I colori del Sud e l`impegno sociale nei quadri di Miglietta

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I colori del Sud e l`impegno sociale nei quadri di Miglietta
Idee&Società
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Giovedì 18 aprile 2013
REDAZIONE: via Rossini, 2 - 87040 Castrolibero (CS) - Tel. (0984) 852828 - Fax (0984) 853893 - E-mail: [email protected]
Il restauratore Giuseppe Mantella ha raccontato particolari stilistici e aneddoti sull’artista
Sguardo esperto
sull’opera di Preti
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LA MOSTRA
I colori del Sud
e l’impegno sociale
nei quadri di Miglietta
Storia d’Italia di Salvatore Miglietta
di STEFANO MANDARANO
STEFANACONI - La luce
e i colori del Sud nelle
opere di Salvatore Miglietta rivivono nella mostra antologica a lui dedicata presso l'Accademia
di Belle Arti “Fidia” di
Stefanaconi, la cui inaugurazione è in programma sabato alle ore 17.30.
Miglietta, nato a Novoli di Lecce nel 1942, conosciuto in Italia e in Europa per l'alto valore sociale e civile delle sue opere,
si forma a Bologna alla
scuola di Giorgio Morandi dal quale acquisirà in
particolare il senso della
costruzione formale del
quadro, trasformando il
significato del fare pittura nella motivazione di
uno studio dello spazio e
della luce con finalità sociali. Per due decenni vive a Bologna e, dal 1976
al 1979, opera a Parigi
nel momento topico dell'evoluzione del neo-formalismo pittorico internazionale. Dal 1979 al
1980 è in Germania, per
poi trasferirsi definitivamente a Catanzaro nel
suo studio-rifugio sulla
costa ionica.
Presente nei maggiori
dizionari d'arte, ha al suo
attivo numerose personali e collettive.
Espone ora presso
l'Accademia “Fidia” di
Stefanaconi in una mostra antologica intitolata
“I colori del Sud”, all'insegna di quello che il sociologo Franco Ferrarotti ha definito un «policromatismo esplosivo in
grado di cogliere l'attimo
dinamico della vita nel
suo senso più ampio».
L'esposizione di Stefanaconi è costruita mediante un'attenta selezione delle principali
opere dell'artista, lungo
più di cinquanta anni di
attività creativa: dal periodo della pittura sociale, con i temi dedicati al
mare, alla pesca e al lavoro dell'uomo, fino alla
più recente fase “agravitazionale”, tecnica sperimentale adottata dall'artista, mediante la quale i
suoi quadri di notte «s'illuminano di luce propria».
Dell'opera dell'artista,
Agostino Bagnato, direttore della rivista di arte e
cultura “L'Albatros”, ha
detto: «Nella pittura di
Miglietta c'è un aspetto
che la connota e la caratterizza
inequivocabilmente. Si tratta del colore, usato per comporre figure, oggetti, paesaggi,
spazio etereo e cosmico
oltre che per creare atmosfere e tonalità, quasi
a voler caratterizzare l'umore e il respiro dell'ambiente in senso lato. La
mostra all'Accademia
“Fidia” del prossimo 20
aprile, non segna minimamente la conclusione
di un lunghissimo ciclo.
No. Si tratta piuttosto di
una ripartenza ragionata. Con il suo carattere
antologico, costituisce
l'ennesima epifania pluridecennale che sintetizza esemplarmente l'opera del maestro».
di ROSANNA BERGAMO
TAVERNA - Approcciarsi
alla magnificenza dei dipinti di Mattia Preti, coglierne l'essenza, immedesimarsi nella spiritualità
che traspare da ogni sua
opera con maggiore consapevolezza, questo l'intento
dei creatori dell'“Angolo
dell'Arte”, uno spazio culturale di nicchia, ma contestualizzato nel grande allestimento espositivo del Museo Civico.
