Approfondimento Regione Liguria: i dieci Poli tecnico

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Approfondimento Regione Liguria: i dieci Poli tecnico
Pubblicazione bimestrale a cura
di Arsel
Agenzia Regionale per i Servizi Educativi e per il Lavoro
Direzione, Redazione, Amministrazione
via San Vincenzo 4 – 16121 Genova
tel. 00 39 010 2491 394 - 393
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FORUM
 Dalla Regione Liguria
 Notizie
bimestrale della regione liguria
per il lavoro, l’orientamento
e il sistema educativo
 Il mondo delle imprese in Italia e in Liguria nel terzo trimestre
112
ottobre
novembre
2014
Anno XIII
A cura del Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria
Direttore responsabile
Stefania Spallanzani
 Dalla Conferenza sul sistema educativo
Redazione
Laura Barbasio
Paola Castellazzo
Silvia Dorigati
Federica Gallamini
Paola Mainini
Stefania Spallanzani
112
le indicazioni per la prossima programmazione regionale
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
ottobre | novembre 2014
 Il resoconto dei gruppi di lavoro su ‘Orientamento’ e ‘BES’
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
 In libreria
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
E inoltre
Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro
– Arsel Liguria
Un ringraziamento particolare
Ai referenti dei poli tecnico professionali
Approfondimento
Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali
FORUM
 Il Forum internazionale sull’Orientamento
fa il punto sulla Garanzia giovani
Hanno collaborato
Silvia Dorigati
Mariangela Grilli
Paola Mainini
Istruzione
 Speciale report sulla Conferenza sul sistema educativo regionale
 Cine Forum
A cura di Mariangela Grilli
 APPROFONDIMENTO:
Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali
I poli tecnico professionali sul territorio ligure
I poli uno per uno
Le prospettive di sviluppo dei Poli tecnico professionali
I poli tecnico professionali e gli ITS dalla normativa nazionale
Progetto grafico: www.andreamusso.com
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Provincia di Genova
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Unione Europea
Fondo sociale europeo
Regione Liguria
Fondo Sociale Europeo
112
Numero
ottobre
novembre
2014
Anno XIII
Dalla Regione Liguria
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Notizie
5
Il mondo delle imprese in Italia e in Liguria nel terzo trimestre
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A cura del Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria
Dalla Conferenza sul sistema educativo
le indicazioni per la prossima programmazione regionale
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A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
Il resoconto dei gruppi di lavoro su ‘Orientamento’ e ‘BES’
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A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
In libreria
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Il Forum internazionale sull’Orientamento
fa il punto sulla Garanzia giovani
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A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
Cine Forum
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A cura di Mariangela Grilli
APPROFONDIMENTO:
Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali
I poli tecnico professionali sul territorio ligure
I poli uno per uno
Arsel Liguria
via San Vincenzo 4 – 16121 Genova
La rivista è disponibile su Internet
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n. 17/2002
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studio grafico di Andrea Musso
Videoimpaginazione
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All’interno
fotografie di Silvio Calizzano,
fondazione Ansaldo e della redazione
La rivista è stata chiusa in redazione
il 30 novembre 2014
Le prospettive di sviluppo dei Poli tecnico professionali
I poli tecnico professionali e gli ITS dalla normativa nazionale
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Nuovi finanziamenti per il credito agevolato delle
imprese artigiane liguri
Ammontano a 1 milione e 850mila i nuovi finanziamenti messi a disposizione dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Renzo Guccinelli per il credito agevolato
delle imprese artigiane della Liguria. Le risorse previste, che saranno gestite da Artigiancassa, intendono agevolare le imprese artigiane che fanno richiesta di un mutuo, ottenendo un contributo in
conto interessi su finanziamenti e leasing per l’acquisto delle attrezzature o la ristrutturazione e l’acquisto dei locali. Si tratta di agevolazioni al credito
che le imprese artigiane potranno ottenere rivolgendosi alle banche, attraverso misure di abbattimento del tasso di interesse fino al 90%. Le risorse
sono state stanziate per il 2014 e sono in grado di
soddisfare le nuove domande di contributo presentate alle banche già dallo scorso 6 agosto. I nuovi
finanziamenti seguono quelli già stanziati e utilizzati dal 2012 al 2014 che hanno consentito di
agevolare 1260 imprese per investimenti complessivi di 61,5 milioni di euro, grazie ad un utilizzo di
contributi per 2,4 milioni.
Formazione, al via nuova figura professionale del
meccatronico
Nasce una nuova figura professionale di tecnico
delle autoriparazioni che riunisce le competenze
dei meccanici e degli elettrauti, il meccatronico. Lo
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R U B R I C A
LE NOVITÀ
DALLA REGIONE LIGURIA
ha stabilito la giunta regionale su proposta dell’assessore Pippo Rossetti che ha inserito la nuova figura nel repertorio ligure delle professioni. Il percorso formativo andrà a qualificare la figura del meccatronico attraverso corsi ad hoc, costruiti fin dalle
prime fasi insieme alle associazioni di categoria
che prevedono il riconoscimento delle competenze
possedute dalle imprese. L’attività di meccatronica
che è stata affiancata a quelle di carrozzeria e
gommista comprende le discipline meccanico-motorista ed elettrauto. I gestori tecnici di impresa
avranno tempo fino al 2017 per frequentare un corso professionale e completare così le proprie competenze. I corsi dureranno un minimo di 500 ore
con una quota di stage che puo’ variare fino al 30%
del monte ore complessivo.
La Liguria virtuosa per l’utilizzo dei fondi PORFESR
La Regione Liguria si conferma tra le regioni virtuose nell’utilizzo dei fondi del programma operativo
FESR 2007-2013, superando il target di spesa previsto dal Ministero dello sviluppo economico per fine ottobre 2014. Infatti il Por Fesr Liguria 20072014 ha raggiunto, il 30 ottobre, il livello di spesa
pari a 385.975.000 di euro superando così di
2.773.538 il target di spesa ministeriale. Per monitorare e sollecitare gli avanzamenti di spesa dei
programmi delle Regioni, il Ministero dell’economia
ha fissato obiettivi intermedi a maggio e a ottobre
di ogni anno, anche per consentire al Ministero
stesso riprogrammazioni nazionali degli importi
eventualmente non spesi dalle Regioni entro tali
scadenze, e arrivare al pieno utilizzo dei finanziamenti comunitari.
un’elevata spesa in cultura, che la posiziona ben al
di sopra della media nazionale, al secondo posto
tra le Regioni a statuto ordinario, dopo il Lazio.
Aziende agrituristiche in Liguria
2,7 milioni di euro per borse di studio a favore
degli studenti meno abbienti
La Regione Liguria ha predisposto due bandi, rispettivamente del valore di 2 milioni e 316mila euro e
di oltre 334mila euro per aiutare le famiglie degli
studenti più in difficoltà nell’acquisto dei libri di testo e per le spese di trasporto.
Dai fondi UE gli investimenti per la cultura
Conti pubblici liguri, nel settore Cultura, sotto la lente di ingradimento, al convegno “L’Italia secondo i
conti pubblici territoriali, un progetto coordinato dal
Mise che misura i flussi di entrata e di spesa nel territorio.
I lavori, organizzati dal Nucleo conti pubblici territoriali della Regione Liguria, con il patrocinio della
Camera di Commercio di Genova hanno riguardato
in particolare, le risorse finanziarie nel settore Cultura e servizi ricreativi e come sono state impiegate
negli ultimi anni.
Il dato positivo è che la Liguria investe più delle altre regioni.
Il turismo ligure sta tenendo rispetto ad altre regioni, e in particolare i dati genovesi, insieme con
quelli di altre zone, da Finale Ligure alle Cinque Terre, sono confortanti. Cultura e turismo devono stare
insieme perché il processo di sostegno anche alle
iniziative culturali è più ampio e deve essere letto
anche attraverso la lente dei flussi turistici.
La spesa pubblica nel settore Cultura e Servizi Ricreativi ha registrato nel periodo 2000-2011 una significativa flessione a livello nazionale, passando
da 170,21 euro pro capite nel 2000 a 126,78 euro
nel 2011. Nello stesso periodo, la Liguria è passata
da una media pro capite di 178,49 euro nel 2000
a 137,44 euro nel 2011, caratterizzandosi per
Negli ultimi anni è molto cresciuta la presenza di
agriturismi nel territorio della Liguria. Si tratta di un
segnale importante sia della ripresa di attività agricole, sia della capacità di legare questo settore a
quello del turismo, con la valorizzazione della produzione e della cultura alimentare locale. Per incentivare queste attività, la Regione ha anche realizzato una semplificazione normativa.
Si intendono per attività agrituristiche quelle di
ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto con le altre attività di coltivazione del fondo e
dell’allevamento degli animali. Rientrano nell’esercizio dell’agriturismo queste attività:
> dare ospitalità in alloggi o in spazi destinati alla
sosta di campeggiatori (agricampeggio) all’interno dell’azienda stessa;
> offrire e commercializzare per la consumazione
sul posto pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri;
> organizzare degustazioni di prodotti aziendali;
> organizzare attività di fattoria didattica.
Tali attività possono essere svolte congiuntamente
o singolarmente.
Lo sviluppo degli agriturismi ha assunto anche in Liguria una dimensione significativa: queste strutture
costituiscono una importante fonte di reddito per gli
agricoltori, contribuendo non poco al presidio del
territorio, obiettivo che la Regione vuole raggiungere incrementando la promozione delle zone, soprattutto dell’entroterra, non solo per i turisti (per esempio attraverso i parchi e le riserve naturali) ma anche per chi tradizionalmente vede legata la propria
esistenza al territorio di appartenenza.
Il ruolo dell’agriturismo ha poi effetti indotti sulle
produzioni agricole e alimentari locali, che vengono valorizzate per caratterizzare l’offerta.
3
I dati relativi al 1995 indicano 45 agriturismi attivi,
mentre al giugno 2014 risultano ben 586 strutture
attive. Si contraddistingue in particolare la provincia
di Imperia, dove queste aziende sono notevolmente
diffuse: se ne contano 179, pari a più del 30% del
totale.
Anche i servizi qualificati offerti dagli agriturismi
stanno aumentando: per esempio sono ben 80
quelli che offrono agli ospiti la piscina.
Nell’ambito delle attività agrituristiche, la Regione
ha definito i requisiti delle fattorie didattiche. Queste imprese agricole svolgono azioni di formazione
e di divulgazione, volte a far conoscere e a valorizzare le attività legate alla tradizione e alla cultura
rurale. Ciò ha permesso di diversificare ulteriormente le attività dell’azienda agricola, fornendo un ottimo veicolo promozionale oltre che un riconoscimento del ruolo sociale ed economico dell’operatore agricolo.
Per l’apertura di attività agrituristiche, in precedenza, la normativa prevedeva un doppio passaggio
con due distinte procedure: l’iscrizione all’elenco
degli operatori agrituristici all’Ispettorato agrario
della Regione, e la richiesta di autorizzazione all’attività al Comune territorialmente competente. Ora,
quando il titolare dell’attività agrituristica presenta
un’unica istanza allo Sportello Unico per le Attività
4
Produttive di SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio
Attività) e può avviare immediatamente l’attività.
Da notare, infine, l’alto numero di queste imprese
gestite da titolari donne. Superano il 50% sul totale
complessivo e sono la maggioranza alla Spezia
(62%) e a Genova (51%).
Politiche sociali, nuovo sportello della consulta
dell’handicap presso Liguria Informa
È stato aperto il nuovo sportello della Consulta regionale per i diritti della persona handicappata
presso l’Ufficio relazioni con il pubblico di Liguria
Informa in piazza De Ferrari 14. Ogni martedì
mattina dalle 9 alle 12.30, chiunque volesse ricevere informazioni sui diritti e i servizi per le persone disabili, puo’ recarsi a Liguria Informa e avrà la
possibilità di parlare direttamente con i responsabili della Consulta per l’handicap. Il nuovo sportello nasce dalla collaborazione tra l’URP e la
Consulta, con l’obiettivo di garantire un unico
punto di accesso in grado di fornire informazioni
e servizi di competenza di più uffici regionali. Si
potranno ricevere informazioni e attivare pratiche
per migliorare il rapporto tra l’amministrazione regionale e i cittadini e assicurare così maggiore
accessibilità.
R U B R I C A
NOTIZIE
Approvati gli standard nazionali per l’orientamento
È stato approvato in Conferenza unificata Stato Regioni, il 13 novembre scorso, il documento finale
che definisce gli ‘Standard minimi dei servizi e delle
competenze degli operatori di orientamento’, partendo dalle Linee Guida Nazionali del dicembre
2013.
Il documento descrive, per ognuna delle cinque
funzioni dell’orientamento: educativa, informativa,
di accompagnamento, di consulenza, di sistema,
quelli che dovrebbero essere gli standard minimi di
servizio per attività, risorse professionali e tecnologiche. Sono stati definiti gli indicatori sulle funzioni
di sistema, declinate in ambiti strategici di attività
(ndr. Forum, nel prossimo numero, tratterà questo
tema di estremo interesse per gli operatori).
Disponibile il report dell’utilizzo del software
S.OR.PRENDO
Nell’ambito delle tecnologie per l’orientamento, il
Ministero dell’Istruzione ha sperimentato, a livello
nazionale, il software S.OR.PRENDO, con risultati
positivi sia nelle scuole secondarie di primo grado,
sia nelle scuole secondarie di secondo grado. La
sperimentazione ha coinvolto 98 istituti da 12 diverse regioni (Abruzzo, Liguria, Toscana, Lazio, Veneto, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Umbria,
Sicilia, Emilia Romagna) con una partecipazione
di oltre tremila studenti. Le scuole hanno potuto
utilizzare il software per oltre un anno, integrando
questo strumento all’interno delle proprie attività
di orientamento. I docenti chiamati a valutare hanno restituito un giudizio estremamente positivo, ri-
tenendolo come molto o estremamente facile nell’uso e completo nelle informazioni.
Questa sperimentazione nazionale ha avuto un forte impatto sulle scuole coinvolte, stimolando, da un
lato, una riprogettazione delle azioni di orientamento tradizionalmente attuate e, dall’altro lato, facendo emergere nei docenti l’esigenza di riflettere sulle finalità e sulle modalità di gestione degli interventi di orientamento a scuola, soprattutto in riferimento all’esplorazione delle professioni e all’acquisizione da parte degli studenti di competenze
orientative.
Fonte: Newsletter S.OR.PRENDO novembre 2014
Previsioni Manpower sull’Occupazione
ManpowerGroup Italia ha diramato i dati riguardanti l’indagine trimestrale denominata ‘Previsioni
Manpower sull’Occupazione’ che mette in evidenza
un leggero miglioramento per chi sarà in cerca di
occupazione nei prossimi tre mesi. Ciò nonostante
le prospettive di assunzione rimangono ancora
basse.
L’indagine è stata condotta su un campione rappresentativo di 1.001 datori di lavoro italiani che riferiscono intenzioni di assunzione ancora pessimistiche ma in leggero miglioramento, per il quarto trimestre 2014. Il 4% di loro si aspetta di incrementare il proprio organico, il 10% prevede invece un calo nelle assunzioni, mentre per il 78% non vi sarà
alcuna variazione.
Sulla base di questi dati e a seguito degli aggiustamenti stagionali, la previsione sull’occupazione si
attesta a quota –3%.
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Rispetto al trimestre precedente, però, le prospettive
di assunzione sono aumentate di 5 punti percentuali e migliorate di 11 punti rispetto all’anno precedente.
Le prospettive di assunzione migliorano inoltre in
otto dei 10 settori industriali, sempre rispetto allo
scorso anno, e in tre delle quattro regioni: nord est,
nord ovest, centro, sud e isole, rispetto al precedente trimestre.
Fonte ManpowerGroup Italia
Per maggiori informazioni: www.manpowergroup.it
Invito a presentare proposte e guida del programma Erasmus+2015
Sono disponibili la Guida del Programma Erasmus+
versione 2015 e l’invito a presentare proposte per
il prossimo anno (2014/C 344/10). La Guida è uno
strumento indispensabile a chiunque voglia approfondire la conoscenza del programma Erasmus+ e
orientarsi rispetto alle priorità, le attività possibili
nelle 3 azioni chiave e le modalità per partecipare.
L’invito a presentare proposte è il documento annuale che definisce il budget del Programma per il
prossimo anno e le scadenze per le singole attività.
Nel 2015, il bilancio totale destinato a Erasmus+ è
stimato in 1.736,4 milioni di euro.
http://www.erasmusplus.it
Fonte La newsletter dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE www.erasmusplus.it Numero 10 - ottobre 2014
Gli orari annuali di insegnamento a confronto
La rete Eurydice ha pubblicato la sintesi ‘Comparative Overview on Instruction Time in Full-time Compulsory Education in Europe - 2013/2014’ che confronta gli orari annuali di insegnamento nell’istruzione obbligatoria nelle scuole pubbliche europee.
La sintesi tratta 32 paesi che fanno parte della rete
Eurydice. L’analisi mostra che i tempi di insegnamento variano in modo considerevole fra i vari paesi europei. Raggiungono o superano 900 ore in al-
cuni paesi (Irlanda, Francia, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito (Galles)) mentre sono inferiori a 600 ore
in Croazia. Dalla sintesi emerge anche che nel curricolo obbligatorio, la percentuale relativa ai tempi
di istruzione che devono essere dedicati a determinate materie, è abbastanza simile nei vari paesi. A
livello primario, è data maggiore attenzione alla lettura, alla scrittura e alla letteratura e molti paesi
mettono un accento relativamente forte sulle lingue
straniere a livello secondario. Nel rapporto, le informazioni possono essere consultate per paese e,
inoltre, per ogni anno di scuola.
http://www.indire.it/eurydice/
Fonte La newsletter dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE www.erasmusplus.it Numero 10 - ottobre 2014
Tasse e sistemi di sostegno per gli studenti dell’istruzione superiore in Europa
Il rapporto della rete ‘Eurydice National Student Fee
and Support Systems in European Higher Education
2014/15’, rileva ancora forti disparità fra i paesi europei per quanto riguarda tasse universitarie e borse di studio. Questo rapporto offre una panoramica
comparativa delle tasse e dei sistemi di sostegno
per gli studenti (borse di studio e prestiti) in Europa,
in particolare in 33 paesi della rete Eurydice. Dal
rapporto risulta che in un numero significativo di
paesi non sono previste tasse universitarie per tutti
gli studenti. Nella maggior parte dei paesi europei
solo una minoranza di studenti beneficia di borse
di studio e molto spesso questi sistemi coniugano
borse di studio basate sulle necessità economiche
e borse di studio basate sul merito. In circa metà
dei paesi interessati i prestiti sovvenzionati con fondi pubblici si rivelano importanti nel sostenere gli
studenti. Il rapporto contiene anche schede nazionali con informazioni e diagrammi specifici per
paese. Per consultare il rapporto in inglese:
http://www.indire.it/eurydice/
Fonte La newsletter dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE www.erasmusplus.it Numero 10 - ottobre 2014
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OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO
Il mondo delle imprese in Italia
e in Liguria nel terzo trimestre
Emergono alcuni elementi positivi, di modesta
entità. Ma il quadro è di sostanziale stagnazione
economica
A cura del Sevizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria
Cosa succede in Liguria
Uno sguardo ai settori di attività
Lo stock delle imprese, registrate al 30 settembre
2014, è pari a 164.081 unità, con una contrazione
dello 0,8%, rispetto al III trimestre 2013.
> Le imprese neonate sono pari a 2.091, con un
incremento dello 0,7%.
> La flessione delle chiusure è robusta (–19%) e
si attestano sulle 1.635 unità.
> Il saldo tra aperture e chiusure è quindi positivo
per 384 unità.
> Il tasso di crescita (ndr. le iscrizioni nel periodo
– cessazioni nel periodo al netto delle cancellazioni di ufficio/stock di inizio periodo) si attesta
sullo 0,23%. Un anno prima era del –0,01%.
Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è positivo solo per
le costruzioni: 22 imprese in più. Però, come rileva
Unioncamere Liguria, si tratta di imprese individuali
che non creano nuova occupazione. Infatti, si può
supporre che si tratti di ex lavoratori dipendenti,
messisi in proprio a seguito di crisi aziendali.
> Le attività manifatturiere, a fronte di una stabilità
delle aperture (+2 imprese) registrano una contrazione delle chiusure (–35,2%).
> Per le costruzioni e il commercio: aumento delle
iscrizioni, rispettivamente del 18,8% e del
12,5%, a fronte di una flessione delle chiusure.
> I servizi di alloggio e ristorazione vedono una
crescita delle iscrizioni del 13%. A questo dato,
si accompagna un aumento del 29% di imprese
che hanno chiuso i battenti.
Un approfondimento sulle province
> Imperia e Savona si caratterizzano per una certa
stabilità delle iscrizioni – solo 2 unità in meno in
ciascuna provincia – accompagnata da una caduta, rispettivamente del 25,7% e del 24%, delle
chiusure.
> Genova, contestualmente ad un –18,6% delle
cessazioni, è l’unica provincia che vede le iscrizioni crescere, anche se di sole 21 unità.
> È stabile la situazione della Spezia, dove le aperture diminuiscono di 2 unità e le chiusure di 4
unità.
La situazione in Italia
Le imprese nate sono 72.833, –5,3% rispetto
al III trimestre 2013.
> Quelle che hanno chiuso i battenti sono
56.382, in contrazione dell’11,9% rispetto
al periodo.
> Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è positivo
di 16.451 unità, benché il volume delle
nuove iscrizioni sia il più basso tra quelli rilevati nel III trimestre, dal 2005 ad oggi.
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Movimento anagrafico delle imprese
3° trimestre 2013 - 3° trimestre 2014
(valori assoluti e variazioni assolute e percentuali)
ANNO
2013
2014
Imprese registrate
Iscrizioni
Cessazioni
Imprese registrate
Iscrizioni
Cessazioni
Genova
86.620
996
963
86.467
1.017
784
Imperia
26.650
327
366
26.025
325
272
La Spezia
20.850
317
245
20.660
315
241
Savona
31.208
364
445
30.929
362
338
LIGURIA
165.328
2.004
2.019
164.081
2.019
1.635
6.070.296
76.942
64.008
6.049.220
72.833
56.382
ITALIA
Variazioni assolute
Variazioni %
Imprese registrate
Iscrizioni
Cessazioni
Imprese registrate
Iscrizioni
Cessazioni
Genova
–153
21
–179
Imperia
–625
–2
–94
–0,2%
2,1%
–18,6%
–2,3%
–0,6%
–25,7%
La Spezia
–190
–2
–4
–0,9%
–0,6%
–1,6%
Savona
–279
–2
–107
–0,9%
–0,5%
–24%
LIGURIA
–1.247
15
–384
–0,8%
0,7%
–19%
ITALIA
–21.076
–4.109
–7.626
–0,3%
–5,3%
–11,9%
Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati Infocamere
* I valori delle cessazioni risultano depurati dal numero di aziende cancellate d’ufficio dalla Camere di Commercio
Focus sulle imprese
artigiane in Liguria
I dati salienti
Le imprese artigiane sono quelle che pagano maggiormente la situazione di crisi economica. Il saldo
tra iscrizioni e cessazioni per il terzo trimestre consecutivo è negativo (–932 unità), soprattutto per la
riduzione delle iscrizioni.
> Lo stock è in diminuzione dell’1,1% con le imprese che, al 30 settembre 2014, si attestano a
45.710 unità.
> Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è positivo per
65 unità.
> Il tasso di crescita è dello 0,14%: un anno fa era
8
pari al –0,85%, dovuto alla salita delle iscrizioni
(+8,4%).
