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IL GIORNALE DELLA TOSCANA
CRONACA 7
Mercoledì 29 giugno 2011
Quella notte nell’inferno di Viareggio
A due anni dalla strage alla stazione ferroviaria, il ricordo di quel maledetto 29 giugno
MARCO FERRI/
Un’immagine
dei funerali
delle vittime
della strage
di Viareggio
avvenuta il
29 giugno
del 2009
U
na calda sera di fine giugno. Come tante in Versilia. Ma ad un
tratto il cielo si fece rosso. Troppo,
per essere il riverbero di una nuova
illuminazione stradale. No, era qualcosa di grave, una tragedia, che
avrebbe cambiato per sempre l’esistenza di troppe famiglie. L’incidente ferroviario, le scintille, il gpl che
prende fuoco, che esplode, torce
umane intorno alla stazione, auto in
fiamme, un calore immenso e un
odore acre che non potrò mai dimenticare. A poche ore dal disastro che,
in alcuni mesi, ha portato a 32 il bilancio finale della tragedia, fui mandato per servizio a Viareggio. Non
era la «perla» che conoscevo da sempre, ma un inferno dantesco. I segni
del fuoco assassino erano ovunque e
sinceramente noi che per primi siamo arrivati sul luogo del disastro
non sapevamo bene se fosse più importante «far la posta» fuori dal pronto soccorso dell’ospedale «Versilia»
del Lido, oppure mettere i panni del
cronista freddo a caccia di particolari, testimonianze, dettagli che non
potevano non essere lugubri. I primi
racconti - soprattutto quelli dei medici che, catapultatisi giù dai letti, erano giunti al lavoro in pochissimi minuti e avevano dato vita ai Punti Medici Avanzati - erano agghiaccianti.
Le registrazioni delle testimonianze
raccolte in quei momenti stringono
ancora il cuore a chi le ascolta, talmente sono intrise di terrore, spesso
d’impotenza di fronte a una tragedia
così immane. E poi i primissimi bollettini medici dei pazienti più gravi,
spediti un mezza Italia perché nell’ospedale versiliese non c’erano tutti
quei posti. In molti casi, oggi, possiamo parlare di interventi miracolosi,
in altri possiamo consolare che è restato, e in altri, infine, siamo autorizzati a sperare, magari col sorriso negli occhi di Ibtizen Ayad, la ragazzina che due anni fa, in pochi minuti,
perse entrambi i genitori e due fratelli, ma oggi è sposa e mamma. Vorrei
scrivere «sposa e mamma felice»,
ma l’intervista che le feci una decina
di ore dopo la tragedia mi rivelò una
PER NON DIMENTICARE
Le 32 vittime della tragedia
Questo è l’elenco delle 32 vittime della
strage di Viareggio del 29 giugno 2009
(31 ufficiali più Angela Monelli di 69 anni,
che morì per un infarto forse causato dallo choc dello scoppio).
