Approfondimento Regione Liguria: i dieci Poli tecnico
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Approfondimento Regione Liguria: i dieci Poli tecnico
Pubblicazione bimestrale a cura di Arsel Agenzia Regionale per i Servizi Educativi e per il Lavoro Direzione, Redazione, Amministrazione via San Vincenzo 4 – 16121 Genova tel. 00 39 010 2491 394 - 393 [email protected] FORUM Dalla Regione Liguria Notizie bimestrale della regione liguria per il lavoro, l’orientamento e il sistema educativo Il mondo delle imprese in Italia e in Liguria nel terzo trimestre 112 ottobre novembre 2014 Anno XIII A cura del Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria Direttore responsabile Stefania Spallanzani Dalla Conferenza sul sistema educativo Redazione Laura Barbasio Paola Castellazzo Silvia Dorigati Federica Gallamini Paola Mainini Stefania Spallanzani 112 le indicazioni per la prossima programmazione regionale A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria ottobre | novembre 2014 Il resoconto dei gruppi di lavoro su ‘Orientamento’ e ‘BES’ A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria In libreria A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria E inoltre Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria Un ringraziamento particolare Ai referenti dei poli tecnico professionali Approfondimento Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali FORUM Il Forum internazionale sull’Orientamento fa il punto sulla Garanzia giovani Hanno collaborato Silvia Dorigati Mariangela Grilli Paola Mainini Istruzione Speciale report sulla Conferenza sul sistema educativo regionale Cine Forum A cura di Mariangela Grilli APPROFONDIMENTO: Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali I poli tecnico professionali sul territorio ligure I poli uno per uno Le prospettive di sviluppo dei Poli tecnico professionali I poli tecnico professionali e gli ITS dalla normativa nazionale Progetto grafico: www.andreamusso.com ‘Io Lavoro Forum’ non costituisce fonte ufficiale. Pertanto eventuali errori materiali non possono essere addotti in cause di giudizio o di rivalsa nei confronti dell’Arsel Liguria. Clausole d’uso: il testo di ‘Io Lavoro Forum’, anche quello su supporto magnetico, è di proprietà esclusiva dell’Arsel. Può essere riprodotto su supporto cartaceo previa autorizzazione, citazione della fonte e delle clausole d’uso. Non può in alcun modo essere utilizzato per scopi di lucro, pubblicato su riviste commerciali o inserito in CD-Rom senza la previa autorizzazione di Arsel Liguria. Ogni violazione è perseguibile a termini di legge. Provincia di Genova Provincia di Savona Provincia di Imperia Provincia di La Spezia Unione Europea Fondo sociale europeo Regione Liguria Fondo Sociale Europeo 112 Numero ottobre novembre 2014 Anno XIII Dalla Regione Liguria 2 Notizie 5 Il mondo delle imprese in Italia e in Liguria nel terzo trimestre 7 A cura del Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria Dalla Conferenza sul sistema educativo le indicazioni per la prossima programmazione regionale 10 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Il resoconto dei gruppi di lavoro su ‘Orientamento’ e ‘BES’ 26 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria In libreria 32 Il Forum internazionale sull’Orientamento fa il punto sulla Garanzia giovani 35 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Cine Forum 38 A cura di Mariangela Grilli APPROFONDIMENTO: Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali I poli tecnico professionali sul territorio ligure I poli uno per uno Arsel Liguria via San Vincenzo 4 – 16121 Genova La rivista è disponibile su Internet all’indirizzo www.iolavoroliguria.it Redazione dott.sse Paola Mainini, tel. 010 2491394 Silvia Dorigati, tel. 010 2491393 [email protected] silvia.dorigati@@arsel.liguria.it Autorizzazione del Tribunale di Genova: n. 17/2002 Progetto grafico e illustrazioni studio grafico di Andrea Musso Videoimpaginazione Daria Pasolini All’interno fotografie di Silvio Calizzano, fondazione Ansaldo e della redazione La rivista è stata chiusa in redazione il 30 novembre 2014 Le prospettive di sviluppo dei Poli tecnico professionali I poli tecnico professionali e gli ITS dalla normativa nazionale 41 42 47 63 66 Nuovi finanziamenti per il credito agevolato delle imprese artigiane liguri Ammontano a 1 milione e 850mila i nuovi finanziamenti messi a disposizione dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Renzo Guccinelli per il credito agevolato delle imprese artigiane della Liguria. Le risorse previste, che saranno gestite da Artigiancassa, intendono agevolare le imprese artigiane che fanno richiesta di un mutuo, ottenendo un contributo in conto interessi su finanziamenti e leasing per l’acquisto delle attrezzature o la ristrutturazione e l’acquisto dei locali. Si tratta di agevolazioni al credito che le imprese artigiane potranno ottenere rivolgendosi alle banche, attraverso misure di abbattimento del tasso di interesse fino al 90%. Le risorse sono state stanziate per il 2014 e sono in grado di soddisfare le nuove domande di contributo presentate alle banche già dallo scorso 6 agosto. I nuovi finanziamenti seguono quelli già stanziati e utilizzati dal 2012 al 2014 che hanno consentito di agevolare 1260 imprese per investimenti complessivi di 61,5 milioni di euro, grazie ad un utilizzo di contributi per 2,4 milioni. Formazione, al via nuova figura professionale del meccatronico Nasce una nuova figura professionale di tecnico delle autoriparazioni che riunisce le competenze dei meccanici e degli elettrauti, il meccatronico. Lo 2 R U B R I C A LE NOVITÀ DALLA REGIONE LIGURIA ha stabilito la giunta regionale su proposta dell’assessore Pippo Rossetti che ha inserito la nuova figura nel repertorio ligure delle professioni. Il percorso formativo andrà a qualificare la figura del meccatronico attraverso corsi ad hoc, costruiti fin dalle prime fasi insieme alle associazioni di categoria che prevedono il riconoscimento delle competenze possedute dalle imprese. L’attività di meccatronica che è stata affiancata a quelle di carrozzeria e gommista comprende le discipline meccanico-motorista ed elettrauto. I gestori tecnici di impresa avranno tempo fino al 2017 per frequentare un corso professionale e completare così le proprie competenze. I corsi dureranno un minimo di 500 ore con una quota di stage che puo’ variare fino al 30% del monte ore complessivo. La Liguria virtuosa per l’utilizzo dei fondi PORFESR La Regione Liguria si conferma tra le regioni virtuose nell’utilizzo dei fondi del programma operativo FESR 2007-2013, superando il target di spesa previsto dal Ministero dello sviluppo economico per fine ottobre 2014. Infatti il Por Fesr Liguria 20072014 ha raggiunto, il 30 ottobre, il livello di spesa pari a 385.975.000 di euro superando così di 2.773.538 il target di spesa ministeriale. Per monitorare e sollecitare gli avanzamenti di spesa dei programmi delle Regioni, il Ministero dell’economia ha fissato obiettivi intermedi a maggio e a ottobre di ogni anno, anche per consentire al Ministero stesso riprogrammazioni nazionali degli importi eventualmente non spesi dalle Regioni entro tali scadenze, e arrivare al pieno utilizzo dei finanziamenti comunitari. un’elevata spesa in cultura, che la posiziona ben al di sopra della media nazionale, al secondo posto tra le Regioni a statuto ordinario, dopo il Lazio. Aziende agrituristiche in Liguria 2,7 milioni di euro per borse di studio a favore degli studenti meno abbienti La Regione Liguria ha predisposto due bandi, rispettivamente del valore di 2 milioni e 316mila euro e di oltre 334mila euro per aiutare le famiglie degli studenti più in difficoltà nell’acquisto dei libri di testo e per le spese di trasporto. Dai fondi UE gli investimenti per la cultura Conti pubblici liguri, nel settore Cultura, sotto la lente di ingradimento, al convegno “L’Italia secondo i conti pubblici territoriali, un progetto coordinato dal Mise che misura i flussi di entrata e di spesa nel territorio. I lavori, organizzati dal Nucleo conti pubblici territoriali della Regione Liguria, con il patrocinio della Camera di Commercio di Genova hanno riguardato in particolare, le risorse finanziarie nel settore Cultura e servizi ricreativi e come sono state impiegate negli ultimi anni. Il dato positivo è che la Liguria investe più delle altre regioni. Il turismo ligure sta tenendo rispetto ad altre regioni, e in particolare i dati genovesi, insieme con quelli di altre zone, da Finale Ligure alle Cinque Terre, sono confortanti. Cultura e turismo devono stare insieme perché il processo di sostegno anche alle iniziative culturali è più ampio e deve essere letto anche attraverso la lente dei flussi turistici. La spesa pubblica nel settore Cultura e Servizi Ricreativi ha registrato nel periodo 2000-2011 una significativa flessione a livello nazionale, passando da 170,21 euro pro capite nel 2000 a 126,78 euro nel 2011. Nello stesso periodo, la Liguria è passata da una media pro capite di 178,49 euro nel 2000 a 137,44 euro nel 2011, caratterizzandosi per Negli ultimi anni è molto cresciuta la presenza di agriturismi nel territorio della Liguria. Si tratta di un segnale importante sia della ripresa di attività agricole, sia della capacità di legare questo settore a quello del turismo, con la valorizzazione della produzione e della cultura alimentare locale. Per incentivare queste attività, la Regione ha anche realizzato una semplificazione normativa. Si intendono per attività agrituristiche quelle di ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto con le altre attività di coltivazione del fondo e dell’allevamento degli animali. Rientrano nell’esercizio dell’agriturismo queste attività: > dare ospitalità in alloggi o in spazi destinati alla sosta di campeggiatori (agricampeggio) all’interno dell’azienda stessa; > offrire e commercializzare per la consumazione sul posto pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri; > organizzare degustazioni di prodotti aziendali; > organizzare attività di fattoria didattica. Tali attività possono essere svolte congiuntamente o singolarmente. Lo sviluppo degli agriturismi ha assunto anche in Liguria una dimensione significativa: queste strutture costituiscono una importante fonte di reddito per gli agricoltori, contribuendo non poco al presidio del territorio, obiettivo che la Regione vuole raggiungere incrementando la promozione delle zone, soprattutto dell’entroterra, non solo per i turisti (per esempio attraverso i parchi e le riserve naturali) ma anche per chi tradizionalmente vede legata la propria esistenza al territorio di appartenenza. Il ruolo dell’agriturismo ha poi effetti indotti sulle produzioni agricole e alimentari locali, che vengono valorizzate per caratterizzare l’offerta. 3 I dati relativi al 1995 indicano 45 agriturismi attivi, mentre al giugno 2014 risultano ben 586 strutture attive. Si contraddistingue in particolare la provincia di Imperia, dove queste aziende sono notevolmente diffuse: se ne contano 179, pari a più del 30% del totale. Anche i servizi qualificati offerti dagli agriturismi stanno aumentando: per esempio sono ben 80 quelli che offrono agli ospiti la piscina. Nell’ambito delle attività agrituristiche, la Regione ha definito i requisiti delle fattorie didattiche. Queste imprese agricole svolgono azioni di formazione e di divulgazione, volte a far conoscere e a valorizzare le attività legate alla tradizione e alla cultura rurale. Ciò ha permesso di diversificare ulteriormente le attività dell’azienda agricola, fornendo un ottimo veicolo promozionale oltre che un riconoscimento del ruolo sociale ed economico dell’operatore agricolo. Per l’apertura di attività agrituristiche, in precedenza, la normativa prevedeva un doppio passaggio con due distinte procedure: l’iscrizione all’elenco degli operatori agrituristici all’Ispettorato agrario della Regione, e la richiesta di autorizzazione all’attività al Comune territorialmente competente. Ora, quando il titolare dell’attività agrituristica presenta un’unica istanza allo Sportello Unico per le Attività 4 Produttive di SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e può avviare immediatamente l’attività. Da notare, infine, l’alto numero di queste imprese gestite da titolari donne. Superano il 50% sul totale complessivo e sono la maggioranza alla Spezia (62%) e a Genova (51%). Politiche sociali, nuovo sportello della consulta dell’handicap presso Liguria Informa È stato aperto il nuovo sportello della Consulta regionale per i diritti della persona handicappata presso l’Ufficio relazioni con il pubblico di Liguria Informa in piazza De Ferrari 14. Ogni martedì mattina dalle 9 alle 12.30, chiunque volesse ricevere informazioni sui diritti e i servizi per le persone disabili, puo’ recarsi a Liguria Informa e avrà la possibilità di parlare direttamente con i responsabili della Consulta per l’handicap. Il nuovo sportello nasce dalla collaborazione tra l’URP e la Consulta, con l’obiettivo di garantire un unico punto di accesso in grado di fornire informazioni e servizi di competenza di più uffici regionali. Si potranno ricevere informazioni e attivare pratiche per migliorare il rapporto tra l’amministrazione regionale e i cittadini e assicurare così maggiore accessibilità. R U B R I C A NOTIZIE Approvati gli standard nazionali per l’orientamento È stato approvato in Conferenza unificata Stato Regioni, il 13 novembre scorso, il documento finale che definisce gli ‘Standard minimi dei servizi e delle competenze degli operatori di orientamento’, partendo dalle Linee Guida Nazionali del dicembre 2013. Il documento descrive, per ognuna delle cinque funzioni dell’orientamento: educativa, informativa, di accompagnamento, di consulenza, di sistema, quelli che dovrebbero essere gli standard minimi di servizio per attività, risorse professionali e tecnologiche. Sono stati definiti gli indicatori sulle funzioni di sistema, declinate in ambiti strategici di attività (ndr. Forum, nel prossimo numero, tratterà questo tema di estremo interesse per gli operatori). Disponibile il report dell’utilizzo del software S.OR.PRENDO Nell’ambito delle tecnologie per l’orientamento, il Ministero dell’Istruzione ha sperimentato, a livello nazionale, il software S.OR.PRENDO, con risultati positivi sia nelle scuole secondarie di primo grado, sia nelle scuole secondarie di secondo grado. La sperimentazione ha coinvolto 98 istituti da 12 diverse regioni (Abruzzo, Liguria, Toscana, Lazio, Veneto, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Umbria, Sicilia, Emilia Romagna) con una partecipazione di oltre tremila studenti. Le scuole hanno potuto utilizzare il software per oltre un anno, integrando questo strumento all’interno delle proprie attività di orientamento. I docenti chiamati a valutare hanno restituito un giudizio estremamente positivo, ri- tenendolo come molto o estremamente facile nell’uso e completo nelle informazioni. Questa sperimentazione nazionale ha avuto un forte impatto sulle scuole coinvolte, stimolando, da un lato, una riprogettazione delle azioni di orientamento tradizionalmente attuate e, dall’altro lato, facendo emergere nei docenti l’esigenza di riflettere sulle finalità e sulle modalità di gestione degli interventi di orientamento a scuola, soprattutto in riferimento all’esplorazione delle professioni e all’acquisizione da parte degli studenti di competenze orientative. Fonte: Newsletter S.OR.PRENDO novembre 2014 Previsioni Manpower sull’Occupazione ManpowerGroup Italia ha diramato i dati riguardanti l’indagine trimestrale denominata ‘Previsioni Manpower sull’Occupazione’ che mette in evidenza un leggero miglioramento per chi sarà in cerca di occupazione nei prossimi tre mesi. Ciò nonostante le prospettive di assunzione rimangono ancora basse. L’indagine è stata condotta su un campione rappresentativo di 1.001 datori di lavoro italiani che riferiscono intenzioni di assunzione ancora pessimistiche ma in leggero miglioramento, per il quarto trimestre 2014. Il 4% di loro si aspetta di incrementare il proprio organico, il 10% prevede invece un calo nelle assunzioni, mentre per il 78% non vi sarà alcuna variazione. Sulla base di questi dati e a seguito degli aggiustamenti stagionali, la previsione sull’occupazione si attesta a quota –3%. 5 Rispetto al trimestre precedente, però, le prospettive di assunzione sono aumentate di 5 punti percentuali e migliorate di 11 punti rispetto all’anno precedente. Le prospettive di assunzione migliorano inoltre in otto dei 10 settori industriali, sempre rispetto allo scorso anno, e in tre delle quattro regioni: nord est, nord ovest, centro, sud e isole, rispetto al precedente trimestre. Fonte ManpowerGroup Italia Per maggiori informazioni: www.manpowergroup.it Invito a presentare proposte e guida del programma Erasmus+2015 Sono disponibili la Guida del Programma Erasmus+ versione 2015 e l’invito a presentare proposte per il prossimo anno (2014/C 344/10). La Guida è uno strumento indispensabile a chiunque voglia approfondire la conoscenza del programma Erasmus+ e orientarsi rispetto alle priorità, le attività possibili nelle 3 azioni chiave e le modalità per partecipare. L’invito a presentare proposte è il documento annuale che definisce il budget del Programma per il prossimo anno e le scadenze per le singole attività. Nel 2015, il bilancio totale destinato a Erasmus+ è stimato in 1.736,4 milioni di euro. http://www.erasmusplus.it Fonte La newsletter dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE www.erasmusplus.it Numero 10 - ottobre 2014 Gli orari annuali di insegnamento a confronto La rete Eurydice ha pubblicato la sintesi ‘Comparative Overview on Instruction Time in Full-time Compulsory Education in Europe - 2013/2014’ che confronta gli orari annuali di insegnamento nell’istruzione obbligatoria nelle scuole pubbliche europee. La sintesi tratta 32 paesi che fanno parte della rete Eurydice. L’analisi mostra che i tempi di insegnamento variano in modo considerevole fra i vari paesi europei. Raggiungono o superano 900 ore in al- cuni paesi (Irlanda, Francia, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito (Galles)) mentre sono inferiori a 600 ore in Croazia. Dalla sintesi emerge anche che nel curricolo obbligatorio, la percentuale relativa ai tempi di istruzione che devono essere dedicati a determinate materie, è abbastanza simile nei vari paesi. A livello primario, è data maggiore attenzione alla lettura, alla scrittura e alla letteratura e molti paesi mettono un accento relativamente forte sulle lingue straniere a livello secondario. Nel rapporto, le informazioni possono essere consultate per paese e, inoltre, per ogni anno di scuola. http://www.indire.it/eurydice/ Fonte La newsletter dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE www.erasmusplus.it Numero 10 - ottobre 2014 Tasse e sistemi di sostegno per gli studenti dell’istruzione superiore in Europa Il rapporto della rete ‘Eurydice National Student Fee and Support Systems in European Higher Education 2014/15’, rileva ancora forti disparità fra i paesi europei per quanto riguarda tasse universitarie e borse di studio. Questo rapporto offre una panoramica comparativa delle tasse e dei sistemi di sostegno per gli studenti (borse di studio e prestiti) in Europa, in particolare in 33 paesi della rete Eurydice. Dal rapporto risulta che in un numero significativo di paesi non sono previste tasse universitarie per tutti gli studenti. Nella maggior parte dei paesi europei solo una minoranza di studenti beneficia di borse di studio e molto spesso questi sistemi coniugano borse di studio basate sulle necessità economiche e borse di studio basate sul merito. In circa metà dei paesi interessati i prestiti sovvenzionati con fondi pubblici si rivelano importanti nel sostenere gli studenti. Il rapporto contiene anche schede nazionali con informazioni e diagrammi specifici per paese. Per consultare il rapporto in inglese: http://www.indire.it/eurydice/ Fonte La newsletter dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE www.erasmusplus.it Numero 10 - ottobre 2014 6 OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO Il mondo delle imprese in Italia e in Liguria nel terzo trimestre Emergono alcuni elementi positivi, di modesta entità. Ma il quadro è di sostanziale stagnazione economica A cura del Sevizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria Cosa succede in Liguria Uno sguardo ai settori di attività Lo stock delle imprese, registrate al 30 settembre 2014, è pari a 164.081 unità, con una contrazione dello 0,8%, rispetto al III trimestre 2013. > Le imprese neonate sono pari a 2.091, con un incremento dello 0,7%. > La flessione delle chiusure è robusta (–19%) e si attestano sulle 1.635 unità. > Il saldo tra aperture e chiusure è quindi positivo per 384 unità. > Il tasso di crescita (ndr. le iscrizioni nel periodo – cessazioni nel periodo al netto delle cancellazioni di ufficio/stock di inizio periodo) si attesta sullo 0,23%. Un anno prima era del –0,01%. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è positivo solo per le costruzioni: 22 imprese in più. Però, come rileva Unioncamere Liguria, si tratta di imprese individuali che non creano nuova occupazione. Infatti, si può supporre che si tratti di ex lavoratori dipendenti, messisi in proprio a seguito di crisi aziendali. > Le attività manifatturiere, a fronte di una stabilità delle aperture (+2 imprese) registrano una contrazione delle chiusure (–35,2%). > Per le costruzioni e il commercio: aumento delle iscrizioni, rispettivamente del 18,8% e del 12,5%, a fronte di una flessione delle chiusure. > I servizi di alloggio e ristorazione vedono una crescita delle iscrizioni del 13%. A questo dato, si accompagna un aumento del 29% di imprese che hanno chiuso i battenti. Un approfondimento sulle province > Imperia e Savona si caratterizzano per una certa stabilità delle iscrizioni – solo 2 unità in meno in ciascuna provincia – accompagnata da una caduta, rispettivamente del 25,7% e del 24%, delle chiusure. > Genova, contestualmente ad un –18,6% delle cessazioni, è l’unica provincia che vede le iscrizioni crescere, anche se di sole 21 unità. > È stabile la situazione della Spezia, dove le aperture diminuiscono di 2 unità e le chiusure di 4 unità. La situazione in Italia Le imprese nate sono 72.833, –5,3% rispetto al III trimestre 2013. > Quelle che hanno chiuso i battenti sono 56.382, in contrazione dell’11,9% rispetto al periodo. > Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è positivo di 16.451 unità, benché il volume delle nuove iscrizioni sia il più basso tra quelli rilevati nel III trimestre, dal 2005 ad oggi. 7 Movimento anagrafico delle imprese 3° trimestre 2013 - 3° trimestre 2014 (valori assoluti e variazioni assolute e percentuali) ANNO 2013 2014 Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Genova 86.620 996 963 86.467 1.017 784 Imperia 26.650 327 366 26.025 325 272 La Spezia 20.850 317 245 20.660 315 241 Savona 31.208 364 445 30.929 362 338 LIGURIA 165.328 2.004 2.019 164.081 2.019 1.635 6.070.296 76.942 64.008 6.049.220 72.833 56.382 ITALIA Variazioni assolute Variazioni % Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Genova –153 21 –179 Imperia –625 –2 –94 –0,2% 2,1% –18,6% –2,3% –0,6% –25,7% La Spezia –190 –2 –4 –0,9% –0,6% –1,6% Savona –279 –2 –107 –0,9% –0,5% –24% LIGURIA –1.247 15 –384 –0,8% 0,7% –19% ITALIA –21.076 –4.109 –7.626 –0,3% –5,3% –11,9% Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati Infocamere * I valori delle cessazioni risultano depurati dal numero di aziende cancellate d’ufficio dalla Camere di Commercio Focus sulle imprese artigiane in Liguria I dati salienti Le imprese artigiane sono quelle che pagano maggiormente la situazione di crisi economica. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni per il terzo trimestre consecutivo è negativo (–932 unità), soprattutto per la riduzione delle iscrizioni. > Lo stock è in diminuzione dell’1,1% con le imprese che, al 30 settembre 2014, si attestano a 45.710 unità. > Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è positivo per 65 unità. > Il tasso di crescita è dello 0,14%: un anno fa era 8 pari al –0,85%, dovuto alla salita delle iscrizioni (+8,4%). Il peso del settore artigiano nelle province > Rimane stabile a Genova, al 27,1% > Diminuisce alla Spezia (–0,4 punti percentuali) e a Savona (–0,3%) > Cresce a Imperia (+0,3) Uno sguardo sui territori A livello provinciale abbiamo una generalizzata di- minuzione delle chiusure, in particolare risalta il picco ad Imperia (–78,6%). Sul fronte delle iscrizioni si segnala il +17,4% di Genova. Nel caso delle altre province: sostanziale stabilità, con variazioni di poche unità. > I servizi di alloggio e ristorazione mostrano invece una flessione delle iscrizioni e una crescita delle cessazioni, benché si parli sempre di volumi ridotti di imprese (–6 imprese neonate e +7 imprese chiuse). I settori di attività Imprese artigiane registrate per province 3° trimestre 2014 Le attività manifatturiere rimangono sostanzialmente stabili sul fronte delle iscrizioni (–2 imprese). Le chiusure sono, invece, in flessione del 42,7%. > Le costruzioni vedono aumentare del 15,3% le iscrizioni. Scendono del 46,9% le cessazioni. > Il commercio, a livello di stock, rimane invariato, ma ha una contrazione delle aperture di 6 unità (–19,4%), contestualmente a quella più robusta delle chiusure. Stock imprese artigiane Totale imprese Imprese artigiane/ Tot. imprese Genova 23.412 86.467 27,1% Imperia 7.250 26.025 27,9% La Spezia 5.578 20.660 27% Savona 9.470 30.929 30,6% Liguria 45.710 164.081 27,9% Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Movimento anagrafico delle imprese artigiane 3° trimestre 2013-2014 (valori assoluti e variazioni assolute e percentuali) ANNO 2013 2014 Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Genova 23.514 270 341 23.412 317 275 Imperia 7.352 103 398 7.250 104 85 La Spezia 5.708 86 102 5.578 85 90 Savona 9.635 151 164 9.470 155 146 LIGURIA 46.209 610 1.005 45.710 661 596 1.413.197 18.871 20.716 1.388.938 17.835 18.767 ITALIA Variazioni assolute Variazioni % Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Genova –102 47 –66 –0,4% 17,4% –19,4% Imperia –102 1 –313 –1,4% 1% –78,6% La Spezia –130 –1 –12 –2,3% –1,2% –11,8% Savona –165 4 –18 –1,7% 2,6% –11% LIGURIA ITALIA –499 51 –409 –1,1% 8,4% –40,7% –24.259 –1.036 –1.949 –1,7% –5,5% –9,4% Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati Infocamere * I valori delle cessazioni risultano depurati dal numero di aziende cancellate d’ufficio dalla Camere di Commercio 9 APPROFONDIMENTO TEMATICO Dalla Conferenza sul sistema educativo le indicazioni per la prossima programmazione regionale Si è tenuta, lo scorso 8 e 9 ottobre, a Genova A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Burlando: il riordino del sistema educativo al centro dell’intervento regionale La riflessione sul sistema educativo è estremamente importante, si è lavorato con molto impegno sull’edilizia scolastica, visto che sono molte le strutture che hanno bisogno di interventi: con i fondi FSC (ndr. Fondo per lo Sviluppo e la Coesione) potremo attivarci ulteriormente su altre opere strutturali. C’è anche bisogno di qualità formativa e di concen- Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. 10 trare le forze per combattere la dispersione. Il fenomeno riguardava, un tempo, le regioni più ricche, dove i giovani andavano a lavorare precocemente, perché il mondo produttivo richiedeva manodopera. Oggi, in tempo di crisi, la situazione è cambiata: sono sempre di più i giovani che hanno abbandonato gli studi e non riescono a trovare lavoro, rimanendo esclusi da ambedue i sistemi. Il sistema educativo, nel suo complesso, sta tenendo, anche grazie alla formazione professionale. In questi giorni, si sta definendo un accordo con il Governo, insieme alle Regioni, per delineare e ripartire le competenze, attualmente in carico alle Province, che stanno per essere soppresse. Entro fine anno il quadro avrà nuovi contorni. Il riordino del sistema educativo è strategico: si è puntato sugli ITS che rappresentano una realtà nuova. Un esempio per tutti è quello dell’Accademia della Marina Mercantile che attrae giovani da tutte le parti d’Italia; con l’hotellerie ad Arenzano stiamo lavorando nel settore della ristorazione e dell’accoglienza, per colmare vuoti esistenti. La scuola digitale e le nuove tecnologie rappresentano una risorsa altrettanto importante e lo sforzo è quello di portare la banda larga in tutta la regione e nei piccoli comuni dell’entroterra che rappresentano comunque un fattore di sviluppo per le attività economiche e per i giovani. Doria: la Scuola ha il compito di formare i cittadini Tra i temi centrali per il nostro Paese: la scuola è questione decisiva e lo è, a maggior ragione, oggi, in un momento in cui la nostra società è chiamata a riflettere su cosa diventerà, a seguito di un cambiamento così profondo. La città metropolitana dovrà avere un ruolo importante nel sistema della formazione. Altro nodo è rappresentato dall’edilizia scolastica: in questo ambito, il Governo ha lanciato un appello perché vengano indicate le scuole su cui occorre intervenire. Da insegnante, si individuono alcune parole chiave: preparazione, che è data dall’insieme di cultura generale e dello sviluppo delle capacità professionali e formazione professionale che, invece, è rispondenza a quanto chiede il mercato del lavoro. Certo è che, comunque, le condizioni di partenza della famiglia e del ragazzo pesano fin da subito, rispetto alle scelte. Cittadinanza è un’altra parola chiave: non solo nozioni, ma molto di più: l’insegnante è educatore a 360° perché a scuola si formano i cittadini. In una società che ha ‘perso pezzi’ in questo senso, si ac- centuano dinamiche di chiusura e particolarismi; un tempo la crisi spingeva alla solidarietà tra le persone, oggi, invece, si scatenano le individualità. Inoltre, inclusione intesa come acquisizione di posizioni nella società e la possibilità di cambiare in meglio la propria situazione: chi è capace e meritevole deve poter mettere a frutto tutte le sue capacità anche nella scuola. Sara Pagano: una Scuola migliore per far crescere il nostro Paese La ‘Buona scuola’ è un progetto su cui discutere in maniera aperta, anche in modo critico ma costruttiva. L’argomento va affrontato senza remore, per creare una scuola migliore di quella attuale, che possa favorire sbocchi più immediati sul mercato del lavoro. Investire sulla scuola significa investire sul Paese, in un momento non buono per l’Italia. Proprio in questa direzione vanno i 400 milioni di euro, messi a disposizione per l’edilizia scolastica. Inoltre, va messo in evidenza ciò che la scuola fa di positivo e, in questo senso, la Liguria fa molto: i nostri ITS sono considerati, a livello nazionale, ai primi posti, così come gli interventi a favore dei ragazzi in Il sindaco di Genova, Marco Doria. 11 difficoltà, che registrano un rapporto più basso rispetto alle altre regioni, tra alunni disabili e docenti di sostegno. Internazionalizzazione della scuola e scambi culturali rappresentano altri spunti positivi. Occorre non dimenticare i problemi che ci sono, la consultazione pubblica aperta dal Governo è molto positiva, le voci e le critiche saranno ascoltate. Tutti noi dobbiamo realizzare il principio della dignità del lavoro, creando occasioni già a partire dalla scuola. Alda Scopesi: ridefinire il proprio percorso è una necessità di tutti L’elemento innovativo è il portare l’attenzione al momento formativo, come parte dello sviluppo complessivo della persona, che rientra nell’ambito della cultura globale, del benessere, della soddisfazione e della salute individuale, secondo un approccio più ampio, in una prospettiva lifelong. Oggi, le traiettorie di vita non sono più prevedibili, per cui occorre ridefinire spesso il proprio progetto: il motore è l’orientamento, con la valorizzazione di tutte le esperienze, patrimonio della persona. È necessario consolidare e promuovere buone Il momento della partenza della conferenza educativa. 12 prassi, scientificamente fondate; in questo senso, l’Università è stata coinvolta in tutti i settori di intervento di questa conferenza: è un modo nuovo di lavorare, mettendo in comune le competenze. Boitano: l’impegno della Regione sull’edilizia scolastica Sono stati stanziati finanziamenti, per mettere in sicurezza le scuole ed eliminare barriere architettoniche e amianto. In cinque anni, sono stati coinvolti 250 istituti su 870 complessivi, con 60 milioni impegnati, di cui 30 a carico della Regione Liguria. Occorre tenere in considerazione, anche in questa sede, il fenomeno dello spopolamento dell’entroterra, ma anche la fascia di territorio, compresa tra i 7 e i 17 km dalla costa, in cui si osserva un incremento di popolazione e dove è necessario rinforzare i servizi. È opportuno ricordare che la nostra regione possiede un anagrafe dell’edilizia scolastica efficace; è comunque utile segnalare tutti quei casi particolari di cui non sempre si è a conoscenza. Bisogna intervenire ancora su un 30% di scuole che hanno bisogno di interventi. Rossetti: La scuola deve rialzare la testa e prendere il ruolo che le spetta Il presupposto è stato, in questi anni, privilegiare la rete per raggiungere risultati comuni, nel rispetto delle autonomie di tutti. Abbiamo difeso l’USR della Liguria che, in molte regioni, è stato abolito. La creazione di Arsel garantisce il sostegno alla filiera dei processi: dallo studio all’ingresso nel mercato del lavoro. L’obiettivo della conferenza è chiaro: indirizzare la pianificazione regionale dei finanziamenti FSE 2014/2020. È del 2009 la legge regionale 18, nata anche a seguito di una analoga conferenza, voluta dal precedente assessore; il nostro sistema legislativo è invidiato ancora oggi. Dal 2008 c’è una continuità, per cui oggi ci troviamo, a definire il sistema educativo regionale, partito proprio con quella legge. Obiettivo principale è articolare la scuola sulle filiere, integrando i percorsi, le competenze, con pari dignità dei sistemi. Abbiamo lavorato molto in questa direzione, nella consapevolezza che è il lavoro comune che ci fa raggiungere i risultati. La conferenza, nata in una situazione complicata, è stata preceduta da quattro audit territoriali, i cui esiti hanno dato molti spunti. Per entrare nel merito degli argomenti, circa l’istruzione degli adulti osserviamo il bisogno di alfabetizzazione e riqualificazione dell’offerta formativa, anche per gli immigrati: la direttiva per i Centri territoriali per gli adulti punta alla riqualificazione di questo segmento. Circa la ‘Media education’ e la ‘Scuola digitale’, si fonderà l’impianto regionale che potrà contare su due milioni di euro: questa è l’occasione per fare emergere i tanti progetti esistenti. Quanto ai poli tecnico-professionali: lo scorso luglio sono stati presentati pubblicamente (ndr. v. approfondimento su questo numero di Forum). Rispetto al segmento 0-6 anni: esso va collocato nella sfera del sistema educativo, superando la segmentazione 0-3/4-6. Si pensa allo sviluppo delle ‘sezioni primavera’, che sono, in Liguria, 90. Segmento 6-14 anni: la Liguria è stata la prima regione a creare gli istituti comprensivi; se, all’inizio, c’erano resistenze, adesso il sistema è condiviso, grazie anche all’autonomia che permette di verticalizzare al massimo tutti i progetti, ottimizzandoli. Fascia 14-29: è su questa target che si concentrano gli strumenti più innovativi; il sistema di istruzione IeFP riveste un ruolo molto importante; gli istituti professionali di Stato devono lavorare, adeguandosi al modello learning by doing che permette la connessione tra i sistemi, facilitando l’occupazione. Persiste un problema di blocco culturale, secondo il quale ‘se studi non lavori’, ma in questo modo non sperimenti il mondo degli adulti. La separazione riflette la distanza relazionale tra generazioni. Dobbiamo quindi percorrere la strada dei Paesi più avanzati, lavorare sulle filiere verticali, dai corsi di base all’alta formazione. Secondo questo modello, i due mondi si possono integrare, per L’Assessore regionale, Rossetti. 13 cui la conoscenza acquisita diventa competenza. Abbiamo quattro ITS: uno maturo che si occupa dell’economia del mare, quello dell’ICT, della navalmeccanica, dell’energia. Lavoriamo sulla blue e sulla green economy e sulla tradizione meccanica che esiste ma è ancora da valorizzare. Sono 50 i minori assunti con il contratto di apprendistato che frequenteranno la formazione teorica negli enti di formazione professionale. Occorre far si che i ragazzi che non vanno più a scuola possano essere reintegrati, attraverso un progetto personale, per rispondere ai bisogni individuali. L’orientamento permanente è fondamentale, la cultura orientativa va coltivata perché, come si evince dai dati, esiste un profondo disorientamento, soprattutto fra i giovani. Non è ancora codificata la figura dell’orientatore e la funzione è lasciata in mano a chi, anche da anni, svolge questa attività. Tra l’altro, la Liguria è la Regione che coordina le altre al tavolo di Roma. Dobbiamo affermare la centralità della persona, farci carico dei traguardi e degli obiettivi che ciascun ragazzo può darsi. Dobbiamo ‘curvare’ l’FSE in modo forte su formazione e istruzione, per mettere l’individuo, con le sue peculiarità, al centro del nostro agire. Spesso sostenere che mancano le risorse è un alibi, un po’ di soldi ci sono e, se la Regione ha la capacità di cogliere i bisogni emergenti, si pos- sono raggiungere risultati positivi: mettendoci in rete e distribuendo quello che si ha, possiamo crescere ancora molto. Bianchi: riflettere sul nostro passato per comprendere le tendenze attuali Il federalismo fa riferimento ad uno Stato in cui la legittimazione del potere è in basso, mentre lo stato centrale la pone al centro e delega verso il basso. Cavour e Ricasoli erano federalisti per convinzione, ma successivamente, vista la complessità di questo sistema, il governo si sposta su posizioni centraliste dove la regola è valida per tutti. La legge Rattazzi riguarda la riforma elettorale, dello Stato e della scuola e questi saranno sempre i nostri ‘tormentoni’. La legge Casati individuava l’istruzione elementare e quella secondaria classica e tecnica, spettava ai Comuni fornire le strutture. Il sistema presuppone la presenza di funzionari statali con compiti di controllo. Nel tempo, i Comuni hanno rivendicato il loro ruolo e, quindi progressivamente, Province e Regioni hanno riproposto il modello bottom up. Il pendolo oscilla periodicamente un po’ qua e un po’ là. Nella nostra scuola abbiamo quindi una compenetrazione dei due livelli. I lavori della fase conclusiva: la tavola rotonda coordinata dal direttore di “Primocanale” Luigi Leone. 14 Si arriva fino al 2000, quando viene modificato il titolo V della Costituzione che coglie la doppiezza del sistema che prevede la collaborazione tra organi concorrenti, tutto ciò interpretato in modo diverso a seconda delle Regioni. Oggi, quindi, abbiamo una situazione variegata. I fondi europei ci sono, ma non tutte le Regioni sanno metterli a frutto: visto che la situazione non è omogenea su tutto il territorio nazionale, l’Europa afferma che l’Italia non li sa usare. Il titolo V prevede che i servizi scolastici siano a carico delle Regioni e, se queste sono virtuose, possono maggiormente incidere sul sistema scolastico. Nella ‘Buona scuola’ si dà importanza alla stabilizzazione degli organici e alla riforma dell’insegnamento. Oggi il pendolo è centralista: alle Regioni compete la programmazione e la gestione funzionale ma non hanno in capo le risorse umane e strumentali, quindi il processo è impaludato. A livello europeo, sono i territori che rivestono il ruolo più importante perché possono agire sullo sviluppo, con capacità progettuale e organizzativa. Quindi, per assecondare la crescita delle diverse aree, è fondamentale il ruolo della scuola che permette al territorio di presentarsi in modo strutturato. La scuola buona è quella che si misura con chi rimane indietro, non con chi va avanti perché è bravo. Il nostro sistema scolastico deve potersi incuneare in quello del lavoro, fin dai primi anni di studio. Il 3+2 del ciclo universitario doveva essere una personalizzazione dei percorsi, un momento di confronto con il mondo del lavoro, ma purtroppo non è stato così. Occorre una grossa riflessione su questi dieci anni di riforma, lo sforzo finora è stato quello di perpetuare l’esistente. La visione era che la formazione professionale doveva avvicinarsi alla scuola, gli ITS sono una novità importante, ma, dal punto di vista educativo, sono ancora troppo spesso sottovalutati, la spinta del sistema produttivo è forte sui poli. Il cambiamento di prospettiva ci deve portare ad avere sistemi permanenti che permettano, con l’utilizzo di passerelle, di adeguare il percorso allo studente, proponendo soluzioni anche individuali. La visione deve essere locale, ma non localistica, il sistema produttivo deve far emergere i settori più significativi. Occorre affrontare i temi della scuola con forte aderenza alla realtà, siamo un Paese che fa mille sperimentazioni ma non ha il coraggio di ristrutturare: Il Governo nazionale deve cedere centralità. Da Bruxelles Sono intervenuti, in videoconferenza da Casa Liguria, Marco Montanari, Renata Briano e Simona Costa che informa che sarà pubblicata la guida ‘Erasmus +’. Inoltre, mensilmente, esce il notiziario europeo che contiene anche opportunità di lavoro e ricerche di partner. La struttura regionale a Bruxelles è a disposizione dal sito della Regione Liguria e con mail dedicata. 