Il peso del settore artigiano nelle province
> Rimane stabile a Genova, al 27,1%
> Diminuisce alla Spezia (–0,4 punti percentuali)
e a Savona (–0,3%)
> Cresce a Imperia (+0,3)
Uno sguardo sui territori
A livello provinciale abbiamo una generalizzata di-
minuzione delle chiusure, in particolare risalta il
picco ad Imperia (–78,6%).
Sul fronte delle iscrizioni si segnala il +17,4% di Genova. Nel caso delle altre province: sostanziale stabilità, con variazioni di poche unità.
> I servizi di alloggio e ristorazione mostrano invece una flessione delle iscrizioni e una crescita
delle cessazioni, benché si parli sempre di volumi ridotti di imprese (–6 imprese neonate e +7
imprese chiuse).
I settori di attività
Imprese artigiane registrate per province
3° trimestre 2014
Le attività manifatturiere rimangono sostanzialmente stabili sul fronte delle iscrizioni (–2 imprese).
Le chiusure sono, invece, in flessione del 42,7%.
> Le costruzioni vedono aumentare del 15,3% le
iscrizioni. Scendono del 46,9% le cessazioni.
> Il commercio, a livello di stock, rimane invariato,
ma ha una contrazione delle aperture di 6 unità
(–19,4%), contestualmente a quella più robusta
delle chiusure.
Stock imprese
artigiane
Totale imprese
Imprese artigiane/
Tot. imprese
Genova
23.412
86.467
27,1%
Imperia
7.250
26.025
27,9%
La Spezia
5.578
20.660
27%
Savona
9.470
30.929
30,6%
Liguria
45.710
164.081
27,9%
Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese
Movimento anagrafico delle imprese artigiane
3° trimestre 2013-2014
(valori assoluti e variazioni assolute e percentuali)
ANNO
2013
2014
Imprese registrate
Iscrizioni
Cessazioni
Imprese registrate
Iscrizioni
Cessazioni
Genova
23.514
270
341
23.412
317
275
Imperia
7.352
103
398
7.250
104
85
La Spezia
5.708
86
102
5.578
85
90
Savona
9.635
151
164
9.470
155
146
LIGURIA
46.209
610
1.005
45.710
661
596
1.413.197
18.871
20.716
1.388.938
17.835
18.767
ITALIA
Variazioni assolute
Variazioni %
Imprese registrate
Iscrizioni
Cessazioni
Imprese registrate
Iscrizioni
Cessazioni
Genova
–102
47
–66
–0,4%
17,4%
–19,4%
Imperia
–102
1
–313
–1,4%
1%
–78,6%
La Spezia
–130
–1
–12
–2,3%
–1,2%
–11,8%
Savona
–165
4
–18
–1,7%
2,6%
–11%
LIGURIA
ITALIA
–499
51
–409
–1,1%
8,4%
–40,7%
–24.259
–1.036
–1.949
–1,7%
–5,5%
–9,4%
Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati Infocamere
* I valori delle cessazioni risultano depurati dal numero di aziende cancellate d’ufficio dalla Camere di Commercio
9
APPROFONDIMENTO TEMATICO
Dalla Conferenza sul sistema
educativo le indicazioni
per la prossima programmazione
regionale
Si è tenuta, lo scorso 8 e 9 ottobre, a Genova
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
Burlando: il riordino del sistema educativo al centro dell’intervento regionale
La riflessione sul sistema educativo è estremamente importante, si è lavorato con molto impegno sull’edilizia scolastica, visto che sono molte le strutture che hanno bisogno di interventi: con i fondi FSC
(ndr. Fondo per lo Sviluppo e la Coesione) potremo
attivarci ulteriormente su altre opere strutturali.
C’è anche bisogno di qualità formativa e di concen-
Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando.
10
trare le forze per combattere la dispersione. Il fenomeno riguardava, un tempo, le regioni più ricche,
dove i giovani andavano a lavorare precocemente,
perché il mondo produttivo richiedeva manodopera. Oggi, in tempo di crisi, la situazione è cambiata:
sono sempre di più i giovani che hanno abbandonato gli studi e non riescono a trovare lavoro, rimanendo esclusi da ambedue i sistemi.
Il sistema educativo, nel suo complesso, sta tenendo, anche grazie alla formazione professionale. In
questi giorni, si sta definendo un accordo con il Governo, insieme alle Regioni, per delineare e ripartire
le competenze, attualmente in carico alle Province,
che stanno per essere soppresse. Entro fine anno il
quadro avrà nuovi contorni.
Il riordino del sistema educativo è strategico: si è
puntato sugli ITS che rappresentano una realtà
nuova. Un esempio per tutti è quello dell’Accademia della Marina Mercantile che attrae giovani da
tutte le parti d’Italia; con l’hotellerie ad Arenzano
stiamo lavorando nel settore della ristorazione e
dell’accoglienza, per colmare vuoti esistenti.
La scuola digitale e le nuove tecnologie rappresentano una risorsa altrettanto importante e lo sforzo è
quello di portare la banda larga in tutta la regione
e nei piccoli comuni dell’entroterra che rappresentano comunque un fattore di sviluppo per le attività
economiche e per i giovani.
Doria: la Scuola ha il compito di formare i cittadini
Tra i temi centrali per il nostro Paese: la scuola è
questione decisiva e lo è, a maggior ragione, oggi,
in un momento in cui la nostra società è chiamata
a riflettere su cosa diventerà, a seguito di un cambiamento così profondo. La città metropolitana dovrà avere un ruolo importante nel sistema della formazione.
Altro nodo è rappresentato dall’edilizia scolastica:
in questo ambito, il Governo ha lanciato un appello
perché vengano indicate le scuole su cui occorre
intervenire.
Da insegnante, si individuono alcune parole chiave:
preparazione, che è data dall’insieme di cultura generale e dello sviluppo delle capacità professionali
e formazione professionale che, invece, è rispondenza a quanto chiede il mercato del lavoro. Certo
è che, comunque, le condizioni di partenza della famiglia e del ragazzo pesano fin da subito, rispetto
alle scelte.
Cittadinanza è un’altra parola chiave: non solo nozioni, ma molto di più: l’insegnante è educatore a
360° perché a scuola si formano i cittadini. In una
società che ha ‘perso pezzi’ in questo senso, si ac-
centuano dinamiche di chiusura e particolarismi;
un tempo la crisi spingeva alla solidarietà tra le persone, oggi, invece, si scatenano le individualità.
Inoltre, inclusione intesa come acquisizione di posizioni nella società e la possibilità di cambiare in
meglio la propria situazione: chi è capace e meritevole deve poter mettere a frutto tutte le sue capacità anche nella scuola.
Sara Pagano: una Scuola migliore per far crescere il nostro Paese
La ‘Buona scuola’ è un progetto su cui discutere in
maniera aperta, anche in modo critico ma costruttiva. L’argomento va affrontato senza remore, per
creare una scuola migliore di quella attuale, che
possa favorire sbocchi più immediati sul mercato
del lavoro. Investire sulla scuola significa investire
sul Paese, in un momento non buono per l’Italia.
Proprio in questa direzione vanno i 400 milioni di
euro, messi a disposizione per l’edilizia scolastica.
Inoltre, va messo in evidenza ciò che la scuola fa di
positivo e, in questo senso, la Liguria fa molto: i nostri ITS sono considerati, a livello nazionale, ai primi
posti, così come gli interventi a favore dei ragazzi in
Il sindaco di Genova, Marco Doria.
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difficoltà, che registrano un rapporto più basso rispetto alle altre regioni, tra alunni disabili e docenti
di sostegno. Internazionalizzazione della scuola e
scambi culturali rappresentano altri spunti positivi.
Occorre non dimenticare i problemi che ci sono, la
consultazione pubblica aperta dal Governo è molto
positiva, le voci e le critiche saranno ascoltate.
Tutti noi dobbiamo realizzare il principio della dignità del lavoro, creando occasioni già a partire dalla
scuola.
Alda Scopesi: ridefinire il proprio percorso è una
necessità di tutti
L’elemento innovativo è il portare l’attenzione al
momento formativo, come parte dello sviluppo
complessivo della persona, che rientra nell’ambito
della cultura globale, del benessere, della soddisfazione e della salute individuale, secondo un approccio più ampio, in una prospettiva lifelong. Oggi,
le traiettorie di vita non sono più prevedibili, per cui
occorre ridefinire spesso il proprio progetto: il motore è l’orientamento, con la valorizzazione di tutte
le esperienze, patrimonio della persona.
È necessario consolidare e promuovere buone
Il momento della partenza della conferenza educativa.
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prassi, scientificamente fondate; in questo senso,
l’Università è stata coinvolta in tutti i settori di intervento di questa conferenza: è un modo nuovo di lavorare, mettendo in comune le competenze.
Boitano: l’impegno della Regione sull’edilizia
scolastica
Sono stati stanziati finanziamenti, per mettere in sicurezza le scuole ed eliminare barriere architettoniche e amianto. In cinque anni, sono stati coinvolti
250 istituti su 870 complessivi, con 60 milioni impegnati, di cui 30 a carico della Regione Liguria.
Occorre tenere in considerazione, anche in questa
sede, il fenomeno dello spopolamento dell’entroterra, ma anche la fascia di territorio, compresa tra i 7
e i 17 km dalla costa, in cui si osserva un incremento di popolazione e dove è necessario rinforzare i
servizi.
È opportuno ricordare che la nostra regione possiede un anagrafe dell’edilizia scolastica efficace; è
comunque utile segnalare tutti quei casi particolari
di cui non sempre si è a conoscenza. Bisogna intervenire ancora su un 30% di scuole che hanno bisogno di interventi.
Rossetti: La scuola deve rialzare la testa e prendere il ruolo che le spetta
Il presupposto è stato, in questi anni, privilegiare la
rete per raggiungere risultati comuni, nel rispetto
delle autonomie di tutti.
Abbiamo difeso l’USR della Liguria che, in molte regioni, è stato abolito. La creazione di Arsel garantisce il sostegno alla filiera dei processi: dallo studio
all’ingresso nel mercato del lavoro. L’obiettivo della
conferenza è chiaro: indirizzare la pianificazione regionale dei finanziamenti FSE 2014/2020.
È del 2009 la legge regionale 18, nata anche a seguito di una analoga conferenza, voluta dal precedente assessore; il nostro sistema legislativo è invidiato ancora oggi. Dal 2008 c’è una continuità, per
cui oggi ci troviamo, a definire il sistema educativo
regionale, partito proprio con quella legge. Obiettivo
principale è articolare la scuola sulle filiere, integrando i percorsi, le competenze, con pari dignità
dei sistemi. Abbiamo lavorato molto in questa direzione, nella consapevolezza che è il lavoro comune
che ci fa raggiungere i risultati.
La conferenza, nata in una situazione complicata, è
stata preceduta da quattro audit territoriali, i cui esiti hanno dato molti spunti.
Per entrare nel merito degli argomenti, circa l’istruzione degli adulti osserviamo il bisogno di alfabetizzazione e riqualificazione dell’offerta formativa,
anche per gli immigrati: la direttiva per i Centri territoriali per gli adulti punta alla riqualificazione di
questo segmento.
Circa la ‘Media education’ e la ‘Scuola digitale’, si
fonderà l’impianto regionale che potrà contare su
due milioni di euro: questa è l’occasione per fare
emergere i tanti progetti esistenti.
Quanto ai poli tecnico-professionali: lo scorso luglio
sono stati presentati pubblicamente (ndr. v. approfondimento su questo numero di Forum).
Rispetto al segmento 0-6 anni: esso va collocato
nella sfera del sistema educativo, superando la segmentazione 0-3/4-6. Si pensa allo sviluppo delle
‘sezioni primavera’, che sono, in Liguria, 90.
Segmento 6-14 anni: la Liguria è stata la prima regione a creare gli istituti comprensivi; se, all’inizio,
c’erano resistenze, adesso il sistema è condiviso,
grazie anche all’autonomia che permette di verticalizzare al massimo tutti i progetti, ottimizzandoli.
Fascia 14-29: è su questa target che si concentrano gli strumenti più innovativi; il sistema di istruzione IeFP riveste un ruolo molto importante; gli istituti professionali di Stato devono lavorare, adeguandosi al modello learning by doing che permette la connessione tra i sistemi, facilitando l’occupazione. Persiste un problema di blocco culturale, secondo il quale ‘se studi non lavori’, ma in questo modo non sperimenti il mondo degli adulti. La
separazione riflette la distanza relazionale tra generazioni. Dobbiamo quindi percorrere la strada
dei Paesi più avanzati, lavorare sulle filiere verticali,
dai corsi di base all’alta formazione. Secondo questo modello, i due mondi si possono integrare, per
L’Assessore regionale, Rossetti.
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cui la conoscenza acquisita diventa competenza.
Abbiamo quattro ITS: uno maturo che si occupa
dell’economia del mare, quello dell’ICT, della navalmeccanica, dell’energia. Lavoriamo sulla blue e
sulla green economy e sulla tradizione meccanica
che esiste ma è ancora da valorizzare. Sono 50 i
minori assunti con il contratto di apprendistato che
frequenteranno la formazione teorica negli enti di
formazione professionale. Occorre far si che i ragazzi che non vanno più a scuola possano essere
reintegrati, attraverso un progetto personale, per rispondere ai bisogni individuali. L’orientamento permanente è fondamentale, la cultura orientativa va
coltivata perché, come si evince dai dati, esiste un
profondo disorientamento, soprattutto fra i giovani.
Non è ancora codificata la figura dell’orientatore e
la funzione è lasciata in mano a chi, anche da anni, svolge questa attività. Tra l’altro, la Liguria è la
Regione che coordina le altre al tavolo di Roma.
Dobbiamo affermare la centralità della persona, farci carico dei traguardi e degli obiettivi che ciascun
ragazzo può darsi. Dobbiamo ‘curvare’ l’FSE in modo forte su formazione e istruzione, per mettere l’individuo, con le sue peculiarità, al centro del nostro
agire. Spesso sostenere che mancano le risorse è
un alibi, un po’ di soldi ci sono e, se la Regione ha
la capacità di cogliere i bisogni emergenti, si pos-
sono raggiungere risultati positivi: mettendoci in rete e distribuendo quello che si ha, possiamo crescere ancora molto.
Bianchi: riflettere sul nostro passato per comprendere le tendenze attuali
Il federalismo fa riferimento ad uno Stato in cui la
legittimazione del potere è in basso, mentre lo stato
centrale la pone al centro e delega verso il basso.
Cavour e Ricasoli erano federalisti per convinzione,
ma successivamente, vista la complessità di questo
sistema, il governo si sposta su posizioni centraliste
dove la regola è valida per tutti.
La legge Rattazzi riguarda la riforma elettorale, dello Stato e della scuola e questi saranno sempre i
nostri ‘tormentoni’. La legge Casati individuava
l’istruzione elementare e quella secondaria classica e tecnica, spettava ai Comuni fornire le strutture.
Il sistema presuppone la presenza di funzionari statali con compiti di controllo.
Nel tempo, i Comuni hanno rivendicato il loro ruolo
e, quindi progressivamente, Province e Regioni hanno riproposto il modello bottom up. Il pendolo oscilla periodicamente un po’ qua e un po’ là. Nella nostra scuola abbiamo quindi una compenetrazione
dei due livelli.
I lavori della fase conclusiva: la tavola rotonda coordinata dal direttore di “Primocanale” Luigi Leone.
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Si arriva fino al 2000, quando viene modificato il titolo V della Costituzione che coglie la doppiezza
del sistema che prevede la collaborazione tra organi concorrenti, tutto ciò interpretato in modo diverso
a seconda delle Regioni. Oggi, quindi, abbiamo una
situazione variegata.
I fondi europei ci sono, ma non tutte le Regioni sanno metterli a frutto: visto che la situazione non è
omogenea su tutto il territorio nazionale, l’Europa
afferma che l’Italia non li sa usare.
Il titolo V prevede che i servizi scolastici siano a
carico delle Regioni e, se queste sono virtuose,
possono maggiormente incidere sul sistema scolastico.
Nella ‘Buona scuola’ si dà importanza alla stabilizzazione degli organici e alla riforma dell’insegnamento.
Oggi il pendolo è centralista: alle Regioni compete
la programmazione e la gestione funzionale ma
non hanno in capo le risorse umane e strumentali,
quindi il processo è impaludato. A livello europeo,
sono i territori che rivestono il ruolo più importante
perché possono agire sullo sviluppo, con capacità
progettuale e organizzativa. Quindi, per assecondare la crescita delle diverse aree, è fondamentale il
ruolo della scuola che permette al territorio di presentarsi in modo strutturato.
La scuola buona è quella che si misura con chi rimane indietro, non con chi va avanti perché è bravo. Il nostro sistema scolastico deve potersi incuneare in quello del lavoro, fin dai primi anni di studio. Il 3+2 del ciclo universitario doveva essere una
personalizzazione dei percorsi, un momento di confronto con il mondo del lavoro, ma purtroppo non è
stato così.
Occorre una grossa riflessione su questi dieci anni di riforma, lo sforzo finora è stato quello di perpetuare l’esistente. La visione era che la formazione professionale doveva avvicinarsi alla scuola, gli ITS sono una novità importante, ma, dal
punto di vista educativo, sono ancora troppo
spesso sottovalutati, la spinta del sistema produttivo è forte sui poli.
Il cambiamento di prospettiva ci deve portare ad
avere sistemi permanenti che permettano, con l’utilizzo di passerelle, di adeguare il percorso allo studente, proponendo soluzioni anche individuali.
La visione deve essere locale, ma non localistica, il
sistema produttivo deve far emergere i settori più significativi.
Occorre affrontare i temi della scuola con forte aderenza alla realtà, siamo un Paese che fa mille sperimentazioni ma non ha il coraggio di ristrutturare:
Il Governo nazionale deve cedere centralità.
Da Bruxelles
Sono intervenuti, in videoconferenza da Casa
Liguria, Marco Montanari, Renata Briano e Simona Costa che informa che sarà pubblicata la
guida ‘Erasmus +’. Inoltre, mensilmente, esce il
notiziario europeo che contiene anche opportunità di lavoro e ricerche di partner. La struttura
regionale a Bruxelles è a disposizione dal sito
della Regione Liguria e con mail dedicata.
9 ottobre 2014
Relazioni dei gruppi di lavoro
Educazione ambientale: Serena Recagno
L’educazione ambientale si prende cura del pianeta. Oggi, è necessario pensare ad un’educazione
diversa, siamo tutti più consapevoli che si stanno
variando gli assetti e consumando le risorse della
Terra, è in atto una battaglia sul controllo dei beni
comuni. Indipendentemente dal processo di benessere, occorre affrontare i problemi complessi per
gestirli in modo più equo, renderci conto dei limiti e
lavorare sulle relazioni umane, per costruire azioni
condivise, confrontandosi reciprocamente. Nonostante i vantaggi della tecnologia, dobbiamo rimettere l’uomo al centro e ragionare sul fatto che la
Scienza non ci può dare tutte le risposte. Bisogna
lavorare sulle competenze relazionali per identificare
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Edilizia scolastica: Silvia Risso
Le tesi iniziali del gruppo di lavoro sono diventate
di fatto quelle finali. La scuola è la casa dell’istruzione e va concepita come un cantiere aperto. I
punti salienti del documento governativo sono: la
‘Scuola bella’ dove si prevede che la manutenzione
debba essere costante e programmata, non a ‘guasto’, supportata da un sistema informatizzato, partecipata dall’utenza e questo è possibile grazie ad
un’anagrafe dedicata che già esiste, anche se il
problema è la dispersione delle informazioni e la
scarsità di risorse. Bisogna estendere il concetto di
partecipazione: si tende a pensare che i beni comuni non siano nostri.
La scuola si cura con interventi di sostenibilità ambientale e con sponsorizzazioni per acquistare attrezzature.
La ‘Scuola nuova’: presuppone di ripensare il concetto di edilizia scolastica, modernizzando, razionalizzando, valorizzando quegli edifici non più idonei
ad essere usati come aule.
Serena Recagno.
i valori in vista della felicità, sia che si tratti di beni
materiali sia immateriali.
L’educazione ambientale non è materia disciplinare, bensì un metodo che presuppone una didattica
attiva, per dare ai giovani quelle competenze di cittadinanza che, una volta usciti dalla scuola, permettano loro di essere protagonisti sul territorio.
Nel 2014, il sistema INFEA (Informazione, Formazione e Educazione Ambientale) compie 20 anni. I
percorsi di ricerca sono già iniziati con gli insegnanti e con l’ECO POF si lavora sulla sostenibilità
della scuola a 360°; si interviene cioè sulle modalità organizzative interne con patti di corresponsabilità scuola - territorio.
L’educazione ambientale si basa su contenuti
scientifici e gli insegnanti chiedono informazioni e
strumenti. Sono state presentate buone pratiche di
altissimo livello, bisogna però trasferirle. Le azioni
prioritarie da perseguire si concentrano nell’area
dell’organizzazione e rapporto con il territorio.
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Media education: Lidia Gattini
Il gruppo di lavoro ha definito l’ambito tra media
education e scuola digitale: si è occupato più di
contenuti che di strumenti.
Il giovane non sempre riesce ad affrontare la gestione dei nuovi media, non sempre sa ‘mediare’ i
contenuti, non è detto che si sappia difendere e
che colga le fonti e i rischi. Quindi, la prima necessità che emerge è la formazione dei docenti, magari con affiancamento di tecnici. Si evidenzia,
quindi, il nuovo ruolo dei docenti: da dispensatori
di conoscenza a dispensatori di contenuto mediato, registi di apprendimento. Il terreno è poco conosciuto dagli insegnanti e dai genitori, soprattutto rispetto all’utilizzo di apprendimenti non formali
e al learning by doing. L’educazione ai media è un
presupposto di partecipazione sociale e anche
mezzo per esprimere emozioni: in questo senso la
scuola è centrale anche rispetto alla replicabilità
delle esperienze. Gli studenti possono utilizzare
nuovi linguaggi, la loro età di fruizione si sta ab-
bassando, per cui occorre una nuova alfabetizzazione e nuove competenze dell’alunno. Questo significa dominare nuovi strumenti per essere cittadini del nostro tempo.
La rete è reale e può portare con sé conseguenze
gravi, la realtà virtuale non esiste, si tratta di strumenti utili o pericolosi, a seconda dell’uso che se
ne fa. L’utilità del cooperative learning è da prendere in considerazione; ma spesso la scuola è riluttante ad usare i social network. La famiglia, la scuola e le istituzioni devono agire in modo integrato.
Bisogna prevedere un flusso continuo di risorse per
mantenere il livello tecnologico e la manutenzione
tecnica e istituire una cabina di regia regionale per
mettere in contatto le diverse realtà che possono
integrarsi.
Scuola digitale: Barca
Attualmente sono state istituite linee guida ‘aperte’
e due documenti operativi per costruire la scuola
digitale che fanno perno su tre ambiti tematici: organizzazione, didattica, formazione.
Il digitale nella ‘Buona scuola’ tocca proprio questi
aspetti, c’è anche il tema della sicurezza che è trasversale ai tre ambiti.
Organizzazione: è ribadita la necessità dell’assistenza tecnica, della partnership tra le scuole per
lavorare sulla manutenzione e fare rete per gli acquisti, in questo senso si dovrebbe favorire il ruolo
degli sponsor.
Didattica: si potrebbero prevedere lezioni a distanza
per ospedalizzati e malati; trovare soluzioni tipiche
dei videogiochi anche per l’insegnamento, riappropriarsi della didattica computazionale e prevedere
formazione per l’utilizzo consapevole della rete; dare spazio alle biblioteche digitali, all’autoproduzione, ai nuovi strumenti per la didattica, alla collaborazione tra scuole ed editori e per confrontarsi sugli
aspetti digitali.
Formazione: valorizzare le reti, le risorse già esistenti intese anche come personale già operante all’interno delle scuole.
