IL MIO VIAGGIO A FOLKESTONE
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IL MIO VIAGGIO A FOLKESTONE
FOLKESTONE Eccomi qua! Sono tornato a casa…scendo dall’autobus e vedo mia madre che mi viene incontro. Chissà perché la guardo con occhi diversi…non più con quelli di un bambino, ma con occhi da ragazzo che ha passato una bellissima esperienza, che è cresciuto ed ha acquisito autonomia. Ciao mamma ! Ora mi sento grande…non sono più totalmente dipendente da te. Ti voglio bene, ma in modo diverso. Ci avviamo verso casa e, alla sera a cena, con tutta la famiglia inizio il mio racconto del viaggio in Inghilterra, precisamente a Folkestone, dove insieme a molti altri ragazzi della mia scuola, ho frequentato un college per imparare meglio la lingua inglese. Mentre racconto la mia mente va a cercare i ricordi più belli di questa esperienza. Ricordo l’arrivo nella casa di Michelle, la signora che ha ospitato me ed Eugenio. L’impatto non è dei migliori, ma dal giorno seguente tutto è ok. Forse la stanchezza ci ha resi un po’ tristi, ma tutto passa e comincia l’avventura: le abbondanti colazioni, Eugenio tutto sporco di nutella, i gatti che gironzolano per casa. Michelle è simpatica, brava e disponibile. A scuola veniamo smistati, attraverso un test, in varie classi; io mi trovo molto bene sia con i compagni, che con l’insegnante. Tutto va per il meglio e ciò che mi aiuta nella lingua è il fatto che sono costretto a parlare inglese sempre e comunque. Mi piace, ne sono orgoglioso. A volte andiamo a fare shopping e lì dobbiamo dare il massimo per capire e farci capire. Nei miei pensieri i ricordi più belli sono quelli riguardanti le escursioni: ricordo Canterbury, immensa, con le sue mille e mille colonne, i suoi echi ed il suo colore austero; penso al giorno in cui sono stato a Londra, dove ero già stato con i miei, e ripasso con la mente quella città meravigliosa, che mi ha stupito per la terza volta; è bella , è strana, è moderna e allo stesso tempo antica, non assomiglia a nessun’altra città europea. E’ Londra con le sue vie ordinate, gli abitanti di tutte le razze e le persone particolari e stravaganti. E’ meravigliosa la sensazione di sentirsi cittadino del mondo e di integrarsi immediatamente nell’ambiente circostante…forse solo a Londra può capitare una cosa del genere: entri alla National Gallery e ti senti un tipo colto ed intellettuale, ti ritrovi alla Torre di Londra e senti di essere un soldato della Regina. Rimanendo in tema di altri tempi, la gita con il vecchio treno a vapore è stata bellissima…quello che ho letto sui libri, le immagini delle bianche scogliere lambite dalle onde del mare, ora sono qui davanti ai miei occhi. Giochiamo a pallone sulla spiaggia, mentre enormi gabbiani urlano i loro versi sopra le nostre teste. Che bella sensazione! Vado avanti nel racconto ridendo, perché ripenso alla serata in discoteca, quando in camicia e, udite udite, cravatta, mi butto nelle danze più sfrenate insieme ai miei amici; la professoressa Ascani e la Preside si lanciano in un twist scatenato…e vai !!! Io e Roberto veniamo eletti i più sexi, wow ! Sono sincero con i miei genitori e mia sorella: non sarei voluto piu’ tornare, sono stato bene, mi sono saputo gestire nelle cose di tutti i giorni e ho trovato amici davvero preziosi. Anche i rapporti con le insegnanti e con la preside sono stati piacevoli. L’esperienza dell’Inghilterra resterà sempre nei miei pensieri, forse è lì che sono diventato grande. Ringrazio i miei per avermi dato la possibilità di fare questo viaggio, poi torno in me e guardo la mia famiglia che mi ascolta…hanno lo sguardo stupefatto, forse non credono alle loro orecchie, forse stanno pensando…“ finalmente è cresciuto”. Enrico Pizzichini Classe III C 05/12/08 Suoni, immagini, parole …da Folkestone On 7 October 2008, I and some of my friends went to England, specifically in Folkestone. We left in the morning and, after a long journey by bus and by plane, we arrived at the airport in London... The airport in London was different from that of Falconara; in London ruled the silence and order. Once in Folkestone, we were divided into “our” families. I was at home with my friend Gilda. The family who hosted us was composed by two people, husband and wife, they were very kind and hospitable and when they realized I and Gilda didn’t understand, spoke more slowly. During this week we went to school, we were divided into classes, my teacher was called Peter, he was a young gentleman to the appearance and very nice and we had fun. At school the teacher taught us to speak good English, because he was from England. Every day we went to school, then families prepared the packed lunch to eat together. One day one teacher brought us to visit Folkestone, beautiful city, only that it was quite old. There were many shops of all kinds. One morning, we all left by train, with our red hats, and we went to visit London. Great city! We saw the London Eye, Big Ben and other many other things, all very instructive and interesting. We walked a lot, so when we arrived home, we were very tired and just after dinner we went to sleep. London is a beautiful capital full of shopping centers. We went in the park in front of the parliament, beautiful, full of animals of all types especially squirrels, which lived in contact with humans. Another morning, we visited Canterbury Cathedral, I was impressed in particular, it is very beautiful, inside very interesting. Every day we had to go to school and return home on foot, we were very good, we never lost our way. However, the most beautiful day in my opinion, was one when we went with a steam train to see the lighthouse and then always with the steam