proposta di laboratorio : i saggi alla fiamma

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proposta di laboratorio : i saggi alla fiamma
Progetto di una UdA “flipped”
Titolo La Seconda Guerra Mondiale: ricostruzione di contesti di vita attraverso la ricerca, la selezione e la
consultazione delle fonti
Docente :
Alessandro Rossi
Tipo di scuola (Liceo, Professionale)
Materia
Storia
Liceo delle Scienze Umane
Classe V
Scelta dell’argomento curricolare:
(indicare l’argomento curricolare che si vuole affrontare con approccio flipped classroom, esempi: la
struttura atomica della materia, la punteggiatura grammaticale, il Congresso di Vienna ecc.)
La Seconda Guerra Mondiale
Come si intende attivare l’interesse e la curiosità degli allievi:
(indicare come si intende stimolare l’interesse, motivare e coinvolgere gli allievi in modo da renderli
parte attiva nella costruzione delle conoscenze indicate. Tipicamente ciò avviene lanciando una sfida
che può consistere nel porre una domanda a cui risponde oppure un problema da risolvere, oppure
una ricerca da effettuare, un caso da analizzare in modo coinvolgente e motivante.)
Al fine di stimolare l’interesse e la curiosità degli allievi nell’affrontare una fase storica così
fondamentale e delicata, d’importanza capitale per tutte le conseguenze e le ripercussioni che avrà
a livello mondiale, propongo una presentazione inedita dell’argomento, già nell’ottica di far capire ai
ragazzi da che angolatura s’intende abbordare la Seconda Guerra Mondiale: propongo, cioè, in
classe, l’ascolto della canzone, poco conosciuta, di Enrico Ruggeri “Lettera dal fronte Ta-pum”,
riferita, come si sa, alla Prima Guerra Mondiale, ma la cui ispirazione giunse al cantantautore in
seguito al ritrovamento nella casa paterna, nel disordine totale, di un diario di guerra appartenuto
allo zio, in seguito morto in un campo di concentramento al termine della Seconda Guerra
Mondiale. Dopo l’ascolto del pezzo, propongo ai ragazzi un brainstorming, con l’obiettivo di
stimolare l’interazione cognitiva del gruppo classe attraverso la raccolta delle idee che scaturiscono
dalle parole della canzone, così da procedere, poi, ad una conversazione clinica atta a far emergere
le preconoscenze degli allievi in merito all’argomento.
Quali attività si intendono svolgere prima della lezione:
(indicare se l’azione didattica proposta prevede attività preparatorie da svolgere prima della lezione
d’aula. Ed esempio fruizione di risorse didattiche che costituiscano un quadro di riferimento,
richiamino preconoscenze, attivino la curiosità oppure attività di verifica delle conoscenze già
affrontate per mettere meglio a punto l’azione in classe. Indicare le risorse utilizzate.)
Dopo aver attivato la loro curiosità ed il loro interesse nelle modalità di cui sopra, propongo agli
allievi un lavoro, a casa, di ricerca, selezione e consultazione delle fonti: l’invito sarà quello di
compiere una ricerca di fonti, da svolgersi nella maggior libertà possibile, senza coordinate precise
sulla tipologia di fonte da reperire e senza indicazioni particolari circa i luoghi di consultazione; si
suggerirà di recarsi presso l’archivio del proprio comune di residenza, allo scopo di cercare fonti
storiche, siano esse lettere, censimenti, diari, documenti, relative agli anni della Seconda Guerra
Mondiale; un ulteriore suggerimento sarà quello della ricerca di testimonianze “vive” di reduci di
guerra ed ex combattenti, per esempio con una visita al centro A.N.C.R.(Associazione Nazionale ex
Combattenti e Reduci) di Treviso. Non saranno assegnati vincoli di sorta per la tipologia delle fonti, o
per il luogo di consultazione, proprio per la consapevolezza della difficoltà di un lavoro di questo tipo
che, probabilmente, i ragazzi non hanno mai svolto precedentemente. Unitamente a tutto ciò,
saranno fornite agli allievi, tramite l’utilizzazione di una piattaforma moodle, alcune indicazioni e
taluni criteri di lettura delle fonti; sulla medesima piattaforma sarà caricata una presentazione
realizzata con Prezi sulle linee generali della Seconda Guerra Mondiale al fine di supportare il loro
lavoro di ricerca delle fonti con l’appoggio di un excursus sui principali sviluppi della storia
dell’epoca.
