institutum utriusque iuris - Pontificia Università Lateranense

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INSTITUTUM UTRIUSQUE IURIS
FACOLTÀ DIRITTO CANONICO
PROGRAMMA DEI CORSI
20002 - ISTITUZIONI GENERALI DEL DIRITTO CANONICO
CLAUDIA IZZI
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si prefigge di introdurre gli studenti allo studio del diritto della Chiesa attraverso l’apprendimento delle
nozioni fondamentali della scienza canonistica.
Il programma delle lezioni si articola nei seguenti temi:
1. giuridicità dell’ordinamento canonico, l’esperienza giuridica della comunità ecclesiale nel divenire della storia, le
stagioni del diritto canonico, specificità e sviluppo delle istituzioni della Chiesa, le fonti del diritto canonico;
2. la potestà ecclesiastica di governo, la tripartizione delle funzioni, gli atti della potestà legislativa, esecutiva e
giudiziaria;
3. la Chiesa come Popolo di Dio, gli stati di vita delle persone nella Chiesa, gli obblighi ed i diritti di tutti i fedeli
cristiani, lo statuto giuridico dei fedeli laici, le associazioni di fedeli;
4. le istituzioni della Chiesa universale: il Romano Pontefice, il Collegio dei Vescovi, il Sinodo dei Vescovi, i
Cardinali, la Curia Romana, i legati del Romano Pontefice;
5. le Chiese particolari e l’autorità in esse costituita, la struttura interna delle Chiese particolari, i raggruppamenti
di Chiese particolari;
6. il matrimonio canonico: nozione, finalità oggettive, proprietà essenziali, il consenso quale causa efficiente del
vincolo coniugale, il sistema di tutela dell’integrità del consenso coniugale, gli impedimenti e la forma canonica
del matrimonio;
7. nozione ed amministrazione dei beni ecclesiastici, il fondamento della potestà coattiva, la soluzione delle
controversie nella Chiesa.
Bibliografia
G. Dalla Torre, Lezioni di diritto canonico, 3 ed., Giappichelli, Torino 2009.
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20004 - SOCIOLOGIA GIURIDICA
GAETANO DE SIMONE
1° semestre CFU 3
Descrizione del corso
Il presente corso rappresenta il tentativo di coniugare la specificità degli studi di una Facoltà giuridica con la
scienza sociologica ponendo in evidenza il rapporto inscindibile che intercorre tra il momento della formulazione
del dato giuridico con l’esperienza sociale di base. Nello sforzo di raggiungere l’obiettivo di fornire agli studenti
una visione moderna ed attuale circa argomenti tuttora assai dibattuti nell’attuale momento storico.
Lo studio della sociologia ha suscitato sempre enorme interesse e innumerevoli dispute, sia che abbia avuto
l’ambizione di tracciare un disegno globale della società o, più modestamente, abbia cercato di risolvere problemi
particolari. Rilevante attenzione, va riservata alla trattazione della sociologia del diritto, scienza ancor più giovane
della sociologia generale. Negli ultimi anni la sociologia giuridica ha ripreso, con la fine dei conflitti ideologici, il
suo specifico ruolo e conseguentemente una adeguata collocazione nell’ambito delle discipline giuridiche.
I concetti fondamentali della Sociologia:
1. La Sociologia come scienza: sua natura e oggetto. La Sociologia in rapporto alle altre scienze.
2. L’uomo nella sua dimensione sociale: la persona sociale. Il processo di socializzazione. Lo status sociale. I ruoli
sociali. I tipi di personalità. Il controllo e la devianza sociale.
3. Le forme fondamentali del vivere sociale. Le categorie. Gli aggregati. I gruppi. Le associazioni. La società
globale. Il leader e la dinamica di gruppo.
4. I modelli di comportamento. I valori e le norme sociali. Le istituzioni. La cultura.
5. La stratificazione. Le classi sociali. La mobilità sociale. Il mutamento socio-culturale.
6. Il diritto come fenomeno sociale.
7. Gli operatori del diritto nella società post-industriale.
8. Le istituzioni davanti alle trasformazioni della società nelle loro implicazioni socio-politico-economiche.
Bibliografia
Appunti del docente; R. Trevers, Sociologia del Diritto, Einaudi, Torino 1993;
G. De Simone - G. Taiani, Società, diritto e istituzioni, LUP, 2009
G. De Simone, Lezioni di sociologia generale e del Diritto, Sessa, Salerno 1996;
R. Dahrendorf, Il conflitto sociale nella modernità, La Terza, Bari 1988.
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20005 - DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA IN MATERIA SOCIO-POLITICA
GAETANO DE SIMONE
2° semestre CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si propone di evidenziare gli elementi permanenti e gli elementi contingenti che caratterizzano la dottrina
sociale della Chiesa. I principi costanti affondano le loro radici nel Vangelo e nella tradizione viva del
cristianesimo intorno alla natura dell’essere umano creato redento da Dio.
La dignità di ogni persona umana, la fraternità universale, le esigenze fondamentali di giustizia e di carità nella
vita sociale, la preferenza per i poveri, la difesa e la promozione dei bisognosi, il costante appello alla conversione
rivolto a tutti gli attori della vita sociale, sono principi permanenti indipendentemente dalla forma in cui sono
espressi.
Gli aspetti contingenti della dottrina sociale della Chiesa derivano dal fatto che tali insegnamenti si applicano a
situazioni storiche mutevoli.
Pertanto, il presente corso si propone di rivolgere uno sguardo nuovo alla dottrina sociale della Chiesa e al ruolo
che essa è chiamata a svolgere al giorno d’oggi, tentando di rispondere ad alcuni interrogativi centrali. Inoltre il
corso prevede l’esigenza di un’analisi dello sviluppo storico di questa dottrina, volta all’approfondimento dei
documenti che vanno da Leone XIII a Giovanni Paolo II, in una chiave di lettura che renda vivo e palpabile il
Magistero sociale della Chiesa.
Bibliografia
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, Città del Vaticano 2004;
Ulteriori testi da consultare:
AA. VV., Amore e carità. Commento e guida alla lettura dell’Enciclica Caritas in veritate, Milano 2009
M. Toso, Welfare Society, l’apporto dei Pontefici da Leone XIII a Giovanni Paolo II, Las, Roma, 1995
M. Toso, La speranza dei popoli. Lo sviluppo nella carità e nella verità, Roma, 2009
G. Crepaldi, Il cattolico in politica, Siena, 2010
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20006 - METODOLOGIA GIURIDICA
ELENA DI BERNARDO
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si propone di esporre le modalità dirette all’organizzazione, allo sviluppo ed al perfezionamento della
ricerca scientifica, in particolar modo finalizzata alla corretta elaborazione e redazione tecnica di elaborati, quali
tesina di licenza e tesi di dottorato.
La prima parte del corso intende far acquisire agli studenti le nozioni basilari relative alla gestione automatica e
telematica dell’informazione per mezzo dell’illustrazione degli innovativi strumenti tecnici a servizio del lavoro
intellettuale.
Nella seconda parte si affronta il tema della trasmissione dell’informazione mediante la comunicazione orale,
scritta e telematica ed in seguito si evidenzia come la documentazione giuridico-canonica divenga concretamente
accessibile attraverso l’effettiva descrizione della stessa (di cui vengono enumerate circostanze e norme tecniche
di reperimento); si giunge così alla descrizione scolastica della bibliografia e delle fonti giuridiche attraverso le
schede bibliografiche (cartacee ed elettroniche).
Un rilievo determinante viene poi conferito allo studio delle strategie di recupero ovvero di raccolta della
documentazione in Biblioteca, in Archivio e, in particolar modo nella Rete telematica, di cui viene fornita
un’ampia e dettagliata spiegazione.
Esauriti gli aspetti preliminari attinenti la conduzione della ricerca, il programma verte sulla indicazione delle
fonti in generale e delle relative modalità di citazione, nonché sulla descrizione dettagliata dei modi di citare i
testi per articolare e compilare in modo corretto la bibliografia. In tale prospettiva le spiegazioni saranno
supportate da esercitazioni pratiche, dirette a consentire agli studenti di interagire con il docente nella verifica
della personale acquisizione delle nozioni fornite.
Infine l’ultima parte del corso si prefigge di delineare la struttura tecnica del lavoro scientifico, indicandone in
modo specifico gli elementi concernenti l’impostazione, il processo di elaborazione, la stesura e la presentazione
conclusiva.
Bibliografia
E. SASTRE SANTOS, Metodologia. La tesi e lo studio del diritto canonico, 3ª ed., Ediurcla, Roma 2009.
Ulteriori indicazioni bibliografiche verranno indicate dalla docente nel corso dello svolgimento delle lezioni.
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20009 - TEOLOGIA DEL DIRITTO CANONICO
PAOLO GHERRI
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso ha per oggetto la fondamentazione e l’illustrazione del corretto rapporto che deve intercorrere tra la
scienza teologica e quella canonistica.
Dopo una prima contestualizzazione dei concetti di ‘Diritto’ e ‘Teologia’ si entra nell’analisi storica del nascere e
svilupparsi della Teologia del Diritto canonico per giungere, attraverso un approccio critico alle dottrine in
materia, alla proposta di uno statuto epistemologico della nuova Disciplina, formalizzata solo con la riforma degli
studi canonistici del settembre 2002.
La seconda metà del corso illustra alcune problematiche basilari del rapporto Teologia-Canonistica affrontandole
in chiave metodologica. Si accostano dapprima alcune tematiche teologiche in prospettiva giuridica: la
Rivelazione biblica, la Chiesa delle origini, il Diritto divino; si continua nella direzione opposta (tematiche
giuridiche in prospettiva teologica): l’Ecclesiologia del Vaticano II, il CIC ultimo documento del Vaticano II, la
struttura teologica del CIC 83.
A conclusione si propone il paradigma della norma missionis come chiave sintetica di approccio alla normatività
canonica in giusta correlazione coi fondamenti teologici della vita ecclesiale. La funzione didattica del corso è
quella d’introdurre lo studio delle materie ‘codiciali’ del Secondo Ciclo di Licenza all’interno della corretta
prospettiva teologica che sempre deve offrire il giusto contesto di ricezione ed attuazione delle norme canoniche.
La forte caratterizzazione metodologica del corso permette ai futuri canonisti di recepire anche la componente
teologica del Diritto canonico in modo sufficientemente ‘tecnico’ da costituire una reale istanza di confronto
fondativo e sistematico per le diverse materie canonistiche.
Bibliografia:
P. Gherri, Lezioni di Teologia del Diritto canonico, L.U.P., Roma, 2004.
P. Gherri, Teologia del Diritto canonico: identità, missione e statuto epistemologico, in Apollinaris, LXXX (2007), 333-380 [ad
integrazione del precedente libro di testo].
P. Gherri, Primi appunti per una storia delle origini della Teologia del Diritto (canonico), in Ius canonicum, L (2010), 229-261
[ad integrazione del precedente libro di testo].
P. Grossi, Prima lezione di Diritto, Laterza, Roma-Bari, 2003.
Per gli studenti di lingua inglese si consiglia: J.A. Coriden, Canon Law as ministry: freedom and good order for the Church,
Paulist Press, New York, 2000.
Bibliografia complementare:
P. Gherri (ed.), Trascendentalità e categorialità del Diritto, L.U.P., Città del Vaticano, 2007.
P. Gherri (ed.), Norme e regole nella vita e nel Diritto, L.U.P., Città del Vaticano, 2009.
P. Gherri, Canonistica, Codificazione e metodo, L.U.P., Città del Vaticano, 2007.
T.J. Jiménez-Urresti, De la Teología a la Canonistíca, P.U.P. de Salamanca, Salamanca, 1993.
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CORSO 20020 - ELEMENTI DI FILOSOFIA I: ANTROPOLOGIA E METAFISICA
GIOVANNI GIORGIO
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso 20020 è collegato con il corso 20025 con il quale costituisce una unità organica, pur nella distinzione
delle tematiche affrontate.
Il corso si avvia con una introduzione sistematica al domandare che è proprio della filosofia e che, lontano da
ogni specialismo, riguarda ogni uomo. Ognuno di noi, infatti, eredita dalla tradizione cui appartiene un bagaglio
di forme simboliche istituzionali (linguaggio, religione, scienza, arte, diritto, ecc.) nelle quali è sedimentato quel
sapere teorico e pratico che ci consente di abitare il mondo cui apparteniamo e di avere un rapporto di
quotidiana familiarità con tutto ciò di cui abbiamo esperienza. Tuttavia la appropriazione che ognuno di noi
compie di ciò che la tradizione ci tramanda assume sempre anche un carattere critico, poiché l’esperienza che
facciamo del mondo valuta sempre di nuovo se il sapere che abbiamo ricevuto sia sufficientemente adeguato.
Quando l’urto dell’esperienza è particolarmente significativo, siamo costretti a revocare in dubbio l’ordinario
comprendere le cose. Sicché dall’un lato il mondo ci si fa estraneo, dall’altra la nostra vita non riesce più a
orientarsi in esso. Viene reclamata una comprensione rinnovata e più profonda che renda ragione del perché le
cose sono come sono e non altrimenti. Il domandare critico della filosofia cerca di rispondere a questa domanda,
entro i limiti propri della ragione umana. Una risposta che sia all’altezza del compito consente di poter
guadagnare una rinnovata familiarità con il mondo, che permette all’uomo di abitarlo, sapendosi orientare in esso
in maniera intelligente.
La comprensione che abbiamo dell’essere ha, pertanto, una ricaduta sulla comprensione che abbiamo di noi
stessi, in quanto uomini. L’antropologia filosofica, in particolare, cerca proprio di dare intelligibilità a ciò che noi
stessi siamo. Per raggiungere questo obiettivo non si tratta di “escogitare teorie”, ma di portare a chiarezza la
comprensione vissuta di sé di cui l'uomo è portatore, decifrando i «testi» in cui egli l’ha espressa. L’esame di una
selezione scelta di queste testimonianze ci consentirà di individuare nel fenomeno della presa di distanza la
caratteristica specifica dell’umanità dell’uomo. L’uomo si caratterizza cioè per la sua capacità di trascendenza, e
quindi di libertà, rispetto a tutto ciò che è. Egli sempre un aver-da-essere piuttosto che un mero essere. Tale
trascendenza va articolata rispetto a due riduzionismi contemporanei: il riduzionismo biologistico, che vorrebbe
l’uomo determinato dal suo patrimonio genetico e/o neuronale; il riduzionismo storicistico che vorrebbe l’uomo
determinato dalla sua appartenenza storico-socio-culturale. L'esito di questo percorso porterà ad identificare
l’uomo come persona, come essere che si fa in relazione e, quindi, a giustificare l'uomo come essere di
trascendenza.
La trascendenza apre infine il discorso alla possibilità della metafisica. Il mistero dell'essere spinge il pensiero
verso una trascendenza ultima, aprendosi a ciò che gli uomini nella loro esperienza religiosa chiamano Dio.
Proprio Dio si propone quale senso ultimo dell'essere, ovvero condizione della sua intelligibilità.
Testi di riferimento
G. Giorgio, Spiegare per comprendere. La questione de metodo nell'ermeneutica di Paul Ricoeur, Valter Casini, Roma 2008
J. Gevaert, Il problema dell’uomo, ELLE DI Ci, Leumann (To) 19928
B. Weissmahr, Teologia filosofica. Dio come problema filosofico e religioso, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1997
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20022 - ELEMENTI DI TEOLOGIA DOGMATICA I: CRISTOLOGIA
ACHIM BUCKENMAIER
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il punto di partenza della cristologia è segnato nel Nuovo Testamento dal fatto dalla risurrezione di Gesù Cristo
dai morti; essa rappresenta il riconoscimento, da parte del Padre, della messianicità di Cristo. Da ciò viene
ratificata l’interpretazione fatta da Gesù dell’Antico Testamento, poi la sua affermazione di essere il Figlio di Dio,
a causa della quale era stato condannato a morte.
L’avvenimento della risurrezione rende possibile interpretare la crocifissione di Gesù nella linea dell’immagine
veterotestamentaria del giusto che soffre e convalida la fede nella risurrezione.
Identità fra Gesù storico e Cristo risorto: fede basilare per la Chiesa nascente e per la Chiesa di tutti i tempi.
Questo corso ha lo scopo di presentare un primo approccio alla conoscenza e alla fede in Gesù Cristo, Messia
d’Israele.
Bibliografia:
La bibliografia verrà indicata dal docente all’inizio del corso.
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20023 - ELEMENTI DI TEOLOGIA DOGMATICA III: ECCLESIOLOGIA
ACHIM BUCKENMAIER
1° semestre - CFU 3
Descrizione del corso
La Chiesa è la presenza di Cristo risorto nel mondo e ne prolunga, fino alla consumazione della storia, l’annuncio
e l’opera salvifica. Dopo la delineazione del rapporto tra mistero dell’Incarnazione del Verbo e mistero della
Chiesa, si prenderanno in esame in modo specifico i seguenti punti:
1.La Chiesa nel disegno di Dio;
2.La Chiesa Corpo di Cristo, Popolo di Dio e Tempio dello Spirito Santo;
3.Le note della Chiesa;
4.Distinzione teologica tra le componenti del Popolo di Dio: gerarchia, laici, vita consacrata;
5.Il Sommo Pontefice nella Chiesa;
6.La Communio sanctorum;
7.La Beata Vergine Maria: Madre di Cristo e della Chiesa.
Bibliografia
La bibliografia sarà indicata durante il corso.
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20024 - ELEMENTI DI TEOLOGIA MORALE I: MORALE FONDAMENTALE
ANDREA MANTO
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il significato e l’importanza dell’esperienza morale sono spesso trascurati o dati per scontati, nell’odierno
contesto culturale e sociale improntato al relativismo. Il corso si propone di far riflettere i partecipanti
dell’esperienza morale e fornire loro gli strumenti fondamentali per un più corretto inquadramento di essa
all’interno della loro vita, del percorso di fede e della loro formazione teologica di base. Si procederà a definire la
Teologia Morale e il suo fine, e a delinearne i rapporti con le altre branche della teologia, con la filosofia, con le
altre scienze e con la psicologia. Si tratteranno poi i temi dell’atto umano, delle norme morali, della coscienza, del
carattere specifico della morale cristiana, della libertà. Infine, si affronteranno i temo del male, del peccato, della
grazia, della conversione, della virtù e della sequela di Cristo come centro e compimento dell’autenticità della vita
morale.
Bibliografia
M. Aramini, Introduzione alla Teologia Morale, Portalupi, Casale Monferrato, 2004
G. Gatti, Manuale di Teologia Morale, (prima sezione), Elledici, Leumannnn (Torino), 2001
Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica “Veritatis Splendor”, LEV, Città del Vaticano, 1993
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20025 - ELEMENTI DI FILOSOFIA II: ETICA E TEODICEA
GIOVANNI GIORGIO
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso 20025 è collegato con il corso 20020 con il quale costituisce una unità organica, pur nella distinzione
delle tematiche affrontate.
Nel percorso speculativo proposto nel corso 20020 l'essere umano è stato configurato come essere di
trascendenza dal lato antropologico. L'approdo alla persona come essere che si fa in relazione apre il discorso
verso l’etica, delineando l'uomo come compito a se stesso e come opera di se stesso. Di fronte all’ineludibilità e
indeclinabilità dell’agire in vista di se stesso, l’uomo si trova nella necessità di porre azioni che siano giustificate a
se stesso e agli altri mediante ragioni. Questo esige una comprensione del giusto agire, che permette il sorgere
della riflessione etica teorica, quale riflessione sul giusto agire della persona.
Questa verrà proposta partendo dall'esame di alcune interpretazioni insufficienti ad illuminare l’irriducibilità e la
specificità del fenomeno morale, che siamo quindi legittimati ad affrontare senza riduzionismi di sorta. Il secondo
passo consisterà nel chiarire il cuore dell'agire morale, ovvero l'azione, prendendo in esame la rete concettuale che
la distingue dal mero evento, ovvero: l'intenzione, la motivazione, lo scopo, la causalità teleologica, il nesso
mezzi/fini, il legame fra agente e azione, e così via. Chiarita la rete concettuale dell'azione si potrà prendere in
esame la dinamica dell'agire umano che prende corpo nell'iniziativa morale, ovvero nel giudizio che fa decidere la
persona, autodeterminandola a darsi forma in un'azione, rispetto ad un'esigenza di valore che impone la sua
attuazione. L'iniziativa morale disegna pertanto una libertà della persona che è risposta ad un'esigenza che la
vincola in un obbligo morale: il nome della libertà umana è responsabilità. La responsabilità personale circa il
proprio agire verrà infine declinata come progetto di una vita buona, con e per l'altro, in istituzioni giuste. L'ambito della
relazione della persona con e per ciò che dà valore al suo agire, con e per gli altri più prossimi in cui si gioca il
rapporto interpersonale con il «tu», con e per gli altri in genere in cui si giocano i rapporti istituzionali basati sulla
giustizia come forma del vivere insieme è il luogo non astratto in cui si articola l'interezza dell'agire morale. In
questa sede, ove possibile, si daranno cenni agli ambiti dell'economia e della politica. Ultimo capitolo di questo
percorso sarà quello di declinare alcuni dei nomi del male morale. La tensione della persona verso la realizzazione
di sé in una vita buona con e per gli altri in istituzioni giuste, viene a scontrarsi con la presenza non solo del
limite, ma anche del male, che sembra far fallire la possibilità di una vita riuscita sia a livello personale che
comunitario e sociale. La via del perdono difficile e di una pena che non abbia una funzione meramente
retributiva saranno i passi conclusivi del nostro percorso.
