Università Popolare anno accademico 2015 - 2016
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Università Popolare anno accademico 2015 - 2016 E…STATE CON NOI Proposte di Maria Giovanna Arnaboldi Consiglio di lettura per gli appassionati di narrativa gialla non banale e con risvolti di analisi sociologica. Roberto Costantini: tre romanzi che sono conosciuti come “La trilogia del male”. I romanzi vanno letti in ordine di pubblicazione poiché le vicende personali del protagonista, il commissario Michele Balistreri subiscono un’evoluzione nel tempo che merita di essere apprezzata nel suo svolgimento cronologico corretto. 1) Tu sei il male –Marsilio – 2011 [ premio Scerbanenco per l’opera prima] 2) Alle radici del male - Marsilio - 2012 3) Il male non dimentica – Marsilio – 2014 Ogni romanzo copre un arco temporale che va dagli anni ’50 al 2011. Scenario degli eventi sono la Tripoli negli anni della ricostruzione postbellica fino all’avvento di Gheddafi e la Roma degli anni 1980 e 2000. Michele Balistreri diventato commissario di polizia a Roma è un uomo chiuso in se stesso fino ad essere asociale, disilluso, stanco di vivere ma dotato di grande intelligenza ed intuizione psicologica . Sin da giovane ha conosciuto la malvagità degli uomini che ha affrontato inizialmente con spavaldo coraggio, poi sempre più con una prudenza rassegnata che pare sfiorare il cinismo. Il suo passato lo tormenta soprattutto per il pessimo rapporto col padre e per la misteriosa morte della madre amatissima, volata giù da una scogliera nella notte in cui Gheddafi prese il potere. Suicidio o omicidio? Questa domanda tormenterà Balistreri per circa 40 anni e troverà finalmente una risposta nel terzo capitolo della trilogia. Ho apprezzato il tipo di scrittura che procede per salti temporali, talvolta rappresentando magistralmente dello stesso fatto i punti di vista diversi di tutti i personaggi coinvolti. Particolarmente intrigante è la descrizione della vita a Tripoli negli anni dal 1950 al 1970, per la quale l’autore – nato a Tripoli nel 1952 – ha utilizzato memorie autobiografiche che rivelano l’intenso rapporto affettivo con i luoghi e le persone della Libia. Non a caso l’ultimo dei tre romanzi è dedicato “al popolo libero della Libia”. Attualmente Roberto Costantini , ingegnere, è consulente aziendale e docente presso la Luiss “Guido Carli” di Roma. Proposta di Rosa De Rosa Elizabeth Strout “Mi chiamo Lucy Barton” ed. Einaudi, aprile, 2016, € 17,50 Elizabeth Strout, l'autrice del bellissimo libro "Olive Kitteridge", con il quale ha vinto il Premio Pulitzen nel 2009, ci regala, con questo romanzo, un'altra interessante analisi della società americana nella Grande Mela degli anni Ottanta. 1 La protagonista, che si racconta in prima persona, si confronta con la madre, assente da lungo tempo nella sua vita di moglie e madre di due bambini, in una camera di ospedale, dove si trova per le conseguenze di un banale intervento d appendicite. Nei giorni che trascorrono insieme la figlia si fa narrare episodi lontani nel tempo, gli anni dolorosi, come scopriremo dalla lettura, di un'infanzia brutale e solitaria, di una miseria umiliante, di una memoria tanto più dolorosa perché non condivisa. Una lettura che coinvolge per la immediatezza e la ricercatezza della scrittura: parole tante volte non pronunciate ma scolpite nell'intimo di molte donne. Una lettura che lascia il segno per la capacità di saper cogliere, andando a ritroso nel tempo, il non detto che alberga in tante tra noi. Proposta di Maria Teresa Benincasa Israel J. Singer “La famiglia Karnowski” ed. Adelphi, 2013 E’ un grandioso romanzo scritto in lingua Jddish da Israel Singer, fratello di Isac Singer, premio Nobel 1978, che lo considerò il suo padre spirituale e maestro di vita. Figlio di un rabbino, nacque a Bilgoray in Polonia e cresciuto a Varsavia, viaggiò a lungo in Unione Sovietica, per emigrare poi negli Stati Uniti dove morì nel 1944 all’improvviso, all’indomani dell’uscita del romanzo. Opera mondo, tradotta splendidamente, nella quale ci si avventura seguendo svariati percorsi e tematiche: - L’antisemitismo europeo nelle sue diverse forme e sfumature, attraverso un’affascinante e drammatica rappresentazione di tre