L`EVOLUZIONE DELLE TRASMISSIONI RADIO NELLA
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L`EVOLUZIONE DELLE TRASMISSIONI RADIO NELLA
L’evoluzione delle trasmissioni radio nella Grande guerra Benché la Grande guerra venga considerata come il primo esempio di “conflitto tecnologico”, uno dei mezzi maggiormente utilizzati in Italia per la trasmissione delle informazioni militari fu curiosamente quello dei piccioni viaggiatori. Inizialmente il loro uso fui scarso in quanto furono impiegate solo 5 colombaie ma, nell’ottobre del 1915, il numero di quest’ultime aumentò fino ad arrivare a 30 e il picco massimo venne raggiunto nel 1918, con 65 unità. In totale, si contano circa 9.000 colombi. In quel periodo, inoltre venne severamente proibita la caccia al piccione, per evitare la dispersione o l’intercettazione di importanti informazioni. Tuttavia, esistevano forme di collegamento più evolute, quali la telegrafia elettrica e ottica, la telefonia elettrica, la geotelegrafia. Un valido aiuto nel corso della guerra fu l’impiego di radiogoniometri, realizzati da Guglielmo Marconi, per localizzare le stazioni radiotrasmittenti del nemico. Venne così istituita una rete di localizzazione lungo i litorali adriatico, ionico, tirrenico e fu quindi possibile esercitare una continua sorveglianza sulle unità navali nemiche in navigazione che, senza alcun sospetto, usavano la loro radio di bordo. La maggior parte delle radio utilizzate in questo periodo dalle truppe erano di ideazione marconiana: • • • stazioni mobili, che comprendevano radio trasmittenti e riceventi montate su carri a biga; stazioni fisse, che utilizzavano per la trasmissione, lo spinterometro a disco di Marconi; la Marconcina, il classico trasmettitore a scintilla che veniva usato sia in trincea siae a bordo di aerei da ricognizione, permettendo quindi la comunicazione tra cielo e terra. I mezzi di comunicazione moderni prima della radio Il primo sistema di comunicazione fissa, in epoca moderna, nasce nella Francia nel 1793 con il telegrafo ottico, formato da torri distanziate (11 km), su cui erano piazzate antenne dotate di braccia snodate, le quali potevano assumere diverse posizioni, a ognuna delle quali corrispondeva un gruppo di lettere o una parola. Questo sistema si dimostrò efficace, soprattutto in campo militare, e venne utilizzato anche in Italia a partire dal 1809, fino alla prima guerra mondiale: la mancanza di fili di collegamento consentiva infatti la corrispondenza anche fra località molto distanti e separate da terreno impervio. Le avversità meteorologiche rendevano però inutilizzabile tale sistema di comunicazioni. L’invenzione della pila elettrica (Volta 1799) portò alla realizzazione di dispositivi elettrici trasmittenti e riceventi per comunicare a distanza mediante un collegamento costituito da fili di rame. I primi telegrafi elettrici, all’inizio dell’800, utilizzavano 27 fili (tanti quante sono le lettere dell’alfabeto internazionale e, variando il segnale del ventisettesimo filo, risultavano altre 26 combinazioni per cifre e simboli). Già nel 1837 si passò ad utilizzare il telegrafo ad un filo e, grazie a Morse, ad un rapido linguaggio basato sulla successione di impulsi brevi e lunghi. Un altro grande passo per la telegrafia elettrica fu quello della costruzione di cavi sottomarini che portarono, nel 1866, al collegamento transoceanico. Altro mezzo di comunicazioni fu rappresentato dalla geotelegrafia, impiegata per la prima volta nella Grande guerra e preferita per la sua scarsa vulnerabilità. Essa presentava, però, una portata limitata a 2-3 km ed era sempre soggetta a pericolo d’intercettazione. L’esercito fruì del telefono solo verso il 1890, ma ben presto diventò il mezzo principale di corrispondenza, grazie alla trasmissione della voce (e quindi alla possibilità di conversazione diretta) e alla trasmissione e ricezione simultanea di più conversazioni sullo stesso filo. Svantaggi comuni a tutti questi sistemi di trasmissione via cavo erano la sensibilità alle perturbazioni atmosferiche, la frequente rottura dei conduttori e, fatto importante nell'ambito militare, la facilità d'intercettazione. Per questo, specie quando questi mezzi si “inceppavano” per cause tecniche, fu impiegato, anche in quella che è stata definita come la prima guerra tecnologica, all’inizio del ‘900, uno dei più antichi sistemi di comunicazione: i colombi viaggiatori, abili a recapitare messaggi con velocità ed efficacia.