Caterina Bagnato, responsabile del Poliambulatorio per l'arte, la conservazione il restauro delle opere
del Cavaliere Calabrese ha
immaginato un contesto diverso, dove travalicare la
semplice “visione” delle
opere di questo grande artista, ancora, forse, troppo
poco apprezzato. La mostra
“Lux Fides”, confortata da
una pioggia di critiche positive, sta per trasferirsi a
Malta e, proprio in questi
ultimi giorni di allestimento, si è pensato di approfondire l'interiorità dell'artista.
«Il nostro fine - ha esordito Bagnato - è quello di dare
una valenza didattica alla
mostra, approfondire il
concetto di Fede ed Umanità. Lavorare sui materiali
adoperati da Preti, ci aiuterà a comprendere non poco
le sue opere».
A questo proposito, la restauratrice ha invocato il
sostegno economico delle
istituzioni affinchè si garantisca, attraverso fondi
regionali, continuità al lavoro certosino portato
avanti dal suo laboratorio
di restauro. A dare l'incipit
a questi appuntamenti,
Giuseppe Mantella, restauratore, responsabile del
cantiere studio della CoCattedrale di Malta. Tra i più
accreditati esperti del settore, e tra i maggiori conosci-
tori dell'animo di quello che
a pieno titolo viene considerato uno dei massimi esponenti del Seicento Barocco,
Mantella conosce a menadito la tecnica pittorica del
Preti; da 17 anni dirige e cura in prima persona il restauro della Cattedrale maltese, a detta di molti studiosi, considerata la massima
espressione artistica del genio di questo tavernese che
decise di fare di Malta la sua
terra d'elezione.
Intervallando gli aspetti
tecnici con la narrazione di
aneddoti poco conosciuti,
Mantella è riuscito a calamitare l'attenzione degli
astanti. Tra le curiosità che
il restauratore ha colto dall'analisi approfondita delle
opere del Preti, è emersa
una voglia, una necessità
quasi fisica, da parte dell'artista, di essere insignito
dell'onorificenza di “Cavaliere di Grazia”. Un desiderio talmente forte da indurlo a barattare il titolo con la
garanzia di affrescare, in
maniera
assolutamente
gratuita, le disadorne pareti della nuova Cattedrale
della Valletta. Da questa
sua, poco ortodossa, richiesta, nacque un capolavoro
senza pari, affreschi che
“raccontano” la vita di San
Giovanni Battista e lasciano i visitatori senza fiato.
«Il restauro è scienza - ha
spiegato Mantella a suffragio del suo racconto - è work
in progress, è sinergia con
lo storico dell'arte, perché
per poter lavorare su un'opera da restaurare, è necessario conoscerne l'essenza,
le motivazioni che hanno
spinto l'artista a realizzarla. Per far si che un restauro
sia tale, è fondamentale che
si instauri una rete di collaborazione, finalizzata ad un
unico obiettivo: rendere
nuovamente fruibile un'opera».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La co-cattedrale di Malta. In alto la conferenza con Mantella
Il libro
Percorsi d’arte in Calabria
descritti da Mario Vicino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro
COSENZA - Martedì 23 aprile 2013, alle ore 10, a Cosenza, Palazzo Arnone, sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e della Galleria Nazionale di Cosenza, si terrà,
in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore, un
incontro con Mario Vicino, autore del volume Arte in Calabria - Storia
Opere Percorsi (Editrice Libreria “Aurora”).
Interverranno all'iniziativa, moderata da Silvio Rubens Vivone: Fabio
De Chirico, soprintendente Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici della Calabria della Calabria; Adriano Ritacco, presidente nazionale della Federazione Italiana dei Club e Centri Unesco;
Rosanna Caputo, storico d'arte in servizio presso la Soprintendenza
BSAE della Calabria; Rita Fiordalisi e Adele Bonofiglio, funzionari MiBAC.
L'opera di Mario Vicino ripercorre, in maniera approfondita, il rilevante patrimonio storico-artistico calabrese.
Trovano, infatti, spazio nel lavoro di Vicino l'Abbazia della Sambucina,
la Cattolica di Stilo, il San Ladislao di Simone Martini, l'Immacolata di
Pietro Negroni, il Polittico del Vivarini, il San Sebastiano di Mattia Pretie
tantissime altre testimonianze d'arte che connotano mirabilmente la nostra Regione.