Testi di riferimento
A. Léonard, Il fondamento della morale. Saggio ei etica filosofica (1991), San Paolo, Cinisello Balsamo 20012
P. Ricoeur La semantica dell'azione. Discorso e azione (1977), Jaca Book, Milano 1986
L. Pareyson, Iniziativa e libertà, Mursia, Milano 2005
V. Costa, Distanti da sé. Verso una fenomenologia della volontà, Jaca Book, Milano 2011
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20027- ELEMENTI DI TEOLOGIA DOGMATICA II: TRINITÀ
XAVIER LARRAÑAGA OYARZABAL
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Parlare di Dio, e del Dio di Gesù è il tema che vogliamo affrontare in questo corso. Il punto di partenza è la fede
nel Dio uno e trino. La dottrina trinitaria non è nata da una speculazione su Dio o da un tentativo del pensiero
filosofico, ma è scaturita dallo sforzo di rielaborare delle esperienze storiche. Nell’Antico Testamento la fede
biblica aveva innanzitutto a che fare con Dio incontrato come padre d’Israele, come padre dei popoli, come
creatore e signore del mondo. Nel tempo fondativo del Nuovo Testamento viene ad aggiungersi un evento
completamente inatteso, grazie al quale Dio si mostra sotto un aspetto fino ad allora sconosciuto: in Gesù Cristo
si incontra un uomo che sa di essere e si professa al contempo Figlio di Dio; si incontra Dio e non un qualsiasi
intermediario. A questa nuova esperienza di Dio fa seguito l’esperienza dello Spirito, della presenza di Dio in noi.
E di nuovo consegue che questo ‘Spirito’ non si identifica né col Padre, né col Figlio, ma neppure forma un terzo
fra Dio e noi; è invece la modalità in cui Dio stesso si dà a noi, così da essere nell’uomo, pur restando sempre
infinitamente al di sopra di lui. - Scopo precipuo di queste lezioni lezioni sarà quello di offrire le coordinate
salienti di un percorso storico- teologico, che intende evidenziare i momenti fondamentali di questa storia, così
come ci è consegnata dai libri dell’Antico e del Nuovo Testamento e testimoniata dal successivo cammino di
comprensione attraverso l’esperienza e la riflessione della Chiesa. Nella prima parte si partirà dalle promesse
dell’Antico Testamento per giungere nel Nuovo Testamento al centro che è l’evento pasquale del Crocifisso
risorto (parte II) per seguire, infine, lungo la storia il cammino di comprensione del mistero trinitario operato
dalla Chiesa (parte III).
Bibliografia
P. Coda, Dio uno e trino, San Paolo, Cinisello Balsamo 1993.
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20028 - ELEMENTI DI TEOLOGIA DOGMATICA IV: SACRAMENTARIA
XAVIER LARRAÑAGA OYARZABAL
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
La teologia dei sacramenti è vasta, complessa e articolata. Questo corso nel quale affrontiamo lo studio dei
sacramenti, comprende una trattazione di base circa i tratti comuni a tutti i sacramenti e, poi, propone una
riflessione sui singoli sacramenti della Chiesa.
Questa trattazione sarà inserita attorno al mistero della Chiesa come risposta all’istanza della ecclesiologia che
considera la Chiesa stessa come sacramento di salvezza nel quale sono inserii i sacramenti. Con l’evento di
Pentecoste, con l’effusione dello Spirito Santo, fu inaugurato un tempo nuovo, il tempo della Chiesa. In questa
Chiesa Cristo rende presenta la sua opera di salvezza e la comunica tramite la stessa Chiesa. In questo tempo
della Chiesa, Cristo vive e agisce ora nella sua Chiesa, nella quale Egli agisce per mezzo dei sacramenti
comunicando ai fedeli dei frutti del Mistero pasquale. La Chiesa, infatti, non soltanto è la ministra dei sacramenti,
ma è anche il corpo di Cristo che si nutre, vive e cresce attraverso la vita divina che Cristo immette in essa
mediante il suo Spirito nei sacramenti. Essi toccano tutte le tappe e tutti i momenti importanti della vita cristiana,
perché nasca e cresca la vita di fede, perché riceva la guarigione e il dono della missione. Il nostro studio che non
può non essere sintetico, cercherà di accogliere il desiderio del Concilio Vaticano II che tutti i fedeli vengano
guidati dalla piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche (cfr. Sc 14) e viene sviluppato
in quattro punti:
1) Una visione generale sulla teologia dei sacramenti.
2) I sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Confermazione, Eucaristia.
3) I sacramenti della guarigione: Penitenza, Unzione degli infermi.
4) I sacramenti che sono al servizio della comunione e della missione dei fedeli: Ordine, Matrimonio.
Bibliografia
C. Rocchetta, Sacramentaria fondamentale. Dal “Mysterion” al “Sacramentum”, EDB, Bologna, 1989
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20029 - ELEMENTI DI TEOLOGIA MORALE II: MORALE SPECIALE
ANDREA MANTO
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si propone di guidare i partecipanti, già consapevoli del significato e della struttura dell’esperienza
morale, nel loro approccio al Decalogo presentato come strumento di libertà, di autenticità e di indispensabile
riferimento per la costruzione della vita buona. Si affronteranno quindi i temi del rapporto con Dio, della vita di
fede e della pratica religiosa; della morale della vita fisica; della morale sessuale, coniugale e familiare; della morale
della comunicazione, dell’informazione e della cultura; della morale sociale, economica, politica. Tutti i temi
elencati verranno trattati guardando al recente magistero pontificio e al Catechismo della Chiesa Cattolica, allo
scopo di riconoscere in Gesù Cristo, e nella vita in Lui, il pieno compimento della legge mosaica. Verranno,
perciò, forniti spunti di attualizzazione personale, affinchè ogni cristiano possa essere nei suoi contesti vitali
(famiglia, lavoro, società) “pronto sempre a rendere ragione della speranza che è in lui” (cfr. 1 Pt. 3,15).
Bibliografia
G. Gatti, Manuale di Teologia Morale, (seconda sezione), Elledici, Leumannnn (Torino), 2001
Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica “Evangelium vitae”, LEV, Città del Vaticano, 1995
Catechismo della Chiesa Cattolica, LEV, Città del Vaticano, 1997
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20101 - FILOSOFIA DEL DIRITTO
FRANCESCO D’ AGOSTINO
1° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Siamo tutti testimoni, nel nostro tempo, di un paradosso: da una parte aumenta la domanda di "diritto" e di
“giustizia” (in particolare in alcuni ambiti specifici, come quello internazionale, quello del commercio, quello
delle "professioni" o quello della "bioetica”), dall’altra diviene sempre più debole, a partire dalle categorie
culturali oggi dominanti, la capacità di offrire a questa domanda una risposta adeguata. Viviamo -diceva già molti
decenni fa Max Weber- in un epoca di politeismo etico, che si traduce inevitabilmente in un politesimo giuridico, cioè in
una molteplicità di teorie sul diritto, che tendono a ridurne la valenza a quella di mera tecnica di organizzazione
sociale. Se alla sociologia della cultura spetta prendere atto di questo dato e verificarne la reale incidenza, alla
filosofia del diritto spetta invece discuterne le ragioni profonde.
La Filosofia del Diritto infatti non si prefigge, come le discipline giuridiche positive, di fornire agli studenti nozioni
di carattere tecnico e operativo, ma di aiutarli ad elaborare quelle categorie di carattere ermeneutico che rendano
loro possibile fronteggiare con atteggiamento aperto e critico lo studio della positività del diritto nei suoi
riferimenti ai problemi di giustizia posti dal mondo in cui viviamo.
Bibliografia
1. F. D’Agostino, Corso breve di Filosofia del Diritto, Torino, Giappichelli, 2011.
Gli studenti di lingua spagnola possono usare: F. D’Agostino, Filosofía del derecho, Bogotá (Colombia), Temis,
2007.
2. F. D’Agostino, Un Magistero per i giuristi. Riflessioni sugli insegnamenti di Benedetto XVI, Cinisello Balsamo, San
Paolo, 2011.
Per una preparazione più approfondita si consigliano altresì le seguenti letture:
F. D’Agostino, La sanzione nell’esperienza giuridica, Torino, Giappichelli, ultima edizione;
F. D’Agostino, Jus quia justum, Torino, Giappichelli, 2012.
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20102 - DIRITTO PUBBLICO ECCLESIASTICO
GIUSEPPE DALLA TORRE
2° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Oggetto del corso è lo studio, in una prospettiva propriamente canonistica, delle relazioni tra la Chiesa e la
comunità politica nelle sue diverse articolazioni (lo Stato, le comunità politiche locali, le comunità sovranazionali
e la comunità internazionale). Dopo una analisi del principio dualista cristiano, che distingue religione e politica, il
corso analizza dal punto di vista storico-giuridico alcune delle tematiche di maggior rilievo nei rapporti della
Chiesa con le istituzioni politiche: la nomina dei titolari degli uffici ecclesiastici, il matrimonio, la scuola e
l’assistenza socio-sanitaria, il servizio militare, i beni culturali ecclesiastici, la questione bioetica.
Segue l’analisi sistematica dei principi canonistici chiamati a orientare i rapporti della Chiesa con la comunità
politica: il principio di autonomia e indipendenza, il principio di libertà religiosa, il principio di eguaglianza, la
libertas Ecclesiae, il principio della sana collaborazione. In quest’ultimo ambito sono oggetto di specifico
approfondimento i concordati (natura giuridica, formazione, esecuzione, effetti, interpretazione), gli accordi delle
Chiese particolari con la comunità politica, le rappresentanze diplomatiche pontificie ed i legati pontifici.
Una particolare attenzione è riservata all’analisi del tema della potestà della Chiesa sulle realtà temporali (potestas
directa, potestas indirecta, potestas magisterii), nonché del rapporto fra la Chiesa-popolo di Dio e le realtà
secolari, con specifica attenzione alla animazione cristiana dell’ordine temporale, ai rapporti tra autonomia dei
fedeli e magistero, all’impegno politico dei fedeli e le “leggi imperfette”. L’indagine prosegue con lo studio delle
varie forme di Stato e del rapportarsi con esse della Chiesa.
Infine il corso affronta le tematiche internazionalistiche, con riferimento ai rapporti tra
Chiesa e comunità internazionale; alle ragioni storiche ed attuali dell’impegno della Chiesa nella comunità
internazionale; ai rapporti tra Chiesa, Santa Sede e Città del Vaticano dal punto di vista internazionalistico; alle
organizzazioni internazionali cattoliche; alla questione degli interventi umanitari.
Bibliografia
Giuseppe Dalla Torre, La città sul monte. Contributo ad una teoria canonistica sulle relazioni fra Chiesa e Comunità politica,
3ª edizione, A.V.E., Roma 2007.
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20103 - DIRITTO DEL POPOLO DI DIO I : I FEDELI
PATRICK VALDRINI
2° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il corso sui fedeli riguarderà i cc. 204-329. Innanzitutto sarà studiato lo statuto fondamentale del fedele anche
sotto il profilo dell’appartenenza alla Chiesa cattolica in riferimento al can. 96. Poi verranno presentati gli
obblighi e i diritti delle due categorie di fedeli, i chierici e i laici. Una parte importante sarà dedicata ai canoni sulle
associazioni di fedeli con particolare attenzione alla distinzione tra associazioni pubbliche e associazioni private.
Alla fine, saranno commentati i canoni che riguardano le prelature personali e la discussione che si svolge al loro
riguardo.
Bibliografia
1. Fontes: Textus originales omnium Codicum (CIC 1917 et 1983; CICO 1947-1957 et CCEO 1990) et omnium
fontium, una simul cum legibus intermediis et cum bibliographia ab a. 1917 usque ad a. 2000, dumtaxat
inveniuntur, in:
Ochoa-Andrés, Leges Ecclesiae post CIC 1917 editae, Ediurcla, Romae, 9 vol., 15.984 columnae.
2. Libri:
A. Montan, Il Popolo di Dio e la sua struttura organica, P.U.L. (ad usum alumnorum) Roma, 1988.
P. Valdrini (dir.), J.P. Durand, O. Echappé, J. Vernay, Droit canonique, Paris, Dalloz, 1999, p.25, 36-66, 105-120.
L. Navarro, Diritto di associazione e associazioni dei fedeli, Giuffrè, Milano, 1991.
G. Lo Castro, Le Prelature personali, Giuffrè, Milano, 1988.
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20104 - NORME GENERALI DI DIRITTO CANONICO
PATRICK VALDRINI
2° semestre - CFU 6
Descrizione del corso
Il corso ha come scopo principale l’esposizione delle norme generali del Codice di diritto canonico del 1983. Il
corso inizierà con una presentazione della potestà di governo (parte I : c. 129-196), la distinzione tra munus e
potestas, l’origine divina della potestas e le persone abili al suo esercizio, la distinzione in tre potestà, l’esercizio della
potestà nel foro interno e nel foro esterno e la presentazione della distinzione tra potestà ordinaria, con una
particolare attenzione portata all’ufficio ecclesiastico, e potestà delegata. Poi verranno presentati gli atti della
potestà di governo (parte II : c. 7-95 e 124-128): 1) gli atti della potestà legislativa, le fonti del diritto (le leggi
ecclesiastiche, la consuetudine, l’interpretazione autentica, le leggi civili e le fonte suppletive), gli statuti e
regolamenti, l’autorità legislativa (distinzioni tra le leggi, i legislatori, la forma delle leggi) e l’applicazione delle
leggi nel tempo e nello spazio. 2) Gli atti della potestà esecutiva, i decreti generali e le istruzioni, gli atti
amministrativi singolari (in generale e in particolare, i rescritti, i privilegi e le dispense). I canoni sull’atto giuridico
(parte III : c. 124-127) saranno commentati: gli elementi costitutivi e requisiti, le formalità per la validità, l’atto
valido viziato e la possibile rescindibilità, le cause dell’invalidità dell’atto. Un altra parte del corso sarà dedicata
alle persone fisiche e alle persone giuridiche (parte IV : c. 96-123): le persone fisiche, il c. 96 e la condizione
giuridica della persona (età, ragione, domicilio, rito), le persone giuridiche, universitas personarum e universitas rerum,
le qualifiche pubbliche e private, collegiali e non collegiali. Alla fine, un commento sarà fatto dei canoni sulla
prescrizione e sul computo del tempo (parte V : c. 197-199 e c. 200-203).
Bibliografia:
J. García Martín, Le norme generali del Codex iuris Canonici, Ediurcla, Roma, 2006;
V. De Paolis, A. D’Auria, Le norme generali. Commento al Codice di diritto canonico. Libro primo, Urbania University
Press, Roma, 2008, 525 p. (Manuali di diritto, 22);
P. Valdrini (dir.), J.P. Durand, O. Echappé, J. Vernay, Droit canonique, Paris, Dalloz, 1999, p. 25-34, 105-118, 193217.
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20105 - DIRITTO DEL POPOLO DI DIO II: COSTITUZIONE GERARCHICA DELLA CHIESA
PATRICK VALDRINI
1° semestre - CFU 6
Descrizione del corso
I corso sarà diviso in tre parti. Nella prima parte, saranno presentati gli elementi essenziali e specifici del concetto
di organizzazione della Chiesa cattolica (uffici di governo riservati ai chierici, comunità gerarchiche, sinodalità)
paragonati agli elementi dell’organizzazione delle società democratiche. Le tre altre parti consentiranno di
presentare la legislazione del CIC del 1983 sulle istituzioni che riguardano: 1) La suprema autorità della Chiesa
(Romano Pontefice, Collegio dei vescovi, sinodo dei vescovi, cardinali, Curia romana, legati). 2) Le chiese
particolari (vescovi diocesani e equiparati, gli aussiliari e i vicari e la struttura interna delle chiese particolari). 3) I
raggruppamenti di chiese particolari (provincie ecclesiastiche, regioni, metropoliti, concili particolari e conferenze
episcopali).
Bibliografia
1. Fontes: Textus originales omnium Codicum (CIC 1917 et 1983; CICO 1947-1957 et CCEO 1990) et omnium
fontium, una simul cum legibus intermediis et cum bibliographia ab a. 1917 usque ad a. 2000, dumtaxat
inveniuntur, in:
Ochoa-Andrés, Leges Ecclesiae pst CIC 1917 editae, 9 vol., Ediurcla, Romae, 15.984 columnae.
2. Libri:
Oltre le dispense, si può consultare:
J. I. Arrieta, Diritto dell’organizzazione ecclesiastica, Milano, Giuffré editore, 1997, 525 p.
P. Valdrini (dir.), J.P. Durand, O. Echappé, J. Vernay, Droit canonique, Paris, Dalloz, 1999, p. 121-189.
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20106 - DIRITTO DEL POPOLO DI DIO III: I CONSACRATI E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA
AITOR JIMENEZ ECHAVE
1° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il corso, dopo una panoramica generale di tutta la Vita Consacrata così come regolata nel CIC, verte, innanzi
tutto, sulle norme comuni degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica. Sono poi
considerate le norme specifiche degli Istituti religiosi: case, regime delle persone e dei beni, ammissione e
formazione, attività apostolica e relazione con i Vescovi diocesani, tipi di separazione. In conclusione sono
considerati, in generale, alcuni aspetti relativi agli Istituti secolari, alle Società di vita apostolica, alla Vita
anacoretica, all’Ordo virginum e alle nuove Forme di vita consacrata.
Bibliografia
1 - Fonti: Il testo originale di tutto il Codice (CIC 1917 e CIC 1983; CICO 1947-1957 e CCEO 1990) e di tutte le
fonti insieme alle leggi intermedie e alla bibliografia dal 1917 fino al 2000, si trova soltanto in:
Fontes: Textus originales omnium Codicum (CIC 1917 et 1983; CICO 1947-1957 et CCEO 1990)
Ochoa-Andrés, Leges Ecclesiae pst CIC 1917e, Ediurcla, Roma, 9 vol.
2 - Libri:
D. J. Andrès Gutierrez, Le forme di vita consacrata. Commentario teologico-giuridico al CIC, Ediurcla, Roma, 2005.
In quest’opera, per ciascun canone ed argomento, sono indicati numerosi riferimenti bibliografici. Con
riferimento agli anni 1920-1985 sono necessari gli elenchi bibliografici editi sistematicamente e periodicamente da
Commemtarium pro Religiosis et missionariis
J. Beyer, Il diritto della vita consacrata, Ancora, Milano, 1989;
E. Gambari, I religiosi nel CIC. Commento ai singoli canoni, Milano, 1986;
V. De Paolis, La vita consacrata nella Chiesa, Milano, Ancora, 1992.
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20107 - DIRITTO MATRIMONIALE I
GIORDANO CABERLETTI
1° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il corso ha quali temi di fondo l’identità del matrimonio e l’idoneità al patto nuziale. Dopo aver analizzata la definizione
del matrimonio, ripercorrendo l’evoluzione dal Diritto Romano fino al Codex Iuris Canonici vigente, si
affronteranno i fondamenti della dogmatica giuridica relativa al matrimonio canonico. I principi di diritto
naturale, il Magistero della Chiesa, in particolare dei Concili Tridentino e Vaticano II, l’insegnamento dei
principali Padri della Chiesa e dei più significativi Dottori della Scolastica, l’esegesi dei testi legislativi, sosterranno
lo studio sulla struttura del matrimonio. Anzitutto si esaminerà l’essenza del matrimonio, nel suo in fieri e nell’ in
facto esse, considerando le categorie offerte dalla tradizione giuridica, ma anche facendo riferimento a nuove
indicazioni. Il matrimonio verrà poi considerato nelle sue proprietà ed elementi essenziali, come pure nei diritti
ed obblighi essenziali che i contraenti si assumono con la mutua traditio, nell’armonia tra una visione
istituzionalistica ed una sensibilità personalistica. Particolare attenzione verrà data al consenso, causa efficiente
ed insostituibile del matrimonio, ed alla causa giuridica del patto coniugale, o oggetto essenziale del consenso,
che non può costituirsi se non tra un uomo ed una donna, purché essi intendano donarsi per fondare il consortium
totius vitae, la cui forma specifica consiste nella duplice finalità: il bene dei coniugi e la ordinazione al dono
responsabile e generoso della vita. Partendo dalla odierna cultura secolarizzata, che pretende di fare del
matrimonio un puro fatto individuale, modellato sull’arbitrio personale, e desacralizzato, si considererà la
sacramentalità del matrimonio dei battezzati e le sue conseguenze relative all’indissolubilità del matrimonio
stesso. Diritto della persona a contrarre matrimonio e giurisdizione della Chiesa sul matrimonio portano
all’esame della dialettica tra persona e ordinamento, che si risolve nel rispetto della verità dell’istituto
matrimoniale, cioè della sua identità istituita da Dio Creatore e ricostituita dal Redentore dell’uomo, che non può
che essere il vero bene anche della persona. Lo studio degli impedimenti matrimoniali avrà una prima parte
generale, in cui si tratterà della definizione di impedimento, dell’autorità che dichiara o istituisce un
impedimento, della dispensa. Quindi, di ogni singolo impedimento, dopo averne precisata l’identità, si
specificherà la ratio legis e si indicherà la possibilità o meno di cessazione dell’impedimento.