In tutte le scuole dove si è sviluppato il digitale è
sorta spontanea l’idea di cambiare il paradigma
della didattica.
Clavarino introduce la tavola rotonda, coordinata
da Mauro Palumbo che ha per titolo: ‘L’alternanza
scuola lavoro, i poli tecnico-professionali, l’apprendistato: dall’analisi delle difficoltà alla costruzione delle prospettive’
Palumbo: non è importante cosa si insegna ma
cosa si apprende
Daniele Barca.
Il titolo della tavola rotonda può sembrare un po’
criptico ma indica che, nonostante le critiche alla
scuola e alle imprese, le cose stanno cambiando e
si sente l’esigenza di trovare raccordi tra scuola e
lavoro, a partire dalla dimensione dell’orientamento. Questo per il bene di ragazzi, non solo per creare
occasioni di lavoro. Molte le forme di coordinamento tra scuole, enti di formazione professionale,
aziende e università: sono nati i percorsi triennali, il
nuovo apprendistato, i poli, gli IFTS che rappresentano una forma di cooperazione fra le quattro
agenzie formative prima menzionate. Questi percorsi non sono disciplinari, ma sono definiti in termini
17
di competenze, perché le persone devono possedere, oltre ad una qualifica, un patrimonio composto
dalle singole attività che sanno fare.
Bisogna creare il terreno per altre forme di alternanza, anche nei licei, per favorire le esperienze che
aiutano a creare la cultura delle competenze. Le
normative di questi ultimi anni vanno verso l’equiparazione tra apprendimento formale, non formale
e informale.
La formazione e il lavoro devono trovare un punto
di incontro attraverso il ‘Laboratorio regionale delle
professioni’. I poli, l’apprendistato e il sistema della
FP sono esperienze che ci aiutano a diffondere la
teoria delle competenze, per cui oggi assistiamo ad
una rivoluzione copernicana: non è importante cosa si insegna ma cosa si apprende.
Elena Ugolini: l’esperienza del Progetto DESI
‘Dual Education System Italy’
Studiare è un lavoro e lavorare richiede uno studio
costante, per cui non esiste un unico modello di alternanza scuola lavoro perché i ragazzi sono diversi, come pure le aziende.
Il gruppo di lavoro su ‘Edilizia scolastica’.
18
Racconta un caso concreto che può servire come
esempio di utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Garanzia Giovani. È stato firmato a Berlino
un accordo tra Italia e Germania sul modello duale,
per potenziare l’istruzione tecnica, secondo una via
italiana di applicazione. Il primo incontro è stato fatto in ‘Ducati’ a febbraio dello scorso anno, perché
l’azienda è stata acquisita dalla Volkswagen ed è
ponte tra i due Paesi. Il percorso di alternanza scuola lavoro, quindi, poteva essere riconosciuto dalla
Camera di Commercio tedesca, dando il titolo di
‘Meister’. Si avvia, così, un progetto per costruire percorsi che si possono svolgere anche in Germania. In
particolare, i tecnici tedeschi del centro di formazione dell’Audi formano gli studenti italiani. All’inizio si
pensava ad un quarto anno di formazione professionale, ma la cosa è impossibile perché l’Emilia Romagna non lo prevede, per cui si opta per un quarto
anno di diploma quadriennale, o ad un percorso in
apprendistato, ma la legge non lo prevede.
Le prospettive della fondazione Volkswagen sono
quelle di fornire competenze più ampie e non solo
mirate all’inserimento in Ducati e Lamborghini che
fanno parte dello stesso accordo. La Ducati, inoltre,
intende favorire nei giovani competenze specifiche,
spendibili su tutto il percorso automotive. Arriviamo
al progetto ‘DESI’, acronimo di ‘Dual Education System Italy’, partito il 10 ottobre, che coinvolge 48 ragazzi su 200 selezionati, tra i 16 e i 24 anni, in possesso di qualifica professionale nel settore meccanico. Devono essere giovani che non studiano e
non lavorano, ma vogliono conseguire un diploma
di istruzione professionale, certificato da Ducati e
Lamborghini e riconosciuto dalla Camera di Commercio tedesca, secondo un metodo di alternanza
scuola lavoro.
I giovani, per lo più di estrazione popolare, hanno
affrontato un percorso di selezione molto duro, basato sull’analisi del curriculum vitae, sulla redazione di un testo scritto, un colloquio motivazionale e
un test pratico.
Le richieste sono pervenute anche da ragazzi già
diplomati. È prevista una borsa di studio di 600 euro per la partecipazione al corso. Il conseguimento
del diploma è previsto per il 31 luglio 2016.
La Scuola non è stata in grado di intercettare il talento di quei giovani che, spesso, hanno tanta voglia di fare. Ma adesso la sfida passa ad un altro si-
stema che deve garantire un modello di apprendimento più attraente.
Gentili: pari dignità tra contesti di apprendimento
Stiamo parlando di cultura del lavoro, non di addestramento, non è un tipo di apprendimento inferiore ma un diritto da soddisfare altrove, fuori dalla
scuola, un diritto di imparare lavorando che è soddisfatto in tutti i Paesi più avanzati, ma non nel nostro. Perché c’è un pregiudizio ideologico che va
messo fuori gioco: occorre convincere gli insegnanti di lettere della terza media che c’è una pari
dignità tra imparare fra i banchi e in piedi con un
tutor. C’è una linea culturale, prima della destra,
oggi della sinistra, ma esiste una terza via che contrasta questo pregiudizio. Occorre puntare su proposte concrete, un esempio sono i poli, l’alternanza, l’apprendistato.
Parlando dei poli occorre evitare di renderli ‘pesanti’
perché la rete per funzionare deve essere snella. Citiamo a questo proposito il caso Enel che ha spinto
Confindustria a fare lobby per vincere i pregiudizi
culturali e permettere l’apprendistato a scuola. I
I relatori al tavolo del gruppo di lavoro sulla scuola digitale.
19
sindacati si sono dimostrati disponibili ad accettare
che venissero pagate le ore di lavoro. Il progetto ha
coinvolto 167 ragazzi dell’ITIS Elettrotecnico con un
contratto formativo che prevedeva 250 ore di apprendimento in impresa e 200 svolte in estate e tutte retribuite. Successivamente si prevede di attivare
un contratto a tempo indeterminato di apprendistato professionalizzante.
Il dual system in Germania ha più valore di alternanza che di apprendimento, con questa finalità è
inserito al capitolo 5 della ‘Scuola nuova’ del Ministero che si ispira al modello di 600 ore al terzo,
quarto e quinto anno. Le nostre attuali 90 ore di alternanza non sono altro che orientamento all’azienda. L’alternanza ha un costo che in Germania è riconosciuto perché l’azienda che accoglie
un ragazzo si assume una responsabilità.
Bisogna affrontare politicamente e culturalmente
questo problema, abbattendo il muro tra studio e
lavoro. Nel nostro Paese la disoccupazione giovanile è al 44% contro il 7% dell’Austria. Occorre
prima di tutto una formazione di base solida, poi
una conoscenza dell’azienda, una formazione
specialistica e una contaminazione tra scuola e
azienda.
Rosa Mongillo: superare gli ostacoli e risolvere i
nodi strutturali del sistema
Il problema è quello della dispersione scolastica
che ha raggiunto percentuali preoccupanti e quello
dei Neet che sono, in Italia, 4 milioni. Il filo conduttore, a livello governativo, è rappresentato da azioni
di contrasto a questo fenomeno. Altra negatività è il
mismatching tra diplomi e lauree che poi non vengono richieste dal mondo produttivo e la non applicazione di Europass perché non è ancora stata fatta un’equiparazione dei titoli. Il modello duale tedesco non è appassionante perché ha un fondamento diverso, partendo dalla precocizzazione della
scelta che non è positiva di per sé.
Il nostro sistema scolastico ha una scuola media
che non deve più assolvere all’obbligo ed è quindi
20
necessario puntare sull’orientamento successivo,
prima visto unicamente come supporto al passaggio tra scuole e oggi, invece, nella chiave di favorire
talenti e attitudini: un grande processo deve essere
attuato, partendo dalle passioni.
Inoltre, manca un decreto che disciplini l’alternanza, quindi i ragazzi continuano ad essere considerati studenti, nell’apprendistato si tratta invece di lavoratori.
Il protocollo d’intesa tra Enel e Miur ha carattere
sperimentale, per cui va monitorato e valutato: rimane comunque una domanda a cui rispondere: i
ragazzi che abbandonano il percorso hanno possibilità di essere recuperati o invece conservano il
marchio di chi ha fallito?
Il problema è quello dell’Italia a due velocità: in alcune regioni ci sono aziende disponibili, ma in altre zone no, l’approccio della scuola è ancora gentiliano.
I poli vincono se hanno alla base un tessuto sociale
e produttivo solido e a questo dovevano rispondere
all’atto della costituzione.
La Garanzia Giovani così come viene intesa serve
forse a poco, non c’è bisogno di dare soldi ai ragazzi, ma formarli nella capacità anche di ‘essere
imprenditori di se stessi’ già dalla scuola primaria
per metterli in grado di risolvere problemi e realizzare progetti di vita soddisfacenti e funzionali ai loro desideri.
Noemi Ranieri: formazione congiunta tra scuola e
impresa
Il documento sulla ‘Buona scuola’ prevede una prospettiva nuova: superare l’alternanza per una formazione congiunta tra scuola e impresa, questo
presuppone la necessità di riflessioni, di coprogettazione di percorsi tra scuola e impresa, attraverso
il rafforzamento delle collaborazioni tra tutor della
didattica e tutor dell’impresa. La formazione dedicata agli insegnanti non deve essere solo sulle
nuove tecnologie, ma a supporto della formazione
dei ragazzi.
Le linee guida sull’orientamento devono essere dif-
fuse e socializzate, quindi occorre costruire una cultura della formazione orientativa. Occorre un potenziamento della didattica della lingua inglese e della
formazione permanente e su questo c’è un impegno preciso delle OOSS. L’architettura istituzionale
ha obiettivi e strumenti chiari che vanno messi a
punto e hanno necessità di risorse. Per l’alternanza
si stanzieranno 100 milioni di euro e questo è un
dato positivo. Il problema è l’investimento complessivo sulla scuola: siamo il penultimo paese in Europa, al pari della Romania.
Cutrì: l’esperienza del sistema duale a Bolzano
Il sistema duale a Bolzano vige dagli anni ’50. La
disoccupazione giovanile tra i Paesi che hanno il sistema duale è molto più bassa, dal 12% al 4%. In
Svizzera, la formazione professionale dà ottimi frutti, a cui si ispira il nostro modello. Scuola/lavoro significa che, dopo la scuola media, si intraprende un
anno di orientamento a scuola oppure nella formazione professionale che indirizza verso i vari settori.
Successivamente, può essere attivato un contratto
di apprendistato di primo livello già a partire dal
15° anno di età.
Chi sceglie il sistema duale? Il ragazzo che vuole
formarsi in un mestiere manuale e trovare un’impresa che lo assuma dopo la formazione. La formazione è formale e tecnico-teorica con laboratori (pari a 400 ore all’anno). Contemporaneamente, il giovane è iscritto al primo anno di formazione professionale corrispondente. Il ragazzo,
quindi, frequenta la scuola e per il resto dell’anno
è in azienda e impara in base ad un progetto di
formazione ben strutturato. I programmi di formazione vengono definiti dalla scuola e dall’azienda, le 400 ore scolastiche proseguono per quattro anni, l’alternanza avviene secondo moduli di
dieci settimane, l’esame viene fatto in collaborazione, il ragazzo è pagato dall’impresa anche
quando è a scuola. Ogni imprenditore è obbligato
a fare formazione, ma non tutte le imprese posseggono i requisiti per poterla erogare. Sono coinvolte, in questo processo, anche le associazioni
datoriali. Il Meister - il maestro artigiano - non è
un riconoscimento alla carriera ma presuppone
un percorso formativo: lavoro pratico, teorico, giuridico economico, pedagogico, per far si che possa accogliere un apprendista. Per arrivare ad essere maestro artigiano si fanno corsi di 1.200 –
Un momento della conferenza.
21
1.600 ore, ripartiti su due o tre anni serali e nei
giorni festivi. Si tratta di un percorso volontario ripartito in 76 attività.
I mestieri riconosciuti sono 110, ognuno ha un suo
programma formativo.
Puntiamo sul duale perché le imprese che operano
sul nostro territorio sono piccole, quasi mai i ragazzi
vengono licenziati e, talvolta, anzi, rilevano le attività, tenendo in piedi la micro economia del paese e
impedendone lo spopolamento: è un piccolo sistema che funziona, poichè l’economia reale è quella
del territorio e riveste un ruolo di attività sociale.
L’apprendista ha una famiglia allargata e l’artigiano, quando è in difficoltà, cerca fondi per non lasciarlo a casa.
Il sistema duale è educazione e orientamento e
consente di fare emergere talenti da impiegare in
attività lavorative. I genitori sono coinvolti in questo
processo e lavorare non è vissuto come punitivo, visto anche l’alto livello di disoccupazione; la formazione non è considerata di serie B, ci sono persone
che, dopo l’università, tornano nella formazione
professionale per imparare il mestiere che piace.
Occorre dare dignità all’attività manuale e nuova
immagine al settore manifatturiero che ha fatto
l’Italia.
Si apre la tavola rotonda condotta da Leone
Rembado: norme non necessarie bloccano il sistema
Quante persone o organismi duplicano la stessa
funzione nella scuola e negli apparati pubblici? Il
problema del processo decisionale è importante
ma va semplificato, per avere certezza delle responsabilità. C’è la necessità di deburocratizzazione, individuando quelle norme che rappresentano una
bardatura difficile da sostenere.
Un altro problema è rappresentato dalla perdita di
risorse nella scuola, a partire dal 2000, quando è
stata istituita l’autonomia.
22
Dacrema: favorire la crescita professionale e di
carriera dei docenti
Le resistenze degli insegnanti derivano da un’offerta formativa che non risponde ai loro bisogni. Quindi insoddisfacente. Occorre finalizzare la formazione verso profili professionali arricchiti, poiché attualmente, i meccanismi di carriera dei docenti sono fondati sull’anzianità; la formazione, invece, dovrebbe fornire competenze per la crescita professionale, così da diventare più attraente. Occorre partire
dal metodo della contrattazione perché è quello
che dà consenso e fare le cose in maniera equilibrata, l’operazione è delicata, quindi, fermo restando il percorso di carriera legato all’anzianità, si introduce anche il criterio del merito.
L’alternanza scuola lavoro riveste un forte interesse
da parte della CGIL ma deve essere ‘vera alternanza’
e non limitarsi ad un primo orientamento, ma rappresentare una forma realmente duale. Il problema
non è solo legato al mondo della scuola ma è soprattutto del sistema produttivo che non cresce, del
sistema Paese, della precarizzazione del lavoro, delle imprese che non investono in ricerca e sviluppo.
Tacconi: l’importanza della cultura del lavoro
Da rinforzare nell’alternanza è la cultura del lavoro;
nella formazione professionale sono spesso solo gli
insegnanti di pratica che la trasmettono, un altro
problema è la valorizzazione dell’esperienza da
parte della scuola, perché spesso prevale il pregiudizio che il lavoro sia distante dall’esperienza formativa e non concorra alla crescita del livello culturale.
Il sistema di formazione professionale sta assumendo una sua connotazione e molto lavoro in
questo senso è stato fatto anche dalle scuole. In
formazione professionale abbiamo 500mila iscritti
all’anno, il 13,6% sono i ragazzi inseriti nei percorsi
triennali che è una realtà che va meglio integrata
nel sistema. Ricordiamo che la formazione interviene su molti giovani che, dopo una riga di insucces-
si, anche di vita, hanno tratto beneficio dall’esperienza positiva di questi percorsi.
Toccafondi: creare la ‘Buona scuola’ grazie all’apporto di tutti
La realtà ligure è positiva e propositiva con esperienze reali che diventano sistema. Non c’è da inventare niente, c’è solo da guardare ed ascoltare,
far comprendere che se, a livello locale, si realizzano buone esperienze, possono svilupparsi anche a
livello nazionale.
La Repubblica italiana è fondata sul lavoro, sul tema scuola lavoro ho visto molte realtà positive; al
capitolo 5 della ‘Buona scuola’ si presenta una proposta di riforma del sistema perché il problema del
lavoro giovanile è grave: si parla del 44% di disoccupazione e 2 milioni di Neet che sono il frutto più
brutto della crisi, l’abbandono negli istituti tecnici
sfiora il 17% ma in alcune aree arriva al 30%, contro il 3% della Germania: in questo Paese studiano
e lavorano 22 giovani su 100, in Italia, 3 su 100. La
scuola è sapere e conoscenza, le materie rimarranno, ma si dovrà modificare una parte di didattica
per avere un collegamento più diretto con il mercato del lavoro, che deve necessariamente essere
connesso con l’istruzione. Per quanto riguarda
l’istruzione tecnica e professionale, si riscontra una
scarsa conoscenza del tema presso gli uffici ministeriali per cui non si affrontano i nodi.
Con l’autonomia, si cerca di sopperire alle difficoltà,
partendo dall’evidenza territoriale, inventando buone
pratiche che andrebbero però portate a sistema dappertutto. Oggi, l’alternanza viene praticata dal 45%
delle scuole e dall’8% dei ragazzi. Nella ‘Buona
scuola’ si arriva a 600 ore di alternanza negli ultimi
tre anni (200 ore annue), il problema è però il costo:
100 milioni per la formazione, i tutor e i tecnici.
Molti laboratori sono chiusi o dismessi perché datati,
le scuole li hanno trasformati in musei. Nella ‘Buona
scuola’ abbiamo pensato di ricostruirli, con un impegno del MIUR per 300 milioni di euro compresa la
formazione degli insegnanti e il supporto dei tecnici.
Il rapporto scuola lavoro fa crescere i ragazzi che, a
17 anni, hanno già la testa sulle spalle e sanno che
l’obiettivo è comunque quello di finire la scuola
perchè può aiutarli a trovare lavoro.
Tre sono i temi centrali: contaminazione crescente
tra scuola e lavoro che esplode nell’ultimo triennio
scolastico, ma prima e dopo bisogna prevedere vere misure orientative e accompagnamento al lavoro
per supportare i giovani nelle scelte.
Il nostro Paese ha bisogno di segnali positivi subito,
se non si danno opportunità vere di lavoro qualificato, se non cambiamo la scuola, creeremo mano
d’opera a basso costo, mentre i giovani devono avere chances per entrare e progredire nel lavoro. I tecnici e i professori devono insegnare ai ragazzi come
stare nel mondo del lavoro e come crescere. La crisi
colpisce tutti, in particolare i giovani meno attrezzati.
Per due mesi, la ‘Buona scuola’ sarà al vaglio della
popolazione, c’è la volontà parlamentare di arrivare
a giugno o luglio, con una riforma organica che
avrà ricadute a settembre prossimo.
Gabriele Toccafondi.
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Oltre a dire ciò che vogliamo fare, abbiamo anche
previsto il costo delle singole attività. Sono stati assunti 150mila precari, sono terminati 1000 cantieri
di edilizia scolastica, e il lavoro proseguirà ancora.
Rossetti: conclusioni
Non esiste organizzazione efficiente che non badi
alla crescita del proprio personale e anche la Scuola rientra in questo meccanismo.
Occorre anche interrogarci verso quale modello di
scuola si tenda: non si intravede l’obiettivo a medio
lungo termine.
‘Non un ragazzo di meno’ non è concetto contrario
all’eccellenza, entrambi vanno di pari passo. I docenti in organico sono 48mila, l’obiettivo ‘zero precari’ e ‘zero dispersi’ sono mete concrete da perseguire: le misure sono invece ancora frammentate e
non si capisce come ci si vuole muovere. Quindi
non tenere fuori nessuno non è uno slogan, si parla
di progetti individualizzati e di differenziazione.
C’è pertanto un nodo non chiaro: nel documento
‘La Buona scuola’ le Regioni non sono mai citate,
Rosaria Pagano.
24
non sono stati assegnati gli organici e il titolo V ‘è
in alto mare’.
Se scuola e lavoro dialogano i risultati si vedono: il
65% dei diplomati ha trovato lavoro, coerente con
il titolo di studio, quindi, come Regione intendiamo
proseguire, in questa direzione, crediamo all’ITS e
ai poli che, se nascono da esigenze territoriali e da
scuole che sanno lavorare bene, danno buoni risultati, accanto ai 13 milioni l’anno messi in campo
dallo Stato, 5 sono a carico delle Regioni che si devono occupare anche del controllo. L’apprendistato
sperimentale è partito con il progetto dell’Enel: 750
ragazzi degli ultimi anni delle superiori hanno affrontato la selezione e 150 sono entrati, firmando
un contratto di apprendistato: Il progetto è partito il
5 settembre, è una piccola esperienza duale, l’abbiamo fatto con la collaborazione del sindacato,
quella è la via.
Con questa conferenza abbiamo cercato di gettare
le basi per la programmazione triennale e per utilizzare al meglio gli unici fondi che abbiamo dall’FSE. Abbiamo sentito tante esperienze, abbiamo
discusso su temi complicati, includendo chi arrivava, abbiamo parlato di rete, di BES, di alternanza
scuola lavoro, di ambiente, di digitale, di autonomia
scolastica che è valore, anche se svuotata dalla
mancanza di fondi. Si è deciso di lavorare insieme,
per innovare i processi, abbiamo parlato di locale,
abbiamo tenuto duro sull’USR per innovare i processi didattici. Abbiamo lanciato il patto per la
scuola digitale mettendoci 2 milioni di euro.
Crescere insieme sui progetti: questa è la buona politica che deve concretizzare le buone idee, senza
paura di avere velocità diverse, senza problemi di
tempo e senza paura di giocare in modo diverso, ma
tenendo sempre presenti le esigenze del territorio.
Abbiamo parlato di valori, e ne abbiamo bisogno, di
progetti che vanno ad incontrare i ragazzi, occorre
tirare fuori la domanda, lavorare sulla cultura e sulle relazioni con il mondo del lavoro. Facciamo una
scuola buona se riusciamo a rispondere alle esigenze dei ragazzi. Lavoro, formazione, scuola sono
facce della stessa medaglia: il giovane.
Programma
Mercoledì 8 ottobre
Apertura dei lavori
Saluti di
Claudio Burlando Presidente della Giunta regionale
Marco Doria Sindaco di Genova e Presidente ANCI Liguria
Rosaria Pagano Direttore Generale USR liguria
Giacomo Deferrari Rettore Università di Genova
Giovanni Boitano Assessore Edilizia Scolastica
Media education
Coordinamento gruppi: Paolo Macrì, Marina Rui, Enrica Guidotti, Giacomo Daneri
Rapporteur: Lidia Gattini
Scuola digitale
Coordinamento gruppo: Monica Cavallini, Angela
Maria Sugliano, Dino Castiglioni, Marina Ribaudo,
Sergio Mendelevich
Rapporteur: Daniele Barca
Interventi introduttivi
Sergio Rossetti introduce la Conferenza Regionale
del sistema educativo
Collegamento in video conferenza da Bruxelles con
Marco Montanari Desk Italia, Commissione Europea
Orientamento
Coordinamento gruppi: Elmina Bravo, Antonella Bonfà,
Gloria Rossi
Rapporteur: Furio Truzzi
Direzione Generale Istruzione e Cultura
Giovedì 9 Ottobre
Fase di restituzione dei lavori delle sessioni in plenaria
Renata Briano Deputato Parlamento Europeo
Simona Costa Casa Liguria “Europa 2020: scuola per una
crescita sostenibile, intelligente, inclusiva“
Patrizio Bianchi Assessore Scuola, formazione professionale,
università e ricerca, lavoro Regione Emilia Romagna:“Federalismo
e scuola”
Daniele Barca
Dirigente scolastico: “Misurare la qualità della
scuola italiana”
Lavori di gruppo
Intervento di Renato Truce (direttore di Radio Jeans):
“I risultati del monitoraggio svolto per Arsel Liguria
tra gli studenti delle scuole superiori”
“Sdrammatizziamo la scuola” rime, battute e aforismi di Enzo Costa e altri autori
a cura della Compagnia Giovani Suq
Bisogni educativi speciali
Coordinamento gruppo: Daniela Botta, Maria Carlucci,
Claudia Nosenghi,Mirella Zanobini, Anna Maria Roncoroni
Rapporteur: Dario Ianes
Educazione ambientale
Coordinamento gruppo: Cristina Gestro, Laura Capelli
Rapporteur: Serena Recagno
Edilizia scolastica
Coordinamento gruppo: Roberta Focacci, Massimo
Musio Sale, Giorgio Mor, Monica Matano
Rapporteur: Silvia Risso
Sessione tematica in plenaria: l’alternanza scuola
lavoro, i poli tecnico-professionali, l’apprendistato:
dall’analisi delle difficolta’ alla costruzione delle
prospettive
Interventi di
Elena Ugolini M.I.U.R.