Quali attività si intendono svolgere in aula:
(indicare le metodologie didattiche che si intendono utilizzare in classe: lezione frontale, lavoro di
gruppo, apprendimento fra pari, studio individuale per consentire agli allievi di rispondere alla sfida
proposta e costruire le conoscenze richieste, indicando anche diverse metodologie e più fasi
successive.)
In aula, la classe verrà suddivisa in gruppi di cinque componenti. All’interno di ciascun gruppo, verrà
condiviso il materiale che ogni componente del gruppo è riuscito a trovare: ogni membro, cioè,
esporrà e mostrerà ai compagni il risultato della sua ricerca di fonti, e, in questo modo, l’idea
preliminare che ciascuno di loro ha elaborato sul periodo storico preso in considerazione grazie alla
ricerca delle proprie fonti, si espanderà nutrendosi anche dell’apporto dei risultati della ricerca degli
altri. Ecco che, proprio grazie all’adozione di una tecnica di peer learning, l’apprendimento si
configura come processo sociale, guidato dall’interazione e dal confronto con gli altri. Si propone,
quindi, la redazione, da parte di ciascun gruppo, di una lettera che dia conto della capacità degli
studenti di calarsi nella realtà dell’epoca, proiettandosi, grazie alle nozioni acquisite con la
consultazione delle fonti, nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, così da chiudere il cerchio
iniziato con l’ascolto di Lettera dal fronte Ta-pum e da saggiare la loro capacità nel tentare di
ricostruire la realtà storica su cui stanno lavorando. In particolare, ipotizzando una classe di 25
alunni, e, di conseguenza, una suddivisione in 5 gruppi, ad ogni gruppo sarà assegnato un tema
specifico da sviluppare nella lettera stessa. I temi proposti saranno i seguenti:
- Lettera di una madre al figlio al fronte
- Lettera di un soldato al fronte alla famiglia
- Lettera di un partigiano ad un amico fascista repubblichino
- Lettera di un repubblichino ad un amico partigiano
- Lettera di un padre di famiglia che spiega la sua scelta di diventare partigiano.
Nelle lettere gli allievi dovranno scrivere al destinatario assegnato calandosi nei panni del mittente
e, utilizzando ciò che hanno appreso dall’uso combinato delle fonti da loro trovate e dalla
presentazione in moodle, si chiederà loro di descrivere la situazione che vedono attorno a loro, chi
al fronte, chi al paese natale, chi nei boschi delle montagne, ricostruendo il contesto proprio
dell’epoca.
In questa fase l’insegnante assume il ruolo del tutor, una sorta di mentore che, passando di gruppo
in gruppo, fornisce i suoi suggerimenti e corregge, eventualmente, il tiro dell’attività dei ragazzi.
Proprio per l’evidente complessità del lavoro proposto, una valutazione importante da fare sarà
quella relativa al tempo da riservarvi: per la sua natura “altra” rispetto alla didattica tradizionale, è
chiaro che l’attività in questione non possa essere esaurita nell’arco di una o due ore. Tenendo
presente il tempo necessario perché i ragazzi trovino e consultino le fonti, attività come detto nuova
ed insolita per loro, ed il tempo necessario per il confronto in classe e la redazione della lettera, sarà
opportuno riservare per l’intero ciclo di lavoro un tempo assai maggiore. Con la consapevolezza,
però, che il tempo apparentemente perso è, in realtà, guadagnato, poiché consente l’acquisizione,
da parte degli allievi, di una competenza che risulterà assai importante, e cioè la ricerca e la
consultazione delle fonti.
