifiche di ogni singolo utente, che a volte per
problemi propri di comodità e di impostazione del lavoro, preferisce
posizionare e sistemare il proprio posto di lavoro in un modo piuttosto che
in un altro. In generale comunque le apparecchiature e le attrezzature, che
vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre delle
ultime generazioni e quindi, rispondenti ai criteri sempre più avanzati della
tecnologia. Quello che purtroppo spesso si evidenzia è la mancanza di
coordinamento e di collaborazione, a monte della sistemazione e della
progettazione di un ambiente di lavoro con il VDT, fra il committente della
postazione, il progettista e l’ergonomista o comunque l’operatore della
sicurezza. Questo comporta spesso di ritrovarsi a dover intervenire a
correggere gli ambienti di lavoro, anche quando questi sono di recente
costruzione. Pertanto, sempre nel rispetto del D.Lgs. 626/94 e successive
modificazioni, è necessario che la collaborazione fra le figure interessate
(utente del posto di lavoro o comunque committente dell’opera, progettista
ed operatore della sicurezza) sia presente e realizzata, già in fase di
progetto di qualunque ambiente di lavoro. Per quanto riguarda poi gli altri
aspetti delle problematiche connesse con l’utilizzo dei VDT negli ambienti
della ricerca, c’è da evidenziare che gli utilizzatori dei videoterminali sono
generalmente persone altamente qualificate, in qualunque settore essi
operino e pertanto con una corretta conoscenza delle problematiche e la
giusta sensibilità a quanto attiene alla salute ed alla sicurezza. I compiti
poi che un lavoratore della ricerca svolge, anche quando utilizza un
videoterminale, sono sempre diversi e diversificati fra loro, nell’ambito
della propria organizzazione lavorativa, in quanto vanno dalla battitura di
testi, all’analisi di risultati scientifici, al controllo di apparecchiature, etc:
cosa questa che consente comunque di ridurre notevolmente tutti i
problemi legati alla monotonia del lavoro ed alla demotivazione della
propria attività.
RIFERIMENTI NORMATIVI E BIBLIOGRAFIA:
-
Direttiva Comunitaria 270/90/CEE del 21/6/90;
Circolare n. 71911/10.0.296 del 22/2/1991;
Decreto Legislativo 626 del 19/9/94 e successive integrazioni (D.Lgs.
242/96)
Sentenza UE del Dic. 96);
Normel - Nuova normativa europea - "Videoterminali: orientamenti tecnici,
applicativi ed ergonomici"; E. Pira, C. Romano, A. Sonnino.
"Aspetti sanitari nell'uso professionale del VDT"; Antonio Bergamaschi,
Università di Torvergata, Roma.
Ambiente e sicurezza sul lavoro - "I rischi al videoterminale: prevenzione e
tutela"; Raffaele Rosucci.
“I Videoterminali nell’ambiente di lavoro”, L.Petrella, A. Russo. Collezione
Ricerca e Sicurezza – C.N.R.
“Design of Computer Terminal Workstation”, M.J. Smith, W.J. Cohen in
“Handbook of Human factors and ergonomics”, edited by Gavriel
Salvendy, pagg.1637-1683.
“Campi elettromagnetici e Salute pubblica – Unità Video (VDU) e salute
umana” – World Health Organization, Fact Sheet n.201 – luglio 1998.
UNI 29241: Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali
(VDT), parte 1, parte 2 e parte 3:
parte 1 (UNI EN 29241-1): "Introduzione generale";
parte 2 (UNI EN 29241-2): "Guida ai requisiti dei compiti";
- parte 3 (UNI EN 29241-3): "Requisiti dell'unità video".
UNI 10380/94: Illuminazione di interni con luce artificiale.
UNI 10530: Principi di ergonomia della visione: Sistemi di lavoro ed
illuminazione.
UNI 7367/87: Posto di lavoro: scrivania e sedia, tavolo per VDT e sedia.
Generalità.
UNI 9095/87: Mobili per ufficio. Tavoli per VDT. Dimensioni minime.
UNI 7498/87: Mobili per ufficio: sedie e poggiapiedi. Dimensioni minime.
UNI 8582/84: Sedie: stabilità.
ISO 6385/81: Ergonomic principles in the design of work system.