9 ottobre 2014 Relazioni dei gruppi di lavoro Educazione ambientale: Serena Recagno L’educazione ambientale si prende cura del pianeta. Oggi, è necessario pensare ad un’educazione diversa, siamo tutti più consapevoli che si stanno variando gli assetti e consumando le risorse della Terra, è in atto una battaglia sul controllo dei beni comuni. Indipendentemente dal processo di benessere, occorre affrontare i problemi complessi per gestirli in modo più equo, renderci conto dei limiti e lavorare sulle relazioni umane, per costruire azioni condivise, confrontandosi reciprocamente. Nonostante i vantaggi della tecnologia, dobbiamo rimettere l’uomo al centro e ragionare sul fatto che la Scienza non ci può dare tutte le risposte. Bisogna lavorare sulle competenze relazionali per identificare 15 Edilizia scolastica: Silvia Risso Le tesi iniziali del gruppo di lavoro sono diventate di fatto quelle finali. La scuola è la casa dell’istruzione e va concepita come un cantiere aperto. I punti salienti del documento governativo sono: la ‘Scuola bella’ dove si prevede che la manutenzione debba essere costante e programmata, non a ‘guasto’, supportata da un sistema informatizzato, partecipata dall’utenza e questo è possibile grazie ad un’anagrafe dedicata che già esiste, anche se il problema è la dispersione delle informazioni e la scarsità di risorse. Bisogna estendere il concetto di partecipazione: si tende a pensare che i beni comuni non siano nostri. La scuola si cura con interventi di sostenibilità ambientale e con sponsorizzazioni per acquistare attrezzature. La ‘Scuola nuova’: presuppone di ripensare il concetto di edilizia scolastica, modernizzando, razionalizzando, valorizzando quegli edifici non più idonei ad essere usati come aule. Serena Recagno. i valori in vista della felicità, sia che si tratti di beni materiali sia immateriali. L’educazione ambientale non è materia disciplinare, bensì un metodo che presuppone una didattica attiva, per dare ai giovani quelle competenze di cittadinanza che, una volta usciti dalla scuola, permettano loro di essere protagonisti sul territorio. Nel 2014, il sistema INFEA (Informazione, Formazione e Educazione Ambientale) compie 20 anni. I percorsi di ricerca sono già iniziati con gli insegnanti e con l’ECO POF si lavora sulla sostenibilità della scuola a 360°; si interviene cioè sulle modalità organizzative interne con patti di corresponsabilità scuola - territorio. L’educazione ambientale si basa su contenuti scientifici e gli insegnanti chiedono informazioni e strumenti. Sono state presentate buone pratiche di altissimo livello, bisogna però trasferirle. Le azioni prioritarie da perseguire si concentrano nell’area dell’organizzazione e rapporto con il territorio. 16 Media education: Lidia Gattini Il gruppo di lavoro ha definito l’ambito tra media education e scuola digitale: si è occupato più di contenuti che di strumenti. Il giovane non sempre riesce ad affrontare la gestione dei nuovi media, non sempre sa ‘mediare’ i contenuti, non è detto che si sappia difendere e che colga le fonti e i rischi. Quindi, la prima necessità che emerge è la formazione dei docenti, magari con affiancamento di tecnici. Si evidenzia, quindi, il nuovo ruolo dei docenti: da dispensatori di conoscenza a dispensatori di contenuto mediato, registi di apprendimento. Il terreno è poco conosciuto dagli insegnanti e dai genitori, soprattutto rispetto all’utilizzo di apprendimenti non formali e al learning by doing. L’educazione ai media è un presupposto di partecipazione sociale e anche mezzo per esprimere emozioni: in questo senso la scuola è centrale anche rispetto alla replicabilità delle esperienze. Gli studenti possono utilizzare nuovi linguaggi, la loro età di fruizione si sta ab- bassando, per cui occorre una nuova alfabetizzazione e nuove competenze dell’alunno. Questo significa dominare nuovi strumenti per essere cittadini del nostro tempo. La rete è reale e può portare con sé conseguenze gravi, la realtà virtuale non esiste, si tratta di strumenti utili o pericolosi, a seconda dell’uso che se ne fa. L’utilità del cooperative learning è da prendere in considerazione; ma spesso la scuola è riluttante ad usare i social network. La famiglia, la scuola e le istituzioni devono agire in modo integrato. Bisogna prevedere un flusso continuo di risorse per mantenere il livello tecnologico e la manutenzione tecnica e istituire una cabina di regia regionale per mettere in contatto le diverse realtà che possono integrarsi. Scuola digitale: Barca Attualmente sono state istituite linee guida ‘aperte’ e due documenti operativi per costruire la scuola digitale che fanno perno su tre ambiti tematici: organizzazione, didattica, formazione. Il digitale nella ‘Buona scuola’ tocca proprio questi aspetti, c’è anche il tema della sicurezza che è trasversale ai tre ambiti. Organizzazione: è ribadita la necessità dell’assistenza tecnica, della partnership tra le scuole per lavorare sulla manutenzione e fare rete per gli acquisti, in questo senso si dovrebbe favorire il ruolo degli sponsor. Didattica: si potrebbero prevedere lezioni a distanza per ospedalizzati e malati; trovare soluzioni tipiche dei videogiochi anche per l’insegnamento, riappropriarsi della didattica computazionale e prevedere formazione per l’utilizzo consapevole della rete; dare spazio alle biblioteche digitali, all’autoproduzione, ai nuovi strumenti per la didattica, alla collaborazione tra scuole ed editori e per confrontarsi sugli aspetti digitali. Formazione: valorizzare le reti, le risorse già esistenti intese anche come personale già operante all’interno delle scuole. In tutte le scuole dove si è sviluppato il digitale è sorta spontanea l’idea di cambiare il paradigma della didattica. Clavarino introduce la tavola rotonda, coordinata da Mauro Palumbo che ha per titolo: ‘L’alternanza scuola lavoro, i poli tecnico-professionali, l’apprendistato: dall’analisi delle difficoltà alla costruzione delle prospettive’ Palumbo: non è importante cosa si insegna ma cosa si apprende Daniele Barca. Il titolo della tavola rotonda può sembrare un po’ criptico ma indica che, nonostante le critiche alla scuola e alle imprese, le cose stanno cambiando e si sente l’esigenza di trovare raccordi tra scuola e lavoro, a partire dalla dimensione dell’orientamento. Questo per il bene di ragazzi, non solo per creare occasioni di lavoro. Molte le forme di coordinamento tra scuole, enti di formazione professionale, aziende e università: sono nati i percorsi triennali, il nuovo apprendistato, i poli, gli IFTS che rappresentano una forma di cooperazione fra le quattro agenzie formative prima menzionate. Questi percorsi non sono disciplinari, ma sono definiti in termini 17 di competenze, perché le persone devono possedere, oltre ad una qualifica, un patrimonio composto dalle singole attività che sanno fare. Bisogna creare il terreno per altre forme di alternanza, anche nei licei, per favorire le esperienze che aiutano a creare la cultura delle competenze. Le normative di questi ultimi anni vanno verso l’equiparazione tra apprendimento formale, non formale e informale. La formazione e il lavoro devono trovare un punto di incontro attraverso il ‘Laboratorio regionale delle professioni’. I poli, l’apprendistato e il sistema della FP sono esperienze che ci aiutano a diffondere la teoria delle competenze, per cui oggi assistiamo ad una rivoluzione copernicana: non è importante cosa si insegna ma cosa si apprende. Elena Ugolini: l’esperienza del Progetto DESI ‘Dual Education System Italy’ Studiare è un lavoro e lavorare richiede uno studio costante, per cui non esiste un unico modello di alternanza scuola lavoro perché i ragazzi sono diversi, come pure le aziende. Il gruppo di lavoro su ‘Edilizia scolastica’. 18 Racconta un caso concreto che può servire come esempio di utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Garanzia Giovani. È stato firmato a Berlino un accordo tra Italia e Germania sul modello duale, per potenziare l’istruzione tecnica, secondo una via italiana di applicazione. Il primo incontro è stato fatto in ‘Ducati’ a febbraio dello scorso anno, perché l’azienda è stata acquisita dalla Volkswagen ed è ponte tra i due Paesi. Il percorso di alternanza scuola lavoro, quindi, poteva essere riconosciuto dalla Camera di Commercio tedesca, dando il titolo di ‘Meister’. Si avvia, così, un progetto per costruire percorsi che si possono svolgere anche in Germania. In particolare, i tecnici tedeschi del centro di formazione dell’Audi formano gli studenti italiani. All’inizio si pensava ad un quarto anno di formazione professionale, ma la cosa è impossibile perché l’Emilia Romagna non lo prevede, per cui si opta per un quarto anno di diploma quadriennale, o ad un percorso in apprendistato, ma la legge non lo prevede. Le prospettive della fondazione Volkswagen sono quelle di fornire competenze più ampie e non solo mirate all’inserimento in Ducati e Lamborghini che fanno parte dello stesso accordo. La Ducati, inoltre, intende favorire nei giovani competenze specifiche, spendibili su tutto il percorso automotive. Arriviamo al progetto ‘DESI’, acronimo di ‘Dual Education System Italy’, partito il 10 ottobre, che coinvolge 48 ragazzi su 200 selezionati, tra i 16 e i 24 anni, in possesso di qualifica professionale nel settore meccanico. Devono essere giovani che non studiano e non lavorano, ma vogliono conseguire un diploma di istruzione professionale, certificato da Ducati e Lamborghini e riconosciuto dalla Camera di Commercio tedesca, secondo un metodo di alternanza scuola lavoro. I giovani, per lo più di estrazione popolare, hanno affrontato un percorso di selezione molto duro, basato sull’analisi del curriculum vitae, sulla redazione di un testo scritto, un colloquio motivazionale e un test pratico. Le richieste sono pervenute anche da ragazzi già diplomati. È prevista una borsa di studio di 600 euro per la partecipazione al corso. Il conseguimento del diploma è previsto per il 31 luglio 2016. La Scuola non è stata in grado di intercettare il talento di quei giovani che, spesso, hanno tanta voglia di fare. Ma adesso la sfida passa ad un altro si- stema che deve garantire un modello di apprendimento più attraente. Gentili: pari dignità tra contesti di apprendimento Stiamo parlando di cultura del lavoro, non di addestramento, non è un tipo di apprendimento inferiore ma un diritto da soddisfare altrove, fuori dalla scuola, un diritto di imparare lavorando che è soddisfatto in tutti i Paesi più avanzati, ma non nel nostro. Perché c’è un pregiudizio ideologico che va messo fuori gioco: occorre convincere gli insegnanti di lettere della terza media che c’è una pari dignità tra imparare fra i banchi e in piedi con un tutor. C’è una linea culturale, prima della destra, oggi della sinistra, ma esiste una terza via che contrasta questo pregiudizio. Occorre puntare su proposte concrete, un esempio sono i poli, l’alternanza, l’apprendistato. Parlando dei poli occorre evitare di renderli ‘pesanti’ perché la rete per funzionare deve essere snella. Citiamo a questo proposito il caso Enel che ha spinto Confindustria a fare lobby per vincere i pregiudizi culturali e permettere l’apprendistato a scuola. I I relatori al tavolo del gruppo di lavoro sulla scuola digitale. 19 sindacati si sono dimostrati disponibili ad accettare che venissero pagate le ore di lavoro. Il progetto ha coinvolto 167 ragazzi dell’ITIS Elettrotecnico con un contratto formativo che prevedeva 250 ore di apprendimento in impresa e 200 svolte in estate e tutte retribuite. Successivamente si prevede di attivare un contratto a tempo indeterminato di apprendistato professionalizzante. Il dual system in Germania ha più valore di alternanza che di apprendimento, con questa finalità è inserito al capitolo 5 della ‘Scuola nuova’ del Ministero che si ispira al modello di 600 ore al terzo, quarto e quinto anno. Le nostre attuali 90 ore di alternanza non sono altro che orientamento all’azienda. L’alternanza ha un costo che in Germania è riconosciuto perché l’azienda che accoglie un ragazzo si assume una responsabilità. Bisogna affrontare politicamente e culturalmente questo problema, abbattendo il muro tra studio e lavoro. Nel nostro Paese la disoccupazione giovanile è al 44% contro il 7% dell’Austria. Occorre prima di tutto una formazione di base solida, poi una conoscenza dell’azienda, una formazione specialistica e una contaminazione tra scuola e azienda. Rosa Mongillo: superare gli ostacoli e risolvere i nodi strutturali del sistema Il problema è quello della dispersione scolastica che ha raggiunto percentuali preoccupanti e quello dei Neet che sono, in Italia, 4 milioni. Il filo conduttore, a livello governativo, è rappresentato da azioni di contrasto a questo fenomeno. Altra negatività è il mismatching tra diplomi e lauree che poi non vengono richieste dal mondo produttivo e la non applicazione di Europass perché non è ancora stata fatta un’equiparazione dei titoli. Il modello duale tedesco non è appassionante perché ha un fondamento diverso, partendo dalla precocizzazione della scelta che non è positiva di per sé. Il nostro sistema scolastico ha una scuola media che non deve più assolvere all’obbligo ed è quindi 20 necessario puntare sull’orientamento successivo, prima visto unicamente come supporto al passaggio tra scuole e oggi, invece, nella chiave di favorire talenti e attitudini: un grande processo deve essere attuato, partendo dalle passioni. Inoltre, manca un decreto che disciplini l’alternanza, quindi i ragazzi continuano ad essere considerati studenti, nell’apprendistato si tratta invece di lavoratori. Il protocollo d’intesa tra Enel e Miur ha carattere sperimentale, per cui va monitorato e valutato: rimane comunque una domanda a cui rispondere: i ragazzi che abbandonano il percorso hanno possibilità di essere recuperati o invece conservano il marchio di chi ha fallito? Il problema è quello dell’Italia a due velocità: in alcune regioni ci sono aziende disponibili, ma in altre zone no, l’approccio della scuola è ancora gentiliano. I poli vincono se hanno alla base un tessuto sociale e produttivo solido e a questo dovevano rispondere all’atto della costituzione. La Garanzia Giovani così come viene intesa serve forse a poco, non c’è bisogno di dare soldi ai ragazzi, ma formarli nella capacità anche di ‘essere imprenditori di se stessi’ già dalla scuola primaria per metterli in grado di risolvere problemi e realizzare progetti di vita soddisfacenti e funzionali ai loro desideri. Noemi Ranieri: formazione congiunta tra scuola e impresa Il documento sulla ‘Buona scuola’ prevede una prospettiva nuova: superare l’alternanza per una formazione congiunta tra scuola e impresa, questo presuppone la necessità di riflessioni, di coprogettazione di percorsi tra scuola e impresa, attraverso il rafforzamento delle collaborazioni tra tutor della didattica e tutor dell’impresa. La formazione dedicata agli insegnanti non deve essere solo sulle nuove tecnologie, ma a supporto della formazione dei ragazzi. Le linee guida sull’orientamento devono essere dif- fuse e socializzate, quindi occorre costruire una cultura della formazione orientativa. Occorre un potenziamento della didattica della lingua inglese e della formazione permanente e su questo c’è un impegno preciso delle OOSS. L’architettura istituzionale ha obiettivi e strumenti chiari che vanno messi a punto e hanno necessità di risorse. Per l’alternanza si stanzieranno 100 milioni di euro e questo è un dato positivo. Il problema è l’investimento complessivo sulla scuola: siamo il penultimo paese in Europa, al pari della Romania. Cutrì: l’esperienza del sistema duale a Bolzano Il sistema duale a Bolzano vige dagli anni ’50. La disoccupazione giovanile tra i Paesi che hanno il sistema duale è molto più bassa, dal 12% al 4%. In Svizzera, la formazione professionale dà ottimi frutti, a cui si ispira il nostro modello. Scuola/lavoro significa che, dopo la scuola media, si intraprende un anno di orientamento a scuola oppure nella formazione professionale che indirizza verso i vari settori. Successivamente, può essere attivato un contratto di apprendistato di primo livello già a partire dal 15° anno di età. Chi sceglie il sistema duale? Il ragazzo che vuole formarsi in un mestiere manuale e trovare un’impresa che lo assuma dopo la formazione. La formazione è formale e tecnico-teorica con laboratori (pari a 400 ore all’anno). Contemporaneamente, il giovane è iscritto al primo anno di formazione professionale corrispondente. Il ragazzo, quindi, frequenta la scuola e per il resto dell’anno è in azienda e impara in base ad un progetto di formazione ben strutturato. I programmi di formazione vengono definiti dalla scuola e dall’azienda, le 400 ore scolastiche proseguono per quattro anni, l’alternanza avviene secondo moduli di dieci settimane, l’esame viene fatto in collaborazione, il ragazzo è pagato dall’impresa anche quando è a scuola. Ogni imprenditore è obbligato a fare formazione, ma non tutte le imprese posseggono i requisiti per poterla erogare. Sono coinvolte, in questo processo, anche le associazioni datoriali. Il Meister - il maestro artigiano - non è un riconoscimento alla carriera ma presuppone un percorso formativo: lavoro pratico, teorico, giuridico economico, pedagogico, per far si che possa accogliere un apprendista. Per arrivare ad essere maestro artigiano si fanno corsi di 1.200 – Un momento della conferenza. 21 1.600 ore, ripartiti su due o tre anni serali e nei giorni festivi. Si tratta di un percorso volontario ripartito in 76 attività. I mestieri riconosciuti sono 110, ognuno ha un suo programma formativo. Puntiamo sul duale perché le imprese che operano sul nostro territorio sono piccole, quasi mai i ragazzi vengono licenziati e, talvolta, anzi, rilevano le attività, tenendo in piedi la micro economia del paese e impedendone lo spopolamento: è un piccolo sistema che funziona, poichè l’economia reale è quella del territorio e riveste un ruolo di attività sociale. L’apprendista ha una famiglia allargata e l’artigiano, quando è in difficoltà, cerca fondi per non lasciarlo a casa. Il sistema duale è educazione e orientamento e consente di fare emergere talenti da impiegare in attività lavorative. I genitori sono coinvolti in questo processo e lavorare non è vissuto come punitivo, visto anche l’alto livello di disoccupazione; la formazione non è considerata di serie B, ci sono persone che, dopo l’università, tornano nella formazione professionale per imparare il mestiere che piace. Occorre dare dignità all’attività manuale e nuova immagine al settore manifatturiero che ha fatto l’Italia. Si apre la tavola rotonda condotta da Leone Rembado: norme non necessarie bloccano il sistema Quante persone o organismi duplicano la stessa funzione nella scuola e negli apparati pubblici? Il problema del processo decisionale è importante ma va semplificato, per avere certezza delle responsabilità. C’è la necessità di deburocratizzazione, individuando quelle norme che rappresentano una bardatura difficile da sostenere. Un altro problema è rappresentato dalla perdita di risorse nella scuola, a partire dal 2000, quando è stata istituita l’autonomia. 