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L’immagine inserita all’interno della copertina è stata realizzata grazie a un’idea di Picilli con il contributo di Menna Finito di stampare nel mese di settembre 2008 Grafiche ZACCARA - Lagonegro – 0973 41300 Coordinamento scientifico - Emilio Becheri – Mercury S.r.l. Ambiti tematici - Gianpiero de la Feld – ENCO S.r.l. Linea grafica - Ugo Picarelli – Leader S.a.s. Responsabile di progetto – Pierluigi Picilli Testi a cura di Sergio Stumpo Supervisione Pierluigi Picilli Responsabile PI G.A.C. “Certosa di Padula“ – Vincenzo Russo Responsabile Misura 2.3 – Nadia Murolo Direzione attività e Resp. del Procedimento – Michele Rienzo Coordinamento – Tiziana Medici Best practices 3 Introduzione Motivazioni della scelta nell’individuazione delle best practices, metodologia di ricerca e di acquisizione dei dati I 8 Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture 1.1 Il turismo in Friuli Venezia Giulia e nella provincia di Udine 13 1.1.1 1.2 1.3 II Il turismo nel comune di Codroipo (UD) La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera Le vie di accesso a Villa Manin 17 18 20 Il turismo in Toscana e nella provincia di Siena 2.1 2.2 III Il turismo nel comune di Siena Le vie di accesso alla Certosa di Pontignano 24 26 Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno 3.1 3.2 3.3 IV Il turismo nel comune di Salerno La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera Le vie di accesso al Complesso di Santa Sofia 31 32 33 Il turismo in Calabria e in provincia di Cosenza 4.1 4.2 4.3 V Il turismo nel comune di Noiorigliano La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera Le vie di accesso al Castello di Corigliano Calabro 38 39 41 Descrizione delle strutture 5.1 Scheda storica ed architettonica delle strutture 5.1.1 5.1.2 5.1.3 5.1.4 VI Villa Manin Certosa di Pontignano Complesso Monumentale di Santa Sofia Castello Ducale 43 43 44 46 47 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture 6.1 6.1.1 6.1.2 6.1.3 6.1.4 6.2 6.2.1 Spazi, destinazioni d’uso attuali ed accessibilità strutture Villa Manin Certosa di Pontignano Complesso monumentale di Santa Sofia Castello Ducale di Corigliano Modello di gestione degli spazi, delle attività e dei servizi Villa Manin 53 53 55 55 55 57 57 4 Indice 6.2.2 6.2.3 6.2.4 6.3 6.3.1 6.3.2 6.3.3 6.3.4 6.4 6.4.1 6.4.2 6.4.3 6.4.4 6.5 6.5.1 6.5.2 6.5.3 6.5.4 6.6 6.6.1 6.6.2 6.6.3 6.6.4 Certosa di Pontignano Complesso Monumentale di Santa Sofia Castello Ducale Organigrammi delle strutture Villa Manin Certosa di Pontignano Complesso monumentale di Santa Sofia Castello Ducale di Corigliano Fonti di finanziamento Villa Manin Certosa di Pontignano Complesso monumentale di Santa Sofia Castello Ducale di Corigliano Attività culturali Villa Manin Certosa di Pontignano Complesso Monumentale di Santa Sofia Castello Ducale di Corigliano Calendario Villa Manin Certosa di Pontignano Complesso monumentale di Santa Sofia Castello Ducale di Corigliano 59 60 61 62 63 63 64 64 64 65 66 66 66 67 67 69 69 71 72 72 72 72 73 6.7 Promozione Marketing e Merchandising delle strutture e della attività che vi si svolgono 73 6.7.1 6.7.2 6.7.3 6.8 6.8.1 6.8.2 6.8.3 6.8.4 6.8.5 Strategie e Canali promozionali Uffici Stampa Merchandising Percezione e coinvolgimento sul territorio Villa Manin Certosa di Pontignano Complesso Monumentale di Santa Sofia Castello Ducale Dalle best practices alla Certosa di Padula 74 75 75 76 76 79 80 81 84 Conclusioni Il concetto di Consumo Culturale 85 Il Consumo Culturale individuale e collettivo. Cos’è e quali sono i processi che lo determinano 86 Best practices 5 Introduzione Nel presente volume sono presentati e descritti, in breve, quattro casi di best practices nella gestione di strutture facenti parte del patrimonio nazionale; le strutture sono quelle di Villa Manin, nel comune di Codroipo, in provincia di Udine, Friuli Venezia Giulia; Certosa di Pontignano, nel comune di Castelnuovo Berardengo, in provincia di Siena, Toscana; Complesso Monumentale di Santa Sofia, nel centro storico di Salerno, Campania; Castello Ducale, nel centro storico del comune di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, Calabria. Le strutture, grosso modo simboleggianti i diversi distretti macro-regionali (nord, centro e sud) dell’Italia, offrono un termine di paragone, pur nelle loro differenze architettoniche, strutturali e funzionali, con la Certosa di San Lorenzo, a Padula, perché per tutte le strutture possono valere alcune considerazioni generali, che saranno esaminate nel paragrafo successivo. Le strutture sono presentate attraverso una breve nota storica ed architettonica; ne sono illustrate le nuove destinazioni d’uso dopo gli interventi di restauro, i modelli di gestione degli spazi, delle attività e dei servizi, gli organigrammi delle società di gestione, le fonti di finanziamento e le attività culturali che vi si svolgono, insieme al calendario delle attività svolte. Per meglio comprendere gli esempi, nella loro specificità e, al tempo stesso, nella loro complessità, si illustra, in sintesi, un panorama generale del territorio in cui queste strutture sono ubicate, con particolare riferimento alle risorse turistiche, in modo tale da fornire un quadro complessivo che tenga conto delle caratteristiche generali delle varie regioni. Sono illustrate anche le modalità di ricerca e di acquisizione dei dati e, nel prosieguo, un’altra parte del lavoro è dedicata alle attività di promozione, di marketing e di merchandising messe in atto dalle società di gestione per promuovere e valorizzare le strutture e le attività che vi sono svolte; è consequenziale, dunque, che esse producano dei riflessi sul territorio circostante e vengano percepite con determinate modalità anche dalla collettività del territorio che le circonda. Un cenno a parte, in questo segmento di ricerca, merita l’attenzione posta sull’utilità della comunicazione nel settore che definiamo culturale in senso lato, (dove per Cultura, è bene sottolinearlo, si intende la miscela di Arte, Architettura, Letteratura, Spettacolo, Tradizione, Ambiente, Paesaggio e quant’altro) ma mai come in questo caso, le tre fasi che contraddistinguono la best practices dell’azione, in 6 Introduzione sequenza strettamente susseguente - Fare (compiere un’azione, intraprendere un’attività, prendere un’iniziativa); Saper Fare (agire, operando al meglio nell’esecuzione dell’azione per il raggiungimento dello scopo) e Far Sapere (rendere nota la propria azione per coinvolgere altri soggetti e rendere partecipe la collettività) – sono necessarie per la diffusione di un prodotto culturale. Prodotto culturale, dunque, come parola chiave. Per tantissimo tempo, ed in determinati periodi storici e determinati luoghi più di sempre e più che altrove, la cultura è stata, sarebbe meglio dire è rimasta, un privilegio per le classi sociali ed economiche rappresentati l’aristocrazia o la borghesia benestante. Cultura intesa anche nell’accezione di istruzione scolastica, approccio primigenio alle informazioni a cui faceva seguito la fruizione più o meno materiale (lettura, viaggi di studio, visite a biblioteche, musei, monumenti) della Cultura vera e propria. La diffusione della scolarizzazione e dei mezzi di comunicazione, in seguito giustamente definiti di massa, hanno esteso questo privilegio, via via a classi sociali e professionali sempre più ampie, tanto che oggi, anche in riferimento alla Cultura, si adoperano termini come Mercato, Prodotto, Consumo, Marketing e Merchandising, come si fa con le altre tipologie merceologiche. E’ necessario puntualizzare, però, che la Cultura è un prodotto particolare, che dà vita ad un mercato e ad azioni di mercato particolari, non tanto e non solo per la sua frequente immaterialità, ma soprattutto perché il prodotto culturale non ha prima, seconda o terza scelta come può accadere per generi alimentari, abbigliamento o altro; il prodotto culturale è sempre, e solo, di qualità e come tale presenta dei costi. Da qui, ma non solo per questo motivo, nasce l’esigenza, molto attuale, di fare impresa intorno alla Cultura e per quanto i termini possano sembrare contraddittori e le domande susseguirsi in un probabile, continuo flusso senza risposte certe ed esaustive (si può comprare o vendere la Cultura? Chi stabilisce il prezzo? Quanto è giusto e corretto mercificarla, stabilire cioè dei costi e dei prezzi per la sua fruizione o il suo eventuale acquisto?) pure si avverte la necessità di organizzare l’offerta culturale, nella duplice ottica di soddisfare il pubblico e realizzare per il “venditore” o “proprietario” un giusto guadagno. Da qui la necessità di individuare dei prodotti o di crearli ad hoc, di immetterli sul mercato, tenendo conto anche delle richieste di consumo del pubblico, della presenza e delle azioni della concorrenza, dell’andamento generale della domanda e dell’offerta, come accade per qualsiasi altro prodotto. E dal momento che l’anima del commercio risiede nella pubblicità, come recita un adagio ormai datato ma ancora estremamente efficace, ecco dunque la necessità di far conoscere un Best practices 7 prodotto - attraverso la promozione e la comunicazione – dopo averlo realizzato e prima di farlo acquistare. Per quanto riguarda un prodotto culturale, però, sia esso una struttura o un’attività com’è nello specifico dei casi che si andranno ad esaminare da qui a poco, la comunicazione assolve anche altri compiti, oltre quelli più prettamente utilitaristici. In quasi tutti i casi, la comunicazione si rende necessaria per attrarre l’attenzione del pubblico su qualcosa che riguarda il suo passato, il suo presente e forse anche il suo futuro; qualcosa che riguarda la sua storia e la sua identità, la sua conoscenza e la sua consapevolezza, più o meno direttamente. Se si prendono come esempi le strutture suddette - Villa Manin, Certosa di Pontignano, Complesso Monumentale di Santa Sofia e Castello Ducale – e ci si sofferma alle sole strutture materiali, è subito evidente che esse, nessuna esclusa, con il loro carico di storia e di accadimenti di cui sono state protagoniste e spettatrici insieme, nel corso dei secoli, rappresentano una porzione di vissuto di un territorio, in un determinato momento storico e per una specifica collettività, che di quel territorio - e per il tempo e la collettività del presente - rappresentato una sorta di patrimonio, che per essere fruttifero deve esser conosciuto, fruito ed utilizzato. Se la disamina si sposta sulle attività che all’interno di tali strutture vengono svolte, sugli eventi e le manifestazioni che queste strutture ospitano, il discorso è pressoché identico, con l’aggiunta che la materialità della struttura, nella sua specificità spaziale si fa tramite di un contatto col mondo (si pensi, ad esempio, agli eventi che coinvolgono grandi artisti internazionali, che danno la possibilità di conoscere rappresentanti dell’arte, della cultura e dello spettacolo di ogni parte del globo) e, nella sua specificità temporale, (il riutilizzo attuale di strutture antiche di secoli) si fa ricettacolo e concentrato del Tempo (si pensi ad un’esposizione museale di oggetti o di arte antichi). Alla luce di quanto esposto finora, dunque, concludere accennando al Merchandising culturale, diventa quasi una conseguenza, anche se l’argomento, per essere inquadrato in un’ottica tecnico- scientifica quanto più corretta possibile, deve essere ripulito da eventuali pregiudizi che lo vorrebbero relegato al rango di business tout court. E’ vero che, ormai fa parte dell’esperienza comune, la frequente e poco gradevole sensazione che di ogni manifestazione, luogo o accadimento si vorrebbe fare mercato. Non c’è sagra rionale, fiera, rievocazione storica, o piccolo museo di paese che non abbia, all’occorrenza, un contorno di prodotti tipici artigianali, spesso solo spacciati come tali. Va da sé che il merchandising culturale è ben altra cosa, non solo e non tanto per la funzione che svolge quanto per la qualità che lo distingue e per il pubblico verso cui è rivolto. In merito alla 8 Introduzione funzione, è fondamentale rimarcare come un souvenir, un catalogo, una cartolina o qualunque altro oggetto che facciano immediato riferimento alla struttura dove sono stati acquistati o all’evento in seguito al quale sono stati effettuati degli acquisti, si fanno tramite di una memoria duratura, che serve a tenere ben presente il preciso momento storico in cui noi stessi siamo stati protagonisti della visita a quel museo, a quella chiesa, a quella dimora storica o co-protagonisti di quella mostra, di quello spettacolo. In altri termini, l’oggetto è il veicolo che racconta, in maniera durevole nel tempo, di un’esperienza che può anche rimanere unica nel nostro vissuto, ma che proprio grazie a quell’oggetto e ai ricordi che evoca, può essere ripercorsa e ripresentata attraverso la memoria. Perché ciò accada, però, è necessario che l’oggetto risponda, in termini di qualità, a determinati criteri quali la genuinità, la fedeltà ad un modello originale, la buona fattura, l’utilizzo di buoni materiali. Ancora un cenno a parte merita un altro genere di prodotti, quelli cosiddetti tipici di un territorio, e qui si fa specifico riferimento all’attività di merchandising intrapresa presso il Castello Ducale di Corigliano, dove l’ente gestore ha pensato bene - in una meritoria opera di promozione non solo della struttura ma di tutto il territorio circostante – di includere, oltre ai souvenir e ai book del castello, anche i prodotti locali, di cui fanno parte una serie di oggetti che derivano da produzioni di eccellenza, come conserve alimentari, prodotti da forno, liquori i quali, in tal caso, si fanno testimoni, nella loro essenza squisitamente gastronomica, della cultura storico-geografica e materiale del territorio sibarita, che già nel nome evoca i fasti, i lussi e le sontuosità dell’universo magno-greco. Motivazioni della scelta nell’individuazione delle best practices, metodologia di ricerca e di acquisizione dei dati riguardanti le strutture Le motivazioni che hanno portato ad individuare delle strutture ubicate in diverse regioni d’Italia, considerale best practices ed accostarle al territorio del Vallo del Diano, in particolare di Padula - sede della Certosa di San Lorenzo, che è l’oggetto di studio privilegiato del lavoro complessivo di cui questo volume fa parte - sono state varie e di diverso carattere. Si è partiti anzitutto dalla considerazione che era necessario individuare delle strutture che: a) facessero parte del patrimonio architettonico ed artistico del Paese; Best practices 9 b) si identificassero o si potessero identificare con gli avvenimenti storici, culturali, religiosi, talvolta politici di un territorio, spesso di ampie dimensioni; c) che avessero svolto in passato funzioni ricettive diverse da quelle attuali; d) costituissero, in qualche modo e a diversi livelli, il simbolo di un’identità territoriale che da esse si sente, o può essere, rappresentata; e) avessero ospitato, e continuino ad ospitare, con la nuova destinazione d’uso e la ritrovata fruibilità, importanti eventi che ne fanno luoghi eletti di manifestazioni culturali di grande respiro nazionale ed internazionale. Quest’ultima caratteristica, a ragion veduta, ha costituito la ragione soggettiva che ha guidato nella scelta delle altre strutture. Il motivo oggettivo, invece, per cui la scelta è ricaduta su Villa Manin, Certosa di Pontignano, Complesso Monumentale di Santa Sofia e Castello Ducale è l’aver verificato direttamente la disponibilità alla collaborazione per l’acquisizione dei dati necessari, attraverso la compilazione di un dettagliato questionario. L’accostamento con il territorio del Vallo di Diano, invece, è stato validato dalla considerazione che, in tre casi su quattro e cioè Villa Manin, Certosa di Pontignano e Castello Ducale, gli altri territori in cui sono presenti le strutture – Codroipo nell’Udinese, Castelnuovo Berardenga nel Senese, Salerno, e Corigliano nel Cosentino rappresentano ambiti territoriali contraddistinti da: a) una lunga e complessa serie di eventi storici e culturali che hanno influito direttamente anche sulla storia delle strutture; c) un intreccio significativo con l’ambiente naturale circostante che costituisce motivo di attrazione turistica ulteriore; c) una certa marginalità geografica rispetto ai grandi centri regionali, eccezion fatta per Salerno, e la pur forte capacità di costituire significativi poli di attrazione turistica per il territorio circostante. La metodologia utilizzata per accedere ai dati riguardanti le strutture prese in esame, è stata duplice ed è stata condotta con due diverse modalità per differenti ragioni. Per quanto riguarda le notizie che avrebbero consentito di compilare una scheda della struttura, attraverso un regesto della sua storia e di una descrizione della sua architettura, è stato privilegiato l’utilizzo dell’informazione diffusa per via telematica. Ricerche archivistiche e bibliografiche approfondite, quindi da condurre essenzialmente in loco o nei grandi centri della conservazione del sapere e delle notizie (Archivi di Stato, Archivi Vescovili o Parrocchiali, Biblioteche Nazionali, Biblioteche Civiche) avrebbero certo dato risultati 10 Introduzione più dettagliati, ma senz’altro di diffusione più circoscritta, da un punto di vista meramente geografico e della comunicazione/informazione. L’aver privilegiato, in questa fase, la sitografia come fonte di ricerca ha consentito, invece, di tastare il polso, in contemporanea, alla circolazione delle informazioni riguardanti le specifiche strutture ed alla volontà reale, certo suscettibile di cambiamenti nel corso del tempo, di valorizzazione materiale e culturale del patrimonio architettonico, di cui si fanno o dovrebbero farsi portatori enti proprietari e/o gestori delle strutture, attraverso l’immissione delle notizie in rete. Tale tipo di ricerca ha dato risultati talvolta davvero interessanti, che peraltro sono esaminati nella parte riguardante le attività di Comunicazione, Marketing e Merchandising mese in atto per la promozione delle strutture. Per quanto riguarda, invece, l’acquisizione delle notizie in merito agli spazi e alle destinazioni d’uso attuali, alle relazioni col territorio circostante, al modello di gestione degli spazi e delle attività, all’organigramma, alle fonti di finanziamento, alle attività culturali ed al calendario delle manifestazioni, è stato formulato un questionario, che è stato poi somministrato all’ente gestore della struttura, in maniera tale da poter acquisire informazioni di prima mano. E’ interessante sottolineare come, sia nel caso della sitografia, sia nel caso dell’utilizzo del questionario, non per tutte le strutture siano state acquisite informazioni complete e soddisfacenti. Sono da citare come esempio di eccellenza, per ricchezza di informazioni del sito in ogni sua parte e per esaustività delle risposte al questionario, i casi di Villa Manin e del Castello Ducale di Corigliano. In ogni caso, questa scarsa attenzione alla forma, che è da ascrivere più alla sfera della comunicazione che non a quella dell’efficienza nella gestione della struttura, non inficia assolutamente l’effettiva eccellenza delle attività che nelle strutture sono svolte e che collocano le stesse nel novero dei luoghi dove si intraprendono best practices di management culturale. Sempre nell’ambito della raccolta dei dati riguardanti Comunicazione, Marketing e Merchandising delle strutture e delle attività, sono state acquisite notizie riguardanti l’utilizzo del materiale promozionale e pubblicitario, l’uso di strategie e canali promozionali, l’esistenza di un ufficio stampa e la percezione che la collettività ha della struttura e delle attività che svolge, unitamente alle modalità di relazioni che la struttura, il gestore, le manifestazioni hanno con il territorio circostante. Quest’ultimo aspetto, in particolare, ha rivelato quanto le attività di programmazione culturale debbano essere connesse alle attività di programmazione turistica di un territorio o di un luogo, dal momento che una buona organizzazione del sistema turistico (infrastrutture, strutture ristorative e Best practices 11 ricettive, offerta diversificata e qualitativamente soddisfacente dei servizi, buon rapporto qualità-prezzo) possano giovare all’impresa culturale e viceversa. Per quanto riguarda la percezione che la collettività ha della struttura e delle attività che vi svolgono, c’è da sottolineare che i livelli, per tutti i luoghi esaminati è molto alto, ma resta medio-bassa la fruizione della popolazione locale. Il dato può essere interpretato in vario modo; le attività di comunicazione mirano poco o con scarso successo alla collettività locale; questa si identifica ancora poco con la struttura stessa; le manifestazioni che vi svolgono sono mirate a target di pubblico molto differenti da quello presente sul luogo. Altro aspetto è quello riguardante i flussi turistici, come diretta conseguenza del “successo” delle strategie di comunicazione e di marketing, mentre si conclude con un paragrafo dedicato alle attività di merchandising, in genere ancora poco sviluppato, se si esclude il caso, eccellente in quest’ambito, del Castello Ducale. Per quanto riguarda l’organizzazione delle attività di comunicazione e marketing, ci sono da registrare esempi di eccellenza assoluta, come nel caso di Villa Manin e del Castello Ducale, soprattutto per quanto riguarda la diffusione delle informazioni in via telematica, di cui si riferisce nell’apposito paragrafo, ed esempi di clamorosi, e si spera solo momentanei, deficit come nel caso del Complesso Monumentale di Santa Sofia, dove l’antichità ed il valore della struttura, insieme all’importanza delle manifestazioni che vi si svolgono, non sono assolutamente commisurate alla relativamente scarsa circolazione in rete delle notizie che non si bilancia assolutamente con la pur tempestiva ed importante creazione di un sito appositamente creato in occasione di un’esposizione su Pablo Picasso; a tal proposito, si consulti il sito www.comune.salerno.it/picasso/home.asp. Per ciò che concerne l’utilizzo della Innovation Technology, incluso nel paragrafo delle Strategie e dei Canali di Promozione, sono da registrare con soddisfazione gli ancora ottimi esempi di Villa Manin e del Castello Ducale di Corigliano, i cui due siti ufficiali, www.villamanincontemporanea.it e www.castelloducale.it offrono una serie di informazioni esaustive su tutta la struttura e l’organizzazione, in aggiunta ad alcuni servizi davvero innovativi di eculture, che consentono di prendere visione degli spazi e di poter effettuare eventuali prenotazioni di visite guidate, di utilizzo degli spazi con moduli informatici appositamente costruiti, a differenza della Certosa di Pontignano che trova “ospitalità” nel sito ufficiale dell’Università di Siena - www.unisi.it/servizi/certosa - e del Complesso Monumentale di Santa Sofia, le cui davvero scarne informazioni sono incluse nel sito ufficiale del comune di Salerno – 12 Introduzione www.comune.salerno.it/client/scheda.asp - o in alcuni siti, sempre di pertinenza del comune, che fanno riferimento ad alcuni eventi che vi si sono svolti – www.comune.salerno.it/conflitti/home.htm. In conclusione, dunque, il patrimonio culturale in Italia, oltre che di maggiori attenzioni istituzionali, di maggiori investimenti che possano portare a maggiori e migliori conservazione, valorizzazione ed utilizzo sembrano necessitare, nel complesso, anche di una maggiore, più efficace e più mirata azione nelle attività di Comunicazione e di Marketing. Le parole d’ordine sempre valide restano Fare, Saper Fare e, in questo caso come non mai, Far Sapere. Best practices I 13 Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture Per meglio inquadrare la rappresentatività e l’attività delle strutture prese in esame, si forniscono alcune notizie riguardanti il territorio regionale e provinciale in cui esse sono inserite, con particolare riferimento alle risorse ed alle caratteristiche del settore turistico; inoltre, si presentano dei dati riguardanti la vocazione turistica dei comuni compresi in ciascuna circoscrizione turistica in cui sono ubicate le strutture. Questa ulteriore raccolta di dati consente di capire in quale classificazione per tipo di località turistica, tra quelle proposte ed utilizzate dall’ISTAT, rientrano i comuni interessati: città d’interesse storico e artistico, località collinari, località lacuali, località marine, località montane, località religiose, località termali, comuni non altrimenti classificati (comuni n.a.c), i siti di interesse turistico menzionati, e i 20 comuni ubicati nelle immediate vicinanze (entro 30 chilometri). Per completezza di informazioni, infine, sono date alcune indicazioni sui mezzi e i collegamenti alle strutture. Appare evidente come la mole delle notizie non sia uguale per tutte le regioni, le province e le località. In questo caso, Friuli Venezia Giulia e Toscana primeggiano per dovizia di informazioni, dettagli, studi e loro diffusione. Non si può dire altrettanto per la Campania, i cui dati regionali, riferiti al turismo, sul sito ufficiale della Regione sono fermi al 2004 mentre è soddisfacente anche l’attività informativa della Camera di Commercio di Salerno, che traccia un esauriente stato dell’arte del turismo nella provincia riferito al 2006. Per la Calabria, l’Osservatorio Regionale del Turismo compila il rapporto del 2007 mentre la Provincia e la Camera di Commercio non forniscono dati sufficientemente aggiornati. Laddove non ci sono dati numerici significativi, ci si attiene a notizie di carattere generale sul settore turistico nel suo complesso. 