indicatori fisiologici ed etologici della reattivita

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indicatori fisiologici ed etologici della reattivita
VI Convegno Nazionale SOFIVET – Stintino (SS) 2005
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INDICATORI
FISIOLOGICI
ED
ETOLOGICI
DELLA
REATTIVITA’
COMPORTAMENTALE DI CAVALLI ADIBITI ALLA RIABILITAZIONE
EQUESTRE DI SOGGETTI DISABILI PSICHICI. INFLUENZA DELLE
DIFFERENTI CONDIZIONI DI MANAGEMENT SUI COMPORTAMENTI DI
MANTENIMENTO.
Trobia E., L. Malara, G. Morales, M. Panzera
Laboratorio di Etologia veterinaria comparata, Sezione di Fisiologia veterinaria, Dip.
MO.BI.FI.P.A.; Facoltà di Medicina Veterinaria; Università di Messina
Introduzione
Alla sempre più diffusa utilizzazione della riabilitazione equestre (RE) quale ausilio
terapeutico di molteplici disabilità motorie e psichiche umane sono frequentemente associati
un management inadeguato alle esigenze etologiche del cavallo, scarse conoscenze sulle
metodologie più idonee alla valutazione del suo comportamento e del suo grado di reattività,
derivandone l’utilizzo di procedure costrittive.
La spiccata socialità del cavallo, infatti, unitamente alle sue peculiari capacità esterocettive,
necessitano di adeguate strutture di ricovero e per il riposo così come della possibilità di
interagire con i consimili in adeguati spazi aperti.
Nell’ultimo decennio le sempre più complete metodologie e tecniche dell’indagine etologica
hanno reso possibile il monitoraggio oggettivo di un insieme di parametri fisiologici ed
etologici che vengono considerati validi indicatori di welfare, inteso come lo stato nel quale
viene a realizzarsi l’omeostasi motivazionale ed emozionale dell’individuo, nel rispetto delle
caratteristiche non solo specie-specifiche ma anche di quelle tipologiche costituzionali ed
attitudinali. E’ stato dimostrato, infatti, che le condizioni di management, rappresentate dal
tradizionale monotono box, influenzano i livelli di interazione sociale e di svolgimento del
repertorio comportamentale proprio della natura gregaria del cavallo che risultano limitati e/o
impoveriti nelle loro componenti gestuali, mimico-espressive e motorie (Mal et al.,1991a;
1991b; Panzera e Trobia, 2002a; 2002b; Panzera et al., 2003; Strand et al.,2002;). D’altra
parte il corretto approccio metodologico alla valutazione etologica della reattività
comportamentale del cavallo ha fornito ulteriori spunti di riflessione circa il livello operante e
le strategie di arricchimento sensoriale (Le Scolan et al., 1997; Momozawa et al., 2003;
Panzera et al., 2005; Seaman et al, 2002; Wolff et al., 1997). Abbiamo voluto, pertanto,
nell’ambito di un programma di ricerche sugli indicatori etologici e fisiologici della reattività
comportamentale del cavallo, indagare sia gli effetti delle sedute terapeutiche di soggetti
disabili psichici, sia gli effetti di differenti condizioni di management sui suoi comportamenti
di mantenimento.
Materiali e metodi
L’indagine è stata condotta su cinque cavalli adibiti ad attività di riabilitazione equestre di
soggetti disabili psichici con vario grado di patologia. Le diverse condizioni di management ci
hanno permesso di distinguere due tipologie: un management rispettoso delle esigenze
etologiche della specie (Gruppo A, formato dai soggetti 1, 2 e 5) ed un management di tipo
tradizionale (Gruppo B, formato dai soggetti 3 e 4).
Riguardo al management dei soggetti del Gruppo A esso era caratterizzato dal fatto che i
cavalli potevano accedere al rettangolo di lavoro, di dimensioni 30 m x 70 m, non solo
durante le sedute terapeutiche per l’attività di riabilitazione (4 gg. la settimana, per un tempo
di 3 h circa), ma anche nei giorni non lavorativi per svolgere attività motoria e di interazione
intra- ed interspecifica. Il governo degli animali veniva effettuato giornalmente e, al termine
di ogni seduta terapeutica, con finalità di gratificazione sociale (allogrooming interspecifico)
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unitamente ad una gratificazione alimentare. I cavalli del Gruppo B, invece, erano stabulati in
box la cui l’apertura era costituita da una porta in ferro, senza grate, con finestra apribile
separatamente, situata in posizione superiore (all’altezza di 1,5 m) e non svolgevano nessun
altro tipo di attività motoria se non quella relativa alle sedute di R.E.
