Ballata del sacchetto-cassonetto

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Ballata del sacchetto-cassonetto
Geografia delle immondizie
I rifiuti non finiscono mai nel posto giusto
Vi ricordate quando i media criminalizzavano Napoli e la Campania per i rifiuti abbandonati sui
marciapiedi, mancanza di cassonetti, sacchetti rotti e immondizie ingestibili?
Al Nord si urlava allo scandalo, facevamo gli schizzinosi e, alzando il naso, ci dicevamo che queste
cose non possono che capitare al Sud, rinnovando l’antico bipartitismo geografico.
Ebbene ora, una folle politica locale emiliana ha dato origine ad un fenomeno indecente, eliminando
i cassonetti. Nel centro storico di Bologna, per mostrare che si è moderni, sono state create isole
interrate, in cui però si possono mettere solo due tipi di rifiuti, l’organico e il vetro. Non si sa perché
il vetro debba essere interrato, se non crea odori, mentre non si sa dove mettere la plastica che,
servendo in genere per i cibi, diviene maleodorante e, purtuttavia, viene raccolta solo una volta alla
settimana. Per complicare le cose, viene raccolta un giorno nel settore nord e il giorno dopo nel
settore sud. Per facilitare l’accesso dei mezzi di trasporto, la raccolta viene effettuata di notte, ma
non si sa a che ora, così, per stare sul sicuro, i cittadini espongono i sacchi già dal mattino, creando
uno spettacolo non raccomandabile.
Pure una volta alla settimana vengono raccolti i rifiuti organici, ma chiaramente in una serata
diversa. Siccome l'organico ha bisogno di una raccolta frequente, esistono sì cassonetti preposti, ma
3 0 4 assieme in luoghi anche distanti dalle abitazioni, che pochi utilizzano.
Appena fuori mura i cassonetti si sprecano, vengono messi pure accoppiati per lo stesso materiale.
Ora il problema è che i sacchi “debbono” essere lasciati sotto i portici, di cui Bologna si fa un
vanto, tanto da aver chiesto di inserire questo bellissimo patrimonio, che copre la città per 40
chilometri, nelle varie direzioni, nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.
Ebbene, non esistendo cassonetti, i sacchi che spesso non sono chiusi bene, o sono attaccati da gatti
e topi, lasciano fuoriuscire immondizie che vagolano lungo la strada, cosicché, quando le auto
schiacciano qualche bottiglia o contenitore, si sente una bella musica che ti fa saltare sulla sedia
pensando ad un attacco dell’ISIS.
Con quale coraggio Bologna potrà continuare a chiedere un riconoscimento che, non solo è molto
arduo da ottenere, ma richiede un impegno considerevole delle amministrazioni per un
mantenimento di prestigio?
Da non dimenticare che le numerose colonne dei porticati servono già da latrine per i vagabondi,
otre che per i cani, che sono numerosissimi, in una città in cui non ci sono bambini e i cani sono
deputati a sostituirli. L’amministrazione è un chiaro esempio di laissez faire, dove tutto il bene e
tutto il male del mondo viene digerito, pensando che il lassismo rafforzi il sistema politico. Forse i
governanti pensano che se l’amministrazione accetta tutto, anche i cittadini devono accettare tutto
ciò che essa fa. Solo che per alcuni cittadini gli escrementi sono un po’ duri da digerire.
Il citato bipartitismo geografico si sta invertendo, quando esponenti delle forze dell’ordine vengono
inviati dal Sud in missione o trasferimento a Bologna, ricevono le condoglianze dai colleghi.
Anche altre città emiliane non brillano per lungimiranza. A Ferrara per esempio, viene data ad ogni
unità familiare una borsa unica per la raccolta “differenziata” di carta, vetro e plastica, solo che la
borsa ha separazioni laterali, ma un fondo comune, in cui ovviamente si raccolgono depositi di latte,
sugo, yogurt, succhi di frutta, dai contenitori di plastica, assieme a resti di vino e olio da quelli di
vetro che si appiccicano ovviamente alla carta, per consolare quelli che odiano la raccolta
differenziata.
Non è finita qui, viene anche “regalato”, in realtà fatto pagare (solo che il conto è nascosto nella
bolletta), un bidoncino-cestino per i rifiuti organici che, pieno di buchi, lascia giustamente
fuoriuscire i liquidi di marcescenza sul pavimento, sulle scale, sulla strada, quando lo si porta al
cassonetto.
Solo che chi ha ideato questi sistemi, un certo grado di intelligenza lo ha, infatti i cestini hanno in
dotazione un pacco di sacchetti di carta che…. dovrebbero servire ad …..assorbire i liquidi di
cucina.
Ballata del sacchetto-cassonetto*
Il sacco blu non sta più su
Il sacco giallo è tutto un impallo
Il sacco nero non c’è ormai più
Il sacco bianco sta sul banco
Grattava, grattava, il topino
Finché arrivò il camioncino
Ma era troppo piccolino
E tutto finì nel tombino
Prima c’era il cassonetto
Ora metto di sera il sacchetto
Ma non ci sta più di un etto
Dove mettiamo il sacchetto?
Se non ci sta più in casa? Ora esco
e lo metto sotto i portici dell’Unesco
*Medesimo autore
Adriana prof.ssa Galvani
MEDITERRANEA -Libera Università Popolare-