1.1 Il turismo in Friuli Venezia Giulia e nella provincia di Udine I dati sul turismo risalgono al 2006. La tabella seguente mostra i principali indicatori turistici del Friuli: 14 Tab. 1 Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture Principali indicatori turistici del Friuli Indicatore Capacità ricettiva (posti letto) Presenze (migliaia) Presenze Straniere Tipologia Stagionalità Agenzie viaggi e turismo Ristoranti Valore 153 mila 8.393 39,8% Marino (60%) Luglio/Agosto (38%) 194 2.586 % su ITA 3,7 2,5% 1,6% 2,9% Fonte: Sistema Statistico Nazionale (Sistan), anno2006 A riguardo dell’andamento turistico degli ultimi anni, nella regione, rispetto agli arrivi italiani, dal 2000 al 2005, si è registrata una decrescita fino al 2002 ed una ripresa dal 2002 al 2005; secondo i dati della CCIIA di Udine, dall’anno 2000 al 2005 si è avuto un ribasso dell’1%. Riguardo alle presenze italiane sul territorio, il dato vede una forte crescita nel 2001 ed un brusco abbassamento negli anni successivi che, complessivamente dimostra una decrescita di circa 2 punti percentuali dal 2000 al 2005. Anche gli arrivi stranieri sono molto alti nel 2000 e nel 2001 e hanno subito un forte calo negli anni successivi. In generale, si può affermare che dal 2000 al 2005 c’è stato un abbassamento degli arrivi del 6%. La presenza di stranieri sul territorio friulano è cresciuta nel 2001, per tornare a valori negativi dopo il 2002. Tra il 2000 ed il 2005 si è avuta una decrescita del 3% circa. I dati disponibili dimostrano un trend negativo rispetto a tutte le voci prese in considerazione, soprattutto a partire dall’anno 2002. Le ipotesi esplicative potrebbero essere diverse; probabilmente, ha avuto un forte peso l’entrata in circolazione della nuova moneta, l’euro che, complice uno scarso controllo dei prezzi, ha provocato il lievitare dei costi. Tale dato ha sicuramente scoraggiato gli arrivi e le presenze dei turisti italiani e stranieri. Altro motivo è da attribuirsi ai cambiamenti planetari avvenuti in seguito al famigerato 11 settembre, che ha rappresentato uno spartiacque nella vita internazionale, inducendo dei cambiamenti comportamentali a tutti livelli, turismo compreso, anche a livello locale. Un’ulteriore statistica può essere specificata mediante l’analisi della domanda così da costruire il rating sulle provenienze dei clienti italiani a stranieri. Nel caso dell’Italia e del Friuli Venezia Giulia otteniamo i seguenti risultati: Best practices Prospetto 1 Rating Presenze Stranieri Grad 1 2 3 TOTALE Prime tre Prospetto 2 15 Regione FVG Austria (41%) Germania (26%) Ungheria (6%) 72% Italia Germania (35%) Gran Bretagna (7%) Stati Uniti (6%) 48% Regione FVG Friuli VG (35%) Italia Lombardia (21%) Veneto (11%) Lazio (10%) Rating Presenze Italiani Grad 1 2 3 Veneto (20%) Lombardia (17%) 72% TOTALE Prime tre 42% Scendendo in maggiori dettagli e prendendo in esame i dati riguardanti la provincia di Udine, le seguenti tabelle danno un’idea degli indicatori turistici e di presenze ed arrivi di italiani e stranieri: Prospetto 3 Rating Presenze Stranieri e Italiani Indicatore Capacità ricettiva (posti letto) Presenze (migliaia) Presenza Straniera Tipologia Stagionalità Agenzie viaggi e turismo Ristoranti Valore 110mila 5.342 40% Marino (66%) Luglio/agosto (52%) 70 1.212 % su regione 72% 62,3% 36,1% 46,9% Nella provincia udinese, dal 2000 al 2005 si sono registrate le seguenti tendenze rispetto agli arrivi ed alle presenze italiane e straniere: gli arrivi italiani hanno subito una decrescita, fino ad un crollo nel 2002, poi sono di nuovo aumentati, facendo registrare - tra il 2000 ed il 2005 - una crescita dell’1% circa. Le presenze di turisti italiani hanno avuto un andamento oscillante: dal 2000 al 2001, la crescita è stata significativa, ma si è bruscamente interrotta nell’anno 2002; nel 2003 il dato è tornato ad essere positivo; nel 2004 è diminuito di nuovo, per stabilizzarsi nel 2005, con un aumento percentuale, rispetto al 2000, dell’1% circa. Gli arrivi stranieri, aumentati nel 2001, sono bruscamente diminuiti nel 2002 e nel 2003; hanno fatto registrare una crescita negli anni successivi; dal 2000 al 2005 si è comunque avuta una perdita. La presenza di turisti non 16 Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture italiani ha fatto registrare un dato positivo solo nel 2001, diminuendo progressivamente fino al 2005. Confrontando i dati regionali con quelli provinciali, si evince una sostanziale omogeneità, nel senso che i secondi si rispecchiano nei primi. Questo dato comprova l’importanza della provincia friulana all’interno dell’economia del turismo e dell’organizzazione del settore nella regione. In realtà, dei dati così incoraggianti sono legati alla presenza di mete turistiche molto famose sia in Italia, sia all’estero. Ci si riferisce soprattutto alle località marine che, per l’offerta turistica che le caratterizza, si impongono all’attenzione per l’organizzazione delle strutture e per l’alto numero di divertimenti che offrono. Si tratta, infatti, di un turismo “giovane”, legato alle vacanze estive. Le località più significative da questo punto di vista sono Lignano Sabbia d’Oro e Marano Lagunare, che raccolgono il 64% dei turisti della provincia. E’ da precisare, comunque, che esiste anche una vocazione “montana” del turismo friulano, grazie alle località del comprensorio della Carnia che raccolgono il 17% del movimento turistico. Rispetto al turismo alpino, anche il comprensorio di Tarvisio, Sella Nevea e Passo Pramollo fanno registrare una buona presenza (6%). Un elemento di orgoglio per il turismo friulano è l’affluenza nella città di Udine, che registra il 5% delle presenze. Tale dato è giustificato, soprattutto negli ultimi anni, da un’apertura che la città ha effettuato su una serie di attività culturali vive ed interessanti, puntando molto su un’offerta variegata e di qualità. Sono diverse le manifestazioni musicali e letterarie che hanno attirato, negli anni, un numero crescente di turisti culturali. Il resto della provincia registra un 8%, legato alla gastronomia, per la presenza di ottimi prodotti (un esempio su tutti, i vini). Analizzando altre voci dell’offerta turistica, non si può fare a meno di soffermarsi almeno sull’elenco di parchi e riserve naturali: Dolomiti Friulane (37.283 ha); Prealpi Giulie (9.339 ha); Lago del Cornino (487,3 ha), Valle Canal Novo (116,7 ha), Foci dello Stella (1.383,40 ha), Valle Cavanata (329,3 ha), Foce dell’Isonzo (2.393,0 ha), Laghi di Doberdò e Pietrarossa (726,0 ha), Falesie di Duino (105,8 ha), Monte Lanaro (285,4 ha), Monte Orsario (157,6 ha), Val Rosandra (752,0 ha), Forra del Torrente Cellina (301,0 ha); Cucco (25,8 ha), Rio Bianco (339,7 ha) Marina Miramare (24,1 ha) o anche dei numerosi siti e musei presenti in tutta la regione: Aquileia (sito Unisco ed archeologico); Cividale del Friuli, Trieste (siti archeologici); Museo Archeologico Nazionale e Cripta di Aquileia, Museo Archeologico Nazionale di Cividale, Museo Storico del Castello di Miramare. Anche in ordine agli eventi culturali, alle manifestazioni ed alla gastronomia, l’elenco è significativo. Per quanto riguarda agli eventi Best practices 17 culturali sono da ricordare il Mittelfest di Cividale del Friuli; il Folkfest; il Puppet festival, il Concorso internazionale di canto corale Seghizzi ed il Concorso internazionale di violino "Marcosig", che si svolgono a Gorizia. Le manifestazioni più importanti sono il Perdon di Barbana, a Grado; la Festa dei popoli, a Giassico-Cormon; la Messa dello spadone dell’Epifania, a Cividale del Friuli; la Messa del Tallero, dell’Epifania, a Gemona del Friuli; l’Agosto medioevale, a Gemona del Friuli; il Festival dei cuori, a Tarcento. Per quanto riguarda i principali eventi gastronomici, sono da menzionare il Vino della pace, a Cormòns; le Cantine aperte, in tutto il territorio regionale; la Festa dell'uva, a Cormòns; l’Aria di Festa, a S. Daniele del Friuli; Friuli DOC, a Udine; la Fiera dei vini, a Buttrio; la Festa del Prosciutto, a Sauris. Dati da menzionare, perché caratterizzati dalla loro singolarità, riguardano le professioni più richieste nel turismo e le professioni stagionali (fonte: Progetto Excelsior). In genere, le imprese che operano nel turismo presentano buone previsioni di crescita occupazionale. I tassi di entrata sono sensibilmente più elevati per le imprese di ristorazione (14,4%), ma si riducono al 7,1% nei campeggi e villaggi turistici (dove peraltro è più diffusa, in termini relativi, l’occupazione stagionale). La composizione delle assunzioni previste presenta una netta prevalenza di professioni di vendita e nei servizi per le famiglie (78% del totale); poco rilevante la quota delle figure professionali esecutive nell’amministrazione e nella gestione, di dirigenti e impiegati; forte anche la richiesta di personale non qualificato. Nelle agenzie di viaggio e turismo c’è una netta prevalenza di figure intermedie e di figure con funzioni amministrative e gestionali. Per quanto riguarda le professioni stagionali, è nota, nel settore turistico, la loro importanza; le assunzioni stagionali sono 2,3 volte superiori a quelle delle assunzioni stabili e sono pari ad un quarto dei dipendenti in forza alle imprese del settore. La richiesta di lavoratori stagionali assume particolare rilevanza nelle imprese alberghiere e nei villaggi turistici, mentre si presenta più contenuta, rispetto allo stock di occupazione stabile, nel comparto della ristorazione. Il 22,5% delle richieste di assunzioni avviene con contratti di lavoro part time, la cui diffusione in molte aree rappresenta un importante fattore di regolazione del mercato del lavoro. Il comparto più propenso all’assunzione di personale part time è la ristorazione. 1.1.1 Il turismo nel comune di Codroipo (UD) Il comune di Codroipo ha una popolazione residente di 14.421 abitanti che, sommata a quella dei comuni limitrofi, fa sì che nel raggio di 30 chilometri graviti una popolazione complessiva pari a 69.732 abitanti. 18 Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture Dalla classificazione ISTAT emerge che tutti i 20 comuni interessati non presentano una vocazione prevalente (sono tutti comuni “non altrimenti classificati”). Tab. 2 I Comuni ubicati nel raggio di 30 Km al Comune di Codroipo e relativa popolazione residente al 2006. N.progressivo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Comune Distanza KM Camino al Tagliamento (UD) 5,6 Sedegliano (UD) 6,3 Varmo (UD) 7,7 Bertiolo (UD) 7,8 Rivignano (UD) 10,6 Flaibano (UD) 10,9 Mereto di Tomba (UD) 11,9 Morsano al Tagliamento (PN) 12,1 Valvasone (PN) 13,6 Teor (UD) 13,6 San Martino al Tagliamento (PN) 14,2 Dignano (UD) 14,5 San Vito al Tagliamento (PN) 14,8 Basiliano (UD) 14,9 Talmassons (UD) 14,9 Coseano (UD) 15,5 San Giorgio della Richinvelda (PN) 15,8 Casarsa della Delizia (PN) 15,9 Arzene (PN) 16,1 Ronchis (UD) 16,5 Totale Residenti Pop. Residente 1.632 3.852 2.892 2.542 4.015 1.183 2.697 2.762 1.936 1.996 1.336 2.326 13.316 4.894 4.114 2.214 4.316 8.135 1.608 1.966 69.732 Fonte: Ns elaborazione su dati ISTAT 1.2 La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera Nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi riportati nella tabella 2, nel 2006, sono stati censiti 16 esercizi alberghieri di cui il 56,3% appartenente alla categoria “3 stelle”. Non sono presenti strutture a 4 e 5 stelle e ciò comporta l’assenza di un’offerta alberghiera per una clientela qualificata. Riguardo l’offerta extra-alberghiera, operano 23 esercizi complementari. La ricettività extra-alberghiera, è composta prevalentemente da “Alloggi agro-turistici e Country-Houses” (43,5%). Tab. 3 Offerta alberghiera nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi. Val assoluti e distrib. %, anno 2006. 1 stella Valori e Distrib. Esercizi Letti Ass. 3 55 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT 2 stelle % 18,75 9,8 Ass. 4 135 3 stelle % 25,0 24,0 Ass. 9 372 % 56,3 66,2 Tot Alberghi Ass. % 16 100,0 562 100,0 Best practices Graf. 1 19 Distr. % dell’offerta alberghiera nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi. Anno 2006 66,2 3 STELLA 56,3 24,0 2 STELLA 25,0 9,8 1 STELLA 18,8 Numero Esercizi Numero Letti Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT Tab. 4 Offerta extraalberghiera nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi. Val assoluti e distr. %, anno 2006. Alloggi in affitto Valori e Distrib. Esercizi Letti Ass. 7 61 % 30,4 23,4 Alloggi agroturistici e CountryHouses Ass. % 10 43,5 174 66,7 Bed & Breakfast (B&B) Ass. 6 26 % 26,1 10,0 Totale esercizi complem. e B&B Ass. 23 261 % 100,0 100,0 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT Il comune di Codroipo e i comuni limitrofi, hanno una dotazione di strutture extralberghiere pari a 23 esercizi e 261 posti letto fra le quali prevalgono quelle appartenenti agli alloggi agri-turistici e country houses. 20 Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture Graf. 2 Distr. % dell’offerta extraalberghiera nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi. Anno 2006 10,0 Bed & Breakfast 26,1 66,7 Alloggi agro-turistici e Country-Houses 43,5 23,4 Alloggi in affitto 30,4 Esercizi Letti Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT 1.3 Le vie di accesso a Villa Manin 1 Villa Manin è facilmente raggiungibile con ogni mezzo di trasporto; auto, treno, autobus e aereo. La struttura risulta essere ben collegata sia alla rete autostradale sia a quella ferroviaria, che, in pochi minuti permettono all’ospite di raggiungere il sito. Ben collegata anche con gli aeroporti e il porto, per i quali si impiega meno di un’ora. Di seguito sono descritti in dettaglio le modalità di accesso al complesso monumentale. - In auto. Dal casello Udine Nord dell’autostrada A23 (PalmanovaUdine-Tarvisio) al comune di Codroipo si impiegano mediamente 20 minuti per una distanza di 27 km. - In treno. Dalla stazione di Codroipo, posta lungo la tratta ferroviaria Udine-Pordenone-Treviso-Venezia, si impiegano mediamente 3 minuti e per una distanza di 3,8 Km. La Stazione è dotata di collegamenti in autobus o in taxi per raggiungere Villa Manin. 1 Le informazione relative alle modalità di accesso e ai tempi di percorrenza sono tratte dal sito http://www.museifriuliveneziagiulia.it/come_arrivare. Best practices - - - 21 In autobus. La fermata di Codroipo-Passariano consente collegamenti con Villa Manin (km: 0,2) nonché collegamenti extraurbani con Udine, Trieste, Aeroporto Friuli Venezia Giulia. In aereo. Dall’aeroporto Friuli Venezia Giulia (via Aquileia, Ronchi dei Legionari - GO) collegamenti per Codroipo in autobus extraurbano, in treno (staz. FS Monfalcone), in taxi, in auto. Dall’aeroporto Marco Polo di Venezia (v.le Galilei, Tessera - VE) collegamenti per Codroipo in autobus extraurbano, in treno (staz. FS Venezia - Mestre), in taxi, in auto. Distanza in km: 45,8 (da Ronchi dei Legionari) – 90,1 (da Tessera) - Tempo medio di percorrenza: 30 min (da Ronchi dei Legionari) – 52 min (da Tessera). In nave. Dal porto di Trieste (Punto Franco Vecchio) collegamenti in treno (stazione FS Trieste Centrale), autobus extraurbano e taxi (p.za della Libertà) oppure in auto. La distanza è di 79 km e il tempo medio di percorrenza è di 51 minuti Best practices II 23 Il turismo in Toscana e nella provincia di Siena La Toscana è la regione centroitaliana più a nord della penisola. La sua posizione baricentrica tra il mar Tirreno, la Pianura Padana e l’Appennino, ne fa una meta turistica ricca ed interessante per tutte le esigenze di viaggio e di vacanza, anche perché sul suo territorio vi sono alcune tra le città d’arte più famose del mondo. I dati turistici disponibili riguardano il 2006. La maggior parte di essi è tratta dalle statistiche del Sistema Statistico della Regione Toscana. Di seguito, sono riportati dei dati riguardanti alcuni indicatori turistici, che mostrano le analisi rispetto alla struttura dell’offerta ricettiva per tipologia di esercizio ricettivo. Le variabili prese in considerazione riguardano il numero di esercizi, il numero delle camere, i posti letto, i bagni, la percentuale di posti letto, la dimensione media ed il numero di bagni su 100 camere. La tabella mostra tali dati, in considerazione dei diversi tipi di turismo presenti nella regione; in particolare il turismo d’arte e d’affari, il turismo di montagna, il turismo lacuale, balneare, termale, di campagna e collina, il turismo religioso e la categoria “altro interesse”. Gli esercizi sono suddivisi in due macro-categorie: esercizi alberghieri ed esercizi extralberghieri. Della prima categoria fanno parte i dati relativi ai diversi livelli alberghieri, cioè la suddivisione per numero di stelle; nella seconda rientrano Campeggi e V.T. Affittacamere e C.A.V. Alloggi agrituristici, Altri Esercizi. Analizzando i dati, si può rilevare che, rispetto al turismo d’arte e d’affari, il numero di esercizi extralberghieri preposti all’ospitalità è nettamente superiore a quello degli alberghi. Tale superiorità si riscontra anche nelle altre variabili, ad esclusione della dimensione media della struttura e del numero di bagni in rapporto alle camere. Questo primo dato dimostra che, per quanto riguarda i viaggi d’affari o la visita a città d’arte, ad esempio, si tiene in considerazione l’atteggiamento del turista che sembra essere maggiormente orientato verso strutture non alberghiere, come le camere in fitto presso privati. Inoltre, il dato può essere giustificato da diversi motivi; anzitutto il prezzo che, in tali strutture è decisamente più contenuto rispetto agli alberghi, anche perché la Toscana è una regione altamente presa di mira dai turisti per la ricchezza del suo territorio e la sua fama internazionale. Una seconda ragione potrebbe essere legata alla consuetudine in base alla quale, soprattutto le persone che viaggiano per 24 Il turismo in Toscana e nella provincia di Siena affari tendono a ritornare più volte nello stesso posto, avendo l’occasione di crearsi una rete di relazioni informali che permettono loro di trovare soluzioni d’alloggio alternative all’hotel. Un terzo motivo potrebbe essere legato al mezzo telematico, per cui crescono le offerte di posti letto presso privati, consultabili via internet anche da turisti stranieri interessati a visitare soprattutto il patrimonio artistico. Un ultimo elemento, da non sottovalutare, è la crisi in cui versa il nostro Paese negli ultimi anni. Tale situazione ha, infatti, portato alla crescita del numero di persone che affittano stanze all’interno delle loro stesse abitazioni per poter usufruire di una fonte di guadagno ulteriore. Per quanto riguarda il turismo di montagna, si confermano i dati del turismo d’arte, eccetto per la variabile del numero di bagni ogni 100 camere, che è superiore negli alloggi non alberghieri. Ciò può essere giustificato dal fatto che tali strutture sono messe a disposizione per turisti “di passaggio” che non necessariamente si fermano a dormire, sostando nelle baite o nei rifugi solo durante le ore diurne. I dati sul turismo lacuale dimostrano che ci sono meno strutture preposte all’accoglienza di turisti con questo tipo di esigenze. Il maggior numero di strutture, sia alberghiere sia extralberghiere si riferisce al turismo balneare. Per quanto riguarda il turismo termale, l’offerta di strutture ricettive è maggiore nel caso degli alberghi, essendo una tipologia di attività spesso legata agli hotels. Molto diversa è la situazione se si considera il turismo collinare e di campagna, in cui il numero degli alberghi è basso e prevale la presenza di strutture extralberghiere, preposte ad un’accoglienza più informale. Il turismo religioso è anche molto diffuso in Toscana, a causa dei numerosi edifici di culto e/o religiosi presenti sul territorio. Le strutture preposte all’accoglienza del turismo religioso sono prevalentemente extralberghiere, perché comprendono l’ospitalità di strutture religiose che non possono includersi nella categoria degli alberghi. 2.1 Il turismo nel comune di Siena La Certosa di Pontignano ricade in un’area a forte richiamo storico e artistico. Anche per la Certosa di Siena, analogamente a quanto visto per il Complesso monumentale di Santa Sofia a Salerno, l’analisi dell’offerta turistica è stata focalizzata sul comune di Siena avendo una vocazione turistica prevalente. Best practices Tab. 5 Offerta alberghiera nel Comune di Siena. Val. assoluti e distr. %, anno 2006. 1 Stella Valori e Distrib. Eserciz Letti 25 2 Stelle 3 Stelle 4 Stelle Ass. % Ass. % Ass. % Ass. % 4 175 6,9 4,3 10 297 17,2 7,3 30 1.521 51,7 37,2 13 1.946 22,4 47,6 5 Stelle e 5 Stelle Lusso Ass. % 1 148 1,7 3,6 Totale Alberghi Ass. % 58 4.087 100,0 100,0 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT L’offerta alberghiera pur essendo diversificata, è concentrata nella fascia che comprende le strutture a tre e quattro stelle. Graf. 3 Offerta alberghiera nel Comune di Siena. Distr. % Anno 2006. 5 Stelle e 5 Stelle Lusso 3,6 1,7 47,6 4 Stelle 22,4 37,2 3 Stelle + RTA 51,7 7,3 2 Stelle 17,2 4,3 1 Stella 6,9 Esercizi Letti Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT Tab. 6 Offerta extralberghiera nel Comune di Siena. Val. assoluti e distr. %, anno 2006. Campeggi e Villaggi turistici Valori e Distrib. Esercizi Letti Ass. 1 800 % 0,5 23,9 Alloggi in affitto Ass. 173 1.842 % 78,3 55,1 Alloggi agro-turistici e Country-Houses Ass. % 38 17,2 373 11,2 Totale esercizi complem. Ass: 212 3.015 % 100 100 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT L’offerta extralberghiera è variegata. Gli alloggi in affitto prevalgono su tutte le altre tipologie, sia come numero degli esercizi che come totali posti letto offerti seguiti dagli alloggi agrituristici e le country-houses. 