ISO 8995/89: Principles of visual ergonomics. The lighthing of indoor work
system.
ISO 9241: Ergonomic requirements for office work with visual display
terminals .
David A. Brown and Dr. Robin Mitchell, "Pocket Ergonomist", Sydney,
Australia.
APPENDICE A
ELENCO DELLE PARTI DELLA NORMA ISO 9241
Parte 1: Introduzione generale
Parte 2: Requisiti delle mansioni
Parte 3: Requisiti dell’unità video
Parte 4: Requisiti della tastiera
Parte 5: Struttura del posto di lavoro e suoi requisiti ergonomici
Parte 6: Requisiti dell’ambiente del posto di lavoro
Parte 7: Requisiti dell’unità video con riferimento ai riflessi
Parte 8: Requisiti per l’ottimizzazione dell’uso dei colori
Parte 9: Dispositivi di introduzione dati diversi dalle tastiere
Parte 10: Principi dialogici (progettazione e valutazione del software)
Parte 11: Dichiarazione di usabilità
Parte 12: Presentazione dell’informazione
Parte 13: Guida per gli utenti
Parte 14: Lista di opzione per il dialogo
Parte 15: Comandi per i dialoghi
Parte 16: Dialoghi interattivi diretti
Parte 17: Dialoghi interattivi mediante video
Parte 18: Dialoghi interattivi mediante domanda e risposta
Parte 19 : Dialoghi interattivi mediante linguaggio naturale
Si precisa che la suddetta norma è ancora in fase di elaborazione finale e
che pertanto l’elenco ed i titoli delle parti su specificate sono soggetti
ancora a tutt’oggi a continua revisione. Pertanto l’elenco riportato è da
considerarsi del tutto indicativo e comunque corrisponde a quello che era il
progetto iniziale della Norma stessa.
APPENDICE B
GUIDA PER OTTIMIZZARE LA PROPRIA POSIZIONE DI LAVORO AL
VDT
•
•
•
•
•
La seguente guida descrive i possibili discomfort che si presentano a
livello del sitema muscolo-scheletrico, dando delle pratiche soluzioni per
minimizzare i disagi muscolari e dei suggerimenti per trovare la propria
posizione “ideale” di lavoro
Lo scopo di questa guida è :
Aumentare la consapevolezza circa il ruolo che la posizione costretta del
corpo ed i movimenti forzati e ripetitivi hanno nell’origine del discomfort nel
posto di lavoro
Educare gli operatori ad essere partecipi della responsabilità del loro
comfort
Aumentare la consapevolezza che cattive abitudini di lavoro e posture non
corrette possono contribuire ai disagi muscolo-scheletrici
Identificare la sensazione di discomfort, determinarne la causa e dove
possibile cambiare le abitudini di lavoro o la postura per minimizzare o
eliminare il discomfort
Incoraggiare l’operatore a segnalare al responsabile ogni disagio presente
sul posto di lavoro
Si ricorda in generale che:
♦
edere in una posizione fissa per lunghi periodi di tempo può causare
discomfort ed affaticamento:
♦ cambiare la propria posizione e occasionalmente stirarsi o cambiare il
proprio lavoro, facendone altri può aiutare a tenere attenti e a ridurre il
discomfort muscolare.
È necessario pertanto che ogni persona che utilizzi per la propria attività il
VDT si assicuri:
• Che la sedia sia nella posizione confortevole per sè, abbia la spalliera
nella posizione giusta, sia alta tanto da assicurare l’appoggio dei piedi a
terra e che non ci sia pressione sotto le ginocchia
• Di cambiare posizione, alzarsi o stirarsi ogni volta che si avverte
stanchezza.
• Di battere con leggerezza sui tasti e di tenere la spalla, le mani e le dita
rilassate.
• Di organizzare la propria zona di lavoro così che tutto il materiale di lavoro
e quello che può servire sia facilmente raggiungibile e ad altezza
confortevole.
• Che il portadocumenti, se usato, sia posizionato circa sullo stesso piano
ed alla stessa distanza dello schermo.
• Di fare, se possibile, lavori diversi.
• Di tenere la testa allineata con il proprio corpo, e leggermente in avanti.
