donna oggeto ? - no peggio - donna-vassoio

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donna oggeto ? - no peggio - donna-vassoio
Degusta Giovane - Osvaldo Murri
DONNA OGGETO ? - NO PEGGIO - DONNA-VASSOIO
Se sai di cosa si tratta capisci il nostro messaggio e il nostro diritto ad una informazione fuori dal coro....
Fonte e foto Corriere del Veneto.
Andiamo con ordine.
Il 15 settembre 2010 ci arriva una Newsletter da una nota rivista di cucina del nord Italia dove tra l'altro, si da notizia di
questo "nuovo fenomeno" da strip bar in quelli di Vicenza e dove gli stuzzichini non si mangiano più nei piatti ma bensì su
un vassoio umano, ovvero, su una donna nuda, ricoperta di tramezzini ed altro. Il titolo del servizio recita così: "A
Vicenza si mangia su donne-vassoio....Nuovo fenomeno....".
Quello che ci ha dato fastidio è che il locale di Vicenza sia stato segnalato da diversi giornali on-line e alcuni quotidiani
di provincia con una enfasi esagerata, lanciando la notizia come se si fosse in presenza dell'idea del secolo, di un
intraprendente gestore (?).
Premesso che il mondo è pieno di "trovate" come queste, riteniamo che arrivare a questo stadio di povertà di idee e a
questi mezzucci per rilanciale un locale, si ingenera l'idea che non si ha più nulla da proporre. Altro che originalità
dell'iniziativa, della qualità del prodotto, attenzione verso il cliente, innovazione culturale e professionale.
Riconosciamo che ognuno può fare quello che vuole, compreso la ragazza che si presta a far da vassoio, al gestore di
fare ciò che ha fatto e i giornali di enfatizzare il fatto, ma si deve altresì riconoscere anche a noi il diritto di critica e di
esternanazione del nostro pensiero e il nostro disappunto. Lo facciamo con discerzione attraverso alcune considerazioni:
prima considerazione: non è etico e morale che in un locale dove si distribuiscono alimenti, ciò avvenga sul corpo delle
persone (femmine o maschi è indifferente);
seconda considerazione: non è altrettanto etico e morale vedere uomini prestarsi a questo modo di "consumare" un drink
(nelle foto ricevute sono solo uomini che mangiano dalle tette e dalle gambe di questo vassoio-ragazza). Domanda: le
loro mogli, o le loro compagne o amiche o fidanzate sono orgogliose di questi maschi dall'apparente aspetto serioso, di
prendere il tramezzino dalla coscia di costei, piuttosto che da un piatto?;.
terza considerazione: non si sa e non si vede dalle immagini se il mangime (pardon il mangiare) può essere preso non
solo con le mani ma anche appoggiando la bocca sulla tetta o sulla coscia di lei;
quarta considerazione: e se qualche cliente "estroso" allunga la mano non sul tramezzino che fa la donna-vassoio, butta
all'aria tutto per alzarsi e schiaffeggiare questo "audace" cliente?; che fanno i titolari la licenziano per interruzione di
attività non autorizzata?;
quinta considerazione: la donna vassoio può essere la più pulita persona della terra, ma chi garantisce che non vi siano
elementi di trasmissione di malattie della pelle?;Â e se il cliente assume il cibo porgendo la bocca sulla coscia o sul resto
del corpo della ragazza chi garantisce che detto cliente non abbia gravi condizioni di salute da tramettersi con la sua
saliva ?;
sesta considerazione: e se disgraziatamente qualche cliente si infetta, che si fa?;Â si va alla ricerca di tutti i clienti di
questo locale e prende il DNA di costoro per rintracciare l’untore?.
Non scherziamo per favore. La legislazione Italiana è severa nell’autorizzare la somministrazione di cibi e bevande nei
locali pubblici e i gestori di questi locali lo sanno.
Non si tratta solo di un fatto di moralità, oppure di uso improprio della persona, di stile del locale, o problemi di igiene e
sanità personale, ma ben altro o se volete tutto questo messo insieme e di quanto volutamente abbiamo trascurato.
Ultima considerazione: siamo passati dalla donna oggetto alla donna-vassoio?; non cè più limite al degrado umano e al
rispetto del decoro femminile ?. E' questo il modello culturale dei nuovi operatori dell'intrattenimento?. Che pena!!.