generazioni di Ebrei (David- George-Jegor). - Il rapporto padre/figlio e uomo/donna. C’è conflitto, rabbia, orgoglio tra padri e figli, ma ci sono anche speranza e affetto in un finale aperto. Fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti la natia Polonia di fine Ottocento, la moderna Berlino in una dimensione di ingannevole integrazione fino all’ascesa del nazismo. Poi la fuga a New York, città durissima ma anche città dell’esilio e della salvezza, nella perenne ricerca di un equilibrio molto difficile e sofferto tra identità e assimilazione. Il romanzo, dalla lettura scorrevole e coinvolgente, è anche un prezioso documento di valore storico per ricostruire la vita delle comunità ebraiche distrutte dalla follia nazista. Proposta di Santina Pitrone Valeria Parrella "Lo spazio bianco" ed. Einaudi, 2008 È il primo romanzo della scrittrice nota anche per i suoi racconti che hanno una certa originalità narrativa. La storia narra di Maria, una donna che affronta la nascita prematura della sua Irene, con coraggio e determinazione, da sola. L'attesa, lo spazio bianco, che separa Maria da Irene, diventa motivo di revisione di tutta la vita precedente, un cercarsi nel passato per riconoscersi nel presente. Nel 2009, dopo due anni dalla pubblicazione del romanzo, dal libro è stato tratto un film con la regia di Francesca Comencini, in cui il ruolo di Maria è stato interpretato da una convincente Margherita Buy. 2 Proposta di Maria Teresa Martuccelli Israel J. Singer “I fratelli Ashkenazi” ed. Longanesi, 2004 In questo romanzo, considerato il capolavoro di Singer, l’autore affronta il tema dello sviluppo e della decadenza della borghesia attraverso le vicende di due fratelli figli di un devoto rabbino, rigoroso esponente dell’ebraismo polacco. I due fratelli gemelli, Jacob e Simcha, sono diversissimi nel carattere e nell’aspetto: il primo, vitale e generoso, rappresenta la forza e l’istinto prepotente di vivere, il secondo, introverso e abile negli affari, concentra la sua febbrile inquietudine nell’imprenditoria. Jacob raggiungerà, col suo naturale talento di comunicatore, subito e senza fatica, un invidiabile successo; Simcha toccherà le vette del capitalismo industriale grazie alla sua lungimirante cupidigia che, in vista del proprio profitto, poco si preoccupa delle macerie che lascia. Pur così diversi, i due fratelli hanno in comune il progressivo distacco dal giudaismo e l’allontanamento dalle tradizioni con la conseguente perdita della propria identità sacrificata in nome di un’effimera rispettabilità borghese; divisi per quasi tutta la vita saranno riuniti alla fine in un ultimo tragico abbraccio. Accanto ai due protagonisti, in un panorama denso di grandi eventi politici in cui lo sviluppo borghese si accompagna alla miseria del proletariato, si affollano vari personaggi in un costante intreccio di vite e di vicende private, spesso drammatiche, che rendono la narrazione corale e, nello stesso tempo, individuale. Questo romanzo può essere considerato un grande affresco che prende in considerazione la complessa fenomenologia culturale, sociale e politica di una importante pagina della storia polacca. Proposta di Maria Grazia Ostinelli e Maria Teresa Martuccelli Charles King “Mezzanotte a Istanbul” (Dal crollo dell’impero alla nascita della Turchia moderna) ed. Einaudi La mezzanotte si riferisce al 31 dicembre 1925, quando l’intera Turchia regola gli orologi secondo oramese-anno dell’occidente, abbandonando ufficialmente il calendario islamico ottomano. King racconta Istanbul in un arco di tempo (prima metà del Novecento) che va dalla fine dell’impero ottomano al secondo dopoguerra, cioè gli anni in cui la Repubblica Turca conferma la sua adesione alla NATO. Il famoso Pera Palace Hotel, costruito a fine Ottocento per accogliere i passeggeri del mitico “Orient Express”, fa da filo conduttore delle vicende trattate; non è però la storia dell’hotel a dominare la narrazione perché l’architettura del libro si fonda su una serie di biografie. L’imprenditore greco Bodosakis, il generale inglese Harrington, la femminista Halide Edip, la reginetta di bellezza Kerman Halis, il rivoluzionario politico Trockij, Monsignor Angelo Roncalli (futuro papa Giovanni XXIII) sono