Bibliografia
L. Sabbarese, Il matrimonio canonico nell'ordine della natura e della grazia, 2^ ed., Urbaniana University Press
2006;
A. Bernárdez Cantón, Compendio de Derecho Matrimonial Canónico, octava edición. Tecnos, Madrid 1994.
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20108 - DIRITTO PATRIMONIALE CANONICO
CRISTIAN BEGUS
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
I. Il concetto di bene ecclesiastico tra le teorie di diritto civile e quelle di diritto canonico; classificazioni dei beni
ecclesiastici attraverso categorie mutuabili dagli ordinamenti civili e categorie proprie del diritto canonico. Il diritto
della Chiesa ai beni temporali e la sua stretta correlazione ai fini. Capacità dei soggetti con riferimento al diritto di
proprietà. Le limitazioni al diritto di proprietà nell’ordinamento canonico.
II. L'acquisto dei beni: il sistema di acquisto dei beni complessivamente considerato e i diversi modi di acquisto.
Preferenza del ricorso al modo di acquisto basato sulle contribuzioni volontarie e disciplina delle libere offerte,
delle collette e delle questue; previsione di un ius exigendi della Chiesa e disciplina di tributi, imposte e tasse.
Rapporto tra i differenti modi di acquisto e criteri di scelta nel ricorso ai medesimi. Diritto e dovere dei fedeli di
sovvenire alle necessità della Chiesa. Il superamento del sistema beneficiale.
III. Il sostentamento del clero e gli istituti a questo deputati. L'amministrazione dei beni: il concetto di amministrazione
ordinaria e straordinaria e la regolamentazione dei singoli atti di amministrazione dei beni con particolare
riferimento a quelli di amministrazione straordinaria. Il Romano Pontefice e l’amministrazione dei beni; il
Vescovo diocesano e l’amministrazione diocesana; l’Ordinario e la funzione di vigilanza. Gli amministratori dei
beni temporali e i loro compiti; la responsabilità degli amministratori.
IV. I contratti, la loro disciplina e la canonizzazione delle norme di diritto civile. Concetto di alienazione in diritto
canonico e disciplina delle alienazioni. L’atto quo condicio patrimonialis personae iuridicae peior fieri possit. La locazione.
V. Le pie volontà le cause pie. Capacità di disporre in favore di cause pie ed esecuzione delle pie volontà con
particolare riferimento al ruolo e ai compiti dell’Ordinario. Le pie fondazioni; concetto di pia fondazione,
classificazioni delle pie fondazioni e disciplina delle stesse. Le modificazioni degli oneri.
Bibliografia
C. Begus, Diritto patrimoniale canonico, LEV, Città del Vaticano, 2007;
AA.VV., I beni temporali della Chiesa (Studi giuridici L), Città del Vaticano 1999;
F.R. Aznar Gil, La administración de los bienes temporales de la Iglesia, 2 ed., Salamanca 1993;
V. De Paolis, I beni temporali della Chiesa, Bologna 1995;
J.P. Schouppe, Elementi di diritto patrimoniale canonico, Milano 1997.
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20109 - DIRITTO SULLA FUNZIONE DELLA CHIESA DI INSEGNARE
ANGELO D’AURIA
1° semestre - CFU 3
Descrizione del corso
I. Il Deposito della fede e il diritto di annunciare il Vangelo. Libertà religiosa e diritto-dovere di assumere la
verità. Soggetti del Magistero e gradi. Assenso alle proposizioni del Magistero. Lo spirito ecumenico. L’eresia,
l’apostasia, lo scisma.
II. Il ministero della parola divina. La predicazione e specialmente l’omelia. La catechesi; soggetti della catechesi e
loro doveri. Regolamentazione della catechesi. L’azione missionaria della Chiesa.
III. L’educazione cattolica. Evoluzione dal CIC 1917 al CIC 1983. Le scuole cattoliche. Le Università Cattoliche
e altri Istituti di studi superiori; le Università e le Facoltà ecclesiastiche. Natura, tipologie, finalità delle università.
IV. I mezzi di comunicazione sociale. La vigilanza sugli scritti; approvazione o licenza per diverse categorie di
scritti. La professione di fede.
Bibliografia
Oltre alle Fonti magisteriali che saranno indicate durante le lezioni si possono consultare:
AA.VV., La funzione di insegnare della Chiesa, Milano 1994;
AA.VV., La misión docente de la Iglesia, J.M. URTEAGA (ed.) Salamanca 1992;
AA.VV., Comentario exegético al Código de Derecho Canónico, vol. III, Pamplona 1996, p. 23-362;
J. Garcia Martin, L’azione missionaria della Chiesa nella legislazione canonica, Roma 1993;
K. Ludicke (a cura di), Munsterischer Komentar zum Codex Iuris Canonici, Essen 1995; I. Perez De Heredia,
(Dispense) La función de enseñar en la Iglesia: cánones preliminares (fuentes y bibliografia);
A. Urru, La funzione d’insegnare nella legislazione attuale, Roma 2001.
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20110 - DIRITTO SULLA FUNZIONE DELLA CHIESA DI SANTIFICARE
ANGELO D’AURIA
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
I. La funzione di santificare: principi generali recepiti dal Codice. Soggetti. Il culto pubblico, la liturgia.
Ordinamento e vigilanza. I sacramenti: norme generali e canoni introduttivi. I sacramenti dell’iniziazione
cristiana. La communicatio in sacris.
II. A) Il Battesimo: preparazione e celebrazione. Soggetto: il battesimo degli adulti e dei bambini. Il dubbio
sull’amministrazione del battesimo. I padrini. La registrazione. B) La Confermazione. Celebrazione. Ministri e
soggetto. Obbligo. I padrini. La prova e la registrazione. C) L’Eucaristia. Celebrazione e concelebrazione. Ministro
della celebrazione e dell’amministrazione. Soggetto della comunione; disposizioni necessarie per ricevere
l’eucaristia. Materia del Santo Sacrificio. Riti e Cerimonie. Culto e custodia dell’Eucaristia. Le offerte per la
celebrazione delle messe: disciplina vigente.
III. La Penitenza. Principi dottrinali. Celebrazione del sacramento: forme previste. Il ministro: la facoltà di
assolvere i peccati, il sigillo sacramentale. Il penitente: disposizioni. Abusi del confessore: assoluzione del
complice, delitto di sollecitazione, violazione del sigillo sacramentale; abusi del penitente: falsa denunzia del
confessore. Le indulgenze. L’Unzione degli infermi. Celebrazione, ministro e soggetto del sacramento. L’Ordine
Sacro. Principi dottrinali. Ministro. Soggetto dell’ordine e dei ministeri. Diaconato e ingresso nello stato clericale.
Il celibato. Requisiti per la validità e la liceità. Irregolarità e impedimenti. Lo scrutinio. Le lettere dimissorie.
IV.Altri atti di culto: i sacramentali; la liturgia delle ore; le esequie ecclesiastiche; il culto dei santi; il voto e il
giuramento. Luoghi e tempi sacri.
Bibliografia
Durante le lezioni saranno indicate le rpincipali Fonti magisteriali e giuridiche di riferimento. Si possono inoltre
consultare i seguenti commenti e studi:
I. Perez De Heredia, De ecclesiae munere sanctificandi, Battesimo-Confermazione-Eucaristia, (a cura di A. D’Auria), Roma
1998;
AA.VV., I sacramenti della Chiesa, Bologna 1989;
K. Ludicke (a cura di), Munsterischer Komentar zum Codex Iuris Canonici, vol. 3, De Ecclesiae Munere Sanctificandi,
Essen 1995;
AA.VV., Comentario exegético al Código de Derecho Canonico, vol. III, Pamplona 1996, p. 363-1018 e 1638-1909;
M. Morgante, I sacramenti nel Codice di Diritto Canonico, Roma 1984;
J. Manzanares - A. Mostaza – J. Santos, Nuevo Derecho Parroquial, Madrid 1988, p. 133-321 e 547-574;
T. Rincon Pérez, La Litúrgia y los Sacramentos en el Derecho de la Iglesia, Pamplona 1998;
I. Perez De Heredia, sub cc. 834-848 e 1191-1204, in Comentario al Código de Derecho Canónico (ed. A. Benlloch),
Valencia 1995.
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20111 - DIRITTO PROCESSUALE CANONICO I – I PRESUPPOSTI PROCESSUALI
MANUEL J. ARROBA CONDE
2° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il programma del corso ha per oggetto la prima parte del Libro VII del CIC (cc. 1400-1500), la denominata “pars
statica”, riguardante il trattato dei presupposti processuali. Poiché lo studio dei presupposti investe molte
questioni di teoria generale del diritto e di ecclesiologia, il programma è articolato con un ordine diverso da
quello seguito nel testo del Codice in vista di offrire un quadro sistematico più vasto di quanto consente la sola
esegesi normativa.
I. Nozioni generali:
1) Introduzione al diritto processuale; 2) Introduzione al diritto processuale canonico; 3) Terminologia
processuale; 4) I tipi di processo; 5) Natura giuridica del processo, 6) Applicazione delle leggi processuali; 7) I
presupposti processuali.
II. Presupposti giurisdizionali:
8) Giurisdizione e potestà giudiziale; 9) Competenza: nozione e divisione; 10) I titoli di competenza, 11) Modi di
determinare la competenza.
III. Presupposti strutturali:
12) Gradi e specie di tribunali; 13) I tribunali territoriali; 14) I tribunali personali; 15) I tribunali apostolici.
IV. Presupposti personali:
16) I protagonisti del processo; 17) Il giudice; 18) Il pubblico ministero; 19) L’organico del tribunale; 20) Le parti;
21) Azioni ed eccezioni; 22) I patroni.
V. Presupposti disciplinari:
23) I principi processuali; 24) L’esercizio dell’ufficio giudicante; 25) Ordine, tempo e luogo del processo.
Bibliografia
a) Testo base:
M. J. Arroba Conde, Diritto processuale canonico, Ediurcla, Roma, 2012 (6 ed.)
b) Tra i testi che trattano l’intero processo cf.:
M. J Arroba Conde, El principio dispositivo en el proceso contencioso, Roma, 1989;
J. J. Garçia Failde, Nuevo derecho procesal canonico, Salamanca, 1995 (3 ed.);
P. V. Pinto, Il processo nel Codice di Diritto Canonico, LEV, 1993;
AA. VV., Il processo matrimoniale canonico, LEV, 1994 (2 ed.);
c) Tra i commenti agli attuali cc. 1400-1500 cfr.
J. L. Acebal, Sub cc. 1400-1500, in L. Echevarria (ed.), Codigo de derecho canonico, Bac, Madrid, 1988;
M. J. Arroba Conde, Sub cc. 1400-1500, in A. Benlloch Poveda (ed.), Comentario al codigo de derecho canonico, Edicep,
Valencia, 1995 (6 ed.);
C. De Diego, Sub cc. 1400-1500, in P. Lombardia-J. I. Arieta (a cura di), Codice di diritto Canonico, Edizione bilingue
commentata, Logos, Roma, 1983;
L. Del Amo, Sub cc. 1400-1500, in P. Lombardia-J. I. Arieta (cit.);
AA. VV., Comentario exegetico al codigo de derecho canonico, vol. IV/1, Eunsa, Pamplona, 1996.
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20112 - DIRITTO PROCESSUALE CANONICO II- LE FASI DEL PROCESSO
MANUEL J. ARROBA CONDE
1° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il programma del corso ha per oggetto principale la seconda parte del Libro VII del CIC (cc. 1501-1670), la
denominata “pars dinamica”, riguardante le diverse fasi del processo. Poiché lo schema del processo contenzioso
è applicabile a tutti itipi di processo, e considerando l’interesse pratico generale, il programma è articolato
facendo richiamo espresso al processo di nullità matrimoniale (e quindi alla parte III del libro VII cc. 1671-1707).
Ogni tema include lo studio degli istituti giuridici attinenti i singoli atti processuali, l’analisi delle norme e
l’interpretazione critica delle medesime in ordine a favorire una più corretta prassi giudiziale.
I. Fase introduttoria:
26) Il Libello; 27 ) La citazione; 28) La contestazione della lite; 29) La concordanza del dubbio; 30) Inizio e
vicissitudini dell’istanza.
II. Fase istruttoria:
31) Le prove in genere; 32) Le dichiarazioni delle parti; 33) La prova documentale; 34) La prova testimoniale; 35)
La prova periziale; 36) Altri mezzi di prova;37) La pubblicazione degli atti; 38) La conclusione della causa.
III. Fase decisioria:
39) La discussione della causa; 40) Le decisioni giudiziali, 41) I mezzi di impugnazione; 42) La querela di nullità;
439 L’appello; 44) La cosa giudicata; 45) La nova propositio e la restitutio in integrum; 46) L’esecuzione della
sentenza; 47) Le definizioni non giudiziali.
IV. Processi speciali:
48) Il processo contenzioso orale, 49) I processi matrimoniali; 50) Il processo documentale.
Bibliografia
a) Testi base:
M. J. Arroba Conde, Diritto processuale canonico, Ediurcla, Roma, 2012(6 ed.);
M. J. Arroba Conde, Prova e difesa nel processo di nullità del matrimonio canonico. Temi controversi, Eupress FTL, Lugano,
2008;
Per la comprensione pratica dei singoli atti processuali gli alunni hanno a disposizione il testo:
M. J. Arroba Conde-C. Izzi, Esempi didattici di atti processuali: ad uso degli studenti del De processibus II, Roma 2001.
b) Per i testi che trattano l’intero processo, oltre quelli già indicati nella bibliografia del corso De Processibus I, cf.:
I. Gordon, Novus processus nullitatis matrimoni. Iter cum adnotationibus, Roma, 1983;
P. Moneta, La giustizia nella Chiesa, Bologna, 1993.
c) Tra i commenti agli attuali cc. 1501-1707:
J. L. Acebal, Sub cc. 1501-1707, in L. Echevarria (ed.), Codigo de derecho canonico, Bac, Madrid, 1988;
M. J. Arroba Conde, Sub cc. 1501-1670, in A. Benlloch Poveda (ed.), Comentario al codigo de derecho canonico, Edicep,
Valencia, 1995 (6 ed.);
C. De Diego, Sub cc. 5400-151 e 1598-1655, in P. Lombardia-J. I. Arieta (a cura di), Codice di diritto canonico, (cit.);
L. Madero, Sub cc. 1513-1525; 1587-1597 e 1656-1670, in P. Lombardia-J. I. Arieta (cit.)
AA. VV., Comentario exegetico al codigo de derecho canonico, vol. IV/2, Eunsa, Pamplona, 1996.
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20113 - ISTITUZIONI DI DIRITTO ROMANO
LUCIO DE GIOVANNI
Annuale: CFU 8
Descrizione del corso
Il corso si articola in una Parte generale e in una speciale:
Parte Generale:
1. Il diritto romano e le varie fasi del suo sviluppo;
2. Le fonti;
3. Le classificazioni romane del diritto;
4. Il processo civile;
5. Persone e famiglia;
6. La proprietà e gli altri diritti sulle cose;
7. Le obbligazioni;
8. Successioni e donazioni
Parte Speciale:
La persona nell’esperienza giuridica romana
Bibliografia
Vincenzo Arangio-Ruiz, Istituzioni di diritto romano. XIV edizione riveduta, ed. Jovene, Napoli 1989.
C. Corbo, Incertae personae e capacità successoria. Riflessi di una società e del suo diritto ed. D’Auria, Napoli 2012.
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20116 - STORIA DELLE FONTI E DELLA SCIENZA DEL DIRITTO CANONICO
MATTEO NACCI
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si propone lo scopo di fornire agli studenti una conoscenza di base, ma al contempo non meramente
nozionistica, della evoluzione delle fonti e della dottrina del diritto canonico dall’epoca antica a quella
contemporanea.
Saranno individuati i momenti fondamentali della storia delle fonti del diritto canonico, ponendo l’attenzione
non solo sullo sviluppo cronologico delle stesse, ma cercando di calare le fonti nel loro contesto socio-giuridico
evidenziando i motivi che ne hanno determinato lo sviluppo specifico nelle diverse epoche storiche. Per fare
questo, saranno analizzati i seguenti periodi, ripartiti secondo la tradizionale divisio materiae:
- Jus antiquum, o diritto canonico pregrazianeo.
- Jus novum, o diritto canonico medievale e della formazione del Corpus iuris canonici.
- Jus novissimum, o diritto canonico postridentino.
- Jus codificatum, o periodo della codificazione canonica.
Si ritiene però opportuno, per avere una completezza di visione dello sviluppo delle fonti nel diritto canonico,
non fermarsi alla prima codificazione canonica ma affrontare anche il tema dello sviluppo della dottrina e delle
fonti post codicem fino ai due codici vigenti, latino ed orientale, ed alla dottrina contemporanea. Tale approccio
didattico offre il vantaggio di non creare, come di solito si verifica, una cesura tra la storia ed il diritto vigente ma
permette di verificare il fondamentale contributo dato dalla storia, nel diritto canonico, al presente configurarsi
delle fonti e delle elaborazioni dottrinali nei vari settori del diritto.
Bibliografia
a) Testi base:
C. Fantappiè, Storia del diritto canonico e delle istituzioni della Chiesa, Il Mulino, Bologna 2011.
b) Ulteriori riferimenti bibliografici:
G. L. Falchi - B. E. Ferme, Introduzione allo studio delle fonti dell’utrumque ius, Lateran University Press, Città del
Vaticano 2006.
P. Erdö, Storia della scienza del diritto canonico. Una introduzione, Editrice Pontificia Università Gregoriana, Roma
1999.
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20121 - ISTITUZIONI DI DIRITTO PRIVATO COMPARATO
LUIS M. BOMBÍN
2° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il corso, a partire dalla prospettiva della comparazione dei sistemi giuridici, è orientato a fornire agli studenti una
preparazione in quella parte dell'ordinamento giuridico tradizionalmente destinata a disciplinare i rapporti tra i
privati.
Trattandosi di un corso istituzionale di carattere comparativo, non si approfondirà un ordinamento giuridico
nazionale come unico sistema di riferimento ma, piuttosto, saranno esaminati quegli elementi che sorreggono, nei
diversi sistemi giuridici, i rapporti tra i privati in alcune istituzioni di fondamentale importanza nell’assetto
giuridico della vita sociale.
Si esporrà in primo luogo la metodologia della comparazione dei sistemi e delle norme giuridiche, e le tecniche e
gli obiettivi propri della comparazione nel campo giuridico. Si esamineranno, quindi, le caratteristiche generali dei
principali sistemi giuridici vigenti, facendo un confronto tra le diverse tradizioni giuridiche. Come ulteriore
approfondimento si passerà all’esposizione di alcune istituzioni di diritto privato presenti nei sistemi vigenti,
comparando e, nei limiti del fattibile, valutando le soluzioni adottate dai diversi sistemi giuridici riguardo a quelle
specifiche istituzioni. Questa analisi consentirà, come obiettivo didattico specifico del corso, di sperimentare il
cosiddetto “diritto comparato in azione”.
Non saranno peraltro trascurati alcuni cenni al profilarsi di un diritto privato internazionale e, a livello europeo,
di un diritto privato europeo quale fonte e matrice di parte della disciplina privatistica di diritto interno.
Saranno delineati, dal punto di vista del diritto privato comparato, i tratti essenziali di alcune istituzioni
nell’ambito dei seguenti temi:
1.
Le persone fisiche e le persone giuridiche
2.
Diritti reali e obbligazioni
3.
I contratti
4.