Iman (3 anni), Hamza (17) e Mohammed
Ayad (51) e Aziza Aboutalib (46); Nadia
Bernacchi e Claudio Bonuccelli, 59 e 60
anni; Abdellatif e Nouredine Boumalhaf,
34 e 29 anni; Rosario Campo, 42 anni;
Maria Luisa Carmazzi e Andrea Falorni,
49 e 50 anni; Alessandro Farnocchia, 45
anni; Antonio Farnocchia, 51 anni; Marina Galano, 45 anni; Ana Habic e Mario
Pucci, 42 e 90 anni; Elena Iacopini (32),
Federico Battistini (32 anni), Emanuela
Milazzo (63) e Mauro Iacopini (60 anni);
Magdalena Cruz Ruiz Oliva, 40 anni; Ilaria e Michela Mazzoni, 36 e 33 anni; Emanuela Menichetti, 21 anni; Stefania Maccioni (40 anni), Luca (5) e Lorenzo Piagentini (2); Angela Monelli (fuori dalla lista
ufficiale delle vittime); Rachid Moussafar, 25 anni; Sara Orsi e Roberta Calzoni,
24 e 54 anni; Elisabeth Silva, 36 anni;
In serata il corteo
in via Ponchielli
VIAREGGIO
U
na giornata intera di celebrazioni, nel segno della memoria, del dolore e della speranza: nel secondo anniversario della strage di Viareggio, sono previste numerose iniziative per ricordare le vittime del
deragliamento del convoglio. Il programma parte alle
16,30 con un incontro al Palazzetto dello sport, che
vedrà il comitato viareggino insieme ai comitati dei
familiari di altre stragi. In serata partirà poi
un corteo per le strade
della città: il ritrovo è
davanti al municipio, e
la partenza è prevista
alle 21. In prima fila il
labaro del Comune di
Viareggio, e dietro tutti i familiari delle vittime. Saranno ammessi
lumini, ma né fiaccole
Il luogo della strage, alla stazione di Viareggio
né torce. Alle 21,50,
presso il piazzale della
I treni in transito
stazione (a fianco alle
poste) è previsto l’interemetteranno
vento dei familiari delle vittime e degli altri
un lungo fischio
comitati. A seguire, intervento del sindaco di
in segno di lutto
Viareggio Luigi Lunardini. Il corteo ripartirà
subito dopo, con la deposizione di una corona di fiori
sulla lapide della Croce Verde, e l’arrivo in zona casina
dei ricordi è previsto alle 22,30. Aspettando l’ora della
tragedia - le 23.48 - in via Ponchielli saranno lette le
poesie degli studenti di Viareggio dedicate alle vittime. Chiuderà la serata, il suono della campana. Oggi,
invece, i treni in transito alla stazione di Viareggio
emetteranno lunghi e ripetuti fischi in memoria delle
32 vittime: è l’iniziativa di Ancora in marcia, la rivista
storica dei macchinisti italiani.
via, come il napalm del Vietnam aveva bruciato tutto quello che aveva incontrato lungo il suo percorso di
morte: uomini, donne, animali, cose, ricordi, speranze. La Versilia vacanziera che ride e si diverte, sembrava dall’altra parte dell’universo e
quell’estate non fu mai estate. Per
due mesi e più c’era pudore perfino a
divertirsi. Giorno dopo giorno si arricchivano i particolari e si appesantiva il gravità dell’accaduto: auto con
fanali liquefatti a centinaia di metri
dallo scoppio della cisterna, resti di
vittime che non si trovavano, feriti
che miglioravano, altri che non ce la
facevano. Poi i funerali, allo Stadio
dei Pini, dove mi è sempre piaciuto
andare per vedere la Fiorentina fresca di nuovo raduno o i concerti estivi. Stavolta
niente
del genere: era
il 7 luglio 2009
e lo stadio si
riempì di oltre
10mila persone tra parenti,
amici, conoscenti o semplici cittadini delle vittime di
una tragedia
assurda, ancora da spiegare
fino in fondo e,
comunque siano andate le cose, assurda per tanti
motivi. Prima essere portate a spalla
sul verde manto dello stadio, i feretri
nel palasport furono vegliati per alcune ore dai congiunti e mi rimbombano ancora nelle orecchie i pianti a
dirotto di chi, in quella maledetta
notte, aveva perso una o più persone
care. E poi quelle bare dentro i carri
funebri, alcune troppo piccole per essere umanamente accettabili.
Stasera alle 22 si terrà un corteo
commemorativo e alle 23.48, orario
d’inizio della tragedia, una campana
darà 32 rintocchi, mentre i bambini
delle scuole di Viareggio leggeranno
delle poesie dedicate alle vittime. A
tutti sarà chiesto di rimanere in rigoroso silenzio. Per non dimenticare.
La città
somigliava
a un girone
dantesco
Ovunque
si vedevano
i segni del fuoco
persona molto attaccata alla propria
famiglia e perciò destinata a soffrire.
