Alcide De Gasperi_vita e pensiero sull`Europa

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Alcide De Gasperi_vita e pensiero sull`Europa
Commissione di Formazione alla politica 2013/14
I padri fondatori dell’Europa
ALCIDE DE GASPERI
A cura di Vincenzo Cerra e Gianluca Brigatti
La Vita
Il trentino Alcide De Gasperi nacque a Pieve Tesino in provincia di Trento il 3 aprile 1881
in una famiglia umile, modesta e profondamente cattolica. Il Trentino, di popolazione
italiana, faceva allora parte dell’Impero Asburgico. Dopo il liceo a Trento, nel 1900 si
trasferisce a Vienna per frequentare la facoltà di Filologia. Nel 1902 viene eletto
presidente dell’AUCT (Associazione Universitaria Cattolica Trentina) sintetizzandone
l’indirizzo in tre parole: “cattolici, italiani, democratici”. Si laurea in filologia nel 1905.
Tornato a Trento, dirigerà testate vicine alla UPPT (Unione Politica Popolare del Trentino),
aggregazione politica dei cattolici trentini che nel 1906 diventerà Partito Popolare Trentino.
Nel 1911, De Gasperi viene eletto deputato al parlamento di Vienna. Dopo la Grande
Guerra entra a far parte dell’appena nato Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo.
Nelle elezioni del maggio ’21 De Gasperi entra nel parlamento romano. Da qui assisterà al
naufragio dello stato liberale e all’avvento del fascismo dopo la marcia su Roma. Sul piano
personale, il 14 giugno del 1922 sposa a Borgo Valsugana Francesca Romani, matrimonio
da cui nasceranno quattro figlie.
Eletto segretario del PPI nel 1924, subì insieme al partito la “fascistizzazione” dello stato.
Nel 1927 venne incarcerato con la falsa accusa di “tentato espatrio clandestino” per 16
mesi, fino alla grazia nel luglio del 1928. Impostogli di rimanere a Roma, passò un periodo
assai duro. Nonostante molti in Vaticano temessero di “compromettersi” con il regime,
venne assunto nel 1929 come impiegato presso la Biblioteca Vaticana, fatto che gli
permise il mantenimento della famiglia. Per quattordici anni, De Gasperi rimase attento
osservatore e analista della realtà dal suo “esilio” vaticano, intensificando una serie di
studi per conseguire un’ulteriore maturazione politico-culturale. Con ritrovati amici del PPI
e con giovani cattolici delle associazioni ecclesiali incoraggiati da mons. Montini, cominciò
ad elaborare dal 1941 un programma di idee ricostruttive aspirando alla costituzione di un
partito di ispirazione cattolica ma di carattere non confessionale, che fu chiamato da De
Gasperi “Democrazia Cristiana”.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, De Gasperi entrò quale leader riconosciuto della DC
nel CLN. Da qui alla Liberazione di Roma elaborerà con altri rifugiati democristiani il
programma del partito, cercando per esso il consenso e l’appoggio dei vertici ecclesiastici.
Dopo la Liberazione, fece parte dei primi governi post-badogliani. Il 10 dicembre 1945,
Alcide De Gasperi formò il suo primo governo. Sotto il suo governo l’Italia affrontò le
elezioni per l’Assemblea Costituente e il referendum istituzionale del 2 giugno ’46 e la
Conferenza di pace di Parigi del luglio ’46. Indette le elezioni politiche, nella durissima
campagna elettorale De Gasperi garantì il suo fondamentale apporto alla vittoria della
Democrazia Cristiana il 18 aprile 1948. Da allora in poi, Alcide De Gasperi resterà
presidente del consiglio fino al 1953 con quattro mandati successivi. Quest’arco temporale
sarà caratterizzato da importanti riforme sul fronte interno e da un pieno inserimento
dell’Italia nelle nuove dinamiche internazionali (adesione al Patto Atlantico; “stagione delle
riforme”). Contemporanei furono gli sforzi per raggiungere il suo ideale europeista. Insieme
a Schuman e Adenauer, era convinto che i popoli europei avessero un comune patrimonio
di valori spirituali e morali, retaggio della medesima origine cristiana. Oltre a ciò, egli
vedeva anche la prospettiva di risolvere tramite l’integrazione europea non solo le
contingenti necessità di difesa militare, ma anche i problemi economici dell’Italia che il
fascismo aveva preteso di risolvere tramite una soluzione imperialistica. La prima tappa
concreta fu la nascita del Consiglio d’Europa nel maggio ’49. Nel maggio ’50, De Gasperi
ricevette la proposta di Schuman di partecipare ai negoziati che porteranno al trattato di
Parigi – 18 aprile ’51 – che darà vita alla CECA (Comunità Europea per il Carbone per
l’Acciaio). La proposta di costituire un esercito integrato europeo trovò l’appoggio di De
Gasperi, che pensò alla CED (Comunità Europea di Difesa) come impulso iniziale per poi
sviluppare in seguito una comunità politica ed economica europea. Nel maggio ’52 fu
firmato a Parigi il trattato istitutivo della CED, fatto che segnò il punto più alto della sua
politica europeista.
