Truffa dei diamanti, caccia ai soldi in Svizzera

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Truffa dei diamanti, caccia ai soldi in Svizzera
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Trento
TRENTINO GIOVEDÌ 7 GIUGNO 2012
Mille euro a testa per riparare l’auto
Maggio, qualità dell’aria non buona
◗ TRENTO
◗ TRENTO
Secondo un’indagine Autopromotec, nel 2011
gli automobilisti del Trentino Alto Adige hanno
speso per la manutenzione e le riparazioni delle
loro automobili 622 milioni di euro, pari al
2,07% dei 30.093 milioni di euro spesi a livello
nazionale. La spesa annua per autovettura è stata in Trentino Alto Adige di 1.065 euro, contro
una media nazionale di 810 euro. Il Trentino si
colloca al tredicesimo posto della graduatoria
nazionale per regioni.
In Trentino, nel mese di maggio, è stato rilevato
un moderato indice d’inquinamento dovuto ai
primi episodi di smog fotochimico e al conseguente aumento delle concentrazioni di ozono
nell’aria. Lo evidenziano i dati raccolti dall’Appa.
Solo in una occasione, l’11 maggio, si è registrato
il superamento della soglia di informazione nelle stazioni di Trento Parco S. Chiara e Piana Rotaliana. I valori registrati sono risultati peraltro solo di poco superiori alla soglia di 180 g/m3.
Truffa dei diamanti,
caccia ai soldi in Svizzera
Sono ormai cento le querele depositate contro l’organizzazione che avrebbe
truffato almento trecento investitori. Si cerca anche un “tesoretto” in quadri
◗ TRENTO
Avevano investito in miniere
di diamanti in Africa, ma si sono ritrovati un pugno di mosche. Adesso cercano di recuperare qualcosa. Nell’inchiesta sulla presunta truffa ai danni di centinaia di trentini adesso si cercano i soldi. L’avvocato Danilo Pezzi, che tutela molti dei risparmiatori, spiega che
ormai le querele sono un centinaio.
Si cerca adesso di capire dove Giorgio Ridi, l’uomo d’affari
considerato a capo dell’organizzazione, abbia nascosto il
denaro. Le piste da seguire e
già indicate alla Guardia di Finanza sono molte. La prima
porta in Svizzera, alla ricerca
di conti corrente che sarebbero stati aperti da membri
dell’organizzazione. Secondo
alcune testimonianze raccolte
dagli stessi investitori, i soldi
sarebbero stati portati in Svizzera in contanti e poi depositati in varie banche. Altra pista
porta nella Repubblica Ceca
dove ci sarebbero vari appartamenti intestati a parenti dei
membri dell’organizzazione.
Adesso, la speranza di chi ha
perso i propri risparmi è che la
Procura chieda il sequestro
conservativo dei beni dei componenti dell’organizzazione,
almeno di quelli che saranno
individuati. Sembra che molti
investitori abbiano consegnato a Ridi anche opere d’arte di
un certo valore in cambio di
quote delle sue società. Calcolando tutto, i soldi spariti salgono ad almeno 17 milioni di
Il treno deragliato in stazione, ieri a Bressanone
Treno merci deraglia
in stazione, tragedia
sfiorata a Bressanone
◗ BRESSANONE
Il Tribunale di Trento. La Procura è a caccia dei soldi degli investitori gabbati
euro. Denaro di cui si è persa
ogni traccia. Adesso la Finanza
sta cercando di recuperarlo.
La strada, però, non è semplice. Il pubblico ministero Giuseppe De Benedetto ha chiuso
le indagini e si avvia a chiedere
il rinvio a giudizio per nove
persone. Gli indagati sono Giacomo Ridi, ritenuto una delle
menti dell'associazione, 66 anni domiciliato a Lavis, Giampietro Magagni, 62 anni di
Trento, Alessandra Fumanelli,
34 anni di Sabbionara d'Avio,
Claudio De Giorgi, 49 anni, di
Novate Mezzola, in provincia
di Sondrio, Amedeo Tarter, 60
anni di Trento, Karl Josef Wegmann, 59 anni di Glorenza,
Ruggero Dallaserra, 62 anni di
Ossana, Vittorio Prest, 69 anni
di Bolzano. Tutto ruotava intorno ad alcune società finanziarie con sede in Trentino. Si
tratta di North wind financial
service, attualmente in liquidazione, E-Forex spa, Sbn spa,
Corumel mineral corporation
e Rca resources corporation.
Ridi, Magagni, De Giorgi, Giovannoni e la Fumanelli occupavano posizioni di vertice in
queste società, mentre gli altri
indagati erano soci e, allo stesso tempo broker.