26 Il turismo in Toscana e nella provincia di Siena Graf. 4 Offerta extralberghiera nel comune di Siena. Distr. % Anno 2006. Case per ferie Ostelli per la Gioventù 6,8 3,6 3,0 0,5 11,2 Alloggi agro-turistici e Country-Houses 17,2 55,1 Alloggi in affitto Campeggi e Villaggi turistici 78,3 23,9 0,5 Esercizi Letti Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT 2.2 Le vie di accesso alla Certosa di Pontignano La Certosa di Pontignano è collegata sia alla rete stradale sia a quella ferroviaria. Tutte le vie d’accesso rendono il viaggio gradevole poiché attraversano la campagna senese. In Treno/Bus/Taxi. La Certosa di Pontignano dista circa 12 km. dalla stazione ferroviaria di Siena. Un servizio di autobus collega la stazione alla Certosa, ogni domenica ma solo alle 14,30 ed alle 19,30. Oltre all'autobus, è possibile arrivare a Pontignano in taxi: grazie ad una convenzione tra Università e taxisti, se si è almeno in 4 persone, è previsto uno sconto. In Auto. Provenendo da sud, la Certosa si raggiunge uscendo dall'autostrada A1 Roma-Firenze al casello Valdichiana e proseguendo verso Siena, quindi in direzione Siena-stazione ferroviaria. Si raggiunge una rotatoria e si volta a destra seguendo la direzione Montevarchi; percorsi circa 8 chilometri, in località Ponte a Bozzone, si gira a sinistra seguendo l'indicazione Certosa di Pontignano (la Certosa dista da Roma 220 km.). Provenendo da nord, sull'autostrada A1 (Milano-Roma), uscire a Firenze Certosa e prendere la superstrada Firenze-Siena. Uscire a Siena nord e dirigersi verso Siena-stazione ferroviaria; superata la stazione si raggiunge una rotatoria e si volta a sinistra seguendo la direzione Best practices 27 Montevarchi. Percorsi circa 8 chilometri, in località Ponte a Bozzone, si gira a sinistra seguendo l'indicazione Certosa di Pontignano (da Firenze la Certosa dista 62 km). In Aereo. L’aeroporto sorge nel mezzo della pittoresca campagna senese. All’arrivo è disponibile un servizio taxi 24h/24h che consente spostamenti su tutto il territorio senese. Best practices III 29 Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno La Campania si presenta come una regione dalle infinite attrattive, in tutti i comparti turistici. Il paesaggio è ricco di risorse e bellezze naturali, archeologiche, storiche e monumentali, conosciute e fruite già in epoca dell’epoca classica, come Capri, Ercolano, Pompei, Napoli, ma esse costituiscono altresì solo un anticipo della varietà che offrono le coste, con la penisola sorrentina e lo splendido scenario dell’arcipelago campano, i primitivi borghi marinari di Camerota ed Ascea, l’effervescenza delle località marine famose nella storia come Positano e la splendida Ischia, l’isola per eccellenza della bellezza e della salute, con i suoi rinomati centri termali. A proposito del turismo termale, se Ischia, con i suoi 29 bacini termali, 67 fumarole e 103 sorgenti si candida a capitale europea delle vacanze della salute, non sono da meno altre località quali Agnano e Baia, in provincia di Napoli; Castellammare di Stabia e Scrajo in prossimità di Sorrento; le antiche terme di San Teodoro, nell’Avellinese e quelle di Roccamonfina, nel Casertano. E se il litorale offre scenari fiabeschi, non è da meno l’interno dove lo spettacolo terrifico del cono vesuviano fa da contrappunto alle zone pianeggianti della valle del Sele e del Nocerino-Sarnese, dove estesi frutteti, orti e masserie forniscono prodotti di assoluta eccellenza (pomodori San Marzano, i fichi di Caserta, mele annurche, nocciole di Benevento, mozzarella di bufala del Volturno, diverse etichette di ottimi vini contraddistinti da marchi di qualità) nel vastissimo panorama della produzione agro-alimentare. Senza tralasciare la pizza, piatto simbolo della napoletanità tanto da meritare il marchio STG (specialità tradizionale garantita) insieme al “letterario e teatrale” ragù di eduardiana memoria; la ricca messe dei prodotti di alta pasticceria, patrimonio storico del fastoso regno delle Due Sicilie, dove spiccano pastiera, struffoli, roccocò, delizie al limone – queste di pertinenza della tradizione amalfitana – che ben si accompagnano al delizioso infuso dello Strega, orgoglio dell’azienda Alberti e della produzione liquoristica beneventana. Dalle bellezze e dalle bontà della tavola alle bellezze artistiche ed architettoniche, il passo può essere breve, ed anche qui la Campania sorprende per la sua ricchezza. Sono senz’altro da ricordare il suggestivo Castel dell’Ovo, i vicoli struggenti dei Quartieri Spagnoli e del borgo 30 Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno luciano, l’elegante panorama di Chiaia e Posillipo, la preziosità del Museo di San Martino, custode geloso di raffinate ceramiche, per limitarci al capoluogo. E come non parlare della sontuosa reggia di Caserta, dell’imponente anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere, delle vestigia impareggiabili di Ercolano, Pompei, Paestum giusto per citare tre dei tanti luoghi che i turisti di ogni parte del mondo invidiano alla regione ed all’Italia intera. Nella terra del sole per antonomasia, anche la religiosità traccia percorsi coinvolgenti, assolutamente degni di essere conosciuti; basti pensare al culto di San Gennaro e alla vastità ed alla ricchezza del suo favoloso tesoro, all’altrettanto fastosa devozione tributata alla Madonna di Pompei e a quella di Montevergine; Verso l’interno, in territorio sannita, spicca umile e affascinante, nella sua semplicità, la cittadella di Pietrelcina, che ha visto nascere San Pio, mentre di incroci di culture e di arti parlano le straordinarie basiliche di Ravello e di Sorrento. Nella sua vastità territoriale, la provincia di Salerno riassume e racchiude in sé la varietà di tutta la regione. Con la sua morfologia, la natura, l’ambiente e la cultura caratteristici, quello salernitano si offre ai turisti come un territorio variegato, denso di attrattive che spaziano dall’archeologia all’architettura, dalla storia alle risorse naturalistiche, dall’enogastronomia di eccellenza, ai siti termali, all’artigianato ricco di tradizioni ultracentenarie. Basti pensare alla straordinaria identità che racchiudono le vestigia di Paestum, Fratte e Velia, per il settore archeologico; all’antichissimo presidio culturale della Scuola Medica Salernitana, il più antico del Paese da cui hanno preso le mosse, successivamente, tutte le altre istituzioni universitarie; alle Terme di Montesano sulla Marcellana e di Contursi, ubicate nella Valle del Sele, poli d’attrazione del turismo termale; alla straordinaria ricchezza dei prodotti agroalimentari che hanno come vessilli i pomodori San Marzano la mozzarela di bufala, a cui fanno da degno contorno il fragrante limone d’Amalfi, i gustosi fagioli bianchi di Controne e le sapidi alici di Cetara o le eccezionali alici menaiche, pescate con la rete tradizionale locale da cui prendono nome e che rientrano tra le specialità del Parco del Cilento e del Vallo di Diano. A tal proposito, vale la pena di ricordare che il Parco con la sua estensione che oltrepassa i 178 mila ettari, è il parco più grande della regione, è inserito nella rete delle Riserve della Biosfera dell’Unesco ed è candidato ad essere immesso nell’elenco del patrimonio mondiale Unesco insieme alle sopravvivenze archeologie di Paestum e Velia, come raro esemplare di parco in cui significativo è l’intreccio del patrimonio naturalistico e di quello creato dall’uomo. Sempre nella provincia di Salerno, il monte Cervati (1898 m.), svetta come la cima più alta della Best practices 31 Campania. In definitiva, le risorse turistiche, molte delle quali davvero eccellenti ci sono tutte per fare del turismo la principale attività dell’economia del luogo. Ed è proprio in questa direzione che stanno decisamente puntando le istituzioni locali e gli amministratori. La Camera di Commercio di Salerno, nella relazione della 5a Giornata dell’economia del 2007 – e con i dati dello studio effettuato da UnionCamere ed Isnart: Osservatorio Nazionale sul Turismo Italiano: ”L’impatto economico del turismo in Italia” del 2006 - afferma che il turismo “sta rivelandosi sempre più un motore potente dell’economia provinciale”. Gli ultimi dati dell’Isnart riferiscono di percentuali di crescita interessanti e superiori alla media regionale. Per un esempio valga il numero delle presenze negli esercizi ricettivi che per gli italiani si attesta a 5.140.758 unità e per gli stranieri a 2.471.731 per un totale di 9.559.209 unità. Il numero rispettabile di turisti è motivato, al primo posto, dalla bellezza dei luoghi, anche se non mancano altre ragioni, tra cui il luogo ideale per riposarsi, la possibilità di essere ospite da parenti e amici, la ricchezza del patrimonio artistico e monumentale, la varietà dei prodotti eno-gastronomici, la conoscenza di usi e costumi locali. Lo studio, inoltre, traccia un profilo dei turisti che, nella maggior parte dei casi, sono famiglie e coppie. La provenienza dei clienti è per la maggior parte italiana, dato che rispecchia anche l’andamento regionale. Un altro elemento interessante è dato dalle prenotazioni on line sempre più frequenti; elemento che induce a tenere conto anche di eventuali promozioni che privilegino i mezzi informatici. 3.1 Il turismo nel comune di Salerno Il complesso di Santa Sofia gravita sulla città di Salerno che conta 2 138.188 residenti. La classificazione proposta dall’Istat evidenzia una vocazione turistica prevalentemente balneare. La città di Salerno, per attrattività e numero di residenti, ha un richiamo turistico indipendente da quello dei comuni limitrofi per cui, nell’analisi proposta non è stata considerata l’offerta alberghiera ed extralberghiera delle località circostanti. 2 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT 32 Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno 3.2 La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera Tab. 7 Offerta alberghiera nel comune di Salerno. Val assoluti e distrib. %, anno 2006. 1 Stella Valori e Distrib. Esercizi Letti .Ass. 4 86 2 Stella % 26,7 8,8 Ass. 1 26 % 6,7 2,7 3 Stella Ass. 7 388 4 Stella % 46,7 39,7 .Ass. 3 478 % 20,0 48,9 Tot. Eser Alberghieri Ass. % 15 100,0 978 100,0 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT L’offerta alberghiera nel comune di Salerno è concentrata fra le strutture a tre e quattro stelle. Sono assenti esercizi a 5 stelle. Graf. 5 Distr. % dell’offerta alberghiera nel comune di Salerno. Anno 2006. 48,9 4 Stella 20,0 39,7 3 Stella 2 Stella 1 Stella 46,7 2,7 6,7 8,8 26,7 Nunero Esercizi Numero Letti Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT Tab. 8 Offerta extralberghiera nel comune di Salerno. Val assoluti e distr. %, anno 2006. Alloggi in affitto (b) Valori e Distrib. Esercizi Letti Ostelli per la Gioventù Ass. % Ass. % 1 11 9,1 5,3 2 160 18,2 77,7 Bed & Breakfast (B&B) Ass. % 8 35 72,7 17,0 Tot. esercizi complementari e B&B Ass. % 11 206 100,0 100,0 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT Dalla Tabella 8 e dal grafico che segue è evidente che l’offerta extralberghiera nel comune di Salerno conta una buona percentuale di Best practices 33 B&B mentre i posti letto sono concentrati nei due ostelli per la gioventù di cui è dotato il territorio cittadino. Graf. 6 Distr. % dell’offerta extaralberghiera nel comune di Salerno. Anno 2006 17,0 Bed & Breakfast 72,7 77,7 Ostelli per la Gioventù 18,2 5,3 Alloggi in affitto (b) 9,1 Nunero Esercizi Numero Letti Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT 3 3.3 Le vie di accesso al Complesso di Santa Sofia Il Complesso di Santa Sofia può essere agevolmente raggiunto sia dalla rete autostradale, sia da quella ferroviaria che marittima. L’imminente apertura dell’aeroporto di Pontecagnano rappresenterà un ulteriore importante strumento di collegamento nazionale ed internazionale che, insieme all’aeroporto di Napoli, consentirà di ampliare l’accessibilità al sito. - In auto. da Nord A1 Napoli – Salerno: uscita Vietri sul Mare o Salerno A30 Caserta – Roma: uscita Fratte/Salerno centro. Da Sud : A3 Salerno-Reggio Calabria: uscita Fratte/Salerno centro. A3 Salerno Reggio Calabria: uscita Pontecagnano direzione Fratte/Tangenziale: uscite da Zona Industriale fino a Fratte - In Autobus da Napoli Capodichino a Salerno: quattro corse giornaliere (due antimeridiane, due pomeridiane); da Salerno a Napoli 3 Le informazione relative alle modalità di accesso e ai tempi di percorrenza sono tratte dal sito http://www.comune.salerno.it. 34 Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno Capodichino: quattro corse giornaliere (due antimeridiane, due pomeridiane); - In treno. Stazione Ferroviaria di Salerno. - In aereo. Aeroporto Internazionale di Napoli - distanza da Salerno km 56. - In nave. Collegamenti giornalieri dal Porto di Salerno con Messina, Catania, Palermo, Olbia, Tunisi, Malta e Valencia. La città di Salerno ha sviluppato negli anni un imponente traffico crocieristico che la collegano con i maggiori porti internazionali. Best practices IV 35 Il turismo in Calabria e in provincia di Cosenza La Calabria, a somiglianza della Campania, è terra di infinite risorse ed attrattive. La natura e l’ambiente (oltre settecento chilometri di coste variegate, cui si contrappongono montagne diverse tra loro – il massiccio verdissimo della Sila, le rocce dolomitiche del Pollino, l’Aspromonte brullo e secco) formano talvolta un unicum con la Catena costiera appenninica. Nelle province di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia, i monti si alternano ai colli coltivati fino ad alte quote, dove vigne ed uliveti disegnano antiche e preziose geometrie agricole. Parchi e riserve naturali conservano decine di specie endemiche faunistiche e floreali. Il Parco della Sila, (CS-CZ); quello del Pollino diviso tra Calabria e Lucania; quello dell’Aspromonte di esclusiva pertinenza reggina; la riserva marina di Isola Capo Rizzuto, (KR); il Parco delle Serre (VV); la riserva della foce del Crati e del bacino di Tarsia (CS), testimoniano un’attenzione ritrovata nei confronti della natura e dell’ambiente ed anche di un potenziale turismo naturalistico che aspetta di decollare degnamente e rappresentare un comparto di rispetto nell’economia regionale. Così accade ad altri settori, come l’agroalimentare e l’artigianato, i cui prodotti sono impreziositi da una tradizione centenaria. Basta citare tutte le varietà del pane, i salumi suini che sono tutelati da quattro dop, i vini pregiati tra cui spiccano il Cirò e il Melissa, che la tradizione mitologica vuole essere offerti in dono agli atleti olimpionici della Magna Grecia e poi una serie di eccellenze autoctone come il cedro e i suoi derivati, i clementine (mandarini senza semi) e la liquirizia, il bergamotto ancora utilizzato nell’industria profumiera, il famigerato peperoncino, vessillo dell’identità calabrese, le sapide patate silane e i dolcissimi fichi dottati del Cosentino per avere un’idea dell’ingente patrimonio eno-gastronomico che aspetta di essere completamente e sapientemente utilizzato per le analoghe forme di turismo. Non è da meno l’artigianato con i suoi preziosi manufatti della lavorazione lignea e ceramistica, i magnifici tessuti della tradizione silana e grecanica (nella zona aspromontana) la ritrovata tradizione della lavorazione delle fibre naturali, soprattutto ginestra, o l’antica arte ferrara che confeziona “gioielli” di ferro battuto. E non mancano località termali, ricche di acque dalle esclusive proprietà terapeutiche come le Terme Sibarite a Cassano allo Jonio, le Terme Luigiane a Guardia Piemontese, le 36 Il turismo in Calabria e nella provincia di Cosenza stazioni termali di Spezzano Albanese e Cerchiara di Calabria (CS); quelle di Caronte, a Lamezia (CZ); le Terme di Galatro ed Antonimia (RC). Sono presenti anche stazioni sciistiche nelle località montane di tutte le province, centri di diving nelle località marine che coltivano una fetta ancora piccola del turismo sportivo-naturalistico.Per non parlare del ricchissimo e spesso negletto patrimonio archeologico, storico-artistico, architettonico e museale. Risorse in abbondanza, dunque, che aspettano però di essere trasformate in prodotti, capaci cioè di creare economia e produrre reddito. Nel 2007, secondo il settimo rapporto redatto dall’Osservatorio turistico della Regione Calabria, gli esperti segnalano che “secondo i TO italiani, negli ultimi due anni (la Calabria) è stata una destinazione relativamente stabile e presenta buone prospettive per il futuro”. Malgrado ciò, “il turismo in Calabria non viene vissuto come un’industria nè come sistema, ma come un’iniziativa <<straniera>> nel territorio che opera a comparti stagni”. Nel 2006, in Calabra si è registrata la presenza di circa 8 milioni di persone, di cui solo il 16% proveniente dall’estero. La forma di turismo più diffusa, nonostante le risorse prima elencate, è stata e continua ad essere quella balneare e tale dato viene confermato dalla richiesta e dall’organizzazione di viaggi che riguardano principalmente le località marine; sono considerate, ancora, forme di turismo secondarie la cultura, i luoghi e i percorsi religiosi, l’enogastronomia, malgrado quest’ultima sia additata come uno degli aspetti migliori della regione. Sempre secondo tale rapporto, “la concentrazione delle vacanze del turismo regionale, con riferimento ai due mesi centrali del periodo estivo, è la più elevata d’Italia…”. Da molto tempo, con un termine tecnicamente poco appropriato ma alquanto efficace si parla di destagionalizzazione ed alcuni esperimenti condotti soprattutto nella provincia di Vibo Valentia e Reggio Calabria sono stati salutati da un discreto successo. Negli ultimi tre anni, riferisce l’Osservatorio, 70 mila stranieri sono stati ospitati durante il periodo invernale nelle strutture vibonesi, a dimostrazione che “allungare” la stagione si può e che solo nell’immaginario collettivo degli stessi calabresi, la regione può offrire il turismo balneare, mentre gli ospiti stranieri sanno apprezzare anche altri tipi di offerte turistiche. Per quanto riguarda i trasporti, un dato incoraggiante, riferito al decennio 1996-2006, viene dall’incremento dei voli e dei passeggeri. Nel complesso, è stato registrato un aumento del 137% per i passeggeri e del 101 % per i voli mentre l’aeroporto di Crotone è stato quello che ha avuto le maggiori variazioni percentuali. Per valutare l’importanza economica del settore turistico nella regione, è utile sapere che la spesa turistica degli stranieri in Calabria, nell’anno 2005 è Best practices 37 stata di 213 milioni, a fronte dei 1.872 milioni spesi dagli italiani, per un totale di 2.085 milioni (elaborazione dell’Osservatorio su dati Irpet). In un raffronto su base nazionale, tale cifra rappresenta il 3,5% dei quasi 60 mila milioni di euro spesi in Italia. Le presenze straniere, al primo posto i tedeschi, secondo i TO nazionali, sono destinati a diminuire (tedeschi ed inglesi) mentre potrebbero subire degli aumenti quelli francesi, molto più attratti dal turismo culturale che da quello balneare. Nel complesso, comunque, la Calabria viene percepita come una regione bella ed interessante da un punto di vista naturalistico ed ambientale; accogliente ed ospitale, da un punto di vista umano; dalle numerose potenzialità, a cui fanno ancora difetto, l’alta professionalità nelle strutture ricettive, soprattutto in ordine alla conoscenza delle lingue straniere, la continuità del servizio e dell’alta qualità in ogni periodo dell’anno. Per quanto riguarda la provincia di Cosenza, nel cui territorio insiste la struttura del Castello Ducale, c’è da rilevare che essa è la più estesa della Calabria, presenta delle varietà paesaggistiche, naturali, storiche ed economiche notevoli rispetto alle altre province e la sua collocazione geografica, la pone come territorio privilegiato di sosta e di transito per i viaggiatori che vogliono raggiungere le altre province o la Sicilia. Sempre secondo il rapporto 2007 dell’Osservatorio turistico regionale, essa “resta al primo posto per numero di strutture ricettive (41%) e di posti letto (38%)” ed è stata la prima ad adottare e mettere in atto un Sistema Turistico Locale, attraverso il PIT dell’Alto Tirreno Cosentino. Per quanto riguarda le attività produttive correlate al turismo, c’è da sottolineare che il settore dell’agro-alimentare – oltre quello ittico e conserviero - costituisce un punto di forza nell’economia locale. La Sibaritide, macrozona entro cui gravita anche Corigliano, sede del Castello ducale, è uno dei poli di eccellenza nel settore. Aziende agricole produttrici di agrumi, soprattutto i famosi mandarini clementine, insieme ad aranci ed una discreta produzione di pompelmi; vasti terreni olivetati ed altri adibiti, dopo decenni di abbandono, nuovamente a risaie, che alimentano una fiorente industria di trasformazione, aziende di allevamento, tra cui una di mozzarelle di bufala, una modernissima impresa che si occupa di colture idroponiche, costituiscono un tessuto produttivo di tutto rispetto che paga lo scotto di trovarsi in una regione dall’economia che si sviluppa a macchia di leopardo. Nel territorio sono presenti strutture ricettive – hotel, residence, B&B, agriturismo, per un totale di 20 esercizi e di 4243 posti letto – a cui si aggiungono alcuni lidi balneari, moltissime attività di ristorazione, mercati rionali, sagre e fiere in ogni stagione che vivacizzano l’economia locale. In particolare, Corigliano Calabro è uno dei comuni 38 Il turismo in Calabria e nella provincia di Cosenza che ha aderito al percorso eno-gastronomico denominato “La Strada dei Sapori della Sibaritide” imperniato prevalentemente sulla produzione della liquirizia e dei clementini. Degna di nota è l’attività del porto di Marina di Schiavonea, frazione di Corigliano, unico nella zona a svolgere attività di pesca e di commercio e che, per le sue dimensioni e la sua posizione, si candida a diventare anche un porto turistico. La flotta è costituita da 45 pescherecci e altre 90 imbarcazioni che si dedicano alla pesca artigianale; nel periodo invernale sono loro a pescare il novellame che un’antica tradizione conserviera calabrese trasforma nel famoso “caviale dei poveri” e che rappresenta per l’economia locale un mezzo importante di sostentamento. Il porto è anche sede di un mercato ittico, senz’altro il più importante della provincia cosentina. Corigliano Calabro ha aderito al Consorzio Calabria Giubileo 2000, organizzatore dell’itinerario dei santuari mariani, che dovrebbe essere valorizzato e sostenuto nella futura programmazione turistica regionale e ha in progetto di costituire uno degli itinerari privilegiati del settore turistico religioso; il Comune è anche interessato dal progetto interregionale “I sentieri della fede”, progetto che coinvolge Lazio, Umbria, Molise, Abruzzo e Calabria e il cui obiettivo è quello di “promuovere e potenziare l’offerta dell’itinerario turistico-religiosi e naturalistico delle regioni interessate. 4.1 Il turismo nel comune di Noiorigliano Il comune di Corigliano Calabro, in cui è ubicato il Castello Ducale, ha una popolazione residente di 38.241 abitanti che, sommata a quella dei 4 comuni limitrofi, ha una popolazione complessiva pari a 132.034 ; unità che, secondo la classificazione Istat per tipo di località turistica, ne fanno 5 prevalentemente “comuni n.a.c” (61,9% ) mentre il 28,6% di essi sono località marine e il 9,5% sono località montane. Anche per l’analisi del Castello Ducale sono stati considerati i 20 comuni ubicati nelle immediate vicinanze (entro 30 chilometri). 4 Fonte: Ns elaborazione su dati ISTAT 5 Comuni non altrimenti classificati. Best practices Tab. 9 39 I Comuni ubicati nel raggio di 30 Km al Comune di Corigliano Calabro e relativa popolazione residente al 2006 N.progressivo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Comune San Giorgio Albanese (CS) Vaccarizzo Albanese (CS) San Cosmo Albanese (CS) Rossano (CS) San Demetrio Corone (CS) Acri (CS) Longobucco (CS) Paludi (CS) Terranova da Sibari (CS) Santa Sofia D'Epiro (CS) Spezzano Albanese (CS) Cropalati (CS) San Lorenzo del Vallo (CS) Francavilla Marittima (CS) Tarsia (CS) Villapiana (CS) Bisignano (CS) Crosia (CS) Caloveto (CS) Trebisacce (CS) Distanza KM 7,3 9,5 10,9 13,2 17,6 18,4 18,7 19,6 20,9 21,6 24,3 24,7 25,7 27,2 27,5 27,7 28,4 28,5 28,6 29,4 Tot. Popolazione Residente Pop. Residente 1.709 1.326 702 35.835 3.944 21.891 4.351 1.929 5.216 3.131 7.036 1.263 3.428 3.088 2.383 4.752 10.924 8.671 1.432 9.023 132.034 Fonte: Ns elaborazione su dati ISTAT Graf. 7 Classificazione del comune di Corigliano Calabro e dei comuni limitrofi per tipo di località turistica – Valori %, Anno 2006 Località montane 9,5% Località marine 28,6% Comuni n. a. c. 61,9% Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT 4.2 La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera L’offerta alberghiera è qualificata essendo concentrata fra le strutture a tre e quattro stelle. È in questi esercizi che si trovano più del 90% dei postiletto del territorio che gravitano attorno al Castello Ducale. 40 Il turismo in Calabria e nella provincia di Cosenza Tab. 10 Offerta alberghiera nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Val assoluti e distrib. %, anno 2006. 