Infine
Le notizie giornalistiche di questi giorni sono state "influenzate" dalla figura della ragazza-vassoio e dai mini tramezzini
posti sul corpo della donna, costringendoli a comunicare solo il fatto, e non il loro parere. Sarà per la prossima volta?.Â
Speriamo.
E allora, che fare ?:
Considerato che del rispetto dell'identità femminile non interessa nessuno, allora usiamo la leva salutistica, "passate
parola con discrezione, avvisate quante più persone è possibile consigliandole di non fequentare quel locale fin a
quando l'ASL non avrà certificato che quel "vassoio" corrisponde alle normative di igiene e sanità del nostro ordinamento
legislativo e che il gestore l'abbia affisso fuori dal locale in modo leggibile e ben visibile".
Una cosa è certa: la "donna-vassoio" per noi non esiste, in quanto la donna non è un oggetto e tantomeno un vassoio.
Essa è una persona e come tale, va onorata e rispettata, in tutte le sue funzioni e condizioni.Â
C'è qulcuno d'accordo con noi ?.
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Degusta Giovane - Osvaldo Murri
Monica Lanfranco - giornalista:Â Infromazione - Comunicazione e Giornalismo di Genere.
http://www.monicalanfranco.it
Salve Osvaldo ho mandato questo ad una serie di media tra cui il paese
delle donne, arcoiris tv, noi donne, il blog di Daniele Barbieri, alcune
nostre liste, e sono d'accordo con lei, che dire di altro? Sono decenni
che molte donne e qualche uomo lotta per modificare una cultura
patriarcale che nuoce a tutte e tutti, ed è spesso impari, ma ci siamo,
un abbraccio
Mia madre, che ha iniziato come autodidatta la fotografia a oltre 40
anni e che oggi, dopo 25 di artigianato puro, è una delle fotografe di
arte contemporanea più stimate, fu amica discreta e ultima ritrattista
di Meret Oppenheim, unica donna di spicco del movimento surrealista.
 Il suo contributo all'immaginario trasgressivo del femminismo, nel
1959, ben prima delle drammatiche performances di Marina Abramovich, con
la sua camminata/corsa in piena nudità verso un uomo, fino a
sanguinare entrambi nell'impatto violento dei corpi, fu la messa in
scena di un banchetto nel quale la tavola imbandita era il suo corpo.
 Su di sè, stesa immobile, aveva disposto cibo e bevande a cui si poteva
attingere con le mani, una sorta di finger food party al quale
parteciparono tre coppie.
Il senso che la Oppenheim voleva dare a questa irriverente proposta
artistica era chiaro: il corpo delle donne è giunto ad essere talmente
mercificato che può essere benissimo trasformato, all'occorrenza, in un
piano utile sul quale appoggiare cibo per mangiare. Questo, tanto per
ricordarlo, lo affermava nel lontano 1959.
Altro che femminile nutrice e poetica, così come voleva la retorica sul
materno idilliaco: uno strumento, puro e semplice, ci ricordava
l'artista, che dall'uso sessuale a quello di supporto può
tranquillamente e in modo versatile essere utilizzato. Â
Ho moltissimi dubbi sul fatto che i gestori e la giovane che si è
prestata come tavolino del locale vicentino nel quale la ragazza è stata
usata come appoggia-tramezzini conoscessero la storia del banchetto
artistico della Oppenheim.
Forse pensavano che fosse fico, come si dice oggi in mancanza di
sinonimi, piazzare una bella tosa in posizione orizzontale coperta solo
da paninetti: che trovata geniale per attirare simpatici avventori, già
avezzi ai bar topless e stanchi di cotanta banalità, si saranno detti.
Nella storia umana, circa dal 1400, nulla di nuovo si inventa più,
lavorando infatti l'intelligenza umana al perfezionamento della
tecnologia disponibile.
Sempre domandandosi di fondo come può, pur ammettendo il bisogno di
denaro, (ma ci sono sempre alternative, almeno qui e ora in Italia) una
giovane donna pensare che sia solo un gioco leggero il prestarsi a fare
da tavolino nuda con cibarie, l'altra domanda potrebbe essere questa: ci
sarà mai fine al cattivo gusto e all'estetica pornografica della
grettezza e della volgarità?.
C'è qualcuno d'accordo con noi ?