Le sedute riabilitative del gruppo A iniziavano sempre con l’approccio da terra mediante
interazioni di tipo sociale pacificatorio e gratificante, mentre quelle del gruppo B avevano
sempre inizio direttamente sul campo dove – tramite una scaletta in legno – il paziente veniva
posto in sella senza attività preliminari. Al termine della seduta riabilitativa i pazienti del
gruppo B non effettuavano alcuna attività di gratificazione nei confronti del cavallo.
Nella presente indagine sono state studiate le interazioni dei cavalli dei gruppi A e B con n. 28
pazienti disabili psichici (n. 15 per il Gruppo A, n. 13 per il Gruppo B), di età compresa tra i 7
ed i 21 anni.
Prima di ogni seduta terapeutica – almeno 30 minuti prima – è stato collocato nel sottosella un
cardiofrequenzimetro telemetrico Polar S610 per la registrazione in tempo reale, con
scansione ogni 5 secondi, della frequenza cardiaca. I dati così ottenuti venivano, alla fine di
ogni seduta terapeutica – compresa nel lasso di tempo tra i 7 ed i 30 minuti – trasferiti su un
PC dotato di software Polar Horse SW 4.0. Ogni seduta terapeutica è stata filmata con
l’ausilio di una videocamera digitale per la successiva analisi etologica delle sequenze di
interazione cavallo-cavaliere e sincronizzazione con l’andamento temporale della frequenza
cardiaca.
Al monitoraggio della frequenza cardiaca durante le sedute terapeutiche è stata associata la
valutazione etologica del grado di reattività dei cavalli attraverso un test (test di novità)
consistente nel posizionamento al centro del box di ciascun cavallo di un ombrello aperto con
soluzione cromatica in contrasto di fase e per la durata di almeno 5 minuti con la
contemporanea registrazione dell’andamento della frequenza cardiaca. I dati
cardiofrequenzimetrici così ottenuti sia durante le sedute terapeutiche sia durante il test di
reattività sono stati sottoposti ad analisi statistica non parametrica utilizzando il test U di
Mann Whitney.
Risultati
Il confronto statistico sia intragruppo che intergruppo ha evidenziato differenze
statisticamente significative tra i valori medi della frequenza cardiaca dei due gruppi (P <
0,05) durante le sedute terapeutiche.
I valori medi della frequenza cardiaca dei soggetti del gruppo B risultano, infatti, compresi nel
range superiore di esistenza della frequenza cardiaca ( 50-60 bpm), rispetto a quello dei
soggetti del gruppo A (35 e 50 bpm) e ciò a causa dei valori massimi medi di frequenza
cardiaca raggiunti durante le sedute di riabilitazione equestre. Riguardo, invece al test di
reattività esso ha evidenziato un maggior – seppur non significativo – livello operante dei
soggetti del gruppo A. Infatti ai valori medi, minimi e massimi consensualmente superiori del
gruppo A corrisponde una distribuzione temporale sostanzialmente omogenea della frequenza
cardiaca che si attesta nel range 40 – 60 bpm. I soggetti del gruppo B, invece, presentano
valori medi sia minimi che massimi inferiori ma con scarto eccessivo tra il valore medio e
quello massimo (34,65 verso 61,5 bpm). In prima istanza i risultati ottenuti sembrerebbero
confermare che cavalli utilizzati nella R.E. di soggetti disabili psichici presentano un diverso
coinvolgimento emotivo in relazione a differenti procedure di approccio e conclusive della
seduta terapeutica. L’ipotesi che il soddisfacimento dei fondamentali comportamenti di
mantenimento dell’omeostasi emozionale del cavallo, attraverso condizioni di management
rispettose delle sue esigenze etologiche, possa garantire la sua maggiore stabilità emotiva
sembrerebbe essere confermata da questo preliminare studio. Ulteriori dati potranno
consentire una valutazione più esaustiva dei risultati emersi in questa indagine. Riguardo,
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invece, alle risultanze del test di reattività si può rilevare che la conduzione del management
capace di garantire livelli di interazione sociale intra- ed interspecifica adeguati ed in grado di
sostenere un’ottimale stimolazione sensoriale del cavallo, consente di ottenere soggetti più
equilibrati, naturalmente curiosi e capaci di soddisfare i requisiti terapeutici richiesti onde
garantire ai pazienti il beneficio auspicato.
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