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COMUNE DI SAN GIOVANNI INCARICO COMUNE DI FALVATERRA PROVINCIA DI FROSINONE POLITICHE GIOVANILI COMUNE DI PASTENA “Il Brigantaggio e l’Alta Terra di Lavoro”. Storia, usi, costumi e tradizioni. OBIETTIVI Divulgare, attraverso la ricostruzione degli usi, dei costumi, delle ambientazioni storiche, dei prodotti tipici, il patrimonio storico e turistico del territorio, anche in collaborazione con i Comuni limitrofi per mezzo delle attività dell’Unione di Comuni “Antica Terra di Lavoro” di cui il Comune di San Giovanni Incarico è capofila. Realizzazione di iniziative di promozione culturale e di spettacolo dal vivo volte alla promozione culturale e alla valorizzazione del patrimonio storico culturale e turistico. Recupero della memoria storica e divulgazione del patrimonio storico culturale del territorio. In particolare: Recupero delle tradizioni e divulgazione delle stesse e delle peculiarità storico culturali; memoria storica; riavvicinamento dei giovani alle tradizioni della loro terra; scambi intergenerazionali tra nuove e vecchie generazioni; valorizzazione centri storici minori; valorizzazione storie e culture locali; coinvolgimento di ampie realtà territoriali; promozione della conoscenza e la valorizzazione del territorio e delle tradizioni attraverso attività di spettacolo dal vivo; sviluppo del turismo culturale; promozione e valorizzazione della storia e delle tradizioni culturali del Basso Lazio; promozione degli antichi sapori e delle antiche tradizioni Iniziative – Tempi e luoghi di realizzazione 11 settembre H. 17 – Viale della Rimembranza Deposizione corona e commemorazione Marchese Alfred de Trazegnies Ospite d’onore: l’unico discendente in vita proveniente dal Belgio, il Marchese Olivier de Trazegnies H. 18 – Centro Culturale Polivalente di Via Vignali – Museo dell’Io di Vincenzo Bianchi Apertura Convegno “La conquista del Sud e il Brigantaggio post unitario” H. 21 – Piazza Falcone e Borsellino e vicoli del Centro storico medioevale Rievocazione storica – Raduno di gruppi storici con e Menù del Brigante. 12 settembre H. 18 – Centro Culturale Polivalente di Via Vignali – Museo dell’Io di Vincenzo Bianchi 2^ parte del Convegno “La conquista del Sud e il Brigantaggio post unitario” H. 21 – Piazza Falcone e Borsellino Menù del brigante MBL – Musicanti del Basso Lazio in concerto dal vivo. Descrizione delle iniziative Deposizione corona e commemorazione Marchese Alfred de Trazegnies La commemorazione ricorda il noto episodio di reazione borbonica avvenuto 1'11 novembre del 1861 a San Giovanni Incarico. In quella tragica giornata le bande irregolari capeggiate da Luigi Alonzi, il famigerato "Chiavone", si scontrarono con l'esercito italiano e ben 57 briganti chiavonisti persero la vita. Alcuni di essi vennero fucilati e tra loro il marchese belga Alfred De Trazegnies. Il Marchese, uomo devoto totalmente alla legittimità dei Governi, partì per Le Calabrie unendosi alla reazione napoletana per porsi attivamente al servizio della causa Borbonica. Si unì a quello che probabilmente credeva un esercito regolare, la banda del "generale" Luigi Alonzi. A nulla servirono le sue nobili relazioni di parentela, il Marchese l'11 novembre 1861 venne fucilato alle spalle nella piazza dove oggi sorge il Palazzo Comunale di San Giovanni Incarico e gettato in una fossa comune con gli altri briganti. Nell’anno 2008, il Comune di San Giovanni Incarico ha deposto una lapide in suo onore e l’ha celebrato con un Convegno dal titolo “Legittimismo e repressione in Alta Terra di Lavoro. L'eccidio di San Giovanni Incarico e la vicenda del marchese Alfred De Trazegnies “ a cui