Claudio Gentili Confindustria Italia
Rosa Mongillo CISL Scuola
Noemi Ranieri Segretario nazionale UIL Scuola
Mirko Cutrì Confartigianato Impresa Bolzano
Modera
Mauro Palumbo Università di Genova
Dibattito con interventi dei Poli T. P. Liguria, ATS Apprendistato, Associazioni Datoriali e Sindacali
Fase conclusiva
Tavola rotonda con
Gabriele Toccafondi Sottosegretario Ministero dell’istruzione
Sergio Rossetti Assessore all’istruzione ed al bilancio della
Regione Liguria
Giorgio Rembado Presidente Nazionale dei Dirigenti Scolastici
Fabrizio Dacrema CGIL
Giuseppe Tacconi Università di Verona e CNOS Nazionale
Giovanni Biondi presidente INDIRE
Pino Boero Anci Genova
Modera
Luigi Leone direttore di Primocanale
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EDUCAZIONE
Il resoconto dei gruppi di lavoro
su ‘Orientamento’ e ‘BES’
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini- Arsel Liguria
Orientamento
La presentazione delle tesi è stata curata da Gloria
Rossi (USR), Elmina Bravo (Provincia di Genova),
Antonella Bonfà (Università di Genova).
In particolare, Gloria Rossi dell’USR e Furio Truzzi
di Arsel Liguria ricordano che l’obiettivo di fondo del
gruppo di lavoro è quello di lanciare spunti in vista
di un ‘Piano triennale per l’orientamento’ in Liguria.
Oggi, il compito è reso più semplice dal fatto che
esiste una definizione univoca di orientamento, ormai fissata nell’Accordo sull’orientamento permanente del 20/12/2012. Il punto di riferimento è
quello europeo, per cui, ovviamente, il modello na-
Furio Truzzi e Gloria Rossi del gruppo di lavoro ‘Orientamento’.
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zionale deve essere coerente.
Queste, in sintesi, le azioni centrali: interventi orientativi contro la dispersione e per ‘bisogni orientativi
speciali’, formazione per operatori e famiglie, sostegno alle transizioni. Prosegue Truzzi, focalizzando
l’attenzione della platea sulla necessità di tenere
conto dei vari contesti coinvolti: scuola, formazione
professionale, università ed ITS, lavoro, inclusione
sociale. Tra le funzioni, risaltano quella informativa
e di sistema. Vale la pena ricordare anche alcuni
nodi critici: la certificazione delle competenze e la
formazione degli operatori, anche dei docenti – in
questo ambito si stanno muovendo i Repertori. Sono 20.000 gli operatori, in Italia, coinvolti nell’orientamento.
Le esperienze in atto sul territorio italiano
Paola Paolinelli, della Regione Marche espone i
passaggi effettuati, a seguito della stesura delle linee guida regionali, che affondano le radici nel
Tavolo ‘TORRE’ per l’orientamento regionale, aperto agli enti che hanno competenze in materia e
agli attori sociali impegnati su questo fronte.
L’orientamento, per la Regione Marche, è anche
inteso secondo la chiave della tutela sociale, gli
standard mirano anche al benessere dello studente e della persona. Per tutti i profili degli operatori di orientamento è stata stabilita la finalità
delle azioni e tutte dovrebbero rientrare negli standard definiti. Passo successivo: la partenza della
formazione di sistema (per 510 persone in tutto).
A seguire, la Regione Friuli Venezia Giulia, con
Ester Iannis, che sintetizza come il percorso, iniziato da tempo, stia dando i suoi frutti, partendo da
esperienze consolidate, insieme ad attività innovative. Le parole chiave che guidano la programmazione sono: sistema, formazione, attenzione ai contenuti, orientamento formativo, e danno significato
alle attività. Purtroppo, la Regione FVG non ha più
un direttore di USR, e questo può incidere non positivamente.
Successivamente, a cura di Elmina Bravo, viene presentato, in sintesi, il lavoro di raccolta delle esperienze sul territorio regionale, suddivise per progetti
sperimentali e consolidati, portate avanti anche
dalle scuole e dal terzo settore. In particolare, la
scuola primaria lavora su progetti che aiutano i
bambini a ragionare su loro stessi, per abituarli, fin
da subito, a riflettere sulle proprie attitudini e talenti.
Gli studenti delle secondarie di I grado, possono
contare su attività formative e informative consolidate che al III anno supportano alla scelta. Per la
secondaria di II grado e l’università le azioni sono
consolidate per tutti gli studenti.
Speranzina Ferraro del M.I.U.R. mette in evidenza
che il momento attuale è di grande trasformazione
degli assetti sociali ed economici e la situazione ha
portato a condividere un percorso volto ad un nuovo
modello di orientamento: la precarietà e la fluidità
dettano l’esigenza di orientamento a tutte le fasce
di età, partendo dalla scuola primaria. In questo senso, l’orientamento permanente diventa un valore per
le persone e per la società e, di conseguenza, un diritto a poter usufruire di servizi adeguati. Da qui, la
necessità di standard minimi e di puntare sulle competenze trasversali, anche nella scuola. Al centro: la
persona, per ognuna va individuato un modello coe-
Elmina Bravo e Antonella Bonfà del gruppo di lavoro ‘Orientamento’.
27
rente ai bisogni. Per dare fiducia rispetto al domani.
I lavori proseguono con l’intervento di Guido Amoretti che pone, tra l’altro, l’accento sulla questione
nodale della certificazione delle competenze degli
operatori, mettendo in guardia dal fatto che si possa risolvere semplicemente con un ‘bollino’: quello
che occorre è che gli orientatori intervengano in
modo mirato a seconda delle utenze. Altro punto di
attenzione è dato dalla formazione dei docenti, che
ha anche un impatto economico, oltre che di progettazione. Non si sa, poi, quanti orientatori, in futuro, potranno essere impegnati e quali saranno i percorsi formativi da attivare.
essere variegata. L’insidia è quella della velocità del
tempo che lascia poco spazio ai rapporti umani,
mentre questo processo relazionale implica un dispendio affettivo molto alto. Da qui l’importanza del
ruolo delle famiglie e dei genitori, anche di quelli
stranieri. Lo sguardo si deve posare attento su chi
ha bisogno di orientamento.
Anna Grimaldi di Isfol porta il suo contributo, partendo subito dalle suggestioni emerse dai precedenti interventi. Il Piano auspicabile, da mettere in
atto, deve partire dalle ‘Linee guida’ e fondarsi su
punti imprescindibili: governance e qualità del sistema. Un’ipotesi da percorrere è la costituzione di un
Centro regionale dell’orientamento che potrebbe relazionarsi con quello a livello nazionale. Il settore
educativo riveste una funzione enorme, per cui non
si devono abbandonare a se stessi gli insegnanti e
le università devono svolgere un ruolo importante.
La questione dell’orientamento è delicata: il fine è
la maturazione dell’individuo. Siamo al punto in cui
occorre monitorare molto e coordinarsi, perché ora
si apre un nuovo capitolo, quindi non bisogna abbandonare il punto di partenza, non cedere posizioni a questa battaglia iniziata, per passare dalla buone pratiche al servizio permanente.
Laura Amoretti della Provincia di Imperia presenta
il progetto ‘Lotta alla dispersione’. Riflette sulle caratteristiche di molti ragazzi, in fase di regressione,
distantissimi dal mercato del lavoro, sono giovani
che vivono in uno sfondo sfocato, che passa via via
dal colore al bianco e nero. Il progetto interviene nel
momento del rischio, con un percorso costituito da
segnalazione-colloquio-percorso formativo individualizzato. Si porta il giovane a prendere coscienza
del proprio disagio, per poi costruire un progetto che
prevede una fase di accompagnamento. Una parte
di ore è dedicata ad attività laboratoriali, in un altro
istituto, presso enti di formazione professionale o direttamente in azienda. Il rapporto è costruito a tre:
insegnante, giovane e orientatore. Il progetto si svolge durante la terza media e nel biennio successivo.
Si insiste sull’educazione al lavoro, quindi sulle
competenze trasversali. I punti di debolezza riguardano la tempestività della segnalazione e i costi.
Padre Nicolò Anselmi della Pastorale Giovanile pone l’accento su un concetto chiave. I temi che si
stanno trattando in questa sede hanno a che fare
con la felicità delle persone. L’orientamento rappresenta il cuore dell’educazione, la scoperta di ciò
che c’è in ognuno per perseguire la felicità, appunto. Ciò avviene a scuola, ma non solo, anche nello
sport, nel tempo libero. Gli adulti e i docenti hanno
un compito importante, l’accento non è posto solo
sui singoli, ma sulla comunità educante che deve
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Roberto Ruggeri, dell’Unione industriali di Savona,
presenta il progetto ‘Fabbriche aperte’ che ha coinvolto, in sette anni, 3500 ragazzi, attraverso un video.
Parte da lontano, dal 1982/83, con il Progetto della
Fondazione Agnelli ‘Sapere minimo sull’industria’.
Benedetto Maffezzini dell’USR individua due punti
topici: la formazione degli operatori e le attività interistituzionali. Fattori di successo: il gruppo allargato,
la costituzione di banche dati che comprende tutte
le scuole, anche le paritarie, le conferenze territoriali,
lo screening sui referenti di orientamento. Il risultato
è la presenza di ben 33 buone pratiche liguri presenti nella piattaforma di Indire. Molte le attività portate
avanti con altri soggetti, tra cui Sailor, Oris, Orions,
Arios l’esperienza del CRAS e di CEL (antidispersione), Almaorientati, Fondazione Garrone, il Progetto di
orientamento disabili e l’istruzione degli adulti.
Il Teatro Cargo mette in scena una rappresentazione, assai suggestiva, interpretata da giovani, basata
su un commento musicale, che comunica alla platea il seguente messaggio finale:“Non lasciate che
siano solo sogni!”
Numerosi gli interventi del pubblico, Furio Truzzi nell’effettuare la sintesi, raccoglie le indicazioni emerse. In particolare verranno valorizzati gli interventi
su target particolari, partendo dall’evidenza che si
riscontrano bisogni orientativi speciali. Sicuramente, le misure dei tirocini in esito al percorso scolastico e l’alternanza scuola lavoro non tanto a valenza curricolare, quanto orientativa, rappresentano un
elemento fondamentale.
Rispetto alla programmazione regionale in tema di
orientamento occorre individuare nel piano azioni
di sistema e sperimentali da ‘consegnare’ alla comunità educativa. Il punto di forza è disegnare il
piano attorno a questioni quali: strumenti efficaci di
governance, attraverso un centro risorse regionale
che si occupi anche di monitoraggio e valutazione,
studi e ricerche, reti locali. Non è utile creare reti
nelle reti ma reti fatte da istituti, imprese, associazioni e non solo tra scuole. Occorre far si che, in
ogni scuola, siano istituiti momenti di incontro tra
famiglie e orientatori, non solo per la funzione
orientativa, ma anche sociale, poiché la dispersione dei talenti è un danno per la collettività. Iniziamo
ad avere una mappa logica dell’orientamento per
cui il problema non è continuare nelle esperienze,
ma dare sistematicità al tutto.
La formazione degli operatori è strategica, su questo Isfol, insieme alla Regione Sardegna, ha lavorato ad ottobre. Il passaggio successivo vedrà la declinazione in profili professionali nell’ambito di
un’area specifica.
Il censimento ha rilevato 400 operatori, adibiti all’orientamento nelle scuole liguri su 1.500 in totale.
BES
Il Gruppo bisogni educativi speciali è stato coordinato da: Daniela Botta, Maria Carlucci, Claudia Nosenghi, Mirella Zanobini, Anna Maria Roncoroni;
rapporteur: Dario Ianes
Daniela Botta di Scuola insieme presenta le tesi inziali. Per redarre i piani triennali futuri, con i nuovi
fondi, bisogna confrontarci e arrivare ad un documento unitario. Rispetto alle tracce iniziali, sono
emersi criticità e elementi su cui riflettere: dispersione scolastica, scarsa integrazione, una normativa sui BES del 2012, la proposta di legge sul sostegno, la necessità di nuove figure professionali per
supportare scuola e famiglia.
Giacomo Stella, Professore ordinario di psicologia
clinica dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Direttore di Iride (Istituto di Ricerca dislessia evolutiva) risponde alla domanda:‘I bambini
con BES stanno bene o male nella scuola attuale?’
I BES possono essere considerati gli indicatori del
benessere della scuola, quando un BES va a scuola
volentieri è il miglior segnale di qualità.
I BES hanno evidenziato una dicotomia, a scuola si
insegna, a casa si impara, perché la scuola non si
occupa di come si impara, gli insegnanti non sono
stati formati sui processi di apprendimento ma solo
su quelli dell’insegnamento.
L’apprendimento presenta due processi distinti: implicito o procedurale, tipico della fase prescolare,
che avviene senza consapevolezza; esplicito o dichiarativo, tipico della scuola. Quello implicito non
richiede spiegazioni, si basa sull’esperienza, utilizza
il sistema di memoria procedurale, costruisce categorie. Gli apprendimenti impliciti sono realizzati da
neuroni, per cui senza sforzo impariamo a pronunciare le parole. Le regole si estraggono secondo un
sistema automatico, è, quindi, un fenomeno che non
si riesce ad inibire, ad esempio i bambini sviluppano
le sequenze dei numeri senza saper contare.
Il bambino ripete volentieri ma richiede successo,
29
più ripete, più apprende ma la ripetizione si fa solo
a fronte di una gratificazione.
La scuola fa male, quindi, quando propone la ripetizione ad oltranza di procedure, impone un modello uguale per tutti (corsivo), non considera la necessità di successo nell’attività ripetitiva, si basa
sulle spiegazioni e non sulle esperienze.
La scuola fa bene se tiene conto delle diversità dei
modi di apprendere, mette il bambino in condizioni
di ripetere con successo e di sbagliare il meno possibile, concede strumenti compensativi che producono successo.
Mirella Zanobini Disfor – Unige presenta la ricerca
‘La qualità dell’integrazione scolastica a Genova:
stato dell’arte e prospettive future’.
La ricerca condotta da Università, Centro Idee e
MIUR offre una spaccato sulla qualità dell’integrazione scolastica e sulle percezioni degli attori coinvolti. Il campione comprende 382 partecipanti, molte le risposte, scarse quelle dei genitori. Come vengono percepiti gli insegnamenti curricolari e quelli
di sostegno? I risultati della ricerca evidenziano
una valutazione prevalentemente positiva della
qualità del lavoro degli insegnanti da parte di tutti
gli attori coinvolti nel processo di inclusione. Pur in
un quadro complessivamente positivo, risulta evi-
Giacomo Stella e Claudia Nosenghi del gruppo di lavoro ‘BES’.
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dente il riconoscimento professionale (formazione,
operatività, organizzazione) a favore dell’insegnante di sostegno rispetto agli insegnanti curricolari. Un
altro elemento relativamente critico è quello della
formazione, in particolare dei docenti curricolari.
Passando dalla scuola dell’infanzia agli ordini successivi cala il livello di soddisfazione relativo al
coinvolgimento di tutto il corpo docente e alla prossimità del gruppo classe e relative famiglie.
Il superamento definitivo del dualismo alunno disabile-insegnante di sostegno è il primo passo per
mettere davvero in rete tutti i protagonisti, comprese le famiglie.
Partendo dai risultati delle ricerche, ci si propone
di promuovere iniziative di formazione a livello regionale relativamente a disabilità e bisogni educativi speciali, rivolte principalmente agli operatori
scolastici, ma che potranno coinvolgere anche le
famiglie.
Le esperienze dal territorio
Maria Carmela Valente dell’Associazione Italiana
Dislessia Liguria presenta un progetto della propria associazione che ha coinvolto i docenti sui
diversi stili di apprendimento individuali, utilizzando una didattica per tutti con l’aiuto delle mappe,
partendo da un’esperienza fatta con ragazzi dislessici. L’esigenza è quella di creare una didattica
inclusiva, poiché il successo scolastico aumenta
la capacità di apprendimento. Si è partiti dal presupposto di guidare i ragazzi ad attivare strategie
e ad usare strumenti compensativi poi diffusi a
tutto il gruppo aula.
Claudia Nosenghi dell’USR - Centro Alunni stranieri ha presentato il lavoro comune tra il Centro
Risorse Alunni stranieri e il Laboratorio Migrazioni
e strumenti di nuova generazione per alunni con
bisogni particolari, come ad esempio il robot Nao,
usato con ragazzi con deficit cognitivi e spettro
autistico.
La psicomotricista Daniela Senarega propone un
percorso universitario ad hoc, attivando una specializzazione del corso di Scienze motorie: Scienze
motorie adattate. Conseguendo il titolo, i laureati
potrebbero entrare a far parte di un eventuale registro per specialisti dell’apprendimento.
Sono intervenute anche Isforcoop La Spezia e l’Associazione dei malati di Asperger che hanno presentato progetti di interesse, rispetto ai Bes, e, inoltre, il master sull’autismo, presentato dal Disfor e il
‘DSA Vallecrosia’ con un corso di formazione per
docenti e famiglie.
La relazione finale
È stata a cura di Dario Ianes dell’Università di Bolzano che ha messo subito in evidenza il primo tema aggregante: la complessità problematica dei
BES, che investe questioni di equità: superdotazione, grave difficoltà e disabilità. Con le ultime norme,
si risponde ad un’esigenza di tutela, indipendentemente dalle certificazioni.
Secondo tema, quello della rete: ovvero mettere in
collegamento e far dialogare il sistema, con interconnessione e ottimizzazione delle risorse tecniche, formali, informali.
Terzo tema, quello dell’aiuto, con nuove forme di
supporto a docenti e famiglie perchè questi ‘ecosistemi’ hanno bisogno di risorse diverse. A scuola,
c’è necessità di nuove forme di supporto tecnico e
di empowerment alle famiglie. Invocata la formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici.
Occorre muoversi sulla didattica più moderna, anche rispetto alla metodologia.
Fare ricerca e sperimentazione in ambito educational è molto difficile. Occorrono non solo elementi di sistema, ma anche piccole sperimentazioni sulla didattica innovativa, valorizzando le
competenze.
Il gruppo di lavoro ‘Orientamento’.
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Ufficio Studi
della Fondazione Rui
Cristiano Ciappei
Maria Cinque
Soft Skills per il governo
dell’agire
La saggezza e
le competenze prassicopragmatiche
Franco Angeli – Milano – 2014
Il tema delle soft skills, con limiti e potenzialità, rappresenta una riproposizione delle virtù in chiave
contemporanea. L’intento di questo testo – così come la strategia formativa della Fondazione Rui negli ultimi dieci anni – è quello di cavalcare questa
opportunità, inserendo il tema in un approccio in
cui il ruolo guida viene assunto dalla sapienza e
dalla saggezza. Insomma lo scopo è inserire le soft
skills nel grande filone sapienziale che rappresenta
il meglio che ogni cultura umana ha elaborato
sull’arte di vivere. Un approccio non normativo, ma
esortativo; non descrittivo, ma interpretativo; non
positivistico, ma realista.
In questo senso, l’opera si rivolge prima che allo
studioso, proprio all’imprenditore, al politico, all’uomo d’azione, al padre di famiglia e alla donna che
cerca di conciliare i suoi molteplici ruoli, o semplicemente a chi abbia l’ambizione e la voglia di cimentarsi nel tentativo di governare, almeno in par-
32
R U B R I C A
IN LIBRERIA
te, il senso della propria esistenza... che poi è la vera impresa che tutti accomuna.
In generale, l’approccio qui sostenuto alle soft skills
propone un atteggiamento proattivo nei confronti
della propria esistenza e del contesto sociale di riferimento, che si caratterizza per l’immergersi nel
mondo, nell’accettare le sue sfide, nel giocare con
le sue regole, liberandosi dai condizionamenti del
contingente per sfidare se stessi, il mondo e soprattutto il proprio quotidiano in una gara al miglioramento, alla scoperta di sempre nuove potenzialità,
al raggiungimento di nuove mete.
Cristiano Ciappei è professore ordinario di Strategie e Valore di Impresa e di Etica di Impresa presso il Dipartimento di Economia e Management
dell’Università degli Studi di Firenze. Direttore del
Master Facility Management for Global Care all’Università Campus Bio-Medico di Roma dal 2006
al 2010, è stato presidente della Fondazione Rui
dal 2004 al 2013.
Maria Cinque è ricercatrice della Fondazione Rui
e docente di Metodologie didattiche e comunicative presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma. Si occupa di formazione e coaching degli
studenti universitari, metodologie dell’autoapprendimento e dell’autoaggiornamento, comunicazione multimediale e applicazioni multimediali
per la didattica.
L’Europa ha perso slancio e vigore. E si è allonta-
Per sopravvivere e tornare padrona del proprio destino, l’Europa deve riacquisire la sua ragion d’essere originaria con una strategia incentrata sugli
obiettivi dell’integrazione politica, della crescita e
della competitività. Di questo compito dovrebbe farsi carico, per prima, la Germania, che ha conquistato negli ultimi anni un ruolo economico preminente
senza però assumersi funzioni e responsabilità di
leadership politica per costruire, insieme agli altri
partner, un’Europa più equilibrata e solidale.
nata la prospettiva di una federazione europea. Le
rigide politiche di austerità ma anche le resistenze
opposte alle riforme strutturali hanno diviso l’Unione tra un’area forte nordica e mitteleuropea a trazione tedesca e un’area debole meridionale e mediterranea. Le conseguenze della crisi esplosa nel
2008 hanno aggravato questa spaccatura, accresciuto i pericoli di stagnazione economica, generato vaste sacche di povertà e di emarginazione sociale, accentuato le nevrosi dell’opinione pubblica,
alimentando un’ondata di sfiducia e di scetticismo.
Valerio Castronovo ha analizzato le vicende dell’Europa, a partire dalla caduta del Muro di Berlino:
l’allargamento a Est e le sue complesse modalità,
la nascita dell’euro e i problemi dell’unione monetaria, i controversi rapporti fra i paesi membri, il
naufragio del progetto costituzionale, le relazioni
ambivalenti con gli Stati Uniti, l’assenza di una propria politica estera, le sfide cruciali che l’Unione deve oggi affrontare in uno scenario mondiale denso
di gravi tensioni e incognite.