Negli ultimi due anni della sua vita affrontò situazioni che lo addolorarono molto sia
umanamente che politicamente. Un primo episodio vide lo scontro con gli ambienti della
curia romana a causa della famosa “operazione Sturzo” per le elezioni amministrative a
Roma del 1952. L’altro episodio riguardò l’accesa polemica sulla riforma della legge
elettorale per le elezioni del 1953 ribattezzata “legge truffa”. Pur vincendo le elezioni, De
Gasperi non riuscì ad avere la fiducia per il suo VII governo. Deluso e affaticato, prese le
distanze da Roma tornando in Trentino. Le ultime sue forze furono dedicate all’Europa e al
partito. L’ultima soddisfazione fu l’elezione all’unanimità a presidente dell’assemblea della
CECA. Qui perorò ancora la causa della ratifica della CED, naufragata poi a causa della
reticenza del parlamento francese. Trascorse gli ultimi giorni della sua vita a Sella
Valsugana, dove morì la notte del 19 agosto 1954. Il feretro attraverserà in treno tutta Italia
trionfalmente acclamato dalla folla, per essere poi tumulato nella basilica di San Lorenzo
al Verano a Roma.
Pensiero sull’Europa
Quando si pensa ai padri fondatori dell’Europa, i principali personaggi che balzano alla
mente sono il tedesco Adenauer, il francese Schuman e l’italiano De Gasperi.
Quest’ultimo, inoltre, aveva già sperimentato l’ essere cittadino di una società multietnica e
multiculturale: l’impero asburgico. Nato nel trentino ancora occupato dagli austriaci, la sua
prima importante esperienza politica fu l’elezione al Reichsrat di Vienna nel 1911.
Andando oltre la sua storia personale, De Gasperi fu europeista per convinzione e per
pragmatismo. L’Europa unita sarebbe stata il baluardo della pace e della democrazia
proprio nel continente sul quale si erano abbattute due guerre mondiali nel corso del
medesimo secolo; ma la pace a cui pensava lo statista italiano non era esclusivamente la
pace tra le nazioni, bensì anche la pace sociale per tutti gli europei: lavoro, equità,
prosperità, giustizia.
All’indomani della seconda guerra mondiale l’unità europea era, agli occhi di De Gasperi,
speranza concreta e meta lontana lungo un percorso irto di ostacoli.
Il 20 aprile 1950, a Taranto, lo statista trentino tenne un discorso rivolto ai dirigenti della
Democrazia Cristiana in cui espose la sua idea sull’integrazione europea: “Si sta ora
trattando di costruire l’unità dell’Europa e, se la si costruisce, si darà vita ad una nuova
alleanza a cui parteciperanno tutti i popoli che hanno sofferto delle guerre, che hanno
orrore massimo della guerra, e tutto l’interesse a mantenere la pace. Questi popoli si
metteranno d’accordo, saranno unite soprattutto le grandi masse lavoratrici di una parte e
dell’altra e sarà creato un grande baluardo di tranquillità e sicurezza, tale che la guerra
sarà esclusa per sempre.”
De Gasperi mise in chiaro quelli che avrebbero dovuto essere gli obiettivi di tale
“alleanza”: la pace e la sicurezza, la fratellanza tra i popoli e la concordia tra le categorie
sociali più deboli (“saranno unite soprattutto le grandi masse lavoratrici”).
La parola chiave, per chi aveva ancora ben presenti le violenze e gli orrori della seconda
guerra mondiale, non poteva che essere pace. Un termine che, come abbiamo già
accennato, non era da intendersi semplicemente come l’assenza di una guerra armata.