soltanto alcune delle figure che popolano il libro. Le bellissime pagine, dedicate a Mustafà Kemal che prese- in seguito alla legge sui cognomi da lui voluta- il nome di Ataturk cioè “padre di tutti i Turchi”, offrono una descrizione molto chiara del progetto di laicizzazione del paese: laicità intesa non come separazione tra religione e stato, ma piuttosto come controllo della prima da parte del secondo. Questo libro si può considerare uno straordinario omaggio di uno scrittore statunitense a un paese che novant’anni fa rinacque dalle sue ceneri occidentalizzandosi e modernizzandosi per non diventare vittima di potenze occidentali. 3 Il gusto per una narrazione precisa ma estremamente accattivante di questo autore non ancora cinquantenne, storico, docente presso l’Università di Washington, rende la lettura scorrevole e avvincente perché conduce il lettore ad esplorare un mondo vicino ma forse ancora poco conosciuto, in un periodo storico molto denso di avvenimenti. Proposte di Maria Rita Molteni Annie Ernaux “Gli Anni” ed. Gallimard, 2008; ed. L’orma 2015 “Svaniranno tutte in un colpo come sono svanite a milioni le immagini che erano dietro la fronte dei nonni morti da mezzo secolo, dei genitori morti anch’essi. Immagini in cui comparivamo anche noi, bambine, tra altri esseri scomparsi prima ancora che nascessimo, nella stessa maniera in cui ricordiamo i nostri figli piccoli assieme ai loro nonni già morti, ai nostri compagni di scuola. E così un giorno saremo nei ricordi dei figli in mezzo a nipoti e persone che non sono ancora nate. Come il desiderio sessuale, la memoria non si ferma mai. Appaia i morti ai vivi, gli esseri reali a quelli immaginari, il sogno alla storia”. Questo libro mi ha affascinato e coinvolto per il sapiente intersecarsi del tempo privato, della “autobiografia impersonale”, con il tempo pubblico degli eventi della storia del Novecento che molte di noi hanno vissuto: la Liberazione alla fine della Seconda Guerra Mondiale, i fatti di Algeria, il Gaullismo, il Sessantotto, il femminismo, il terrorismo, la rivoluzione informatica, il passaggio di secolo e di millennio ….Ho sentito molto evocativa e generativa di toccante memoria la scelta di seguire con la descrizione di una fotografia “autobiografica”le stagioni della vita della donna che scrive. Anne Ernaux è nata in Francia nel 1940; è una delle più autorevoli voci della cultura francese. “Nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale”. Anne Tyler “La figlia perfetta” ed. Guanda, 2007 La storia inizia con l’incontro all’aeroporto di Baltimora di due coppie e dei loro parenti in attesa alla postazione degli Arrivi per prendere in consegna due bambine coreane, le loro figlie adottive. Le due famiglie hanno storie e provenienze diverse, una americana da sempre, l’altra immigrata in America, come prima generazione, dall’Iran. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, manterranno una forte comunicazione fatta di incontri e di scambi, relazioni familiari e amicali, nella diversità di cultura e abitudini di vita. Sono molto ben tracciate le personalità delle tre donne del racconto: le due madri adottive e Maryam, la nonna iraniana. Quest’ultima è un personaggio particolarmente suggestivo e rivelatore delle difficoltà di chi ha cambiato la sua vita abbandonando la propria terra d’origine. Maryam conosce i dubbi, le delusioni, i problemi, ma anche le aspettative di chi vive in una cultura “altra”, che avverte intimamente le proprie radici, sente di non appartenere né alla terra in cui è nata e per molto tempo vissuta, né al nuovo Paese di cui continua ad avvertire l’estraneità. Ho amato questo romanzo per la sapienza leggera ed acuta con cui affronta la tematica delle diversità culturali ,della recente immigrazione, dell’impegnativa e affascinante avventura di un’adozione, con una scrittura che è capace di intensità e umorismo. Anne Tyler, nata a Baltimora nel 1941, ha scritto numerosi romanzi; due in particolare mi sono piaciuti: Turista per caso, da cui è stato tratto un bellissimo film di Lawrence Kasdam, e Ristorante Nostalgia. 