Valerio Castronovo
La sindrome tedesca
Europa 1989-2014
Editori Laterza – Roma – 2014
Giovanni Perazzoli
Contro la miseria
Viaggio nell’Europa
del nuovo welfare
Edizioni Laterza – Roma – 2014
T
utti i disoccupati avranno l’alloggio pagato e un
assegno minimo vitale a condizione di frequentare dei corsi di formazione e di accettare il lavoro
proposto dal centro per l’impiego. Se sui giornali
leggessimo di una proposta del genere fatta dal
governo italiano, rimarremmo sbalorditi. Eppure,
per un tassista di Parigi, per un operaio di Berlino
o per un giovane di Londra il reddito garantito è
una realtà di tutti i giorni. Da decenni, la disoccupazione in Europa viene affrontata con potenti
strumenti di welfare che prevedono, oltre a un
sussidio vitale, assegni per le coppie, per i figli, per
chi avvia un’impresa, corsi di formazione, trasporti, riscaldamento e molto altro. In Italia tutto questo non esiste. Siamo una gigantesca anomalia e
neppure ce ne rendiamo conto.
Giovanni Perazzoli oltre a numerosi articoli e testi per riviste accademiche, “MicroMega” e Rai
Educational, è autore di Benedetto Croce e il diritto positivo. Sulla «realtà» del diritto (il Mulino
2011) e Filosofia e laicità (con G. Miligi, Mimesis
2010). Cura “Filosofia.it”. Vive e lavora tra l’Italia
e l’Olanda.
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Gabriele Balbi
Paolo Magaudda
Storia dei media digitali
Rivoluzioni e continuità
getta uno sguardo disincantato su una delle mitologie del nostro tempo.
Quanto è rivoluzionaria la cosiddetta ‘rivoluzio-
Gabriele Balbi è professore assistente in Media
Studies presso l’Università della Svizzera italiana
di Lugano, dove insegna e svolge ricerche sulla
storia e sociologia dei media. In passato ha anche studiato e lavorato presso università italiane
(Torino), americane (Harvard e Columbia), olandesi (Maastricht) e inglesi (Westminster, Oxford e
Northumbria).
ne digitale’? E quanto, invece, il digitale affonda
le proprie radici nei vecchi media analogici
dell’Otto-Novecento? Partendo da questi interrogativi, Gabriele Balbi e Paolo Magaudda ci guidano in un originale viaggio attraverso la storia dei
media digitali, dalla prima metà del Novecento ai
giorni nostri. Con un’ottica globale, gli autori ripercorrono le tappe principali della storia del
computer, di internet, del telefono cellulare e della digitalizzazione di alcuni settori dell’industria
culturale quali musica, stampa, cinema, fotografia e radiotelevisione. Tra rotture rivoluzionarie e
sorprendenti continuità, Storia dei media digitali
Paolo Magaudda è sociologo presso l’Università
di Padova, dove svolge ricerche sul rapporto tra
tecnologie, cultura e società, con particolare riferimento ai media e alla comunicazione. Ha pubblicato, tra l’altro, La scienza sullo schermo (a cura di, con F. Neresini, Bologna 2011), Oggetti da
ascoltare. HiFi, iPod e consumo delle tecnologie
musicali (Bologna 2012) e Innovazione Pop.
Nanotecnologie, scienziati e invenzioni nella popular culture (Bologna 2012). È segretario della
Società Italiana per lo Studio della Scienza e della Tecnologia.
Editori Laterza – Roma – 2014
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ORIENTAMENTO
Il Forum internazionale
sull’Orientamento fa il punto
sulla Garanzia giovani
Dalle parole del Sottosegretario Luigi Bobba
le anticipazioni sull’Agenzia nazionale per
l’occupazione
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
‘Le esperienze di orientamento in Garanzia giovani’: è stato questo il titolo del ‘Forum internazionale
sull’orientamento 2014’, che si è tenuto alla Fiera
di Genova il 7 Novembre 2014, nell’ambito del salone ABCD-Orientamenti.
Nel prossimo numero di ‘Forum’ verrà dato spazio,
più in dettaglio, a quanto emerso dall’appuntamento. Di seguito, un’anteprima, in breve, dei lavori, che
hanno una particolare importanza per il nostro sistema e l’intervento del Sottosegretario di Stato del
Ministero del Lavoro Luigi Bobba.
I saluti istituzionali sono stati portati dall’Assessore
regionale all’istruzione e formazione Sergio Rossetti, da Rosaria Pagano, Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale e da Enrico Giunchiglia,
per conto del Rettore dell’Università degli Studi di
Genova.
Rossetti coglie l’occasione per evidenziare luci e
ombre del Programma Garanzia giovani, le differenze del nostro Paese, rispetto ad altri, dovute anche
al contesto meno favorevole. Pagano pone l’accento sull’orientamento, che non deve essere inteso
solo come strumento di accompagnamento, ma
deve diventare attività con valore permanente. Enri-
co Giunchiglia afferma come la ‘Garanzia giovani’
riguardi una fascia di età particolarmente vulnerabile. L’Università ha istituito un rettorato per la formazione permanente e una forma di apprendistato
di alto livello.
Gli interventi sono stati moderati da Roberto Dasso,
Direttore Generale di Arsel Liguria che ricorda, tra
l’altro, il dato preoccupante dei Neet – 24.000 nella
nostra regione, e, tra le altre, la misura del servizio
civile, che può supportare i giovani nella delicata fase dell’uscita dall’inattività.
Gli intereventi sono stati strutturati in due momenti,
che hanno permesso un alto livello di arricchimento della discussione, partendo dagli stimoli portati
dai relatori.
Apre i lavori Anna Grimaldi, Dirigente Area lavoro
Isfol (per conto di Pierantonio Varesi, Presidente
Isfol), che indica le due piste di riflessione che riguardano l’orientamento: una questione di tipo
culturale e una più squisitamente politica: è
quest’ultimo il nodo da sciogliere. Sintetizza, inoltre, i passi compiuti ad oggi e quelli ancora da
percorrere.
Spazio successivo dedicato alle esperienze in atto,
nell’ambito della Garanzia Giovani. La parola è passata a Gianni Bocchieri, della Regione Lombardia
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(per conto dell’Assessore Istruzione, Formazione e
Lavoro, Valentina Aprea) che ha esplicitato la scelta
strategica e l’esigenza di trattare il Programma da
protagonista, secondo il modello della cooperazione, nell’ambito di una rete tra pubblico e privato.
Un’altra voce è stata quella di Rosa dello Sbarba,
della Regione Toscana (per conto di Gianfranco Simoncini, Assessore alle attività produttive, lavoro e
formazione). In questo caso, Garanzia Giovani si innesta su un percorso, partito nel 2011, denominato
‘Giovani si’, che investe risorse in vista dell’autonomia, a partire dalla casa e mette insieme vecchie e
nuove misure, puntando in modo particolare sul livello informativo.
Giovanni Chiabrera, Responsabile della macroarea Nord di Italia Lavoro (per conto di Paolo Reboani, Presidente Italia Lavoro), fornisce una chiave di lettura sulle tendenze di Garanzia Giovani
che proseguirà fino al 2017/2018. La fase operativa è partita, di fatto, ad ottobre scorso. La campagna di promozione è prevista per novembre. quindi
suscettibile di correttivi. Si è cercato di costruire
una base comune, per tutte le Regioni. Il punto di
partenza è, per tutte le misure, quello dei percorsi
personalizzati.
Per conto dell’assessore regionale alle Politiche attive del lavoro e dell’occupazione Enrico Vesco, è
intervenuto il collega Rossetti che ha tracciato il
quadro ligure, molto variegato e, in questo momento, in discussione, dei centri per l’impiego. Interessante la considerazione che, per le giovani generazioni, è maturata la consapevolezza del fatto che
non sempre si riuscirà a trovare un lavoro, in un’età
in cui, nel passato, si aveva la propria vita in mano.
Ha portato il punto di vista del terzo settore, Claudio
Basso, Portavoce ligure, che esprime alcune criticità e problematiche che possono venire superate,
con un sostegno pubblico alle reti – formali e non –
per renderle capaci di mettersi a disposizione. Inoltre, pone l’accento sulla finalità del servizio civile
che, se viene presentato solo come facilitazione ad
una ricerca di lavoro, quindi, in chiave utilitaristica,
si fa un cattivo servizio, anche ai giovani.
36
Brando Benifei, della Commissione Occupazione e
Affari Sociali del Parlamento Europeo esprime l’impegno istituzionale a continuare a sostenere queste misure, rendendole più efficaci, proseguendo
con i finanziamenti, previo monitoraggio rispetto all’utilizzo dei fondi.
È, inoltre, intervenuto Marco Gaione, Vicepresidente
di Rete Lavoro, l’Associazione italiana delle Agenzie
per il Lavoro che operano nell’intermediazione, ponendo, tra l’altro, l’accento su un tema caldo, quello
del riconoscimento della figura dell’orientatore, che
procede di pari passo, alla gestione dei servizi di
orientamento. Ciò presuppone la necessità di una
chiarezza dei ruoli. Assicura la massima disponibilità alla collaborazione, da parte di un segmento,
quello privato che, da anni lavora assieme al pubblico in questo ambito.
L’intervento del Sottosegretario
di Stato – Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali Luigi
Bobba
Il Sottosegretario indica verso quale modello di politiche del lavoro ci si sta orientando. In particolare,
una novità importante riguarda la costituzione
dell’Agenzia Nazionale per l’occupazione. Si intende, così, sopperire alla mancanza, fino ad oggi, di
un unico interlocutore delle politiche attive e passive, secondo un modello partecipato che non si ispira a quello tedesco, poiché la Germania possiede
un’Agenzia federale che gestisce il complesso degli interventi, con competenze anche gestionali. Il
nostro modello prevede il coinvolgimento, in primo
luogo, delle Regioni, delle parti sociali, dell’Inps;
inoltre, Isfol e Italia Lavoro che già attua progetti e
interventi in collaborazione con le Regioni. Ma, la
struttura avrà un unico punto di guida ministeriale
che darà regole generali, elementi di governance e
un solo sistema informativo per evitare di avere, co-
me avviene oggi, 21 modelli regionali senza un coordinamento effettivo ed efficace. La nuova Agenzia
nascerà nel giro di pochi mesi; già dall’esperienza
di Garanzia giovani potremo capire cosa è necessario, ad esempio l’interoperabilità tra i sistemi che
per ora non c’è.
Ne deriva la necessità di piattaforme informative
unificate, visto che oggi abbiamo una banca dati
sulle comunicazioni obbligatorie poco utilizzata. Invece, occorrerebbe monitorare, attraverso le CO,
l’elenco delle aziende che offrono lavoro e che i
giovani non conoscono. Bisogna mettere insieme
tutti i soggetti che possono gestire le reti pubbliche
o private accreditate, in tempi di risorse scarse non
è certo utile cancellare, anzi, se un servizio o un
progetto funziona in una regione, il modello può essere replicato altrove.
La Garanzia giovani vede 300mila iscritti su 2 milioni di Neet: la distanza è abissale per cui occorre
già porsi un interrogativo. Certo, deve ancora partire
la campagna informativa ma ci sono comunque
‘cadute’ visto che quasi la metà dei convocati o un
terzo circa non si presentano. La capacità del servizio, che deve essere riconoscibile, è quella di saper
accogliere il giovane disorientato.
Dire che non funziona nulla non giova ed è pregiudiziale; neanche gli altri Paesi hanno fatto miracoli,
occorre raffinare la governance degli strumenti per
ottimizzare le risorse, pubbliche e private e avvicinare le opportunità alle richieste, per farle meglio
aderire alle caratteristiche del territorio.
Misurare gli interventi e guardare al risultato è dirimente, vanno esportati e replicati gli strumenti, cercando la cooperazione con le Regioni e gli enti accreditati.
Avremmo un orientamento efficace quando i sistemi scuola e lavoro avranno ‘passerelle’ di contatto.
Le competenze non si apprendono quasi mai a
scuola e le imprese chiedono conoscenze, competenze e relazioni, per cui occorre promuovere un
collegamento per un lavoro comune tra i due contesti.
La legge delega sul Terzo settore si fonda sul principio di sussidiarietà e, la Liguria ha una legge regionale che considera le attività di interesse generale, svolte dai cittadini, come servizi a favore
della comunità. Il Terzo settore rappresenta, talvolta, un’opportunità di occupazione, come è anche
negli intenti della UE. Va costruito un sistema di
coinvolgimento di questo importante segmento e
un percorso di promozione, negli anni a venire.
Occorre rafforzare il Servizio civile per farne un
grande vivaio di impegno per la società e per la
formazione del giovane. Stiamo mettendo a punto
con il MIUR un programma già sperimentato:
‘Community Service Learning’ per valorizzare
l’esperienza di attività volontaria nel curriculum
formativo del giovane, importante, soprattutto nelle zone a rischio, dove i ragazzi abbandonano più
facilmente la scuola.
Il Forum è promosso dalla IX Commissione Istruzione, Formazione, Lavoro della Conferenza delle
Regioni e delle Province Autonome, Regione Liguria
Con il patrocinio di:
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali –
Unione delle Province Italiane – Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – Unione Nazionale delle
Camere di Commercio – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane
Con il supporto scientifico di ISFOL – Università degli Studi di Genova
Coordinamento organizzativo di ARSEL – Università degli Studi di Genova
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A cura di Mariangela Grilli – giornalista, esperta di cinematografia
Prosegue la rubrica dedicata al cinema come risorsa didattica e di riflessione sui temi di cui tratta
‘Forum’.
Adolescenti e internet
Nel 2012 uscì nelle sale italiane un bel film di Silvio
Soldini intitolato “Il comandante e la cicogna”: qui
il protagonista, interpretato da Valerio Mastandrea,
è un vedovo con due figli adolescenti, Elia e Maddalena. Poiché è un padre attento e premuroso, fa
38
R U B R I C A
Cine-FORUM
presto ad accorgersi che la figlia è vittima di cyberbullismo. Infatti, l’ex ragazzo di Maddalena ha
messo in un social network immagini e commenti
offensivi su di lei.
“Il comandante e la cicogna” è uno dei tanti film
che negli ultimi anni trattano del mondo dei social
network. Il più famoso, come è ben risaputo dato che
conta un miliardo di utenti attivi, è Facebook il cui
slogan recita:“Facebook ti aiuta a connetterti e a rimanere in contatto con le persone della tua vita”;
nato si sa nell’ambiente universitario di Harvard da
Mark Zuckerberg e da altri suoi tre compagni, è seguito da altre centinaia di siti. La maggior parte di
questi ruotano intorno ad alcuni grandi temi sulla
vita di relazione: quello professionale e, soprattutto,
quello dell’amicizia e dei contatti amorosi. Si tratta
di un fenomeno dagli aspetti positivi, ma che presenta risvolti inquietanti e pericolosi e dunque una
realtà culturale e sociale di cui anche il cinema si è
appropriato.
Troviamo sull’argomento ogni genere di film, a cominciare appunto dal già citato “Il comandante e la
cicogna”, dove è ritratto efficacemente il sistema in
cui può trovarsi intrappolato, in modo del tutto ingenuo, una persona che affida ad un social network la
propria vita personale ed è particolarmente emblematico per alcuni episodi di suicidio di adolescenti
costantemente vessati da compagni, in internet.
Decisamente inquietante risulta il film “Chatroom”
di Hideo Nakata che illustra il mondo di alcuni adolescenti che passano la maggior parte del loro
tempo su internet e rimangono intrappolati in una
chatroom, senza sapere di essere controllati e guidati da un loro coetaneo particolarmente problematico.
Ma proprio sui pericoli della falsa identità che si
può celare nel mondo della realtà virtuale, è “Catfish”: Nev è un fotografo che vive a New York; un
giorno viene contattato da una bambina, Abby, che
gli chiede il permesso di dipingere una sua fotografia. In seguito Nev inizia una corrispondenza con
Abby e la sua famiglia, che lo porterà ad una relazione virtuale con Megan, la sorella di Abby. A poco
a poco però Nev inizia a scoprire la verità che si
cela dietro alla persona di Megan. Nato come un
documentario, dopo la premiazione al Sundance
Festival del 2010 questo film di Ariel Schulman ed
Henry Joost, ha dato vita all’omonima serie televisiva in onda su Mtv.
Sull’argomento non si può fare a meno di citare “Disconnect”, opera del 2012 e presentata al Festival
di Venezia, del regista Henry Alex Rubin.“Disconnect”
tratta molti temi legati al mondo di internet, attraver-
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sando diverse fasce di età: dal mondo adulto che lo
usa come via di fuga da una realtà frustrante, al ragazzo che ne fa uno strumento di persecuzione
verso gli altri, fino a chi lo usa per esibirsi su siti per
soli adulti. Un film che ha l’intento di mettere in evidenza la solitudine che si cela dietro ai comportamenti di chi affida la propria vita al mondo virtuale.
Sebbene non manchino ormai studi sull’uso ossessivo di internet e dei social network, sarebbe comunque riduttivo rappresentare solo gli aspetti negativi
di questo mondo che, nelle sue qualità migliori, rappresenta davvero un modo per rimanere in contatto
con aspetti fondamentali della vita quotidiana e permette una vita di relazione tra persone altrimenti
molto distanti, e dunque di migliorare parte della vita
sociale e lavorativa. Infatti vi sono film, tanto per citarne uno, come “The real social network” di tre registi Ludovica Fales, Isis Thompson, Srdjan Keca, in
cui si evidenzia come, nel 2010, durante la protesta
degli studenti universitari inglesi contro l’aumento
delle tasse universitarie, il social network sia stato
un modo per coinvolgere e rendere evidente le motivazioni della contestazione. Ma su tutti non si può
non citare “The social network”, film del 2010 di
David Fincher incentrato sugli inventori di facebook
e il cui sottotitolo recita:“non arrivi a 500 milioni di
amici senza farti qualche nemico”.
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APPROFONDIMENTO
Regione Liguria:
i dieci Poli tecnico professionali
‘Forum’ dedica l’approfondimento ai poli tecnico professionali, presentati ufficialmente durante un convegno
a Genova di cui si offre una sintesi.
Nel primo articolo viene descritta l’organizzazione generale, il funzionamento e il ruolo dei soggetti che li
compongono.
Nel secondo articolo si dà spazio ad una descrizione sintetica di ogni singola realtà e nell’ultimo un breve
excursus sulla normativa nazionale e regionale di avvio dei poli.
I poli tecnico professionali
sul territorio ligure
Che cosa sono i poli tecnico professionali PTP
Si tratta di reti di soggetti, operanti nel campo
dell’istruzione e della formazione, e di imprese o
aggregati di imprese che si impegnano per perseguire lo scopo comune di operare in sintonia,
per supportare la Regione nella definizione della
propria offerta formativa, mediante l’analisi dei
fabbisogni formativi dell’area economico professionale di riferimento, ma anche per instaurare
nuove sinergie e valorizzare quelle già esistenti,
al fine di avvicinare i giovani in formazione al
mondo del lavoro.
I poli costituiscono una modalità organizzativa di
condivisione delle risorse pubbliche e private disponibili, formalizzate attraverso un accordo di rete, tra
i soggetti della filiera formativa (istituti tecnici e professionali, organismi formativi accreditati, ITS, università e centri di ricerca) e le imprese della filiera
produttiva che perseguono obiettivi comuni, attraverso la condivisione di risorse professionali, strumentali, logistiche e finanziarie e mediante la realizzazione di un programma di rete.
Il polo tecnico professionale, favorendo una relazione stabile tra scuole, organismi formativi, ITS,
università, centri di ricerca e aziende delle più varie
dimensioni, si presta ad essere il naturale volano
delle politiche di alternanza scuola lavoro e di transizione dei giovani verso il mercato del lavoro, come anche di tirocini e apprendistato.
42
Il processo di attuazione
Il decreto ministeriale del 7 febbraio 2013, che ha
dettato le Linee previste all’art. 52, commi 1 e 2,
legge n.35 del 4 aprile 2012, contenente misure di
semplificazione e di promozione dell’istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori
(ITS), ha indicato le condizioni per l’attuazione dei
poli, in particolare, l’allegato C ha definito gli standard minimi.
La Regione Liguria, con la deliberazione di Giunta
del 19 settembre 2013, n.1145 ha emanato l’invito
per la presentazione di manifestazioni di interesse,
a cui ha fatto seguito l’individuazione dei partenariati ammessi alla costituzione dei poli e, successivamente, alla registrazione degli accordi di rete, la
presa d’atto dei dieci poli che si sono costituiti sul
territorio ligure.
Gli obiettivi
Funzioni comuni a tutti i Poli
L’obiettivo principale è rendere organica, nel quadro dell’apprendimento permanente, l’offerta educativa di istruzione e formazione, anche in apprendistato, degli istituti tecnici, degli istituti professionali, delle strutture formative accreditate per la IeFP,
degli I.T.S., dei percorsi IFTS, assicurandone la coerenza con riferimento alle filiere produttive.
In questo modo, si favorisce l’allineamento tra il
sistema produttivo e quello educativo di istruzione
e formazione, con particolare riferimento ai percorsi di istruzione tecnico-professionale, e il trasferimento degli esiti della ricerca industriale alle imprese.
Vengono, inoltre, valorizzati la partecipazione e il
contributo delle imprese nella definizione dei fabbisogni formativi e nella progettazione e realizzazione dei percorsi.
Si garantiscono le specializzazioni e le complementarità dei soggetti formativi in rete tra loro e con
le imprese, sia su base territoriale sia su base nazionale, nella collaborazione multiregionale, con
particolare riferimento agli I.T.S.;
Si mira, inoltre, a promuovere l’apprendimento in
contesti applicativi, sperimentando anche modalità
diverse dai tirocini curricolari (esperienze di formazione e lavoro, apprendistato), in cui la formazione
è contestuale alla produzione di beni e servizi, attraverso la realizzazione di botteghe scuola e scuola azienda.
1. Partecipare alla costruzione dell’offerta formativa regionale
Le singole filiere produttive/settori strategici sono
chiamate ad esprimere i fabbisogni formativi e
quindi, l’offerta potenziale della filiera, per evitare
eventuali ridondanze o carenze dell’offerta formativa attuale rispetto ai fabbisogni formativi.
Viene favorito il pieno sviluppo dell’autonomia scolastica e vengono formulate proposte di adeguamento dell’offerta formativa alle reali e documentate esigenze della filiera.
Si punta, inoltre, a facilitare le azioni di alternanza
scuola lavoro e di transizione al mondo del lavoro.
2. Garantire la continuità formativa della filiera
Si favoriscono l’accesso e i passaggi fra i diversi
segmenti formativi afferenti la filiera, utilizzando le
leve della flessibilità, al fine di consentire percorsi
continuativi dalla formazione iniziale alla formazione superiore in un contesto di apprendimento permanente.
Funzioni relative alle specificità del singolo Polo
Commisurare all’area economico professionale
l’implementazione di:
> Sistema di governo e gestione delle relazioni:
i PTP, partendo da relazioni già esistenti, mirano
a costruire un modello organizzativo che consenta di sviluppare azioni in modo efficace, eco-
I dieci poli professionali costituiti a luglio 2014
1. Meccanica impianti costruzioni – M.I.C.
2. Rotta polare (porto logistica-mare) “mediterranean logistic and transport system”
3. Atal: accordo territoriale agroalimentare ligure
4. Distretto formativo del levante: meccanica, navalmeccanica, robotica e automazione industriale
5. Liguria agro alimentare
6. Polo Hermes “sviluppo delle tecnologie per la
cultura, la comunicazione e l’informazione”
7. Professioni vita
8. Servizi alla persona: cura e benessere
9. Risparmio ed efficienza energetica
10.Turistico del Levante ligure, Toscana e Piemonte
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nomico e qualificato;
> Strategie, obiettivi e azioni: a seconda del settore, variano i fabbisogni produttivi - formativi e
le azioni del Polo, devono essere differenziate in
base al segmento formativo prevalente e/o trainante;
> Attività di promozione e marketing territoriale e
di filiera: i Poli valorizzano e amplificano la capacità dei singoli partner di attrarre studenti/docenti/formatori e imprese;
> Internazionalizzazione: tramite la promozione e
realizzazione di scambi e di accordi per il riconoscimento internazionale delle competenze e
quando possibile dei titoli.
aggiuntive nell’ambito delle singole azioni del Polo, con possibile rimborso a risultato e non a processo, a fronte di obiettivi addizionali più elevati
(rispetto a quelli assegnati ad altri operatori) raggiunti dai soggetti che partecipano al Polo; vengono assegnate anche per l’offerta di servizi addizionali che integrano e potenziano quelli già previsti
dal Polo.