ha partecipato anche l’unico discendente in vita, che vive in Belgio il il Marchese Olivier de Trazegnies Da allora, la commemorazione si ripete ogni anno. Documentazione fotografica della 1^ Edizione Convegno “La conquista del Sud ed il Brigantaggio post unitario” 11 settembre dalle 18 alle 20 - 12 settembre dalle 18 alle 20 Realizzazione di un Convegno sul fenomeno del Brigantaggio post unitario nei territori dell’Alta Terra di Lavoro e del Basso Lazio. In serata, i temi del Convegno verranno rappresentati con spettacoli e scenografie che riproducono il periodo storico analizzato. La volontà di organizzare questo convegno nasce dalla convinzione che questa vicenda appartenga alla storia non solo del comune di San Giovanni Incarico ma dell'intera Provincia di Frosinone un tempo Terra di Lavoro. Ospiti abituali della manifestazione sono: Il Dott. Gaetano Marabello I’Avv. Ferdinando Corradini Il Dott. Edoardo Vitale, Magistrato e direttore della Rivista “L’Alfieri” Prof.ssa Fiorenza Tarricone, Università degli Studi di Cassino Che relazioneranno sui seguenti argomenti: 1) Il brigantaggio nell’Italia post unitaria e nei territori di confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico 2) Briganti: la storia mai raccontata 3) La vita quotidiana dei briganti: usi, costumi, cucina e prodotti tipici 4) Le donne Briganti. Rievocazione storica – Raduno di gruppi storici Realizzazione di scene di vita quotidiana dei Briganti e realizzazione di una scena di assalto dei briganti. Le rievocazioni sono realizzate dalla Compagnia dell’Associazione Culturale “Antica Terra di Frontiera” di Piedimonte San Germano, Associazione Capo di Lupo – Storia, cultura, arte, tradizione dell’”Antica Terra di Lavoro” di Cassino, Associazione “Briganti del Matese” Il Vestiario dei Briganti Durante le manifestazioni, noi rievocatori veniamo spesso fermati dalla gente nelle piazze e nelle vie della nostra bella Italia e la prima domanda che ci viene rivolta riguarda logicamente il vestito storico che indossiamo. La credenza più diffusa è che partecipare a queste manifestazioni siano "passatempi da ricchi" e per cui il costo degli abiti sia in proporzione. Non ci dimentichiamo che particolarmente per quanto riguarda i Briganti... il loro vestito era "povero", come povera era la loro condizione. I grandi viaggiatori dell'Ottocento, un nome tra i tanti è quello di Lord Byron, durante il loro Gran Tour in Italia hanno scritto pagine indimenticabili di letteratura descrivendo in particolar modo gli usi e costumi della Ciociaria. Restarono soprattutto colpiti dalle calzature, le Ciocie, che sono la diretta evoluzione "del piede scalzo". Non esiste sicuramente un modo di calzare più minimalista di questo, cioè rivestire la pianta del piede con pelle animale, trattenuta da cinghie avvolte alla gamba. Eppure sono tantissime le sue varianti, praticamente una per ogni paese, addirittura esistono quelle da festa o quelle per la vita di tutti i giorni. Sopravissute fin nel secondo dopoguerra (se ne vedevano ancora dotati i pastori addirittura a metà degli anni '70!) nella versione moderna realizzata con i pneumatici telati per automobili, sono state scelte da noi (logicamente nella versione originale di cuoio) come elemento del vestiario simbolo di ciò che era la Ciociaria al tempo del Brigantaggio. Nonostante le apparenze... dopo ormai averle indossate in decine di occasioni su tutti i tipi di terreno e anche per interi giorni di seguito, ogni nostro associato potrà testimoniare la loro comodità, piacevolezza che si riesce a gustare solo dopo essere riuscito a carpire i segreti della fasciatura delle gambe e della legatura delle corregge, capacità