1 Stella Valore e Distr. Esercizi Letti Ass. 11 277 % 25,6 5,5 3 Stelle 2 Stelle Ass. 8 193 % 18,6 3,8 Ass. 18 2.197 Totale Alberghi 4 Stelle % 41,9 43,4 Ass. 6 2.395 % 14,0 47,3 Ass. 43 5.062 % 100,0 100,0 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT Graf. 8 Distr. % dell’offerta alberghiera nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Anno 2006. 47,3 4 Stelle 14,0 43,4 3 Stelle +RTA 2 Stelle 1 Stella 41,9 3,8 18,6 5,5 25,6 Esercizi Letti Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT L’offerta extralberghiera è varia, ma fra tutte le tipologie spiccano i campeggi e villaggi turistici (con oltre il 90% dei posti-letto censiti). Tab. 11 Offerta extralberghiera nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Val assoluti e distr. %, anno 2006. Anno 2006. Valori e Distrib. Esercizi Letti Campeggi e Villaggi turistici Ass. % 12 18,8 8.550 91,7 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT Alloggi in affitto Ass. 5 54 % 7,8 0,6 Alloggi agro-turistici e Country-Houses Ass. % 28 43,8 403 4,3 Ostelli per la Gioventù Ass. % 1 1,6 20 0,2 Best practices 41 Tab. 11 (segue) Offerta extralberghiera nel comune di nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Val assoluti e distr. %, anno 2006. Anno 2006. Case per ferie Valori e Distrib. Esercizi Letti Ass. 1 14 Altri esercizi ricettivi % 1,6 0,2 Ass. 3 203 B&B % 4,7 2,2 Ass. 14 80 % 21,9 0,9 Totale esercizi complementari e (B&B) Ass. % 64 100,0 9.324 100,0 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT Graf. 9 Distr. % dell’offerta extralberghiera nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Anno 2006. Bed & Breakfast Altri esercizi ricettivi 0,9 21,9 2,2 4,7 Case per ferie 0,2 1,6 Ostelli per la Gioventù 0,2 1,6 Alloggi agro-turistici e Country-Houses Alloggi in affitto 4,3 43,8 0,6 Campeggi e Villaggi turistici 7,8 91,7 18,8 Esercizi Letti Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT 4.3 Le vie di accesso al Castello di Corigliano Calabro Il Castello di Corigliano risulta essere ben collegato e facilmente accessibile come si vede dalle indicazioni di seguito riportate. - In Auto. Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria: da Nord uscita Spezzano-Sibari e da Sud uscita Tarsia. Strada Statale SS 106 bis: da Taranto e da Reggio Calabria direzione Sibari. - In Autobus. I mezzi della ditta IAS Scura e della Simet collegano Corigliano con molte città italiane e con il resto d’Europa. - In Treno. Le Ferrovie dello Stato offrono collegamenti da tutta Italia per la stazione di Corigliano Calabro Scalo. 42 - - Il turismo in Calabria e nella provincia di Cosenza In Aereo. Le principali città italiane ed europee sono collegate a Corigliano Calabro con voli diretti per l’aeroporto di Crotone (90 km), Lametia Terme (160 km) e Reggio Calabria (320 km); da qui si può proseguire per Corigliano in auto, bus o treno. I voli intercontinentali atterrano a Roma Fiumicino. In nave. Si sbarca al molo del Porto di Corigliano, oggi meta di crociere italiane e internazionali. Best practices V Descrizione delle strutture 5.1 Scheda storica ed architettonica delle strutture 43 5.1.1 Villa Manin Villa Manin è una delle quattromila ville venete distribuite sul territorio del Nordest italiano. Fu costruita nel 1500 per volontà del nobile friulano Antonio Manin, rispondendo alla nuova politica della Repubblica di Venezia che, in quel periodo, mirava all’espansione anche sulla terraferma. Il complesso venne edificato inizialmente come centro produttivo di attività agricole, rappresentando una vera e propria casa padronale, motore trainante di un’azienda agricola. Successivamente, il nipote Ludovico trasformò la villa in un complesso monumentale che acquisì sempre di più le sembianze di una vera e propria reggia. Lo scopo dei Manin, infatti, era quello di creare un centro che, oltre alle necessità dell’azienda agricola, rispondesse ad una logica di rappresentanza politica, basata sull’ostentazione del lusso e della ricchezza, simboli di potere nei confronti di Venezia e del territorio circostante. La figura di Ludovico Manin rappresenta, in effetti, quella di una sorta di mecenate per lo sviluppo architettonico e stilistico del complesso, progettato personalmente insieme a Baldassarre Longhena, dopo aver attinto all’insegnamento di molti artisti del tempo. In particolare, si nota l’influenza del Palladio nello stile classico-romano della struttura e degli interni, caratterizzati dalla ripresa dell'architettura e dai motivi del teatro classico romano, storicamente all'aperto, che vengono portati all'interno di uno spazio chiuso ma al contempo aperto dalle profonde prospettive al di là dei grandi portali, in un concetto modernissimo di dinamismo spaziale. Il dinamismo è reso soprattutto dai dipinti presenti all’interno della villa. Essi rappresentano delle “finestre” su dei giardini ideali che danno profondità alle pareti delle ampie stanze e si aprono su paesaggi campestri che conferiscono colore agli interni. A dare il tocco finale alla Villa, nella prima decade del XVIII secolo, fu anche Domenico Rossi, uno dei maggiori architetti veneziani, impegnato dalla nobile famiglia Manin anche a Venezia e Udine. La Villa conobbe decenni di splendore sotto la Repubblica veneziana, fino al suo crollo, insieme a quello dell’ultimo doge Ludovico Manin. In seguito, la sorte della villa fu legata agli eventi storici del Triveneto, sotto la dominazione austriaca e napoleonica. 44 Descrizione delle strutture Napoleone Bonaparte fece di Villa Manin il suo quartier generale, oltre che la sua residenza privata. Da lì furono dirette le attività diplomatiche e militari con gli Austriaci ed i Veneziani e fu proprio a Villa Manin che, il 17 ottobre del 1797, venne firmato il Trattato di Campoformido, col quale fu sancita la fine della secolare potenza di Venezia. La Villa rappresenta un insieme di stili che si sono sovrapposti nel tempo, a seconda delle necessità di utilizzo e delle vicende storiche che ne accompagnarono lo sviluppo. Sono caratteristici del periodo barocco i laghetti e le numerose fontane, mentre richiamano lo stile ottocentesco gli spazi più riservati ed appartati, di chiara ispirazione romantica, a sottolineare il ritrovato rapporto tra l’uomo e la natura. 5.1.2 Certosa di Pontignano Intorno alla metà del 1300, i monaci certosini, seguaci di San Brunone da Colonia, fondatore dell’ordine, cominciarono ad insediarsi in Italia, eleggendo a regione prediletta la Toscana.. Qui, dunque, sorsero molte certose, di cui quella di Maggiano costituisce il primo esempio, eretta per volontà del cardinale Riccardo Petroni. Seguì la Certosa di Belriguardo, costruita anche grazie alle generose donazioni del banchiere Niccolò Cinughi e fu, quindi, la volta di quella di Pontignano, fatta erigere, nel 1341, da Bindo di Falcone, ricco commerciante senese che intratteneva relazioni d’affari col Papato. Egli, grazie ai proventi del suo commercio, avendo acquistato beni di diversa natura e terreni nel piccolo comune di Pontignano, ne fece dono al frate certosino Amerigo d’Aquitania e lo incaricò di far costruire un monastero in onore di San Pietro. Bindo da Monfalcone, in qualità di esecutore testamentale del cugino (alcune fonti affermano essere lo zio) cardinale Petroni, seguì i lavori della certosa di Maggiano, per cui, trascorsi due anni dalla richiesta, nel 1343, ottenne l’assenso vescovile di Donusdeo Malavolti affinché iniziasse la costruzione della Certosa di Pontignano. Il progetto originario prevedeva la presenza di chiesa, chiostri, celle ed edifici di servizio che potessero costituire la dimora degli ecclesiastici, dei conversi e della servitù. Il progetto grandioso e solenne, comunque, non rese, almeno in un primo momento, attraente la prospettiva di andare a vivere in quel “comunello”, considerata forse la perifericità del luogo all’epoca, per i monaci. Bindo da Monfalcone, allora, con una tattica da astuto mercante qual era, ricorse alla preziosa “mercanzia” delle indulgenze, “comprate” da Papa Clemente VI in favore dei dieci monaci che avessero scelto di recarsi, vita natural durante, ma anche post mortem a Pontignano. Prese così corpo, in campagna, ai confini degli allora stati fiorentino e senese, la Certosa di Best practices 45 Pontignano, delimitata, sul finire del secolo, da una solida cinta di mura esterne, voluta e sovvenzionata dallo Stato di Siena, a difesa delle incursioni dei soldati mercenari che, all’epoca, infestavano quei territori. Sempre nello stesso periodo, diventò priore un discepolo prediletto della Santa senese Caterina, tale Stefano Maconi. Con buona probabilità, in virtù di tale predilezione, fu proprio il priore Maconi ad ottenere, come preziosa reliquia per la Certosa, un dito della Santa che, una volta acquisito, venne conservato nella Cappella, dove il Nasini eseguì i suoi affreschi. Di gran rango, per la costruenda certosa, fu anche la protezione del potentissimo Gian Galeazzo Visconti, grazie ai meriti e ai buoni uffici di un monaco di Pontignano che aveva diretto gran parte dei lavori di costruzione della Certosa di Pavia. Malgrado le difese e le potenti protezioni, durante il conflitto che vide contrapposti gli stati di Firenze e di Siena, il sacro territorio pontignanese fu violato e la Certosa subì il saccheggio. Nel 1478, durante la congiura ordita dalla famiglia dei banchieri Pazzi ai danni dei Medici – che si concluse con la morte di Giuliano ed il destro ed avventuroso salvataggio di Lorenzo – la Certosa di Pontignano fu addirittura messa a fuoco. La ricostruzione fu immediata, ma non duratura; qualche decennio più tardi, le truppe miliziane prima tedesche e poi spagnole arrecarono nuove, devastanti rovine che, secondo la documentazione storica, causarono la distruzione totale dell’impianto originario, a seguito della quale la Certosa venne completamente ricostruita. Durante l’epoca rinascimentale, precisamente sul finire del XV secolo, la costruzione subì un positivo impulso; il chiostro si sviluppò lungo il lato maggiore della chiesa e la pianta quadrata di essa “che si presenta con cinque campate per lato e volte a vela sorrette da colonnette con capitelli ionici mostra chiari caratteri di equilibrio e sobrietà”. Altri modesti interventi furono eseguiti intorno alla fine del 1600 e, agli inizi del secolo successivo, fu eretta la Cappella di Sant’Agnese. Intorno alla fine del 1700, dopo che i monaci certosini avevano lavorato alacremente per costruire un luogo di pace, di preghiera e di bellezza, la Certosa di Pontignano fu soppressa e il luogo di culto passò sotto la giurisdizione dei monaci camaldolesi, i seguaci di San Romualdo, monaco dell’abbazia di Sant’Apollinare in Classe, di Ravenna. Ma anche questo cambio era destinato ad essere di breve durata, per effetto degli editti napoleonici che prevedevano ed attuarono la soppressione di tutti gli ordini monastici. Lo spazio religioso di Pontignano, allora, accolse la parrocchia di San Martino a Cellole; tranne la chiesa e il fabbricato destinato ad alloggio per il curato, tutte le altre costruzioni furono acquistate dalla famiglia Masotti. Da qui in poi, si 46 Descrizione delle strutture succedettero diverse proprietà; alla fine del 1800 i Masotti vendettero ai Cecchini i quali, a loro volta, passarono la proprietà ai Segardi, nel 1919. Durante i periodi bellici del primo e del secondo conflitto mondiale, Pontignano è stato un sacro rifugio per i perseguitati politici e gli ebrei. Data al 1959 l’acquisto da parte dell’Università degli Studi di Siena, che ha trasformato l’antica Certosa in residenza universitaria e ha destinato diversi ambienti alla convegnistica ed al turismo congressuale, attrezzando alcuni spazi a sale riunioni e sala da pranzo. Gli interventi di restauro, di manutenzione o addirittura di rifacimento della struttura, talvolta molto incisivi, hanno comunque mantenuto inalterata, in sostanza, l’armonica bellezza delle architetture, proiezioni materiali della fede, della castità e dell’intimo legame col sacro che accompagna la vita religiosa in genere e dei Certosini in particolare. Nel caso di Pontignano, anche la serena bellezza della campagna circostante - affrescata con i colori della macchia mediterranea, viti e olivi in particolare e che fa da specchio ad un lavoro umano continuo e rispettoso nei confronti della Natura - ha avuto un continuum all’interno della Certosa, con la realizzazione di magnifici giardini e spazi verdi, presenti e curati ancora oggi. Alle bellezze naturali, inoltre, fanno da specchio artistico le preziose ed importanti opere d’arte, che portano l’impronta degli artisti della scuola senese. Si devono al fiorentino Bernardino Barbatelli, più conosciuto come il Poccetti, varie opere tra cui due affreschi sulla vita di San Brunone e di San Pietro, le decorazioni dell’altare maggiore della chiesa, l’affresco del refettorio che illustra “l’Ultima Cena”, un altro affresco che decora una cella monacale, intitolato “Samaritano al pozzo” e la decorazione di una lunetta di porta che ritrae la morte di San Brunone. Nel Cappellone, risultante dalla ricostruzione e dall’unione di sei cappelle precedentemente divise, si attribuisce a Francesco Vanni la tela dell’altare maggiore, mentre d’impronta nasiniana (Nicola Nasini) sono le decorazioni e gli affreschi delle pareti. 5.1.3 Complesso Monumentale di Santa Sofia Pressappoco alla fine dell’anno Novecento, a Salerno venne fondato il primo convento benedettino, dedicato a Santa Sofia. I confratelli seguaci di San Benedetto da Norcia, in ossequio alla regola monastica che li vuole dediti al lavoro, alla preghiera ma anche alle fatiche dell’intelletto e dello studio, dedicarono probabilmente il loro primo spazio comunitario in terra salernitana alla figura femminile che, secondo la tradizione greca, porta il nome della Sapienza e le cui figlie Pistis, Elpis e Agape, portano il nome Best practices 47 di Fede, Speranza e Carità. Per circa due secoli, l’edificio religioso ospitò i membri dell’ordine maschile; trascorso questo tempo, l’edificio passò alle monache benedettine, seguaci della regola benedettina di Santa Scolastica, sorella di San Benedetto. Qualche secolo più tardi, intorno alla fine del 1500, il monastero cambiò ancora una volta giurisdizione ecclesiastica e venne affidato ai Padri Gesuiti - i seguaci di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù - affinché essi accogliessero i giovani da educare e crescere secondo i precetti ignaziani. Con l’editto papale di Clemente XIV che, nel 1778, ordinò la soppressione dell’ordine gesuita, l’antico monastero di Santa Sofia passò ancora una volta di mano e venne affidato ai Carmelitani, i religiosi che si rifanno all’Ordine di San Simone Stock - il religioso britannico che tradizione vuole folgorato da un’apparizione in Terra Santa, proprio sul quel Monte Carmelo dimora del profeta Elia, della Madonna del Carmelo che gli fece dono dello scapolare, indumento distintivo dell’Ordine. L’invasione ed il dominio napoleonico scrissero, per un periodo alquanto lungo, la parola fine nella storia e nella vita degli ordini religiosi e dei luoghi da essi occupati, ma per quanto riguarda Santa Sofia, la fine fu permanente, poiché sotto l’amministrazione napoleonica, l’edificio venne adibito a tribunale civile e questa destinazione durò fino al 1938, quando, con la costruzione del nuovo tribunale, la struttura finì con l’ospitare una scuola statale. Terminata la funzione didattica, il complesso di Santa Sofia - che attualmente è ubicato nel centro storico di Salerno, nella strada che porta il nome di Trotula de Ruggiero, fondatrice, come tradizione vuole, della Scuola Medica Salernitana – è stato completamente abbandonato a se stesso, per diversi decenni. E’ stata l’amministrazione comunale di Salerno che ha deciso di ridare nuova vita ed antico splendore al monumentale complesso, attingendo ai fondi Urban, grazie ai quali l’antico monastero benedettino è stato trasformato in una sede prestigiosissima di esposizioni a carattere internazionale. 5.1.4 Castello Ducale Il Castello Ducale di Corigliano Calabro – oggi popoloso centro dell’Alto Ionio cosentino, in Calabria - data come costruzione originaria alla seconda metà dell’anno Mille. Da sempre, esso domina la piana che fu scenario degli splendori della magnogreca Sybaris, porta d’ingresso dello Ionio, luogo strategico e perciò sempre ambito come territorio di conquista. Quasi certamente, l’imponente struttura si può annoverare come parte di una serie di avamposti militari e di fortificazioni, fatti 48 Descrizione delle strutture erigere dal normanno Roberto il Guiscardo per tenere sotto controllo l’estesa vallata del Crati e i territori circostanti. Costruita in origine come fortezza per l’alloggio delle truppe, nel corso dei secoli fu trasformata e ricostruita con numerosi interventi che modificarono ed estesero la struttura primitiva. Si ha notizia che il primo castellano fu Framundo, vassallo del re-condottiero normanno, sotto il cui possesso la fortezza, rispondeva essenzialmente all’esigenza di disporre di un luogo di difesa fortificato, adatto alle manovre militari e in grado di offrire riparo alle azioni belliche ed al fuoco nemico. Per tali motivi, è ragionevole supporre che il torrione principale o Mastio, esistente ancora oggi, dati a quell’epoca. I primi interventi che trasformarono la fortezza in residenza aristocratica si devono all’angioino Roberto Sanseverino, IV conte di Corigliano nel ventennio compreso tra il 1339 e il 1361. La tradizione tramanda come proprio in quest’epoca, il castello fu il luogo di nascita di Carlo d’Angiò, il futuro Carlo III di Napoli. Un altro Sanseverino, Girolamo, alla fine del 1400, perse il possedimento, tolto dal sovrano Ferrante di Aragona come provvedimento per l’implicazione del suo vassallo nella “congiura dei baroni”. In questo periodo, il castello fu amministrato e restaurato dal sovrano che, grazie al progetto di ricostruzione della primitiva struttura fortilizia, lo trasformò in guarnigione. I lavori furono affidati ad Antonio Marchesi da Settignano, discepolo di Francesco di Giorgio Martini, architetto militare del re aragonese. Nella prima metà del 1500, sotto il possesso dei conti Sanseverino, Bernardino prima e il figlio Pietro dopo, il castello venne ancor più trasformato e sistemato; furono consolidati l’abitazione, il fossato, le mura esterne, le torri e le prigioni. Nel secolo successivo, la proprietà passò dai Sanseverino alla ricca stirpe imprenditoriale dei genovesi Saluzzo. Uno di essi, Agostino II, nel 1649 fu nominato duca di Corigliano da Filippo IV, come premio per aver valorosamente combattuto a favore del re nella rivolta napoletana capeggiata da Masaniello. Tra la metà del 1600 e i primi decenni del 1700, i Saluzzo Agostino II e Agostino III intervennero sulla struttura con nuovi restauri che diedero al castello l’aspetto con cui, sostanzialmente, si presenta oggi. Il duca Agostino II fece costruire la torre ottagonale, la Cappella dedicata a Sant’Agostino, due scalinate d’accesso e il piano nobile; Agostino III procedette al rinnovo degli interni, alla decorazione di diverse stanze, all’aggiunta di una balconata esterna nella Sala del Trono, oltre al restauro di sovrastrutture e coperture. La splendida dimora, così abbellita ed efficiente in ogni sua parte, fu un degno albergo per Carlo III di Borbone che vi alloggiò nel 1735, di passaggio per raggiungere Palermo. Durante Best practices 49 il dominio napoleonico, il castello ducale fu assediato per l’ultima volta nella sua storia; il generale Reyner, dopo aver ordinato l’incendio e la messa a sacco della città, decise di cannoneggiare anche il maniero dove i coriglianesi avevano pensato di trovare scampo; vistisi perduti, essi si arresero. Nei primi decenni del 1800, la proprietà del castello passò dai Saluzzo ai baroni Compagna. Il primo proprietario fu Giuseppe, che ne prese possesso nel 1828; Luigi, suo secondo figlio, dette il via ad una serie di lavori che diversificarono e riportarono a nuovo splendore sia gli ambienti esterni sia gli interni del maniero. Una delle modifiche più evidenti si tradusse nell’impianto dell’orto botanico - che prese il posto del fossato – dove piante rare ed animali esotici facevano bella mostra di sé. Il valente pittore ed affrescatore Girolamo Varni, intanto, decorava la volta della cupola di Sant’Agostino e le volte del Mastio. Gli interni si arricchirono di diverse sale, mentre prese vita il capolavoro del Salone degli Specchi, opera di Ignazio Perricci da Monopoli, lo stesso maestro che più tardi avrebbe realizzato, a somiglianza di quello di Corigliano, l’omonimo salone al Quirinale. Il maestro del barocco napoletano decorò il soffitto con la tecnica del trompe l’oeil, creando una prospettiva – denominata “il palcoscenico della vita”- in cui vari personaggi, sovrastati da un cielo pieno di stelle, si affacciano curiosi ed ossequianti ad osservare scene di vita dei castellani. Ai preziosi e curatissimi arredi di legni pregiati e ricchi broccati, egli conferì un regale ultimo tocco, con l’aggiunta di alcuni splendidi lampadari in cristallo di Boemia. Ancora Luigi Compagna impreziosì con tele ed affreschi gli interni, facendo eseguire al maestro Domenico Morelli – uno tra i più apprezzati e raffinati autori dell’Ottocento napoletano - il magnifico trittico “La Madonna delle Rose con Sant’Agostino e Sant’Antonio Abate”. Altre pregevoli tele, realizzate il quel periodo sono il “San Gerolamo Penitente”, che lo stile fa risalire alla scuola napoletana di Luca Giordano e “l’Ascensione”del Bacicco, il maestro genovese Giovan Battista Gaulli. Alla fine del XIX secolo, il castello ospitò Vittorio Emanuele III di Savoia, ancora principe di Napoli; in occasione della regale visita, venne aggiunto il bagno, che in seguito sarà denominato “del Barone”. Nei primi decenni del 1900, vi fecero sosta anche i reali Umberto di Savoia e Maria Josè. Agli inizi degli anni Settanta e per un breve periodo di tempo, da proprietà nobiliare il castello diventa possedimento del clero; Francesco Compagna, infatti, vende la struttura alla Mensa Arcivescovile di Rossano che, qualche anno più tardi e dopo lungo mercanteggiare, lo cede nel 1979, al Comune di Corigliano. L’amministrazione comunale decide di destinare a nuovo uso tutta la struttura. Inizia così, dagli anni Ottanta, l’ultimo ciclo di restauri; 50 Descrizione delle strutture nella tappa che va da 1998 al 2002, anno dell’inaugurazione, sono utilizzati ingenti finanziamenti della Comunità Europea, allo scopo di operare un completo recupero di tutti gli spazi. La sapiente opera di restauro, rivalutazione e rivitalizzazione di ogni ambiente, eleva così il maniero a simbolo dell’identità storica e territoriale di Corigliano e di tutta la Sibaritide - visti gli stretti intrecci che il castello ha con il territorio circostante – e ne fa lo spazio eletto per momenti ed eventi culturali e socializzanti di tutto il circondario, che si estrinsecano nella realizzazione di percorsi per visite pubbliche guidate, organizzazioni di convegni, mostre, eventi culturali, concerti e spettacoli. I sotterranei, le cucine dell’Ottocento con i ricchissimi attrezzi dell’epoca, la Sala da Pranzo e il Salone degli Specchi, con i loro sontuosi arredi e soprammobili, la Cappella di Sant’Agostino, tutti gli appartamenti del Piano Nobile, riportati alla loro antica e splendida vitalità, offrono uno spaccato reale del tempo, in cui l’architettura e gli arredi si fanno tramite di una memoria che oggi può essere ripercorsa, nel suo fluire, dalla collettività. Nel 2003, l’associazione temporanea d’impresa “Framundo” dal nome del primo proprietario del castello - per conto del Comune di Corigliano, inizia la gestione dell’organizzazione e il coordinamento del Museo del Castello, delle attività extramuseali e congressuali che vi si svolgono; essa, inoltre, amplia gli spazi fruibili con l’allestimento della Camera da letto della Baronessa, lo Studio del Barone e la Sala della Musica. Best practices VI 51 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture Il patrimonio architettonico oggetto d’indagine - Villa Manin, Certosa di Pontignano, Complesso Monumentale di Santa Sofia, Castello Ducale Corigliano Calabro - già dalla sua denominazione lascia evincere una specificità di tipologie architettoniche, una serie di differenti strutture – villa padronale, certosa, monastero e castello – che, a cominciare dall’impianto