Il ruolo della Regione
La Regione si riserva di valutare, nella sua programmazione, la possibilità di destinare risorse
PTP e programmazione regionale
Segmento formativo
Obiettivi perseguibili
Servizi attivabili
IeFP
> Stage presso impresa del polo
> Inserimento lavorativo
> Correlazione tra competenze acquisite in
> Sostegno alla programmazione
percorso IeFP e competenze necessarie
> Centro di risorse umane e strumentali
per abilitazione professionale (es. estetiste, > Servizi di orientamento e accompagnapatentini idraulici, ecc) al fine di favorirne il
mento all’inserimento lavorativo
riconoscimento di crediti formativi, nell’ambito di azione di sistema regionale
Apprendistato qualifica e diploma professionale
> Ampia copertura figure professionali
> Stabilizzazione lavorativa
Centro di risorse professionali, e strumentali
per formazione interna alle imprese
Apprendistato professionalizzante
Diffusione dello strumento tra le imprese afferenti il Polo
Piano di diffusione per far conoscere il meccanismo alle imprese afferenti;
IFTS
Individuazione di percorsi da attivare
Definizione dei fabbisogni formativi
ITS
Ampliare bacino di imprese di riferimento
> Favorire il reclutamento di docenti del
mondo del lavoro
> Effettuare azioni di matching con le imprese del Polo, per l’inserimento lavorativo
degli allievi diplomati
Apprendistato di alta formazione e ricerca
> Diffusione dello strumento tra le imprese
afferenti il Polo
> Sfruttare la presenza delle università o delle istituzioni di ricerca all’interno dei Poli
> Piano di diffusione per far conoscere lo
strumento alle imprese afferenti;
> Coinvolgimento attivo delle imprese nella
co-progettazione dei percorsi con università o istituzioni di ricerca
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Un’ipotesi operativa: i Poli come soggetti promotori per l’attivazione di percorsi di IV anno
IeFP in apprendistato di primo livello in obbligo
formativo
> Sperimentazione in atto
> Reti già esistenti di soggetti diversi (costituite
sulla base delle regole dei Poli);
> Utenza già qualificata, conosciuta e disponibile
immediatamente
> Aziende già coinvolte negli stage del percorso
triennale
> Percorsi brevi (un anno)
> Risorse per la formazione già disponibili
Ruolo strategico dei Poli per:
> la definizione dei fabbisogni formativi relativi
alle figure di tecnico in uscita ai percorsi di IV
anno IeFP e la conseguente individuazione di
uno o più percorsi utili all’area economico produttiva di riferimento;
> l’individuazione e il coinvolgimento di imprese
disponibili ad assumere un apprendista per il
conseguimento del diploma professionale
Scheda riassuntiva
45
Il Glossario1
Ambiti complessi: sono definiti a partire dalle intersezioni tra filiere produttive che si sviluppano anche
sulle stesse tecnologie abilitanti.
Aree economico professionali: sono intese come
un sistema di referenziazione statistica, realizzato a
partire dai codici delle attività economiche (classificazione ATECO) e dai codici della nomenclatura
delle unità professionali. Le aree economico professionali sono state adottate per la referenziazione al
mondo del lavoro della IeFP (Accordo in sede di
Conferenza unifi cata 27 luglio 2011), dei profili nazionali degli Istituti tecnici superiori (decreto interministeriale MIUR/MLPS del 7 settembre 2011) e
dei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore in corso di revisione.
Cluster tecnologici: sono intesi come aggregazioni
di imprese, università e altre istituzioni pubbliche e
private della ricerca e di altri soggetti attivi nel campo dell’innovazione, organizzate intorno a tecnologie abilitanti (General Purpose Technology, GPT)
cioè tecnologie pervasive che trovano applicazione
in tutti i settori dell’economia e della società.
I cluster tecnologici sono pertanto intesi come propulsori della crescita economica sostenibile dei territori e dell’intero sistema economico nazionale.
Filiera formativa: è intesa come insieme dei percorsi per il conseguimento di:
> diplomi di istruzione tecnica e di istruzione professionale, a conclusione dei percorsi scolastici,
di durata quinquennale, degli istituti tecnici e degli istituti professionali;
> qualifiche professionali, di durata triennale, e diplomi professionali, di durata quadriennale, a
conclusione dei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale (IeFP);
> certificati di specializzazione tecnica superiore,
di durata annuale, a conclusione dei percorsi di
istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS);
> diplomi di tecnico superiore a conclusione dei
percorsi degli Istituti tecnici superiori (I.T.S.), riferiti alle aree tecnologiche.
Le filiere formative assumono, come quadro di riferimento, gli indirizzi dell’Unione europea in materia di
apprendimento permanente, le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni (capo III del decreto
legislativo n. 226/2005 e alla legge n. 92/2012);
possono comprendere anche ulteriori articolazioni
territoriali dell’offerta formativa, anche a livello terziario, sulla base delle determinazioni delle Regioni.
Filiera produttiva: è intesa come insieme delle attività
interrelate che si articolano lungo la catena del valore
di un prodotto/servizio; comprende tutte le attività che
concorrono alla creazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di quel prodotto/servizio. Per estensione, può comprendere, altresì,
la rete delle attività professionali direttamente o indirettamente connessa alla filiera produttiva.
La filiera costituisce un quadro di riferimento generale, senza vincoli definitori stringenti, per costruire
e articolare l’offerta formativa sul territorio.
Parchi tecnologici/distretti ad alta tecnologia: sono intesi come reti o aggregazioni di aziende, supportate da strutture di ricerca specializzate nel trasferimento tecnologico e da strutture di consulenza,
capaci di promuovere l’evoluzione delle filiere produttive verso una dimensione tecnologica.
Poli tecnico-professionali: sono intesi come la interconnessione funzionale tra i soggetti della filiera
formativa e le imprese della filiera produttiva, che si
identifica in «luoghi formativi di apprendimento in
situazione», fondata su accordi di rete per la condivisione di laboratori pubblici e privati già funzionanti; configura anche sedi dedicate all’apprendimento
in contesti applicativi, così da utilizzare pienamente
le risorse professionali già esistenti anche secondo
modalità di «bottega a scuola» e «scuola impresa».
1. Tratto da: DECRETO 7 febbraio 2013 .Linee guida di cui all’art. 52, commi 1 e 2, della legge n. 35 del 4 aprile 2012, contenente misure di semplifi cazione e di promozione dell’istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.).
46
I poli uno per uno
Il Polo MIC - Area Meccanica
Impianti, Costruzioni
Il polo agisce su tutto il territorio regionale, coinvolgendo in ogni provincia un mix di strutture formative,
istituti scolastici, ma soprattutto imprese, consorzi,
centri di ricerca ed istituzioni.
Ha una sede legale e cinque diverse sedi operative,
fornite dai partner fondatori di progetto.
Al centro delle azioni del polo c’è l’innovazione riferimento del nuovo modello di sviluppo economico
territoriale. La ricerca della qualità, nei prodotti e nei
processi dovrà costituire il principale motore di questo sviluppo, ed anche la formazione si dovrà orientare verso servizi innovativi, con un trasferimento di
competenze e know how ad elevata componente
tecnologica.
Il coinvolgimento di partner diversi garantisce la co-
progettazione e co-gestione dei processi, che si concretizzano nella definizione di:
> fabbisogni professionali e formativi;
> politiche di sviluppo e formative locali;
> criteri e strumenti di valutazione delle proposte;
> strumenti di monitoraggio;
> strumenti di valutazione dell’efficienza delle
azioni formative.
Gli obiettivi
> creare sinergia tra i percorsi ed i diversi soggetti
dell’offerta formativa e le imprese, condividendo
risorse umane, laboratori, analisi di fabbisogni e
progettualità;
> qualificare nell’apprendimento in situazione gli
obiettivi specifici dei singoli percorsi;
> favorire la continuità dei percorsi formativi, contrastando il rischio di abbandono e dispersione;
Le filiere
47
> promuovere azioni trasversali alle diverse offerte
formative;
> promuovere il contratto di apprendistato e qualificarne il contenuto formativo, con particolare riferimento al primo e terzo livello;
> favorire l’esperienza di formazione in alternanza e
promuovere la formazione permanente e continua;
> creare le condizioni affinché le autonomie scolastiche e formative realizzino la flessibilità curricolare con il pieno utilizzo degli strumenti esistenti;
> attivare azioni di orientamento e realizzare azioni di accompagnamento dei giovani adulti per il
rientro nel sistema educativo di istruzione e formazione;
> realizzare interventi di formazione congiunta di
carattere scientifico, tecnico e tecnologico per i
docenti e i formatori impegnati nelle diverse istituzioni educative e formative.
I soci fondatori
Scuola edile della Provincia di Savona, Scuola
edile spezzina, Ente Scuola edile genovese, Scuola
edile Imperia, Villaggio del ragazzo.
I soci partner
La rete di supporto
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
Provincia di Savona
Confindustria Genova
Ordine Regionale del Geologi della Liguria
Collegio Regionale
Collegio Geometri Savona
Collegio Geometri Genova
Guide Alpine
Collegio Periti
Collegio Geometri Imperia
Collegio Periti Savona
Imperia
Apis
Federazione Regionale degli degli ordini del Dottori Agronomi e dei dottori forestali della Liguria
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> Federazione Liguria degli Agrotecnici e Agrotecnici laureati
> Afige
> Anaci
> ISS Calvino
> Ticass
> Forme DIL
> Assimp
> CPTA Genova
> CPT Savona
> Scuola edile Reggio Emilia
> Scuola edile Cuneo
> Scuola edile Livorno
> Scuola edile Piacenza
> Clinica S. Michele
> Cooperativa Sociale TAU
Rotta PO.L.ARE
settore di riferimento:
porti, logistica e mare
mazione a l lavoro
> promuovendo l’alternanza scuola / lavoro (stage
polifunzionali) o Orientamento di filiera: creare e
favolire percorsi di orientamento all’interno delle
filiere anche come prevenzione della dispersione scolastica pennettendo un facile ri-orientamento in itinere
Le filiere di riferimento
Le filiere riguardano il settore portuale e in particolare: il trasporto marittimo, la nautica da diporto e
turismo sul mare, i servizi portuali e il sistema intermodale, i servizi commerciali.
Presidio di qualità:
> Costruzione di un Marchio di Qualità quale sistema di regole e processi a garanzia delle prestazioni, dei servizi e delle attività svolte dai partner
> Definizione di un Patto Formativo con le aziende
per l’individuazione di standard formativi e come
facile strumento di monitoraggio e valutazione
delle attività svolte
Proposte operative
I soggetti aderenti
Osservatorio di settore:
> Processo continuo di analisi settoriale e dei fabbisogni professionali grazie ad un confronto
continuo che premette la rilevazione di bisogni
a breve, medio e lungo termine anche tramite un
portale dedicato alla “rilevazione dei bisogni”
delle aziende
> Presidio e promozione della Formazione Continua come opportunità di crescita dell’impresa
> Istituto tecnico superiore: Fondazione Accademia ltaliana della Marina Mercantile
> Enti di formazione professionale: Opera Diocesana Madonna dei Bambini “Villaggio del Ragazzo”, AS.FO.R., Scuola Nazionale Trasporti e Logistica, Cisita, Consorzio Formazione Polcevera,
Consorzio Lavagna Sviluppo seri, CULMV, ENTE
NIVES F. O. P, Fondazione Cif Formazione, Sogea
> Imprese: Costa Crociere spa, Grandi Navi Veloci
spa, Porto di Arenzano spa, Marina Chiavari srl,
Associazione Agenti Raccomandatori Mediatori
Marittimi Agenti Aerei Genova, Spediporto - Associazione Spedizionieri corrieri e trasportatori di
Genova, Sech - Terminal Contenitori Porto di Genova spa, La Spezia Container Terminal Spa, Porto Lotti
> Istituti tecnico professionali: I.S.C.S. “E. Montale”,
I.P.S.S.A.R.“N. Bergese”, I.I.S.“G. Natta” - “G. V. Oeambrosis”, l.T.T. L.“San Giorgio”, I.I.S.“G. Capellini
- N. Sauro”, I.I.S.S. “A. Fossati” -”M. Da Passano”
> Enti e istituzioni scientifiche e di ricerca: DIEC Dipartimento di Economia - Università di Genova, DLTM - Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, DITEN - Dipartimento di ingegneria navale,
Benchmarking:
> Confronto continuo tra realtà regionali, nazionali
ed internazionali per condividere e trovare collaborazione su innovazione, sviluppo, crescita e
raccordo in progetti europei
> Supporto e collabotazione alla competitività delle
imprese, seguendo i trend del mercato, tramite lo
sviluppo e l’aggiornamento delle risorse umane
Scuola/Lavoro:
> Incontro scuola-lavoro: monitorare e raccogliere
le necessità aziendali e presidiare l’aggiornamento delle competenze professionali ai fini di
un avvicinamento del sistema istruzione e for-
49
elettrica, elettronica e delle telecomunicazioni Università di Genova, DSA - Dipartimento Scienze per l’Architettura - Università di Genova
I soggetti sostenitori
> Assiterminal – Associazione Italiana Terminalisti
Portuali
> Associazione Agenti Marittimi La Spezia
> Associazione Spedizionieri del Porto di La Spezia
> Autorità Portuale di Genova
> Autorità Portuale di La Spezia
> Autorità Portuale di Savona
> Ciofs FP Liguria
> Circle srl
> Confetra – Confederazione generale Italiana dei
Trasporti e della Logistica
> Confindustria Genova
> Confindustria La Spezia
> Confitarma – Confederazione Italiana Armatori
> Conform srl
> Ente per l’Addestramento di osservatori Radar
s.cons.arl
> Federagenti – federazione Nazionale Agenti,
Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi
> Federpesca – Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca
> Fedespedi – Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali
> Fresco ship‘s agency & forwarding srl
> Gimax International srl Villanova Group
> C. Steinweg – GMT srl
> Isomar
> Spediservices srl
> Ticass – Tecnologie Innovative per il Controllo
Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile scrl
> Ucina – Confindustria Nautica
50
La governance
Il consiglio di indirizzo si propone di:
> assicurare il costante collegamento dei suoi programmi alle dinamiche di sviluppo delle quattro
filiere
> accompagnare la creazione di un modello di rete evoluta (Smart Community) per accrescere il
networking imprenditoriale, istituzionale e associativo.
> incrementare la capacità del Polo di promuovere, una qualificata offerta per le competenze
chiave dell’economia del mare
> monitorare con sistematicità l’efficacia delle
azioni intraprese
Il consiglio di gestione che si propone di:
> sviluppare criteri e regole di comportamento per
ottimizzare la conformità e l’efficienza delle attività e dei metodi praticati
> oordinare l’attività di ricerca e sviluppo
> perseguire azioni di consolidamento ed ampliamento dei programmi del Polo
> assicurare la corrispondenza delle azioni di filiera ai fabbisogni tecnico-professionali
> incrementare un efficiente utilizzo delle risorse e
la qualità dei metodi didattici impiegati
Il comitato tecnico svolge le sue funzioni in posizione di staff ad Accademia Italiana della Marina
Mercantile e una funzione di management operativo finalizzata a:
> progettazione di dettaglio e realizzazione dei
programmi e degli obiettivi indicati dal Consiglio
di Gestione
> costituzione e gestione della Rete e delle attività
di comunicazione e immagine
> supporto tecnico amministrativo alla realizzazione dei programmi
Il polo A.T.A.L.
area agroalimentare
Le filiere interessate sono quelle della trasformazione, confezionamento, produzione agricola, allevamento e pesca; nasce da un accordo transregionale Liguria/Piemonte.
Gli obiettivi
> Innovazione metodologica e contenutistica dei
percorsi formativi di filiera con partecipazione
delle imprese nella rilevazione dei fabbisogni
> Individuazione di nuovi percorsi rispetto alle esigenze del mercato
> Promozione di percorsi di apprendistato e di alternanza scuola/lavoro
> Integrazione tra sistema scolastico/formativo e il
sistema della ricerca
> Sviluppo del livello qualitativo professionale degli occupati
La rete
> gli enti di formazione: Fondazione CIF Formazione, Consorzio Lavagna Sviluppo, Villaggio del Ragazzo, Ente Ligure di Formazione, Forma, Formimpresa Liguria, Agenform - Agenzia dei Servizi Formativi della Provincia di Cuneo, E.l.f.o, Azienda
speciale per la formazione professionale e la pro-
mozione tecnologica e commerciale, Iripa Liguria
> gli istituti scolastici: I.I.S.S. Bernardo Marsano
(GE), Istituto Professionale Aicardi (IM), Istituto
Professionale Aicardi (SV), Istituto Professionale
Nino Bergese (GE), Istituto Professionale di Stato
- Servizi per l’Enogastronomia e l’ospitalità Alberghiera (SP), Istituto di Istruzione Statale Superiore “C. Arzelà” (SP), IISS Norberto Bobbio – Carignano (TO)
> enti di ricerca e Università: Università degli Studi
di Genova, Micamo srl, Centro di sperimentazione ed assistenza agricola, CRA-FSO - unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie ornamentali,
Istituto Regionale per la Floricoltura, Azienda
agricola dimostrativa s.r.l., Osservatorio Ligure
Marino per la Pesca e l’Ambiente, Centro di sperimentazione ed assistenza agricola
> le associazioni di categoria: Coldiretti Liguria, Federpesca – Federazione nazionale delle imprese
di pesca, UECOOP, Associazione Pescatori Liguri
> gli ordini professionali: Ordine Dottori Agronomi
e Dottori Forestali della Provincia della Spezia,
Ordine dei dottori agronomi delle province di Genova e Savona, Ordine dei Dottori Agronomi e
dei Dottori Forestali della Provincia di Imperia,
Collegio professionale - Collegio regionale delle
guide alpine e degli aspiranti guide Liguria
Le aziende consorziate
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
Cooperativa Agricola Produttori del Pesto
Terre Taggiasche Srl Società
Amaie Energia Srl
Cooperativa Allevatori Bestiame c.a.b
Fabiano Caldi
Cooperativa Ortoflorofrutticola Andorese Società
Cooperativa
Consorzio per la tutela dell’olio extravergine di
oliva dop Riviera Ligure
Consorzio tutela e valoriz. fagiolo bianco valli imperiesi
Frantoio di Celle Ligure società cooperativa
Fratelli De Andreis Snc di De Andreis G. & C.
51
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
Il Teccio Società Cooperativa Agricola
L’ortofrutticola Società Cooperativa A R. L.
Az. Agricola Lu.Ne.Verdi.
Mauro Antonio Zino
Riviera Alimenti Srl
Az. Agricola il Torchio
Eleonora Robotti ditta individuale
Terre Taggiasche Srl Società Agricola
Azienda Agricola De Andreis Lavinia
Olio An fosso di A. Alessandro e Alfredo e C. Sas
Azienda Agricola Siffredi Carlo
Consorzio per la tutela dell’oliva taggiasca
Azienda Agricola Natta Roberto
AQUA Società Agricola a responsabilità limitata
Azienda Agricola Dino Abba Sas
A&G floortoagricola Sas
Azienda Agricola Alberto Biancheri
Agricontrol snc di Balbi Secco
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> Consorzio di tutela del Basilico genovese di Pra’
DOP
> Azienda agricola Anfossi Società Agricola Sas
> Azienda Agricola Novara Nicola
I soggetti della governance
L’assemblea: composta da tutti i membri aderenti
all’accordo, ha funzioni di indirizzo tecnico-scientifico ed elettive; nomina i membri del Comitato di
Gestione.
Il comitato di gestione: presieduto dall’Ente capofila è composto da un rappresentante di ogni categoria dei soggetti aderenti alla rete, ha funzioni tecnico operative.
Il comitato di controllo: composto da tre membri di
cui uno esterno scelto tra gli esperti di valutazione
partecipata, è nominato dal Comitato di gestione.
Distretto formativo
del Levante - Area:
meccanica-navalmeccanica,
robotica e automazione
industriale
Il Polo Tecnico Professionale “Meccanica-navalmeccanica, robotica e automazione industriale“ ha
come fine quello di promuovere una più stretta correlazione tra i soggetti delle filiere formative e delle
filiere produttive che agiscono sui territori interessati, cercando di razionalizzare, innovare ed innalzare la qualità dei servizi educativi offerti ai giovani,
con lo scopo di favorire la loro occupazione e con-
solidare la competitività delle imprese, facendo acquisire loro competenze professionali allineate alle
richieste delle imprese.
I soggetti proponenti
> Istituti Scolastici di Istruzione Superiore: IISS Capellini Sauro – SP, IISS Natta De Ambrosis – Sestri L., IISS Barsanti – MS, IISS Gadda – Fornovo
PR, IISS Cardarelli – SP, IISS Fossati Da Passano
– SP, IISS Pacinotti – Fivizzano, Pontremoli, Bagnone
> Le Imprese: Fincantieri spa, OTO Melara spa,
MBDA spa, Dott. Ing. Mario Cozzani srl, Casa Del
Motore srl, Sire srl, Cantieri Navali Valdettaro srl,
TM.P. spa – Termomeccanica Pompe, TM.C. spa –
Termomeccanica Compressori
> Organismi Formativi Accreditati: Cisita Formazione Superiore, Villaggio del ragazzo, CPFP Durand
De La Penne, CPFP Spinelli Trucco
> Istruzione Tecnica Superiore: Istituto Tecnico Supe-
53
riore Innovazione di Processi e Prodotti Meccanici
> Università: polo universitario spezzino
> Istituzioni: Confindustria La Spezia, Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria SP, DLTM - Distretto Ligure Tecnologie Marine
> Altre Istituzioni sostenitrici: Confindustria Genova, Confindustria Massa Carrara, Unione Parmense degli Industriali, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, CGIL – CISL – UIL, INGV - Istituto Nazionale di Vulcanologia
L’offerta formativa
> Percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale – IeFP: Operatore meccanico – macchine utensili; Operatore meccanico; Operatore
elettrico; Installatore manutentore di impianti civili e industriali; Tecnico del legno; Tecnico per la
conduzione e manutenzione di impianti automatizzati; Tecnico impianti termici
> Percorsi tecnici e professionali di Istituti Scolastici Superiori: Tecnico della manutenzione e assistenza tecnica; Tecnico costruzioni, ambiente e
territorio; Tecnico meccanica, meccatronica
(meccanica e meccatronica; Energia); Elettronica ed elettrotecnica (Elettrotecnica; Elettronica;
Automazione)
> Post Diploma e Formazione Tecnica Superiore:
Il caso del progetto Finmeccanica - OTO
Il Polo metterà in campo le proprie risorse per collaborare a progetti specifici di orientamento ed inserimento lavorativo di giovani qualificati, diplomati e laureati promossi da imprese ed altre realtà rilevanti. Un esempio è il progetto “1000 giovani per Finmeccanica”, che, grazie alla presenza
nel partenariato di più di una azienda facente parte del gruppo, coinvolgerebbe in maniera diretta
gli allievi del Polo. Tale progetto, già attivo sul nostro territorio, mira a realizzare azioni orientative
per gli studenti degli istituti tecnici e professionali,
54
Montatore installatore di macchine e impianti;
Tecnico Superiore per l’innovazione dei processi
e dei prodotti meccanici
> Corsi universitari: Ingegneria Meccanica; Ingegneria Nautica; Yacht Design; Design Navale e
Nautico
> Post Laurea e Master Universitari: DLTM Perform
Cisita; System Engineering for maritime Technologies; FORTEMARE
Sono previsti anche percorsi di apprendistato e di
formazione continua ed inoltre un osservatorio delle professioni per definire i fabbisogni formativi e
garantire la coerenza dei percorsi di istruzione e di
istruzione e formazione professionale con le esigenze del tessuto produttivo.