22 Dacrema: favorire la crescita professionale e di carriera dei docenti Le resistenze degli insegnanti derivano da un’offerta formativa che non risponde ai loro bisogni. Quindi insoddisfacente. Occorre finalizzare la formazione verso profili professionali arricchiti, poiché attualmente, i meccanismi di carriera dei docenti sono fondati sull’anzianità; la formazione, invece, dovrebbe fornire competenze per la crescita professionale, così da diventare più attraente. Occorre partire dal metodo della contrattazione perché è quello che dà consenso e fare le cose in maniera equilibrata, l’operazione è delicata, quindi, fermo restando il percorso di carriera legato all’anzianità, si introduce anche il criterio del merito. L’alternanza scuola lavoro riveste un forte interesse da parte della CGIL ma deve essere ‘vera alternanza’ e non limitarsi ad un primo orientamento, ma rappresentare una forma realmente duale. Il problema non è solo legato al mondo della scuola ma è soprattutto del sistema produttivo che non cresce, del sistema Paese, della precarizzazione del lavoro, delle imprese che non investono in ricerca e sviluppo. Tacconi: l’importanza della cultura del lavoro Da rinforzare nell’alternanza è la cultura del lavoro; nella formazione professionale sono spesso solo gli insegnanti di pratica che la trasmettono, un altro problema è la valorizzazione dell’esperienza da parte della scuola, perché spesso prevale il pregiudizio che il lavoro sia distante dall’esperienza formativa e non concorra alla crescita del livello culturale. Il sistema di formazione professionale sta assumendo una sua connotazione e molto lavoro in questo senso è stato fatto anche dalle scuole. In formazione professionale abbiamo 500mila iscritti all’anno, il 13,6% sono i ragazzi inseriti nei percorsi triennali che è una realtà che va meglio integrata nel sistema. Ricordiamo che la formazione interviene su molti giovani che, dopo una riga di insucces- si, anche di vita, hanno tratto beneficio dall’esperienza positiva di questi percorsi. Toccafondi: creare la ‘Buona scuola’ grazie all’apporto di tutti La realtà ligure è positiva e propositiva con esperienze reali che diventano sistema. Non c’è da inventare niente, c’è solo da guardare ed ascoltare, far comprendere che se, a livello locale, si realizzano buone esperienze, possono svilupparsi anche a livello nazionale. La Repubblica italiana è fondata sul lavoro, sul tema scuola lavoro ho visto molte realtà positive; al capitolo 5 della ‘Buona scuola’ si presenta una proposta di riforma del sistema perché il problema del lavoro giovanile è grave: si parla del 44% di disoccupazione e 2 milioni di Neet che sono il frutto più brutto della crisi, l’abbandono negli istituti tecnici sfiora il 17% ma in alcune aree arriva al 30%, contro il 3% della Germania: in questo Paese studiano e lavorano 22 giovani su 100, in Italia, 3 su 100. La scuola è sapere e conoscenza, le materie rimarranno, ma si dovrà modificare una parte di didattica per avere un collegamento più diretto con il mercato del lavoro, che deve necessariamente essere connesso con l’istruzione. Per quanto riguarda l’istruzione tecnica e professionale, si riscontra una scarsa conoscenza del tema presso gli uffici ministeriali per cui non si affrontano i nodi. Con l’autonomia, si cerca di sopperire alle difficoltà, partendo dall’evidenza territoriale, inventando buone pratiche che andrebbero però portate a sistema dappertutto. Oggi, l’alternanza viene praticata dal 45% delle scuole e dall’8% dei ragazzi. Nella ‘Buona scuola’ si arriva a 600 ore di alternanza negli ultimi tre anni (200 ore annue), il problema è però il costo: 100 milioni per la formazione, i tutor e i tecnici. Molti laboratori sono chiusi o dismessi perché datati, le scuole li hanno trasformati in musei. Nella ‘Buona scuola’ abbiamo pensato di ricostruirli, con un impegno del MIUR per 300 milioni di euro compresa la formazione degli insegnanti e il supporto dei tecnici. Il rapporto scuola lavoro fa crescere i ragazzi che, a 17 anni, hanno già la testa sulle spalle e sanno che l’obiettivo è comunque quello di finire la scuola perchè può aiutarli a trovare lavoro. Tre sono i temi centrali: contaminazione crescente tra scuola e lavoro che esplode nell’ultimo triennio scolastico, ma prima e dopo bisogna prevedere vere misure orientative e accompagnamento al lavoro per supportare i giovani nelle scelte. Il nostro Paese ha bisogno di segnali positivi subito, se non si danno opportunità vere di lavoro qualificato, se non cambiamo la scuola, creeremo mano d’opera a basso costo, mentre i giovani devono avere chances per entrare e progredire nel lavoro. I tecnici e i professori devono insegnare ai ragazzi come stare nel mondo del lavoro e come crescere. La crisi colpisce tutti, in particolare i giovani meno attrezzati. Per due mesi, la ‘Buona scuola’ sarà al vaglio della popolazione, c’è la volontà parlamentare di arrivare a giugno o luglio, con una riforma organica che avrà ricadute a settembre prossimo. Gabriele Toccafondi. 23 Oltre a dire ciò che vogliamo fare, abbiamo anche previsto il costo delle singole attività. Sono stati assunti 150mila precari, sono terminati 1000 cantieri di edilizia scolastica, e il lavoro proseguirà ancora. Rossetti: conclusioni Non esiste organizzazione efficiente che non badi alla crescita del proprio personale e anche la Scuola rientra in questo meccanismo. Occorre anche interrogarci verso quale modello di scuola si tenda: non si intravede l’obiettivo a medio lungo termine. ‘Non un ragazzo di meno’ non è concetto contrario all’eccellenza, entrambi vanno di pari passo. I docenti in organico sono 48mila, l’obiettivo ‘zero precari’ e ‘zero dispersi’ sono mete concrete da perseguire: le misure sono invece ancora frammentate e non si capisce come ci si vuole muovere. Quindi non tenere fuori nessuno non è uno slogan, si parla di progetti individualizzati e di differenziazione. C’è pertanto un nodo non chiaro: nel documento ‘La Buona scuola’ le Regioni non sono mai citate, Rosaria Pagano. 24 non sono stati assegnati gli organici e il titolo V ‘è in alto mare’. Se scuola e lavoro dialogano i risultati si vedono: il 65% dei diplomati ha trovato lavoro, coerente con il titolo di studio, quindi, come Regione intendiamo proseguire, in questa direzione, crediamo all’ITS e ai poli che, se nascono da esigenze territoriali e da scuole che sanno lavorare bene, danno buoni risultati, accanto ai 13 milioni l’anno messi in campo dallo Stato, 5 sono a carico delle Regioni che si devono occupare anche del controllo. L’apprendistato sperimentale è partito con il progetto dell’Enel: 750 ragazzi degli ultimi anni delle superiori hanno affrontato la selezione e 150 sono entrati, firmando un contratto di apprendistato: Il progetto è partito il 5 settembre, è una piccola esperienza duale, l’abbiamo fatto con la collaborazione del sindacato, quella è la via. Con questa conferenza abbiamo cercato di gettare le basi per la programmazione triennale e per utilizzare al meglio gli unici fondi che abbiamo dall’FSE. Abbiamo sentito tante esperienze, abbiamo discusso su temi complicati, includendo chi arrivava, abbiamo parlato di rete, di BES, di alternanza scuola lavoro, di ambiente, di digitale, di autonomia scolastica che è valore, anche se svuotata dalla mancanza di fondi. Si è deciso di lavorare insieme, per innovare i processi, abbiamo parlato di locale, abbiamo tenuto duro sull’USR per innovare i processi didattici. Abbiamo lanciato il patto per la scuola digitale mettendoci 2 milioni di euro. Crescere insieme sui progetti: questa è la buona politica che deve concretizzare le buone idee, senza paura di avere velocità diverse, senza problemi di tempo e senza paura di giocare in modo diverso, ma tenendo sempre presenti le esigenze del territorio. Abbiamo parlato di valori, e ne abbiamo bisogno, di progetti che vanno ad incontrare i ragazzi, occorre tirare fuori la domanda, lavorare sulla cultura e sulle relazioni con il mondo del lavoro. Facciamo una scuola buona se riusciamo a rispondere alle esigenze dei ragazzi. Lavoro, formazione, scuola sono facce della stessa medaglia: il giovane. Programma Mercoledì 8 ottobre Apertura dei lavori Saluti di Claudio Burlando Presidente della Giunta regionale Marco Doria Sindaco di Genova e Presidente ANCI Liguria Rosaria Pagano Direttore Generale USR liguria Giacomo Deferrari Rettore Università di Genova Giovanni Boitano Assessore Edilizia Scolastica Media education Coordinamento gruppi: Paolo Macrì, Marina Rui, Enrica Guidotti, Giacomo Daneri Rapporteur: Lidia Gattini Scuola digitale Coordinamento gruppo: Monica Cavallini, Angela Maria Sugliano, Dino Castiglioni, Marina Ribaudo, Sergio Mendelevich Rapporteur: Daniele Barca Interventi introduttivi Sergio Rossetti introduce la Conferenza Regionale del sistema educativo Collegamento in video conferenza da Bruxelles con Marco Montanari Desk Italia, Commissione Europea Orientamento Coordinamento gruppi: Elmina Bravo, Antonella Bonfà, Gloria Rossi Rapporteur: Furio Truzzi Direzione Generale Istruzione e Cultura Giovedì 9 Ottobre Fase di restituzione dei lavori delle sessioni in plenaria Renata Briano Deputato Parlamento Europeo Simona Costa Casa Liguria “Europa 2020: scuola per una crescita sostenibile, intelligente, inclusiva“ Patrizio Bianchi Assessore Scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro Regione Emilia Romagna:“Federalismo e scuola” Daniele Barca Dirigente scolastico: “Misurare la qualità della scuola italiana” Lavori di gruppo Intervento di Renato Truce (direttore di Radio Jeans): “I risultati del monitoraggio svolto per Arsel Liguria tra gli studenti delle scuole superiori” “Sdrammatizziamo la scuola” rime, battute e aforismi di Enzo Costa e altri autori a cura della Compagnia Giovani Suq Bisogni educativi speciali Coordinamento gruppo: Daniela Botta, Maria Carlucci, Claudia Nosenghi,Mirella Zanobini, Anna Maria Roncoroni Rapporteur: Dario Ianes Educazione ambientale Coordinamento gruppo: Cristina Gestro, Laura Capelli Rapporteur: Serena Recagno Edilizia scolastica Coordinamento gruppo: Roberta Focacci, Massimo Musio Sale, Giorgio Mor, Monica Matano Rapporteur: Silvia Risso Sessione tematica in plenaria: l’alternanza scuola lavoro, i poli tecnico-professionali, l’apprendistato: dall’analisi delle difficolta’ alla costruzione delle prospettive Interventi di Elena Ugolini M.I.U.R. Claudio Gentili Confindustria Italia Rosa Mongillo CISL Scuola Noemi Ranieri Segretario nazionale UIL Scuola Mirko Cutrì Confartigianato Impresa Bolzano Modera Mauro Palumbo Università di Genova Dibattito con interventi dei Poli T. P. Liguria, ATS Apprendistato, Associazioni Datoriali e Sindacali Fase conclusiva Tavola rotonda con Gabriele Toccafondi Sottosegretario Ministero dell’istruzione Sergio Rossetti Assessore all’istruzione ed al bilancio della Regione Liguria Giorgio Rembado Presidente Nazionale dei Dirigenti Scolastici Fabrizio Dacrema CGIL Giuseppe Tacconi Università di Verona e CNOS Nazionale Giovanni Biondi presidente INDIRE Pino Boero Anci Genova Modera Luigi Leone direttore di Primocanale 25 EDUCAZIONE Il resoconto dei gruppi di lavoro su ‘Orientamento’ e ‘BES’ A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini- Arsel Liguria Orientamento La presentazione delle tesi è stata curata da Gloria Rossi (USR), Elmina Bravo (Provincia di Genova), Antonella Bonfà (Università di Genova). In particolare, Gloria Rossi dell’USR e Furio Truzzi di Arsel Liguria ricordano che l’obiettivo di fondo del gruppo di lavoro è quello di lanciare spunti in vista di un ‘Piano triennale per l’orientamento’ in Liguria. Oggi, il compito è reso più semplice dal fatto che esiste una definizione univoca di orientamento, ormai fissata nell’Accordo sull’orientamento permanente del 20/12/2012. Il punto di riferimento è quello europeo, per cui, ovviamente, il modello na- Furio Truzzi e Gloria Rossi del gruppo di lavoro ‘Orientamento’. 26 zionale deve essere coerente. Queste, in sintesi, le azioni centrali: interventi orientativi contro la dispersione e per ‘bisogni orientativi speciali’, formazione per operatori e famiglie, sostegno alle transizioni. Prosegue Truzzi, focalizzando l’attenzione della platea sulla necessità di tenere conto dei vari contesti coinvolti: scuola, formazione professionale, università ed ITS, lavoro, inclusione sociale. Tra le funzioni, risaltano quella informativa e di sistema. Vale la pena ricordare anche alcuni nodi critici: la certificazione delle competenze e la formazione degli operatori, anche dei docenti – in questo ambito si stanno muovendo i Repertori. Sono 20.000 gli operatori, in Italia, coinvolti nell’orientamento. Le esperienze in atto sul territorio italiano Paola Paolinelli, della Regione Marche espone i passaggi effettuati, a seguito della stesura delle linee guida regionali, che affondano le radici nel Tavolo ‘TORRE’ per l’orientamento regionale, aperto agli enti che hanno competenze in materia e agli attori sociali impegnati su questo fronte. L’orientamento, per la Regione Marche, è anche inteso secondo la chiave della tutela sociale, gli standard mirano anche al benessere dello studente e della persona. Per tutti i profili degli operatori di orientamento è stata stabilita la finalità delle azioni e tutte dovrebbero rientrare negli standard definiti. Passo successivo: la partenza della formazione di sistema (per 510 persone in tutto). A seguire, la Regione Friuli Venezia Giulia, con Ester Iannis, che sintetizza come il percorso, iniziato da tempo, stia dando i suoi frutti, partendo da esperienze consolidate, insieme ad attività innovative. Le parole chiave che guidano la programmazione sono: sistema, formazione, attenzione ai contenuti, orientamento formativo, e danno significato alle attività. Purtroppo, la Regione FVG non ha più un direttore di USR, e questo può incidere non positivamente. Successivamente, a cura di Elmina Bravo, viene presentato, in sintesi, il lavoro di raccolta delle esperienze sul territorio regionale, suddivise per progetti sperimentali e consolidati, portate avanti anche dalle scuole e dal terzo settore. In particolare, la scuola primaria lavora su progetti che aiutano i bambini a ragionare su loro stessi, per abituarli, fin da subito, a riflettere sulle proprie attitudini e talenti. Gli studenti delle secondarie di I grado, possono contare su attività formative e informative consolidate che al III anno supportano alla scelta. Per la secondaria di II grado e l’università le azioni sono consolidate per tutti gli studenti. Speranzina Ferraro del M.I.U.R. mette in evidenza che il momento attuale è di grande trasformazione degli assetti sociali ed economici e la situazione ha portato a condividere un percorso volto ad un nuovo modello di orientamento: la precarietà e la fluidità dettano l’esigenza di orientamento a tutte le fasce di età, partendo dalla scuola primaria. In questo senso, l’orientamento permanente diventa un valore per le persone e per la società e, di conseguenza, un diritto a poter usufruire di servizi adeguati. Da qui, la necessità di standard minimi e di puntare sulle competenze trasversali, anche nella scuola. Al centro: la persona, per ognuna va individuato un modello coe- Elmina Bravo e Antonella Bonfà del gruppo di lavoro ‘Orientamento’. 27 rente ai bisogni. Per dare fiducia rispetto al domani. I lavori proseguono con l’intervento di Guido Amoretti che pone, tra l’altro, l’accento sulla questione nodale della certificazione delle competenze degli operatori, mettendo in guardia dal fatto che si possa risolvere semplicemente con un ‘bollino’: quello che occorre è che gli orientatori intervengano in modo mirato a seconda delle utenze. Altro punto di attenzione è dato dalla formazione dei docenti, che ha anche un impatto economico, oltre che di progettazione. Non si sa, poi, quanti orientatori, in futuro, potranno essere impegnati e quali saranno i percorsi formativi da attivare. essere variegata. L’insidia è quella della velocità del tempo che lascia poco spazio ai rapporti umani, mentre questo processo relazionale implica un dispendio affettivo molto alto. Da qui l’importanza del ruolo delle famiglie e dei genitori, anche di quelli stranieri. Lo sguardo si deve posare attento su chi ha bisogno di orientamento. Anna Grimaldi di Isfol porta il suo contributo, partendo subito dalle suggestioni emerse dai precedenti interventi. Il Piano auspicabile, da mettere in atto, deve partire dalle ‘Linee guida’ e fondarsi su punti imprescindibili: governance e qualità del sistema. Un’ipotesi da percorrere è la costituzione di un Centro regionale dell’orientamento che potrebbe relazionarsi con quello a livello nazionale. Il settore educativo riveste una funzione enorme, per cui non si devono abbandonare a se stessi gli insegnanti e le università devono svolgere un ruolo importante. La questione dell’orientamento è delicata: il fine è la maturazione dell’individuo. Siamo al punto in cui occorre monitorare molto e coordinarsi, perché ora si apre un nuovo capitolo, quindi non bisogna abbandonare il punto di partenza, non cedere posizioni a questa battaglia iniziata, per passare dalla buone pratiche al servizio permanente. Laura Amoretti della Provincia di Imperia presenta il progetto ‘Lotta alla dispersione’. Riflette sulle caratteristiche di molti ragazzi, in fase di regressione, distantissimi dal mercato del lavoro, sono giovani che vivono in uno sfondo sfocato, che passa via via dal colore al bianco e nero. Il progetto interviene nel momento del rischio, con un percorso costituito da segnalazione-colloquio-percorso formativo individualizzato. Si porta il giovane a prendere coscienza del proprio disagio, per poi costruire un progetto che prevede una fase di accompagnamento. Una parte di ore è dedicata ad attività laboratoriali, in un altro istituto, presso enti di formazione professionale o direttamente in azienda. Il rapporto è costruito a tre: insegnante, giovane e orientatore. Il progetto si svolge durante la terza media e nel biennio successivo. Si insiste sull’educazione al lavoro, quindi sulle competenze trasversali. I punti di debolezza riguardano la tempestività della segnalazione e i costi. Padre Nicolò Anselmi della Pastorale Giovanile pone l’accento su un concetto chiave. I temi che si stanno trattando in questa sede hanno a che fare con la felicità delle persone. L’orientamento rappresenta il cuore dell’educazione, la scoperta di ciò che c’è in ognuno per perseguire la felicità, appunto. Ciò avviene a scuola, ma non solo, anche nello sport, nel tempo libero. Gli adulti e i docenti hanno un compito importante, l’accento non è posto solo sui singoli, ma sulla comunità educante che deve 28 Roberto Ruggeri, dell’Unione industriali di Savona, presenta il progetto ‘Fabbriche aperte’ che ha coinvolto, in sette anni, 3500 ragazzi, attraverso un video. Parte da lontano, dal 1982/83, con il Progetto della Fondazione Agnelli ‘Sapere minimo sull’industria’. Benedetto Maffezzini dell’USR individua due punti topici: la formazione degli operatori e le attività interistituzionali. Fattori di successo: il gruppo allargato, la costituzione di banche dati che comprende tutte le scuole, anche le paritarie, le conferenze territoriali, lo screening sui referenti di orientamento. Il risultato è la presenza di ben 33 buone pratiche liguri presenti nella piattaforma di Indire. Molte le attività portate avanti con altri soggetti, tra cui Sailor, Oris, Orions, Arios l’esperienza del CRAS e di CEL (antidispersione), Almaorientati, Fondazione Garrone, il Progetto di orientamento disabili e l’istruzione degli adulti. Il Teatro Cargo mette in scena una rappresentazione, assai suggestiva, interpretata da giovani, basata su un commento musicale, che comunica alla platea il seguente messaggio finale:“Non lasciate che siano solo sogni!” Numerosi gli interventi del pubblico, Furio Truzzi nell’effettuare la sintesi, raccoglie le indicazioni emerse. In particolare verranno valorizzati gli interventi su target particolari, partendo dall’evidenza che si riscontrano bisogni orientativi speciali. Sicuramente, le misure dei tirocini in esito al percorso scolastico e l’alternanza scuola lavoro non tanto a valenza curricolare, quanto orientativa, rappresentano un elemento fondamentale. Rispetto alla programmazione regionale in tema di orientamento occorre individuare nel piano azioni di sistema e sperimentali da ‘consegnare’ alla comunità educativa. Il punto di forza è disegnare il piano attorno a questioni quali: strumenti efficaci di governance, attraverso un centro risorse regionale che si occupi anche di monitoraggio e valutazione, studi e ricerche, reti locali. Non è utile creare reti nelle reti ma reti fatte da istituti, imprese, associazioni e non solo tra scuole. Occorre far si che, in ogni scuola, siano istituiti momenti di incontro tra famiglie e orientatori, non solo per la funzione orientativa, ma anche sociale, poiché la dispersione dei talenti è un danno per la collettività. Iniziamo ad avere una mappa logica dell’orientamento per cui il problema non è continuare nelle esperienze, ma dare sistematicità al tutto. La formazione degli operatori è strategica, su questo Isfol, insieme alla Regione Sardegna, ha lavorato ad ottobre. Il passaggio successivo vedrà la declinazione in profili professionali nell’ambito di un’area specifica. Il censimento ha rilevato 400 operatori, adibiti all’orientamento nelle scuole liguri su 1.500 in totale. BES Il Gruppo bisogni educativi speciali è stato coordinato da: Daniela Botta, Maria Carlucci, Claudia Nosenghi, Mirella Zanobini, Anna Maria Roncoroni; rapporteur: Dario Ianes Daniela Botta di Scuola insieme presenta le tesi inziali. Per redarre i piani triennali futuri, con i nuovi fondi, bisogna confrontarci e arrivare ad un documento unitario. Rispetto alle tracce iniziali, sono emersi criticità e elementi su cui riflettere: dispersione scolastica, scarsa integrazione, una normativa sui BES del 2012, la proposta di legge sul sostegno, la necessità di nuove figure professionali per supportare scuola e famiglia. Giacomo Stella, Professore ordinario di psicologia clinica dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Direttore di Iride (Istituto di Ricerca dislessia evolutiva) risponde alla domanda:‘I bambini con BES stanno bene o male nella scuola attuale?’ I BES possono essere considerati gli indicatori del benessere della scuola, quando un BES va a scuola volentieri è il miglior segnale di qualità. I BES hanno evidenziato una dicotomia, a scuola si insegna, a casa si impara, perché la scuola non si occupa di come si impara, gli insegnanti non sono stati formati sui processi di apprendimento ma solo su quelli dell’insegnamento. L’apprendimento presenta due processi distinti: implicito o procedurale, tipico della fase prescolare, che avviene senza consapevolezza; esplicito o dichiarativo, tipico della scuola. Quello implicito non richiede spiegazioni, si basa sull’esperienza, utilizza il sistema di memoria procedurale, costruisce categorie. Gli apprendimenti impliciti sono realizzati da neuroni, per cui senza sforzo impariamo a pronunciare le parole. Le regole si estraggono secondo un sistema automatico, è, quindi, un fenomeno che non si riesce ad inibire, ad esempio i bambini sviluppano le sequenze dei numeri senza saper contare. Il bambino ripete volentieri ma richiede successo, 29 più ripete, più apprende ma la ripetizione si fa solo a fronte di una gratificazione. La scuola fa male, quindi, quando propone la ripetizione ad oltranza di procedure, impone un modello uguale per tutti (corsivo), non considera la necessità di successo nell’attività ripetitiva, si basa sulle spiegazioni e non sulle esperienze. La scuola fa bene se tiene conto delle diversità dei modi di apprendere, mette il bambino in condizioni di ripetere con successo e di sbagliare il meno possibile, concede strumenti compensativi che producono successo. Mirella Zanobini Disfor – Unige presenta la ricerca ‘La qualità dell’integrazione scolastica a Genova: stato dell’arte e prospettive future’. La ricerca condotta da Università, Centro Idee e MIUR offre una spaccato sulla qualità dell’integrazione scolastica e sulle percezioni degli attori coinvolti. Il campione comprende 382 partecipanti, molte le risposte, scarse quelle dei genitori. Come vengono percepiti gli insegnamenti curricolari e quelli di sostegno? I risultati della ricerca evidenziano una valutazione prevalentemente positiva della qualità del lavoro degli insegnanti da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo di inclusione. Pur in un quadro complessivamente positivo, risulta evi- Giacomo Stella e Claudia Nosenghi del gruppo di lavoro ‘BES’. 30 dente il riconoscimento professionale (formazione, operatività, organizzazione) a favore dell’insegnante di sostegno rispetto agli insegnanti curricolari. Un altro elemento relativamente critico è quello della formazione, in particolare dei docenti curricolari. Passando dalla scuola dell’infanzia agli ordini successivi cala il livello di soddisfazione relativo al coinvolgimento di tutto il corpo docente e alla prossimità del gruppo classe e relative famiglie. Il superamento definitivo del dualismo alunno disabile-insegnante di sostegno è il primo passo per mettere davvero in rete tutti i protagonisti, comprese le famiglie. Partendo dai risultati delle ricerche, ci si propone di promuovere iniziative di formazione a livello regionale relativamente a disabilità e bisogni educativi speciali, rivolte principalmente agli operatori scolastici, ma che potranno coinvolgere anche le famiglie. Le esperienze dal territorio Maria Carmela Valente dell’Associazione Italiana Dislessia Liguria presenta un progetto della propria associazione che ha coinvolto i docenti sui diversi stili di apprendimento individuali, utilizzando una didattica per tutti con l’aiuto delle mappe, partendo da un’esperienza fatta con ragazzi dislessici. L’esigenza è quella di creare una didattica inclusiva, poiché il successo scolastico aumenta la capacità di apprendimento. Si è partiti dal presupposto di guidare i ragazzi ad attivare strategie e ad usare strumenti compensativi poi diffusi a tutto il gruppo aula. Claudia Nosenghi dell’USR - Centro Alunni stranieri ha presentato il lavoro comune tra il Centro Risorse Alunni stranieri e il Laboratorio Migrazioni e strumenti di nuova generazione per alunni con bisogni particolari, come ad esempio il robot Nao, usato con ragazzi con deficit cognitivi e spettro autistico. La psicomotricista Daniela Senarega propone un percorso universitario ad hoc, attivando una specializzazione del corso di Scienze motorie: Scienze motorie adattate. Conseguendo il titolo, i laureati potrebbero entrare a far parte di un eventuale registro per specialisti dell’apprendimento. Sono intervenute anche Isforcoop La Spezia e l’Associazione dei malati di Asperger che hanno presentato progetti di interesse, rispetto ai Bes, e, inoltre, il master sull’autismo, presentato dal Disfor e il ‘DSA Vallecrosia’ con un corso di formazione per docenti e famiglie. La relazione finale È stata a cura di Dario Ianes dell’Università di Bolzano che ha messo subito in evidenza il primo tema aggregante: la complessità problematica dei BES, che investe questioni di equità: superdotazione, grave difficoltà e disabilità. Con le ultime norme, si risponde ad un’esigenza di tutela, indipendentemente dalle certificazioni. Secondo tema, quello della rete: ovvero mettere in collegamento e far dialogare il sistema, con interconnessione e ottimizzazione delle risorse tecniche, formali, informali. Terzo tema, quello dell’aiuto, con nuove forme di supporto a docenti e famiglie perchè questi ‘ecosistemi’ hanno bisogno di risorse diverse. A scuola, c’è necessità di nuove forme di supporto tecnico e di empowerment alle famiglie. Invocata la formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici. Occorre muoversi sulla didattica più moderna, anche rispetto alla metodologia. Fare ricerca e sperimentazione in ambito educational è molto difficile. Occorrono non solo elementi di sistema, ma anche piccole sperimentazioni sulla didattica innovativa, valorizzando le competenze. Il gruppo di lavoro ‘Orientamento’. 31 Ufficio Studi della Fondazione Rui Cristiano Ciappei Maria Cinque Soft Skills per il governo dell’agire La saggezza e le competenze prassicopragmatiche Franco Angeli – Milano – 2014 Il tema delle soft skills, con limiti e potenzialità, rappresenta una riproposizione delle virtù in chiave contemporanea. L’intento di questo testo – così come la strategia formativa della Fondazione Rui negli ultimi dieci anni – è quello di cavalcare questa opportunità, inserendo il tema in un approccio in cui il ruolo guida viene assunto dalla sapienza e dalla saggezza. Insomma lo scopo è inserire le soft skills nel grande filone sapienziale che rappresenta il meglio che ogni cultura umana ha elaborato sull’arte di vivere. Un approccio non normativo, ma esortativo; non descrittivo, ma interpretativo; non positivistico, ma realista. In questo senso, l’opera si rivolge prima che allo studioso, proprio all’imprenditore, al politico, all’uomo d’azione, al padre di famiglia e alla donna che cerca di conciliare i suoi molteplici ruoli, o semplicemente a chi abbia l’ambizione e la voglia di cimentarsi nel tentativo di governare, almeno in par- 32 R U B R I C A IN LIBRERIA te, il senso della propria esistenza... che poi è la vera impresa che tutti accomuna. In generale, l’approccio qui sostenuto alle soft skills propone un atteggiamento proattivo nei confronti della propria esistenza e del contesto sociale di riferimento, che si caratterizza per l’immergersi nel mondo, nell’accettare le sue sfide, nel giocare con le sue regole, liberandosi dai condizionamenti del contingente per sfidare se stessi, il mondo e soprattutto il proprio quotidiano in una gara al miglioramento, alla scoperta di sempre nuove potenzialità, al raggiungimento di nuove mete. Cristiano Ciappei è professore ordinario di Strategie e Valore di Impresa e di Etica di Impresa presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Firenze. Direttore del Master Facility Management for Global Care all’Università Campus Bio-Medico di Roma dal 2006 al 2010, è stato presidente della Fondazione Rui dal 2004 al 2013. Maria Cinque è ricercatrice della Fondazione Rui e docente di Metodologie didattiche e comunicative presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma. Si occupa di formazione e coaching degli studenti universitari, metodologie dell’autoapprendimento e dell’autoaggiornamento, comunicazione multimediale e applicazioni multimediali per la didattica. L’Europa ha perso slancio e vigore. E si è allonta- Per sopravvivere e tornare padrona del proprio destino, l’Europa deve riacquisire la sua ragion d’essere originaria con una strategia incentrata sugli obiettivi dell’integrazione politica, della crescita e della competitività. Di questo compito dovrebbe farsi carico, per prima, la Germania, che ha conquistato negli ultimi anni un ruolo economico preminente senza però assumersi funzioni e responsabilità di leadership politica per costruire, insieme agli altri partner, un’Europa più equilibrata e solidale. nata la prospettiva di una federazione europea. Le rigide politiche di austerità ma anche le resistenze opposte alle riforme strutturali hanno diviso l’Unione tra un’area forte nordica e mitteleuropea a trazione tedesca e un’area debole meridionale e mediterranea. Le conseguenze della crisi esplosa nel 2008 hanno aggravato questa spaccatura, accresciuto i pericoli di stagnazione economica, generato vaste sacche di povertà e di emarginazione sociale, accentuato le nevrosi dell’opinione pubblica, alimentando un’ondata di sfiducia e di scetticismo. Valerio Castronovo ha analizzato le vicende dell’Europa, a partire dalla caduta del Muro di Berlino: l’allargamento a Est e le sue complesse modalità, la nascita dell’euro e i problemi dell’unione monetaria, i controversi rapporti fra i paesi membri, il naufragio del progetto costituzionale, le relazioni ambivalenti con gli Stati Uniti, l’assenza di una propria politica estera, le sfide cruciali che l’Unione deve oggi affrontare in uno scenario mondiale denso di gravi tensioni e incognite. Valerio Castronovo La sindrome tedesca Europa 1989-2014 Editori Laterza – Roma – 2014 Giovanni Perazzoli Contro la miseria Viaggio nell’Europa del nuovo welfare Edizioni Laterza – Roma – 2014 T utti i disoccupati avranno l’alloggio pagato e un assegno minimo vitale a condizione di frequentare dei corsi di formazione e di accettare il lavoro proposto dal centro per l’impiego. Se sui giornali leggessimo di una proposta del genere fatta dal governo italiano, rimarremmo sbalorditi. Eppure, per un tassista di Parigi, per un operaio di Berlino o per un giovane di Londra il reddito garantito è una realtà di tutti i giorni. Da decenni, la disoccupazione in Europa viene affrontata con potenti strumenti di welfare che prevedono, oltre a un sussidio vitale, assegni per le coppie, per i figli, per chi avvia un’impresa, corsi di formazione, trasporti, riscaldamento e molto altro. In Italia tutto questo non esiste. Siamo una gigantesca anomalia e neppure ce ne rendiamo conto. Giovanni Perazzoli oltre a numerosi articoli e testi per riviste accademiche, “MicroMega” e Rai Educational, è autore di Benedetto Croce e il diritto positivo. Sulla «realtà» del diritto (il Mulino 2011) e Filosofia e laicità (con G. Miligi, Mimesis 2010). Cura “Filosofia.it”. Vive e lavora tra l’Italia e l’Olanda. 33 Gabriele Balbi Paolo Magaudda Storia dei media digitali Rivoluzioni e continuità getta uno sguardo disincantato su una delle mitologie del nostro tempo. Quanto è rivoluzionaria la cosiddetta ‘rivoluzio- Gabriele Balbi è professore assistente in Media Studies presso l’Università della Svizzera italiana di Lugano, dove insegna e svolge ricerche sulla storia e sociologia dei media. In passato ha anche studiato e lavorato presso università italiane (Torino), americane (Harvard e Columbia), olandesi (Maastricht) e inglesi (Westminster, Oxford e Northumbria). ne digitale’? E quanto, invece, il digitale affonda le proprie radici nei vecchi media analogici dell’Otto-Novecento? Partendo da questi interrogativi, Gabriele Balbi e Paolo Magaudda ci guidano in un originale viaggio attraverso la storia dei media digitali, dalla prima metà del Novecento ai giorni nostri. Con un’ottica globale, gli autori ripercorrono le tappe principali della storia del computer, di internet, del telefono cellulare e della digitalizzazione di alcuni settori dell’industria culturale quali musica, stampa, cinema, fotografia e radiotelevisione. Tra rotture rivoluzionarie e sorprendenti continuità, Storia dei media digitali Paolo Magaudda è sociologo presso l’Università di Padova, dove svolge ricerche sul rapporto tra tecnologie, cultura e società, con particolare riferimento ai media e alla comunicazione. Ha pubblicato, tra l’altro, La scienza sullo schermo (a cura di, con F. Neresini, Bologna 2011), Oggetti da ascoltare. HiFi, iPod e consumo delle tecnologie musicali (Bologna 2012) e Innovazione Pop. Nanotecnologie, scienziati e invenzioni nella popular culture (Bologna 2012). È segretario della Società Italiana per lo Studio della Scienza e della Tecnologia. Editori Laterza – Roma – 2014 34 ORIENTAMENTO Il Forum internazionale sull’Orientamento fa il punto sulla Garanzia giovani Dalle parole del Sottosegretario Luigi Bobba le anticipazioni sull’Agenzia nazionale per l’occupazione A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria ‘Le esperienze di orientamento in Garanzia giovani’: è stato questo il titolo del ‘Forum internazionale sull’orientamento 2014’, che si è tenuto alla Fiera di Genova il 7 Novembre 2014, nell’ambito del salone ABCD-Orientamenti. Nel prossimo numero di ‘Forum’ verrà dato spazio, più in dettaglio, a quanto emerso dall’appuntamento. Di seguito, un’anteprima, in breve, dei lavori, che hanno una particolare importanza per il nostro sistema e l’intervento del Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro Luigi Bobba. I saluti istituzionali sono stati portati dall’Assessore regionale all’istruzione e formazione Sergio Rossetti, da Rosaria Pagano, Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale e da Enrico Giunchiglia, per conto del Rettore dell’Università degli Studi di Genova. Rossetti coglie l’occasione per evidenziare luci e ombre del Programma Garanzia giovani, le differenze del nostro Paese, rispetto ad altri, dovute anche al contesto meno favorevole. Pagano pone l’accento sull’orientamento, che non deve essere inteso solo come strumento di accompagnamento, ma deve diventare attività con valore permanente. Enri- co Giunchiglia afferma come la ‘Garanzia giovani’ riguardi una fascia di età particolarmente vulnerabile. L’Università ha istituito un rettorato per la formazione permanente e una forma di apprendistato di alto livello. Gli interventi sono stati moderati da Roberto Dasso, Direttore Generale di Arsel Liguria che ricorda, tra l’altro, il dato preoccupante dei Neet – 24.000 nella nostra regione, e, tra le altre, la misura del servizio civile, che può supportare i giovani nella delicata fase dell’uscita dall’inattività. Gli intereventi sono stati strutturati in due momenti, che hanno permesso un alto livello di arricchimento della discussione, partendo dagli stimoli portati dai relatori. Apre i lavori Anna Grimaldi, Dirigente Area lavoro Isfol (per conto di Pierantonio Varesi, Presidente Isfol), che indica le due piste di riflessione che riguardano l’orientamento: una questione di tipo culturale e una più squisitamente politica: è quest’ultimo il nodo da sciogliere. Sintetizza, inoltre, i passi compiuti ad oggi e quelli ancora da percorrere. Spazio successivo dedicato alle esperienze in atto, nell’ambito della Garanzia Giovani. La parola è passata a Gianni Bocchieri, della Regione Lombardia 35 (per conto dell’Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro, Valentina Aprea) che ha esplicitato la scelta strategica e l’esigenza di trattare il Programma da protagonista, secondo il modello della cooperazione, nell’ambito di una rete tra pubblico e privato. Un’altra voce è stata quella di Rosa dello Sbarba, della Regione Toscana (per conto di Gianfranco Simoncini, Assessore alle attività produttive, lavoro e formazione). In questo caso, Garanzia Giovani si innesta su un percorso, partito nel 2011, denominato ‘Giovani si’, che investe risorse in vista dell’autonomia, a partire dalla casa e mette insieme vecchie e nuove misure, puntando in modo particolare sul livello informativo. Giovanni Chiabrera, Responsabile della macroarea Nord di Italia Lavoro (per conto di Paolo Reboani, Presidente Italia Lavoro), fornisce una chiave di lettura sulle tendenze di Garanzia Giovani che proseguirà fino al 2017/2018. La fase operativa è partita, di fatto, ad ottobre scorso. La campagna di promozione è prevista per novembre. quindi suscettibile di correttivi. Si è cercato di costruire una base comune, per tutte le Regioni. Il punto di partenza è, per tutte le misure, quello dei percorsi personalizzati. Per conto dell’assessore regionale alle Politiche attive del lavoro e dell’occupazione Enrico Vesco, è intervenuto il collega Rossetti che ha tracciato il quadro ligure, molto variegato e, in questo momento, in discussione, dei centri per l’impiego. Interessante la considerazione che, per le giovani generazioni, è maturata la consapevolezza del fatto che non sempre si riuscirà a trovare un lavoro, in un’età in cui, nel passato, si aveva la propria vita in mano. Ha portato il punto di vista del terzo settore, Claudio Basso, Portavoce ligure, che esprime alcune criticità e problematiche che possono venire superate, con un sostegno pubblico alle reti – formali e non – per renderle capaci di mettersi a disposizione. Inoltre, pone l’accento sulla finalità del servizio civile che, se viene presentato solo come facilitazione ad una ricerca di lavoro, quindi, in chiave utilitaristica, si fa un cattivo servizio, anche ai giovani. 36 Brando Benifei, della Commissione Occupazione e Affari Sociali del Parlamento Europeo esprime l’impegno istituzionale a continuare a sostenere queste misure, rendendole più efficaci, proseguendo con i finanziamenti, previo monitoraggio rispetto all’utilizzo dei fondi. È, inoltre, intervenuto Marco Gaione, Vicepresidente di Rete Lavoro, l’Associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro che operano nell’intermediazione, ponendo, tra l’altro, l’accento su un tema caldo, quello del riconoscimento della figura dell’orientatore, che procede di pari passo, alla gestione dei servizi di orientamento. Ciò presuppone la necessità di una chiarezza dei ruoli. Assicura la massima disponibilità alla collaborazione, da parte di un segmento, quello privato che, da anni lavora assieme al pubblico in questo ambito. L’intervento del Sottosegretario di Stato – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Bobba Il Sottosegretario indica verso quale modello di politiche del lavoro ci si sta orientando. In particolare, una novità importante riguarda la costituzione dell’Agenzia Nazionale per l’occupazione. Si intende, così, sopperire alla mancanza, fino ad oggi, di un unico interlocutore delle politiche attive e passive, secondo un modello partecipato che non si ispira a quello tedesco, poiché la Germania possiede un’Agenzia federale che gestisce il complesso degli interventi, con competenze anche gestionali. Il nostro modello prevede il coinvolgimento, in primo luogo, delle Regioni, delle parti sociali, dell’Inps; inoltre, Isfol e Italia Lavoro che già attua progetti e interventi in collaborazione con le Regioni. Ma, la struttura avrà un unico punto di guida ministeriale che darà regole generali, elementi di governance e un solo sistema informativo per evitare di avere, co- me avviene oggi, 21 modelli regionali senza un coordinamento effettivo ed efficace. La nuova Agenzia nascerà nel giro di pochi mesi; già dall’esperienza di Garanzia giovani potremo capire cosa è necessario, ad esempio l’interoperabilità tra i sistemi che per ora non c’è. Ne deriva la necessità di piattaforme informative unificate, visto che oggi abbiamo una banca dati sulle comunicazioni obbligatorie poco utilizzata. Invece, occorrerebbe monitorare, attraverso le CO, l’elenco delle aziende che offrono lavoro e che i giovani non conoscono. Bisogna mettere insieme tutti i soggetti che possono gestire le reti pubbliche o private accreditate, in tempi di risorse scarse non è certo utile cancellare, anzi, se un servizio o un progetto funziona in una regione, il modello può essere replicato altrove. La Garanzia giovani vede 300mila iscritti su 2 milioni di Neet: la distanza è abissale per cui occorre già porsi un interrogativo. Certo, deve ancora partire la campagna informativa ma ci sono comunque ‘cadute’ visto che quasi la metà dei convocati o un terzo circa non si presentano. La capacità del servizio, che deve essere riconoscibile, è quella di saper accogliere il giovane disorientato. Dire che non funziona nulla non giova ed è pregiudiziale; neanche gli altri Paesi hanno fatto miracoli, occorre raffinare la governance degli strumenti per ottimizzare le risorse, pubbliche e private e avvicinare le opportunità alle richieste, per farle meglio aderire alle caratteristiche del territorio. Misurare gli interventi e guardare al risultato è dirimente, vanno esportati e replicati gli strumenti, cercando la cooperazione con le Regioni e gli enti accreditati. Avremmo un orientamento efficace quando i sistemi scuola e lavoro avranno ‘passerelle’ di contatto. Le competenze non si apprendono quasi mai a scuola e le imprese chiedono conoscenze, competenze