costruttivo, hanno origini, modalità ed evoluzioni architettoniche differenti e, nel corso dei secoli, hanno svolto funzioni abitative assai diverse. Dall’ambiente tutto sommato domestico, seppure di un’aristocrazia stabilitasi in un contesto rurale, qual è quello di Villa Manin, si passa al primitivo e sobrio rigore architettonico della Certosa di Pontignano che trova solo qualche similitudine nell’origine monastica benedettina che dà vita al Complesso Monumentale di Santa Sofia e che si discosta completamente dalla costruzione difensiva del Castello Ducale di Corigliano, nato come fortezza militare. I differenti impianti costruttivi d’origine, che rispondono, ovviamente, ad esigenze abitative e funzionali completamente diverse; le differenti vicende storiche delle strutture, cui non è estranea neanche la dislocazione geografica e la storia ambientale, civile ed economica del territorio circostante, narrano vicende umane, sociali e storiche diverse anche se sono accomunate, soprattutto nel presente, da una funzione di elevata rappresentatività sia del luogo fisico in cui sono collocate, sia delle vicende storiche di cui sono state protagoniste. In altre parole, ogni struttura - col suo carico di storia e di vicissitudini spesso rintracciabile anche nelle architetture che fluiscono e si differenziano col tempo, via via modificando l’impianto architettonico originario - diventa un concentrato di storia e di vissuto che rappresenta un intero territorio. E’ il caso di Villa Manin che, come dimora nobiliare di campagna, racconta anche le vicende dell’ambiente rurale friulano, fino a diventare, nel presente, il luogo eletto dell’arte contemporanea internazionale e della storia locale. E’il caso della Certosa di Pontignano che, con le sue vicende, affonda le radici nella storia delle Città-Stato, delle rivalità tra i diversi Comuni, delle guerre tra le varie Signorie che, a volte, si sono trasformate in conflitti tra le famiglie e nelle famiglie. E’ il caso, ancora, del complesso monumentale di Santa Sofia, che dalla primitiva sobrietà religiosa della vita benedettina passa alle attuali, 52 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture dirompenti manifestazioni artistiche di caratura internazionale. E’ il caso, infine, del Castello Ducale di Corigliano Calabro, originaria costruzione difensiva che oggi esprime l’identità storica, sociale, economica, in una sola parola l’identità culturale, del territorio sibarita, che affonda le sue origini in una storia che ha i contorni sontuosi della leggenda magnogreca. Un cenno a parte, apparentemente marginale, ma in sostanza molto determinante, come appare evidente nella sezione riguardante la storia delle strutture, merita anche la loro ubicazione geografica, che, imporrebbe di ragionare anche in ordine ad una differente sensibilità nei riguardi del patrimonio storico, archeologico, architettonico e culturale in genere, da parte delle istituzioni e dei privati, e che ha come diretta conseguenza un livello diverso di programmazione delle politiche culturali anche a seconda delle latitudini e della temperie culturale generale che caratterizzano i luoghi in cui le strutture sono ubicate. Nel caso specifico qui preso in esame, è confortante, invece, notare come le numerose punte di eccellenza e i relativamente scarsi deficit (nell’organizzazione, nella comunicazione, nella gestione delle attività) che caratterizzano, nel presente, lo stato e la gestione delle strutture, sono equamente distribuiti, per cui nella storicamente civilissima Toscana, la certosa di Pontignano potrebbe reggere un surplus di attività private, non ancora adeguatamente programmate dall’Università di Siena, che pure deve svolgere altri compiti in altre sedi. Oppure che Codroipo, dove ha sede Villa Manin, pur non dimenticando le origini ed il substrato socioeconomico essenzialmente contadino, è riuscita a trasformare la stessa in un centro culturale ed artistico di estrema eleganza e raffinatezza, con gli sforzi congiunti di enti pubblici e soggetti privati. Sorprendenti i casi meridionali di Salerno e Corigliano, dove, rispettivamente, il Complesso Monumentale di Santa Sofia ed il Castello Ducale, pur tra una generica, storica e notoria scarsa attenzione istituzionale e degli enti pubblici, si offrono come modelli di efficienza e di poli di attrazione turistica, culturale ed artistica in grado di coinvolgere anche il territorio circostante. Il filo rosso che lega questi quattro esempi del notevole e notevolmente prezioso patrimonio architettonico italiano, è rappresentato da un riutilizzo contemporaneo, talvolta davvero recente, che ha ridato autenticamente nuova vita e rinnovato splendore a spazi abbandonati per lunghissimo tempo che, per lunghissimo tempo, hanno tenuto celata una preziosa porzione di storia e di memoria. Il loro rinnovato utilizzo, dunque, s’inquadra in una più vasta e complessa operazione di recupero materiale, storico, culturale e mnemonico, dunque dell’identità locale (di una collettività, di una città, di un territorio) che, solo dopo essere stata Best practices 53 conosciuta e magari assimilata, consente di guardare al futuro ed alla globalità, sia da un punto di vista materiale, anzi economico, sia da un punto di vista immateriale, cioè dal versante più squisitamente contiguo alla cultura. Materialmente, il recupero ed il riutilizzo di queste strutture si traduce, per il territorio, in una fonte di reddito, derivante dal commercio di un prodotto particolarissimo e sempre unico nei suoi vari generi qual è la cultura, nelle sue accezioni più disparate (storia, tradizione, arte, musica, spettacolo ect). Da un punto di vista immateriale, sono da mettere sul conto, la creazione di nuovi spazi di socialità, l’accresciuto livello culturale della collettività, la diffusione della conoscenza, da cui scaturiscono nuove forme di consapevolezza identitaria, di armonica bellezza e di ricchezza materiale e, soprattutto, interiore. 6.1 Spazi, destinazioni d’uso attuali ed accessibilità delle strutture Nel paragrafo che segue, sono descritti gli spazi che, a seguito degli interventi di restauro, sono stati rivitalizzati o ricreati e che attualmente, sono utilizzati nelle strutture, unitamente alle destinazioni d’uso di essi ed alla loro accessibilità, in ossequio alle normative che prevedono l’abbattimento delle barriere architettoniche. In generale si può affermare che, nel rispetto della conformazione strutturale ed architettonica antica, si è cercato di rispettare quanto più possibile il mantenimento degli spazi originari, anche se, nei casi della Certosa di Pontignano, a Siena e del complesso monumentale di Santa Sofia, a Salerno, l’originaria utilizzazione è stata totalmente modificata e questo ha comportato anche uno cambiamento abbastanza deciso della conformazione spaziale. Per quanto riguarda l’accessibilità, solo la Certosa di Pontignano si rivela parzialmente inadeguata, da un punto di vista strutturale, all’accoglienza di soggetti portatori di handicap, motivando il deficit con l’antichità della struttura ma facendo rilevare che, previa richiesta anticipata, è in grado di attrezzarsi. 6.1.1 Villa Manin Nel suo complesso, la Villa ha un’estensione vastissima. La costruzione si presenta come una vera e propria reggia e rappresenta, di fatto, il parco storico più importante del Friuli Venezia Giulia. Il complesso è circondato dal verde con un ampio giardino che si estende davanti all’entrata principale. Il parco antistante la villa ha una forma circolare incorniciato da due lunghi colonnati che portano al corpo centrale. Da lì si 54 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture sviluppano due ali verso la parte posteriore, in direzione dell’immenso parco che si trova dietro il corpo centrale e si estende per molti ettari L’ultimo grande restauro è stato quello relativo al tetto del corpo centrale, ma la struttura è sottoposta ad una continua manutenzione ordinaria e straordinaria. La superficie totale del Parco è di circa 215.000 (duecentoquindicimila) metri quadri e comprende i seguenti spazi: Peschiera cortile Onore, Peschiera Sud, Aranciera, Area retro Barchessa ponente, Area fronte strada per Codroipo, Chiesa, Accademia, Ala Postica ponente, Nucleo gentilizio ponente, Barchessa ponente, Torre Esedra ponente, Esedra ponente, Nucleo gentilizio levante, Barchessa levante, Ala Postica levante, Torre Esedra levante, Portico Esedra levante, Scuola. Per quanto riguarda la destinazione d’uso degli spazi, quelli prima elencati sono adibiti a diverse attività, legate soprattutto alla presenza di un Centro d’Arte Contemporanea. Il corpo centrale ed una delle due Esedre sono destinate all’attività espositiva temporanea. Vi sono anche delle mostre permanenti di discrete dimensioni riguardanti armi di interesse storico e carrozze dell’800, antica proprietà delle famiglie nobili veneziane e friulane. L’esposizione non è curata come una mostra temporanea e si tratta essenzialmente di un deposito che serve ad introdurre il visitatore nell’atmosfera neo-classica che si respira negli spazi seguenti. L’interno della Villa ospita una sala convegni di 170 (centosettanta) posti, una sala riunioni da 100 (cento) posti ed una sala riunioni da 30 (trenta) posti. La biblioteca è quella del Centro di Catalogazione; non ci sono biblioteche specifiche della Villa, in quanto la parte storica legata alle vicende della famiglia Manin è curata e conservata dalla Biblioteca Comunale di Udine, dove si trova il Fondo Manin. All’interno del Centro di Catalogazione è presente anche la Biblioteca d’Arte Contemporanea, ubicata in una delle due esedre. All’esterno della Villa vi sono dei Laboratori sistemati nella parte sinistra, prima di arrivare al Complesso Centrale, in cui ha sede il Centro Culturale Re Mida, che svolge attività di didattica per i minori delle scuole elementari, ma ha anche un ruolo di guida ed animazione per le attività nel Parco ed è legato al Dipartimento Didattico dell’Arte Contemporanea. Nel complesso è presente anche un piccolo spazio per il merchandising, facilmente raggiungibile e strategicamente posto in un ambiente attiguo a quello usato per le esposizioni. Si tratta di una piccola libreria a gestione privata data in concessione dalla Regione. Per ciò che concerne l’accessibilità ai visitatori diversamente abili, il livello è molto buono, sia nella villa che nel parco, anche se, in quest’ultimo caso, diventa più Best practices 55 problematico, per via dell’erba. Non esistono percorsi ad hoc per questa tipologia di fruitori, che fanno uso del percorso ordinario. 6.1.2 Certosa di Pontignano Attualmente, la Certosa rappresenta una vera e propria foresteria universitaria di 44 (quarantaquattro) stanze, tutte dotate di bagno; per l’esattezza 20 (venti) stanze singole; 18 (diciotto) doppie, 4 (quattro) matrimoniali e 1 (una) doppia dove si trova anche un letto alla francese (da una piazza e mezza) con bagno in comune. Essa comprende inoltre 7 (sette) appartamenti di diverse dimensioni che sono concessi in fitto per lunghi periodi. Nel suo complesso la struttura dispone di sale convegni, capaci di ospitare dalle 60 (sessanta) alle 80 (ottanta) persone; sale proiezioni per 80 (ottanta) persone; spazi ricreativi, spazi adibiti a punto ristoro e caffetteria, sala da pranzo in grado di ricevere anche 100 (cento) persone. Durante la bella stagione sono disponibili anche spazi esterni, sotto i loggiati che si affacciano su un magnifico giardino all’italiana. Nella Certosa di Pontignano vi è possibilità di soggiornare anche in regime di pensione completa. Il livello di accessibilità per i portatori di handicap è medio-basso, come sottolinea lo stesso gestore, considerate le difficoltà di realizzazione di interventi per il superamento delle barriere architettoniche, in quanto la costruzione della struttura data al 1500 (epoca di una seconda ricostruzione pressoché totale). Previa comunicazione anticipata, comunque, il gestore è in grado di organizzare l’accoglienza di soggetti portatori di handicap. 6.1.3 Complesso monumentale di Santa Sofia In seguito all’opera di restauro e di riqualificazione, il Complesso monumentale si presenta munito di sale convegni, 3 (tre) sale (una per piano) per esposizioni temporanee, sala proiezioni, spazi ricreativi, 1 (una) sala adibita a laboratorio, 1 (uno) spazio dedicato al merchandising, 1 (uno) punto di ristoro e 1 (una) caffetteria, oltre ad un grande terrazzo utilizzabile per eventi all’aperto. Le sale convegni hanno una capienza di 150 (centocinquanta) posti, così come la sala proiezioni. La fruibilità del complesso monumentale di Santa Sofia, a Salerno è totale, anche da parte dell’utenza diversamente abile. 6.1.4 Castello Ducale di Corigliano con i lavori di restauro, il Castello ha riacquistato l’utilizzo degli spazi sia all’esterno, sia all’interno della struttura, cosicché, oggi, l’imponente architettura può essere fruita e visitata nella sua interezza. S’inizia dal 56 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture Piazzale delle Armi - in grado di ospitare 150 (centocinquanta) persone sedute - dai cui spalti si ammira la splendida vista del Golfo e della Piana coriglianesi e che si presta a fare da scenario ideale per spettacoli teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche all’aperto e defileés di moda o come luogo di rappresentanza in occasione di grandi eventi. Contiguo al piazzale è l’antico Fossato, oggi Giardino Botanico, che può anch’esso essere visitato e dove si trovano magnifici esemplari di vegetazione mediterranea. Appena oltrepassato il ponte levatoio, si accede al Piano Ammezzato – la cui capienza è di 100 (cento) persone sedute - dove i corridoi seguono il perimetro del castello; qui si può ammirare, in tutto lo splendore del suo tempo, l’immensa cucina ottocentesca, autentico esempio di “museo domestico, ” dotato di mobili, arredi, attrezzi e suppellettili d’epoca; accanto ad essa la Santabarbara, l’antico deposito delle armi. Quello superiore è il cosiddetto Piano Nobile o Piano di Rappresentanza, dove insistono la Sala da Pranzo, il Salone degli Specchi, il Corridoio delle Armi, le Sale di Rappresentanza o Sale Rosse, la Sala della Musica ovvero l’antica Stanza Cinese, lo Studio del Barone, la Camera da letto della Baronessa, il Salotto, la Camera da Letto del Barone o antica Sala degli Stemmi - che oggi è spesso destinata a spazio per la celebrazione dei matrimoni civili - la Cappella di S. Agostino. Le diverse Sale di Rappresentanza, essendo comunicanti tra loro danno vita ad uno spazio multifunzione, gestibile nella sua interezza o a porzioni a seconda delle necessità del momento e che, in ogni caso, si presta ad ospitare, al chiuso, serate di gala, concerti, convegni, sfilate ed anche ricevimenti nuziali. Il cuore, reale e simbolico di tutta l’architettura, è rappresentato dallo sfarzoso Salone degli Specchi, il quale, a seconda della manifestazione che ospita, è arredato - e può essere quindi utilizzato - come sala per convegni, concerti o anche come spazio esclusivo per banchetti, ricevimenti, matrimoni, pranzi e cene di gala, per una capienza di 120 (centoventi) posti a sedere. La Sala Tonda è la location più adatta per riunioni, incontri di studi o eventi che prevedano un ristretto gruppo di persone (una novantina circa) arredata con poltroncine, tavolo di presidenza, sistema di amplificazione audio e impianto di proiezione cinematografico. L’antico piano di servizio, detto appunto Piano della Servitù, è oggi un insieme di sale, sede dei Musei Informatizzati dove, dietro prenotazione, si possono visionare diversi documenti relativi alla storia locale e regionale. La Sala Capriata Sottotetto è attrezzata a workspace, dunque utilizzabile in occasione di incontri e riunioni di lavoro essendo attrezzata con sedie a platea, tavolo di presidenza, schermo ed impianto di proiezione. La visita al castello può prevedere Best practices 57 anche una sosta alla Torre Mastio e al Rivellino. Il Mastio, composto da 5 (cinque) livelli, custodisce gli affreschi di Girolamo Varna mentre il Rivellino dà accesso a piccoli ambienti che conducono, a loro volta, alla Stalla, anticamente Sala della Gendarmeria. Infine, l’antica dimora del custode, dove oggi sono allocati la reception, la biglietteria, e il book e artshop del gestore Framundo, che offrono una variegata serie di prodotti editoriali riguardanti il museo, il castello, il territorio circostante e la Calabria, oltre a gadget ed oggetti ricordo e prodotti tipici del luogo. Nel complesso, dunque, la struttura dispone di sale convegni, sale per esposizioni e mostre temporanee, sale per esposizioni e mostre permanenti, sala proiezioni, spazi ricreativi e spazi in cui realizzare dei laboratori didattici, oltre allo spazio esterno alla struttura - la Casa del custode – di cui una parte dedicata anche all’attività di merchandising. Per quanto riguarda l’accessibilità ai portatori di handicap, la struttura è completamente fruibile all’interno. 6.2 Modello di gestione degli spazi, delle attività e dei servizi In questo paragrafo, le cui informazioni sono state elaborate in seguito alla somministrazione di un questionario, sono elencati i soggetti proprietari e i gestori delle strutture che, in alcuni casi possono coincidere, come accade per la Certosa di Pontignano sotto l’egida dell’Università degli Studi di Siena, in altri casi hanno proprietà e gestione di enti differenti e spesso, tramite contratti di affitto, possono cedere a terzi determinati spazi per lo svolgimento di alcune manifestazioni. Sono quindi descritti le attività e i servizi svolti dai gestori all’interno delle strutture e, laddove l’ente gestore ha ritenuto opportuno, ha segnalato punti di forza e di criticità sia per quanto riguarda gli spazi, sia per le attività, sia per i servizi, in maniera tale da avere, in conclusione, una visione d’insieme del modello gestionale che possa far emergere le punte di eccellenze e, nello stesso tempo, anche i deficit o gli eventuali settori suscettibili di miglioramento. 6.2.1 Villa Manin L’immobile della Villa è di proprietà della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ed è gestito dall’Azienda Speciale Villa Manin, istituita con Legge Regionale 09/12/2002, n. 032. L’Azienda è un ente pubblico con gestione autonoma a tutti gli effetti. Attraverso l’istituzione di questo Ente, la Regione promuove la tutela e la valorizzazione del patrimonio architettonico e ambientale del Compendio di Villa Manin e del suo 58 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture parco. L’Azienda Speciale Villa Manin è un ente pubblico e rappresenta, nella gestione della struttura, un’emanazione della Regione. In particolare, la Villa ospita il Centro d’Arte Contemporanea Villa Manin, nato nel 2004 in seguito alla costituzione dell’Azienda. La Regione ha acquistato la Villa dall’Ente Ville Venete alla fine degli anni ’60, l’ha restaurata ed adibita a sede di eventi espositivi ed attività culturali aperte al pubblico, rendendovi stabile il Parco e la Villa ed inserendovi altri soggetti che attualmente sono il Centro Regionale di Catalogazione e Restauro, dipendente dalla Direzione Centrale dell’Istruzione della Regione Friuli Venezia Giulia; la sezione staccata del triennio dell’Accademia di Belle Arti di Venezia; l’Agenzia del Turismo regionale, emanazione dell’Assessorato alle Attività Produttive; un ristorante dato in concessione ad operatori privati; la sede dell’Associazione fra le Proloco della Regione; la Proloco Villa Manin. La gestione delle attività è affidata all’Azienda Speciale Villa Manin che le coordina insieme alla direzione regionale. In particolare, all’Azienda sono attribuiti i seguenti compiti: amministrazione, tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico e ambientale della Villa, e del compendio architettonico e naturalistico pertinente; la promozione e la gestione, diretta e/o in convenzione, delle attività che si svolgono nella Villa, nel parco e nel compendio circostante e la gestione del patrimonio; la partecipazione a società ed associazioni, consorzi e fondazioni che perseguono le finalità della Regione, anche con l’assunzione di amministrazione di lasciti e fondazioni che abbiano come scopo prevalente la valorizzazione e la promozione della Villa e del suo parco. Sono organi dell’Azienda il Consiglio di Amministrazione, il Presidente,il Collegio dei Revisori dei conti. Le attività sono programmate con cadenza più o meno triennale dagli organi dell’Azienda, d’intesa con la Direzione dell’Istruzione regionale. Il Consiglio d’Amministrazione è composto da tre specialisti nominati dalla Regione, rappresentanti i settori Cultura, Turismo e Patrimonio. Essi sono l’interfaccia tra il governo regionale e l’Azienda. La gestione degli spazi è organizzata, in genere, direttamente dal gestore; per attività quali convegni o per l’utilizzo della cappella, gli spazi sono dati in affitto. Anche lo spazio esterno può essere affittato, come capita, per esempio, in occasione della presentazione delle automobili. Di frequente, hanno luogo anche attività didattiche, organizzate e gestite dall’Associazione Re Mida. Tali attività hanno carattere pratico e si svolgono soprattutto nel parco, in modo da avvicinare i ragazzi all’arte contemporanea senza far risultare l’esperienza troppo impegnativa. In particolare, i bambini lavorano materiali riciclati Best practices 59 che servono per la creazione di piccoli oggetti. L’attività si configura così come una miscela di educazione artistica ed educazione ambientale. Per quanto riguarda la gestione dei servizi, questi sono tutti esterni, in quanto non esistono i fondi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria che è regolata da contratti di diritto privato tra l’Azienda ed i collaboratori occasionali. In particolare, le collaborazioni esterne riguardano gli allestimenti, per i disallestimenti, la manutenzione dei 18 (diciotto) ettari di giardino e le pulizie della villa. Per quanto riguarda la gestione futura delle attività, l’Azienda Speciale Villa Manin sta ipotizzando di ampliare la gamma delle attività da svolgere andando verso la sperimentazione di mostre fatte con la tecnica della video-costruzione. A parere del Direttore, sarebbe interessante creare una commistione tra le arti visive e la musica, dando vita a percorsi multidisciplinari, sull’esempio statunitense. Ciò comporta non poche sfide, in quanto si tratta di allestimenti molto costosi e tecnicamente complessi che richiederebbero finanziamenti consistenti. Per ciò che concerne punti critici e di forza, le criticità sono individuate nelle infrastrutture, cioè nella mancanza di strutture alberghiere a ragionevole distanza, che rendono più problematica la gestione della concorrenza con altri poli d’attrazione turistica (Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia, Lubiana, Venezia). Il maggiore punto di forza della struttura è la qualità dell’offerta all’interno di uno spazio di alto valore storico-artistico. In conclusione, le proposte riguardano, pertanto, un’ottimizzazione della gestione basata sulla specializzazione del personale impiegato nel turismo ed di quello tecnico da impegnare nelle attività dei centri d’arte, rispetto soprattutto alle attività operaie. Una considerazione conclusiva e generale riguarda l’attrattività dei luoghi d’arte e cultura italiani, che risultano assolutamente svantaggiati dalle politiche degli operatori turistici che propongono prezzi alti, con un’offerta inadeguata. 