Una tale pace, tuttavia, non poteva essere il mero frutto di una decisione politica. Era
precisa responsabilità di ogni italiano ed europeo. I cittadini in primis avrebbero dovuto
amare e difendere la pace: “Amici, non è questo lavoro di pochi, è lavoro di tutti, lavoro di
coscienza, di disciplina, di voi tutti. Bisogna che dal popolo venga il grido che chieda pace,
pace.”
Per sottolinearne l’importanza, De Gasperi, in chiusura del discorso di Taranto, tornò su
questa parola: “Ricostruiamo la pace all’interno e all’estero. E soprattutto per ottenerla
diamo testimonianza di disciplina, di ordine, di buona volontà, di lavoro, cerchiamo la
migliore distribuzione possibile dei beni della terra per superare quelle difficoltà che sono
naturali, ma che si superano se gli uomini sono pronti al sacrificio e sanno che bisogna,
per vincere, avere fede assoluta nella Provvidenza Divina”.
De Gasperi morì nel 1954, prima di poter vedere firmato il trattato costitutivo della CEE
(Comunità Economica Europea) firmato a Roma tre anni dopo. Da questo evento prese
avvio un percorso che ancor oggi non è terminato. Nonostante i passi in avanti e tutte le
evoluzioni, la parola chiave è sempre quella individuata dallo statista di Pieve Tesino. Gli
europei devono aver presente che i loro sforzi e loro sacrifici devono tendere alla Pace.
Quella con la P maiuscola.
Bibliografia
De Gasperi, Alcide, Le basi morali della democrazia: conferenza tenuta dal Presidente del
Consiglio Alcide De Gasperi al Palais des beaux-arts a Bruxelles il 20 novembre 1948,
SELI, Roma, 1948
De Gasperi, Alcide, Per l'Europa: tre discorsi, S.n., Roma, 1952
De Gasperi, Alcide, Dal discorso tenuto alla Conferenza parlamentare europea, nella
seduta inaugurale del 21 aprile 1954 a Parigi, in: Atti dell'Accademia roveretana degli
Agiati. - Rovereto (TN). - Ser. 5, vol. 3, a. acc. 203 (1954) ; p. 5-7
De Gasperi, Alcide, Introduzione a G.Del Vecchio, "Diritto naturale e unità europea", F.
Angeli, Milano, 1958, pp. XV – XXII
De Gasperi, Alcide, Alcide De Gasperi et l'Europe, a cura di Groupe democrate-chretien
du Parlament européen, Centre européen du Kirchberg, Luxembourg, 1974, 87 p.
(Dossier, 1/1974) Testo in francese, inglese, italiano e tedesco
De Gasperi, Alcide, De Gasperi e l'Europa degli anni Trenta, a cura di Angelo Paoluzi,
Cinque Lune, Roma, 1974
De Gasperi, Alcide, De Gasperi e l'Europa, a cura di Maria Romana De Gasperi,
Morcelliana, Brescia, 1979
De Gasperi, Alcide, Alcide De Gasperi e l’Europa, a cura di Groupe democrate-chretien du
Parlament européen, Centre européen du Kirchberg, Luxembourg, 1981, 86 p. (Dossier,
1/1981) Contiene i discorsi pronunciati all'Assemblea consultiva del Consiglio d'Europa
(1951-1953), ad Aquisgrana (1952) e a Strasburgo (1954)
De Gasperi, Alcide, La nostra patria Europa. Discorsi di politica internazionale (19451954), Cooperativa RTS, Terlizzi, 1999
DISCORSI:
"L'Unione Europea vuole la pace", discorso pubblicato su «Il Popolo» del 16 febbraio
1949, in A. DE GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica internazionale, Roma, Cinque
Lune, 1990, Vol. III, pp. 387-389
"Agli italiani perchè ricerchino le vie dell'Europa", discorso pronunciato nella sede
dell'Istituto per il Commercio Estero a Roma il 9 giugno 1949, in A. DE GASPERI, Alcide
De Gasperi e la politica internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol. III, pp. 390-392
"L'idea europea nel solidarismo cristiano", discorso pronunciato al Convegno delle
«Nouvelles Equipes Internationales» a Sorrento il 14 aprile 1950, in A. DE GASPERI,
Alcide De Gasperi e la politica internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol. III, pp. 393395
"Uno sforzo comune verso la giustizia sociale", discorso pronunciato alla Conferenza
sociale del Movimento Europeo a Roma il 4 giugno 1950, in A. DE GASPERI, Alcide De
Gasperi e la politica internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol. III, pp. 396-397
"Per l'unione Europea", discorso pronunciato al Senato della Repubblica il 15 novembre
1950, in A. DE GASPERI, Discorsi parlamentari, Roma, Camera dei Deputati, 1985, Vol.