e relazioni, per cui occorre promuovere un collegamento per un lavoro comune tra i due contesti. La legge delega sul Terzo settore si fonda sul principio di sussidiarietà e, la Liguria ha una legge regionale che considera le attività di interesse generale, svolte dai cittadini, come servizi a favore della comunità. Il Terzo settore rappresenta, talvolta, un’opportunità di occupazione, come è anche negli intenti della UE. Va costruito un sistema di coinvolgimento di questo importante segmento e un percorso di promozione, negli anni a venire. Occorre rafforzare il Servizio civile per farne un grande vivaio di impegno per la società e per la formazione del giovane. Stiamo mettendo a punto con il MIUR un programma già sperimentato: ‘Community Service Learning’ per valorizzare l’esperienza di attività volontaria nel curriculum formativo del giovane, importante, soprattutto nelle zone a rischio, dove i ragazzi abbandonano più facilmente la scuola. Il Forum è promosso dalla IX Commissione Istruzione, Formazione, Lavoro della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Regione Liguria Con il patrocinio di: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Unione delle Province Italiane – Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – Unione Nazionale delle Camere di Commercio – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Con il supporto scientifico di ISFOL – Università degli Studi di Genova Coordinamento organizzativo di ARSEL – Università degli Studi di Genova 37 A cura di Mariangela Grilli – giornalista, esperta di cinematografia Prosegue la rubrica dedicata al cinema come risorsa didattica e di riflessione sui temi di cui tratta ‘Forum’. Adolescenti e internet Nel 2012 uscì nelle sale italiane un bel film di Silvio Soldini intitolato “Il comandante e la cicogna”: qui il protagonista, interpretato da Valerio Mastandrea, è un vedovo con due figli adolescenti, Elia e Maddalena. Poiché è un padre attento e premuroso, fa 38 R U B R I C A Cine-FORUM presto ad accorgersi che la figlia è vittima di cyberbullismo. Infatti, l’ex ragazzo di Maddalena ha messo in un social network immagini e commenti offensivi su di lei. “Il comandante e la cicogna” è uno dei tanti film che negli ultimi anni trattano del mondo dei social network. Il più famoso, come è ben risaputo dato che conta un miliardo di utenti attivi, è Facebook il cui slogan recita:“Facebook ti aiuta a connetterti e a rimanere in contatto con le persone della tua vita”; nato si sa nell’ambiente universitario di Harvard da Mark Zuckerberg e da altri suoi tre compagni, è seguito da altre centinaia di siti. La maggior parte di questi ruotano intorno ad alcuni grandi temi sulla vita di relazione: quello professionale e, soprattutto, quello dell’amicizia e dei contatti amorosi. Si tratta di un fenomeno dagli aspetti positivi, ma che presenta risvolti inquietanti e pericolosi e dunque una realtà culturale e sociale di cui anche il cinema si è appropriato. Troviamo sull’argomento ogni genere di film, a cominciare appunto dal già citato “Il comandante e la cicogna”, dove è ritratto efficacemente il sistema in cui può trovarsi intrappolato, in modo del tutto ingenuo, una persona che affida ad un social network la propria vita personale ed è particolarmente emblematico per alcuni episodi di suicidio di adolescenti costantemente vessati da compagni, in internet. Decisamente inquietante risulta il film “Chatroom” di Hideo Nakata che illustra il mondo di alcuni adolescenti che passano la maggior parte del loro tempo su internet e rimangono intrappolati in una chatroom, senza sapere di essere controllati e guidati da un loro coetaneo particolarmente problematico. Ma proprio sui pericoli della falsa identità che si può celare nel mondo della realtà virtuale, è “Catfish”: Nev è un fotografo che vive a New York; un giorno viene contattato da una bambina, Abby, che gli chiede il permesso di dipingere una sua fotografia. In seguito Nev inizia una corrispondenza con Abby e la sua famiglia, che lo porterà ad una relazione virtuale con Megan, la sorella di Abby. A poco a poco però Nev inizia a scoprire la verità che si cela dietro alla persona di Megan. Nato come un documentario, dopo la premiazione al Sundance Festival del 2010 questo film di Ariel Schulman ed Henry Joost, ha dato vita all’omonima serie televisiva in onda su Mtv. Sull’argomento non si può fare a meno di citare “Disconnect”, opera del 2012 e presentata al Festival di Venezia, del regista Henry Alex Rubin.“Disconnect” tratta molti temi legati al mondo di internet, attraver- 39 sando diverse fasce di età: dal mondo adulto che lo usa come via di fuga da una realtà frustrante, al ragazzo che ne fa uno strumento di persecuzione verso gli altri, fino a chi lo usa per esibirsi su siti per soli adulti. Un film che ha l’intento di mettere in evidenza la solitudine che si cela dietro ai comportamenti di chi affida la propria vita al mondo virtuale. Sebbene non manchino ormai studi sull’uso ossessivo di internet e dei social network, sarebbe comunque riduttivo rappresentare solo gli aspetti negativi di questo mondo che, nelle sue qualità migliori, rappresenta davvero un modo per rimanere in contatto con aspetti fondamentali della vita quotidiana e permette una vita di relazione tra persone altrimenti molto distanti, e dunque di migliorare parte della vita sociale e lavorativa. Infatti vi sono film, tanto per citarne uno, come “The real social network” di tre registi Ludovica Fales, Isis Thompson, Srdjan Keca, in cui si evidenzia come, nel 2010, durante la protesta degli studenti universitari inglesi contro l’aumento delle tasse universitarie, il social network sia stato un modo per coinvolgere e rendere evidente le motivazioni della contestazione. Ma su tutti non si può non citare “The social network”, film del 2010 di David Fincher incentrato sugli inventori di facebook e il cui sottotitolo recita:“non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico”. 40 APPROFONDIMENTO Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali ‘Forum’ dedica l’approfondimento ai poli tecnico professionali, presentati ufficialmente durante un convegno a Genova di cui si offre una sintesi. Nel primo articolo viene descritta l’organizzazione generale, il funzionamento e il ruolo dei soggetti che li compongono. Nel secondo articolo si dà spazio ad una descrizione sintetica di ogni singola realtà e nell’ultimo un breve excursus sulla normativa nazionale e regionale di avvio dei poli. I poli tecnico professionali sul territorio ligure Che cosa sono i poli tecnico professionali PTP Si tratta di reti di soggetti, operanti nel campo dell’istruzione e della formazione, e di imprese o aggregati di imprese che si impegnano per perseguire lo scopo comune di operare in sintonia, per supportare la Regione nella definizione della propria offerta formativa, mediante l’analisi dei fabbisogni formativi dell’area economico professionale di riferimento, ma anche per instaurare nuove sinergie e valorizzare quelle già esistenti, al fine di avvicinare i giovani in formazione al mondo del lavoro. I poli costituiscono una modalità organizzativa di condivisione delle risorse pubbliche e private disponibili, formalizzate attraverso un accordo di rete, tra i soggetti della filiera formativa (istituti tecnici e professionali, organismi formativi accreditati, ITS, università e centri di ricerca) e le imprese della filiera produttiva che perseguono obiettivi comuni, attraverso la condivisione di risorse professionali, strumentali, logistiche e finanziarie e mediante la realizzazione di un programma di rete. Il polo tecnico professionale, favorendo una relazione stabile tra scuole, organismi formativi, ITS, università, centri di ricerca e aziende delle più varie dimensioni, si presta ad essere il naturale volano delle politiche di alternanza scuola lavoro e di transizione dei giovani verso il mercato del lavoro, come anche di tirocini e apprendistato. 42 Il processo di attuazione Il decreto ministeriale del 7 febbraio 2013, che ha dettato le Linee previste all’art. 52, commi 1 e 2, legge n.35 del 4 aprile 2012, contenente misure di semplificazione e di promozione dell’istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), ha indicato le condizioni per l’attuazione dei poli, in particolare, l’allegato C ha definito gli standard minimi. La Regione Liguria, con la deliberazione di Giunta del 19 settembre 2013, n.1145 ha emanato l’invito per la presentazione di manifestazioni di interesse, a cui ha fatto seguito l’individuazione dei partenariati ammessi alla costituzione dei poli e, successivamente, alla registrazione degli accordi di rete, la presa d’atto dei dieci poli che si sono costituiti sul territorio ligure. Gli obiettivi Funzioni comuni a tutti i Poli L’obiettivo principale è rendere organica, nel quadro dell’apprendimento permanente, l’offerta educativa di istruzione e formazione, anche in apprendistato, degli istituti tecnici, degli istituti professionali, delle strutture formative accreditate per la IeFP, degli I.T.S., dei percorsi IFTS, assicurandone la coerenza con riferimento alle filiere produttive. In questo modo, si favorisce l’allineamento tra il sistema produttivo e quello educativo di istruzione e formazione, con particolare riferimento ai percorsi di istruzione tecnico-professionale, e il trasferimento degli esiti della ricerca industriale alle imprese. Vengono, inoltre, valorizzati la partecipazione e il contributo delle imprese nella definizione dei fabbisogni formativi e nella progettazione e realizzazione dei percorsi. Si garantiscono le specializzazioni e le complementarità dei soggetti formativi in rete tra loro e con le imprese, sia su base territoriale sia su base nazionale, nella collaborazione multiregionale, con particolare riferimento agli I.T.S.; Si mira, inoltre, a promuovere l’apprendimento in contesti applicativi, sperimentando anche modalità diverse dai tirocini curricolari (esperienze di formazione e lavoro, apprendistato), in cui la formazione è contestuale alla produzione di beni e servizi, attraverso la realizzazione di botteghe scuola e scuola azienda. 1. Partecipare alla costruzione dell’offerta formativa regionale Le singole filiere produttive/settori strategici sono chiamate ad esprimere i fabbisogni formativi e quindi, l’offerta potenziale della filiera, per evitare eventuali ridondanze o carenze dell’offerta formativa attuale rispetto ai fabbisogni formativi. Viene favorito il pieno sviluppo dell’autonomia scolastica e vengono formulate proposte di adeguamento dell’offerta formativa alle reali e documentate esigenze della filiera. Si punta, inoltre, a facilitare le azioni di alternanza scuola lavoro e di transizione al mondo del lavoro. 2. Garantire la continuità formativa della filiera Si favoriscono l’accesso e i passaggi fra i diversi segmenti formativi afferenti la filiera, utilizzando le leve della flessibilità, al fine di consentire percorsi continuativi dalla formazione iniziale alla formazione superiore in un contesto di apprendimento permanente. Funzioni relative alle specificità del singolo Polo Commisurare all’area economico professionale l’implementazione di: > Sistema di governo e gestione delle relazioni: i PTP, partendo da relazioni già esistenti, mirano a costruire un modello organizzativo che consenta di sviluppare azioni in modo efficace, eco- I dieci poli professionali costituiti a luglio 2014 1. Meccanica impianti costruzioni – M.I.C. 2. Rotta polare (porto logistica-mare) “mediterranean logistic and transport system” 3. Atal: accordo territoriale agroalimentare ligure 4. Distretto formativo del levante: meccanica, navalmeccanica, robotica e automazione industriale 5. Liguria agro alimentare 6. Polo Hermes “sviluppo delle tecnologie per la cultura, la comunicazione e l’informazione” 7. Professioni vita 8. Servizi alla persona: cura e benessere 9. Risparmio ed efficienza energetica 10.Turistico del Levante ligure, Toscana e Piemonte 43 nomico e qualificato; > Strategie, obiettivi e azioni: a seconda del settore, variano i fabbisogni produttivi - formativi e le azioni del Polo, devono essere differenziate in base al segmento formativo prevalente e/o trainante; > Attività di promozione e marketing territoriale e di filiera: i Poli valorizzano e amplificano la capacità dei singoli partner di attrarre studenti/docenti/formatori e imprese; > Internazionalizzazione: tramite la promozione e realizzazione di scambi e di accordi per il riconoscimento internazionale delle competenze e quando possibile dei titoli. aggiuntive nell’ambito delle singole azioni del Polo, con possibile rimborso a risultato e non a processo, a fronte di obiettivi addizionali più elevati (rispetto a quelli assegnati ad altri operatori) raggiunti dai soggetti che partecipano al Polo; vengono assegnate anche per l’offerta di servizi addizionali che integrano e potenziano quelli già previsti dal Polo. Il ruolo della Regione La Regione si riserva di valutare, nella sua programmazione, la possibilità di destinare risorse PTP e programmazione regionale Segmento formativo Obiettivi perseguibili Servizi attivabili IeFP > Stage presso impresa del polo > Inserimento lavorativo > Correlazione tra competenze acquisite in > Sostegno alla programmazione percorso IeFP e competenze necessarie > Centro di risorse umane e strumentali per abilitazione professionale (es. estetiste, > Servizi di orientamento e accompagnapatentini idraulici, ecc) al fine di favorirne il mento all’inserimento lavorativo riconoscimento di crediti formativi, nell’ambito di azione di sistema regionale Apprendistato qualifica e diploma professionale > Ampia copertura figure professionali > Stabilizzazione lavorativa Centro di risorse professionali, e strumentali per formazione interna alle imprese Apprendistato professionalizzante Diffusione dello strumento tra le imprese afferenti il Polo Piano di diffusione per far conoscere il meccanismo alle imprese afferenti; IFTS Individuazione di percorsi da attivare Definizione dei fabbisogni formativi ITS Ampliare bacino di imprese di riferimento > Favorire il reclutamento di docenti del mondo del lavoro > Effettuare azioni di matching con le imprese del Polo, per l’inserimento lavorativo degli allievi diplomati Apprendistato di alta formazione e ricerca > Diffusione dello strumento tra le imprese afferenti il Polo > Sfruttare la presenza delle università o delle istituzioni di ricerca all’interno dei Poli > Piano di diffusione per far conoscere lo strumento alle imprese afferenti; > Coinvolgimento attivo delle imprese nella co-progettazione dei percorsi con università o istituzioni di ricerca 44 Un’ipotesi operativa: i Poli come soggetti promotori per l’attivazione di percorsi di IV anno IeFP in apprendistato di primo livello in obbligo formativo > Sperimentazione in atto > Reti già esistenti di soggetti diversi (costituite sulla base delle regole dei Poli); > Utenza già qualificata, conosciuta e disponibile immediatamente > Aziende già coinvolte negli stage del percorso triennale > Percorsi brevi (un anno) > Risorse per la formazione già disponibili Ruolo strategico dei Poli per: > la definizione dei fabbisogni formativi relativi alle figure di tecnico in uscita ai percorsi di IV anno IeFP e la conseguente individuazione di uno o più percorsi utili all’area economico produttiva di riferimento; > l’individuazione e il coinvolgimento di imprese disponibili ad assumere un apprendista per il conseguimento del diploma professionale Scheda riassuntiva 45 Il Glossario1 Ambiti complessi: sono definiti a partire dalle intersezioni tra filiere produttive che si sviluppano anche sulle stesse tecnologie abilitanti. Aree economico professionali: sono intese come un sistema di referenziazione statistica, realizzato a partire dai codici delle attività economiche (classificazione ATECO) e dai codici della nomenclatura delle unità professionali. Le aree economico professionali sono state adottate per la referenziazione al mondo del lavoro della IeFP (Accordo in sede di Conferenza unifi cata 27 luglio 2011), dei profili nazionali degli Istituti tecnici superiori (decreto interministeriale MIUR/MLPS del 7 settembre 2011) e dei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore in corso di revisione. Cluster tecnologici: sono intesi come aggregazioni di imprese, università e altre istituzioni pubbliche e private della ricerca e di altri soggetti attivi nel campo dell’innovazione, organizzate intorno a tecnologie abilitanti (General Purpose Technology, GPT) cioè tecnologie pervasive che trovano applicazione in tutti i settori dell’economia e della società. I cluster tecnologici sono pertanto intesi come propulsori della crescita economica sostenibile dei territori e dell’intero sistema economico nazionale. Filiera formativa: è intesa come insieme dei percorsi per il conseguimento di: > diplomi di istruzione tecnica e di istruzione professionale, a conclusione dei percorsi scolastici, di durata quinquennale, degli istituti tecnici e degli istituti professionali; > qualifiche professionali, di durata triennale, e diplomi professionali, di durata quadriennale, a conclusione dei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale (IeFP); > certificati di specializzazione tecnica superiore, di durata annuale, a conclusione dei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS); > diplomi di tecnico superiore a conclusione dei percorsi degli Istituti tecnici superiori (I.T.S.), riferiti alle aree tecnologiche. Le filiere formative assumono, come quadro di riferimento, gli indirizzi dell’Unione europea in materia di apprendimento permanente, le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni (capo III del decreto legislativo n. 226/2005 e alla legge n. 92/2012); possono comprendere anche ulteriori articolazioni territoriali dell’offerta formativa, anche a livello terziario, sulla base delle determinazioni delle Regioni. Filiera produttiva: è intesa come insieme delle attività interrelate che si articolano lungo la catena del valore di un prodotto/servizio; comprende tutte le attività che concorrono alla creazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di quel prodotto/servizio. Per estensione, può comprendere, altresì, la rete delle attività professionali direttamente o indirettamente connessa alla filiera produttiva. La filiera costituisce un quadro di riferimento generale, senza vincoli definitori stringenti, per costruire e articolare l’offerta formativa sul territorio. Parchi tecnologici/distretti ad alta tecnologia: sono intesi come reti o aggregazioni di aziende, supportate da strutture di ricerca specializzate nel trasferimento tecnologico e da strutture di consulenza, capaci di promuovere l’evoluzione delle filiere produttive verso una dimensione tecnologica. Poli tecnico-professionali: sono intesi come la interconnessione funzionale tra i soggetti della filiera formativa e le imprese della filiera produttiva, che si identifica in «luoghi formativi di apprendimento in situazione», fondata su accordi di rete per la condivisione di laboratori pubblici e privati già funzionanti; configura anche sedi dedicate all’apprendimento in contesti applicativi, così da utilizzare pienamente le risorse professionali già esistenti anche secondo modalità di «bottega a scuola» e «scuola impresa». 1. Tratto da: DECRETO 7 febbraio 2013 .Linee guida di cui all’art. 52, commi 1 e 2, della legge n. 35 del 4 aprile 2012, contenente misure di semplifi cazione e di promozione dell’istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.). 