6.2.2 Certosa di Pontignano Attualmente, la Certosa è proprietà dell’Università degli Studi di Siena che gestisce il patrimonio immobiliare e le attività che vi svolgono. L’ente gestore è, dunque, pubblico, ma, in alcune occasioni, condivide con altri soggetti, anche privati, la gestione degli spazi quando questi sono concessi in fitto per lo svolgimento di determinate manifestazioni. L’accesso al pubblico è libero e gratuito e la struttura è visitabile per una metà dello spazio complessivo. Per quanto riguarda le attività, esse si indirizzano prevalentemente allo svolgimento di convegni e congressi ed alla foresteria, inclusi i servizi connessi. I servizi gestiti internamente 60 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture riguardano l’amministrazione della proprietà, la cura del patrimonio, le prenotazioni degli spazi, la ristorazione e la manutenzione; sono invece esternalizzati i servizi per la pulizia. Secondo il gestore, vi sono da rilevare dei punti di forza e di debolezza, sia nell’utilizzo degli spazi, sia nella gestione. Per quanto riguarda la gestione dello spazio, secondo il gestore vi sono altre possibilità che potrebbero essere adeguatamente utilizzate, ad esempio con la fruizione dei servizi da parte di soggetti esterni all’Università di Siena. Per quanto riguarda la gestione, un aspetto di positività è rappresentato dalla buona qualità del servizio a basso prezzo, mentre le criticità sono rappresentate dall’eccessiva quantità di personale, dall’eccessiva dipendenza dall’Università e dalla complessa gestione dei contratti di diritto pubblico. Un’opportunità ancora poco sfruttata e dunque suscettibile di essere utilizzata al meglio è quella di poter rendere utilizzabili i servizi offerti dalla struttura anche a soggetti esterni all’Università di Siena. 6.2.3 Complesso Monumentale di Santa Sofia Oggi, il Complesso monumentale è proprietà del comune di Salerno che ha affidato agli Assessorati agli Affari Generali ed alle Attività Produttive le competenze per la gestione della struttura mentre la gestione delle attività è affidata a “Salerno Solidale”, una società mista pubblico-privata, designata dal Comune stesso che si avvale, per la parte pubblica, del supporto dell’Assessorato al Turismo ed allo Spettacolo. Gli spazi del Complesso Monumentale sono diversi e destinati a vari usi. Essi sono gestiti sia direttamente dalla società incaricata dal Comune, sia in conto terzi quando sono dati in affitto. Per quanto riguarda la gestione degli spazi, previa richiesta ed autorizzazione al Comune di Salerno ed il pagamento del fitto, possono essere utilizzati per qualunque tipo di evento. I servizi gestiti direttamente dalla società Salerno Solidale riguardano l’organizzazione, mentre sono esternalizzati i servizi di guida all’interno della struttura, la biglietteria, la guardianìa e i servizi di manutenzione ordinaria. Il programma generale delle attività viene stabilito direttamente dal gestore. Anche in questo caso, secondo il gestore, sono individuabili dei punti di forza e di debolezza insiti nella struttura stessa e nella gestione delle attività. Gli aspetti eccellenti del Complesso Monumentale di Santa Sofia riguardano sua bellezza architettonica e la riorganizzazione degli spazi che possono essere destinati a disparati usi; inoltre, la sua ubicazione, vicinissima al Duomo, ne fa un luogo privilegiato di riscoperte - dove ogni visitatore si sente immerso in un’atmosfera storica e contemporanea affascinante - e Best practices 61 un’attrazione architettonica facilmente fruibile, grazie anche ai servizi di bus navetta, che lo collegano con facilità ed immediatezza ai parcheggi comunali. Le negatività riguardano la gestione che è affidata, in buona parte, all’amministrazione comunale con tutte le criticità che da ciò ne conseguono: lentezza burocratica, impossibilità a seguire direttamente la realizzazione degli eventi e la programmazione dei calendari, difficoltà insomma, nell’intrapresa di una gestione snella e veloce. E’ per questo motivo che l’ottimizzazione della gestione viene individuata nella creazione di uno staff che si possa occupare esclusivamente della gestione del complesso, a tempo pieno e a pieno regime. Un sito di grande interesse storico, di amplia fruibilità e di enorme potenzialità come quello di Santa Sofia, ha tutte le carte in regola per essere utilizzato senza soluzione di continuità. In una prospettiva di futuro a medio termine, si sta pensando di ampliare la gamma delle attività da intraprendere ed è già in corso lo svolgimento del Festival della Creatività, a cura dell’Assessorato alle Politiche Giovanili. 6.2.4 Castello Ducale Il proprietario del Castello è il Comune di Corigliano Calabro mentre la società che gestisce la struttura, alcuni servizi e l’organizzazione della maggior parte degli eventi è la Framundo - associazione temporanea d’impresa, capofila della cooperativa Sinergie con partner la RTS Roma ed Achei Communications - che si è aggiudicata l’appalto già due volte e rimarrà in carica fino a fine maggio 2008 con possibilità di proroga diretta per un altro anno; successivamente sarà indetto nuovo bando. Questo soggetto gestisce l’organizzazione e il coordinamento del Museo del Castello, delle attività extramuseali e congressuali; in diverse occasioni, con il Comune, dietro valutazione ed autorizzazione concorde, affida a terzi l’utilizzo di determinati spazi per la realizzazione di diversi eventi. La Framundo, inoltre, dispone di personale qualificato anche per servizi accessori quali il catering, gli allestimenti scenografici floreali, i servizi fotografici, i sistemi audio e video, il noleggio di auto, i servizi navetta con bus e minibus, la segreteria organizzativa, la promozione dell’evento. A parte i servizi di catering e musica tutti gli altri servizi sono gestiti direttamente all’interno. Due servizi, in particolare, risultano significativi per la fruizione della struttura, l’attività di guida nel castello e la biglietteria per l’accesso, entrambi gestiti dalla Framundo con gli orari e le tariffe seguenti. L’ingresso al castello segue un orario invernale (aperto tutti i giorni tranne il lunedì non festivo dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18) ed uno estivo (dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19, con possibilità di visite 62 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture guidate notturne nei mesi di luglio e agosto) e si effettua con l’acquisto di un biglietto il cui importo varia secondo le categorie sociali e professionali. Il gestore coinvolge nella programmazione gli enti locali, ma le risposte e le collaborazioni con l’esterno, al momento, sono solo occasionali. Esso si sta attrezzando affinché l’organizzazione sia in grado di ampliare ancor di più, rispetto, all’esistente, la gamma delle attività da svolgere attraverso una revisione della programmazione di lungo periodo. Sempre secondo il gestore, possono essere individuati dei punti di forza e di criticità nella gestione e nell’organizzazione della struttura e degli eventi. Gli aspetti sicuramente positivi sono le possibilità di: a) visitare e vivere materialmente l’atmosfera del castello, attraverso la fruizione dell’opera di restauro che, nelle soluzioni logistiche moderne, ha rispettato e riportato a nuovo splendore le architetture, gli spazi, gli arredi e l’atmosfera dell’antichità; b) ammirare tante opere d’arte di raffinati ed illustri maestri; c) calarsi negli ambienti d’epoca con gli arredi del tempo e conoscere, attraverso oggetti materiali e documenti storici e d’archivio, la storia locale e generale. Per quanto riguarda gli aspetti più critici, la Framundo fa rilevare che l’handicap maggiore è la scarsa visibilità turistica che investe tutta la città di Corigliano, la quale non è adeguatamente presente sui mezzi di promozione turistica; subito dopo la penalità è rappresentata dalla situazione infrastrutturale e delle comunicazioni; Corigliano è distante dall’autostrada, dall’aeroporto, le strade che portano al castello versano in condizioni decisamente migliorabili e, nei dintorni del castello, le aree destinate ai parcheggi sono insufficienti. La soluzione proposta dai gestori è una più stretta collaborazione con gli enti pubblici che - con mezzi economici adeguati, sinergie di intenti, di mezzi e di programmi - potrebbe puntare maggiormente a valorizzare e rendere interessante la struttura del castello e le attività che vi si svolgono, sia da un punto di vista economico sia da quello dell’immagine. 6.3 Organigrammi delle strutture Nel paragrafo che segue, vengono elencate le varie funzioni dei componenti l’organigramma delle società che gestiscono le strutture. E’ interessante notare, in alcuni casi, la varietà professionale di alcune di esse come accade, ad esempio, per Villa Manin e il Castello Ducale, considerati le differenti destinazioni d’uso degli spazi e dei servizi offerti. Best practices 63 6.3.1 Villa Manin I due soggetti principali operanti nella Villa - il Centro d’Arte Contemporanea Villa Manin e l’Azienda Speciale Villa Manin – sono strutturati con i seguenti organigrammi. Il Centro d’Arte Contemporanea prevede la presenza di un Direttore Artistico (al momento Francesco Bonami), vincolato alla struttura da contratti di tipo privatistico, una curatrice (Sarah Cosulich Canarutto), un Assistente Curatore, un Responsabile Interno Comunicazione e Coordinamento, una Segreteria Organizzativa ed Eventi Speciali molto attiva, regolata da contratti a progetto. Il Direttore Artistico viene nominato ogni tre anni, alla scadenza dei quali può essere confermato nel suo incarico oppure no; a lui sono di solito legati i collaboratori artistici e lo staff. Per quanto riguarda l’Azienda Speciale Villa Manin, l’organigramma prevede oltre al Presidente, ai Consiglieri ed alla Corte dei Conti, uno staff formato dal Direttore con contratto di lavoro di diritto privato (attualmente è Giorgio De Rosa), un Responsabile Amministrativo (al momento Antonio Pulvirenti), e dei Responsabili per i settori dell’Amministrazione, della Contabilità (uffici formati da personale regionale in distacco e da precari) ed un Responsabile Tecnico. Esiste anche uno staff che si occupa della parte relativa alla Grafica ed alla Comunicazione, un Dipartimento di Educazione ed un Addetto al Bookshop. 6.3.2 Certosa di Pontignano L’organigramma della struttura, funzionante come foresteria, prevede secondo quanto riporta il sito ufficiale dell’Università di Siena www.unisi.it/servizi/certosa/ita_chisiamo.htm - un responsabile generale, Andrea Machetti, e diversi altri addetti, ai vari uffici. Ricevimento ed Amministrazione: Maria Rosa Carli, Maria Mazzeschi, Anna Pratesi Giancarlo De Carolis, Enrica Ida Martelli, Massimo Viani, Marco Niccolucci, Mauro Figus; Ristorante: Giuseppina Provvedi, Olga Fabrizzi, Serena Verdelli, Luana Deligios, Giuliana Cucini, Nadia Martelli, Sabrina Chiantini, Duccio Cavallini, Roberta Di Liso, Antonio Giudilli, Claudia Viani, Carlo Petrucci; Cucina: Stefano Dotti, Luca Cerretani, Roberto Capperucci, Ivan D’Ignazio, Samuele Mazzeschi, Grazia Franchini, Cecilia Bonomo; Patrimonio: Serena Bianciardi; Magazzino e Catering esterni: Enrico Ninci, Leonardo Di Cecca; Guardaroba: Elena Bernabei; Manutenzione e Giardino: Rino Betti; Giardino, Carlo Semboloni, Fiorella Toniaccini, Federico Casini, Michele Bezzini, Marta Benedettini; Manutenzione: Massimo Cavallini. 64 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture 6.3.3 Complesso monumentale di Santa Sofia L’organigramma della struttura prevede un Curatore Scientifico e Direttore Artistico più staff interni ed un Curatore individuato e designato volta per volta in base all’evento da realizzare; non si hanno altre notizie riguardanti una strutturazione più dettagliata. 6.3.4 Castello Ducale di Corigliano A seconda delle manifestazioni che si organizzano, presso il Castello Ducale vi è, in genere, un Curatore Scientifico e Direttore Artistico più staff interni; un Curatore e Direttore Artistico più staff esterni per alcune manifestazioni; un Curatore Scientifico e Direttore artistico più staff esterni. L’organigramma degli uffici è strutturato con le seguenti figure: Responsabile Amministrativo, Responsabile Legale, Responsabile Cassa e Biglietteria, Responsabile Ricevimenti Nuziali e Grandi Eventi, Responsabile Manifestazioni e Convegni, Responsabile Laboratori Didattici e Corsi di Formazione, Responsabile Guide Turistiche, Responsabile Guide in Lingue e Traduzioni, Addetti alle Attività di Custodia e Pulizia Esterne, Addetti alla Pulizia Aree Interne. 6.4 Fonti di finanziamento Un aspetto decisamente interessante, nello specifico della gestione delle strutture architettoniche qui esaminate ed elencate, e più in generale, nella gestione del patrimonio culturale, inteso nel senso più ampio del termine, è quello che riguarda i finanziamenti. Parlare di finanziamenti, infatti, significa anche pensare ad un “mercato”, ad una “mercificazione”, di un prodotto particolarissimo qual è la cultura; parlare di mercati, poi, significa, in qualche modo ubbidire alla regola fondamentale dell’economia che riguarda il rapporto tra domanda ed offerta dei beni o dei servizi. C’è da eccepire, però, che la cultura non è un bene o un servizio qualunque, visto che la sua presenza o la sua assenza in un contesto sociale ed ambientale sono in grado di determinare livelli di sviluppo, economico ed immateriale, non facilmente ed immediatamente quantificabili. D’altro canto l’accoppiata Turismo-Spettacolo che si ritrova un po’ dappertutto, a cominciare dalle deleghe amministrative degli enti locali fino a quelle ministeriali, la dice lunga anche sul legame, gli interscambi funzionali e strutturali e le conseguenze che i due settori hanno per l’economia di una nazione, di un territorio, di una città. Il mercato culturale, dunque, è o dovrebbe essere strettamente legato a quello turistico in una visione d’insieme, una programmazione condivisa che porti ad uno sviluppo quantificabile non solo monetariamente ma Best practices 65 anche dal punto di vista della crescita delle conoscenze, dell’etica, della consapevolezza collettive. Un’iniziativa interessante ed innovativa per l’epoca in cui è stata pensata (Legge 163 del 1985 “Nuove discipline degli interventi dello Stato a favore dello spettacolo) ha riguardato l’istituzione dell’Osservatorio dello Spettacolo, finalizzato alla realizzazione di studi, analisi, statistiche, riflessioni e monitoraggio nel settore che, però, da un punto di vista pratico, non ha avuto grandissimi effetti nella realtà, per gli annosi problemi che il settore risente da sempre, soprattutto in Italia, notoriamente luogo tra i più ricchi al mondo di patrimoni materiali culturali di varia natura, dove però l’attenzione istituzionale, le politiche di programmazione, la ricerca, la tutela e gli investimenti non sono assolutamente commisurati alla rilevanza ed alla preziosità del patrimonio posseduto. Da questo punto di vista, e per gli esempi di seguito elencati, si dimostrano molto più efficienti, facendo i dovuti confronti, gli interventi e le iniziative dei privati che, compatibilmente con il grado di sensibilità e le possibilità derivanti dalle contingenze economiche, si fanno carico della realizzazione di diverse manifestazioni. Costituisce un’eccezione, nello specifico il caso di Villa Manin che riceve finanziamenti pubblici quasi in esclusiva. 6.4.1 Villa Manin La struttura gode esclusivamente di finanziamenti pubblici, ottenendo una piccola parte di aiuto privato in occasione di alcune mostre. Per gli eventi della stagione primavera-estate sono stati stanziati circa 573.900 (cinquecentosettantatremila novecento) euro; per gli eventi della stagione autunno-inverno 158.700 (centocinquantottomila settecento) euro. Per la stagione musicale vengono stanziati circa 110.000 (centodiecimila) euro, mentre per gli eventi dello Spazio FVG circa 40.000 (quarantamila) euro. I piccoli eventi culturali comportano un impegno di spesa pari circa a 35.000 (trentacinquemila) euro. Per la manutenzione degli impianti si spendono circa 120.000 (centoventimila) euro all’anno, per gli interventi di manutenzione 200.000 (duecentomila) euro. La tabella di seguito illustra le altre spese: Acquisto attrezzature Acquisto arredi Acquisto opere d’arte 112.420 euro 28.660 euro 30.000 euro Il finanziamento ordinario si aggira intorno a 2.350.000 (duemilioni trecentocinquantamila) euro; il contributo del turismo intorno a 60.000 66 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture (sessantamila) euro. I proventi derivanti dalla concessione degli spazi sono di circa 40.000 (quarantamila) euro, mentre quelli delle sponsorizzazioni sono di 62.000 (sessantaduemila) euro. Si sta tentando di aumentare i fondi privati che per il momento rimangono modestissimi. I principali sponsor sono le Assicurazioni Generali e due istituti di credito. Una piccola percentuale delle entrate deriva dalla vendita dei biglietti e si aggira intorno ai 100.000 (centomila) euro all’anno. La caffetteria ristorante è autonoma e contribuisce con il fitto dei locali. La maggiore criticità nel reperimento di sponsorizzazioni è individuata nelle difficoltà derivanti dalla normativa sul finanziamento privato delle attività culturali e produttive, che risulta punitiva in quanto prevede una tassazione altissima. Il problema dei soggetti privati che intendono investire in cultura e che hanno uno sgravio fiscale minimo rispetto a quello di altri Paesi e, demotiva gli investimenti. I punti di forza nel reperimento delle sponsorizzazioni sono rappresentati dal lavoro per la diffusione di una cultura che faccia comprendere ai privati quanto è importante investire in attività culturali. In questo senso, hanno un ruolo centrale le banche, che dovrebbero essere maggiormente sensibilizzate su questo tema. L’attività di fund raising è gestita dal Centro d’Arte Contemporanea. 6.4.2 Certosa di Pontignano Le infrastrutture della Certosa usufruiscono di fonti di finanziamento pubblico pari al 40% (quaranta) della spesa, mentre le fonti per le attività sono al 50% (cinquanta) ripartite tra pubblico e privato. 6.4.3 Complesso monumentale di Santa Sofia Le fonti di finanziamento per quanto riguarda le strutture e la manutenzione competono al Comune, mentre, per quel che concerne le attività, le fonti di finanziamento sono al 50% (cinquanta) di provenienza pubblica, al 40% (quaranta) di natura privata e al 10% (dieci) provenienti dalle entrate della biglietteria. L’amministrazione si occupa spesso della ricerca di fondi, frequentemente su suggerimento del curatore scientifico che indirizza i responsabili verso potenziali sponsor. 6.4.4 Castello Ducale di Corigliano Al momento, a parte il Comune proprietario, non ci sono altre fonti pubbliche o private di finanziamento per la manutenzione della struttura mentre, per le attività, si ha la seguente ripartizione: 5% (cinque) di sovvenzioni pubbliche; 20% (venti) di sovvenzioni private; 25% (venticinque) proveniente dalla vendita di biglietti e un 5% (cinque) Best practices 67 proveniente da fonti diverse probabilmente imputabili al merchandising ma non contabilizzate come tali. Si svolge direttamente l’attività di ricerca di altri fondi e i gestori evidenziano come, per la realizzazione di alcuni eventi, bisognerebbe disporre di tempo con molto anticipo per la ricerca di sponsor privati, anche se gli stessi rispondono sempre con puntualità ed adeguati sostegni ad alcune manifestazioni di punta come la “Notte Bianca” e “Expo degli Sposi” e hanno offerto un valido sostegno per la mostra in occasione del Cinquecentenario della morte di San Francesco di Paola e l’esposizione delle reliquie, nel 2007. 6.5 Attività culturali Non si sottolinea mai abbastanza l’importanza dell’intrapresa delle attività culturali - non solo come fonte di reddito ma soprattutto come motore di sviluppo della conoscenza, dell’identità territoriale, come momento di crescita intellettiva e di arricchimento interiore - che spesso connotano il luogo fisico che le ospita come polo di attrazione, come accade per esempio nei casi di Villa Manin e del Complesso Monumentale di Santa Sofia, ed in misura leggermente minore, per il Castello Ducale. Nella disamina che segue, è importante notare come lo svolgimento delle attività culturali investe davvero una complessità di settori. Si va dalla “semplice” ricezione ed attività convegnistica della Certosa di Pontignano, alle attività artistiche ed espositive di respiro internazionale del Complesso Monumentale di Santa Sofia e di Villa Manin, per arrivare alle attività museali ed espositive del Castello Ducale dove i gestori affidano gli spazi anche per ricevimenti di rappresentanza o ricevimenti privati. 6.5.1 Villa Manin Le attività della Villa si dividono in tre grandi categorie, attività legate al Centro d’Arte Contemporanea, attività musicali, sagre e concorsi. La programmazione avviene all’inizio dell’anno con delle prenotazioni che tengano conto anche degli anni a venire. Di solito, si conosce l’attività da svolgere circa un anno prima, perché i tempi di organizzazione delle mostre sono necessariamente lunghi. Per quanto riguarda le rappresentazioni, nello stabilire il calendario, molto dipende dalle agenzie che propongono gli eventi, che conoscono già il territorio e fanno in modo da non organizzare contemporaneamente e nel raggio di pochi chilometri spettacoli che possano coinvolgere uno stesso target di pubblico. Naturalmente, il numero degli eventi aumenta nella stagione estiva. Ciò risponde ad una logica di marketing legata al turismo che si verifica nei 68 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture centri urbani circostanti. Di per sé, Passariano non attira flussi consistenti di persone, per cui la Villa gioca su una comunicazione efficace nei capoluoghi di provincia della Regione, in cui si pubblicizza la struttura per invogliare i turisti a spostarsi verso l’interno, allo scopo di visitare delle grandi mostre o partecipare ad eventi significativi. Un aspetto importante della programmazione é legato al clima, per cui in prossimità di luoghi di villeggiatura balneare come Lignano, quando le condizioni climatiche sono meno favorevoli, la gente si sposta verso la campagna attratta dalle attività culturali che si svolgono sul territorio; in questo Villa Manin è al primo posto, per il suo forte radicamento nel contesto regionale; legato a questo aspetto, è l’obiettivo di far diventare visitatori abituali dei turisti che capitano a Villa Manin “per caso”, cioè in base alle logiche prima citate. Una serie di appuntamenti fissi durante l’anno é rappresentata dagli eventi più tradizionali legati al folklore. Entrando nello specifico, Il Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin ha una programmazione annuale. Si sviluppano eventi durante tutto il corso dell’anno, coinvolgendo artisti provenienti da tutto il mondo. Il Centro cura non soltanto delle mostre di fotografia e di pittura all’interno della villa, ma anche esposizioni scultoree ed istallazioni nell’area del parco, attraverso progetti di cooperazione internazionale, che prevedono degli spazi anche per gli artisti del territorio e per le nuove generazioni. Il Centro si è dato una filosofia d’azione ben precisa, in cui le parole chiave sono eterogeneità e concentricità. L’eterogeneità risiede nell’intento di portare a Villa Manin collezioni museali provenienti da tutto il mondo, espressione di stili e culture differenti. Un aspetto importante preso in considerazione dal Centro è la posizione geografica in cui esso si trova. La vicinanza al confine permette un’apertura ed un’attenzione privilegiate verso le nuove tendenze dell’Est Europa. L’impostazione data alle esposizioni è prettamente storica, proprio per offrire una panoramica dell’evoluzione di determinate tendenze, ricca di spunti che aiutino a contestualizzare l’autore e lo stile di volta in volta trattati. L’aspetto concentrico si riferisce allo spazio privilegiato dato agli artisti locali tramite il Progetto dello Spazio FVG, una sorta di “vetrina-laboratorio” per i giovani artisti friulani. Lo scopo di questa iniziativa è di far crescere la conoscenza e la percezione locale dell’arte contemporanea per avvicinarla ad un pubblico più vasto, meno elitario. Attraverso lo Spazio FVG si portano avanti eventi di pittura, scultura, fotografia, video e installazione. Per quanto riguarda gli eventi musicali, la Villa propone un’offerta di altissimo livello, riuscendo ad attrarre anche target diversi. In generale, si può dire che le manifestazioni musicali si dividono in due Best practices 69 categorie, una di concerti di artisti maggiormente conosciuti dal grande pubblico che raccolgono masse giovanili provenienti dal territorio circostante; un’altra legata a generi più particolari come il jazz, che attraggono un minor numero di persone, più esigenti e preparate a livello tecnico. La Villa ospita anche eventi di carattere folkloristico, legati soprattutto all’Associazione fra le Pro Loco della Regione. Questi eventi raccolgono un grande numero di persone e rappresentano il mezzo per coinvolgere più efficacemente la popolazione locale nelle attività della Villa. In particolare, è da segnalare il Concorso Ippico Internazionale che quest’anno si è svolto dal 5 all'8 luglio 2007 ed è arrivato alla sua terza edizione. Il caso del Concorso Ippico è interessante, perché vi è una parte di finanziamento privato significativa, per cui si realizza un evento di rilievo internazionale, con una buona affluenza di pubblico, ma con una spesa da parte della Villa che non è altissima. Un’altra iniziativa è “Folklore in Villa”, arrivata alla nona edizione. La manifestazione consiste nell’allestimento di stand di prodotti tipici nel parco, venduti dagli abitanti di Codroipo. Infine, ogni anno, si svolge anche un’esposizione floro-vivaistica nello spazio del giardino. 