I servizi
> per gli studenti: orientamento alle professioni
> per i disoccupati/inoccupati:orientamento a supporto della scelta di percorsi formativi, orientamento professionale, iniziative specifiche volte
alla prevenzione della dispersione scolastica
> per le imprese: supporto nel reperimento risorse
umane
> per il sistema educativo: formazione – formatori,
laboratori condivisi, marchio qualità
con il fine di diffondere la cultura tecnica e far conoscere loro le professioni di riferimento.
Contro la dispersione
Il Polo potrà realizzare, come già avvenuto sulla
Provincia della Spezia con esperienze quali Angeli
e Demoni, iniziative ad hoc volte a fornire una formazione professionale ad una fascia d’età, tra i
18 e i 25, caratterizzata sia a livello nazionale sia
a livello locale da problematiche ben definite quali l’abbandono scolastico e il mancato inserimento nel mondo del lavoro.
Il Polo “Liguria
agro - alimentare”
I partners, che si sono costituiti all’interno della rete,
sono altamente rappresentativi del settore agro alimentare e con un bagaglio di competenze tecniche
coerente con gli obiettivi del polo; si sono resi disponibili nell’azione di analisi dei fabbisogni formativi
per garantire le professionalità che, un tempo passavano da padre in figlio, e che ora devono essere
trasmesse attraverso la formazione professionale,
con l’obiettivo anche di preservare il territorio abbandonato all’incuria e al degrado idro – geologico
Le associazioni datoriali collaboreranno ad analizzare quali siano le figure professionali che saranno
in grado di intervenire nei processi di commercializzazione dei prodotti agro – alimentari nonchè
tramite analisi accurate, realizzate con la collaborazione del Centro Ligure della Produttività della
CCIAA di Genova e l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Val d’Aosta oltre a
Liguria International, per gestire i processi di innovazione ma anche e soprattutto la valorizzazione
dei prodotti locali.
L’obiettivo è conferire un nuovo approccio per concepire l’idea di sviluppo delle figure di tecnici agro
alimentari e della trasformazione che non punti più
sul ruolo generico e spesso improvvisato, bensì su
un forte riconoscimento della qualificazione professionale e di competenze riconoscibili e sviluppabili
con ulteriori percorsi di specializzazione.
Le specializzazioni necessitano di una formazione
in laboratorio.
Partendo dalla tradizione, per esempio, della focaccia genovese Iscot Liguria ha inserito nel polo
l’Associazioni dei Panificatori alla quale verrà richiesto il supporto tecnico durante la fase di formazione così come la libera associazione di macellai, professione sempre più ricercata sul mercato del lavoro.
All’interno del nostro polo ci si avvale della collaborazione di istituti professionali afferenti al settore
che mettono a disposizione docenti e laboratori;
inoltre, enti di formazione che da anni collaborano
e che possono garantire professionalità sia in fase
di progettazione dell’offerta formativa sia nella gestione corsuale.
La rete è aperta a nuove collaborazione e partecipazioni.
La meta è il miglioramento dell’efficacia dell’offerta
formativa in base alla domanda di competenze professionali del sistema produttivo agro – alimentare
della nostra regione; la promozione di esperienze
formative, attraverso l’alternanza scuola – lavoro;
l’interazione tra il mondo della scuola, della formazione e delle imprese.
Componenti partenariato
> Ente Formativo Regionale (Capofila): ISFORCOOP, Parasio srl Formazione e Mediazione, Cescot
Genova, Centro Provinciale Formazione Professionale G. Pastore srl, C.F.L.C Consorzio Formazione Lavoro Cooperazione Soc.Coop
> Centro di Ricerca: Centro Ligure Produttività
> Istituto Tecnico o Professionale Statale: I.I.S. B.
Marsano, IST. Alberghiero Nino Bergese,
I.P.S.E.O.A: Istituto professionale statale per
enogastronomia e ospitalità alberghiera “Marco Polo”
> Impresa: Panificio “Paolin” Di Marco Saettone &
C.sas, Azienda Agricola Botto Davide
> Associazione di Categoria: Confcommercio imprese per l’Italia Liguria, Associazione panificatori di Genova e Provincia, Confederazione Italiana Agricoltori Regionale della Liguria, Feseo –
Federazione Sindacale Esercenti Ortofrutticoli e
Affini, Libera Associazione Macellai di Genova e
Provincia, Confagricoltura Liguria, Fedagromercati Genova, Lega ligure delle cooperative, Unione Regionale Confcooperative Liguria
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Il Polo Hermes: area cultura,
informazione e tecnologie
digitali
> Coach ing. counseling, orientamento scolastico,
formativo e professionale
Il polo prepara e impiega professionisti nel campo
della grafica, del web e della multicanalità
> Enti di formazione: Associazione CFP ‘E. Fassicomo’ Genova, CE.S.COT Liguria, Cnos-FAP Liguria
Toscana, ECIPA Liguria, Emiliani FAP Genova,
Fondazione CIF Formazione Genova, FO.C.US
Genova, Villaggio del ragazzo Chiavari, Xelon Sinergetica s.r.l. Genova
> Scuole superiori di secondo grado: I.I.S. Giovanni
Caboto Chiavari, I.I.S. Majorana Giorni Genova,
I.I.S.S. Vittorio Emanuele II - Ruffini Genova
> Alta formazione: Istituto tecnico superiore pavoniano per le arti grafiche di Trento
> ITS Istituto tecnico superiore: fondazione ITS per
le tecnologie dell’informazione e della comunicazione di Genova
> Università: Laboratorio E-Learning & Knowledge
Management DIBRIS (Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei sistemi) dell’Università di Genova
> Aziende: Artescienza S.a:s: Genova, Arti & Mestieri Società cooperativa – Genova, B.N. Marconi s.r.l. Genova, Conform s.r.l. Genova, Daprà
Giovanni Lares Milano, ETT s.p.a. Genova,
E.Group.Net s.r.l. Genova, Frog ADV s.r.l. Genova,
Ditta Giuseppe Lang Arti grafiche s.r.l. Genova,
Guercio Arti grafiche Genova, Pitto-P.Zeta s.r.l.
Genova, Radio Babboleo s.r.l. Genova
Obiettivi
Il polo si propone di avvicinare il mondo della formazione all’impresa, tramite:
> l’innovazione metodologica e contenutistica dei
percorsi formativi di filiera con partecipazione
delle imprese nella rilevazione dei fabbisogni
> progettazione, realizzazione di nuovi percorsi rispetto alle esigenze del mercato, favorendo programmi di continuità scuola-lavoro, attraverso
stage, tirocini e apprendistato
> progettazione e realizzazione di interventi di aggiornamento e riqualificazione in continuità con
le trasformazioni del mercato
> attuazione di misure di integrazione tra sistema
scolastico e formativo e tra questi e il sistema
della ricerca
Ambiti strategici
> Mediatico-audiovisivo
> Multimediale per l’utilizzo delle tecnologie informatiche applicate alla comunicazione in tutti i
settori produttivi
> Utilizzo delle nuove tecnologi nel campo della
comunicazione applicate ai settori: cultura, logistica e abbigliamento e nella comunicazione nel
settore della disabilità e delle problematiche di
apprendimento (BES e OSA).
> Tecnologie informatiche e degli strumenti mediatici nel settori: gestione d’impresa, Web marketing ed E-com merce
> ICT anche in relazione al settore culturale
> Progettazione assistita dall’utilizzo di tecnologie
informatiche
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La rete
Istituzioni scientifiche o di ricerca che collaborano
Comitato Regionale Ligure dell’E.N.I.P.G.
Ente Nazionale Istruzione Professionale Grafica:
anello di congiunzione tra la scuola e le imprese
ARCOS- Agenzia di Ricerca e Comunicazione Sociale
Pianificazione sociale e strategica - Attività di ricerca sociale e di mercato - Indagini sui fabbisogni sociali, formativi e culturali - Progettazione e produzione di documenti di indirizzo, linee guida, protocolli
DISFOR- Dipartimento di Scienze della Formazione
Formazione Universitaria e post laurea nell’ambito
della Comunicazione e Formazione.
Hanno aderito anche:
> AlCA - Genova
> CNA- Genova
> CONFINDUSTRIA - Genova
> COMUNE DI MELE - Genova
> ITS ANGELO RIZZOLI - Milano
> ISTITUTO PAVONIANO ARTIGIANELLI - Milano
> IL SECOLO XIX - Genova
> I.I.S.S. ITALO CALVINO - Genova
> LABORATORIO PROBABILE BELLAMY - Genova
La governance
Il comitato tecnico scientifico provvede all’elaborazione delle linee strategiche di indirizzo.
La giunta esecutiva, presieduta dall’ente capofila,
ha funzioni di realizzazione e controllo delle azioni
programmate.
Contatti
Polo Tecnico Professionale HERMES
Associazione C.F.P.“E. Fassicomo”
Scuola Grafica Genovese
Via Imperiale, 41 - 16143 Genova
Tel. 010 518651
[email protected]
http://polohermes.blogspot.it
57
PROVI Polo Tecnico
Professionale
Il Polo SI4Life, ha l’obiettivo di definire i fabbisogni
formativi e lo sviluppo di competenze per le professioni del settore servizi alla persona. Punta a valorizzare il contributo delle imprese nella definizione dei
fabbisogni formativi, a portare nelle aule le competenze del lavoro e ad aprire i percorsi di istruzione
tecnica e professionale con visite e stage in azienda,
rafforzando il rapporto tra il sistema dell’istruzione e
della formazione e i sistema della ricerca tecnologica più avanzata. Contribuiscono alla creazione di sinergie tra la formazione e le imprese, gli istituti scolastici e gli enti di formazione professionale, lavorando in stretto contatto con enti e imprese del territorio
e in collaborazione con l’Università di Genova.
Obiettivi
> Sviluppare una più approfondita conoscenza
dello scenario scuola-lavoro
> Individuare nuovi profili professionali di base
(calibrati su a) che vengano riconosciuti da Regione Liguria:
> Identificare figure professionali già riconosciute in altre regioni;
> Declinare un nuovi profili in base alle esigenze del mercato.
> Individuare profili intermedi che integrino e completino professioni già esistenti (per soggetti non
laureati con diploma)
> Promuovere e favorire una maggiore competenza di docenti e formatori
> Promuovere e favorire nuovi percorsi formativi in
sinergia tra diversi enti (apprendistato, percorsi
professionalizzanti post-diploma e post-laurea)
> Creare sinergia tra i percorsi ed i diversi soggetti
dell’offerta formativa e le imprese, condividendo
risorse umane, laboratori, analisi di fabbisogni e
progettualità.
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La partnership
> Istituti scolastici: Istituto di Istruzione Superiore
Caboto (servizi socio-sanitari), Istituto di Istruzione Superiore Commerciale Vittorio Emanuele II
– Ruffini (servizi socio-sanitari), IPSIA Gaslini
Meucci (ottici ed odontotecnici)
> Enti di formazione: AESSEFFE, SIGNUM scrl,
Ggallery srl
> Aziende: Co.R.E.R.H – Coord. Reg. enti di riabilitazione handicap della Liguria, AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Istituto David
Chiossone, Fonda srl, Optics International srl, Linear srl, Fides Medica spa
Strategie e strumenti
> Costituzione di un Osservatorio Permanente per
l’analisi dello scenario e l’identificazione dei
nuovi profili
> Promozione di azioni volte costituire soluzioni
specifiche e mirate alle problematiche identificate
(certificazione delle competenze, formazione modulare, passaporto che attesti esperienze, ecc.)
> Elaborazione di modelli e strumenti di flessibilità
dell’apprendimento, work-experience di orientamento alle professioni/mercato/formazione;
> Realizzazione di interventi formativi per docenti
e formatori
> Realizzazione di interventi formativi attraverso la
collaborazione di enti, scuole, università ed imprese
> Comunicazione/collaborazione costante tra i
partner del Polo e azioni di comunicazione verso
stakeholder e enti territoriali
> Valutazione della costituzione di un ITS per la filiera ligure Scienze e Vita.
Contatti
Polo Tecnico Professionale
presso SI4LIFE scrl
Corso Podestà, 1
[email protected] - [email protected]
Servizi alla persona:
cura e benessere
Il polo è costituito da dieci enti di formazione professionale, con capofila Isforcoop e si pone l’obiettivo di dare risposte concrete alle due filiere, integrando le macroaree tematiche con percorsi di alternanza e, insieme alle scuole, attivare ulteriori percorsi,
contando su una stretta relazione con le aziende.
Le attività sono svolte in collaborazione anche con
altre regioni. Le potenzialità sono rappresentate dalle risorse professionali e da quelle strumentali fornite dagli enti di ricerca e dalla rete di sostegno in
caso di necessità ulteriori.
Il polo rappresenta pertanto uno strumento che indaga sui bisogni del settore e risponde ai bisogni
individuati, in concertazione con la Regione Liguria
e con gli enti regionali preposti ad attività di ricerca
(anche esterni al polo). Inoltre, si focalizza sulle
qualifiche delle figure socio sanitarie, tenendo come riferimento il quadro nazionale e regionale.
verso interventi di orientamento
> confrontarsi sulle reali necessità degli enti/istituti/aziende che operano in questo settore, partendo da un approccio bottom-up
La partnership
> Tre istituti tecnico – professionali: Vittorio Emanuele II-Ruffini, Duchessa di Galliera, Caboto
> Università degli Studi di Genova: Disfor, Scienze
della Salute, Spes Savona
> Dieci organismi di formazione: Isforcoop, Iscot,
Forma, Villaggio del Ragazzo, Endofap, Cif,
C.F.L.C, Aesseffe, G. Pastore, Elfo
> Aziende/enti/consorzi della filiera dei servizi socio
sanitari: Cress, Agora’, Consorzio Tassano, Primo, Il
Seme, Il Solco, Il Sestante, Don Orione, A.R.I.S. Liguria, Gigi Ghirotti, Fondazione Sacra Famiglia
> Associazioni di categoria: Confcooperative, Legacoop, Ascom Benessere, Confcommercio Liguria,
Uneba
La governance
Gli obiettivi
Il Polo può dare risposte concrete in termini di:
> analisi/risposta ai fabbisogni formativi e professionali, proponendo metodologie per dare risposte concrete ai bisogni individuati dalle aziende
del settore
> aggiornare e rafforzare le competenze professionali degli operatori impiegati nel settore, in base
ai vecchi e nuovi bisogni emergenti (es. cure di
lungo termine per persone non autosufficienti)
> dare risposte concrete agli utenti che desiderano operare in questo settore e che spesso appartengono a fasce deboli
> attuazione di percorsi integrati/alternanza scuola – lavoro
> creazione di sinergie tra il sistema educativo e
produttivo
> attivazione di strumenti di accompagnamento
all’inserimento lavorativo (training on the job,
formazione in situazione, tirocini etc)
> accompagnamento ai percorsi universitari attra-
È costituita da:
> Comitato di indirizzo che assicura il costante collegamento dei suoi programmi alle dinamiche di
sviluppo delle due filiere di riferimento; monitora
periodicamente l’efficacia delle azioni intraprese
> Comitato didattico che si occupa della progettazione di dettaglio, del supporto tecnico amministrativo alla realizzazione dei programmi
> Comitato scientifico che coordina le attività di ricerca/analisi dei fabbisogni formativi e professionali
> Cabina di regia che svolge le sue funzioni in
staff con il capofila. È composta dal capofila e
da un referente per ciascuna filiera
Contatti
Isforcoop
Via Peschiera, 9 - 16122 Genova
Tel. 010 837301
[email protected]
59
Polo Risparmio
ed efficienza energetica
Il polo ligure del risparmio ed efficienza energetica
è una rete costituita da 36 soggetti del mondo del
lavoro (Aziende, Consorzi di Imprese, Società Cooperative) e del mondo dell’istruzione (Università,
Istituti Scolastici, Enti di Formazione) finalizzata a
costruire occasioni di incontro funzionale tra filiera
produttiva e filiera formativa, intorno alle tematiche
del risparmio energetico e dello sviluppo sostenibile da energie rinnovabili, parliamo dunque di filiera
dell’energia.
È una rete aperta a nuovi partner e ad ogni forma
di collaborazione con ogni soggetto che voglia essere protagonista o di supporto alle iniziative ed alle attività.
Le attività e le finalità
L’attività che il Polo intende sviluppare fa riferimento ai processi di risparmio e (ri)utilizzazione dell’energia, integrandosi con le politiche locali, le esigenze dei soggetti pubblici e privati (aziende o singoli), il sistema scolastico e formativo, utilizzando le
competenze delle aziende stesse, degli esperti di
settore (professionisti accreditati) e del sistema dell’istruzione e della ricerca universitaria.
Si pone l’obiettivo di essere riferimento, nei territori
di competenza, per istituzioni, associazioni, privati,
aziende e professionisti nei termini propri e cioè sviluppando attività di orientamento, formazione, informazione e comunicazione, figure professionali e
competenze richieste che interessano la filiera
“Energia”.
60
Si propone, inoltre, di innovare e migliorare la qualità delle azioni condivise, con particolare riferimento interventi di formazione integrativi, anche a carattere innovativo e sperimentale, mediante l’utilizzo di forme di flessibilità dei percorsi formativi previsti dai regolamenti di autonomia scolastica. Intende promuovere la coerenza tra curricula scolastici
e profili attesi/richiesti, la programmazione di attività formative basate sul lifelong learning rivolte a occupati e disoccupati, anche a beneficio di aziende
e professionisti.
Intende organizzare attività di specializzazione e
aggiornamento professionale per liberi professionisti, lavoratori autonomi, dipendenti d’azienda e titolari d’impresa, percorsi di certificazione e qualificazione o riqualificazione professionale, con riferimento ai sistemi di riconoscimento e conferimento
di crediti formativi secondo i criteri normati europei
e/o nazionali.
La Rete
> Istituti Tecnici & Professionali: Ipsia Gaslini –
Meucci, Ipsia Odero, Ipsia Mazzini Da Vinci, IISS
Fortunio Liceti, IIS Cairo Montenotte
> Enti Di Formazione: Aesseffe Agenzia Servizi Formativi, For di Paolo Tubino & C. Sas, Ente Forma,
Società Cooperativa Consortile Signum S.R.L,
C.F.L.C. Consorzio Formazione Lavoro Cooperazione Soc.Coop, Associazione Cnos-Fap Liguria
Toscana, Formimpresa Liguria
> Università degli Studi di Genova: Dipartimento
Scienze Architettura (Dsa), Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni (Diten), Dipartimento Scienze Politiche (Dispo)
> Aziende: Ag-Ts Srl, Agevolazioni Ricerca e Sviluppo Srl (Ares), Duferco Energia Spa, Tau Logic Srl,
Sargo Società Cooperativa, Ing. Luciano Leucari
& F.Lli Srl, Habitaria Srl, Termosanitari Zolezzi Srl,
Sicurcalor Snc, Lapis S.R.L., Articolo 27 Soc. Coop Sociale, Ligurnolo s.r.l., Pegaso Systems, Studio Bioeco
> Organizzazioni Professionali: Confcooperative Liguria, A.F.I.T Associazione Formazione Idraulici
del Tigullio, Società Cooperativa Co.e.So., Heliosgreen Foundation, Istituto Casacerta, Casaclima
Network Liguria, Collegio Periti Industriali della
Provincia di Genova
Dati & Riferimenti
Aesseffe S.c.p.A.
Via Melegari 29 bis/r - 16149 Genova
Tel. 010 2475422 - Cell. 347 7672203
[email protected]
http://poloefficienzaenergetica.blogspot.it
Presidente: Antonio Calcagno
C.F.: 95174580100
61
Polo turistico del Levante ligure
Toscana e Piemonte
Il Polo si propone come comunità professionale costituita dai legami che intercorrono tra i vari organismi partner, così da disegnare ambiti di cooperazione educativa e formativa
Il Polo rappresenta un’alleanza di enti diversi: istituti
scolastici e formativi, Università, associazioni di imprese, aziende – del territorio del Levante ligure, del
nord della Toscana e del Piemonte, accomunati dall’intento di fornire ai giovani ed agli adulti le migliori opportunità orientative, formative e di inserimento
e re-inseirmento lavorativo, traducendo le proprie
potenzialità in competenze ed acquisendo, già nel
percorso degli studi, titoli di esperienza mediante
l’alternanza formativa.
Ciascun partner del Polo potrà conferire il proprio
bagaglio nella logica di specializzazione e complementarità dei soggetti al fine della collaborazione
con le imprese e della messa in sinergia di opportunità e risorse del territorio; metterà a disposizione
le risorse umane presenti all’interno della propria
struttura.
Verranno messe a disposizione le risorse strumentali, le attrezzature adatte alle attività connesse e gli
ambienti di supporto (laboratori, biblioteca, aula video, spazi per attività educativo/culturali), per consentire l’ottimale svolgimento di tutte le attività di
studio, ricerca, alternanza scuola lavoro, nonchè di
incontro e di vita sportiva.
Filiere produttive coinvolte
Filiera turismo beni culturali: Istituti tecnici del turismo, Istituti professionali servizi per l’enogastronomia, l’ospitalità alberghiera (Enogastronomia; Servizi di sala e vendita; Accoglienza turistica)
Filiera ICT mediatico/audiovisivo: Istituti tecnici, Istituti professionali grafica e comunicazione
62
Filiera servizi alla persona (Operatore del Benessere-Tecnico dell’acconciatura, Tecnico dei Trattamenti Estetici)
Soggetti proponenti
Formimpresa Liguria, IPSAAR Casini, IIS Firpo Buonarroti, Stella SRL, Excelsior Palace Hotel e Università degli studi di Genova DISFOR
Partner
> Università degli studi di Genova - DISFOR
> Istituti di istruzione secondaria: IPSAAR G. Casini
- La Spezia, ISSS Firpo Buonarroti - Genova, ISS
Einaudi Chiodo - La Spezia, ISS Giovanni Caboto
- Chiavari, ISS Norberto Bobbio - Carignano (TO),
ISS Velso Mucci - Bra (CN), ISS Eugenio Barsanti
- Massa (MS), IPSSEOA G.Minuto - Massa (MS)
> Organismi formativi: Formimpresa Liguria, Ente
Forma, Cescot - La Spezia, Aesseffe s.c.p.a., Iscot
Liguria, Isforcoop Liguria, CFLC
> Aziende ed associazioni: Excelsior Palace Hotel,
Stella SRL, AGTL Associazione guide turistiche
della Liguria, Ambiente turismo impresa consorzio Cinqueterre, Ascom Confcommercio Genova,
Associazione albergatori Genova, Ascom Confcommercio Genova, Associazione ristoratori FEPAG, U.G.A.L. Unione dei gruppi di albergatori del
Levante, Navigazione Golfo dei Poeti, Consorzio
ospitalità diffusa ‘Una montagna di accoglienza
nel Parco, CRL Consorzio Ratti Luciano, I Molinelli
Coop. Sociale, La Rinascita, Le Ragazze del parco Soc. Coop ARL Onlus, Vernazza 2010, CNA La Spezia, Coldiretti - La Spezia, Confartigianato
- La Spezia, Confcommercio Imprese per l’Italia
Liguria, Confcommercio Imprese per l’Italia-La
Spezia, Confcooperative Unione provinciale La
Spezia, Confcooperative Unione regionale ligure,
Confesercenti provinciale La Spezia, Lega Cooperative.