• Di aggiustare il display ad una confortevole altezza di vista, con la
sommità dello schermo giusto al di sotto del livello degli occhi.
• Di far riposare gli occhi, guardando ogni tanto a lunga distanza.
• Di avere un accurato programma sanitario di controllo della vista;
s
•
•
•
•
•
Di avvisare l’oculista dell’uso del VDT, informandolo della frequenza d’uso,
della distanza di seduta dallo schermo e dell’angolo di vista dei compiti
visivi.
Di evitare abbagliamenti, posizionando lo schermo lontano da sorgenti
luminose, quali finestre o luci sopra la testa.
Di regolare il contrasto e la luminosità dello schermo.
Di pulire periodicamente lo schermo.
Di segnalare al responsabile la persistenza del discomfort.
SPALLE
(1) SOMMITÀ DELLE SPALLE: SPALLE TENUTE SOLLEVATE
Probabile causa del discomfort
a. superficie di lavoro troppo alta
b. Gomiti che urtano sul bracciolo
c. Spalliera troppo alta
d. Operatore teso
Possibile correzione
Abbassare la tastiera o la scrivania;
alzare la sedia e il poggiapiedi
Togliere o abbassare il bracciolo;
cambiare la sedia
Aggiustare la spalliera
Lasciar cadere le spalle
Inclinare leggermente le braccia
(3)Spalle esterne: gomiti posizionati
lontano dal corpo
Probabile causa di Possibile correzione
discomfort
a. Stesso come in 1 Vedi da 1a a 1d
b. Lavoro troppo
Riorganizzare la scrivania così
lontano da un lato da portare il lavoro più vicino
all’asse centrale del corpo in
modo che le braccia cadano
verticalmente
(2) Parte posteriore delle spalle:
spalle tirate indietro
Probabile
causa del
discomfort
a. Stesso come
in 1
b. Tastiera
troppo vicina
c. Postura non
corretta
d. Sporgersi in
avanti
Possibile correzione
Applicare da 1a fino a 1d
Porre la tastiera lontano così che
le braccia cadano verticali
Sedere diritti con la testa in linea
con il corpo
Aumentare il compito visivo per
raddrizzare le spalle, vedi #5
(4) Osso piatto fra le spalle: braccia tenute in avanti
Probabile causa del discomfort
Possibile correzione
Tastiera o lavoro troppo lontano Porre il lavoro più vicino così che
le braccia cadano verticalmente
COLLO
(5) Base del collo: appoggio in avanti
Probabile causa di
discomfort
a. Documento troppo
basso
b. Schermo troppo
basso
(7) Sommità del collo: mento in avanti
POSSIBILE CORREZIONE
Alzare i documenti; usare un
Poggiadocumento
Alzare lo schermo così che il suo
top sia alla stessa altezza o
esattamente al di sotto del livello
degli occhi.
Proabile causa di discomfort
POSSIBILE CORREZIONE
a. Compito visivo troppo in alto Abbassare il compito visivo, o
reclinarlo leggermente
b. Utilizzo di occhiali bifocali Cambiare le lenti in trifocali o
separare la prescrizione per la
distanza del VDT
(8) Un lato del collo: testa
costantemente girata
(6) Parte superiore posteriore: piegati sul lavoro
Probabile causa di
POSSIBILE CORREZIONE
discomfort
a. Vedi situazione 5 vedi 5a e 5b
b. sedia troppo bassa Regolare l’altezza della sedia
o troppo alta
Probabile causa
di discomfort
Compito visivo
principale su
un solo lato
POSSIBILE
CORREZIONE
Portare il lavoro più
vicino al centro del
corpo,
alternare
la
posizione del lavoro su
entrambi i lati, usare un
poggiadocumenti
DORSO E GAMBE
(9) Parte bassa posteriore del dorso: inadeguato
supporto posteriore
Probabile causa di
POSSIBILE CORREZIONE
discomfort
a. Spalliera troppo
Regolare la spalliera così da
alta o troppo bassa supportare fermamente la regione
lombare
b. Spalliera non usata Regolare la spalliera in avanti per
supportare la regione lombare;
cambiare la sedia
c. caduta in avanti
Vedere 5 e 6
Spostare la spalliera in avanti;
d. Natiche non sulla
sedere indietro
parte posteriore
della sedia
