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Buongiorno e Salute.
Siamo costretti, ancora una volta, a denunciare lo scandalo dei corsi O.S.S (Operatore Socio
Sanitario). È la punta dell’iceberg, forse il caso più eclatante, di come la formazione a Napoli e in
Campania, sia sottovalutata dalle istituzioni che, con parecchia disattenzione, non si rendono conto
delle enormi potenzialità di questo settore.
Partiamo dal principio. La Regione Campania, nel 2006, ha autorizzato i corsi di formazione per
Operatore Socio Sanitario, autorizzando alla erogazione di tali corsi, però, non solo gli Enti di
Formazione accreditati da anni per la formazione e identificabili seriamente, ma anche una pletora
di sigle varie
Alla base di questa scelta è stata sventolata la liberalizzazione sul mercato.
Ma è noto a tutti che il libero mercato ha bisogno di costanti e continui controlli, altrimenti finisce
per trasformarsi in una ridicola ricorsa al prezzo più basso, a discapito della qualità.
La mancanza di controllo sulle strutture e risorse organizzative di standard di qualità, la negligenza
rispetto all’esercizio della potestà di scelta delle singole strutture da abilitare per lo svolgimento dei
corsi, ha prodotto che in alcuni casi la sede di lezione fossero gli appartamenti e gli hotel.
Dopo questo impietoso teatrino, il nulla assoluto. La regione colpevole nella figura degli Assessori
al Lavoro e quello alla Sanità, hanno fermato i corsi O.S.S.
Di contro oltre 7000 persone all’anno cercano di ottenere l’attestato in altre Regioni.
La formazione professionale ha una propria legge quadro, la 845/78, che la regola a livello
nazionale, stabilendo che è pertinenza delle Regioni. E gli attestati che si conseguono ai sensi di
tale, legge sono erga omnes: ovvero nessuno può contestare la qualifica ottenuta e quindi valida e
riconosciuta in tutta Italia.
Però in Emilia Romagna ad esempio, è possibile conseguire due tipologie di qualifiche. La prima
come O.S.S. e la seconda, quella che ci lascia completamente esterefatti, che si chiama certificato di
competenza. Detta in altri termini, ti rilasciano un inutile ricordino, che, a differenza di quanto
sottolineato nel caso di tale superamento del test di abilitazione, non ha validità in campo nazionale.
Allievi che arrivano in Emilia Romagna da altre regioni d’Italia quindi si ritrovano con questo
certificato di competenza che non è spendibile in quanto la legislazione, da Regione a Regione,
Movimento Libero ed Autonomo delle Scuole di Formazione Autofinanziate – 80146 Napoli via Parrillo 3 - telefono 3332840746
non ne riconosce ancora la validità. In Campania, il certificato di competenza è riconosciuto
formalmente, ma nessuno ha stabilito i criteri di validità di tale certificazione.
Una situazione paradossale che non tiene conto delle competenze e dei numeri della formazione
professionale autofinanziata a Napoli. Impressionanti. Nell’artigianato e nell’autoimpresa, oltre il
90% degli studenti che hanno deciso di seguire corsi di formazione professionale hanno attualmente
un lavoro. Siamo evidentemente in grado di preparare professionalmente gli O.S.S. ma
l’assessore Nappi sembra non accorgersene. Proprio in questo momento in cui sull’istruzione
pubblica piovono milioni di euro, come abbiamo già evidenziato, la formazione professionale che
garantisce lavoro sembra passare inosservata.
Mentre nel resto dell’Europa le scuole di formazione e le università lavorano a stretto contatto,
l’Assessorato regionale guidato da Severino Nappi esibisce per successi otto inutili settimane di
stage durante il periodo scolastico. Una scelta quella dei PAS, a metà tra lo studio e la formazione
sul campo che finisce per avvantaggiare solo le aziende che si ritrovano manodopera disponibile
senza spendere un euro. I giovani, già spaesati in un sistema di istruzione che non li orienta,
finiscono per non essere né carne né pesce.
Tanto per chiarire: i PAS erano percorsi “alternativi” alla normale didattica, destinata a quei ragazzi
che non hanno nelle proprie corde, l’istruzione così come intesa da scuole e licei. Dall’inizio
abbiamo prestato attenzione e ci siamo dichiarati apertamente contrari a questo sistema.
Come al solito una buona idea si è rivelata l’ennesimo pozzo di soldi pubblici da cui i soliti noti
hanno attinto. L’originale progetto di fornire un percorso didattico alternativo, dal secondo al quarto
anno di istruzione superiore (con possibilità di reinserimento al quinto anno) ha generato una serie
di qualifiche non spendibili per figure professionali che, da buon compromesso, non sono né
l’una (professionista qualificato) né l’altra (diplomato qualificato). L’idea di base era quella di
dedicare, nell’arco dei tre anni, un sempre crescente spazio alle attività sul campo. Mentre, per
dirla numericamente, la reale formazione in azienda ha raggiunto al massimo il 30 % del monte
orario totale.
Inoltre, i docenti del mattino, e che già non riescono a seguire i ragazzi problematici, sono gli stessi
docenti che il pomeriggio fanno lezione nei corsi PAS. Con la conclusione che l’insegnamento resta
nozionistico in entrambi i casi, mentre questi ragazzi, per loro stessa natura, hanno bisogno di
metodi d’insegnamento diversi, non possono essere discenti passivi, ma vanno indirizzati con
attività pratiche vicine al mondo del lavoro.
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I corsi di formazione autofinanziati colmano questo gap proponendo un insegnamento differenziato
da quello frontale teorico. E non potrebbero essere altrimenti: il ragazzo che paga per apprendere in
prima persona esige di apprendere un lavoro. Questo confronto tra domanda e offerta ci permette
di poter dire che noi offriamo a questi ragazzi ciò di cui hanno davvero bisogno.
In questo stato dell’arte, bloccare una via che potrebbe garantire lavoro, come quella degli O.S.S.,
diventa ancor più grave. Basta con queste politiche che continuano a discriminare i corsi di
formazione a favore della didattica scolastica e accademica. Basta con questa dignità che non ci
viene riconosciuta.
Chiediamo di partecipare ai tavoli in cui si parla di lavoro, chiediamo venga tenuto conto del nostro
parere e riconosciuta la nostra autorevolezza e competenza come fonti di possibile occupazione,
chiediamo altresì che nell’immediato la situazione O.S.S: che ha già trovato spazio su quotidiani e
agenzie locali, sia una priorità dell’attuale amministrazione
E anche per oggi …
E’ ch’est’é
Luca Lanzetta
Movimento Libero ed Autonomo delle Scuole di Formazione Autofinanziate – 80146 Napoli via Parrillo 3 - telefono 3332840746