Dossier/Via dall`Italia
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Dossier/Via dall`Italia
SV LA STAMPA MERCOLEDÌ 8 GENNAIO 2014 Primo Piano .51 . gg Dossier/Via dall’Italia g “Crisi infinita: mollo tutto “Permoltièoramai e me ne vado in Canada” unasceltaobbligata” Commercio La scelta di un imprenditore di Albisola: “Un futuro per le mie bimbe” MASSIMO PICONE ALBISSOLA MARINA S ulla pagina Facebook di Carlo Macri, uno dei fondatori dei bagni-discoteca Golden Beach di Albissola Marina, compare un eloquente aforisma: «Non permettere MAI a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Se hai un sogno: realizzalo». E non importa se quel sogno, che in questo caso si chiama Canada, arriva a cinquant’anni: «Con mia moglie abbiamo capito che in Italia, perlomeno per i prossimi dieci anni, tutto sarà troppo incerto e sempre più complicato - racconta -. E io ho due fi- «L’Italia ripartirà tra 10 anni. Io vado a Toronto e lì aprirò un ristorante» glie di dieci e dodici anni da tutelare. Da tempo, i miei impegni sono scanditi tra uffici pubblici di ogni ente, commercialisti, consulenti, manager e burocrazia soffocante. Questi, in sintesi, i motivi per i quali a breve mi trasferirò in Canada. Poi, in estate mi raggiungerà la famiglia». A salutare il cosiddetto Bel Paese, stavolta, non è un disoccupato o un cassaintegrato, un commerciante che non ha retto alla crisi e alla pressione fiscale, bensì un florido imprenditore. Carlo Macri, lascia quell’Albissola Marina dove ha sempre vissuto e se ne va. Toronto, la città più statunitense del Canada, lo attende. Assieme al fratello Sandro, negli Anni Ottanta lanciò il Bar Minerva, lasciato dai genitori, che divenne in breve uno dei principali luoghi di aggregazione serale e notturna dei giovani della zona, tra i primi a intuire la potenzialità della clientela attirata nel locale grazie alle partite di calcio trasmesse da Te- «Per molti commercianti quella di trasferirsi all’estero non è una scelta ma una strada obbligata». Non è affatto sorpreso dell’escalation di trasferimenti di attività commerciali in tutta Europa e in America il presidente di Confcommercio Alassio, Claudio Betti, che in questi anni ha visto partire molti negozianti della Riviera. «Oggi i commercianti si trovano davanti ad uno scenario diverso rispetto al passato. La crisi si mescola alle incognite sulla ripresa e la pressione fiscale è sempre troppo alta per permettere di guardare con positività al futuro - spiega -. E allora si tenta la carta dell’estero, dove magari ripartire. Conosco negozianti che hanno scelto la Spagna, ma sono solo una piccola parte delle storie di chi si reinventa per sfuggire alla chiusura. Chi resta invece riduce gli spazi, trasfor- Claudio Betti ma e rimpicciolisce i negozi». Secondo Betti si sta verificando un’inversione di tendenza rispetto al passato, con i figli che tornano nelle attività di famiglia e nei casi di maggiore difficoltà, nelle case dei genitori. «A fare le spese di questa crisi senza fine sono soprattutto i negozianti. Ristoratori e albergatori resistono di più, ma anche [C.BEN.] per loro è dura». Oltreoceano Carlo Macri durante il suo ultimo viaggio a Toronto, a destra la vetrina dello Sfizio, il ristorante di prossima apertura. Sotto i Golden Beach le+ . Fu un successo. Sempre nei primi Anni 90 ci fu un’altra sfida: Carlo e Sandro, con i fidati amici Gian Bruzzone e Giacomo Jack Canale rilevarono gli ex Bagni Torino di Albi- Università “I laureati vogliono guadagnare subito” sola Capo, subito ribattezzati «Golden Beach» e la spiaggia divenne anche discoteca. Era il 1993. E poi, ancora, la gestione invernale di diversi locali, tra questi il Mako di Genova, l’Al- borada di Celle e, quest’anno, l’Orizzonte ai Piani d’Invrea di Varazze, dove poche sere fa si è svolto il buffet di addio con gli amici e i clienti di sempre. Ora la nuova avventura: «Dopo mesi di studi e analisi - annuncia -, nella centrale Blue Street apriremo lo “Sfizio” con una squadra composta di due chef stellati, un pizzaiolo, pasticcere per dolci e pasta fresca, gelataio e mâitre, tutti italiani. Poco più di un centinaio di coperti su due piani, serviremo dalla colazione alla cena con un catering tutto tricolore. Speriamo bene. Il cliente dovrà sentirsi in Italia. Al “good evening” seguirà la “buonasera”, i menù saranno trascritti in inglese, francese e, ovviamente, italiano». Non è una fuga di massa, quella dei laureati liguri e savonesi. Ma un denominatore comune c’è: la ricerca di uno stipendio certo, di un contratto immediato, senza aspettare troppo, senza pesare ancora sulla famiglia. «E allora l’estero diventa una chance per abbreviare i tempi - commenta Federico Delfino, delegato del Rettore al Campus universitario di Legino -, per non aspettare ancora. Molti ingegneri, ad esempio, scelgono i Paesi anglofoni come step formativo, per perfezionare la conoscenza dell’inglese e potersi spendere questa competenza anche in nuovi mercati, nei Paesi emergenti». Roberta Milano, docente ed esperta di web marketing: «Le richieste dall’estero arrivano soprattutto per i laureati in ambito tecnico-scientifico. Per Federico Delfino l’economia turistica, invece, il meccanismo è diverso: si sceglie l’estero per andare a cercare stimoli nuovi e nuove idee, magari da riportare poi in Italia». A Savona, intanto, è in costante aumento il numero di laureati che partecipa ai progetti formativi Eures, un polmone di offerte di impiego per lavorare nei Paesi dell’Unione Europea. [C.BEN.]