46 I poli uno per uno Il Polo MIC - Area Meccanica Impianti, Costruzioni Il polo agisce su tutto il territorio regionale, coinvolgendo in ogni provincia un mix di strutture formative, istituti scolastici, ma soprattutto imprese, consorzi, centri di ricerca ed istituzioni. Ha una sede legale e cinque diverse sedi operative, fornite dai partner fondatori di progetto. Al centro delle azioni del polo c’è l’innovazione riferimento del nuovo modello di sviluppo economico territoriale. La ricerca della qualità, nei prodotti e nei processi dovrà costituire il principale motore di questo sviluppo, ed anche la formazione si dovrà orientare verso servizi innovativi, con un trasferimento di competenze e know how ad elevata componente tecnologica. Il coinvolgimento di partner diversi garantisce la co- progettazione e co-gestione dei processi, che si concretizzano nella definizione di: > fabbisogni professionali e formativi; > politiche di sviluppo e formative locali; > criteri e strumenti di valutazione delle proposte; > strumenti di monitoraggio; > strumenti di valutazione dell’efficienza delle azioni formative. Gli obiettivi > creare sinergia tra i percorsi ed i diversi soggetti dell’offerta formativa e le imprese, condividendo risorse umane, laboratori, analisi di fabbisogni e progettualità; > qualificare nell’apprendimento in situazione gli obiettivi specifici dei singoli percorsi; > favorire la continuità dei percorsi formativi, contrastando il rischio di abbandono e dispersione; Le filiere 47 > promuovere azioni trasversali alle diverse offerte formative; > promuovere il contratto di apprendistato e qualificarne il contenuto formativo, con particolare riferimento al primo e terzo livello; > favorire l’esperienza di formazione in alternanza e promuovere la formazione permanente e continua; > creare le condizioni affinché le autonomie scolastiche e formative realizzino la flessibilità curricolare con il pieno utilizzo degli strumenti esistenti; > attivare azioni di orientamento e realizzare azioni di accompagnamento dei giovani adulti per il rientro nel sistema educativo di istruzione e formazione; > realizzare interventi di formazione congiunta di carattere scientifico, tecnico e tecnologico per i docenti e i formatori impegnati nelle diverse istituzioni educative e formative. I soci fondatori Scuola edile della Provincia di Savona, Scuola edile spezzina, Ente Scuola edile genovese, Scuola edile Imperia, Villaggio del ragazzo. I soci partner La rete di supporto > > > > > > > > > > > > > Provincia di Savona Confindustria Genova Ordine Regionale del Geologi della Liguria Collegio Regionale Collegio Geometri Savona Collegio Geometri Genova Guide Alpine Collegio Periti Collegio Geometri Imperia Collegio Periti Savona Imperia Apis Federazione Regionale degli degli ordini del Dottori Agronomi e dei dottori forestali della Liguria 48 > Federazione Liguria degli Agrotecnici e Agrotecnici laureati > Afige > Anaci > ISS Calvino > Ticass > Forme DIL > Assimp > CPTA Genova > CPT Savona > Scuola edile Reggio Emilia > Scuola edile Cuneo > Scuola edile Livorno > Scuola edile Piacenza > Clinica S. Michele > Cooperativa Sociale TAU Rotta PO.L.ARE settore di riferimento: porti, logistica e mare mazione a l lavoro > promuovendo l’alternanza scuola / lavoro (stage polifunzionali) o Orientamento di filiera: creare e favolire percorsi di orientamento all’interno delle filiere anche come prevenzione della dispersione scolastica pennettendo un facile ri-orientamento in itinere Le filiere di riferimento Le filiere riguardano il settore portuale e in particolare: il trasporto marittimo, la nautica da diporto e turismo sul mare, i servizi portuali e il sistema intermodale, i servizi commerciali. Presidio di qualità: > Costruzione di un Marchio di Qualità quale sistema di regole e processi a garanzia delle prestazioni, dei servizi e delle attività svolte dai partner > Definizione di un Patto Formativo con le aziende per l’individuazione di standard formativi e come facile strumento di monitoraggio e valutazione delle attività svolte Proposte operative I soggetti aderenti Osservatorio di settore: > Processo continuo di analisi settoriale e dei fabbisogni professionali grazie ad un confronto continuo che premette la rilevazione di bisogni a breve, medio e lungo termine anche tramite un portale dedicato alla “rilevazione dei bisogni” delle aziende > Presidio e promozione della Formazione Continua come opportunità di crescita dell’impresa > Istituto tecnico superiore: Fondazione Accademia ltaliana della Marina Mercantile > Enti di formazione professionale: Opera Diocesana Madonna dei Bambini “Villaggio del Ragazzo”, AS.FO.R., Scuola Nazionale Trasporti e Logistica, Cisita, Consorzio Formazione Polcevera, Consorzio Lavagna Sviluppo seri, CULMV, ENTE NIVES F. O. P, Fondazione Cif Formazione, Sogea > Imprese: Costa Crociere spa, Grandi Navi Veloci spa, Porto di Arenzano spa, Marina Chiavari srl, Associazione Agenti Raccomandatori Mediatori Marittimi Agenti Aerei Genova, Spediporto - Associazione Spedizionieri corrieri e trasportatori di Genova, Sech - Terminal Contenitori Porto di Genova spa, La Spezia Container Terminal Spa, Porto Lotti > Istituti tecnico professionali: I.S.C.S. “E. Montale”, I.P.S.S.A.R.“N. Bergese”, I.I.S.“G. Natta” - “G. V. Oeambrosis”, l.T.T. L.“San Giorgio”, I.I.S.“G. Capellini - N. Sauro”, I.I.S.S. “A. Fossati” -”M. Da Passano” > Enti e istituzioni scientifiche e di ricerca: DIEC Dipartimento di Economia - Università di Genova, DLTM - Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, DITEN - Dipartimento di ingegneria navale, Benchmarking: > Confronto continuo tra realtà regionali, nazionali ed internazionali per condividere e trovare collaborazione su innovazione, sviluppo, crescita e raccordo in progetti europei > Supporto e collabotazione alla competitività delle imprese, seguendo i trend del mercato, tramite lo sviluppo e l’aggiornamento delle risorse umane Scuola/Lavoro: > Incontro scuola-lavoro: monitorare e raccogliere le necessità aziendali e presidiare l’aggiornamento delle competenze professionali ai fini di un avvicinamento del sistema istruzione e for- 49 elettrica, elettronica e delle telecomunicazioni Università di Genova, DSA - Dipartimento Scienze per l’Architettura - Università di Genova I soggetti sostenitori > Assiterminal – Associazione Italiana Terminalisti Portuali > Associazione Agenti Marittimi La Spezia > Associazione Spedizionieri del Porto di La Spezia > Autorità Portuale di Genova > Autorità Portuale di La Spezia > Autorità Portuale di Savona > Ciofs FP Liguria > Circle srl > Confetra – Confederazione generale Italiana dei Trasporti e della Logistica > Confindustria Genova > Confindustria La Spezia > Confitarma – Confederazione Italiana Armatori > Conform srl > Ente per l’Addestramento di osservatori Radar s.cons.arl > Federagenti – federazione Nazionale Agenti, Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi > Federpesca – Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca > Fedespedi – Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali > Fresco ship‘s agency & forwarding srl > Gimax International srl Villanova Group > C. Steinweg – GMT srl > Isomar > Spediservices srl > Ticass – Tecnologie Innovative per il Controllo Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile scrl > Ucina – Confindustria Nautica 50 La governance Il consiglio di indirizzo si propone di: > assicurare il costante collegamento dei suoi programmi alle dinamiche di sviluppo delle quattro filiere > accompagnare la creazione di un modello di rete evoluta (Smart Community) per accrescere il networking imprenditoriale, istituzionale e associativo. > incrementare la capacità del Polo di promuovere, una qualificata offerta per le competenze chiave dell’economia del mare > monitorare con sistematicità l’efficacia delle azioni intraprese Il consiglio di gestione che si propone di: > sviluppare criteri e regole di comportamento per ottimizzare la conformità e l’efficienza delle attività e dei metodi praticati > oordinare l’attività di ricerca e sviluppo > perseguire azioni di consolidamento ed ampliamento dei programmi del Polo > assicurare la corrispondenza delle azioni di filiera ai fabbisogni tecnico-professionali > incrementare un efficiente utilizzo delle risorse e la qualità dei metodi didattici impiegati Il comitato tecnico svolge le sue funzioni in posizione di staff ad Accademia Italiana della Marina Mercantile e una funzione di management operativo finalizzata a: > progettazione di dettaglio e realizzazione dei programmi e degli obiettivi indicati dal Consiglio di Gestione > costituzione e gestione della Rete e delle attività di comunicazione e immagine > supporto tecnico amministrativo alla realizzazione dei programmi Il polo A.T.A.L. area agroalimentare Le filiere interessate sono quelle della trasformazione, confezionamento, produzione agricola, allevamento e pesca; nasce da un accordo transregionale Liguria/Piemonte. Gli obiettivi > Innovazione metodologica e contenutistica dei percorsi formativi di filiera con partecipazione delle imprese nella rilevazione dei fabbisogni > Individuazione di nuovi percorsi rispetto alle esigenze del mercato > Promozione di percorsi di apprendistato e di alternanza scuola/lavoro > Integrazione tra sistema scolastico/formativo e il sistema della ricerca > Sviluppo del livello qualitativo professionale degli occupati La rete > gli enti di formazione: Fondazione CIF Formazione, Consorzio Lavagna Sviluppo, Villaggio del Ragazzo, Ente Ligure di Formazione, Forma, Formimpresa Liguria, Agenform - Agenzia dei Servizi Formativi della Provincia di Cuneo, E.l.f.o, Azienda speciale per la formazione professionale e la pro- mozione tecnologica e commerciale, Iripa Liguria > gli istituti scolastici: I.I.S.S. Bernardo Marsano (GE), Istituto Professionale Aicardi (IM), Istituto Professionale Aicardi (SV), Istituto Professionale Nino Bergese (GE), Istituto Professionale di Stato - Servizi per l’Enogastronomia e l’ospitalità Alberghiera (SP), Istituto di Istruzione Statale Superiore “C. Arzelà” (SP), IISS Norberto Bobbio – Carignano (TO) > enti di ricerca e Università: Università degli Studi di Genova, Micamo srl, Centro di sperimentazione ed assistenza agricola, CRA-FSO - unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie ornamentali, Istituto Regionale per la Floricoltura, Azienda agricola dimostrativa s.r.l., Osservatorio Ligure Marino per la Pesca e l’Ambiente, Centro di sperimentazione ed assistenza agricola > le associazioni di categoria: Coldiretti Liguria, Federpesca – Federazione nazionale delle imprese di pesca, UECOOP, Associazione Pescatori Liguri > gli ordini professionali: Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia della Spezia, Ordine dei dottori agronomi delle province di Genova e Savona, Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Imperia, Collegio professionale - Collegio regionale delle guide alpine e degli aspiranti guide Liguria Le aziende consorziate > > > > > > > > > > Cooperativa Agricola Produttori del Pesto Terre Taggiasche Srl Società Amaie Energia Srl Cooperativa Allevatori Bestiame c.a.b Fabiano Caldi Cooperativa Ortoflorofrutticola Andorese Società Cooperativa Consorzio per la tutela dell’olio extravergine di oliva dop Riviera Ligure Consorzio tutela e valoriz. fagiolo bianco valli imperiesi Frantoio di Celle Ligure società cooperativa Fratelli De Andreis Snc di De Andreis G. & C. 51 > > > > > > > > > > > > > > > > > > Il Teccio Società Cooperativa Agricola L’ortofrutticola Società Cooperativa A R. L. Az. Agricola Lu.Ne.Verdi. Mauro Antonio Zino Riviera Alimenti Srl Az. Agricola il Torchio Eleonora Robotti ditta individuale Terre Taggiasche Srl Società Agricola Azienda Agricola De Andreis Lavinia Olio An fosso di A. Alessandro e Alfredo e C. Sas Azienda Agricola Siffredi Carlo Consorzio per la tutela dell’oliva taggiasca Azienda Agricola Natta Roberto AQUA Società Agricola a responsabilità limitata Azienda Agricola Dino Abba Sas A&G floortoagricola Sas Azienda Agricola Alberto Biancheri Agricontrol snc di Balbi Secco 52 > Consorzio di tutela del Basilico genovese di Pra’ DOP > Azienda agricola Anfossi Società Agricola Sas > Azienda Agricola Novara Nicola I soggetti della governance L’assemblea: composta da tutti i membri aderenti all’accordo, ha funzioni di indirizzo tecnico-scientifico ed elettive; nomina i membri del Comitato di Gestione. Il comitato di gestione: presieduto dall’Ente capofila è composto da un rappresentante di ogni categoria dei soggetti aderenti alla rete, ha funzioni tecnico operative. Il comitato di controllo: composto da tre membri di cui uno esterno scelto tra gli esperti di valutazione partecipata, è nominato dal Comitato di gestione. Distretto formativo del Levante - Area: meccanica-navalmeccanica, robotica e automazione industriale Il Polo Tecnico Professionale “Meccanica-navalmeccanica, robotica e automazione industriale“ ha come fine quello di promuovere una più stretta correlazione tra i soggetti delle filiere formative e delle filiere produttive che agiscono sui territori interessati, cercando di razionalizzare, innovare ed innalzare la qualità dei servizi educativi offerti ai giovani, con lo scopo di favorire la loro occupazione e con- solidare la competitività delle imprese, facendo acquisire loro competenze professionali allineate alle richieste delle imprese. I soggetti proponenti > Istituti Scolastici di Istruzione Superiore: IISS Capellini Sauro – SP, IISS Natta De Ambrosis – Sestri L., IISS Barsanti – MS, IISS Gadda – Fornovo PR, IISS Cardarelli – SP, IISS Fossati Da Passano – SP, IISS Pacinotti – Fivizzano, Pontremoli, Bagnone > Le Imprese: Fincantieri spa, OTO Melara spa, MBDA spa, Dott. Ing. Mario Cozzani srl, Casa Del Motore srl, Sire srl, Cantieri Navali Valdettaro srl, TM.P. spa – Termomeccanica Pompe, TM.C. spa – Termomeccanica Compressori > Organismi Formativi Accreditati: Cisita Formazione Superiore, Villaggio del ragazzo, CPFP Durand De La Penne, CPFP Spinelli Trucco > Istruzione Tecnica Superiore: Istituto Tecnico Supe- 53 riore Innovazione di Processi e Prodotti Meccanici > Università: polo universitario spezzino > Istituzioni: Confindustria La Spezia, Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria SP, DLTM - Distretto Ligure Tecnologie Marine > Altre Istituzioni sostenitrici: Confindustria Genova, Confindustria Massa Carrara, Unione Parmense degli Industriali, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, CGIL – CISL – UIL, INGV - Istituto Nazionale di Vulcanologia L’offerta formativa > Percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale – IeFP: Operatore meccanico – macchine utensili; Operatore meccanico; Operatore elettrico; Installatore manutentore di impianti civili e industriali; Tecnico del legno; Tecnico per la conduzione e manutenzione di impianti automatizzati; Tecnico impianti termici > Percorsi tecnici e professionali di Istituti Scolastici Superiori: Tecnico della manutenzione e assistenza tecnica; Tecnico costruzioni, ambiente e territorio; Tecnico meccanica, meccatronica (meccanica e meccatronica; Energia); Elettronica ed elettrotecnica (Elettrotecnica; Elettronica; Automazione) > Post Diploma e Formazione Tecnica Superiore: Il caso del progetto Finmeccanica - OTO Il Polo metterà in campo le proprie risorse per collaborare a progetti specifici di orientamento ed inserimento lavorativo di giovani qualificati, diplomati e laureati promossi da imprese ed altre realtà rilevanti. Un esempio è il progetto “1000 giovani per Finmeccanica”, che, grazie alla presenza nel partenariato di più di una azienda facente parte del gruppo, coinvolgerebbe in maniera diretta gli allievi del Polo. Tale progetto, già attivo sul nostro territorio, mira a realizzare azioni orientative per gli studenti degli istituti tecnici e professionali, 54 Montatore installatore di macchine e impianti; Tecnico Superiore per l’innovazione dei processi e dei prodotti meccanici > Corsi universitari: Ingegneria Meccanica; Ingegneria Nautica; Yacht Design; Design Navale e Nautico > Post Laurea e Master Universitari: DLTM Perform Cisita; System Engineering for maritime Technologies; FORTEMARE Sono previsti anche percorsi di apprendistato e di formazione continua ed inoltre un osservatorio delle professioni per definire i fabbisogni formativi e garantire la coerenza dei percorsi di istruzione e di istruzione e formazione professionale con le esigenze del tessuto produttivo. I servizi > per gli studenti: orientamento alle professioni > per i disoccupati/inoccupati:orientamento a supporto della scelta di percorsi formativi, orientamento professionale, iniziative specifiche volte alla prevenzione della dispersione scolastica > per le imprese: supporto nel reperimento risorse umane > per il sistema educativo: formazione – formatori, laboratori condivisi, marchio qualità con il fine di diffondere la cultura tecnica e far conoscere loro le professioni di riferimento. Contro la dispersione Il Polo potrà realizzare, come già avvenuto sulla Provincia della Spezia con esperienze quali Angeli e Demoni, iniziative ad hoc volte a fornire una formazione professionale ad una fascia d’età, tra i 18 e i 25, caratterizzata sia a livello nazionale sia a livello locale da problematiche ben definite quali l’abbandono scolastico e il mancato inserimento nel mondo del lavoro. Il Polo “Liguria agro - alimentare” I partners, che si sono costituiti all’interno della rete, sono altamente rappresentativi del settore agro alimentare e con un bagaglio di competenze tecniche coerente con gli obiettivi del polo; si sono resi disponibili nell’azione di analisi dei fabbisogni formativi per garantire le professionalità che, un tempo passavano da padre in figlio, e che ora devono essere trasmesse attraverso la formazione professionale, con l’obiettivo anche di preservare il territorio abbandonato all’incuria e al degrado idro – geologico Le associazioni datoriali collaboreranno ad analizzare quali siano le figure professionali che saranno in grado di intervenire nei processi di commercializzazione dei prodotti agro – alimentari nonchè tramite analisi accurate, realizzate con la collaborazione del Centro Ligure della Produttività della CCIAA di Genova e l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Val d’Aosta oltre a Liguria International, per gestire i processi di innovazione ma anche e soprattutto la valorizzazione dei prodotti locali. L’obiettivo è conferire un nuovo approccio per concepire l’idea di sviluppo delle figure di tecnici agro alimentari e della trasformazione che non punti più sul ruolo generico e spesso improvvisato, bensì su un forte riconoscimento della qualificazione professionale e di competenze riconoscibili e sviluppabili con ulteriori percorsi di specializzazione. Le specializzazioni necessitano di una formazione in laboratorio. Partendo dalla tradizione, per esempio, della focaccia genovese Iscot Liguria ha inserito nel polo l’Associazioni dei Panificatori alla quale verrà richiesto il supporto tecnico durante la fase di formazione così come la libera associazione di macellai, professione sempre più ricercata sul mercato del lavoro. All’interno del nostro polo ci si avvale della collaborazione di istituti professionali afferenti al settore che mettono a disposizione docenti e laboratori; inoltre, enti di formazione che da anni collaborano e che possono garantire professionalità sia in fase di progettazione dell’offerta formativa sia nella gestione corsuale. La rete è aperta a nuove collaborazione e partecipazioni. La meta è il miglioramento dell’efficacia dell’offerta formativa in base alla domanda di competenze professionali del sistema produttivo agro – alimentare della nostra regione; la promozione di esperienze formative, attraverso l’alternanza scuola – lavoro; l’interazione tra il mondo della scuola, della formazione e delle imprese. Componenti partenariato > Ente Formativo Regionale (Capofila): ISFORCOOP, Parasio srl Formazione e Mediazione, Cescot Genova, Centro Provinciale Formazione Professionale G. Pastore srl, C.F.L.C Consorzio Formazione Lavoro Cooperazione Soc.Coop > Centro di Ricerca: Centro Ligure Produttività > Istituto Tecnico o Professionale Statale: I.I.S. B. Marsano, IST. Alberghiero Nino Bergese, I.P.S.E.O.A: Istituto professionale statale per enogastronomia e ospitalità alberghiera “Marco Polo” > Impresa: Panificio “Paolin” Di Marco Saettone & C.sas, Azienda Agricola Botto Davide > Associazione di Categoria: Confcommercio imprese per l’Italia Liguria, Associazione panificatori di Genova e Provincia, Confederazione Italiana Agricoltori Regionale della Liguria, Feseo – Federazione Sindacale Esercenti Ortofrutticoli e Affini, Libera Associazione Macellai di Genova e Provincia, Confagricoltura Liguria, Fedagromercati Genova, Lega ligure delle cooperative, Unione Regionale Confcooperative Liguria 55 Il Polo Hermes: area cultura, informazione e tecnologie digitali > Coach ing. counseling, orientamento scolastico, formativo e professionale Il polo prepara e impiega professionisti nel campo della grafica, del web e della multicanalità > Enti di formazione: Associazione CFP ‘E. Fassicomo’ Genova, CE.S.COT Liguria, Cnos-FAP Liguria Toscana, ECIPA Liguria, Emiliani FAP Genova, Fondazione CIF Formazione Genova, FO.C.US Genova, Villaggio del ragazzo Chiavari, Xelon Sinergetica s.r.l. Genova > Scuole superiori di secondo grado: I.I.S. Giovanni Caboto Chiavari, I.I.S. Majorana Giorni Genova, I.I.S.S. Vittorio Emanuele II - Ruffini Genova > Alta formazione: Istituto tecnico superiore pavoniano per le arti grafiche di Trento > ITS Istituto tecnico superiore: fondazione ITS per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione di Genova > Università: Laboratorio E-Learning & Knowledge Management DIBRIS (Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei sistemi) dell’Università di Genova > Aziende: Artescienza S.a:s: Genova, Arti & Mestieri Società cooperativa – Genova, B.N. Marconi s.r.l. Genova, Conform s.r.l. Genova, Daprà Giovanni Lares Milano, ETT s.p.a. Genova, E.Group.Net s.r.l. Genova, Frog ADV s.r.l. Genova, Ditta Giuseppe Lang Arti grafiche s.r.l. Genova, Guercio Arti grafiche Genova, Pitto-P.Zeta s.r.l. Genova, Radio Babboleo s.r.l. Genova Obiettivi Il polo si propone di avvicinare il mondo della formazione all’impresa, tramite: > l’innovazione metodologica e contenutistica dei percorsi formativi di filiera con partecipazione delle imprese nella rilevazione dei fabbisogni > progettazione, realizzazione di nuovi percorsi rispetto alle esigenze del mercato, favorendo programmi di continuità scuola-lavoro, attraverso stage, tirocini e apprendistato > progettazione e realizzazione di interventi di aggiornamento e riqualificazione in continuità con le trasformazioni del mercato > attuazione di misure di integrazione tra sistema scolastico e formativo e tra questi e il sistema della ricerca Ambiti strategici > Mediatico-audiovisivo > Multimediale per l’utilizzo delle tecnologie informatiche applicate alla comunicazione in tutti i settori produttivi > Utilizzo delle nuove tecnologi nel campo della comunicazione applicate ai settori: cultura, logistica e abbigliamento e nella comunicazione nel settore della disabilità e delle problematiche di apprendimento (BES e OSA). > Tecnologie informatiche e degli strumenti mediatici nel settori: gestione d’impresa, Web marketing ed E-com merce > ICT anche in relazione al settore culturale > Progettazione assistita dall’utilizzo di tecnologie informatiche 56 La rete Istituzioni scientifiche o di ricerca che collaborano Comitato Regionale Ligure dell’E.N.I.P.G. Ente Nazionale Istruzione Professionale Grafica: anello di congiunzione tra la scuola e le imprese ARCOS- Agenzia di Ricerca e Comunicazione Sociale Pianificazione sociale e strategica - Attività di ricerca sociale e di mercato - Indagini sui fabbisogni sociali, formativi e culturali - Progettazione e produzione di documenti di indirizzo, linee guida, protocolli DISFOR- Dipartimento di Scienze della Formazione Formazione Universitaria e post laurea nell’ambito della Comunicazione e Formazione. Hanno aderito anche: > AlCA - Genova > CNA- Genova > CONFINDUSTRIA - Genova > COMUNE DI MELE - Genova > ITS ANGELO RIZZOLI - Milano > ISTITUTO PAVONIANO ARTIGIANELLI - Milano > IL SECOLO XIX - Genova > I.I.S.S. ITALO CALVINO - Genova > LABORATORIO PROBABILE BELLAMY - Genova La governance Il comitato tecnico scientifico provvede all’elaborazione delle linee strategiche di indirizzo. La giunta esecutiva, presieduta dall’ente capofila, ha funzioni di realizzazione e controllo delle azioni programmate. Contatti Polo Tecnico Professionale HERMES Associazione C.F.P.