Isabella Radaelli giornalista eno-gastronoma: Settimanale Piu - La Provincia
www.thelovelygirl.splinder.com
Sono indignata non solo verso chi offre il cibo ai clienti sul proprio
corpo, cioè la ragazza, ma soparatutto nei confronti di chi l'ha
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pensata e messa in atto.
Questa forma di non-lavoro è l'umiliazione dell’immagine femminile, una
vera mostruosità; un’idea veramente di pessimo gusto e che lede la
dignità della donna nella maniera più bieca e volgare.
Bisognerebbe sottoporre a controlli i locali che promuovono queste
"novità" in quanto è molto sottile il confine tra la prostituzione per
strada e quella nei locali.
Il gestore di questo locale poteva studiare
forme di promuozione in mille modi, ma non di questo genere che sconfina
dal buon senso e dal pudore.
Poi ci sono glia aspetti di carattere
igienico e sanitario che non vanno sottovalutati e trascurati. Â Dove sono le
autorità sanitarie?. A questo punto è giusto coinvolgerle.
C'è qualcuno d'accordo con noi ?
Osvaldo Murri: Analista - PromoterTv - Terre del Vino - Touring del Gusto - Giornalista   Â
Certo
che è ridicolo vedere uomini (?) attorno al corpo di una donna
propinarsi il tramezzino da una coscia o da una tetta come se niente
fosse e con un'aria di serietà che si nota subito che è finta e che
forse dietro a questa "serietà", nasconde una bavosità
sessuale repressa e irragiungibile.  Così dopo pochi minuti, immagino,
torneranno al vassoio per continuare questo rito fino a quando "pachi"
della serata, correranno a casa per raccontare agli amici (non ai parenti) di
questa grande "scoperta innovativa" che hanno consumato allo strip bar di
Vicenza. Roba da far sbullonare dal ridere anche i somari e se non sbaglio, forse,
sono gli stessi che stramazzano i loro simili con interminabili racconti
di conquiste femmili fatte il sabato sera (si sul vassoio) e per il loro
fascino maschile, all'occhio femminile (ma quando mai) !?.
Un consiglio alla donna-vassoio: se proprio lo devi fare, fatti pagare bene, ma non farti toccare e prendi a pedate
nel c...... a chi fa il fesso con Te e il tuo tramezzino. E se ti
arrivano frasi stupide, inguiriose o offensive non esitare ad alzarti e
prenderli a schiaffi; ma se puoi cambia lavoro, fai fare al gestore l'uomo-vassoio,
così vediamo che effetto fa con lui e con i suoi clienti.
C'è qualcuno d'accordo con noi ?
Antonio Guerini:Â Giornalista
Da
giornalista trovo che la notizia ci sia tutta: una donna-vassoio merita
senz'altro spazio sui media. Il punto sta come dare questa notizia.
Dato per scontato - e ci mancherebbe altro - che l'iniziativa del locale
merita una sonora bocciatura, ecco il punto: dare la notizia nel bene o
nel male (e ci viene in aiuto un famoso detto) equivale a fare
pubblicità a quel locale vicentino. Hai voglia a stroncare il tutto,
parlarne male e quant'altro. A quel punto hai innescato la curiosità e
qualcuno, per curiosità o altro, andrà a vedere. La notizia, però, c'è. E
allora sta tutto nell'etica dei giornalisti: qualche copia in meno, ma
la salvaguardia di tante altre cose. Soprattuttod elle dignità propria e
perché no?, pure della donna-vassoio.
 C'è qualcuno d'accordo con noi ?
Anna Goffi: giornalista enogastronoma
Che
altro dire? Condivido tutto quanto è stato detto. Però io personalmente
avrei scelto il silenzio o comunque avrei evitato la foto, mettendo
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solo la notizia. Perché la foto suscita certo indignazione, ma anche
pruderie. Si sa poi che la pubblicità è l'anima del commercio e anche
quando si parla male di qualcosa si crea un eco che fa il gioco di chi
critichiamo. Qualcuno diceva: "Parlate pure male di me, l'importante è
che ne parliate".
In
ogni caso siamo arrivati alla frutta. La gente non ha più idee sane e
quindi ogni giorno ci sono trovate spazzatura, senza nessun limite a un
briciolo di decenza e di umanità.
C'è qualcuno d'accordo con noi ?