L'atto illecito e la responsabilità civile.
5.
La proprietà
6.
Diritto di famiglia
7.
L'impresa e le società.
8.
Le successioni per causa di morte.
Bibliografia
Paolo Gallo, Introduzione al diritto comparato, Volume secondo: Istituti giuridici, Seconda edizione, Giappichelli Editore,
Torino 2003.
Ulteriori Riferimenti bibliografici
Un manuale istituzionale di diritto privato da scegliersi tra quelli esistenti nel sistema giuridico preferito dallo
studente.
Un codice Civile o equivalente del sistema giuridico scelto dallo studente.
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20122 - ISTITUZIONI DI DIRITTO PUBBLICO COMPARATO
MARCELLO VOLPE
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso è orientato all’analisi dei principali istituti di diritto pubblico nella prospettiva della comparazione tra gli
ordinamenti giuridici europei, internazionali e sopranazionali (Unione Europea).
La prima parte del corso avrà per oggetto il fenomeno giuridico, la definizione di ordinamento giuridico e di
Stato, unitamente alla disamina della disciplina del diritto pubblico con riferimento alla comparazione delle varie
realtà statali.
La seconda parte riguarderà la nozione e la storia del costituzionalismo ed il sistema delle fonti del diritto,
attraverso lo studio della loro gerarchia, con la conseguente analisi delle norme primarie e secondarie. Di seguito
saranno approfondite le fonti di civil law e gli ordinamenti di matrice anglosassone.
La terza parte verterà sui diritti costituzionali, i doveri dei consociati, la costituzione economica e lo studio delle
singole forme di governo, in prospettiva storico-politica, con richiami al funzionamento delle istituzioni dei
principali Stati democratici moderni.
Nella quarta parte si esamineranno le competenze del Parlamento, del Governo e del Capo dello Stato in Italia e
in numerosi Stati internazionali. Infine saranno esaminate le garanzie costituzionali, l’ordinamento giudiziario ed
il funzionamento della pubblica amministrazione.
Bibliografia
T. Groppi – A. Simoncini, Introduzione allo studio del diritto pubblico e delle sue fonti, Giappichelli, Torino 2011.
In ordine agli argomenti trattati, durante lo svolgimento delle lezioni, saranno rese disponibili schede didattiche
ed indicati ulteriori riferimenti bibliografici.
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20206 - DIRITTO PENALE CANONICO
MICHELE RIONDINO
2° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il programma del corso ha per oggetto lo studio delle norme del libro VI del CIC, inserendole nella prospettiva
più generale della giustizia riparativa. L’ordine dei temi consente di cogliere gli aspetti comuni ad altri sistemi
penali e quelli propri dell’ordinamento canonico, senza trascurare gli elementi inerenti al diritto processuale
penale. Il programma si articola nei seguenti temi:
1. Teoria e funzione della pena nel diritto canonico
2. L’intervento penale alla luce dei principi di revisione del CIC
3. Il sistema sanzionatorio: tipologia delle pene e alternative alla sanzione
4. Teoria del delitto canonico e principio di legalità
5. L’autore della norma penale: la legge e il precetto
6. Soggetto passivo delle sanzioni penali e imputabilità
7. La cessazione delle pene
8. Le pene nei singoli delitti
9. Elementi del processo penale canonico e mediazione penale
10. Responsabilità extracanoniche in materia penale
Bibliografia
R. Botta, La norma penale nel diritto della Chiesa, Bologna, 2001.
M. Riondino, Giustizia riparativa e mediazione nel diritto penale canonico, Città del Vaticano, II ed., 2012.
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20207 - STORIA DELLE ISTITUZIONI DI DIRITTO CANONICO
MATTEO NACCI
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si propone un’analisi ed una presentazione, dal punto di vista storico-giuridico, delle istituzioni del diritto
canonico, nel senso degli istituti principali e maggiormente peculiari di tale diritto, con un duplice scopo. Il primo
è di carattere scientifico, e consiste nello studio degli istituti del diritto canonico (ad esempio, il matrimonio ed il
processo) come fenomeno ed entità a livello storico-giuridico. Il secondo, invece, è di carattere pratico, servendo
a rendere maggiormente comprensibile la disciplina degli istituti trattati nel diritto canonico vigente.
Naturalmente, trattandosi dell’ordinamento giuridico canonico nel suo complesso, ricchissimo di istituzioni
peculiari sviluppatesi nel corso di due millenni, risulta impossibile tratteggiare l’evoluzione storico-giuridica di
tutte le istituzioni canoniche, salvo delineare - per quelle trattate durante il corso (che potranno variare a seconda
degli interessi e delle sollecitazioni degli studenti) - un quadro storico di riferimento che serva da strumento per
una migliore comprensione e collocazione dell’ istituzione nella disciplina vigente.
Particolare attenzione sarà dedicata, per l’importanza che assume all’interno dell’ordinamento giuridico canonico,
al tema del jus publicum ecclesiasticum, per consentire agli studenti di comprendere la centralità di questa scienza
giuspubblicistica - fondamentale sia per l’operatore pratico del diritto, ai fini di una corretta regolamentazione dei
rapporti Chiesa-Stato, sia per il teorico del diritto, per comprendere il diritto canonico nel suo insieme - e la sua
incidenza nelle istituzioni del diritto canonico.
Bibliografia
a)Testi base:
M. Nacci, Origini, sviluppi e caratteri del jus publicum ecclesiasticum, Lateran University Press, Città del Vaticano 2010
(seconda edizione, 2013).
J. Orlandis, Le istituzioni della Chiesa Cattolica. Storia, diritto, attualità, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano)
2005.
b) Ulteriori riferimenti bibliografici:
J. Gaudemet, Storia del diritto canonico. Ecclesia et Civitas (traduzione dal francese di A. Ruzzon e T. Vanzetto),
Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 1998.
L. Musselli, Storia del diritto canonico. Introduzione alla storia del diritto e delle istituzioni ecclesiali, (seconda edizione),
Giappichelli, Torino 2007.
E. Sastre Santos, Storia dei Sistemi di Diritto Canonico, EDIURCLA, Roma 2011.
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20208 - ISTITUZIONI DI DIRITTO INTERNAZIONALE
VINCENZO BUONOMO
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il Corso è di carattere introduttivo allo studio delle discipline internazionalistiche e si propone di fornire una
conoscenza di base delle caratteristiche strutturali dell’ordinamento internazionale e dei suoi istituti giuridici
fondamentali. Il metodo adoperato nell’esposizione è finalizzato a favorire anzitutto lo studio sistematico della
disciplina con diretto riferimento ai principi costitutivi del diritto internazionale, alle altre fonti normative ed alla
prassi internazionale. Anche sulla base della conoscenza e della preparazione già raggiunta dallo studente nello
studio delle discipline introduttive della scienza giuridica, sia quanto agli istituti privatistici che pubblicistici, nel
corso si cercherà in particolare di individuare gli spazi di relazione e di collegamento tra l’ordinamento
internazionale e quelli interni.
Parte generale. La trattazione generale si articolerà intorno ai seguenti ambiti:
Il diritto internazionale: precisazioni terminologiche, definizione e classificazione.La Comunità internazionale e le
sue origini storiche. Il problema del fondamento del diritto internazionale.
Le funzioni di produzione, accertamento ed attuazione coattiva del diritto internazionale.
I soggetti di diritto internazionale, a base territoriale e a base funzionale. Nuove soggettività.
Gli organi dello Stato per le relazioni internazionali.
Le fonti: consuetudine, accordo ed altri procedimenti nomogenetici.
Il trattato: formazione, interpretazione, effetti, riserve, estinzione e cause di invalidità.
I rapporti tra diritto internazionale e diritto interno.
I procedimenti di garanzia delle norme internazionali.
L’accertamento del diritto nelle controversie internazionali, mediante accordo, processo arbitrale, processo
giudiziario.
La realizzazione coercitiva del diritto: l’autotutela e le sue diverse forme.
Parte speciale
La Santa Sede nella Comunità e nell’ordinamento internazionale.
I rapporti tra diritto internazionale, diritto canonico e diritto dello Stato della Città del Vaticano.
Bibliografia
A. Cassese, Diritto Internazionale, Il Mulino, Bologna, 2006;
B. Conforti, Diritto Internazionale, Edizioni Scientifiche, Napoli, 20026
I. Brownlie, Principles of Public International Law, Oxford University Press, Oxford 20036
M. N. Shaw, International Law, Cambridge University Press, Cambridge, 2005;
P. Daillier-A. Pellet, Droit international public, L.G.D.J., Paris, 2004 ;
P.M. Dupuy, Droit international public, Dalloz, Paris, 2002;
V. Buonomo, The Holy See in the Contemporary International Community: a Juridical Approach According to the International
Law and Practice, in «Civitas et Justitia» II (2004), pp. 7-40;
V. Buonomo, Vatican, in G. Robbers (ed.), Encyclopedia of World Constitutions, Vol. 3, New York 2007, pp. 1035-1043.
Per la preparazione dell’esame è indispensabile la conoscenza diretta dei seguenti testi normativi: Carta delle
Nazioni Unite; Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati (1969).
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20209 - ISTITUZIONI DI ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE
VINCENZO BUONOMO
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il Corso vuole consentire una prima applicazione degli istituti fondamentali dell’ordinamento internazionale,
esponendo la teoria generale del diritto della organizzazione internazionale e delle forme di istituzionalizzazione
della Comunità internazionale. L’articolazione delle lezioni procederà con metodo istituzionale, introducendo ai
fondamenti, ai principi generali ed agli istituti giuridici specifici elaborati nell’ambito del diritto internazionale di
fonte multilaterale e più direttamente risultante dalla produzione delle Organizzazioni intergovernative operanti
nella contemporanea Comunità internazionale. Lo studio individuale sarà orientato alla conoscenza di alcuni
settori dell’attività delle istituzioni intergovernative mediante il diretto riferimento alle fonti costitutive ed alla
prassi normativa successiva. Dopo una premessa di metodo, il corso si articolerà nei seguenti ambiti:
Introduzione storica: Il processo di istituzionalizzazione della Società internazionale. L’Organizzazione
Internazionale e il diritto internazionale. Le Organizzazioni internazionali intergovernative (IGO) e le
Organizzazioni internazionali non-governative (NGO).
I. La singola Organizzazione Internazionale Intergovernativa: la natura, gli elementi comuni, il diritto. L’ONU
e il Sistema delle Nazioni Unite.
II. Le regole di diritto internazionale di fonte multilaterale: principi e regole fondamentali. Il diritto della pace
come sicurezza. Il diritto della cooperazione allo sviluppo. La organizzazione internazionale e la maturazione
del diritto internazionale.
III La organizzazione internazionale e il diritto della diplomazia multilaterale: le fonti. I soggetti della diplomazia
multilaterale: Stati e IGO. Gli organi.
IV. L’Organizzazione Internazionale e la Chiesa Cattolica: la Chiesa Cattolica e il suo apporto di magistero alla
Comunità internazionale. La Santa Sede e la sua diplomazia multilaterale. Le componenti della Chiesa
universale e la loro collaborazione nella Comunità internazionale.
Parte speciale: La tutela dei diritti umani nella normativa delle Organizzazioni intergovernative
Bibliografia:
S. Marchisio, L’ONU. Il diritto delle Nazioni Unite, Il Mulino, Bologna 2000
C. Zanghì, Diritto della Organizzazione Internazionale, Giappichelli, Torino, 2001
B. Conforti, Le Nazioni Unite, CEDAM, Padova,1994
V. Buonomo, I diritti umani nelle relazioni internazionali, Mursia, Roma 1997
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20310 – DIRITTO COMUNE
MATTEO NACCI
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si propone di analizzare un particolare periodo storico nel quale nasce e si sviluppa, fino all’avvento delle
grandi codificazioni europee, il sistema dello ius commune, inteso come il diritto romano giustinianeo e il diritto
canonico adattato e rielaborato dai giuristi della scuola di Bologna. Verificata l’incidenza dei tre elementi
determinanti la genesi del diritto comune – romanitas, christianitas e germanesimo –, si ripercorreranno brevemente
le caratteristiche degli ordinamenti romano-barbarici per comprenderne l’incidenza sulla costruzione dell’idea di
un diritto comune a tutte le genti. Premessi alcuni cenni alle scuole preirneriane, alle leges romanae barbarorum, e
all’importanza del Placito di Marturi, si prenderà in considerazione la Scuola di Bologna come luogo nel quale il
diritto romano sarà studiato con metodo scientifico attraverso i lavori di Irnerio; la sistematica metodologica di
due grandi scuole giuridiche che hanno contribuito all’ascesa del sistema dello ius commune, la Scuola dei
Glossatori e quella dei Commentatori; la communis opinio e il ruolo delle raccolte giurisprudenziali nell’epoca aurea
del diritto comune; il particolarismo socio-politico medievale e la sua incidenza sul diritto comune (rapporto ius
commune/iura propria). Particolare attenzione sarà dedicata alla formazione del Corpus iuris canonici e, in generale, alla
presenza giuridica e culturale della Chiesa nel periodo storico di riferimento (Scuola dei Decretisti e dei
Decretalisti).
La seconda parte del corso, invece, si propone di verificare il “momento di frattura” della fortuna scientifica del
sistema dello ius commune avvenuto principalmente con l’Umanesimo giuridico e, infine, la diffusione della
tradizione romanistica e la recezione del diritto comune nel contesto europeo: Francia, Spagna, Belgio, Olanda,
Germania, Europa settentrionale ed orientale.
Bibliografia
a)Testi base:
A. Cavanna, Storia del diritto moderno in Europa. Le fonti e il pensiero giuridico, vol. 1, Giuffrè, Milano 1982.
b) Ulteriori riferimenti bibliografici:
F. Calasso, Introduzione al diritto comune, Giuffrè, Milano 1970.
M. Bellomo, L’Europa del diritto comune, Il Cigno GG Edizioni, Roma 1994.
A. Campitelli, Europeenses. Presupposti storici e genesi del diritto comune, Cacucci, Bari 1994
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20317 - MEDICINA LEGALE
ENRICO MEI
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso, strutturato per rispondere alle esigenze della facoltà di Diritto canonico, puntualizza i fondamenti, la
metodologia, le finalità della disciplina. I temi del matrimonio canonico nei risvolti fisio-psico-patologici, i delitti
sessuali, la deontologia e l’ etica medica restano oggetto di particolare approfondimento. Una speciale attenzione
è inoltre riservata alla analisi comparata del diritto canonico e del diritto italiano, su questioni di interesse medicolegale.
Il programma è così articolato:
-Definizione, sistematica e finalità della materia.
-Il rapporto di causalità in medicina legale.
-Cenni sulla lesività medico-legale e sulla genetica forense.
-La psicopatologia forense.
-L’imputabilità.
-I delitti sessuali.
-Il matrimonio canonico.
-La capacità civile.
-La filiazione.
-La Deontologia medica.
-La responsabilità professionale medica.
-La valutazione del danno alla persona in responsabilità civile.
-Medicina delle assicurazioni sociali e private.
-Il S.S.N. Tutela della gravidanza e della maternità.
-La bioetica medica.
Bibliografia
E. Mei, Medicina legale, Lateran University Press, Roma, 2008.
C. Calcagni, E. Mei, Medicina legale canonistica, Giuffrè, Milano, 2002.
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20320 - DIRITTO CONCORDATARIO
ANTONELLO BLASI
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il Corso propone la conoscenza di quella porzione dello jus publicum ecclesiasticum externum
che concerne le relazioni tra la Chiesa Cattolica e gli ordinamenti civili statali mediante lo
strumento concordatario.L'articolazione delle lezioni procederà con metodo comparativo ed
istituzionale, introducendo ai fondamenti, ai principi generali ed agli istituti giuridici specifici
elaborati nell'ambito del diritto canonico e di quello ecclesiastico.Lo studio individuale sarà
orientato alla conoscenza di alcune materie mixtae che formano il contenuto dei diversi accordi
stipulati dalla Santa Sede con gli Stati.Sarà curata l'esegesi di alcuni istituti nonché la loro
comparazione nei diversi accordi che la Chiesa intrattiene con la quasi totalità degli attuali
ordinamenti civili statali.Prendendo le mosse dal pluralismo degli ordinamenti e della
legittimazione della soggettività internazionale della Santa Sede, il diritto concordatario presenta
l’articolazione e l’evolversi delle relazioni tra la Chiesa Cattolica e gli ordinamenti Civili nel
tempo e nello spazio mediante lo strumento pattizio quale il Concordato ed altri strumenti
similari. Dello stesso saranno esaminate natura e forma nonché l’iter procedimentale per la sua
formazione e validità. Uno sguardo nel tempo indicherà le fasi storiche attraverso le quali i
concordati hanno sviluppato una serie di interessanti intrecci giuridici e politici rilevanti
direttamente e indirettamente tra i vari soggetti di diritto internazionale.
Gli studenti avranno un colloquio conoscitivo con il docente con il quale sceglieranno anche il
testo monografico su cui studiare (tra quelli di seguito riportati) oltre il testo sulle fonti che resta
il libro-guida e di riferimento per l'intero corso.
La peculiarità didattica è costituita da un costante, brillante ed intenso dialogo studenti-docente
durante le lezioni, anche mediante eventuali spostamenti sui luoghi trattati in sede teorica.
Obiettivo finale proposto è quello di orientarsi nella quotidianità giuridica dell’effetiva o meno
applicazione della sana cooperatio nel suo agire in temporalibus.
Contenuti teorici del Corso:
Ordinamenti giuridici: pluralismo, relazioni e interazioni;
Principi preliminari alle relazioni Chiesa-comunità civile;
L'attività della Santa Sede con la comunità politica;
Uno strumento di valori: il Concordato;
Nascita di un accordo: iter procedimentale;
I concordati nella storia e nel diritto: natura, forma e funzione;
Concordati vigenti: i fondamentali;
Concordati vigenti: gli istituti giuridici;
Un concordato paradigmatico : il caso italiano.
Testi di riferimento
Fonti: J.MARTIN DE AGAR, Raccolta di concordati, 1950-1999, Libr.Ed.Vat. con aggiornamenti.
Bibliografia testi consigliati
Ada SERRA, Relazioni Stato-Chiesa e cultura politica nei Paesi a tradizione cattolica: Italia, Spagna e
Polonia, collana
i saggisti,
Altrimedia Edizioni
2012 pp.
266, f
15 X 21, isbn
978-88-9617155-4 ;
Nicola COLAIANNI, Diritto pubblico delle religioni, eguaglianza e differenze nello Stato costituzionale,
Collana itinerari, pp.328, 978-88-15-23934-1
Roland MINNERATH, L’Église catholique face aux États. Deux siècles de pratique concordataire,
Paris, Les Éditions du Cerf, 2012, pp. 650;
Giuseppe DALLA TORRE, Lezioni di diritto ecclesiastico, IV ediz., Giappichelli, Torino 2011, PP.
383;
Massimiliano BLASI, Manuale degli enti ecclesiastici, Buffetti ed. 2009;
Francesco FINOCCHIARO, Diritto Ecclesiastico, ediz. Compatta, sec.ed. Zanichelli, Bologna 2007;
J.M. VAZQUEZ, Los concordatos: pasado y futuro, ed. Comares, Granata 2004;
AA. VV., Annali 2002-2004 a cura di G. Dalla Torre, Giappichelli, Torino 2004;
G. BARBERINI, Chiesa e Santa Sede nell’ordinamento internazionale, Giappichelli Torino 2003.
Dispense e slides di sintesi saranno a disposizione degli studenti all’inizio delle lezioni.
1801-2010
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20321 - CIC E CCEO COMPARATI
NATALE LODA
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Nel presentare il nuovo Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium il 25 ottobre 1990 nella XXVII Congregazione
generale del Sinodo dei Vescovi,Sua Santità Giovanni Paolo II considerandolo “come par+te integrante
dell’unico Corpus Iuris Canonici della Chiesa”, aggiunse: “dinanzi a questo Corpus viene spontaneo il suggeriemento
che nelle Facoltà di Diritto Canonico si promuova un appropriato studio comparativo di entrambi i Codici anche
se esse, a seconda dei loro statuti hanno per loro principale oggetto lo studio di uno o l’altro di essi” (così in
Nuntia 31[1990] p. 20). Questo corso cercherà in ottemperanza alle parole di Giovanni Paolo II di compiere uno
studio comparativo di entrambi i Codici della Chiesa cattolica. Saranno trattati i seguenti temi:
La comparazione ed il suo metodo. Il Sacramento del matrimonio. Il fondamento biblico ed extrabiblico del
matrimonio nel giudaismo. La riflessione patristica ed i suoi influssi. Il Diritto Romano-Bizantino: le definizioni
del matrimonio in D. 23,2,1 ed I. 1,9,1. Gli ulteriori documenti giuridico-magisteriali. Comparazione dei canoni
relativi al matrimonio del CIC e CCEO. Alcune questioni particolari: la forma di celebrazione. Rapporto tra il
matrimonio ed il Sacramento dell’Ordine.