Ovvero vendevano azioni di
queste società ai risparmiatori
promettendo interessi da capogiro che crescevano in maniera proporzionale rispetto
alla durata dell'investimento.
Si partiva dal 6 per cento all’anno.
©RIPRODUZIONERISERVATA
Tragedia sfiorata, ieri, alle
11.55 alla stazione ferroviaria
di Bressanone, dove un treno
merci della compagnia Rtc proveniente dal Brennero è deragliato finendo in parte - con il
locomotore e due vagoni - sulla
pensilina che fortunatamente
in quel momento era vuota. Solo pochi minuti dopo dovevano arrivare decine di ragazzi
che tornavano da scuola. Alcune carrozze hanno perso le ruote ma non è ancora chiara la
causa: potrebbe trattarsi di una
rottura meccanica ma la Procura di Bolzano - che ha aperto
un’inchiesta con l’ipotesi d’accusa di disastro ferroviario colposo - non si sente per ora di
escludere nemmeno l’errore
umano. Nell’incidente i due
macchinisti, uno di 26 e l’altro
di 61 anni, si sono leggermente
feriti e sono stati trasportati
all’ospedale di Bressanone.
Il convoglio della compagnia
Rail Traction Company proveniva dall’Austria e stava transitando sul binario 2 in direzione
sud, quando - per cause in via
di accertamento da parte dei
tecnici di Rti e della Polfer - è
deragliato. Oltre al locomotore,
che è finito in parte sulla pensilina, i vagoni deragliati, che trasportavano rottami di ferro, sono nove. I due macchinisti, per
quanto
comprensibilmente
scossi, sono scesi dal convoglio
con le loro gambe e hanno dato
subito l’allarme. Alcuni testimoni, che in quel momento
stavano aspettando il treno in
stazione, parlano di «un grande
botto e di una scossa come
quella del terremoto». Molti
passeggeri si sono affrettati a dire che poteva andare molto
peggio. «È davvero solo un caso
- spiegano - se in quel momento nessun pendolare si trovava
sulla pensilina che dista pochissimi metri dal parcheggio per
le auto». Sono intervenuti 24 vigili del fuoco volontari di Bressanone che si sono occupati di
una fitta coltre di fumo provocata dalla brusca frenata. Non
ci sono notizie certe sulla velocità a cui andava il «merci» ma
in base alle prime ipotesi pare
viaggiasse attorno agli ottanta
chilometri orari. Inevitabili i disagi alla circolazione ferroviaria.
Stasera il Consiglio comunale dopo il cambio di gestione
premia Francesca Dallapè
Pasti al Santa Chiara, i sindacati chiedono aiuto a Rossi
◗ TRENTO
◗ TRENTO
Oggi pomeriggio alle 18, prima
dell'inizio della seduta, il Consiglio comunale premierà la
tuffatrice Francesca Dallapè
per l'oro conquistato insieme
a Tania Cagnotto nei tuffi sincronizzati dal trampolino di
tre metri durante gli ultimi europei di nuoto di Heindhoven,
il 20 maggio scorso. Per le due
tuffatrici è il quarto titolo europeo consecutivo. L'incontro di
oggi sarà l'occasione anche
per augurare all'atleta trentina
un “in bocca al lupo” per le
Olimpiadi di Londra a cui parteciperà singolarmente e in
coppia con Tania Cagnotto.
Filcams Cgil e Fisascat Cisl reclamano un incontro urgente
con l'assessore provinciale alla salute, Ugo Rossi. Il vertice,
richiesto fin dal 9 maggio scorso, è indispensabile, secondo
le due organizzazioni sindacali di categoria, per dare precise
informazioni ai circa 70 lavoratori impegnati nel servizio
di ristorazione dell'ospedale
Santa Chiara di Trento, in particolare nella distribuzione
dei pasti ai degenti e nel loro
confezionamento presso il
centro cottura di Ravina, proprietà della società Dussmann
che ha gestito l'appalto fino
Francesca Dallapè
ad oggi.
Nella gara per l'aggiudicazione del servizio, è infatti risultata vincitrice la società Serenissima Ristorazione che
dovrebbe quindi subentrare a
Dussmann. «Ma ad oggi - si
legge in una nota - le lavoratrici ed i lavoratori non hanno alcuna notizia sulle modalità
del cambio di appalto, né sanno se l'aggiudicazione è stata
sospesa a fronte di eventuali
ricorsi. Di tutto questo Filcams Cgil e Fisascat Cisl intendono discutere con l'assessore Rossi che però fino ad oggi
ha negato un incontro giudicato ormai improcrastinabile
dai sindacati».
L’assessore Ugo Rossi mentre assaggia un pasto al Santa Chiara