train we went to the sea. The journey by steam train was too good, I had never seen a vehicle so small, but so much fun! The lighthouse was high and the stairs to get at the top were very narrow and steep. The beach was made by fine sand and was full of seagulls, a magnificent spectacle. One of the last evening, we went together to a disco, and it was very fun dancing all the most beautiful songs and remix. In Folkestone I enjoyed a lot, it was an interesting trip, especially because I had never visited England and also to discover the traditions that they have in this country. I’d like to repeat this experience. Federica Simonetti III C SUONI, IMMAGINI E PAROLE DA FOLKESTONE 7 Ottobre 2008, piazzale degli Alpini: “Ciao Gio, mi raccomando telefona quando arrivi…., non allontanarti mai dal gruppo, e … comportati bene in famiglia …e … non lasciare le cose in disordine, soprattutto in camera …, e … se ti senti male avverti la prof…., oppure chiamami, comunque hai le medicine in valigia…. .” In viaggio: “ Avrò fatto bene a venire? Ma sì, sarà sicuramente tutto semplice, tanto se sono in difficoltà ci sono le prof…..e.. c’è perfino la preside! Ma come sarà una settimana senza playstation, computer, TV? Mi mancheranno le solite prediche di mamma e i suoi interrogatori di terzo grado?!? Come mi troverò in famiglia? Gli altri mi sembrano tanto tranquilli e rilassati, quindi …SARA’ TUTTO OK!” Folkestone: “ Ora inizia l’avventura, devo farcela alla grande!” E così è stato, infatti tutti i dubbi, le ansie, le preoccupazioni, i timori che erano al centro dei miei pensieri prima e durante il viaggio, una volta arrivati a Folkestone sono scomparsi. Mi sono sentito subito a mio agio. Quante belle immagini mi ritornano in mente. Prima fra tutte quelle della città che ho scoperto giorno dopo giorno, insieme ai miei compagni. Folkestone è un cittadina inglese molto vivace, ricca di negozi, bei viali, giardini, parchi, belle spiagge,, caratteristici pub e numerose scuole, quindi l’aria che si respirava per le strade era giovane e internazionale. Ho molto gradito e apprezzato la libertà che ci è stata concessa per muoverci all’interno della cittadina: mi ha reso più responsabile e attento, ogni volta dovevamo preoccuparci di trovare punti di riferimento per ritrovare la via del ritorno. Anche della scuola che ho frequentato ha una bella immagine, mi sono trovato subito bene: l’orario delle lezioni prevedeva mattinate piene, impostate per lo più come brevi lezioni di teoria, seguite da esercizi, giochi e canti. Non è stato poi neppure complicato comunicare in lingua inglese, mi sentivo abbastanza sciolto, forse perché l’inglese è la lingua delle mie canzoni preferite, degli strumenti tecnologici che uso quotidianamente, delle pagine web che sfoglio e di alcuni miei viaggi. La scuola aveva anche un programma di intrattenimento per alcuni pomeriggi, per delle serate e per il week-end. Per le serate ci hanno proposto la discoteca ed una festa finale; per il pomeriggio una visita guidata alla bellissima Canterbury e per il week-end: Londra e Dover. Tutte mete molto interessanti e delle quali conservo dei bellissimi ricordi, dalla cattedrale, al faro, al treno a vapore. Ma l’immagine più nitida è sicuramente quella di Londra. In realtà io ero già stato in questa città con i miei genitori, ma scoprirla in compagnia degli amici è stato più divertente e piacevole, dover e poter fare acquisti con una moneta diversa dalla nostra e senza il controllo di un adulto, mi faceva sentire più grande e responsabile. Unica nota dolente: avrei gradito salire sul London_Eye. Peccato sarà per un’altra volta. Altra immagine da prendere in considerazione ( dopo la città, la scuola e le gite) è la famiglia ospitante. Ci avevano detto che ogni famiglia era stata selezionata in base a precisi criteri di serietà, disponibilità e entusiasmo oltre che per la qualità dell’alloggio offerto. In realtà all’inizio non mi è sembrato che tutto questo fosse vero, forse perché non ho ritrovato l’atmosfera di casa. Ogni mattina dovevamo prepararci la prima colazione da soli, perché la coppia che ci ospitava dormiva ancora, lavorando fino a tarda notte. La sera non sempre erano in casa e a volte siamo rimasti soli e, quando c’erano, non si univano a noi per la cena, ad esempio la signora cenava seduta sul divano in compagnia del suo cane. Tutte cose per me molto strane, ma forse per questo interessanti e utili per capire la mentalità e il modo di vivere degli inglesi, certamente diverso dall’atmosfera calorosa e a volte invadente dell’accoglienza italiana. L’unica cosa che mi è mancata in famiglia è l’ulteriore occasione per esercitarmi nell’uso della lingua, mentre tutto ciò che all’inizio ritenevo un limite (come la scarsa presenza di un adulto) poi è stato utile per responsabilizzarmi ed acquistare più sicurezza. Certo la cucina che ci offriva non era quella a cui sono abituato, ma ho ugualmente apprezzato la diversità del cibo, specie i vari tipi di sandwiches del pranzo al sacco che puntualmente ci preparavano ogni giorno e che poi, puntualmente, ci scambiavamo con gli altri compagni, durante la pausa pranzo. Dopo una settimana a Folkestone ho potuto e posso dire: fare un’esperienza di questo tipo vale sempre e comunque la pena, al di là dei vantaggi linguistici. Certamente è stato un incontro con i luoghi, le persone, le cose, è stata un’esperienza in cui ho scoperto che, in certe situazioni, so cavarmela da solo, ho acquisito più fiducia e autonomia. E’ stata un’esperienza che mi ha permesso di vivere in stretta relazione con i coetanei, di apprendere non solo da ciò che ho visto, ma da ciò che ho incontrato e vissuto. GIOVAGNOLI GIORGIO III C