Bibliografia
La bibliografia sarà indicata dal docente durante lo svolgimento delle lezioni.
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20328 - DIRITTO AMMINISTRATIVO CANONICO I
PAOLO GHERRI
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso ha per oggetto l’introduzione generale e la proposta di una visione sintetica della dimensione
‘amministrativistica’ dell’Ordinamento canonico, con particolare attenzione alla normativa latina affrontata
nell’ottica della qualificazione giuridica dell’agire ecclesiale, tanto dei Fedeli che dei Pastori, in funzione di una
loro corretta ed efficace azione ecclesiale.
La prima parte del corso (Introduzione al Diritto amministrativo canonico, 6 lezioni) intende dare ragione, attraverso
l’esposizione di specifici elementi di Teoria generale, della dimensione ‘amministrativistica’ del Diritto canonico e
della sua applicazione nella quotidianità dell’esercizio del governo ecclesiale, oltre che della consistenza
epistemologica della materia stessa.
La seconda parte (Metodi e tecniche del Diritto amministrativo canonico, 6 lezioni) intende offrire una prospettiva
specificamente tecnica ed un efficace supporto metodologico in grado di sostenere la necessaria qualificazione
dell’agire ecclesiale dei diversi membri del Popolo di Dio, guidando gli studenti ad acquisire gli elementi più tipici
della pratica amministrativistica canonica: qualificazione di atti, soggetti, oggetti e norme, con particolare
attenzione alla gerarchia delle fonti normative canoniche.
L’esame –in forma di test scritto– verificherà in modo sintetico l’effettiva acquisizione di un approccio unitario e
specificamente ‘tecnico’ alla materia, alle sue ripartizioni, alle qualificazioni dei diversi atti giuridici e modi di agire
nella Chiesa, alla tipologia e gerarchia delle norme.
Testi di riferimento:
P. GHERRI, Breve introduzione al Diritto amministrativo canonico, pro manuscripto [dispensa dell’Insegnate per l’A.A.
2013-2014].
P. GHERRI, Metodi e tecniche del Diritto amministrativo canonico, pro manuscripto [dispensa dell’Insegnate per l’A.A.
2013-2014].
J. MIRAS - J. CANOSA - E. BAURA, Compendio di Diritto amministrativo canonico, (trad. A. PERLASCA), coll. Subsidia
canonica, n. 4, 2 ed., Roma, 2009 [per la parte di competenza del primo anno di corso]
P. GHERRI (ed.), Decidere e giudicare nella Chiesa. Atti della VI Giornata canonistica interdisciplinare, Città del
Vaticano, 2012.
Bibliografia complementare:
E. LABANDEIRA, Trattato di Diritto amministrativo canonico, Giuffré, Milano, 1994.
J. GARCÍA MARTÍN, Le norme generali del Codex Iuris Canonici, Ediurcla, Roma, 1996.
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20329 - DIRITTO MATRIMONIALE CANONICO II
FRANCESCO CATOZZELLA
2° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il corso si propone di affrontare le tematiche relative alla capacità consensuale, ai vizi del consenso, alla manifestazione del
consenso nella forma giuridica sostanziale. Per analizzare i requisiti della capacità consensuale, si partirà dagli
elementi essenziali di un atto umano, qual è il consenso, ricercando nell’antropologia filosofica e nella psicologia i
presupposti di ogni atto umano libero e responsabile. Particolare attenzione sarà data alla incapacità consensuale
nella sua triplice figura, considerando lo sviluppo delle scienze che favoriscono una conoscenza sempre più
completa del processo dell’atto consensuale e delle risorse necessarie per sostenere una relazione interpersonale
tra uomo e donna. Si analizzeranno quindi - con riferimento allo sviluppo della dottrina canonica e della
giurisprudenza - i vizi del consenso per errore (errore di fatto sulla persona o su una qualità direttamente e
principalmente intesa, errore doloso, errore di diritto determinante la volontà), che, pur avendo origine nel fatto
intellettivo dell’errore, rifluiscono sull’ atto di volontà, modificandone la sostanza. A motivo dell’odierno
individualismo esasperato, che rende sempre più diffidenti nei rapporti sociali, e del soggettivismo e relativismo
ideologici, i quali fanno presumere al contraente il diritto di poter modificare la sostanza e la verità dell’istituto
matrimoniale, mentre uno stile di vita anonima nella massa, con rapidi e continui spostamenti, impedisce una
conoscenza sicura ed ampia del futuro coniuge, il consenso dato ex errore, come pure il consenso condizionato,
rivestono un particolare gravità a livello di dottrina e di prassi giudiziale. Una significativa trattazione verrà data
al fenomeno simulatorio, sia per la sua tipicità nell’ ambito del volontario umano, sia per la sua rilevanza nella
statistica delle cause di nullità matrimoniale. La libertà dal timore grave porterà a considerare il valore della
iniziativa e della responsabilità del nubente nell’emettere il consenso coniugale. La forma canonica verrà
considerata nella sua valenza pubblica ed ecclesiale, in quanto il consenso, scelta del tutto personale, da una parte
esige una prova pubblica, idonea a tutelare sia il bene individuale dei contraenti sia la sacralità del patto, e
dall’altra, dando esso inizio a quella che è la cellula fondamentale della società civile ed ecclesiale, va pronunciato
nella comunità e di fronte a chi nella comunità ha il ministero dell’autorità. Dopo aver esaminati i fondamenti
teologici dello scioglimento del matrimonio nel magistero ecclesiastico, verranno illustrati i possibili casi di
scioglimento del matrimonio: il privilegio paolino, il matrimonio rato e consumato, lo scioglimento in favore
della fede.
Bibliografia
L. Sabbarese, Il matrimonio canonico nell'ordine della natura e della grazia, 2^ ed., Urbaniana University Press
2006;
A. Bernárdez Cantón, Compendio de Derecho Matrimonial Canónico, octava edición. Tecnos, Madrid 1994.
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20330 - DIRITTO AMMINISTRATIVO CANONICO - II
PAOLO GHERRI
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si prefigge di completare la formazione della sensibilità ed attitudine amministrativistica dei futuri
operatori del Diritto della Chiesa per mezzo della conoscenza degli ambiti più operativi del Diritto
amministrativo canonico, attraverso un approccio alla concreta attività amministrativa ‘di Curia’ tanto diocesana
che religiosa.
La prima parte (Struttura amministrativa canonica, 3 lezioni) cercherà di mettere in luce le principali articolazioni
operative dell’Ordinamento canonico: Organi ed Organismi di governo (diocesani e religiosi) come emergono dal
Codice di Diritto canonico latino.
La seconda parte (Attività amministrativa codiciale, 5 lezioni) prenderà in esame alcune tipologie amministrativistiche
specifiche: Enti canonici ed Uffici ecclesiastici, Statuti e Regolamenti, tutela amministrativo-patrimoniale,
Istituzioni ecclesiastiche, procedure atipiche.
La terza parte (Procedura amministrativa codiciale, 4 lezioni) fornirà un inquadramento di massima delle Procedure
amministrative più direttamente volte alla soluzione dei ‘problemi’ derivanti dal governo ecclesiastico secondo il
Codice latino: patologia degli Atti amministrativi, interventi disciplinari, procedure speciali e ricorsi.
Il percorso formativo amministrativistico biennale intende offrire agli studenti non tanto un prontuario casuistico
di procedure preconfezionate, quanto piuttosto la forma mentis ed un metodo tecnico che permettano loro di
leggere le diverse circostanze della vita ecclesiale individuando gli elementi strutturali e funzionali che dovranno
guidare la loro regolamentazione e corretta gestione all’interno di una effettiva vita ecclesiale.
Le lezioni saranno accompagnate da alcune “esercitazioni” pratiche settimanali (facoltative); l’esame –in forma
scritta– verificherà l’effettiva conoscenza dell’articolazione e funzionalità dell’intera struttura codiciale latina,
privilegiando l’approccio tecnico agli Istituti giuridici.
Testo di riferimento:
P. GHERRI, Introduzione al Diritto amministrativo canonico: operatività codiciale, pro manuscripto [dispensa dell’Insegnate
per l’A.A. 2013-2014].
J. MIRAS - J. CANOSA - E. BAURA, Compendio di Diritto amministrativo canonico, (trad. A. PERLASCA), coll. Subsidia
canonica, n. 4, 2 ed., Roma, 2009 [per la parte di competenza del secondo anno di corso].
Bibliografia complementare:
J.I. ARRIETA, Il sistema dell’organizzazione ecclesiastica. Norme e documenti, Ediz. Università della Santa Croce, Roma,
2003.
E. LABANDEIRA, Trattato di Diritto amministrativo canonico, Giuffré, Milano, 1994.
J. GARCIA MARTIN, Il decreto singolare, Ediurcla, Roma, 2004.
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20331 - PRASSI GIUDIZIALE I
CLAUDIA IZZI
1° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Il corso ha per oggetto lo studio della prassi processuale nelle cause di nullità del matrimonio, allo scopo di
offrire un’ampia prospettiva delle principali questioni di natura applicativa e di guidare lo studente nella corretta
stesura degli atti giudiziali propri del giudice e delle parti, pubbliche e private, durante le diverse fasi del processo.
Il programma delle lezioni si articola nei seguenti temi:
1. concetto di prassi giudiziale, la distinzione tra gli atti della causa e gli atti del processo, la forma degli atti
processuali;
2. il giudice, le parti pubbliche, le parti private, il curatore, il procuratore e l’avvocato;
3. il libello introduttivo della causa, la citazione e la notifica degli atti processuali, le eccezioni dilatorie e
perentorie, la contestazione della lite, l’istanza della lite;
4. le prove in genere, le dichiarazioni delle parti, i documenti, le testimonianze, la perizia;
5. la prova giudiziale dei singoli capitoli di nullità matrimoniale, in particolare: l’insufficiente uso di ragione, il
grave difetto di discrezione di giudizio, l’incapacità ad assumere gli oneri coniugali, l’errore di fatto sulla persona
o circa una qualità del coniuge direttamente e principalmente intesa, l’errore doloso, l’errore di diritto sulla
sacramentalità o sulle proprietà essenziali del matrimonio, la simulazione totale, l’esclusione di un elemento o di
una proprietà essenziale del matrimonio, la condizione di passato, presente o futuro, il timore grave,
l’impotenza coeundi;
6. la pubblicazione degli atti e la conclusio in causa;
7. la discussione della causa, le decisioni giudiziali;
8. la querela di nullità, l’appello, la trasmissione degli atti al tribunale superiore ed il decreto di ratifica, la nova
propositio causae, l’esecuzione della sentenza ed il divieto di passaggio a nuove nozze.
Bibliografia
a) Testo base:
C. Gullo – A. Gullo, Prassi processuale nelle cause canoniche di nullità del matrimonio (Studi Giuridici, 80), 3 ed., LEV,
Città del Vaticano 2009.
b) Bibliografia complementare:
M. J. Arroba Conde, Diritto processuale canonico, 5 ed., Ediurcla, Roma 2006.
M. J. Arroba Conde, Prova e difesa nel processo di nullità del matrimonio canonico. Temi controversi, Eupress FTL, Lugano
2008.
C. Izzi, Valutazione del fondamento antropologico della perizia. Studio sulla recente giurisprudenza rotale in tema d’incapacità
consensuale (Quaderni di Apollinaris, 9), LUP, Roma 2004.
M. J. Arroba Conde - C. Izzi, Esempi didattici di atti processuali. Ad uso degli studenti, Roma 2001.
M. J. Arroba Conde Risultato della prova e tecnica motivazionale nelle cause matrimoniali. Casi pratici di prima istanza. Casa
editrice LUP, Città del Vaticano 2013(Quaderni di Apollinaris, ).
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20332 - PRASSI GIUDIZIALE II
CRISTIAN BEGUS
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso ha per oggetto la prassi giudiziale relativa alle cause iurium ossia tutte quelle cause che non trattano della
nullità del matrimonio ma vertono sui diritti. Si suole ritenere che queste cause comprendano problematiche
relative ad aspetti di diritto patrimoniale e ad aspetti di diritto processuale; tuttavia tradizionalmente vengono
accompagnate alle cause penali, dalla cui considerazione e trattazione non si potrà prescindere durante il corso.
Infine, si renderà necessario dare ampio spazio alla prassi giudiziale amministrativa con riferimento ai temi più
importanti del processo contenzioso-amministrativo.
Premesse, quindi, alcune precisazioni sul valore della prassi, il corso si articolerà tenendo conto delle seguenti
ampie aree tematiche:
I. Le cause iurium relative ai diritti patrimoniali ed alla loro lesione. Problematiche specifiche di queste cause,
legate all’oggetto delle cause stesse in relazione sia al diritto sostanziale sia al diritto processuale.
II. Le cause iurium più direttamente riferibili al processo ed al corretto svolgimento dello stesso. La lesione dei
diritti processuali della parte e i rimedi esperibili. Le cause incidentali; la querela di nullità con particolare
riferimento alla lesione del diritto di difesa.
III. Le cause penali. Aspetti peculiari di dette cause; analisi di alcune questioni sostanziali e processuali più
particolari e rilevanti. Rapporto tra processo penale e risarcimento del danno, la conformità delle sentenze penali,
il giudicato, la restitutio in integrum.
IV. La prassi giudiziale amministrativa. Tipologia dei ricorsi; natura, oggetto e motivi del ricorso; il processo
avanti alla Segnatura Apostolica e la sua conclusione.
Testi di riferimento
AA.VV., I beni temporali della Chiesa (Studi giuridici L), Città del Vaticano 1999;
M.J. ARROBA CONDE, Diritto processuale canonico, Roma 2006, 5ª ed.;
AA.VV., Il processo penale canonico, Roma 2003;
V. PALESTRO, Rassegna di giurisprudenza rotale nelle cause iurium e penali (1909-1993), Milano 1996;
AA.VV., La giustizia nell’attività amministrativa della Chiesa: il contenzioso amministrativo, Milano 2006;
J. MIRAS – J. CANOSA – E. BAURA, Compendio di diritto amministrativo canonico, Roma 2009;
E. LABANDEIRA, Trattato di diritto amministrativo canonico, Milano 1994.
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20334 - SISTEMI DI DIRITTO CIVILE COMPARATO
LUIS M. BOMBÍN
1° semestre – CFU 6
Descrizione del corso
Negli ultimi anni la comparazione dei sistemi giuridici ha riacquistato un notevole interesse, dovuto in gran parte
alle nuove sfide dovute all’armonizzazione giuridica, particolarmente in ambito europeo, e alle tendenze verso la
globalizzazione. Come conseguenza, la comparazione è divenuta campo di studio intellettualmente molto
stimolante.
Il corso si propone di introdurre lo studente ai grandi sistemi giuridici vigenti, facendo riferimento alla
metodologia del diritto comparato, alla tecnica giuridica propria dei diversi sistemi giuridici e agli istituti più
rilevanti.
Si studieranno le caratteristiche fondamentali dei principali sistemi giuridici vigenti (romano-germanico, common
law, diritto dei paesi islamici, diritto indiano, diritto post-socialista, diritto cinese, diritto giapponese, e diritto
dell’Africa), facendo un confronto fra le diverse famiglie e tradizioni giuridiche, i principi fondamentali di
carattere giuridico che stanno alla loro base, le tecniche legislative e normative adoperate, lo stile delle leggi e il
livello di specificazione degli ordinamenti giuridici.
Una particolare attenzione sarà riservata alla trattazione degli obiettivi e dell’evoluzione della comparazione,
avendo in conto le funzioni della stessa. In questo contesto si darà rilevanza agli attuali sviluppi a livello
internazionale, soprattutto riguardo al nuovo tipo di diritto comune nei rapporti di carattere contrattuale fra
soggetti di diritto privato internazionale, alla crescente attività di diverse istituzioni internazionale nel campo
dell’uniformazione e armonizzazione del diritto, alla ricerca in ambito internazionale di soluzioni al tema della
“legge applicabile” e dei “principi generali del diritto”, e all’istituto dell’arbitrato come alternativa ai processi
giudiziali.
Bibliografia:
Antonio Gambaro e Rodolfo Sacco, Sistemi giuridici comparati, Terza edizione, UTET, Torino 2008.
Ulteriori riferimenti bibliografici:
Francesco de Franchis, Il diritto comparato dopo la riforma, Giuffré Editore, Milano 2006.
René David – Camille Jauffret-Spinosi, Les grands systèmes de droit contemporains, Édition 11e, Dalloz, Paris 2002.
Traduzione italiana: I grandi sistemi giuridici contemporanei, Quinta edizione italiana a cura di Rodolfo Sacco,
CEDAM, Padova 2004.
Konrad Zweigert – Hein Kötz, Einführung in die Rechtsvergleichung, Dritte Auflage, J.C.B. Mohr (Paul Siebeck),
Tübingen 1996.
H. Patrick Glenn, Legal Traditions of the World: Sustainable Diversity in Law, Third Ed., Oxford University Press,
Oxford 2007.
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CORSO 20335 - ARGOMENTAZIONE E PROCESSO GIURIDICO
GIOVANNI GIORGIO
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Le tematiche dell'argomentazione giuridica trovano il loro luogo privilegiato di indagine nel compito del giudice. In effetti se giuristi
o avvocati o cittadini interessati avanzano argomenti pro o contro determinati contenuti dell’ordinamento giuridico in relazione a
casi ipotetici o reali, si riferiscono in ultima analisi a come dovrebbe decidere un giudice che voglia decidere in modo giusto. I
modelli di comprensione del compito del giudice possono essere raccolti attorno a due posizioni classiche ed estreme che
forniscono una mappa concettuale di orientamento: dall'un lato il giudice come mero dichiaratore del diritto, come vuole il
giuspositivismo, dall'altro il giudice come creatore del diritto, come vuole il giusrealismo. Da parte nostra rigettiamo questi modelli
che per eccesso di dogmatismo o eccesso di scetticismo riducono il giudice o a mero applicatore automatico della norma o ad
arbitro arbitrario del diritto. In entrambi i casi la responsabilità ermeneutica del giudice viene meno. Rispetto a questi due estremi
proponiamo il modello ermeneutico del giudice come interprete mediatore tra regola giuridica e caso.
Proprio la ricerca di una relazione tra regola e caso che permetta di concludere con una sentenza giusta richiama la necessità di
argomentare a favore di una determinata interpretazione del fatto e della norma. Argomentare appare pertanto come un'attività al
servizio di un'interpretazione che esalti la responsabilità che il giudice assume. In vista di questo compito e, quindi, di un possibile
controllo razionale della decisione espressa nella sentenza, il processo offre al giudice la via del confronto dialettico tra tesi
contrapposte nel contraddittorio, per poter selezionare una risposta adeguata alla domanda di tutela giuridica che gli viene rivolta.
In prima battuta l'argomentazione si presenta quindi come attività pragmatica dell'argomentare, secondo il «gioco linguistico» del
chiedere e dare ragioni, ciò che dai greci in poi prende il nome di dialettica. Di essa, quale attuazione del principio del contraddittorio,
si dovranno chiarire attori, condizioni, fasi, modalità e regole. Si mostrerà come il processo giudiziale rappresenti una rigorizzazione
del «gioco linguistico».
In seconda battuta l'argomentazione si presenta come lo strumento di questa attività. Gli argomenti che vengono addotti nel
contraddittorio sono ragioni o criteri che danno titolo a sostenere la propria tesi, svolgendo una funzione di giustificazione. Nel regime
di circolo ermeneutico tra regola e caso, si prenderanno in esame particolarmente la prova giudiziaria come ragione per la
determinazione dei fatti giuridicamente rilevanti e quella che potremmo chiamare la prova ermeneutica come ragione per la
determinazione della norma pertinente.
In terza battuta l'argomentazione si presenta come risultato dell'attività argomentativa, legando in un nesso organico i diversi
argomenti e le conclusioni che si traggono sulla loro base. In questa sede sarà la finalità di persuasione a dover essere presa in esame,
introducendo la pertinenza della retorica, purché essa rimanga entro limiti non degenerativi.
Il rispetto dei criteri pragmatico, logico e retorico apre la possibilità – ma solo la possibilità - di addivenire ad una sentenza
che sia giusta sotto diversi aspetti, potendosi proporre come esemplare per il futuro.