Una volta redatte le lettere, si procederà ad un confronto con tutta la classe,nell’ambito del quale
ciascun gruppo presenterà ai compagni, tramite l’uso della lavagna multimediale(LIM), il proprio
lavoro, mentre l’insegnante svolgerà, in questa fase, il ruolo di moderatore.
Quali attività di verifica degli apprendimenti concludono l’attività didattica:
(indicare quali strumenti di valutazione formativa e sommativa si ritiene di dover attuare per
verificare e consolidare gli apprendimenti e lo sviluppo di competenze.)
Potrebbe sembrare che, in un’attività di questo tipo, la valutazione in un certo senso scompaia. Non
è così: il processo di valutazione permane durante tutte le fasi del lavoro dei ragazzi, e passa
attraverso l’osservazione, da parte dell’insegnante dell’operosità e dell’impegno degli allievi, dalla
ricerca delle fonti, alla partecipazione attiva alla condivisione e all’elaborazione in gruppo, dalla
partecipazione collaborativa alla redazione della lettera, all’atteggiamento propositivo in ambiti
diversi da quelli della didattica tradizionale. In particolare, poi, ho pensato di proporre, qui, un
metodo alternativo di valutazione che andrà ad affiancare ed integrare la valutazione
dell’insegnante: saranno gli stessi allievi a valutare l’elaborato dei compagni al termine delle
presentazioni. La classe si esprimerà con una valutazione dell’intero gruppo autore della lettera. In
tal modo si cerca di stimolare gli allievi con una responsabilizzazione che assegna loro un ruolo non
facile da gestire.
Per quanto concerne, poi, la valutazione complessiva da parte dell’insegnante, essa sarà costituita
oltre che dalla considerazione globale dell’impegno degli allievi nell’attività, dall’inizio alla fine, dal
feed-back della classe tramite la valutazione delle lettere. Il voto assegnato al gruppo si estenderà a
ciascun membro del gruppo stesso.
In che modo l’approccio proposto differisce dal suo approccio tradizionale?
(indicare i vantaggi dell’approccio scelto rispetto all’approccio tradizionale e mettere in luce le
differenze.)
Da quanto esposto sopra, si evince come questa tipologia di approccio sia assai differente da quello
generalmente utilizzato dalla didattica tradizionale, nell’ambito della quale l’unità didattica della
Seconda Guerra Mondiale viene affrontata con la classica lezione frontale, in cui l’insegnante spiega
le linee fondamentali degli sviluppi della guerra, assegna capitoli del manuale da studiare, quindi
verifica l’acquisizione delle conoscenze. Non si vuole, in questa sede, criticare la metodologia
appena menzionata, certo anch’essa utile ai fini dell’apprendimento appunto, di nozioni e contenuti.
Ma sono dell’idea che tutto ciò non basti e sia, invece, necessario portare gli studenti ad un grado di
consapevolezza più elevato. Solitamente la partecipazione degli alunni durante una lezione frontale
è scarsa o nulla, proprio perché manca una fase preliminare di attivazione, manca, cioè un
intervento capace di accendere le loro menti, di coinvolgerli davvero in ciò che si propone, pertanto
il loro apporto alla lezione si traduce in un silenzio assenso assonnato. Ecco che, allora, la proposta
agli allievi di una canzone ad inizio lezione, a scuola, là dove la musica è , di solito, bandita, può
essere la chiave capace di aprire lo scrigno della loro disponibilità a stare a sentire ciò che noi
abbiamo da dire. Ancora, l’idea della ricerca e della consultazione delle fonti è qualcosa di molto più
impegnativo rispetto allo studio mnemonico del manuale in vista della verifica. Eppure, dagli allievi
non viene certamente percepito come tale, proprio perché cosa “altra” dal trascorrere i pomeriggi
sui libri, e, tuttavia, si tratta di un input d’importanza sostanziale per lo sviluppo di una competenza
che va ben oltre l’acquisizione di nozioni e cioè, appunto, il lavoro di ricerca, consultazione ed analisi