6.5.2 Certosa di Pontignano La Certosa è una struttura che gravita intorno all’istituzione universitaria; pertanto il suo calendario presenta eventi essenzialmente a carattere accademico e didattico, anche se esso talvolta può variare, in funzione delle manifestazioni organizzate da terzi negli spazi presi in fitto. 6.5.3 Complesso Monumentale di Santa Sofia Le attività che si svolgono più frequentemente nel Complesso Monumentale sono quelle a carattere artistico, ma non mancano numerose altre manifestazioni di genere diverso. L’ubicazione nel centro storico della città, gli spazi ampi e l’ottimale suddivisione degli ambienti fanno del Santa Sofia il luogo ideale in cui organizzare incontri di levatura internazionale e nazionale, che calamitano l’attenzione di un pubblico numeroso. Per quanto riguarda le attività svolte in passato, è da annoverare tra gli eventi “Mediterraneo Mirò”, la mostra dedicata al maestro catalano del surrealismo, la cui durata si è protratta dal 16 Novembre 2002 al 16 Gennaio 2003 e che, secondo le affermazioni dell’Ufficio del Turismo del comune salernitano e “Salerno Solidale”, concessionaria della biglietteria, ha riscosso un grandissimo successo in termini di affluenza di pubblico. Sempre nel 2003, esattamente dal 21 Giugno al 20 Luglio, un altrettanto numeroso pubblico di appassionati ed 70 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture estimatori ha affollato le sale del complesso in occasione di “Caravaggio a Salerno”, l’esposizione dedicata al magnifico virtuoso del chiaro-scuro. Immediatamente a seguire, dal 20 Luglio al 7 Settembre 2003, un altro grande maestro, Chagall di cui sono state esposte le opere grafiche nella mostra che si intitolava appunto “Chagall. Opere Grafiche 1926/1939”. Alla fine dell’anno e per una durata che ha coperto anche diverse settimane del 2004 (29 Novembre 2003-24 febbraio 2004) ha avuto luogo la retrospettiva “Global Warhol”, imperniata su alcuni ritratti di personaggi famosi eseguiti dal geniale scultore e pittore della pop art americana. Quasi contestualmente alla mostra di Warhol, ha avuto inizio “Pablo Picasso. I luoghi e i riti del mito”, una sorta di chiave di volta nell’attività espositiva del complesso monumentale di Santa Sofia che, con questo evento, ha vissuto un momento molto alto e significativo di crescita artistica e di esperienza didattico-espositiva. L’apposita creazione di un sito, www.comune.salerno.it/picasso/home.asp, in occasione dell’evento, e una serie di attività collaterali legate alla mostra, tra cui visite guidate alla città ed alla mostra ed alle aree archeologiche di Paestum e Pompei, hanno rappresentato un momento culturale ed un’occasione di coinvolgimento e di valorizzazione davvero eccelsi per il territorio circostante, la collettività ed i visitatori tutti. Dal 17 Dicembre 2005 al 19 Marzo 2006, invece, ha avuto luogo “Conflitti. Architettura contemporanea in Italia” manifestazione dai risultati sottotono rispetto ai grandissimi numeri registrati negli eventi precedenti che, forse anche per una malintesa interpretazione di manifestazione per addetti ai lavori ha visto registrare una notevole diminuzione nel numero di visitatori del Santa Sofia. E’ recentissimo, infine lo svolgimento del “Meeting Nazionale della Creatività Giovanile” che ha avuto luogo dal 24 al 30 settembre scorsi. La manifestazione ha previsto l’incontro a Salerno di numerosi giovani artisti italiani che, ritrovandosi insieme in un unico luogo, hanno rappresentato, seppure per un tempo limitato, un modello esperienziale e artistico per i giovani aspiranti talenti salernitani. La manifestazione ha previsto anche momenti di spettacolo, musica, escursioni a Paestum e Ravello, nell’intento di coinvolgere i territori circostanti che da un punto di vista turistico godono già di ottima fama per le attrattive naturali, ambientali, archeologiche ed eno-gastronomiche. E’ da evidenziare, a riguardo di quest’ultima manifestazione, lo spirito innovativo della programmazione culturale che ha intrapreso la direzione del coinvolgimento giovanile, al fine di rendere anche l’utenza più giovane sensibile al patrimonio più antico della città ma partecipe nelle manifestazioni più congeniali ad essa. Best practices 71 6.5.4 Castello Ducale di Corigliano Come si può evincere dal calendario riportato nell’apposita sezione, il Castello Ducale di Corigliano, dal 2003, ha ospitato una nutrita serie di manifestazioni che hanno interessato i più svariati settori dell’arte, della cultura e dell’informazione. Tra le attività artistico-culturali sono da segnalare concorsi letterari, presentazioni di libri, mostre fotografiche e di cartelloni cinematografici, mostre di giornalismo scolastico e relativo concorso, mostre pittoriche e d’arte sacra, spettacoli teatrali, musicali, concerti. Per quanto riguarda le manifestazioni esterne, dal 2003 al 2006, spiccano le quattro edizioni di Corigliano Calabro Foto, una mostra fotografica di rilievo internazionale che si può annoverare tra gli appuntamenti fissi insieme al premio letterario “Maria Gaetana Gerace” che si è svolto nelle due edizioni del 2005 e 2006. Nell’ambito delle manifestazioni organizzate dalla Framundo, società che gestisce l’organizzazione e le attività museali e congressuali del castello, vanno messe in evidenza le tre edizioni, dal 2004 al 2006, di Alba Jazz al Castello; le due edizioni di Castellaria, manifestazione artistico-culturale nell’ambito del progetto regionale di rivalutazione dei castelli del territorio calabrese e le due edizioni, nel 2005 e 2006, di Cinemadamare, una rassegna cinematografica internazionale itinerante con seminari di formazione. Per quanto riguarda le attività di convegnistica e congressi, vanno messi in evidenza convegni medici, congressi sulla sicurezza alimentare ed i prodotti di eccellenza della Sibaritide, congressi sull’ambiente, convegni e premi promossi da associazioni come Rotary e Kiwanis. Per l’anno 2007, in corso, le manifestazioni sono state le seguenti: dal 31 marzo all’1 aprile, Sposi al castello, I rassegna espositiva di moda. Dal 10 marzo al 20 maggio la mostra d’arte sacra San Francesco di Paola… tra fede, storia e devozione popolare, che si è snodata sui percorsi spirituale iconografico, di devozione popolare ed architettonico con mostre di santini, libri, mobili, sculture, pitture e foto di luoghi di culto dedicati al Santo in Corigliano. Dal 21 luglio al 30 settembre, Le note dell’anima, la mostra di dipinti del maestro Daniele D’amico e dal 17 al 18 agosto, Coriglianonottebianca, un appuntamento variegato di arte, musica, teatro, spettacolo, moda, cinema, gastronomia, cultura, divertimento, danza. 72 6.6 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture Calendario 6.6.1 Villa Manin Le manifestazioni realizzate a Villa Manin riguardano sostanzialmente l’Arte, la Musica e lo Spettacolo; di seguito vengono proposti alcuni eventi, anche a richiamo internazionale, svolti nella struttura che hanno contribuito ad ampliare il numero degli arrivi nel territorio in cui gravita Villa Manin. Manifestazioni Artistiche: - Hiroshi Sugimoto - Eurhope 1153 – Arte Contemporanea dal Bosforo - Il Teatro dell’Arte Manifestazioni Musicali e spettacoli: - Giovanni Allevi - Patty Smith - Paolo Conte 6.6.2 Certosa di Pontignano Dal momento che sul sito non è presente un archivio delle manifestazioni passate, si può evidenziare solo che il calendario delle attività per l’anno in corso, iniziate nel mese di settembre, riguarda incontri scientifici, masters, convegni, seminari, studi, meetings, tutti di pertinenza dell’Università di Siena. 6.6.3 Complesso monumentale di Santa Sofia Anche per il complesso monumentale di Santa Sofia vengono riportate alcune manifestazioni svolte nell’ambito di uno degli eventi che periodicamente vengono organizzati nella struttura: il Meeting Nazionale 6 della Creatività Giovanile . - Inaugurazione della mostra degli artisti GAI - Teatro “I sogni dietro la finestra”, liberamente ispirato a “In riva al mare” di Véronique Olmi, “Otto ovvero per il diritto alla rabbia”, di e con Carla Vitantonio; musiche di Paolo Tizianel - Teatro “Mi manca l’aria” di Angela Giassi, “Motoperpetuo”: “Femmene stracciate”, di Peppe Lanzetta; “North b – East”, di e con Marco Tizianel e Silvio Barbiero 6 Le informazioni sono tratte dal sito: www.teknemedia.net/fiere/dettaglio_news.html Best practices - 73 Musica Araba Fenice (Forlì) Junkie (Ancona) Kien (Ancona) Estemporanee di vari artisti 6.6.4 Castello Ducale di Corigliano 7 Alcune delle manifestazioni riguardanti il Castello Ducale di Corigliano e che sono state svolte negli anni esercitando un richiamo turistico sono le seguenti: - Corigliano Calabro Fotografia Accademia di Belle Arti di Brera; “Eye” Collettiva dei fotografi dell’Agenzia Contrasto, a cura di Cosmo Laera - Mostra Fotografica UNESCO: “Il Patrimonio Mondiale dell’Umanità in Giappone” Fotografie di Kazuyoshi Miyoshi, a cura di A.I.STU.GIA.- Associazione Italiana Studiosi del Giappone - Mostra d’Arte Sensi Contemporanei in Calabria EcoEvento “Spiritual Brittius”- Esposizioni Collegate alla Mostra Movimento - Movimenti dalla 50esima Esposizione Internazionale D’Arte della Biennale di Venezia - Unione Europea; - Congresso A.I.STU.GIA.- Associazione Italiana Studiosi del Giappone con Mostra Fotografica UNESCO: “Il Patrimonio Mondiale dell’Umanità in Giappone” - Convegno I Forum EuroMediterraneo “Dialoghi tra le Civiltà del Mediterraneo sulla Sicurezza Alimentare” – Il Ruolo della Cultura Alimentare per uno sviluppo Rurale Sostenibile - “ Alba Jazz al Castello” con Salis Quartetto 6.7 Promozione Marketing e Merchandising delle strutture e della attività che vi si svolgono Nel seguente paragrafo sono esaminate, struttura per struttura, le attività di promozione, marketing e merchandising sia delle strutture che degli eventi e delle manifestazioni che vi trovano svolgimento; notizie sui flussi turistici, laddove i gestori hanno potuto fornire i dati e, aspetto molto importante, quella che è la percezione ed il coinvolgimento della comunità del territorio in cui la struttura è ubicata. Per completezza 7 Le informazioni sono tratte dal sito: www.castelloducale.it. Si ringrazia per la cortese collaborazione la dottoressa Valeria Capalbo, responsabile Grandi Eventi e Ricevimenti Nuziali 74 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture d’informazione, si è voluto fare cenno, desumendo i dati dalle risposte del questionario, alle attività di promozione che si effettuano tramite l’utilizzo di strategie e canali promozionali ed il lavoro degli uffici stampa, laddove l’ente gestore ne ha ravvisato la necessità della presenza interna. E’ quasi ovvio sottolineare che la presenza di un ufficio stampa, che tiene i contatti con i media locali e con il territorio nel suo complesso, risulta particolarmente efficace nel lavoro di promozione e di informazione, a pari merito con l’istituzione di un sito web, che calamita l’attenzione della sempre più numerosa collettività telematica. Per un discorso più generale, da ricondurre allo specifico delle strutture e delle attività di cui si sta trattando, è utile precisare quanto segue. Quello che, tradizionalmente, oggi viene definito materiale promozionale rappresenta il mezzo più classico della comunicazione e della promozione. Manifesti, Brochures, Volantini, Cataloghi sono in uso ormai da tanto tempo anche se grafica e contenuti comunicativi oggi sono diversi dal passato; le forme, ma anche i contenuti, della comunicazione si sono evoluti, facendo sempre più leva sul messaggio im-mediato, sull’evocazione delle sensazioni, sull’impatto emotivo che un’immagine, un colore, un suono, una melodia sono in grado di produrre in chi vede o ascolta. Probabilmente anche per questi motivi, essi sono i mezzi mediamente ancora più usati da tutte le strutture, soprattutto manifesti e brochures che, spesso, assolvono anche al compito di souvenirs di un evento. I mezzi di cui si diceva prima riescono ad attrarre l’attenzione soprattutto attraverso alcuni elementi chiave come l’impostazione grafica, l’utilizzo di colori adatti, e messaggi brevi che stuzzicano la curiosità, le emozioni, i ricordi, soprattutto i desideri del pubblico. Possono sembrare più “antiquati” rispetto ad uno spot pubblicitario radiotelevisivo o una pubblicità o una pubblicazione telematica ma offrono il vantaggio di essere immediatamente e, in molti casi, gratuitamente, visibili, senza cioè che il pubblico debba andare a cercarli. In ogni caso, per una comunicazione programmata con mezzi integrati, la loro presenza risulta necessaria a colpire, di solito, un target generico di utenza. 6.7.1 Strategie e Canali promozionali Le strategie e i canali promozionali di cui oggi si può disporre per la comunicazione ed il marketing sono davvero innumerevoli così come sono varie anche le figure professionali del settore. Le strategie promozionali, nel caso delle strutture in esame, sono messe in atto da chi generalmente ha una buona conoscenza del “prodotto” che vuole vendere e sa in che modo e con quali mezzi attrarre un pubblico variegato. Spot Best practices 75 radiofonici e televisivi, pubblicità gabellare su giornali e riviste di settore, banner pubblicitari sui siti internet attraggono anch’essi utenze differenti per età, professione, abitudini e stili di vita, quindi si rende necessario, in un’azione di comunicazione e di marketing che possa risultare davvero efficace, un loro utilizzo congiunto per attirare l’attenzione di un pubblico composito. 6.7.2 Uffici Stampa Agli Uffici Stampa è affidato il compito della comunicazione ufficiale, d’ordinanza oseremmo dire, anche se spesso sono proprio loro a svolgere un’importante attività di raccordo con il territorio, tramite i continui aggiornamenti con la stampa locale e nazionale. Nel caso delle strutture esaminate, c’è da constatare che non tutte ne sono provviste e, di sicuro, quest’assenza e da registrare come un handicap, poiché non sempre i servizi affidati alla gestione esterna sanno essere precisi, dettagliati e tempestivi nella comunicazione delle notizie. Flussi turistici: Di particolare importanza, per l’analisi e la valutazione dell’efficacia delle strategie comunicative e di marketing, risulta lo studio dei flussi turistici, in base ai quali esse si possono diversificare o rafforzare o cambiare radicalmente. I gestori delle strutture esaminate, in generale, al momento della presente ricerca, non sembrano preoccuparsi molto di tale aspetto, fornendo dati non proprio dettagliati e precisi, forse a causa della relativa giovane attività che caratterizza un po’ tutte le gestioni. Da una panoramica generale, comunque, si può affermare che presso tutte le strutture l’affluenza di pubblico è alquanto soddisfacente e che la provenienza più consistente è rappresentata da un’utenza essenzialmente regionale, anche se non mancano discrete percentuali di visitatori stranieri. In ogni struttura, una parte considerevole di pubblico è di provenienza scolastica e per lo più giovanile. Decisamente in tono minore il pubblico adulto e straniero. 6.7.3 Merchandising Anche la voce Merchandising, come tante altre del linguaggio economico-pubblicitario più attuale, designa una risorsa ancora di scarso utilizzo nello studio in oggetto. In alcune strutture, tale attività viene svolta seppure in maniera poco significativa; in altre, come nel caso del Castello Ducale, ci si è già attrezzati affinché essa diventi una voce rilevante degli introiti gestionali. E’ interessante notare, inoltre, come delle strutture significative quali il Complesso Monumentale di Santa Sofia e Villa Manin non si siano ancora dotate di un proprio brand che 76 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture possa farle identificare all’esterno e possa caratterizzare l’eventuale creazione di una propria linea di prodotti. 6.8 Percezione e coinvolgimento sul territorio A proposito della gestione delle imprese culturali, si è fatto cenno di quanto sia importante che strutture ed attività, per un funzionamento ottimale, siano correlate al territorio circostante e possano essere fruite soprattutto dalla popolazione locale che in esse dovrebbe identificarsi. Tutto ciò non sempre accade e per vari motivi, primo fra tutti un malinteso senso del termine “culturale” che ancora per molta utenza ha il significato di incomprensibile, raffinato, inadeguato, non alla portata di tutte le classi sociali, di tutte le età e di tutte le professioni. Da questo punto di vista, tutte le strutture hanno ancora la propria missione da svolgere, nel senso che il coinvolgimento con enti o attori locali dello sviluppo e la diffusione di una percezione positiva ed altamente condivisa da parte della popolazione locale sono dei traguardi da raggiungere. 6.8.1 Villa Manin La Villa riveste una notevole importanza storica e dagli anni ’70 ospita il Centro d’Arte Contemporanea omonimo che si occupa di eventi culturali di vario tipo, incentrati fondamentalmente su mostre di arte contemporanea, appunto, e su concerti di musica leggera o jazz. L’imponente struttura consente sia la presenza di più esposizioni allo stesso tempo che l’ospitalità di artisti per l’allestimento di grandi palchi nei grandi spazi all’aperto. Per la promozione della propria immagine la Villa utilizza soprattutto manifesti, volantini, brochures posizionati in luoghi strategici, come gli aeroporti locali. Tutto il materiale promozionale è sia in inglese che in italiano ed ha la costante del colore; ad esempio, i cataloghi delle mostre risultano accattivanti per l’utente, che viene attratto da copertine dai colori vivi e sempre diversi; lo stile è essenziale, ma efficace perché rappresenta una buona sintesi tra classico e contemporaneo. Classico, nel senso di lineare; contemporaneo nel senso di vivo, legato alla dinamicità che solo colori accesi possono rendere. Il messaggio che si trasmette è quello di un centro contemporaneo che non dimentica il valore storico della struttura che lo ospita, raggiungendo un effetto comunicativo equilibrato. La Villa adotta delle strategie promozionali legate alle entrate, come i biglietti ridotti per alcune categorie di persone (minori ed anziani) o riduzioni in occasione di giornate particolari. Inoltre, vengono effettuate delle facilitazioni per incentivare la partecipazione ad attività diverse: per esempio, si offre Best practices 77 l’ingresso alle mostre se si è acquistato il biglietto per uno spettacolo. Essa utilizza anche i canali radiofonico e televisivo per la messa in onda di spot pubblicitari Un cenno a parte merita il sito internet, molto ricco di informazioni e costantemente aggiornato, visitato da un gran numero di utenti. Esso è disponibile in inglese ed in italiano. La sua struttura è sobria ma chiara, ricca di fotografie suggestive sia della struttura, sia del parco, sia delle opere. Attraverso il sito si possono avere informazioni circa la storia della Villa; l’Azienda Speciale Villa Manin, il Centro d’Arte Contemporanea, le attività, le mostre in corso, quelle passate e quelle future, lo Spazio FVG, i Concorsi, le varie iniziative, le informazioni su come raggiungere il posto, le informazioni sull’organigramma del Centro e dell’Azienda. la possibilità, per gli operatori dell’informazione, di ricevere materiale sulla Villa, attraverso l’invio di una richiesta, in uno spazio apposito. Nel complesso, la struttura gode di una buona presenza sia sulla stampa nazionale, sia su quella specializzata. L’ufficio stampa di Villa Manin è gestito in parte esternamente ed in parte internamente alla struttura: i mezzi che esso raggiunge sono regionali, ma la comunicazione è affidata ad enti esterni. Riguardo alla percezione che i residenti hanno della struttura, non si effettuano degli studi o delle ricerche. In generale si può affermare che la struttura sia stata percepita in modi differenti negli ultimi decenni. All’inizio (Anni ’60) era considerato come il luogo di prestigio abbandonato a se stesso, poi con l’incremento delle attività è diventato uno spazio sempre più prestigioso che ha visto una sorta di curva ascendente, fino ad essere attualmente considerato un luogo di alta cultura. L’elemento vincente è stato sicuramente quello di non aver comunque creato uno spazio d’élite e ciò è stato strutturalmente possibile grazie alla presenza del giardino, che rappresenta il punto di raccordo tra le attività più colte e le attività legate alla vita popolare che hanno permesso l’avvicinamento del pubblico meno prossimo alle iniziative considerate “culturali” in senso stretto. Ciò è servito a radicare la struttura nel territorio e ad aumentarne la percezione da parte dei residenti, per cui non si è più considerato solo come un luogo prestigioso, ma come cornice viva di attività comprensibili e fruibili per tutti. Per quanto riguarda il coinvolgimento del territorio, va premesso, in generale che quello di Codroipo risente ancora delle sue origini agresti (essendo la geograficità dei luoghi caratterizzata da attività agricole che trovano significativa espressione nelle coltivazioni del mais e dei vigneti per la produzione degli ottimi vini friulani). A questo si aggiunge una posizione che, per certi versi, è strategica, perché vicina a tre grandi poli urbani d’attrazione che sono Udine, Venezia e Trieste, ma nello stesso tempo problematica 78 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture per i collegamenti mal organizzati per Passariano ed a causa della vicinanza di luoghi d’attrazione balneare (come Lignano e Pordenone) che portano i flussi turistici (stranieri e locali) lontano dalla campagna. Da ciò consegue che Villa Manin incontra delle difficoltà rispetto all’attrazione dei residenti, che percepiscono la struttura come un elemento di prestigio territoriale, ma non se ne sentono attratti in termini di partecipazione attiva. L’attività del Centro d’Arte Contemporanea è la meno percepita dai locali. La Villa sta cercando di risolvere questo problema mettendo a disposizione i propri spazi per iniziative di diverso tipo: in particolare si offre la Villa come sede di mostre ed iniziative legate soprattutto all’associazionismo locale, ma trattandosi di un centro d’arte contemporanea, è difficile far arrivare in maniera efficace il significato di questa “disciplina” al pubblico. Non vengono realizzate indagini sui flussi di visitatori da parte dell’Azienda. Tempo fa è stato approntato uno studio dall’Università di Udine, ma non sono pervenuti dati ufficiali. In generale, la Villa raccoglie un pubblico prettamente regionale, con una buona affluenza da parte del Veneto, ma anche dall’Austria e dalla Slovenia. La massima affluenza si registra, di solito, in occasione di concerti, spettacoli ed iniziative legate al folklore. Tra gli eventi che quest’anno hanno registrato una maggiore affluenza, ricordiamo lo spettacolo di Beppe Grillo (con circa 5.000 presenze) ed il concerto di Elisa (con 8.000 spettatori). Non si hanno dati sull’affluenza dell’anno 2004, ma si è in possesso di quelli riguardanti il 2005, 2006 e 2007 fino ad oggi. Per quanto riguarda le esposizioni sono stati rilevati i seguenti flussi di visitatori: 2005- 65.000 presenze; 2006-60.000 presenze; 2007-50.000 presenze, fra l’interno ed il giardino, da Gennaio a Settembre; Per quanto riguarda gli spettacoli ed i concerti: 2005- 30.000 presenze; 2006- 40.000 presenze; 2007- 60.000 da Gennaio a Settembre. L’80% dei visitatori è italiano, mentre il 20% è rappresentato da stranieri; quest’ultima percentuale scende al 10% nel caso degli spettacoli. Le classi di visitatori appartengono alle categorie più disparate. I turisti singoli sono rari e la maggior parte del pubblico è formato da gruppi di età diverse. In generale, si può affermare che il parco è lo spazio visitato maggiormente dalle scolaresche. La Villa svolge attività di merchandising affidata ad operatori esterni. Non esiste un prodotto con il logo della Villa, soprattutto per la mancanza di un soggetto privato, inteso come referente simbolo della struttura che possa far identificare la villa con un personaggio chiave. Le entrate del merchandising per la Villa corrispondono a circa 10.000 (diecimila) euro all’anno e rappresentano Best practices 79 una percentuale delle entrate del bookshop, gestito da privati. I prodotti maggiormente venduti sono i cataloghi. 