che si acquisiscono solo con la pratica. Il resto del vestito è altrettanto semplice: una grande cappa (o mantello che dir si voglia) scura molto avvolgente adatta a proteggere il suo proprietario dal rigore del freddo in una vita passata all'aperto, un cappello, dei pantaloni scuri di tela robusta, una camicia bianca e un gilet di stoffa o di pelle di capra. Per completare il vestito bisogna ricordarsi dell'estrema religiosità di questi uomini che combattevano per la loro terra. Infatti attorno al collo portavano una specie di ciondolo dentro il quale era conservata un pezzo di ostia consacrata. Al giorno d'oggi realizzare un vestito del genere richiede ben poca spesa rispetto ad una divisa militare. Se poi si è già (o lo si vuole diventare) padroni di una certa manualità... praticamente la spesa già irrisoria si tramuta in puro divertimento! La maggioranza di noi ha realizzato tutto l'indispensabile in casa, seguendo le direttive di coloro che erano più esperti. Mai avremmo immaginato qualche anno fa che un gruppo di pivelli come noi avrebbe imparato a lavorare in modo perfetto il cuoio. Mai avremmo creduto che nella nostra vita saremmo riusciti con soddisfazione a conciare pelli di capra e pecora. Ma soprattutto compiendo tutte queste attività... mai avremmo sperato che ci saremmo veramente divertiti! Il Menu del Brigante Antipasto e degustazione prodotti tipici Salsicce, Formaggio, Olive, Patate e Frittate Primi piatti Laina1 con ceci Minestra alle 13 erbe (Zuppa di pane duro ammollato con verdure) Secondi piatti Capra al sugo Ciammott’ al sugo (lumache) Bevande Vino rosso Acqua Ricetta Laina e ceci Ingredienti per 4 persone: 300 gr di farina più acqua e sale q.b. (per la pasta) 200 grammi di ceci bolliti 1 spicchio di aglio 80 gr di olio extravergine di oliva (Femminella e Racioppella) origano q.b. Per preparare la laina si impasta la farina con acqua e sale. Spianare l’impasto con il matterello e successivamente tagliare a listarelle. Per il sugo, invece, si soffrigge l’aglio nell’olio extravergine fino a farlo imbiondire; togliere l’aglio ed aggiungere i ceci (una parte dei ceci, per rendere più “denso” il piatto può venire anche passata). Lessare la laina fino a metà cottura, scolare non completamente ed unirla ai ceci facendo terminare la cottura. Se necessario aggiungere acqua ( quella della cottura, ricca di amido). Condire con un pizzico di origano e servire ben caldo. 1 La laina è un tipo di pasta tipico della bassa Ciociaria. Per indicare questo particolare tipo di pasta lunga, si utilizza generalmente il singolare "làina", ma anche meno spesso il plurale "làine"; è indicata nelle varie località del basso Lazio anche come lacne, làccane o làcchene. La parola "laina" ha anche il significato generale di impasto ammassato steso con il matterello. La lacna stracciata di Norma è riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale laziale, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Lazio. Si ottiene impastando la farina di grano duro con acqua ed un pizzico di sale. L'impasto va lavorato energicamente fino ad ottenere una massa uniforme e poi, per mezzo di un matterello (lainaturo), una sfoglia. La sfoglia viene ricoperta con un sottile strato di farina, fatta riposare per pochi minuti e poi arrotolata su se stessa quindi tagliata con un coltello in strisce non sottili. Queste vengono infine lasciate ad asciugare. Il risultato sono delle fettuccine larghe e spesse, con dimensioni un po' incostanti. Le laine sono un tipico piatto povero e si accompagnano tradizionalmente quindi con condimenti poveri. L'accostamento tipico è con il sugo ai ceci, legumi tipici ciociari; in diversi