Elio Ghisalberti: giornalista eno-gastronomo
Per quanto riguarda la donna.vassoio, cosa vuoi che ti dica...Non ci sono parole
per commentare l'iniziativa...Dei signori che la propinano ai de..........Â
(gastronomici e non solo) che ne approfittano. Penso tutto il male possibile.
Certo è che parlarne così diffusamente non fa altro che il loro gioco. Tacere
davanti a queste dabbenaggini è la miglior risposta. Ma non tutti riescono a
tenere la bocca chiusa...
C'è qualcuno d'accordo con noi ?
Daniele Orlandi: giornalista eno-gastronomo e comunicazione
www.voceditalia.it - www.gastroblog.it
Esaltare la bontà e la piacevolezza di un prodotto alimentare attraverso
la bellezza di un corpo femminile è plausibile ed apprezzabile, nella
visione di una reciproca valorizzazione di differenti 'forme d'arte'. In
questo insolito caso però, il risultato è una svilente
snaturalizzazione di donna e cibo, che nulla porta di positivo. Trovo
l'iniziativa priva di concreti propositi se non, per i suoi ideatori e
per il locale, quello di farsi conoscere stupendo ed incuriosendo o
stuzzicando il 'duplice appetito' (è proprio il caso di dirlo) del
cliente. Proposito che però risulta assolutamente imbarazzante, di
pessimo gusto e 'mercificante'. Un escamotage non igienico e per il
divertimento facile, sempre che di divertente, vanto con gli amici
compreso, vi sia qualcosa.
C'è qualcuno d'accordo con noi ?
Gianmichele Portieri: Giornalista enogastronomo e cronaca
Caro
Osvaldo, riesco solo ora a vedere la vicenda della donna vassoio (che
prima mi era sfuggita). Troppo tardi per intervenire (avrei solo
condiviso molti interventi) ti voglio solo ringraziare di avermi
coinvolto. Ci sarà una prossima volta.
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C'è qualcuno d'accordo con noi ?
REDAZIONE
A conclusione del nostro "appello" riteniamo doveroso trarre qualche conclusione.
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Degusta Giovane - Osvaldo Murri
Libertà di informazione e notiza.
Nessuno di noi ha mai messo in dubbio che una notizia non debba essere
diffusa; la notizia è una notizia, compresa quella della donna da
vassoio, anche quando nel dare la notizia si aggiunge "novità del
secolo" e "fenomeno nuovo", ovvero un giudizio di valore rivolto a chi
legge è come a dire che si tratta di una idea da moltiplicare e da
prendere come
riferimento.
Non va però dimenticato che Il nostro sistema di informazione è pluralista
ed è la base di garanzia dell'esercizio del nostro
vivere civile. Era perciò utile ed essenziale far conoscere un'altra
voce, un'altra opinione, un'altra morale e questo diritto andava esercitato.
Meglio tacere e stare zitti, la migliore risposta.
Se
digitatavate su Google "donna vassoio" cinque giorni fa, il 98% delle
testate davano la notizia a senso unico, e l'unica
voce contraria a questo coro era la nostra e, solo dopo sei pagine. Oggi
25092010 il nostro servizio risulta in prima pagina di Google.Â
Giudichiamo questo un bene perchè i lettori hanno potuto leggere
un'altra opinione (1672 ingressi ad oggi: 250920120) e confrontarla con
ragione.
Se stavamo zitti l'informazione sarebbe stata di tipo
"mono-culturale", l'esatto contrario di un'informazione libera e
pluralistica.  Con noi invece la notizia è ritornata ad essere
pluralista e questo grazie a voi rafforzata anche con differenti
opinioni. Possiamo affermare che voi siete stati il Pluralismo nel
Pluralismo, non solo come giornalisti di diverse testate e professioni
ma anche per cultura e formazione. Grazie di cuore.
Le foto:
insieme alla notizia ci sono arrivate cinque foto, tra cui una che
mostrava questa giovane
donna con un viso triste. Il caso ha voluto che tutte le testate
(tranne la nostra) hanno pubblicato fotografie dal viso felice, dove
schizzava la contentezza, insomma una donna piena di entusiasmo per la
posizione che assumeva.Â
Anche in questo caso abbiamo riequilibrato l'informazione, pubblicando
un'imaggine differente.    La storia del mondo è piena
delle conseguenze nefaste dello stare in silenzio; noi abbiamo "urlato"
un ragionato dissenso e questo ha fatto notizia. Grazie a tutti e buon
lavoro.
Â
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