Le prospettive di sviluppo
dei Poli tecnico professionali
Assessore Rossetti: “Cancellare la cultura della
separazione tra scuola e lavoro”
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
Clavarino: una realtà nuova e interessante per il
nostro sistema educativo
Quella dei poli è una realtà innovativa, fatta di reti
costituite da aziende, scuola, università, enti di formazione e associazioni. I poli sono nati nel decennio scorso con la legge Bersani, l’avvio dei primi
poli liguri di eccellenza ha dato vita agli ITS. Particolare attenzione viene data anche alle relazioni
che possono instaurarsi oltre i confini liguri e nazionali, sono realtà operative che nascono da accordi
e rapporti, anche non istituzionalizzati, per facilitare
il contatto tra formazione, istruzione e mondo del
lavoro e favorire strategie valide per attivare percorsi di studio atti ad avvicinare i giovani al lavoro.
I poli sono quindi una realtà nuova ed interessante
per il nostro sistema educativo e, in questo percorso, l’Ufficio Scolastico Regionale è stato molto presente ed attivo. La scuola, infatti, è il primo soggetto
ad avere un riscontro positivo dal matching con le
aziende e la formazione professionale.
Elena Ugolini: partire dalle idee e costruire concretamente
Le esperienze di altri territori sono utili per far proprie le prassi che traguardano orizzonti più ampi.
Il nostro sistema dell’Istruzione è in difficoltà, il problema non riguarda soltanto il passaggio dalla
scuola media inferiore a quella superiore, ma an-
che gli snodi successivi: i Ministeri del Lavoro e dello sviluppo economico, il Miur e le Regioni sono
coinvolti perché il problema di 2.200.000 ragazzi
‘Neet’, a cui si aggiungono il 40% dei ragazzi bocciati e il 20% degli universitari che abbandonano i
corsi sono una realtà da affrontare subito con decisione. In Italia il numero di laureati è lo stesso della
Germania, ma manca da noi il livello terziario – accademico o non accademico –, la scuola non ha
un’alleanza con il mondo produttivo.
Se questo rapporto nasce da subito, si progetta insieme e tutto diventa più facile. Occorre non fare
solo tavoli, ma ci si deve ‘sporcare le mani’, mettendo in atto modalità concrete, per dare opportunità
ai ragazzi. Servono linee guida per esplicitare nodi
su cui concretizzare il lavoro. Dobbiamo identificare
insieme i punti su cui operare, favorire, in modo
sussidiario, l’alleanza per raggiungere risultati.
Spesso le reti si costituiscono per utilizzare i finanziamenti del momento e poi si sciolgono subito dopo. Invece, il polo dovrebbe nascere anche senza
fondi. L’appello è però certamente quello di mettersi in rete, ma mettendo davvero insieme i diversi
mondi.
Dal mondo del lavoro si può imparare, gli imprenditori hanno bisogno di chi forma e di chi si occupa
di istruzione; d’altro canto, in questi ambiti, occorrono collaborazioni con le imprese.
L’idea dei poli non è burocratica ma sussidiaria:
l’istruzione, la formazione, il lavoro e la ricerca sono
63
utili per tutti i soggetti, giovani in formazione, disoccupati, aziende.
Le linee guida sono uscite ad aprile 2013, dal febbraio precedente si erano già costituiti alcuni poli
professionali: a Fornovo (PR) era già nato il polo
tecnico della meccanica e dei materiali compositi,
attorno all’azienda Dallara, grazie a persone e imprenditori lungimiranti che avevano bisogno di risorse umane formate. Nel caso citato, la Dallara
produce auto da corsa; giovani ingegneri aerospaziali hanno progettato un simulatore: una galleria
del vento. Il luogo è, come è facile pensare, assai
motivante per un ragazzino quattordicenne che, a
fatica, riesce a rimanere seduto in un banco di
scuola. Un lavoro congiunto è stato fatto con l’Istituto tecnico professionale ‘Gadda’, che stava vivendo un momento di calo di iscrizioni, è stato istituito
un comitato tecnico-scientifico che ha facilitato l’ingresso dei ragazzi in azienda. Da questi presupposti, è nato il polo con l’obiettivo molto concreto di
mettere a disposizione competenze e tecnologie
aziendali. La realtà è stata, successivamente, allargata ad altre aziende ed istituti scolastici, aumentando le iscrizioni. Sono stati previsti tirocini nel periodo estivo.
Anche a Torino si è sviluppata un’esperienza analoga, nell’ambito della robotica, con 72 aziende e
molti istituti tecnici professionali. Questo, grazie al
lavoro di operatori in azienda e a scuola che, mettendo a disposizione, da una parte, il contesto
aziendale, dall’altra curvando i programmi scolastici, hanno fatto della robotica un oggetto di studio e
di sperimentazione. Un progetto di alternanza scuola-lavoro, fondato sul modello duale: al mattino,
scuola, al pomeriggio lavoro in azienda. Le risorse
non erano molte, ma l’esperienza ha rappresentato
un ‘cantiere aperto’, diventato una leva che ha prodotto obiettivi misurabili. Bisogna partire da quello
che funziona e mettere a sistema le buone pratiche: il metodo, riconosciuto valido, va seguito e copiato.
Anche il territorio ligure ha prodotto un esempio ante litteram da seguire: l’Accademia della Marina
64
Mercantile, che oggi viene ancora implementata.
In Italia dovrebbero già essere nati circa 200 poli,
ma il Ministero non ha ancora presentato i numeri
aggiornati. La sfida è quella del ‘cantiere’ – non dei
tavoli – che costruisce qualcosa che prima non
c’era. Certamente, le leggi possono aiutare, ma la
forza la fanno le persone.
In Calabria è sorto un polo tecnico-professionale,
attorno ad un laboratorio che si occupa di analisi
di alimenti DOC/DOP per circa un centinaio di imprese agricole del territorio; il cuore è rappresentato
da una scuola, un istituto agrario. La scintilla: un
preside.
Due i cantieri di lavoro attivi a livello ministeriale, di
cui mi occupo personalmente: formazione e reclutamento dei docenti; competenze nell’ambito del
made in Italy, per dare un futuro ai ragazzi, partendo dalle competenze e valorizzandole, in modo non
burocratico, ma lasciando spazio alle idee.
Rossetti: dai poli indicazioni concrete sulle filiere
I dieci poli, ormai costituiti, rappresentano un primo
nucleo per portare avanti riflessioni concrete. In
particolare: cosa si pensa dei poli? Cosa ci si aspetta? Cosa siamo disponibili a fare come Regione?
Quali risorse si decide di mettere in campo?
Non si è costituito alcun tavolo sull’argomento, non
sono stati sottoscritti accordi. Abbiamo chiesto chi
aveva voglia di candidarsi a far parte di una rete,
partendo dai gruppi già operativi. I poli vengono intesi come reti per produrre i processi sottesi alle filiere del sistema produttivo di riferimento, della formazione e dell’istruzione, servono per capire i titoli
e le qualifiche che mancano, le specializzazioni
che mancheranno in futuro. Questo per cancellare,
se possibile, la cultura della separazione tra scuola
e lavoro perché i fabbisogni professionali devono
essere indicati dalle aziende.
Bisogna capire cosa immaginare come sostegno
all’economia da parte dei sistemi dell’istruzione e
della formazione, far capire ai ragazzi cosa potranno fare in concreto, come cittadini. Gli adolescenti
hanno bisogno di sogni ma anche di identificarsi
per non perdersi, hanno bisogno di persone che
sappiano mettere in pratica ciò che dicono. Perdiamo il 12% dei ragazzi nel primo anno delle scuole
superiori perché non li motiviamo ed è quindi anche un problema di senso di ciò che fanno; per evitare che la formazione si ripeta sempre uguale,
l’unico modo è dare concretezza al mercato e chiedere alle aziende di esserci.
Occorre un processo di maturazione nell’ambito
della formazione perché le aziende sono spesso
piccolissime per attuare processi autonomi; entrambi i mondi devono fare un percorso comune. La
Regione aspetta che dalla conferenza regionale
escano dai poli indicazioni concrete sulle filiere e
dichiarino le loro necessità rispetto ai fondi di FSE
e FESR.
Prendendo, ad esempio, il settore del turismo, non
abbiamo un ITS dedicato anche a causa della difficoltà a fare sistema.
Il mercato del lavoro rigido e il mondo della scuola
tradizionale sono spesso ostacoli, per cui chiediamo ai poli idee e progetti.
Abbiamo ancora elementi di fragilità: scuole che
non aderiscono e aziende che potrebbero dare una
mano ma non partecipano, cercheremo di capire le
motivazioni per cui questo accade per facilitare la
partecipazione di tutti. Siamo pronti a ridefinire la
squadra e a accogliere altre reti che hanno le caratteristiche per far parte dei poli già esistenti o che
hanno intenzione di costituirne uno nuovo.
Abbiamo utilizzato il FESR ma dobbiamo però sburocratizzare i fondi se vogliamo passare il vaglio
della Commissione.
Dobbiamo riuscire a colloquiare anche con la grande impresa per mettere insieme i processi di interesse comune.
Manca oggi un ‘terziario professionale’ che abbia
uguale dignità rispetto alle professioni intellettuali.
Vorremmo che la filiera del mare fosse integrata
con la logistica e con il diporto. L’ICT, filiera matura,
grazie anche all’l’ITS di riferimento porta sviluppo e
promozione. Occorre lavorare ancora sull’offerta turistica come mix tra entroterra e mare. La cura e la
presa in carico delle persone così come l’impresa
manifatturiera mostrano ancora gravi lacune.
I poli tecnico-professionali
17 luglio 2014 - Teatro della Gioventù
> Stato dell’arte dei poli tecnico-professionali in
Liguria Intervento di Alessandro Clavarino, Dirigente regionale
> Intervento di Elena Ugolini, già sottosegretario
all’Istruzione
> Presentazione dei singoli poli da parte dei soggetti capofila
> Conclusioni a cura dell’Assessore Sergio Rossetti: prospettive di lavoro
65
I poli tecnico professionali
e gli ITS dalla normativa
nazionale1
Premessa
Le linee guida hanno per oggetto indirizzi, standard
e strumenti per coordinare, semplificare e promuovere l’istruzione tecnico-professionale, anche a livello terziario, con particolare riferimento agli Istituti
tecnici superiori (I.T.S.). Costituiscono uno strumento per rafforzare la diffusione della cultura tecnica
e scientifica, allo scopo di offrire un migliore orientamento scolastico e professionale agli studenti, ai
giovani e alle loro famiglie e un’efficace condizione
di supporto e scambio con il sistema economico e
produttivo dei territori.
Le linee guida intendono avvalorare le responsabilità istituzionali che concorrono al raggiungimento
di tali obiettivi, nel rispetto sostanziale del principio
di sussidiarietà e delle specificità territoriali, in considerazione delle competenze regionali in materia
di programmazione, dell’autonomia delle istituzioni
scolastiche e dei soggetti economici e sociali del
mondo del lavoro e delle professioni (…)
Occorre, quindi, strutturare un sistema educativo innovativo e integrato con quello economico e produttivo, capace di far sì che gli obiettivi di contenimento della spesa per far fronte ad una fase di crisi
siano perseguiti in un’ottica che valorizzi lo sviluppo delle persone e il valore potenziale territoriale
per accrescere la competitività sui mercati interna-
zionali. In questo modo si potrà, altresì, promuovere
la crescita di un sistema educativo orientato allo
sviluppo del potenziale personale, sociale e produttivo dei territori in una logica di rete e di innovazione, di lungo periodo, che eviti, nel contempo, la riproduzione di un’offerta formativa secondo una logica autoreferenziale o in risposta soltanto alla domanda produttiva.
Le linee guida, nel rispetto delle norme generali e
degli standard minimi definiti a livello nazionale a
presidio dei livelli essenziali delle prestazioni, vanno mirate anche a rafforzare l’azione regionale per
la costruzione unitaria ed integrata del sistema
educativo di istruzione e formazione, ivi compreso
il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore, come articolato a norma del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008
nei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore – IFTS e negli Istituti tecnici superiori – I.T.S.
Un sistema che dovrà coniugare e stimolare il
coinvolgimento degli attori del sistema locale con
la logica della addizionalità delle risorse, per la
crescita delle capacità e delle competenze degli
studenti e dei giovani, il miglioramento dell’efficienza del sistema educativo, anche attraverso la
complementarietà e l’integrazione dei percorsi e
delle filiere, anche in ambito multiregionale e nazionale. (…)
1. Estratto dall’allegato A al decreto 7 febbraio 2013 ‘Linee guida di cui all’art. 52, commi 1 e 2, della legge n. 35 del 4 aprile 2012, contenente misure di semplificazione e di
promozione dell’istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.)’ del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
66
Obiettivi
I poli tecnico-professionali
Le linee guida intendono perseguire i seguenti
obiettivi:
a. accompagnare e sostenere l’implementazione
delle misure di semplificazione e promozione
dell’istruzione tecnico - professionale, (…)
b. promuovere i percorsi in apprendistato come opportunità di immediato accesso al lavoro dei giovani e di crescita economica e sociale;
c. realizzare le misure (…) che hanno introdotto,
nel sistema educativo e formativo nazionale, la
costituzione, in ambito provinciale o sub-provinciale, dei poli tecnico professionali, (…) i poli
possono essere costituiti progressivamente, a
partire dalla realizzazione di progetti pilota, sulla
base delle determinazioni delle Regioni, anche in
ambito interprovinciale, con riferimento alle caratteristiche del sistema produttivo del territorio,
da aggregazioni tra soggetti pubblici e privati formalizzate attraverso accordi di rete, redatti nel rispetto degli standard minimi (…)
d. semplificare gli organi e la governance degli Istituti tecnici superiori (I.TS.) e potenziarne il ruolo
come istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica, la cui offerta si configura in percorsi ordinamentali.
Essi costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria che risponde alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche per promuovere i processi di innovazione, nella logica delle «smart
specialization». Le Regioni considerano, nella loro
autonomia, l’inserimento degli I.T.S. nell’ambito
delle strutture accreditate per l’alta formazione, ai
fini della partecipazione agli interventi cofinanziati dall’Unione europea.
e. determinare l’organizzazione delle commissioni
degli esami finali per il rilascio di diplomi di tecnico superiore (…)
a. I poli in una logica di rete: i poli costituiscono una
modalità organizzativa di condivisione delle risorse pubbliche e private disponibili, anche ai fini di
un più efficiente ed efficace utilizzo degli spazi di
flessibilità organizzativa delle istituzioni scolastiche e formative, con il pieno utilizzo degli strumenti previsti dagli ordinamenti in vigore.
Al fine di garantire l’unitarietà del sistema formativo territoriale, anche in relazione alla programmazione dell’offerta formativa non interessata
dalla costituzione dei poli, la Regione predispone
appositi confronti interistituzionali che includano
tutti i soggetti interessati alla programmazione
dei poli tecnico-professionali. (…): istituzioni scolastiche autonome e istituzioni formative, imprese, organizzazioni datoriali e parti sociali, albi
professionali, centri di ricerca università). (…)
La correlazione, la lettura integrata e la sinergia
tra il sistema educativo di istruzione e formazione
e quello del lavoro con i sistemi economico-produttivi si fonda sulla progressiva adozione di linguaggi comuni ai diversi sistemi, anche al fine di
garantire un legame solido nella definizione ed
esplicitazione dei fabbisogni formativi, in termini
di competenze o profili, e nelle modalità di soddisfazione degli stessi attraverso interventi mirati
e puntuali. A tal fine, in fase di prima attuazione,
le filiere formative, le filiere produttive, i cluster
tecnologici e le aree tecnologiche di riferimento
degli I.T.S. adottano come sistema comune di referenziazione la classificazione delle attività economiche ATECO, la nomenclatura delle unità professionali e i criteri di descrizione e referenziazione delle competenze di cui al Quadro europeo
delle qualificazioni (EQF).
b. Significato e funzionalità del polo: il polo tecnicoprofessionale è:
> un ambiente di apprendimento in contesti applicativi e di lavoro, dove si raccolgono e si coordinano saperi, tecnologie, intelligenze e professionalità;
67
> un contesto didattico strutturato nelle risorse,
nei ruoli, nel percorso, nel risultato atteso ed
evoca un contesto aperto, ricco, fluido, composito;
> un luogo dell’apprendimento in situazione e
può essere inserito all’interno di attività produttive e/o professionali.
(…) Il polo tecnico-professionale consente di:
> creare sinergia tra i percorsi ed i diversi soggetti
dell’offerta formativa e le imprese, condividendo
risorse umane, laboratori, analisi di fabbisogni e
progettualità;
> qualificare nell’apprendimento in situazione gli
obiettivi specifici dei singoli percorsi;
> favorire la continuità dei percorsi formativi ed il
successo formativo, contrastando il rischio di abbandono e dispersione;
> promuovere azioni trasversali alle diverse offerte
formative;
> promuovere il contratto di apprendistato e qualificarne il contenuto formativo, con particolare riferimento al primo e terzo livello;
> favorire l’esperienza di formazione in alternanza;
> promuovere la formazione permanente e continua;
> creare le condizioni affinché le autonomie scolastiche e formative realizzino la flessibilità
curricolare con il pieno utilizzo degli strumenti
esistenti;
> attivare azioni di orientamento;
> realizzare azioni di accompagnamento dei giovani adulti per il rientro nel sistema educativo di
istruzione e formazione;
> realizzare interventi di formazione congiunta di
carattere scientifico, tecnico e tecnologico per i
docenti e i formatori impegnati nelle diverse istituzioni educative e formative.(…)
Indirizzi per la realizzazione di un’offerta coordinata a livello territoriale
La programmazione regionale favorisce il coordi-
68
namento dell’offerta formativa che caratterizza
ogni filiera, e comprende la valorizzazione dei poli
tecnico-professionali, perseguendo gli obiettivi di:
> rendere organica, nel quadro dell’apprendimento permanente, l’offerta educativa di istruzione e formazione, anche in apprendistato, degli istituti tecnici, degli istituti professionali, delle strutture formative accreditate per la IeFP, degli I.T.S., dei percorsi IFTS, assicurandone la
coerenza con riferimento alle filiere produttive
del territorio;
> favorire l’allineamento sul territorio tra il sistema
produttivo e il sistema educativo di istruzione e
formazione, con particolare riferimento ai percorsi di istruzione tecnico professionale, e favorire il trasferimento degli esiti della ricerca industriale alle imprese;
> promuovere le specializzazioni e le complementarità dei soggetti formativi in rete tra loro e con
le imprese sia su base territoriale sia su base nazionale nella collaborazione multiregionale, con
particolare riferimento agli I.T.S.;
> valorizzare la partecipazione e il contributo delle imprese nella definizione dei fabbisogni formativi, nella progettazione e realizzazione dei
percorsi;
> promuovere l’apprendimento in contesti applicativi, sperimentando anche modalità diverse dai
tirocini curricolari che si configurino come esperienze di formazione e lavoro, a partire dall’apprendistato, anche con modalità in cui la formazione è contestuale alla produzione di beni e
servizi attraverso la realizzazione di botteghe
scuola e scuola azienda;
> aggregare i percorsi in un numero limitato di
I.T.S., ampliandone gradualmente il numero, per
aumentare la capacità organizzativa interna, la
forza nel rapporto con i territori, l’ampiezza
dell’offerta, il livello di efficienza.
La programmazione regionale favorisce, inoltre, l’integrazione delle risorse disponibili con la costituzione di non più di un I.T.S. per ambito (…)
Indirizzi per l’Istruzione tecnica superiore (I.T.S.)
a. Identità degli I.T.S.: gli Istituti tecnici superiori
(I.T.S.) sono istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica, la cui offerta si configura
in percorsi ordinamentali. Essi costituiscono il
segmento di formazione terziaria non universitaria che risponde alla domanda delle imprese di
nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche per promuovere i processi di innovazione.
I percorsi I.T.S. si collocano nel V livello EQF. Essi
consentono l’acquisizione di crediti riconosciuti
dalle università in base alla legislazione vigente
in materia. (…)
b. Semplificazione degli organi e governance interna delle fondazioni I.T.S.:(…)
c. Indirizzi per la programmazione multiregionale:
a partire dalla programmazione territoriale dell’offerta formativa (…)
d. Standard di riferimento: le fondazioni I.T.S. sono
costituite per soddisfare i fabbisogni di un sistema produttivo chiaramente identificato e che
evidenzia un significativo fabbisogno di profili
professionali ad alto contenuto tecnologico.(…)
La progettazione dei percorsi formativi è strutturata
in unità formative, riconducibili nei contenuti alle
competenze definite negli standard nazionali. Le
unità formative debbono essere valutabili e certificabili.(…)
La progettazione formativa deve inoltre prevedere
l’organizzazione di percorsi di alternanza/praticantato per i quali sia definita una specifica progettazione; la disponibilità di risorse tecniche e strumentali adeguate e pienamente aggiornate al contesto
tecnico/tecnologico del settore; la presenza di funzioni di orientamento e tutoring che supportino gli
allievi in ingresso, in itinere e in uscita al percorso
formativo; la presenza di funzioni per l’inserimento
lavorativo e il sostegno all’avvio di imprese; la presenza di un sistema di valutazione delle competenze, finale e in itinere, e della relativa certificazione,
secondo la modulistica e le regole standard definite a livello nazionale per assicurare la riconoscibilità e la comparabilità delle competenze certificate.
Il numero minimo di venti studenti per percorso
I.T.S., (…) va incrementato progressivamente in
una logica di personalizzazione ed organizzazione
flessibile e modulare, nel rispetto del monte orario
di frequenza per ciascuno studente. (…)
Atti regionali
Deliberazione della Giunta regionale n.793 del
20 giugno 2014
Approvazione elenco dei poli tecnico-professionali
costituiti sul territorio ligure ai sensi dell’invito per
la presentazione di manifestazioni di interesse di
cui alla dgr n.1145/2013.
Deliberazione della Giunta regionale n.1145
del 19 settembre 2013
Approvazione dell’invito per la presentazione di
manifestazioni di interesse alla costituzione dei
poli tecnico-professionali sul territorio ligure.
69
Pubblicazione bimestrale a cura
di Arsel
Agenzia Regionale per i Servizi Educativi e per il Lavoro
Direzione, Redazione, Amministrazione
via San Vincenzo 4 – 16121 Genova
tel. 00 39 010 2491 394 - 393
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FORUM
 Dalla Regione Liguria
 Notizie
bimestrale della regione liguria
per il lavoro, l’orientamento
e il sistema educativo
 Il mondo delle imprese in Italia e in Liguria nel terzo trimestre
112
ottobre
novembre
2014
Anno XIII
A cura del Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria
Direttore responsabile
Stefania Spallanzani
 Dalla Conferenza sul sistema educativo
Redazione
Laura Barbasio
Paola Castellazzo
Silvia Dorigati
Federica Gallamini
Paola Mainini
Stefania Spallanzani
112
le indicazioni per la prossima programmazione regionale
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
ottobre | novembre 2014
 Il resoconto dei gruppi di lavoro su ‘Orientamento’ e ‘BES’
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
 In libreria
A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria
E inoltre
Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro
– Arsel Liguria
Un ringraziamento particolare
Ai referenti dei poli tecnico professionali
Approfondimento
Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali
FORUM
 Il Forum internazionale sull’Orientamento
fa il punto sulla Garanzia giovani
Hanno collaborato
Silvia Dorigati
Mariangela Grilli
Paola Mainini
Istruzione
 Speciale report sulla Conferenza sul sistema educativo regionale
 Cine Forum
A cura di Mariangela Grilli
 APPROFONDIMENTO:
Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali
I poli tecnico professionali sul territorio ligure
I poli uno per uno
Le prospettive di sviluppo dei Poli tecnico professionali
I poli tecnico professionali e gli ITS dalla normativa nazionale
Progetto grafico: www.andreamusso.com
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