e. Sedia troppo alta
Abbassare la sedia
(10) Parte bassa delle gambe: circolazione
delle gambe interrotta
Probabile causa di
discomfort
a. Piedi non
appoggiati sul
pavimento
b. Cuscino troppo
profondo
c. piano di seduta
non arrotondato
d. Sedia troppo alta
POSSIBILE
CORREZIONE
Abbassare la sedia
e/o il piano di lavoro;
usare un poggiapiedi
Cambiare la sedia
Cambiare la sedia
Abbassare la sedia
AVAMBRACCIO, MANO E POLSO
(11) Superficie superiore dell’avambraccio:
mano sollevata
Probabile causa di
discomfort
a. Polsi sul tavolo o sulla
tastiera durante la
dattiloscrittura
b. Tastiera troppo
inclinata
c. Polso tenuto rigido
d. Mancanza di pause e
lavoro non vario
POSSIBILE CORREZIONE
Vedere da 1a a 1d; usare un
appoggio per i polsi
(12) Superficie esterna: mano held sideways
Probabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE
a. Gomiti sporgenti
Vedere da 1a a 1d
b. tastiera con inclinazione non Ruotare la tastiera per
corretta
raddrizzare i polsi
c. Polsi piegati per raggiungere i Muovere le braccia, non
tasti funzione o i tasti cursori piegare il polso
Aggiustare l’angolo della
tastiera
Rilassare lo stile di lavoro
Rilassare e variare i compiti,
abbandonare le mani quando
non si digitano dati
(13) Mano (parte finale del mignolo):
piegamento e stiramento del polso
Probabile causa di
POSSIBILE CORREZIONE
discomfort
a. Over-stretching
Vedere 12c
Rilassare lo stile di lavoro
b. azione di
"Hammering"
(premere i tasti con
molta forza)
AVAMBRACCIO E MANO
(14) Muscoli flessori dell’avambraccio:
battuta violenta dei tasti
Probabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE
a. Mancanza di esercizio
Usare un feedback tattile/
acustico; usare un tocco più
leggero
(16) Dito mignolo: over-stretching o battuta violenta
Probabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE
a. Dita Over-stretching
Vedere punto 12c
b. Azione di "Hammering" (pres Usare dita diverse; rilassare lo
sione sui tasti con molta forza) stile di lavoro
(17) Muscolo del pollice:
pressione sostenuta
(15) Flessori (esterni/lato ulna): mano poggiata obliquamente
Probabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE
a. Mancanza di esercizio
Vedere da12a a 12c;
muovere le braccia, evitare
di curvare il polso
Probabile causa di
POSSIBILE
discomfort
CORREZIONE
a. battuta ripetitiva della Modificare
barra spaziale
l’azione così che
la barra di spazio
sia battuta quando
è tenuto giù
b.
la
carta
avvolta Usare il retro o il
necessita del pollice lato della mano,
bloccare
per avanzare
l’avvolgimento
c. scrivere con angolatura Sostituire la
scomoda del pollice
penna; aggiungere
una presa in
gomma.
OCCHI
(18) Occhi: posizione scomoda della testa
Probabile causa
di discomfort
a. Testa giusto al
di sopra dello
schermo
b. Il lavoratore
siede troppo
vicino allo
schermo
c. Il lavoratore
siede lontano
dallo schermo
Possibile correzione
Visione non corretta o
prescrizione impropria; il
portatore di lenti bifocali
potrebbe avere necessità di
occhiali singoli e separati di
diversa prescrizione
Visione non corretta; i
portatori di lenti potrebbero
necessitare
di
una
prescrizione diversa per il
lavoro al VDT
Visione non corretta; i
portatori
di
occhiali
potrebbero necessitare di una
prescrizione diversa per il
lavoro al VDT
(19) Occhi: strabismo
Probabile causa di
Possibile correzione
discomfort
a. lo schermo sembra - Controllare la prescri
essere polveroso
zione visiva;
- controllare se c’è
presenza di una sor
gente di abbaglia
mento;
- pulire lo schermo;
- controllare
se
il
computer funziona
correttamente.
b. Sguardo fisso allo Sbattere regolarmente
schermo
le
palpebre,
più
spesso se si portano
lenti a contatto