Lo strazio dei parenti, le brevi
«ispezioni» nell’obitorio, i racconti
di medici e infermieri ai quali le occhiaie rimasero a lungo, lo intersecai con sopralluoghi nella parte sud
della stazione ferroviaria di Viareggio - quando ancora la carcassa della
maledetta cisterna incidentata fumava - dove scoprii una pianta immensa di fico le cui foglie, in pochi minuti, si erano accartocciate come in un
autunno precoce, e la cui ombra copriva l’abitazione del casiere, che
non era lì al momento del disastro
ma nella cui casa - in piedi per miracolo - il gran calore aveva liquefatto
tutto. Dall’altra parte, in via Ponchielli - un vero girone dantesco - i
segni erano ancora più laceranti: la
lunga lingua di fuoco che percorse la
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La sicurezza
violata
segue dalla prima
(...) Una fiamma assassina sconvolge, brucia, devasta queste donne, uomini e bambini. Brucia un
intero quartiere colpito dall'inimmaginabile, dall'impensabile, dallo statisticamente impossibile.
Una notte seguita da altri giorni e altre notti di angosciante dolore, in una teoria apparentemente infinita di lutti, con i loro pianti, il loro strazio, i loro riti che nulla riuscivano ad avere di liberatorio. E poi i mesi di impegno spasmodico, costante, quotidiano,
per superare gli innumerevoli
ostacoli che una burocrazia cieca
e sorda frapponeva al raggiungimento di una ricostruzione che
volevamo efficace e tempestiva.
E oggi l’attesa per una risposta di
giustizia che la Città tutta attende
con fiduciosa determinazione.
La nostra è una grande Città
che ha saputo, quella notte, riscoprire una solidarietà, un comune
sentire, una capacità di esistere,
che nei decenni poteva sembrare
essersi persa, diluita, sfiorita e
che invece era solo sopita, coperta da un sottile strato di indifferenza quotidiana che quella notte è stato spazzato via dall’immensità del dolore, come lo strato di
cenere di quella notte è stato spazzato via dal lavoro laborioso di
chi ha voluto ricostruire.
Sono orgoglioso di questa Città per il coraggio dimostrato in
quei giorni nell’affrontare il pericolo e l’emergenza, per la generosità con cui ha offerto aiuto e sostegno ai colpiti, per la solidarietà e l'affetto che ha dimostrato
verso i superstiti.
Ai miei concittadini chiedo di
andare avanti, senza dimenticare, ma con la consapevolezza che
la tenacia della ricostruzione, la
richiesta di giustizia e la saldezza
della speranza devono prevalere.
E’ grazie a questa loro tenacia se
oggi, pur nel dolore del ricordo,
la città può essere orgogliosa di
se stessa e di ciò che è riuscita a
realizzare. Quanto ottenuto dovrebbe essere di esempio per tutto il Paese.
A Viareggio non abbiamo avuto tende o container. Tutti coloro
che hanno avuto la propria casa
distrutta o danneggiata hanno oggi restituita la propria abitazione
o il suo equivalente. Anche l’ultimo edificio incendiato, orrendo
memento di quella notte, è stato
abbattuto dopo aver superato un
assurdo esempio di insensibilità
burocratica. Alcuni nuovi edifici
pubblici sorgeranno e saranno a
disposizione della Comunità. Praticamente tutte le attività commerciali e professionali locali
hanno riaperto la propria attività.
Il complesso sistema infrastrutturale e di servizi: elettrico,
acquedotto, gas, comunicazioni,
manto stradale, marciapiedi, illuminazione pubblica, è ripristinato o appaltato. Il parco di via Porta Pietrasanta sta risorgendo, abbellito da mille e mille interventi.
E’ pronto e finanziato il progetto
del nuovo parco che sorgerà al posto di quei binari assassini, che
una pista ciclabile collegherà, attraverso il sottopasso recentemente approvato, al centro-Città.
Dove le fiamme tutto avevano
devastato sta risorgendo, ed in
parte è già risorto, un nuovo magnifico, quartiere. Quando tutto,
presto, sarà infine completato,
quando le mie concittadine e concittadini riavranno l’apparente
normalità della propria casa e del
proprio quartiere, quando saranno noti i responsabili dell’inaccadibile, la Città potrà allora piangere in pace chi non c’è più.
Luca Lunardini
*sindaco di Viareggio