6.8.2 Certosa di Pontignano La Certosa è un’antica struttura che ospita il Centro Congressi e la foresteria dell’Università di Siena. La sua attività principale è legata all’organizzazione di convegni e conferenze del mondo della ricerca nazionale ed internazionale. La strategia comunicativa è, pertanto, circoscritta al mondo accademico ed ha un carattere sobrio ed elegante adatto ad un’istituzione prestigiosa come l’Università di Siena. Per quanto riguarda il materiale promozionale utilizzato dalla Certosa, l’Università ha previsto l’uso di brochures, volantini e manifesti. Non si registra l’uso di altro materiale né la presenza su stampa specializzata, italiana o straniera. Le strategie di comunicazione del gestore della Certosa sono rivolte, nello specifico, verso la popolazione studentesca. Per quanto riguarda i canali di comunicazione, non si ha notizia che il gestore utilizzi i mezzi radiofonico e televisivo. Esiste il sito internet, www.unisi.it/servizi/certosa, seppure linkato a quello dell’Università, che viene aggiornato costantemente. Il sito si presenta sobrio e funzionale, con una versione anche in lingua inglese; esso è strutturato in diverse sezioni che illustrano la storia della Certosa, le attività che vi si svolgono, una galleria fotografica che documenta con dovizia di particolari i diversi ambienti, gli arredi dei vari spazi e i possibili allestimenti e le modalità e i mezzi per raggiungere il luogo. Mancano, però, una sezione dedicata all’archivio delle attività e delle manifestazioni svolte in passato, le planimetrie degli ambienti e le notizie generali riguardanti il territorio circostante La Certosa non ha un ufficio stampa al suo interno; non si hanno altre notizie in merito, per cui si può supporre che, all’occorrenza, venga utilizzato quello dell’Università di Siena. La percezione della validità della struttura è molto alta presso tutta la collettività, anche se permane un utilizzo decisamente scarso da parte della popolazione locale, considerato anche l’uso prettamente didattico ed accademico. Le interrelazioni con il territorio circostante, al momento, sono alquanto scarse ed avvengono solo occasionalmente. Tramite accordi con la direzione della struttura, la clientela può richiedere l’organizzazione di escursioni nei territori circostanti, disporre della possibilità di soggiornare in altre strutture ricettive e di ristoro del circondario, richiedere attrezzature particolari. Per quanto riguarda l’utilizzo degli spazi e le presenze nella Certosa, il maggior flusso di persone si registra nel periodo estivo, compreso tra i mesi di Giugno ed Ottobre, con una suddivisione 80 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture che vede una presenza di italiani che si attesta al 60% (sessanta) ed il restante 40% (quaranta) di flusso di stranieri. La struttura svolge attività di merchandising attraverso la vendita di gadget di diverso tipo in occasione delle varie manifestazioni; l’articolo più richiesto sono le cartelle congressuali. Non ci sono articoli o prodotti che rechino il logo della struttura e, giuste le affermazioni dello stesso gestore, non si riescono a quantificare le entrate derivanti dal merchandising. All’interno della struttura, nella reception, è presente una vetrina che illustra i prodotti locali. 6.8.3 Complesso Monumentale di Santa Sofia Non si è a conoscenza dell’utilizzo di materiale promozionale specifico da parte del gestore del Complesso Monumentale di Santa Sofia. Il maggior numero di strategie promozionali messe in atto dal gestore sono dirette verso la popolazione studentesca a cui sono rivolte il 50% (cinquanta) delle iniziative, tra cui anche la possibilità di usufruire di percorsi didattici; il restante 50% (cinquanta) è rivolto ad utenze di altro tipo, anche se non sono specificate le modalità e la tipologia delle iniziative. Pur essendo una struttura prestigiosa che ha accolto nella sua breve vita manifestazioni ed eventi d’importanza internazionale, il Complesso Monumentale di Santa Sofia non ha un sito dedicato; le poche notizie che la riguardano sono inglobate nel sito ufficiale del comune di Salerno www.comune.salerno.it per cui, tutta una serie di informazioni che pure potrebbero interessare la potenziale utenza ed essere necessarie alla funzionalità della struttura stessa (orari di apertura e chiusura, accessibilità, planimetrie, prenotazioni on line) è preclusa e bisogna bypassare dai competenti uffici comunali, per potervi accedere. Il Complesso Monumentale di Santa Sofia non ha un ufficio stampa al suo interno; non si hanno altre notizie in merito, per cui, come nel caso precedente, si può supporre che, all’occorrenza, venga utilizzato quello del Comune. Nell’insieme, la collettività salernitana riesce a percepire l’importanza della presenza di un luogo altamente significativo come il Complesso Monumentale di Santa Sofia, spazio della cultura aperta e senza confini per eccellenza, tanto che nella classifica cittadina dei siti più visitati si attesta al secondo posto, subito dopo il Duomo e molto prima di altri luoghi storici e cari alla comunità salernitana, quali il Castello Arechi e il Giardino della Minerva. Le relazioni con il territorio e le istituzioni circostanti si traducono in particolari convenzioni e pacchetti stipulati con gli operatori turistici e in una collaborazione giudicata buona con l’Azienda di promozione turistica. Nonostante l’assenza di qualunque Best practices 81 indagine sulla customer satisfaction, la società di gestione del Complesso Monumentale di Santa Sofia dichiara che negli ultimi tre anni, la struttura è stata interessata ad un flusso di presenze che si attestano mediamente sulle 50.000 (cinquantamila) unità annue con punte anche maggiori di visitatori, com’è accaduto per esempio in occasione delle mostre su Mirò, Caravaggio e Picasso. Le punte massime di affluenza si registrano in occasione di eventi d’importanza internazionale, a prescindere dal periodo. In ogni caso, una certa, significativa inversione di tendenza si registra, per il Santa Sofia, nel periodo natalizio, momento in cui è concentrata la realizzazione del maggior numero di manifestazioni. Pur senza dati certi ed in riferimento alla situazione generale della città di Salerno, afferma ancora il gestore, la presenza di visitatori italiani è stimata ad un 80% (ottanta) del flusso ed il restante 20% (venti) è composto da stranieri. La struttura non ha ancora un suo logo, anche se pensa di dotarsene in un futuro prossimo. Non possiede una sua linea di prodotti, per cui l’attività di merchandising, peraltro svolta da società esterne, si risolve nella commercializzazione dei cataloghi che, volta per volta, accompagnano le mostre e dei poster. 6.8.4 Castello Ducale L’A.T.I Framundo, che gestisce, la struttura, l’organizzazione e le visite guidate al castello, utilizza vario materiale per promuovere la struttura e le attività che vi si svolgono; brochures, foto, guide, libri, volantini, manifesti. Diverse sono le strategie promozionali messe in atto dall’Ati Framundo e rivolte a particolari categorie di visitatori; nello specifico sono privilegiate le scolaresche, che possono usufruire dei laboratori didattici organizzati appositamente; i gruppi di visitatori precostituiti che godono di tariffa ridotta nel pagamento del biglietto d’ingresso, così come i cittadini residenti a Corigliano Per quanti riguarda i canali promozionali, nel Castello sono state effettuate riprese televisive per trasmissioni del servizio pubblico a carattere nazionale (Linea verde, Linea blu) e locale (trasmissioni su Metrosat e tele A1); sono stati realizzati spot con passaggi in diretta radiofonica su Radio Cometa e per la trasmissione di un’emittente locale che ha previsto una visita guidata approfondita all’interno del maniero. Di particolare efficienza ed efficacia risulta la comunicazione telematica, tramite un sito ben curato, aggiornato periodicamente, che si presenta con una suggestiva home page, una foto panoramica del Castello, dove al link Informazioni si possono visionare i giorni o i periodi in cui gli spazi del Castello sono impegnati per lo svolgimenti di qualche manifestazione. L’unico neo è la lingua italiana, 82 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture solo idioma in cui si presenta il sito anche se, sempre nella home page, vi sono delle schede informative sul castello in spagnolo, portoghese, francese, inglese e tedesco. Il sito è strutturato in maniera tale da rendere consultabile e “commerciabile” in ogni parte la struttura; tale formula trova pochi altri… tentativi di imitazione, per cui risulta insolita ma altamente soddisfacente. Inoltre, della struttura il sito ne racconta la storia della costruzione e i vari feudatari; ne traccia la storia dei lavori di restauro, con una galleria fotografica che documenta alcune fasi prima e dopo; nelle sezioni Location e ricevimenti e Cosa vedere si può prendere visione di immagini che documentano gli allestimenti in occasioni di precedenti manifestazioni; nelle sezioni Mostre e Rassegne e Congressi, oltre alla descrizione degli spazi, si può visionare la planimetria e la disposizione dei vari arredi e degli strumenti di lavoro, come sedie, tavolo presidenziale, sistemi audio e video. Inoltre si può procedere ad una visita virtuale del castello che mostra alcuni degli ambienti più belli, significativi e di rappresentanza. Analogamente, la sezione La città oggi consente di prendere visione della planimetria del centro storico, dei parcheggi e dei percorsi a piedi, nell’ottica di una maggiore completezza di informazioni che riguardano anche il territorio circostante il castello. Presso il Castello Ducale é presente un ufficio stampa che fa capo al gestore Framundo, e che lavora, per lo più alla promozione ed alla comunicazione delle manifestazioni organizzate dalla società stessa. La percezione che il Castello Ducale rimanda alla comunità coriglianese non è sempre positiva; l’ente gestore, in particolare, avverte l’esigenza che il cittadino comprenda che questo bene è una ricchezza collettiva, che appartiene alla comunità tutta e che è portatore di benessere verso di essa, e non ad una sola gestione; in sostanza manca una cultura civica profonda e sentita nella cittadinanza. La comunità locale lamenta la presenza di alcuni problemi (in particolare la scarsità di parcheggi durante le attività di punta nel Castello) nonostante sia stato predisposto un servizio navetta col centro cittadino. Malgrado i problemi, il gestore, per raccordarsi ancor meglio al territorio e creare un unicum di conoscenza con la storia del castello, organizza, a richiesta, anche visite guidate nei centri storici circostanti (Corigliano Calabro, Rossano, Cassano allo Jonio) e nelle aree archeologiche e naturalistiche che insistono nella piana sibarita; sempre su richiesta, si possono creare anche itinerari personalizzati. Nel complesso, i risultati che provengono dal flusso delle presenze nel Castello Ducale possono essere considerati soddisfacenti, pur tenendo conto di alcuni fattori che inficiano le condizioni generali del turismo calabrese quali la carenza e le difficoltà del sistema di Best practices 83 comunicazione in cui versa la regione (strade, autostrade, ferrovie, collegamenti interni e via mare); la carenza di strutture turistiche aperte ed efficienti in tute le stagioni, che consentano la presenza di flussi significativi anche in autunno ed inverno; la relativa marginalità geografica della Calabria. Alcune manifestazioni come “La Notte Bianca”, nelle edizioni del 2006 e 2007 hanno fatto registrare rispettivamente 5000 (cinquemila) e 7000 (settemila) presenze mentre i dati relativi all’intero anno sono di 15.000 (quindicimila) e 20.000 (ventimila) visitatori. In ogni caso, il flusso di maggior riguardo è quello costituito dalle scolaresche, che si attesta al primo posto con un 40% (quaranta), seguito poi da gruppi di persone di terza età pari a 32% (trentadue); le famiglie rappresentano solo un 5% (cinque) mentre i singoli sono solo il 3% (tre). Significativa la presenza di visitatori italiani che si attesta ad un sostanzioso 77% (settantasette) con il restante 23% (ventitrè) costituito da turisti stranieri. Per quanto riguarda le attività di merchandising, la Framundo ha pensato di realizzare diversi gadget con il proprio logo e pur non sapendo quantificare con esattezza l’ammontare delle entrate provenienti da tale attività afferma di avere dei prodotti di punta quali il castello in miniatura e le guide illustrate sul castello ed il territorio. Per il futuro, inoltre, sono previste nuove strategie per ottimizzare l’attività di merchandising. Un cenno a parte merita la vendita di prodotti di eccellenza locali in un’ottica di valorizzazione del territorio circostante – dove si producono gli esclusivi mandarini di varietà clementine, arance, pompelmi, eccellente olio d’oliva e la famosa liquirizia - che trova nel castello l’espressione massima di rappresentanza. Di seguito è riportato un elenco dei vari prodotti commercializzati che sono distinti per settore editoriale, del merchandising museale e delle produzioni tipiche. I prodotti editoriali commercializzati sono cataloghi scientifici del Castello; cataloghi delle collezioni museali; guide brevi appositamente redatte per il Castello e la Città di Corigliano; monografie tematiche di carattere storico e artistico; editoria turistica sulla città, la Piana di Sibari, la Provincia di Cosenza e la Regione Calabria; testi di storia, tradizioni e cultura locale; pubblicazioni per bambini e per il mondo della scuola; traduzioni e testi in lingua straniera. Il Merchandising museale riguarda cartoline e poster; oggettistica; cartotecnica; prodotti di alto artigianato artistico; riproduzioni artistiche; gadget e oggetti ricordo dedicati; giochi educativi. Infine, le produzioni tipiche riguardano prodotti di stagione: terra e mare; conserve, miele e marmellate; bevande, sciroppi, vini, liquori, oli e aromi: pasta, dolci, biscotti. 84 Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture 6.8.5 Dalle best practices alla Certosa di Padula È possibile trasferire queste buone pratiche al Vallo di Diano ed in particolare alla Certosa di San Lorenzo in Padula? La risposta a questo interrogativo è stata il filo conduttore di questa ricerca. La Certosa di San Lorenzo è aperta al pubblico (a pagamento con biglietto intero da € 4,00, ridotto per i giovani tra i 18 e i 25 anni da € 2,00 e gratuitamente per i giovani sotto i 18 anni e gli over 65), ed è visitabile per circa l’80% dell’intera superficie; dispone esclusivamente di sovvenzioni pubbliche per quanto riguarda la manutenzione delle infrastrutture e il finanziamento delle attività che in essa si svolgono: mostre, premiazioni e convegni. Gli spazi vengono anche concessi in fitto per alcune manifestazioni. La struttura dispone di una sala convegni con 200 posti; di 30 celle utilizzate per esposizioni temporanee e permanenti; di una sala proiezioni con 100 posti; di spazi ricreativi costituiti dal parco della Certosa e dalla corte esterna; di un laboratorio di restauro e di una caffetteria che, però, al momento non viene utilizzata. Per l’accessibilità dei visitatori diversamente abili esiste un’entrata secondaria ma mancano le rampe e gli ascensori. Le attività gestite direttamente dalla Certosa sono coordinate da un curatore scientifico/direttore artistico più staff interni; le manifestazioni che si svolgono mediante la concessione in fitto degli spazi prevedono invece curatore e staff esterni. Negli ultimo tre anni è stata visitata in media da 126.000 visitatori annui. Di questi il 90% è costituito da italiani. Nonostante il discreto numero dei visitatori, La Certosa non dispone di un sito internet e la promozione delle attività avviene tramite brochures, volantini e mediante l’utilizzo di inserti pubblicitari. La Certosa non svolge attività di merchandising. I suggerimenti che si possono trasferire per questa struttura riguardano un’auspicabile maggiore collaborazione con i privati e, più in generale, un miglioramento di tutta la filiera turistico-culturale poiché le maggiori criticità ravvisate riguardano la mancanza di sponsorizzazioni e la necessità di una migliore manutenzione del monumento e degli impianti per ottimizzare la gestione delle Certosa. Best practices 85 Conclusioni Il concetto di Consumo Culturale Nel contesto del presente lavoro, si è fatto cenno ai termini di Prodotto, Mercato, Merchandising, in riferimento al settore della Cultura; è consequenziale, dunque, che nel novero dei termini entri anche quello di Consumo Culturale, ovvero della fruizione (i bisogni, le richieste, le tendenze) della Cultura anche se, per una serie di motivi, non è proprio semplice analizzare i comportamenti della collettività e stilare delle statistiche, come invece accade, e con maggior facilità, per altri tipi di beni. Anzitutto, vi è una certa difficoltà a stabilire, per alcuni tipi di “prodotto”, a quale genere appartengano. Se è relativamente semplice “mandare” un bene materiale di consumo nella casella dello snack dolce, del veicolo di lusso o dell’abbigliamento sportivo, non lo è altrettanto per il prodotto culturale se solo si fa riferimento, per esempio, al caso di un’installazione o di un balletto inseriti in uno spettacolo teatrale oppure di un concerto classico eseguito all’interno di un sito archeologico. Quale connotazione artistica prevalente dare nell’uno o nell’altro caso? E qui si accenna solo alla varietà da un punto di vista produttivo. Il discorso si fa ulteriormente complesso se si prendono in esame anche metodi e risultati da un punto di vista organizzativo e distributivo. Come catalogare un evento spettacolare a cui assistono migliaia o milioni di persone in via telematica e nessuno dal vivo? Si possono annoverare tra i fruitori le persone (anche qui si può parlare di grandi numeri) che compiono una visita virtuale in un museo o in una galleria d’arte? I tempi, le modalità di produzione e le dinamiche organizzative e distributive dell’attuale produzione culturale hanno reso, oggi, molto diversi anche la richiesta, il bisogno ed il consumo culturali determinati peraltro anche da una serie i fattori di partenza quali il budget economico disponibile dal produttore, dall’impresario o dal gallerista; il tipo di pubblico a cui il prodotto si rivolge; le finalità artistiche o comunicative che lo spettacolo o l’evento si propongono di raggiungere e, in alcuni casi, anche la dislocazione geografica e la temperie culturale del luogo in cui l’evento o lo spettacolo vengono prodotti (si pensi ad esempio, alla diversa diffusione nel mondo, anche in termini di numeri, della cinematografia statunitense e di quella indiana). 86 Conclusioni Il Consumo Culturale individuale e collettivo. Cos’è e quali sono i processi che lo determinano Per meglio comprendere i meccanismi che sovrintendono alle sue svariate richieste, è bene definire cosa si intende per Consumo Culturale, riferito sia al singolo individuo sia alla collettività. Nel processo di crescita fisica, intellettiva, esperienziale, cognitiva, l’individuo si modella continuamente con un flusso incessante di acquisizione ed elaborazione di dati che lo indirizza, in età adulta, verso stili di vita, gusti, orientamenti, preferenze assolutamente differenti e variabili da soggetto a soggetto. Anche per quanto riguarda il consumo culturale, il tipo di istruzione scolastica, l’ambiente originario di provenienza (per emulazione o differenziazione), le esperienze, le conoscenze, gli incontri segnano un percorso originale che va a sommarsi in un patrimonio di conoscenze, il quale a sua volta, è determinante nel delineare le frontiere dei nuovi bisogni da soddisfare. Da un punto di vista del fenomeno collettivo, invece, il consumo culturale si riferisce al consumo di un bene pubblico che tutti possono fruire. I mezzi e i luoghi di produzione culturale differenziano la domanda che, in ordine al tempo della richiesta va dall’immediato al differito, ed a riguardo della fenomenologia spazia dall’unico al ripetibile. Pensiamo, ad esempio, all’immediatezza dello scambio tra domanda ed offerta culturali, nel caso di un’opera teatrale, un concerto o uno spettacolo o alla differenza di offerta culturale di una galleria d’arte che vede avvicendare numerosi artisti con le loro opere, o ad un museo col suo pressoché costante patrimonio artistico esposto. La scelta di un consumo immediato o differito nel tempo vincola, a volte marcatamente, anche i meccanismi di produzione, organizzazione, distribuzione e conservazione del prodotto culturale e, nel caso, di beni pubblici, tale scelta è complicata da un’ulteriore percezione dicotomica che fa assimilare il prodotto culturale da una parte come “servizio” e dall’altra come un “diritto”. Il servizio, nella percezione collettiva, in quanto tale necessita e merita di avere un prezzo per essere non solo fruito, ma anche realizzato e diffuso; ma come diritto dovrebbe presentare la caratteristica della gratuità o di un accesso estremamente facilitato, da un punto di vista economico. Ritorna, a questo punto, la non facile questione del prezzo da stabilire riguardo al prodotto culturale, alla luce di un’altra considerazione; per quanto riguarda la cultura, spesso il prezzo non è assolutamente commisurato al valore del bene, per cui anche la percezione del valore stesso risulta di difficile attribuzione. Se a ciò si aggiunge che la persona che consuma il prodotto o il servizio culturale, in base alle sue esperienze, al suo percorso cognitivo, alla sua personale percezione del valore del bene, può Best practices 87 assegnare un valore diverso da qualunque altra persona, si ottiene un quadro sufficientemente complesso riguardo anche al problema della scelta di fruire un bene o un prodotto anziché un altro. “In un momento storico nel quale vengono messi in discussione i valori che pochi anni fa sembravano consolidati (la pace, le religioni, la convivenza civile, l’immigrazione), il carattere identitario e la possibilità di confrontarsi liberamente con novità intellettuali che solo il settore culturale può offrire, fa diventare l’esperienza culturale un’opportunità irrinunciabile. Ampliare la libertà di scelta e le opzioni del consumatore è utile alla stessa crescita democratica. Lo sviluppo non è più solo il frutto del lavoro delle grandi industrie; i prodotti immateriali hanno assunto sempre più un peso maggiore nel determinare la crescita economica. L’esercizio delle proprie libertà individuali, reso più consapevole dalla fruizione di cultura, non deve perciò essere considerato un corollario allo sviluppo economico ma la causa di esso. L’amministrazione della cosa pubblica può e deve fare la sua parte con gli strumenti a sua disposizione e con la lungimiranza di chi affronta un investimento per il quale non avrà il tempo di apprezzarne a pieno i frutti”. (G. Stumpo). Gruppo di lavoro Area sviluppo progetti: Azzato Antonello Barbone Silvia Becheri Emilio Becheri Giacomo Billi Sandro Ciccolini Massimo Cocilova Maurizio De la Feld Gianpiero Gambassi Roberto Iannario Maria Iannibelli Antonietta Picilli Pierluigi Russo Michela Sommese Antonio Stumpo Sergio Ventisette Elisabetta Vitale Carmine Comunicazione: Breglia Carmela Medici Salvatore Picarelli Ugo Segreteria organizzativa e monitoraggio: Menna Pamela