delle fonti, competenza che, francamente, è assente in molti adulti. La proposta di quello che viene
definito compito di realtà (la ricerca concreta, appunto, reale, delle fonti) che sfugge alla costrizione
libresca e tradizionale, stimola negli allievi risorse che, altrimenti, essi non attiverebbero. Tutto
questo senza dimenticare la necessità di conoscere la storia, ma la seconda guerra mondiale non
viene proposta con le parole stantie e vuote di un libro, bensì con le parole vive di coloro che ne
sono stati protagonisti; il tutto senza lasciare gli allievi completamente privi, però, di un supporto; di
qui la presentazione delle linee guida degli eventi storici sulla piattaforma moodle. Ancora,
diversamente dalla lezione tradizionale in cui il protagonista è l’insegnante che spiega, nell’attività
proposta si assiste ad un ulteriore ribaltamento, in quanto il focus è, ora, sugli allievi; sono loro che
conducono la lezione, loro ne sono gli interpreti, tramite il lavoro di gruppo, capace di tradursi in
costruzione sociale di conoscenza che, proprio per questa sua natura, si sedimenterà molto più
facilmente e con molta più chiarezza e consapevolezza nei ragazzi e diverrà materiale a loro
disposizione, tale da permettere, ad esempio, di vestire i panni di un uomo, di una donna, di un
soldato dell’epoca della seconda guerra mondiale che scrive una lettera farcita di ciò che vede
attorno. Ciò va a provare, in un certo modo, non solo la loro capacità di utilizzare le nozioni acquisite
tramite il lavoro sulle fonti per ricostruire la realtà dell’epoca, ma stimola la loro fantasia ed evita il
fossilizzarsi di conoscenza inerte e fine a se stessa.
Ancora, il lavoro di ricerca, da parte degli studenti,delle fonti negli archivi del Comune diventerà
occasione irrinunciabile, non solo per entrare, forse per la prima volta della loro vita in un archivio,
ma anche per acquisire familiarità con il territorio che sta loro attorno e che poco conoscono,
magari anche osservandone, tramite le fonti, i cambiamenti nella dimensione diacronica. In questo
senso anche la visita all’associazione A.N.C.R. (molti sicuramente non sono nemmeno al corrente
della sua esistenza) potrebbe essere l’occasione d’incontro con personaggi che la storia l’hanno fatta
davvero, l’hanno agita, masticata.
Infine, il processo di valutazione che apre le porte al contributo degli allievi stessi risulta essere
un’innovazione notevole rispetto alla valutazione venuta dall’alto, per così dire, dall’insegnante. Non
solo responsabilizza e rende molto più consapevoli gli alunni, ma, al tempo stesso, consente loro di
sentirsi più liberi e meno in imbarazzo nella presentazione dei loro lavori che saranno valutati da
coetanei.
Certo, un progetto di questo tipo potrebbe essere troppo ambizioso e portare con sé il rischio di
pretendere troppo dagli alunni, di avere aspettative troppo alte. Credo, tuttavia, valga comunque la
pena di rischiare e proporre un’attività che va al di là della didattica canonica, sia per stimolare gli
allievi a cimentarsi con qualcosa di diverso, sia per saggiare la loro intraprendenza. Ancora, un’altra
considerazione da fare è quella per cui non necessariamente il lavoro proposto va a concludere e a
sviluppare esaustivamente tutti gli aspetti della seconda guerra mondiale che l’insegnante vuole
affrontare. Ma l’un metodo non esclude l’altro: insomma, l’insegnante potrà sempre combinare i
due modi di “fare lezione”, per esempio con approfondimenti su alcune tematiche o attraverso la
proposta di documentari.
Ecco che, così, un ribaltamento prospettico della lezione, una sua strutturazione secondo parametri
diversi ed innovativi riesce a produrre risultati, in termini di sviluppo di competenze, altrimenti
insperati. Si tratta semplicemente di aprirsi ad innovazioni che, certo, sconvolgono il modo
tradizionale di presentare i contenuti, ma che consentono di portare a maturazione negli allievi
competenze che rimarrebbero, invece, allo stato potenziale.