Testi di riferimento
G. Giorgio, Spiegare per comprendere, Valter Casini, Roma 2008
F. Viola - G. Zaccaria, Diritto e interpretazione, (1999), Laterza, Roma-Bari 20045
F. Viola - G. Zaccaria, Le ragioni del diritto, il Mulino, Bologna 2003
R. Alexy, Teoria dell'argomentazione giuridica (1978), Giuffrè, Milano 1998
P. Cantù, I. Testa, Teorie dell'argomentazione, Bruno Mondadori, Milano 2006
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20337 - STILUS ROMANAE CURIAE
GIUSEPPE SCIACCA
2° semestre – 3 ECTS
Descrizione del corso
1. De Romana Curia
a) sua essenza: organo ministeriale del Romano Pontefice, munito di potestà ordinaria vicaria, per
l’esercizio del suo Primato. Peculiare natura collegiale della Curia Romana;
b) ratio che ha presieduto alla genesi dei vari organismi che, nel corso dei secoli, hanno composto la Curia
Romana, attraverso l’analisi dei fondamentali passaggi storico-normativi: dal Presbyterium Apostolicae Sedis
alla Cancellaria, al Concistoro, alle prime Commissioni Cardinalizie, fino alla riforma di Sisto V (cost. ap.
Immensa Aeterni Dei del 1588) conseguente al Concilio di Trento. Dalla riforma di Sisto V alla cost. ap.
Sapienti consilio di S. Pio X (1908), inverata dalla successiva codificazione del 1917. La cost. ap. Regimini
Ecclesiae universae di Paolo VI (1967) dopo il Concilio Vaticano II ; la cost. ap. Pastor bonus di Giovanni
Paolo II (1988), successiva alla codificazione del 1983;
c) il can. 20 del Codice piano-benedettino e il can. 19 del vigente Codice di Diritto Canonico: stilus materialis
o praxis e stilus formalis seu latinus.
2. Stilus latinus Romanae Curiae
a) l’uso della lingua latina nella Chiesa: natura e peculiarità;
b) latinitas ecclesiastica, iuridica et curialis;
c) i documenti del Romano Pontefice: costituzioni apostoliche, lettere encicliche, lettere apostoliche,
esortazioni apostoliche, brevi, chirografi, lettere latine, etc.;
d) i documenti dei Dicasteri della Curia Romana: istruzioni, decreti, rescritti; sentenze e decreti dei
Tribunali apostolici.
Bibliografia
La Curia Romana nella Costituzione apostolica “Pastor bonus”, a cura di P. A. Bonnet e C. Gullo, LEV 1990.
N. Del Re, La Curia Romana. Lineamenti storico-giuridici, LEV 1998.
Ae. Springhetti, Latinitas fontium iuris canonici, Romae 1968.
Y. Gomez Gane, La Chiesa e il latino oggi, Firenze 2002.
W. Turek, Il latino dei documenti pontifici e della Curia Romana, in: Il latino e i cristiani, a cura di E. Dal Covolo, LEV
2002, pp. 273-291.
C. Pavanetto, Elementa linguae et grammaticae latinae, Roma 2005, capp. 34-39.
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20512 - DIPLOMAZIA ECCLESIASTICA
ANTOINE CAMILLERI
Annuale – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso ha per oggetto la presentazione della diplomazia ecclesiastica (natura, finalità, compiti, organizzazione,
specificità, ecc.) ed è preceduto da una introduzione.
Nell’Introduzione vengono esposte alcune nozioni generali di diplomazia, a partire dalle definizioni classiche della
medesima, per cui essa è inscindibilmente apparato, metodo e stile. Segue una breve sintesi di storia della diplomazia
in genere e di quella ecclesiastica in specie: componenti del suo evolversi; principali tappe storiche; caratteristiche
salienti via via assunte. Si descrive la diplomazia in transizione e si tratta infine del diritto diplomatico e le sue fonti: fonti
di natura internazionale (consuetudine, trattati e convenzioni) e fonti nazionali.
Quindi si esamina la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche (1961), in quanto la missione dei
Rappresentanti Pontifici accreditati presso gli Stati e i Governi si svolge in conformità con le norme del diritto
internazionale. Dopo una premessa sulla storia della Conferenza di Vienna incaricata di predisporre la
Convenzione, sui criteri di codificazione, sui risultati raggiunti e sulle caratteristiche della Convenzione, si
commentano gli articoli 2-19 della medesima, ossia le disposizioni che regolano, sotto diversi aspetti, le relazioni
diplomatiche: terminologia, funzione della missione diplomatica, accordo istitutivo della missione, controllo dello
Stato accreditatario sulla composizione e sulla configurazione della missione; precedenze.
Nell’esposizione degli argomenti si sottolinea la specificità della diplomazia ecclesiastica, corrispondente alla natura
particolare della missione essenzialmente religiosa ed umanitaria della Santa Sede.
Bibliografia
Motu Proprio Sollicitudo Omnium Ecclesiarum (1969);
Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche (1961);
M. Oliveri, Natura e funzioni dei Legati Pontifici nella storia e nel contesto ecclesiologico del Vaticano II, Libreria Editrice
Vaticana, Città del Vaticano, 1982;
J. Salmon, Manuel de Droit Diplomatique, Bruylant-Bruxelles, 1994.
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20521 - DIRITTO MISSIONARIO
JOSEPH KOONAMPARAMPIL
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si prefigge lo studio dell'attività missionaria della Chiesa secondo la legislazione e il magistero alla luce del
concilio ecumenico Vaticano II, articolato in tre sezioni fondamentali.
La prima sezione tratta dei principi fondamentali e comprende diversi temi. Il primo versa sulla nuova impostazione
della materia e le caratteristiche delle norme sulle missioni. Un secondo tema si riferisce alla missione della Chiesa nel
Codice; la Chiesa come popolo di Dio, che per natura sua è missionaria e la responsabilità di tutto il popolo di Dio
nei confronti dell'evangelizzazione. Un terzo riguarda l'attività missionaria come attività specifica come missiones ad
gentes ad extra e le difficoltà per darne la definizione; le caratteristiche che la distinguono dalle altre attività della Chiesa;
le diverse tappe dell'impiantazioine della chiesa particolare. Il quarto tema tratta i gradi di evangelizzazione a livello
personale, i precatecumeni e i catecumeni; i mezzi di evangelizzazione. Il quinto verte sugli evangelizzatori; i
missionari in senso stretto e ampio; gli elementi necessari e costitutivi che li distinguono; i catechisti delle missioni
come figura giuridica propria; le loro funzioni, preparazione e sostentamento.
La seconda sezione si occupa del governo delle missioni a livello universale e particolare. Comprende il tema della
responsabilità del Romano Pontefice e del Collegio dei Vescovi con il superamento della legislazione precedente; la
direzione e il coordinamento. Il secondo tema versa sulla competenza della Congregazione per l'Evangelizzazione dei
Popoli nella promozione dell'attività missionaria secondo la cost. ap. Pastor bonus; la competenza generale
sull'evangelizzazione e sui mezzi di promozione, in particolare i sistemi giuridici della commissione e del mandato;
circa la competenza sulle persone; sulla competenza sulle chiese particolari; la cooperazione missionaria. Il terzo tema
tratta del regime speciale dei vicariati apostolici, delle prefetture apostoliche e delle missioni sui iuris in confronto con
le diocesi; dei diritti e degli obblighi dei loro superiori ecclesiastici; del consiglio di missione; della sede impedita e
vacante.
La terza sezione versa sull'obbligo missionario di tutti i fedeli e il modo di soddisfarlo. Comprende il dovere del
Vescovo diocesano, la sua origine e la collaborazione con altre chiese particolari; il dovere dei chierici come
riscoperta dell'universalità del sacerdozio e flessibilità dell'incardinazione; il dovere dei membri degli istituti di vita
consacrata derivato dalla consacrazione e assolto secondo il modo proprio di ciascun istituto; il dovere missionario
dei laici in virtù del battesimo e le modalità di adempimento.
Bibliografia
J. García Martín, L'azione missionaria della chiesa nella legislazione canonica, Ediurcla, Roma 20052 .
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20553 - GIURISPRUDENZA DELLA ROTA ROMANA SUL CAN. 1101
CLAUDIA IZZI
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso ha per oggetto l’analisi del fenomeno simulatorio del consenso matrimoniale nella giurisprudenza e nella
prassi del Tribunale Apostolico della Rota Romana.
La prima parte del corso verte sulle questioni introduttive e generali, sviluppando i seguenti temi: la figura
giuridica della simulazione come causa d’invalidità del consenso coniugale; excursus storico-giuridico della
fattispecie; il valore della presunzione sancita dal can. 1101, §1; la possibile difformità tra la volontà interiore del
nubente e la sua manifestazione esterna; le diverse forme di simulazione; il significato dell’espressione legislativa
“atto positivo di volontà”, di cui al can. 1101, §2; la distinzione tra atto di volontà escludente e stati volitivi che
non configurano la simulazione del consenso; il sillogismo probatorio elaborato dalla giurisprudenza per le cause
di simulazione, la prova diretta e la prova indiretta.
Durante la seconda e più ampia parte del corso, attraverso lo studio delle sentenze rotali, vengono illustrati i
diversi e più recenti indirizzi giurisprudenziali, nonché le problematiche inerenti alla prova giudiziale delle diverse
fattispecie di simulazione del consenso, che configurano distinti capitoli di nullità matrimoniale: la simulazione
totale, l’esclusione del bonum sacramenti, l’ esclusione del bonum fidei, l’esclusione del bonum prolis, l’esclusione del
bonum coniugum, l’esclusione della dignità sacramentale del matrimonio.
La metodologia del corso prevede l’integrazione dello studio teorico con la presentazione e la discussione di
alcuni casi concreti durante le lezioni.
Il corso è riservato agli studenti del II-III anno di Licenza e del Dottorato.
Bibliografia
Aa.Vv., La simulazione del consenso matrimoniale canonico (Studi Giuridici, 22), LEV, Città del Vaticano 1990.
Aa.Vv., Diritto matrimoniale canonico. Vol. II. Il consenso (Studi Giuridici, 41), LEV, Città del Vaticano 2003, p. 247385 (in alternativa al testo sopra indicato).
L’elenco della bibliografia complementare verrà fornito all’inizio del corso.
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20558 - ELEMENTI DI DIRITTO TRIBUTARIO CANONICO
CRISTIAN BEGUS
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Parte generale
I. Particolarità e natura del diritto tributario. Il tributo nell'ordinamento canonico; nozione di tributo sulla base di criteri
giuridici; distinzione da istituti simili privi di natura tributaria.
II. Il tributo quale modo di acquisto dei beni da parte della Chiesa. Preferenza del ricorso ai modi di acquisto basati sulle
contribuzioni volontarie e straordinarietà del ricorso allo strumento tributario; previsione di un ius exigendi della
Chiesa e fondamento dello stesso.
III. Classificazione dei tributi. Le imposte, le tasse, i contributi. Semplificazione del sistema tributario attuata dal
codice del 1983 rispetto al sistema precedente.
IV. Le fonti del diritto tributario. La legge, il decreto generale e la consuetudine. La norma tributaria; efficacia nel
tempo e nello spazio. L’interpretazione della norma tributaria.
V. Soggetti attivi e soggetti passivi. Individuazione dei soggetti sulla base di diversi criteri classificatori e, in particolare,
in vista del concorso di tutti al raggiungimento dei fini.
VI. L’obbligazione tributaria; nascita ed estinzione della stessa. Le sanzioni applicabili.
Parte speciale
I. L’imposta ordinaria; le persone giuridiche pubbliche quali soggetti passivi, il presupposto del possesso di reddito,
il problema della proporzione ai redditi delle persone giuridiche pubbliche. L’imposta straordinaria; le condizioni
per stabilire detta imposta, problematiche relative alla individuazione del soggetto passivo, il carattere della
moderazione.
II. Altre imposte. Il tributo per il seminario; la determinazione del tributo tra proporzione rispetto ai redditi e
necessità del seminario. I soggetti passivi del tributo per il seminario e criteri di determinazione. Le imposte
basate su leggi e consuetudini particolari.
III. Le tasse. Le tasse amministrative per gli atti di potestà esecutiva graziosa o per l’esecuzione dei rescritti della
Sede Apostolica. Il significato dell’approvazione della Sede Apostolica. Le tasse giudiziarie.
Bibliografia
C. Begus, Diritto patrimoniale canonico, LEV, Città del Vaticano, 2007
AA.VV., I beni temporali della Chiesa (Studi giuridici L), Città del Vaticano 1999;
F.R. Aznar Gil, La administración de los bienes temporales de la Iglesia, 2 ed., Salamanca 1993;
V. De Paolis, I beni temporali della Chiesa, Bologna 1995;
J.P. Schouppe, Elementi di diritto patrimoniale canonico, Milano 1997.
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20923 - STORIA DEL DIRITTO CANONICO E CULTURA GIURIDICA
MATTEO NACCI
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso si propone di evidenziare il nesso esistente tra lo sviluppo storico del diritto canonico a livello di fonti,
dottrina e giurisprudenza e gli altri modelli giuridici sviluppatisi e affermatisi nel corso della storia a partire
proprio dal diritto romano, entrato in profonda simbiosi con il diritto canonico nel Medioevo, grazie ai sistemi
dell’utrumque ius e del ius commune, fino a giungere ai modelli giuridici di common law ed alle strutture giuridiche del
diritto civile statuale successivo alle codificazioni, momento di cesura – nella maggior parte dei casi – con il
diritto consuetudinario fino ad allora ‘vivente’ e ‘vigente’. A quest’ultimo proposito, si cercherà di mettere in
evidenza l’influsso dei modelli civilistici di codificazione sulla genesi, elaborazione e definitiva strutturazione del
Codex Iuris Canonici del 1917, per delineare, in seguito, i rapporti tra l’evoluzione degli ordinamenti giuridici
statuali – a livello di fonti e dottrina –, e la seconda codificazione latina e quella orientale.
Una parte del corso sarà dedicata, inoltre, all’importante influsso esercitato dal diritto canonico sulla legislazione
e sulla dottrina giuridica laica, specialmente nel settore dei rapporti fra Chiesa e comunità politiche mettendo
bene in evidenza la nascita e lo sviluppo della scienza del jus publicum ecclesiasticum, base delle moderne teorie di
natura concordataria.
Infine, si cercherà di arricchire il concetto di cultura giuridica introducendo la tematica del rapporto fra diritto
canonico e i principali sistemi di diritto religioso (ebraico ed islamico) considerati nel loro contesto storico,
culturale e dottrinale.
Bibliografia
P. Grossi, L’Europa del diritto, Laterza, Bari 2007 (oppure le seguenti traduzioni: Europa y el derecho, Editorial
Crítica, Barcelona 2007; A History of European Law, Wiley-Blackwell, Oxford 2010; L’Europe du droit, Éditions du
Seuil, Paris 2011).
M. Nacci, Origini, sviluppi e caratteri del jus publicum ecclesiasticum, Lateran University Press, Città del Vaticano 2010
(seconda edizione, 2013).
M. Nacci, La cultura giuridica del Diritto canonico: il “laboratorio” degli anni Trenta del Novecento in Italia, in Apollinaris,
LXXXV (2012), 73-147.
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20927 - ELEMENTI DI DIRITTO DI FAMIGLIA CON RILEVANZA CANONICA
MICHELE RIONDINO
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il programma approfondisce gli Iistituti del Diritto di famiglia e dei minori che sono utili al canonista, sia perché
oggetto di rinvio esplicito nella legge canonica, sia perché idonei all’interpretazione di situazioni in cui
l’intervento del diritto canonico è privo di espressa regolamentazione. Il corso intende offrire un complemento
alla formazione degli operatori del diritto matrimoniale e familiare in entrambi i fori.
1. Evoluzione e caratteristiche del diritto di famiglia: normative attuali
2. Comunione materiale e spirituale dei coniugi e Bonum Coniugum
3. Tutela del minore in ambito civile e canonico
4. Interesse supremo del fanciullo e Bonum familiae nelle separazioni canoniche
5. Crisi coniugale e mediazione familiare
6. Obblighi educativi civili e canonici
Bibliografia
M. Riondino, Famiglia e Minori. Temi giuridici e canonici, Città del Vaticano, 2011.
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20928 - PROCESSO CIVILE E PROCESSO CANONICO. TEMI A CONFRONTO
ELENA DI BERNARDO
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il corso è orientato alla trattazione di una varietà di tematiche significative e di peculiari istituti di diritto
processuale dai risvolti attuali ed applicativi colti nella prospettiva dinamica della comparazione, stimolante e
necessaria per offrire elementi di approfondimento, diretti ad una più completa preparazione dei futuri operatori
del diritto in entrambi i fori. Nella prima parte del programma saranno proposte nozioni introduttive, volte
all'analisi delle principali caratteristiche e delle finalità dei modelli processuali di civil law (con un accento alle
peculiarità del processo canonico), poste a confronto con quelle di common law (ed in particolare con l’“adversary
system”). Di seguito sarà esposta a grandi linee la struttura di alcuni ordinamenti giudiziari europei, degli Stati
Uniti, dell'America Latina, di alcuni paesi africani ed asiatici (India, Cina e Giappone), della Russia, dello Stato
Città del Vaticano, rilevando le differenze esistenti con l'ordinamento giudiziario canonico.
Nell’ambito dell’area di ricerca promossa dalla “Cattedra Roberti”, un peculiare approfondimento sarà rivolto alle
modalità di recezione, in ambito canonico, della pregressa nozione di “rapporto giuridico processuale”, quale
base costitutiva per la formulazione della vigente “teoria istituzionale” del processo canonico.
La seconda parte del corso si articolerà nell’illustrazione organica dei seguenti temi:
1. Il processo e la ricerca della verità: verità “materiale” o “formale”? Il ruolo dell'organo giudicante e delle parti
nell'accertamento della verità dei fatti nei vari modelli processuali.
2. Finalità, rilevanza e valutazione delle prove nei sistemi probatori di common law, di civil law ed in quello
canonico.
4. L'organizzazione della professione forense nei più importanti sistemi legislativi ed il parallelismo tra i principi
di deontologia forense civile e canonica.
5. Il gratuito patrocinio nelle legislazioni moderne e nell'ordinamento canonico vigente.
6. I mezzi di impugnazione. Profili comparativi tra modelli processuali di civil law, common law e processo
canonico.
7. Processo per separazione e divorzio negli ordinamenti giuridici di civil law e di common law; peculiarità del
processo canonico per separazione dei coniugi.
Bibliografia
V. Varano - V. Barsotti, La tradizione giuridica occidentale, vol. I. Testo e materiali per un confronto civil law common law,
Giappichelli, Torino 2010.
A. Diurni (a cura di), Percorsi mondiali di diritto privato e comparato, Giuffrè, Milano 2008.
E. Fazzalari (a cura di), La giustizia civile nei paesi comunitari, voll.1-2, Cedam, Roma 2004.
V. Denti, La giustizia civile, coll. Manuali. Diritto, 2ª ed., Il Mulino, Bologna 2005.
M. J. Arroba Conde, Diritto processuale canonico, 6ª ed., Ediurcla, Roma 2012.
Id., Prova e difesa nel processo canonico di nullità del matrimonio. Temi controversi, coll. Pro-manuscripto, Eupress-FTL,
Lugano 2008.
Id., Deontologia e norme processuali, in Aa.Vv., Deontologia degli operatori dei Tribunali ecclesiastici (coll. Studi Giuridici,
XCII), LEV, Città del Vaticano 2011, pp.11-46.
M. Taruffo, La semplice verità. Il giudice e la ricostruzione dei fatti (coll. Sagittari Laterza, 169), Editori Laterza, Bari
2009.
E. Di Bernardo, Il Cardinal Roberti e la teoria del rapporto giuridico processuale. Linee evolutive, LUP, Roma 2008.
Id., Accertamento razionale dei fatti nella fase probatoria (coll. Corona Lateranensis, 18), LUP, Roma 2002.
Bibliografia specifica su ogni tema trattato verrà fornita dalla docente nel corso delle lezioni.
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20929 – TEORIE DELLA GIUSTIZIA. ELEMENTI E PROSPETTIVE CONTEMPORANEE
ANTONIO IACCARINO
1° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
La filosofia politica ha cercato nel corso dei secoli di formulare Teorie adeguate a rispondere alle istanze di
giustizia legate al “vivere in societate”, strutturando, in forme più o meno complesse e articolate e spesso con una
esasperata astrattezza, vere e proprie Teorie della giustizia applicate alle istituzioni sociali come tali. Il diritto non
è estraneo a questa riflessione e contribuisce, infatti, a determinare il giusto assetto delle istituzioni sociali e con la
sua specifica portata relazionale, permette che esse possano arricchirsi di contenuti di bene.
Attraverso una rassegna degli autori contemporanei (J. S. Mill, H. Kelsen, J. Rawls, A. Sen, J. Habermas, M.