II, pp. 790-798.
"Un ideale per i giovani", discorso pronunciato al Senato il 15 novembre 1950, in A. DE
GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol.
III, pp. 398-401
"L'importanza della C.E.D.", discorso pronunciato all'Assemblea del Consiglio d'Europa a
Strasburgo il 10 dicembre 1951, in A. DE GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica
internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol. III, pp. 402-405
"Il futuro dell'Europa”, discorso pronunciato alla Radio italiana il 5 gennaio 1952 , in A. DE
GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol.
III, pp. 406-408
"Gli accordi di Parigi", discorso pronunciato al Senato della Repubblica l'11 marzo 1952
, in A. DE GASPERI, Discorsi parlamentari, Roma, Camera dei Deputati, 1985, Vol.
II, pp.1061-1063
"Il trattato della CECA", discorso pronunciato al Senato il 15 marzo 1952, in A. DE
GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol.
III, pp. 409-414
"Per la elezione dei parlamentari italiani all'assemblea della C.E.C.A.", discorso
pronunciato al Senato della Repubblica il 17 luglio 1952, in A. DE GASPERI, Discorsi
parlamentari, Roma, Camera dei Deputati, 1985, Vol. II, pp. 1145-1146
"Una volontà politica unitaria", discorso pronunciato all'Assemblea del Consiglio d'Europa
a Strasburgo il 15 settembre 1952, in A. DE GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica
internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol. III, pp. 415-419
“Questa è la buona stagione per seminare", discorso pronunciato in occasione del
conferimento del «Premio Carlo Magno» ad Aquisgrana il 24 settembre 1952, in A. DE
GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol.
III, pp. 420-422
"Per l'Unione Europea", discorso pronunciato al Consiglio Nazionale della D.C., Roma, 29
giugno 1953, in A.DE GASPERI, Nel Partito popolare italiano e nella Democrazia cristiana,
Roma, Cinque Lune, 1990, Vol II, pp.505-508, discorso pubblicato in: «Il Popolo», n. 180,
30 giugno 1953
"Moralità internazionale", discorso pronunciato al Congresso del Movimento Europeo
all'Aia il 10 ottobre 1953, in A. DE GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica
internazionale,Roma, Cinque Lune, 1990, Vol. III, pp. 423-426
"La nostra patria Europa", discorso pronunciato alla Conferenza Parlamentare Europea il
21 aprile 1954, in A. DE GASPERI, Alcide De Gasperi e la politica internazionale,Roma,
Cinque Lune, 1990, Vol. III, pp. 437-44
DISCORSI REGISTRATI
Istituto: Discoteca di Stato, Fondo: Miscellanea De Gasperi 1/3, Data cronica da:
1952/07/26, Oggetto/contenuto: Conferenza stampa a Villa Madama a seguito della
riunione dei ministri degli esteri europei del 23 luglio 1952 a Parigi per l'attivazione del
Piano Schuman (CECA) e sul progetto di statuto europeo, Descrizione: Durata: 45' 45",
Supporto: Nastro Agfa per 528, vel. 19 cm/sec. (Registrazione da filo metallico originale),
Osservazioni: Attraverso il collegamento al sito della Discoteca di Stato è possibile
l'ascolto di una sequenza (durata 36") in cui De Gasperi, rispondendo alle domande dei
giornalisti, parla del proprio europeismo e dell'attenzione al futuro dell'Italia.
Istituto: Discoteca di Stato, Fondo: Miscellanea De Gasperi 1/3, Segnatura: P 31.34, Data
cronica da: 1953/06/05, Oggetto/contenuto: Comizio di chiusura della campagna elettorale
per le politiche, tenuto da De Gasperi a Roma il 5 giugno 1953, Descrizione: Durata: 22',
Supporto: Nastro AGFA per 528, vel. 19 cm/sec.; reg. DDS, Osservazioni: Attraverso il
collegamento al sito della Discoteca di Stato è possibile l'ascolto della sequenza (durata 3'
14") in cui De Gasperi parla dell'Europa, del mercato comune, della libera circolazione del
lavoro e delle merci, del progetto di difesa comune europea.