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Pagina inziale » Spettacoli » Articolo n. 4452 del 5 luglio 2006
'Silent hill' di Christophe Gans
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Di nuovo un horror, di nuovo si trema, ma questa volta ad opera di un francese, classe 1960, nato nel sud, dalle
parti di Antibes: Christophe Gans, già autore de Il patto dei lupi del 2001, con la Bellucci e soprattutto di Crying
Freeman, un film del 1995 tratto da un celebre fumetto Manga degli anni '80, che a Pavia passò soltanto in una
rassegna dell’Uni (e indovinate chi lo fece proiettare?) davvero elegante ed originale.
Kung fu-movie che strizzava l'occhio a vari precedenti: da Bruce Lee a Tarantino, passando per John Woo e Il
corvo, Crying Freeman fece parlare di questo giovane regista, del quale prima solo pochi avevano potuto vedere
Necronomicon, un horror del ’94.
Poi più nulla per sei anni, la Bellucci in questa specie di Fantasy-Cappa e Spada che è Il patto dei Lupi, ambientato
durante il regno di Luigi XIV, e finalmente questa super-produzione mista, che conta capitali canadesi, americani,
francesi e addirittura giapponesi: Silent Hill, un horror sui generis, debitore com’è del videogame omonimo.
La trama è poco più di un pretesto: la piccola Sharon ha incubi ricorrenti in cui compare il nome di una località,
Silent Hill. Sua madre, Rose Da Silva, decide di recarsi sul posto, ma una volta giunte a destinazione Sharon
scompare senza lasciare traccia.
Non è necessario aver giocato a Silent Hill-the game per apprezzare Silent Hill-the movie.
Così come spaventevole, impaurente, strano e inquietante è il gioco, lo stesso si può dire di questo film.
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D’altronde i misteri del sonnambulismo, collegati ad una fantasmatica ex città mineraria, ai disagi della preadolescenza, e alle ferite che ha
aperto una tremenda disgrazia collettiva… come possono non collidere in un ottimoplot?
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Se si aggiunge che alla sceneggiatura abbiamo un grande come Roger Avary, già autore dello script di un blockbuster intello (si legge intellò e
sta per intellettuale e un po’ snob, mai stati in Francia?) come Pulp Fiction di Quentin Tarantino… credete necessario che aggiungiamo altro?
Sospeso tra le atmosfere da fiaba gotica tremendamente paurosa e le incursioni nell’avanguardia da club con il bel flash back in un vecchio
8millimetri rigato e traballante, Silent Hill è probabilmente l’eperienza più vicina all’incubo che ti coglie mentre stai guardando per l’ennesima
volta Eraserhead di David Lynch in una serata acida e rigorosamente durante il midnight screening, la proiezione di mezzanotte… E se
cominciassimo, tra l’altro, a farle anche a Pavia?
Attenzione, perché i vostri sogni/incubi potrebbero anche avverarsi tra breve!
Roberto Figazzolo
Pavia, 05/07/2006 (4452)
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