A Barletta il docu-film "Triangle": storie parallele

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A Barletta il docu-film "Triangle": storie parallele
Edizione di Barletta - Andria - Trani - Il quotidiano italiano
La BAT in anteprima
http://bat.ilquotidianoitaliano.it
A Barletta il docu-film "Triangle": storie parallele di lavoro
e morte, oggi come 100 anni fa
Author : alessandra bissanti
Date : feb 14, 2015
Storie parallele che si sovrappongono e in comune hanno molto più di quanto si pensi: la morte
e il lavoro. Temi delicati ma che incutono rabbia e dolore ogni qualvolta si intrecciano. Nel 2011
una strage, il crollo del 3 ottobre in via Roma in cui persero la vita 5 donne: esattamente 100
anni sono passati dal 25 marzo del 1911 anno in cui persero la vita altre 146 persone di cui 123
erano donne, teatro della tragedia due palazzi, il nono piano dell' Asch building a New York
City, nell'intersezione di Greene Street e Washington Place e lo scantinato di un palazzo
scricchiolante di via Roma; un incendio e un crollo ma soprattutto tante vite spezzate. Tutte
operaie, lavoratrici tessili. Tutto questo è il docu-film "Triangle" (63") di Costanza Quatriglio,
presentato giovedì 12 febbraio in anteprima nazionale a Barletta. Le immagini e le voci non
hanno bisogno di commenti, le testimonianze, dei sopravvissuti, di parenti, raccolte nel
documentario, rimbombano nella sala buia del cinema, come vibravano le pareti della palazzina
crollata il 3 ottobre o come l'assordante rumore delle oltre 1000 macchine poste tra il 7° e il 9°
piano di quel grattacielo a New York, una porta sprangata e 123 vittime morte chi bruciata viva,
chi soffocata e qualcun'altra lanciandosi dalle finestre; scricchiolii di un palazzo ma qualche
addetto ai lavori ti rassicura :" Signora, lei che fa le magliette? e continui a fare le
magliette !"
Morti sul lavoro e per il lavoro. La strage del 1911 segnò una rivoluzione, tante si unirono, i primi
scioperi, una risonanza tale che guidò in avanti la condizione operaia in materia di sicurezza e
consapevolezza: a distanza di un secolo, forse quella consapevolezza non c'è più, quell'unione
è venuta a mancare perché quando la sopravvissuta, Mariella Fasanella racconta :" Anche
se fossimo state assunte o in regola, il palazzo sarebbe crollato lo stesso" ti crolla il
mondo addosso e ti accorgi di quanta poca consapevolezza dei propri diritti ci sia in Italia, un
Italia troppo frammentata, poco ascoltata perché quelle donne assunte o meno dovevano
portare il pane a casa e ai diritti non ci pensano minimamente.
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Tre le sale dedicate all'anteprima al Cinema Opera, una riservata alle autorità religiose,
politiche e militari, che hanno preso parte e sono intervenuti al dibattito post-proiezione con
l'autrice e regista del film Costanza Quatriglio, la vice presidente del Senato Valeria
Fedeli, la segretaria generale della CGIL Susanna Camusso, l’assessore regionale alle
Politiche per il lavoro Leo Caroli e il sindaco Pasquale Cascella che ha detto:" Il
messaggio offerto dall'autrice permette di “vedere” una realtà che rischia di sfuggire alla
visione della vita quotidiana. Ci richiama non solo al dovere di garantire la prevenzione e
la sicurezza nei luoghi di lavoro - ha affermato il Sindaco - ma soprattutto alla responsabilità di
misurarci con un impegno di legalità e di verità che dia pieno senso al primo principio
fondamentale della Costituzione. È una riflessione, quella suscitata dalla proiezione del film a
Barletta, che deve poter raccogliere l’emozione dell’omaggio alle cinque lavoratrici - vittime,
non va mai dimenticato, anzitutto della “malaedilizia” - per ricominciare dalla cultura del rispetto
umano e dello spirito di comunità".
A spiegare le ragioni e com'è nato il film - che al 32° Festival del cinema di Torino ha
ricevuto il "Premio Cipputi" - la regista palermitana Costanza Quatriglio :"Il film pone una
questione che va al di là del pensiero corto sui diritti, si tratta di un racconto che ci mette
profondamente in discussione su queste questioni così importanti. Abbiamo di fronte persone
che vivono una condizione di mancanza di diritti talmente interiorizzata che sembra non
appartenere a questo mondo". L'idea del film è nata nell'aprile del 2012 a pochi mesi di distanza
dal crollo a Barletta, mentre guardava del materiali fotografico sull'incendio alla "Triangle Weist
Company", con l'aspettativa di realizzarne un film. Inizialmente, come racconta nel video, la
regista ha avuto un momento di rigetto, quasi fisico, e mentre viveva questo senso di
repulsione, le sono ritornati in mente i fatti di cronaca della palazzina crollata a Barletta. Ed è
stato questo il filo conduttore, del film come a seguire l'immenso filo di un telaio:" Li ho messi
insieme, per provare a raccontare cosa succede oggi" ha poi continuato Costanza:" Cosa
volevo dimostrare? È stato fondamentale conoscere Barletta e tutte le persone che mi hanno
aiutato e a cui dedico questo film. Nel 2012, quando sono arrivata qui, ho trovato una città
divisa, distrutta, con una ferita lancinante aperta".
Alle parole di Costanza Quatriglio si è allacciata la segretaria CGIL Susanna Camusso, che
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ha apprezzato il documentario e le tematiche affrontate sottolineando come :" Questo film sul
lavoro, pone l'attenzione anche su un altro tema, uno degli argomenti cancellati in questa lunga
stagione e cioè la lavoratrice sopravvissuta nella tragedia del 1911 come la lavoratrice
sopravvissuta nella tragedia 2011, raccontano che il lavoro era stare con altre persone, era un
luogo collettivo e come tutti i luoghi collettivi, e dopo una tragedia un luogo dove tendi a
valorizzare ancor di più gli aspetti positivi. Raccontano fondamentale come il lavoro non è solo
l'azione che tu fai, il produrre delle cose, il modo in cui produci ma è la relazione con altre
persone è uno straordinario fatto sociale o si potrebbe dire il lavoro è uno straordinario fatto di
libertà. Ma si parla anche delle 8 ore di concentrazione,di come il lavoro sia una cosa dura, di
fatica, dello stare fissa in un posto a fissare un ago, del cottimo, di sacrifici, del talento. Questo
film ridice cos'è il lavoro, in un tempo infinito in cui cos'era il lavoro non si raccontava più perché
si parlava del lavoro semplicemente come quella che doveva costare di meno. Ormai ci si era
dimenticati di tutto ciò".
A concludere il confronto, il presidente di Rai Cinema Nicola Claudio, che ha dichiarato: «Per
Rai Cinema, che ha coprodotto il film documentario, è la conferma di una doverosa attenzione
che il servizio pubblico deve rivolgere a temi storici e tuttora molto attuali come la condizione del
lavoro femminile. Da questo punto di vista il lavoro di Costanza Quatriglio è esemplare: viene
colta l'urgenza di continuare a domandarsi quali sono ancora oggi le condizioni del lavoro
femminile, quali i costi umani e sociali. Un lavoro di indagine che scava in profondità e pone
accenti di riflessione di carattere civile e invita a interrogarsi a fondo sulle vicende più dolorose
che colpiscono il nostro Paese".
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