Nussbaum) che hanno animato la riflessione sulle Teorie della giustizia, il corso mira a mettere in risalto i limiti e
le potenzialità insite in ciascuna Teoria (Contrattualismo, Neocontrattualismo, Utilitarismo, Positivismo,
Giustizia sociale, Multiculturalismo, Nichilismo giuridico, Formalismo, Razionalismo). La finalità è quella di
argomentare come alla necessaria organizzazione sociale, in ottica dialogico-relazionale, debba essere
costantemente abbinato un proficuo impegno per la verità, autentica anima della giustizia.
Alla luce delle Teorie della giustizia presentate, quindi, l'offerta didattica si arricchisce con l'approfondimento del
paradigma relazionale, attraverso la proposta di alcuni autori che hanno individuato il profilarsi di una
conoscenza dialogica e che ha la persona al centro della propria riflessione (Tommaso d'Aquino, A. Rosmini, J.
Maritain, G. Del Vecchio; N. Bobbio). L’obiettivo è quello di superare il rischio di astrattezza nel formulare una
Teoria della giustizia, per rimanere pienamente inseriti nella complessità del reale quale luogo di mediazione,
secondo parametri ermeneutici e dialogici. Si tratta, da un lato, di ricercare un riferimento oggettivo alla realtà,
intesa in senso dinamico, intorno al quale concordare i diversi saperi; dall'altro, di affermare un riferimento
soggettivo alla persona, inserita ed esprimente la comunità, nella sua capacità e tensione ad interpretare e
plasmare la profondità e la vastità del reale in tutto il suo orizzonte di significato.
L'ultima parte del corso è dedicata all'analisi del concetto di giurisdizione nel contesto delle diverse Teorie della
giustizia.
Testi di riferimento
- A. IACCARINO, Verità e giustizia. Per un'ontologia del pluralismo, Città Nuova, Roma 2008.
- A. IACCARINO, Nessuno resti escluso. La giustizia oltre i confini, Lateran University Press, Città del Vaticano 2013.
Bibliografia
- G. DEL VECCHIO, La giustizia, Studium, Roma 1959.
- C. PERELMAN, La giustizia, Giappichelli, Torino 1959.
- N. BOBBIO, Teoria della giustizia, Aragno, Torino 2012.
- H. KELSEN, Il problema della giustizia, Einaudi, Torino 1975.
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20933 – GIURISDIZIONE: AUTORITÀ, UGUAGLIANZA, MEDIAZIONE
ANTONIO IACCARINO
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Impegnarsi per la giustizia significa innanzitutto prendere sul serio, realisticamente, l'emergenza del reale; vale a
dire l'urgenza di tenere insieme, secondo verità e giustizia, la pluralità delle diverse visioni comprensive della
realtà, con la loro intrinseca ricchezza e le loro potenziali conflittualità.
Questa prospettiva metagiuridica trova uno spazio di approfondimento più specificamente giuridico nel concetto
di giurisdizione, tra l’esigenza di tutela della legge e la necessità di prevenire forme di arbitrio: attraverso la
giurisdizione “si dice” il diritto e si giunge ad affermarne la certezza.
Il corso è di filosofia e teoria generale del diritto e non vuole limitarsi a questo aspetto descrittivo, ma ambisce
approfondire un pensiero più alto, capace di traghettare il concetto di giurisdizione verso un’apertura che
permetta di pensare l’unità della giustizia, che il positivismo troppo spesso rinchiude in una singolarità
monoteistica, come uno spazio di inaudita originalità, offerta dal protagonismo proprio della “persona in
relazione” nella dialettica giuridica. Perché questa riflessione non appaia estemporanea, fuori dalle emergenze che
il vivere in societate quotidianamente pone in evidenza, ma possa essere l’occasione per una proposta di pensiero
radicale e profonda offerta al laboratorio delle esperienze di vita, il corso si struttura sull’approfondimento di tre
concetti monumentali per il diritto, ma esplicativi di un modo diverso di intendere l’unica esigenza di giustizia:
l’autorità, l’uguaglianza, la mediazione.
Partendo da un livello di astrazione concettuale, la riflessione sull’autorità è occasione per definire gli ambiti
concreti di esercizio della giurisdizione. L’uguaglianza pone al centro la persona, nella sua portata relazionale,
offrendo la possibilità di ragionare a partire dalla singolarità di ciascuno, per instaurare un dialogo fatto di ricerca,
superiore a un accavallarsi di parallelismi, e capace di definire l’architettura interna di una riflessione sulla
giustizia. La mediazione, quale strumento moderno alternativo alla giustizia ordinaria, offre occasione concreta di
riflessione per quanto concerne la teoria della giustizia applicata a situazioni di conflitto, con uno speciale
riferimento all’ambito canonistico del diritto penale.
La proposta del corso “Giurisdizione: autorità, uguaglianza, mediazione” è quella di portare avanti il pensiero, prima
che i fatti travolgano la riflessione giuridica, attraverso una sperimentazione radicale e profonda della credibilità
della giustizia di fronte alle necessità del nostro tempo e alle urgenze che scuotono il diritto.
La bibliografia del corso sarà successivamente indicata dal docente.
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20935 - DIRITTO COMUNE DELLE CHIESE ORIENTALI
NATALE LODA
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Il nuovo Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium quale parte integrante dell'unico Corpus Iuris Canonici della Chiesa,
assieme al Codex Iuris Canonici e la Costituzione apostolica Pastor Bonus, è materia necessaria nell’ambito dello
studio del Diritto Canonico. Il corso che viene presentato cercherà di promuovere da una parte una maggiore
sensibilizzazione della varietas ecclesiarum e del loro diritto, coniugando le diversità tra i due Codici, nelle istituzioni
peculiari o materie corrispondenti regolate diversamente. Si favorirà così quella conoscenza il più completa
possibile per coloro che sono incamminati nello studio del Diritto della Chiesa e del suo mistero. Tale apertura
formerà ulteriormente la dimensione della persona al servizio della salus animarum in tutto ciò che un canonista
compie nell’ambito di una scienza di cui ne vuole essere conoscitore, esperto e perito nell’applicazione al servizio
della carità.
Contenuti: Prima Parte: 1) Introduzione: sguardo e sensibilizzazione verso le Chiese Orientali; 2) Le Chiese
Orientali cattoliche: descrizione, enucleazione e collocazione; 3) La codificazione del Diritto Canonico orientale:
un Codice per una varietas ecclesiarum; i principi direttivi, la terminologia dei Codici: il lavoro del Coetus de
coordinatione (CCEO); 4) Natura, struttura ed applicazione del CCEO; 5) Il Titolo I: i fedeli cristiani e tutti i loro
diritti-doveri; Titolo II (cc. 27-38): l’ascrizione ad una Chiesa Orientale sui iuris; il rito; 6) Il Titolo III: la suprema
autorità della Chiesa, il Romano Pontefice ed il Collegio dei Vescovi; Titolo IV (cc. 55-150): la nozione di
Patriarca, le Chiese patriarcali e proprie istituzioni; 7) Il Titolo V (cc. 151-154): le Chiese arcivescovili maggiori;
8) Il Titolo VI (cc. 155-176): le Chiese metropolitane e le altre Chiese sui iuris; 9) Le disposizioni canoniche
(CCEO/CIC/PB) circa la cura dei fedeli fuori territorio; 10) La Communicatio in sacris; 11) L’evangelizzazione ed il
Diritto missionario nel CCEO; 12) La Costituzione apostolica Pastor bonus e le Chiese Orientali Cattoliche; natura
ed attività della Congregazione per le Chiese Orientali.
Contenuti: Seconda Parte: 1) La disciplina dei Sacramenti; 2) Il matrimonio; 3) Le disposizioni canoniche
(CCEO/CIC/PB) circa la cura dei fedeli fuori territorio; 4) La Communicatio in sacris; 5) L’evangelizzazione ed il
Diritto missionario nel CCEO; 6) La Costituzione apostolica Pastor bonus e le Chiese Orientali Cattoliche; natura
ed attività della Congregazione per le Chiese Orientali. 7) L’elezione e la nomina dei Vescovi nel CCEO (cc. 180189) e nel CIC (cc. 377-380); 8) I processi (CCEO 1055-1400; CIC c. 1400-1716) e le sanzioni penali (CCEO cc.
1401-1487; CIC 1311-1399 e c. 1717-1731); 9) I monaci e gli altri religiosi (CCEO cc. 410-572; CIC cc. 573-746).
Bibliografia
Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, in Enchiridion Vaticanum, Documenti Ufficiali della Santa Sede 1990, vol. 12,
Bologna 1992;
Žužek I., Index Analyticus Codicis Canonum Ecclesiarum Orientalium. [Kanonika, vol. 2], Roma, Pontificium Institutum
Orientalium Studiorum, 1992.
Salachas D., Teologia e disciplina dei Sacramenti nei Codici latino e Orientale. Studio teologico-giuridico comparativo, Bologna
1999.
Ulteriore bibliografia verrà segnalata dal docente durante lo svolgimento del corso e saranno date le dispense del
corso.
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20936- ELEMENTI DI TEOLOGIA DOGMATICA V: ANTROPOLOGIA TEOLOGICA
XAVIER LARRAÑAGA OYARZABAL
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Giustificazione della materia: Questa materia offre la riflessione teologica del cristianesimo cattolico sull'essere
umano. Si include nell'impalcatura della teologia sistematica o dogmatica e vuole offrire una visione credente
sull'uomo, alla luce della sua vocazione ad essere secondo l'immagine del Figlio (Rm 8, 29). Per trattarsi di una
lettura credente del mistero umano, la materia presenta l'uomo alla luce del suo creatore, del quale è immagine
(Genesi 1, 26).
L'Antropologia Teologica comprende il mistero umano sulla scia della cristología (GS 22). In questo senso, cerca
la conoscenza sistematica riguardo l'interpretazione credente dell'uomo, situandolo in un contesto più ampio che
quello strettamente antropologico.
Il fatto che si offra un'interpretazione credente sull'essere umano, non vuol dire che la materia sia un discorso
chiuso nei limiti della fede, ma che essa si offre come interpretazione teologica e ragionevole del lato misterioso
ed inafferrabile che tutti gli esseri umani prima o dopo sperimentiamo. La materia vuole esprimere che la risposta
al mistero umano è ugualmente inafferrabile, ma non inesistente. In questo senso, vogliamo sviluppare la via
della persuasione e dei postulati ragionevoli.
Bibliografia
L.F. Ladaria, Introduzione alla Antropologia Teologica, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1993.
Altra bibliografia sarà indicata durante il corso.
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20937- ELEMENTI DI TEOLOGIA FONDAMENTALE: LA RIVELAZIONE E LA SUA CREDIBILITA’
XAVIER LARRAÑAGA OYARZABAL
2° semestre – CFU 3
Descrizione del corso
Questo corso si presenta come una sintesi della ricerca teologica postconciliare e prospetta soluzioni che
possono favorire la rinnovata comprensione e studio della teologia fondamentale. Due sono le questioni trattate in
questo corso: l'evento della rivelazione e la sua credibilità. La rivelazione è studiata nella centralità dell'evento Cristo,
che costituisce il perno fondante la storia della salvezza e come tale permette la comprensione sia dell'Antico
Testamento che della storia della Chiesa. È partendo dalla categoria della “storia”, che leggiamo gli elementi
specifici della rivelazione: la reazione dell'uomo provocato da essa, la sua trasmissione lungo il corso dei secoli, la
profonda verità che è contenuta nelle Scritture e che la accredita presso ogni uomo.
La seconda questione fa emergere il tema della credibilità della rivelazione alla luce della significatività. Il Gesù della
storia, segno ultimo e definitivo dell'amore trinitario di Dio, è colui che conferisce all'uomo il pieno senso della
vita, permettendogli di compiere la scelta e la decisione per la sequela. La credibilità della rivelazione diventa così
capace di far comprendere al contemporaneo la coerenza interna dei contenuti della fede, e anche la sua
significatività per l'oggi.
Bibliografia
•
•
R. FISICHELLA, La rivelazione: evento e credibilità. Saggio di teologia fondamentale, 5ª edizione, EDB, Bologna
1994 e 2002.
S. PIÉ NINOT, La teologia fondamentale. «Rendere ragione della speranza» (1 Pt 3,15), Queriniana, Brescia
2010.
Altra bibliografia sarà indicata durante il corso.
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25022 - DIRITTO DEL POPOLO DI DIO II: I SUPERIORI RELIGIOSI
JIMÉNEZ ECHAVE AITOR
2° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Definitur statutum commune omnibus superioribus religiosis: Titulus seu nomen, structura officii, requisita ad
validam et lecitam designationem, formae constitutionis in officio, potestas, obligationes et iura secundum tria
munera docendi, regendi et sanctificandi, cessatio.
Labor seu exercitatio scripta fieri poterir de figura alicuius superioris iuxta ius proprium sui Instituti/Societatis,
vel circa alterum officium eclesiasticum, dum rigorose insequaetur praecedens schema.
Bibliografia
D. J. Andrés Gutierrez, Los superiores religiosos según el Código, Madrid, Publicaciones Claretianas, 1985 (opus versus
est in linguas italicam et gallicam).
Quoad bibliographiam, cfr. Disciplinas 20103, 20205 atque 20106.
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25069 - BIOETICA GIURIDICA
FRANCESCO D'AGOSTINO
1° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
C'è chi ha accusato la bioetica di essere ormai divenuta irrimediabilmente noiosa. Chiamato nel 1999 a tenere una
conferenza presso la prestigiosa American Society for Bioethics and the Humanities, Albert R. Jonsen (autore di The birth
of Bioethics, una pregevole storia delle origini della nostra disciplina) prescelse un titolo provocatorio: Why has
bioethics become so boring? Non so se la tesi di Jonsen sia del tutto da condividere (anche perché malgrado tutto,
almeno a livello mass-mediatico e di mercato, la bioetica continua perfettamente a “tirare”). Ma quel che è certo è
che la provocazione di Jonsen non può essere banalizzata o rimossa. Noioso è inevitabilmente ogni evento nel
quale o dal quale noi uomini non ci sentiamo coinvolti; ogni evento percepibile nella falsariga del mero e neutrale
fatto. E tale sta diventando (o è diventata) la percezione più diffusa e condivisa della vita umana. Mi sembra chiaro
che una simile lettura della vita, nel momento in cui impedisce a chi voglia studiarne l'etica ogni forma di
coinvolgimento personale, impedisce altresì quella particolarissima forma di coinvolgimento che per antichissima
e nobile tradizione chiamiamo conoscenza. La verité est si obscurcie en ce temps et le mensonge si établi, qu'à moins que d'aimer
la verité, on ne saurait la connaître. Il profondo pessimismo che emerge da questa pensée di Pascal è forse poco
condiviso al mondo d'oggi, non però perché si creda che la verità si stia finalmente affermando o che la
menzogna stia inevitabilmente arretrando, ma più semplicemente perché la nozione stessa di verità si sta
affievolendo in un orizzonte culturale, come quello postmoderno, nel quale si è ormai imposta l'idea che sia non
solo difficile, ma addirittura impossibile elaborare un discorso che abbia nella verità il proprio referente. Ecco
quello che ci insegna Pascal: poiché non amiamo più la vita, o abbiamo comunque paura a dire che la amiamo, ci
precludiamo la possibilità di conoscerla realmente.
Il Seminario di Bioetica cercherà di elaborare una risposta alle questioni appena accennate.
Esso si articolerà in una Parte generale (Medicina e diritto. Bioetica e diritti dell’uomo. Bioetica e deontologia.
L’istruzione Donum vitae) e in una Parte speciale (I problemi del nascere e del morire: aborto, fecondazione assistita,
eutanasia, suicidio. Manipolazioni genetiche. Trapianti. Diritti degli animali. Sperimentazioni mediche.
Clonazione).
Bibliografia:
F. D’Agostino, Bioetica e Biopolitica, Torino, Giappichelli, 2011.
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25077 - GIURISPRUDENZA E PRASSI DELLA ROTA ROMANA
CRISTIAN BEGUS
1° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Il seminario si propone di affrontare uno studio diretto della giurisprudenza rotale con particolare riferimento ad
alcune questioni dibattute che trovano diverse soluzioni all'interno della giurisprudenza della Rota Romana e con
particolare attenzione alla funzione attribuita nella Pastor Bonus alla Rota Romana di provvedere all'unita della
giurisprudenza.
I. Il ruolo della giurisprudenza della Rota Romana. Il concetto di unità e di uniformità della giurisprudenza; una analisi
delle teorie dottrinali sulle modalità attraverso cui la Rota Romana può svolgere il compito assegnatole dalla
Pastor Bonus. Le allocuzioni del Romano Pontefice alla Rota Romana; interpretazione del ruolo della
giurisprudenza rotale nelle allocuzioni.
II. Questioni di diritto matrimoniale e soluzioni date dalla giurisprudenza rotale. Qualità personali e consenso matrimoniale.
Il ruolo rilevante della giurisprudenza in tema di error qualitatis. La giurisprudenza in tema di error qualitatis nella
vigenza del codice del 1917; la giurisprudenza coram Heard e le differenti interpretazioni dell’error qualitatis
redundans in errorem personae. La sentenza coram Canals del 21 aprile 1970 e le reazioni della giurisprudenza rotale
alla stessa; il concetto di persona magis complete et integre considerata. Il passaggio tra l’error qualitatis redundans in errorem
personae del codice del 1917 e l’error in qualitate personae directe et principaliter intenta del codice del 1983; la sentenza
coram Pompedda del 23 luglio 1980. La giurisprudenza degli anni successivi alla promulgazione del codice del
1983 e problematiche attuali. La sentenza coram Erlebach del 27 gennaio 2000. L’errore implicito e il sillogismo
probatorio deducibile dalla giurisprudenza rotale.
L’error in persona; il concetto di persona secondo la giurisprudenza rotale. L’interpretazione estensiva del concetto
di persona. L’error in persona e l’errore sulla personalità del nubente.
Il dolo e la nullità del matrimonio. Gli elementi costitutivi del dolo nell’interpretazione della giurisprudenza.
L’applicazione retroattiva della norma sul dolo nelle cause di nullità del matrimonio. La prova del dolo; il
sillogismo probatorio nella giurisprudenza rotale.
Bibliografia
AA.VV., Errore e dolo nella giurisprudenza della Rota Romana (Studi giuridici vol. LV), Città del Vaticano 2001;
AA.VV., Errore e dolo nel consenso matrimoniale canonico (Studi giuridici vol. XXXIX), Città del Vaticano 1995.
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25096 - DIRITTO CANONICO E DIRITTO COMPARATO
LUIS M. BOMBIN
1° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Il seminario si propone di approfondire il tema dell’attualità e contemporanea ambiguità del diritto comparato
per lo studio del diritto canonico.
Si proporrà l’indagine sui limiti e le possibilità di comunicazione tra il diritto ecclesiale e gli istituti emergenti dalla
comparazione tra i sistemi giuridici, nel quadro della tensione tra la struttura permanente della Chiesa e
l’evoluzione della sua missione come comunità universale.
Bibliografia
I testi sulle diverse tecniche giuridiche di comparazione saranno indicati dal Docente durante il corso.
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25097 - QUESTIONI CANONISTICHE INTERDISCIPLINARI
PAOLO GHERRI (Coordinatore)
Pluriennale
Descrizione del seminario
Il seminario è rivolto in particolare agli studenti del Secondo e Terzo Ciclo in Iure canonico ed Utroque Iure al fine di
stimolarne la partecipazione ad iniziative extracurricolari di particolare valore scientifico e formativo (convegni,
simposi e simili) quali possono essere:
a) “eventi interni”: organizzati direttamente dall’Institutum Utriusque Iuris della PUL (p. es.: “Giornate canonistiche
interdisciplinari”, “Colloqui giuridici” et similia);
b) “eventi esterni”: organizzati da altre Istituzioni e specificamente segnalati dall’Autorità accademica
dell’Institutum Utriusque Iuris, mediante apposito avviso in bacheca, come attività ‘ammessa’ alla programmazione
prevista per il seminario.
Si intende, pertanto, esclusa ogni forma di “riconoscimento a posteriori” di partecipazione ad altre attività non
previamente indicate con provvedimento ufficiale tra quelle utili per il seminario 25097.
Modalità per il conseguimento dei crediti accademici
Il seminario ha una valenza di 3 ECTS che vengono conseguiti attraverso:
a) la partecipazione agli eventi ammessi (3 giornate anche in anni diversi), completata dalla
b) esecuzione di altrettante attività di carattere espressamente metodologico assegnate direttamente dal Docente
coordinatore (3 attività).
Il seminario potrà essere messo nel proprio Piano di Studio una sola volta.
Gli Studenti in possesso dell’attestato di partecipazione a qualche giornata di eventi ammessi (“interni” o
“esterni” come sopra indicati) dovranno prendere contatto col Docente incaricato del coordinamento del
seminario per svolgere l’attività collegata e maturare il ‘credito’ associato all’evento (1 giornata di presenza + 1
attività = 1 credito). Alla maturazione del 3° credito il seminario potrà essere registrato dal Docente
coordinatore secondo le modalità previste per qualunque altro seminario frequentato.