4 Antoine Leiris “Non avrete il mio odio” ed. Garzanti, 2016 “Siamo in due, mio figlio ed io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo: non ho altro tempo da dedicarvi, devo tornare da Melvil che si sveglia dal sonnellino. Ha soltanto diciassette mesi, farà merenda come ogni giorno, poi andremo a giocare come ogni giorno, e per tutta la vita questo ragazzo vi farà l’affronto di essere felice e libero. No, non avrete nemmeno il suo odio”. Melvil, il bambino che si sveglia dal sonnellino, ha appena perso la madre Hélène Muyal-Leiris, assassinata al teatro Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015. Nei giorni seguenti la strage, Antoine Leiris, il papà di Melvil, ha scritto la lettera “Non avrete il mio odio” che ha colpito profondamente il mondo intero. In questo libro Leiris racconta la vita di tutti i “nuovi” giorni di un padre e di un figlio “dopo”; un “diario di una quotidianità ferita”, ma colma di dignità, coraggio, tenerezza. Carlo Rovelli “ Sette brevi lezioni di fisica” ed. Adelphi, 2014 “Ci sono frontiere, dove stiamo imparando, e brucia il nostro desiderio di sapere. Sono nelle profondità più minute del tessuto dello spazio, nelle origini del cosmo, nella natura del tempo, nel fato dei buchi neri, e nel funzionamento del nostro stesso pensiero. Qui sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato”. Un piccolo, prezioso libro che con sapienza “leggera” ci introduce al mondo della fisica del ventesimo secolo, dalla teoria della relatività generale, alla meccanica dei “quanti”, fino alle tematiche sull’architettura del cosmo, le particelle elementari, la gravità quantistica, la natura del tempo e della mente. Un libro “semplice” e complesso, che si legge con crescente coinvolgimento, che sposa fisica, filosofia, poesia. Proposta di Cinzia Colombo Julie Otsuka “Venivamo tutte per mare” ed. Bollati Boringhieri, 2012 Una voce forte, corale e ipnotica racconta la vita straordinaria di queste donne, partite dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America, a cominciare da quel primo, arduo viaggio collettivo attraverso l’oceano. È su quella nave affollata che le giovani, ignare e piene di speranza, si scambiano le fotografie dei mariti sconosciuti, immaginano insieme il futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di trepidazione, seguirà l’arrivo a San Francisco, la prima notte di nozze, il lavoro sfibrante, la lotta per imparare una nuova lingua e capire una nuova cultura, l’esperienza del parto e della maternità, il devastante arrivo della guerra, con l’attacco di Pearl Harbour e la decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani di origine giapponese come potenziali nemici. Fin dalle prime righe, la voce collettiva inventata dall’autrice attira il lettore dentro un vortice di storie fatte di speranza, rimpianto, nostalgia, paura, dolore, fatica, orrore, incertezza, senza mai dargli tregua. 5 Proposta di Giovanna Corchia Maria Rosaria Valentini “Magnifica” ed. Sellerio Conosco Maria Rosaria Valentini da tempo. Un suo libro, il primo che ho letto, “Quattro mele annurche” è stato per me una rivelazione. Chi ha già assaporato, gustato pagine di Maria Rosaria aprirà subito “Magnifica”: un libro magnificamente bello, in cui abita la poesia. Le parole contano, sono le parole, la forma in tutti i suoi aspetti che esaltano la storia, le storie che un libro racchiude. Leggere, rileggere un libro richiede silenzio, pause per cogliere la forza della scrittura. In Magnifica passato, presente, futuro si pedinano come i tanti fiori, semplici fiori di campo, che inebriano il lettore. Naturalmente nelle vicende umane la morte è sempre presente. Anche in Magnifica la sua presenza, con significati dalle tante sfumature … Magnifica, un bellissimo personaggio delle tante storie che si snodano nel libro, e la sua penna, a cui è affidato un arduo compito: tessere le tante trame, fare emergere dal profondo il passato, e il tempo ritrovato metterà un po’di ordine nel disordine che è la vita … Incontro 23 giugno 2016 alle ore 17.00 a Villa Olmo - a Parolario Un caro saluto e un augurio di buone vacanze con tante affascinanti letture. Ci rivediamo a ottobre per un altro percorso insieme nella musica, nell’arte, nel cinema, nel territorio, nella letteratura, nel sociale … e chissà in cos’altro ancora! Noi, l’instancabile Direttivo dell’Università Popolare 6 7