comuni della Ciociaria si svolgono sagre come quella della "Laina e ceci" od anche quella della "Laina e cicerchie". MBL in concerto Il gruppo Musicisti Basso Lazio nasce nel 1999 da un’idea di Benedetto Vecchio. Il loro concerto è uno spettacolo, tra la tradizione e la world music, che attinge dalla musica popolare dell’ area della ballarella e del saltarello (Italia centro-meridionale), luogo di provenienza dei musicisti, ricca di storia, canti popolari, strumenti arcaici come la zampogna e la ciaramella. La caratteristica del gruppo è l’ interazione di questi antichi strumenti tradizionali con strumenti moderni, e con suoni appartenenti ad altre culture, come un viaggio che dal centro Italia ti porta in vari punti della terra: tramite contaminazioni celtiche, ma anche spagnole, blues, reggae, rock. . Le canzoni del cantautore Benedetto Vecchio raccontano storie ed eventi legati alla cultura popolare come la mietitura, la stregoneria, il brigantaggio, ma anche problematiche sociali che non hanno confini di epoca e di luoghi, come l’ emigrazione. Benedetto Vecchio: voce,chitarra battente, chitarra.acustica, mandoloncello. Gennaro Del Prete: voce, chitarra classica, chitarre elettrica, synth, cori Marco Iamele: zampogna melodica, zampogna zoppa, gaita galiziana, flauti, whistles, ciaramella, bombarda bretone, bombarda medioevale, organetto Michele Cantarella: basso elettrico Daniele Marinelli: tamburelli, tammorre, percussioni Alessandro Blasi:batteria, percussioni, cori Daniela Abbate: danza L'appello lanciato anni fa dal mio disco"Brigante se more" è diventato un appello col tempo il segnale di una chiamata a raccolta di briganti antichi e moderni. Tra questi il musicista Benedetto Vecchio, folgorato sulla via tra Napoli e il Basso Lazio dove le favole e le pietre e i dialetti segnano il cammino di una storia comune, e dove è possibile ritrovare, nel groviglio delle onde sonore inquinate delle radio e delle televisioni nazionali il battito purissimo di un ritmo primitivo e incontaminato chiamato taranta, capace di lanciare certa musica alternativa e trasgressiva della nostra penisola nel grande movimento contemporaneo della "world music" Recensione di Eugenio Bennato. L'appello lanciato anni fa dal mio disco" Brigante se more" è diventato un appello col tempo il segnale di una chiamata a raccolta di briganti antichi e moderni. Tra questi il musicista Benedetto Vecchio, folgorato sulla via tra Napoli e il Basso Lazio dove le favole e le pietre e i dialetti segnano il cammino di una storia comune, e dove è possibile ritrovare, nel groviglio delle onde sonore inquinate delle radio e delle televisioni nazionali il battito purissimo di un ritmo primitivo e incontaminato chiamato taranta, capace di lanciare certa musica alternativa e trasgressiva della nostra penisola nel grande movimento contemporaneo della "world music" Eugenio Bennato Brigante se more Avimmo pusato chitarre e tammuro pecchè sta musica s'addà cagnà simme brigante e facimme paura e c'a scuppetta vulimme cantà. E mò cantamme sta nova canzona tutta 'a gente se l'adda 'mbarà "nun ce ne fotte d'o rre Burbone 'a terra è 'a nosta e nun s'adda tuccà. Tutt' e paise da baselecata se sò scetate e vonno luttà pure 'a calabria s'è arrevotata e stu nemico facimme tremmà. Chi ha visto 'o lupo e s'è mmiso appaura nun sape buono qual è 'a verità 'o vero lupo ca magna 'e criature è 'o piemuntese c'avimma caccià. Femmene belle ca date lu core si lu brigante vulite salvà nunn'ho cercate scurdateve 'o nomme chi ce fa 'a guerra nun tene pietà. Ommo se nasce brigante se more ma fino all'ultemo avimma sparà e si murimme menate nu sciore è na bestemmia pe sta libertà.