Registrazione nel Piano di Studio individuale
Il conseguimento di ciascun ‘credito’, insieme con la relativa ‘valutazione’ (che interverrà nel calcolo del voto
finale per somma delle singole tre valutazioni), sarà attestato da apposita certificazione del Docente coordinatore,
depositata in forma cartacea nella cartella individuale presso la Segreteria accademica.
Data la natura extracurricolare degli eventi per i quali si richiede la partecipazione, il seminario 25097 potrà essere
inserito nel Piano di Studio individuale tanto alla sua prima stesura che in occasione di sue variazioni, Ciclo per
Ciclo.
La situazione aggiornata dei crediti maturati da ciascun partecipante al seminario potrà essere seguita on-line
all’URL:
http://gherripul.pbworks.com/w/page/40240073/25097-credits
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25310 - QUESTIONI MATRIMONIALI DI NATURA PSICHICA
ELENA DI BERNARDO
1° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Il seminario si propone di effettuare un’articolata analisi di peculiari aspetti sostanziali e procedurali afferenti la
Medicina legale, con la finalità di precisare la portata delle relative incidenze in ambito giuridico canonico. Il
programma è suddiviso in tre distinte aree tematiche.
La prima parte s’incentra sull’approfondimento delle problematiche prettamente mediche relative al matrimonio
canonico, all’ammissione agli Ordini sacri e alla vita religiosa. In questa prospettiva di efficace parallelismo circa i
distinti stati di vita, vengono dettagliatamente esaminati, per quanto concerne il vincolo coniugale, i seguenti
temi:
a) Impotenza cœundi (organica e psichica) e generandi (can. 1084 CIC)
b) Incapacità psichica (can. 1095, nn. 1,2,3 CIC). In tale contesto si chiarisce la specifica incidenza che i
principali disturbi psichici e alcune circostanze contingenti possono sortire sulle facoltà intellettive e
volitive dell’individuo, in modo tale da determinare un influsso sulla capacità consensuale matrimoniale.
In merito al sacerdozio e alla vita religiosa, vengono affrontate tutte le questioni concernenti l’idoneità psicofisica agli Ordini sacri e all’esercizio degli stessi (cann. 1041, 1044 e 1046 CIC) nonché quelle riguardanti l’accesso
alla vita consacrata (cann. 642-643 CIC), con un peculiare riferimento all’indirizzo fornito in tale ambito dal
Magistero ecclesiastico.
La prima area tematica si esaurisce con l’approccio alle questioni relative alla vis et metus (can. 1103 CIC), che
impone la necessaria distinzione tra metus ab extrinseco e metus ab intrinseco e la correlazione con il difetto di libertà
interna (can. 1095, n.2).
La seconda area tematica verte più specificamente sugli aspetti procedurali ed è perciò diretta alla illustrazione
della metodologia di redazione della perizia medico-legale in ambito canonico, alla descrizione della formazione
personale e professionale del perito, dei metodi e degli strumenti operativi; essa infine è finalizzata all'indicazione
delle tipologie peritali in rapporto alle diverse fattispecie normative. La terza area si concentra su importanti
elementi sostanziali della Medicina legale canonistica, quali l’antropologia cristiana di riferimento ed i modelli di
causalità scientifica e di causalità giuridica.
Gli argomenti indicati saranno inizialmente affrontati in modo descrittivo e successivamente verrà proposta
l’illustrazione e lo studio di casi pratici su temi meritevoli di considerazione a livello di prassi applicativa.
Bibliografia
E. Di Bernardo, Questioni matrimoniali ed attinenti agli Ordini sacri di natura psichica, pro manuscripto [dispensa
schematica della docente per l' A.A. 2013-2014].
G. Zuanazzi, Psicologia e psichiatria nelle cause matrimoniali canoniche (coll. Studi Giuridici, LXXIII), LEV, Città del
Vaticano 2006.
J.J. García Faílde, Nuevos estudios sobre trastornos psíquicos y nulidad del matrimonio (coll. Bibliotheca salmantecensis.
Estudios), Universidad Pontificia de Salamanca, Salamanca 2003.
C. Barbieri, La coppia coniugale: attualità e prospettive in medicina canonistica (coll. Studi Giuridici, LXXIV), LEV, Città
del Vaticano 2007.
C. Barbieri - A. Luzzago - L. Musselli, Psicopatologia Forense e Matrimonio Canonico (coll. Studi Giuridici, LXVII),
LEV, Città del Vaticano 2005.
C. Izzi, Valutazione del fondamento antropologico della perizia. Studio sulla recente giurisprudenza rotale in tema di incapacità
consensuale (coll. Quaderni di Apollinaris, 9), LUP, Roma 2004.
Ulteriore bibliografia complementare sarà segnalata durante lo svolgimento del corso stesso.
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25311 - INDICE ERMENEUTICO DI REVISIONE DEL C.I.C.
PAOLO GHERRI
2° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Il Seminario si prefigge di accompagnare gli studenti nella ‘ricostruzione’ dell’articolato percorso giuridico e
dottrinale che ha portato alla formulazione dei Canoni del CIC 83 seguendone i lavori di stesura e revisione
attraverso i verbali pubblicati sulla Rivista “Communicationes”: oltre 8.000 pagine in 40 anni.
Il lavoro di seminario prevede la lettura ed analisi di alcune annate della Rivista al fine d’individuare con
precisione la pubblicazione dei verbali delle diverse fasi di redazione e revisione dei singoli Canoni, entrando nel
vivo del delicato processo di elaborazione sostanziale e formale delle norme canoniche ed introducendo gli
studenti alle tematiche di specifica portata tecnica riguardanti le ‘fonti’ e la ‘mens’ delle norme canoniche in
rapporto alla loro formulazione ed interpretazione.
L’analisi e schedatura del lavoro dei diversi Cœtus Studiorum e della Pontificia Commissio Codicis Iuris Canonici
Recognoscendo sarà introdotta ed accompagnata da alcune lezioni volte ad illustrare la storia della revisione
codiciale, le sue modalità e metodologie, oltre agli elementi fondamentali della ricerca scientifica e
dell’interpretazione canonistica.
Il seminario si rivolge preferibilmente agli studenti del Terzo Ciclo (Dottorato) o dell’ultimo anno del triennio di
Licenza per offrir loro le nozioni teoretiche ed operative e gli strumenti tecnici necessari per affrontare
l’elaborazione della ricerca dottorale.
Indispensabile:
- conoscenza della lingua latina;
- conoscenza ed utilizzo del Personal Computer con programmi di videoscrittura e/o fogli elettronici.
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25312 - LA LIBERTÀ NEL CONSENSO MATRIMONIALE
GRZEGORZ ERLEBACH
2° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Il seminario ha per oggetto l'approfondimento di alcuni aspetti giuridici della libertà in relazione al consenso
matrimoniale; il tutto nell'ottica della validità o di un'eventuale nullità del consenso matrimoniale
nell’ordinamento canonico, dovuta alla mancanza di sufficiente libertà.
Nella prima parte si esamina la struttura giuridica del consenso matrimoniale e le varie accezioni di libertà (libertà
in senso filosofico, psicologico, teologico) e quindi la libertà necessaria per sposarsi validamente. Quest’ultimo
aspetto si inserisce nel più ampio orizzonte della libertà nella scelta del proprio stato di vita (can. 219).
Nella seconda parte vengono affrontate le singole aree in cui è possibile riscontrare, talvolta, una più o meno
grave limitazione della libertà dei nubendi: in primo luogo la limitazione della libertà “ab intrinseco”, in quanto
motivo del “defectus discretionis iudicii” (can. 1095, n. 2); in secondo luogo la classica limitazione della libertà
“ab extrinseco”, dovuta cioè alla costrizione (can. 1103); nonché la questione della mancanza della libertà di
scelta come ratio dell'errore doloso. Si esamina poi la questione degli effetti giuridici della costrizione del ministro
sacro e dei testimoni ai fini della legittimità della forma canonica. Dalla constatazione che in alcune culture vi
sono particolari modalità di scelta dell'altra parte e della celebrazione del matrimonio si origina l’interrogativo,
oggetto di approfondimento, se le predette modalità possano o meno incidere negativamente nella effettiva
libertà dei nubendi.
Il carattere “trasversale” della problematica della libertà e le questioni specifiche che vengono affrontate nel
seminario presuppongono una conoscenza di base delle norme generali del CIC e del diritto matrimoniale
canonico.
Nel corso del seminario gli studenti saranno invitati a stendere un elaborato di 5-8 pagine.
Bibliografia
AA.VV., L'incapacità di intendere e di volere nel diritto matrimoniale canonico (can. 1095 nn. 1-2), Studi giuridici - 52, LEV,
Città del Vaticano 2000;
AA.VV., Diritto matrimoniale canonico, vol. II: Il consenso, a cura di P. A. Bonnet e C. Gullo, Studi giuridici - 61, LEV,
Città del Vaticano 2003;
A. D'Auria, Il difetto di libertà interna nel consenso matrimoniale come motivo di incapacità per mancanza di discrezione di giudizio,
Corona Lateranensis - 2, PUL, Mursia 1997.
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25318 - METODOLOGIA DELLA RICERCA E DELL’ESPOSIZIONE SCIENTIFICA
PAOLO GHERRI
1° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Il seminario è rivolto prima di tutto agli studenti impegnati nella redazione della tesi dottorale, ma può offrire utili
apporti teoretici ed operativi anche agli studenti dell’ultimo anno di Licenza in vista della redazione della loro tesi.
La tipologia della proposta seminariale presuppone già una buona conoscenza dei contenuti propri della
formazione giuridica e, soprattutto, la concomitanza dell’attività di ricerca (ultimo anno del II Ciclo).
L’attenzione all’esposizione scientifica può risultare utile anche a chi sia indirizzato tanto verso la docenza
superiore che la pubblicistica specializzata.
Il seminario si propone, prima di tutto, di accompagnare gli studenti nella messa a punto sotto il profilo logicostrutturale del loro progetto di ricerca, oltre che dei percorsi teoretici e motodologici sottostanti la redazione di
saggi e pubblicazioni di tenore scientifico.
Si curerà in particolare l’esame strutturale, logico e documentativo, della ricerca e della pubblicazione scientifica
per acquisire la necessaria sensibilità e mentalità richieste da questa specifica tipologia di studio ed applicazione.
La seconda abilità che verrà stimolata riguarda la redazione del necessario apparato critico richiesto dalla
pubblicazione scientifica, con particolare attenzione al reperimento delle fonti bibliografiche e documentative che
ne costituiscono il principale contenuto.
Il lavoro sarà accompagnato da “schede tecniche” che guideranno gli studenti nello svolgimento di cinque
apposite “esercitazioni” indirizzate a far sperimentare ‘in anticipo’ le difficoltà tipiche della ricerca (ed
esposizione) scientifica in modo da acquisirne la necessaria padronanza.
Bibliografia
P. GHERRI, Ricerca scientifica umanistica. Iniziazione pratica, Reggio Emilia, 2011.
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25319 - FEDELI LAICI ED ORDINAMENTO CANONICO
CLAUDIA IZZI
2° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Il seminario si propone di approfondire la normativa canonica che regola lo stato di vita laicale nella Chiesa.
Il primo tema descrive l’evoluzione relativa alla posizione giuridica dei christifideles laici all’interno del Popolo di
Dio: dal Codice pio-benedettino all’ecclesiologia comunionale del Concilio Vaticano II, nelle fonti postconciliari,
nel progetto della Lex Ecclesiae Fundamentalis, nei lavori di redazione dei Codici latino ed orientale.
Il secondo tema prende in esame, in una prospettiva di comparazione, lo statuto giuridico dei fedeli laici nel
Codice di Diritto Canonico del 1983 e nel Codice dei Canoni delle Chiese orientali del 1990.
Il terzo tema tratta della varietà di situazioni giuridiche soggettive in riferimento ai tria munera, con particolare
attenzione alle problematiche inerenti alla cooperazione nella giurisdizione da parte dei laici, ai diversi uffici ed
incarichi ecclesiastici in cui è prevista la loro partecipazione e alle distinte forme di esercizio della ministerialità
liturgica laicale.
Il quarto tema illustra l’istruzione interdicasteriale “Ecclesiae de Mysterio”, del 15 agosto 1997, su alcune questioni
circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti: la genesi del documento, il valore giuridico,
l’analisi della parte teologica e delle disposizioni pratiche.
Il quinto tema verte sulla più recente normativa extracodiciale in materia, con speciale riguardo alle disposizioni
emanate dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalle Conferenze Episcopali di appartenenza dei partecipanti al
seminario.
Secondo la metodologia propria del seminario, gli studenti saranno guidati nell’attività di ricerca e redazione di un
elaborato scritto su argomento indicato dal docente.
Bibliografia
Aa.Vv., I laici nel diritto della Chiesa (Studi Giuridici, 14), LEV, Città del Vaticano 1987;
Aa.Vv., I laici nella ministerialità della Chiesa (Quaderni della Mendola, 8), Glossa, Milano 2000;
C. Izzi, La partecipazione del fedele laico al “munus sanctificandi”: i ministeri liturgici laicali, Roma 2001.
L’elenco della bibliografia complementare verrà fornito all’inizio del corso.
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25320 - TEORIA E TECNICA DEGLI STATUTI
PAOLO GHERRI
2° semestre – CFU 3
Descrizione del seminario
Il Seminario si propone di guidare gli studenti delle Facoltà giuridiche alla conoscenza del complesso mondo
dell’autoregolamentazione statutaria, tipica di molti Enti sia canonici che civili.
Fondazioni, Istituti, Fondi, Associazioni, Istituti di vita consacrata, ecc. si reggono su quella particolarissima
modalità di normazione giuridica che è lo Statuto.
Ogni tipologia, tuttavia, di Ente –ed ogni Ordinamento giuridico– ha proprie caratteristiche, funzionalità e scopi
che non possono mai essere standardizzati; la capacità di mettere a fuoco tali peculiarità e declinare
adeguatamente ciò che la struttura teorica di ogni Statuto richiede è compito qualificato dell’esperto di Diritto
amministrativo.
Il seminario proporrà elementi della teoria statutaria come tale e della specifica configurazione degli Statuti
‘propri’ di diversi tipi di Istituzioni (Associazioni, Fondazioni, Cooperative, Istituti, ecc.), ponendoli a confronto
nelle loro differenti ‘vocazioni’ e ‘funzionalità’, in vista soprattutto delle problematiche connesse al ‘controllo’ ed
alla ‘tutela’ dell’identità e ‘mission’ degli stessi ‘soggetti statutari’ (spesso anche molto diverse tra Ordinamenti
statuali e canonico).
Le lezioni teoretiche sugli elementi strutturali e funzionali degli Statuti saranno affiancate da “esercitazioni”
pratiche, in modo da porre in evidenza gli elementi strutturali ed i loro rapporti reciproci connessi alle diverse
specificità istituzionali.
Il Seminario si rivolge agli studenti dell’ultimo anno di Licenza o del ciclo di dottorato, anche di Diritto civile.
Testo di riferimento:
P. GHERRI, Teoria e tecnica degli Statuti, pro manuscripto [dispensa dell’Insegnate per l’A.A. 2013-2014].
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70010 - LINGUA LATINA III
MAURO AGOSTO
1° semestre – CFU 1
Descrizione del corso
Il corso intende sviluppare le abilità di lettura, comprensione, e discussione di testi sia a carattere generale sia
specialistico mediante la descrizione e la riflessione critica sulla morfologia e sulla sintassi latina, in particolare
nell’ambito degli usi propri della microlingua (latino giuridico) per l’acquisizione e il potenziamento dei livelli di
comprensione linguistica. Accanto allo studio della grammatica generale, insostituibile presupposto, il corso
illustra i caratteri peculiari del latino d’uso giuridico canonistico, proponendosi di sviluppare gradualmente la
capacità di elaborare testi tecnici correttamente formulati.
Argomenti: Morfologia delle parti variabili e invariabili del discorso; Sintassi: a) sintagmi nucleari: soggetto;
predicato verbale; predicato copulativo; predicato nominale; complemento oggetto; complemento d’agente e
causa efficiente; complemento predicativo del soggetto e dell’oggetto; b) sintassi dei casi: accusativo; dativo;
ablativo; genitivo; preposizioni con l’ablativo, con l’accusativo, con entrambi i casi; c) le costruzioni nominali:
accusativo con l’infinito; nominativo con l’infinito; l’infinito; il participio; l’ablativo assoluto; il gerundio; il
gerundivo;. Avviamento all’apprendimento del lessico tecnico. Il modulo affianca lezioni teoriche e attività di
lettura di una parte significativa del CIC e del CCEO, accompagnata da esercizi di analisi e discussione sul testo.
La prima annualità prevede lo studio intensivo solo dell’indicativo e delle forme nominali del verbo.
Testi di riferimento
M. Agosto, Latino per il Diritto Canonico. Avvio allo studio della microlingua, seconda edizione riveduta e corretta,
Eupress FTL (Manualia Luganensia 1), Lugano 2011.
Appunti distribuiti dal docente
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70011 - LINGUA LATINA IV
MAURO AGOSTO
1° semestre – CFU 2
Descrizione del corso
Il corso intende sviluppare le abilità di lettura, comprensione, e discussione di testi sia a carattere generale sia
specialistico mediante la descrizione e la riflessione critica sulla struttura del periodo latino, in particolare
nell’ambito degli usi propri della microlingua (latino giuridico) per l’acquisizione e il potenziamento dei livelli di
comprensione e produzione linguistica. Il programma è articolato in due moduli dei quali, il primo prevede il
riepilogo ordinato della sintassi dei casi, il secondo propone lo studio sistematico della nozione di periodo latino
e delle sue diverse espressioni e articolazioni sul piano sintattico e su quello stilistico.
Primo modulo: a): Come costruire la frase: nucleo e periferia dell’enunciato; i modificatori; l’uso del congiuntivo.
Secondo modulo: a): i) proposizioni principali: proposizioni assertive, desiderative, interrogative dirette; ii)
proposizioni secondarie: divisione delle proposizioni secondarie; interrogative indirette; proposizioni condizionali
e periodo ipotetico; proposizioni relative; finali; consecutive; temporali; causali; concessive; avversative;
comparative; uso e particolarità delle congiunzioni subordinate; i modi e la consecutio temporum: tempi e modi nelle
proposizioni subordinate; b) definizione di periodo; struttura periodica; ordine delle parole: nozione; fattori che
la influenzano: fattori sintattici; fattori pragmatici; fattori stilistici; tipi di frase, forza illocutoria e modo verbale.
Testi di riferimento
M. Agosto, Latino per il Diritto Canonico. Avvio allo studio della microlingua, seconda edizione riveduta e corretta,
Eupress FTL (Manualia Luganensia 1), Lugano 2011.
M. Agosto, Prima rhetorices rudimenta, cum commentario in M.T. Ciceronis orationes pro Marcello, pro Archia, pro Milone,
Adsocietas Sancti Michaelis Archangeli, operam sociavit Centrum Latinitatis Europae 2011.
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70012 - LINGUA LATINA V
MAURO AGOSTO
1° semestre – CFU 1
Descrizione del corso
Scopo del corso è che gli studenti acquisiscano adeguate capacità non solo di lettura e comprensione, ma anche
di scrittura, riassunto, analisi e discussione in latino di testi specialistici giuridici, al fine di poter agevolmente e
competentemente consultare fonti, codici, articoli specialistici, sentenze e ogni altro materiale scritto in latino
giuridico canonico e in particolare pertinente al matrimonio. L’analisi di testi significativi sia per il contenuto sia
per la cura formale si propone di prendere in esame le strutture lessicali, morfosintattiche, semantiche e retoriche
del latino ecclesiastico e giuridico canonico, pervenendo a un approccio guidato alla comprensione e discussione
critica del testo autentico.
Argomenti: lettura antologica (a cura del docente) di passi esemplari tratti dalle Decisiones seu Sententiae, analisi della
struttura, esercizi guidati di composizione (facti species, pars in iure, pars in facto) secondo i modelli studiati. Esercizi
di composizione, riformulazione, sostituzione, amplificazione, sinonimia, riassunto, imitazione, caccia all’errore,
sviluppo di una traccia data, apprendimento della topica e della connessa fraseologia.
Testi di riferimento
M. Agosto, Il matrimonio canonico. Guida alla scrittura giurisprudenziale in latino, Eupress FTL (Manualia Luganensia 3),
Lugano 2011.
M. Agosto, R. Capozzi, Formulario del Diritto Matrimoniale Canonico, con schemi di dottrina, Eupress FTL (Manualia
Luganensia 4), Lugano 2013.
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