“E. Fassicomo” Scuola Grafica Genovese Via Imperiale, 41 - 16143 Genova Tel. 010 518651 [email protected] http://polohermes.blogspot.it 57 PROVI Polo Tecnico Professionale Il Polo SI4Life, ha l’obiettivo di definire i fabbisogni formativi e lo sviluppo di competenze per le professioni del settore servizi alla persona. Punta a valorizzare il contributo delle imprese nella definizione dei fabbisogni formativi, a portare nelle aule le competenze del lavoro e ad aprire i percorsi di istruzione tecnica e professionale con visite e stage in azienda, rafforzando il rapporto tra il sistema dell’istruzione e della formazione e i sistema della ricerca tecnologica più avanzata. Contribuiscono alla creazione di sinergie tra la formazione e le imprese, gli istituti scolastici e gli enti di formazione professionale, lavorando in stretto contatto con enti e imprese del territorio e in collaborazione con l’Università di Genova. Obiettivi > Sviluppare una più approfondita conoscenza dello scenario scuola-lavoro > Individuare nuovi profili professionali di base (calibrati su a) che vengano riconosciuti da Regione Liguria: > Identificare figure professionali già riconosciute in altre regioni; > Declinare un nuovi profili in base alle esigenze del mercato. > Individuare profili intermedi che integrino e completino professioni già esistenti (per soggetti non laureati con diploma) > Promuovere e favorire una maggiore competenza di docenti e formatori > Promuovere e favorire nuovi percorsi formativi in sinergia tra diversi enti (apprendistato, percorsi professionalizzanti post-diploma e post-laurea) > Creare sinergia tra i percorsi ed i diversi soggetti dell’offerta formativa e le imprese, condividendo risorse umane, laboratori, analisi di fabbisogni e progettualità. 58 La partnership > Istituti scolastici: Istituto di Istruzione Superiore Caboto (servizi socio-sanitari), Istituto di Istruzione Superiore Commerciale Vittorio Emanuele II – Ruffini (servizi socio-sanitari), IPSIA Gaslini Meucci (ottici ed odontotecnici) > Enti di formazione: AESSEFFE, SIGNUM scrl, Ggallery srl > Aziende: Co.R.E.R.H – Coord. Reg. enti di riabilitazione handicap della Liguria, AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Istituto David Chiossone, Fonda srl, Optics International srl, Linear srl, Fides Medica spa Strategie e strumenti > Costituzione di un Osservatorio Permanente per l’analisi dello scenario e l’identificazione dei nuovi profili > Promozione di azioni volte costituire soluzioni specifiche e mirate alle problematiche identificate (certificazione delle competenze, formazione modulare, passaporto che attesti esperienze, ecc.) > Elaborazione di modelli e strumenti di flessibilità dell’apprendimento, work-experience di orientamento alle professioni/mercato/formazione; > Realizzazione di interventi formativi per docenti e formatori > Realizzazione di interventi formativi attraverso la collaborazione di enti, scuole, università ed imprese > Comunicazione/collaborazione costante tra i partner del Polo e azioni di comunicazione verso stakeholder e enti territoriali > Valutazione della costituzione di un ITS per la filiera ligure Scienze e Vita. Contatti Polo Tecnico Professionale presso SI4LIFE scrl Corso Podestà, 1 [email protected] - [email protected] Servizi alla persona: cura e benessere Il polo è costituito da dieci enti di formazione professionale, con capofila Isforcoop e si pone l’obiettivo di dare risposte concrete alle due filiere, integrando le macroaree tematiche con percorsi di alternanza e, insieme alle scuole, attivare ulteriori percorsi, contando su una stretta relazione con le aziende. Le attività sono svolte in collaborazione anche con altre regioni. Le potenzialità sono rappresentate dalle risorse professionali e da quelle strumentali fornite dagli enti di ricerca e dalla rete di sostegno in caso di necessità ulteriori. Il polo rappresenta pertanto uno strumento che indaga sui bisogni del settore e risponde ai bisogni individuati, in concertazione con la Regione Liguria e con gli enti regionali preposti ad attività di ricerca (anche esterni al polo). Inoltre, si focalizza sulle qualifiche delle figure socio sanitarie, tenendo come riferimento il quadro nazionale e regionale. verso interventi di orientamento > confrontarsi sulle reali necessità degli enti/istituti/aziende che operano in questo settore, partendo da un approccio bottom-up La partnership > Tre istituti tecnico – professionali: Vittorio Emanuele II-Ruffini, Duchessa di Galliera, Caboto > Università degli Studi di Genova: Disfor, Scienze della Salute, Spes Savona > Dieci organismi di formazione: Isforcoop, Iscot, Forma, Villaggio del Ragazzo, Endofap, Cif, C.F.L.C, Aesseffe, G. Pastore, Elfo > Aziende/enti/consorzi della filiera dei servizi socio sanitari: Cress, Agora’, Consorzio Tassano, Primo, Il Seme, Il Solco, Il Sestante, Don Orione, A.R.I.S. Liguria, Gigi Ghirotti, Fondazione Sacra Famiglia > Associazioni di categoria: Confcooperative, Legacoop, Ascom Benessere, Confcommercio Liguria, Uneba La governance Gli obiettivi Il Polo può dare risposte concrete in termini di: > analisi/risposta ai fabbisogni formativi e professionali, proponendo metodologie per dare risposte concrete ai bisogni individuati dalle aziende del settore > aggiornare e rafforzare le competenze professionali degli operatori impiegati nel settore, in base ai vecchi e nuovi bisogni emergenti (es. cure di lungo termine per persone non autosufficienti) > dare risposte concrete agli utenti che desiderano operare in questo settore e che spesso appartengono a fasce deboli > attuazione di percorsi integrati/alternanza scuola – lavoro > creazione di sinergie tra il sistema educativo e produttivo > attivazione di strumenti di accompagnamento all’inserimento lavorativo (training on the job, formazione in situazione, tirocini etc) > accompagnamento ai percorsi universitari attra- È costituita da: > Comitato di indirizzo che assicura il costante collegamento dei suoi programmi alle dinamiche di sviluppo delle due filiere di riferimento; monitora periodicamente l’efficacia delle azioni intraprese > Comitato didattico che si occupa della progettazione di dettaglio, del supporto tecnico amministrativo alla realizzazione dei programmi > Comitato scientifico che coordina le attività di ricerca/analisi dei fabbisogni formativi e professionali > Cabina di regia che svolge le sue funzioni in staff con il capofila. È composta dal capofila e da un referente per ciascuna filiera Contatti Isforcoop Via Peschiera, 9 - 16122 Genova Tel. 010 837301 [email protected] 59 Polo Risparmio ed efficienza energetica Il polo ligure del risparmio ed efficienza energetica è una rete costituita da 36 soggetti del mondo del lavoro (Aziende, Consorzi di Imprese, Società Cooperative) e del mondo dell’istruzione (Università, Istituti Scolastici, Enti di Formazione) finalizzata a costruire occasioni di incontro funzionale tra filiera produttiva e filiera formativa, intorno alle tematiche del risparmio energetico e dello sviluppo sostenibile da energie rinnovabili, parliamo dunque di filiera dell’energia. È una rete aperta a nuovi partner e ad ogni forma di collaborazione con ogni soggetto che voglia essere protagonista o di supporto alle iniziative ed alle attività. Le attività e le finalità L’attività che il Polo intende sviluppare fa riferimento ai processi di risparmio e (ri)utilizzazione dell’energia, integrandosi con le politiche locali, le esigenze dei soggetti pubblici e privati (aziende o singoli), il sistema scolastico e formativo, utilizzando le competenze delle aziende stesse, degli esperti di settore (professionisti accreditati) e del sistema dell’istruzione e della ricerca universitaria. Si pone l’obiettivo di essere riferimento, nei territori di competenza, per istituzioni, associazioni, privati, aziende e professionisti nei termini propri e cioè sviluppando attività di orientamento, formazione, informazione e comunicazione, figure professionali e competenze richieste che interessano la filiera “Energia”. 60 Si propone, inoltre, di innovare e migliorare la qualità delle azioni condivise, con particolare riferimento interventi di formazione integrativi, anche a carattere innovativo e sperimentale, mediante l’utilizzo di forme di flessibilità dei percorsi formativi previsti dai regolamenti di autonomia scolastica. Intende promuovere la coerenza tra curricula scolastici e profili attesi/richiesti, la programmazione di attività formative basate sul lifelong learning rivolte a occupati e disoccupati, anche a beneficio di aziende e professionisti. Intende organizzare attività di specializzazione e aggiornamento professionale per liberi professionisti, lavoratori autonomi, dipendenti d’azienda e titolari d’impresa, percorsi di certificazione e qualificazione o riqualificazione professionale, con riferimento ai sistemi di riconoscimento e conferimento di crediti formativi secondo i criteri normati europei e/o nazionali. La Rete > Istituti Tecnici & Professionali: Ipsia Gaslini – Meucci, Ipsia Odero, Ipsia Mazzini Da Vinci, IISS Fortunio Liceti, IIS Cairo Montenotte > Enti Di Formazione: Aesseffe Agenzia Servizi Formativi, For di Paolo Tubino & C. Sas, Ente Forma, Società Cooperativa Consortile Signum S.R.L, C.F.L.C. Consorzio Formazione Lavoro Cooperazione Soc.Coop, Associazione Cnos-Fap Liguria Toscana, Formimpresa Liguria > Università degli Studi di Genova: Dipartimento Scienze Architettura (Dsa), Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni (Diten), Dipartimento Scienze Politiche (Dispo) > Aziende: Ag-Ts Srl, Agevolazioni Ricerca e Sviluppo Srl (Ares), Duferco Energia Spa, Tau Logic Srl, Sargo Società Cooperativa, Ing. Luciano Leucari & F.Lli Srl, Habitaria Srl, Termosanitari Zolezzi Srl, Sicurcalor Snc, Lapis S.R.L., Articolo 27 Soc. Coop Sociale, Ligurnolo s.r.l., Pegaso Systems, Studio Bioeco > Organizzazioni Professionali: Confcooperative Liguria, A.F.I.T Associazione Formazione Idraulici del Tigullio, Società Cooperativa Co.e.So., Heliosgreen Foundation, Istituto Casacerta, Casaclima Network Liguria, Collegio Periti Industriali della Provincia di Genova Dati & Riferimenti Aesseffe S.c.p.A. Via Melegari 29 bis/r - 16149 Genova Tel. 010 2475422 - Cell. 347 7672203 [email protected] http://poloefficienzaenergetica.blogspot.it Presidente: Antonio Calcagno C.F.: 95174580100 61 Polo turistico del Levante ligure Toscana e Piemonte Il Polo si propone come comunità professionale costituita dai legami che intercorrono tra i vari organismi partner, così da disegnare ambiti di cooperazione educativa e formativa Il Polo rappresenta un’alleanza di enti diversi: istituti scolastici e formativi, Università, associazioni di imprese, aziende – del territorio del Levante ligure, del nord della Toscana e del Piemonte, accomunati dall’intento di fornire ai giovani ed agli adulti le migliori opportunità orientative, formative e di inserimento e re-inseirmento lavorativo, traducendo le proprie potenzialità in competenze ed acquisendo, già nel percorso degli studi, titoli di esperienza mediante l’alternanza formativa. Ciascun partner del Polo potrà conferire il proprio bagaglio nella logica di specializzazione e complementarità dei soggetti al fine della collaborazione con le imprese e della messa in sinergia di opportunità e risorse del territorio; metterà a disposizione le risorse umane presenti all’interno della propria struttura. Verranno messe a disposizione le risorse strumentali, le attrezzature adatte alle attività connesse e gli ambienti di supporto (laboratori, biblioteca, aula video, spazi per attività educativo/culturali), per consentire l’ottimale svolgimento di tutte le attività di studio, ricerca, alternanza scuola lavoro, nonchè di incontro e di vita sportiva. Filiere produttive coinvolte Filiera turismo beni culturali: Istituti tecnici del turismo, Istituti professionali servizi per l’enogastronomia, l’ospitalità alberghiera (Enogastronomia; Servizi di sala e vendita; Accoglienza turistica) Filiera ICT mediatico/audiovisivo: Istituti tecnici, Istituti professionali grafica e comunicazione 62 Filiera servizi alla persona (Operatore del Benessere-Tecnico dell’acconciatura, Tecnico dei Trattamenti Estetici) Soggetti proponenti Formimpresa Liguria, IPSAAR Casini, IIS Firpo Buonarroti, Stella SRL, Excelsior Palace Hotel e Università degli studi di Genova DISFOR Partner > Università degli studi di Genova - DISFOR > Istituti di istruzione secondaria: IPSAAR G. Casini - La Spezia, ISSS Firpo Buonarroti - Genova, ISS Einaudi Chiodo - La Spezia, ISS Giovanni Caboto - Chiavari, ISS Norberto Bobbio - Carignano (TO), ISS Velso Mucci - Bra (CN), ISS Eugenio Barsanti - Massa (MS), IPSSEOA G.Minuto - Massa (MS) > Organismi formativi: Formimpresa Liguria, Ente Forma, Cescot - La Spezia, Aesseffe s.c.p.a., Iscot Liguria, Isforcoop Liguria, CFLC > Aziende ed associazioni: Excelsior Palace Hotel, Stella SRL, AGTL Associazione guide turistiche della Liguria, Ambiente turismo impresa consorzio Cinqueterre, Ascom Confcommercio Genova, Associazione albergatori Genova, Ascom Confcommercio Genova, Associazione ristoratori FEPAG, U.G.A.L. Unione dei gruppi di albergatori del Levante, Navigazione Golfo dei Poeti, Consorzio ospitalità diffusa ‘Una montagna di accoglienza nel Parco, CRL Consorzio Ratti Luciano, I Molinelli Coop. Sociale, La Rinascita, Le Ragazze del parco Soc. Coop ARL Onlus, Vernazza 2010, CNA La Spezia, Coldiretti - La Spezia, Confartigianato - La Spezia, Confcommercio Imprese per l’Italia Liguria, Confcommercio Imprese per l’Italia-La Spezia, Confcooperative Unione provinciale La Spezia, Confcooperative Unione regionale ligure, Confesercenti provinciale La Spezia, Lega Cooperative. Le prospettive di sviluppo dei Poli tecnico professionali Assessore Rossetti: “Cancellare la cultura della separazione tra scuola e lavoro” A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Clavarino: una realtà nuova e interessante per il nostro sistema educativo Quella dei poli è una realtà innovativa, fatta di reti costituite da aziende, scuola, università, enti di formazione e associazioni. I poli sono nati nel decennio scorso con la legge Bersani, l’avvio dei primi poli liguri di eccellenza ha dato vita agli ITS. Particolare attenzione viene data anche alle relazioni che possono instaurarsi oltre i confini liguri e nazionali, sono realtà operative che nascono da accordi e rapporti, anche non istituzionalizzati, per facilitare il contatto tra formazione, istruzione e mondo del lavoro e favorire strategie valide per attivare percorsi di studio atti ad avvicinare i giovani al lavoro. I poli sono quindi una realtà nuova ed interessante per il nostro sistema educativo e, in questo percorso, l’Ufficio Scolastico Regionale è stato molto presente ed attivo. La scuola, infatti, è il primo soggetto ad avere un riscontro positivo dal matching con le aziende e la formazione professionale. Elena Ugolini: partire dalle idee e costruire concretamente Le esperienze di altri territori sono utili per far proprie le prassi che traguardano orizzonti più ampi. Il nostro sistema dell’Istruzione è in difficoltà, il problema non riguarda soltanto il passaggio dalla scuola media inferiore a quella superiore, ma an- che gli snodi successivi: i Ministeri del Lavoro e dello sviluppo economico, il Miur e le Regioni sono coinvolti perché il problema di 2.200.000 ragazzi ‘Neet’, a cui si aggiungono il 40% dei ragazzi bocciati e il 20% degli universitari che abbandonano i corsi sono una realtà da affrontare subito con decisione. In Italia il numero di laureati è lo stesso della Germania, ma manca da noi il livello terziario – accademico o non accademico –, la scuola non ha un’alleanza con il mondo produttivo. Se questo rapporto nasce da subito, si progetta insieme e tutto diventa più facile. Occorre non fare solo tavoli, ma ci si deve ‘sporcare le mani’, mettendo in atto modalità concrete, per dare opportunità ai ragazzi. Servono linee guida per esplicitare nodi su cui concretizzare il lavoro. Dobbiamo identificare insieme i punti su cui operare, favorire, in modo sussidiario, l’alleanza per raggiungere risultati. Spesso le reti si costituiscono per utilizzare i finanziamenti del momento e poi si sciolgono subito dopo. Invece, il polo dovrebbe nascere anche senza fondi. L’appello è però certamente quello di mettersi in rete, ma mettendo davvero insieme i diversi mondi. Dal mondo del lavoro si può imparare, gli imprenditori hanno bisogno di chi forma e di chi si occupa di istruzione; d’altro canto, in questi ambiti, occorrono collaborazioni con le imprese. L’idea dei poli non è burocratica ma sussidiaria: l’istruzione, la formazione, il lavoro e la ricerca sono 63 utili per tutti i soggetti, giovani in formazione, disoccupati, aziende. Le linee guida sono uscite ad aprile 2013, dal febbraio precedente si erano già costituiti alcuni poli professionali: a Fornovo (PR) era già nato il polo tecnico della meccanica e dei materiali compositi, attorno all’azienda Dallara, grazie a persone e imprenditori lungimiranti che avevano bisogno di risorse umane formate. Nel caso citato, la Dallara produce auto da corsa; giovani ingegneri aerospaziali hanno progettato un simulatore: una galleria del vento. Il luogo è, come è facile pensare, assai motivante per un ragazzino quattordicenne che, a fatica, riesce a rimanere seduto in un banco di scuola. Un lavoro congiunto è stato fatto con l’Istituto tecnico professionale ‘Gadda’, che stava vivendo un momento di calo di iscrizioni, è stato istituito un comitato tecnico-scientifico che ha facilitato l’ingresso dei ragazzi in azienda. Da questi presupposti, è nato il polo con l’obiettivo molto concreto di mettere a disposizione competenze e tecnologie aziendali. La realtà è stata, successivamente, allargata ad altre aziende ed istituti scolastici, aumentando le iscrizioni. Sono stati previsti tirocini nel periodo estivo. Anche a Torino si è sviluppata un’esperienza analoga, nell’ambito della robotica, con 72 aziende e molti istituti tecnici professionali. Questo, grazie al lavoro di operatori in azienda e a scuola che, mettendo a disposizione, da una parte, il contesto aziendale, dall’altra curvando i programmi scolastici, hanno fatto della robotica un oggetto di studio e di sperimentazione. Un progetto di alternanza scuola-lavoro, fondato sul modello duale: al mattino, scuola, al pomeriggio lavoro in azienda. Le risorse non erano molte, ma l’esperienza ha rappresentato un ‘cantiere aperto’, diventato una leva che ha prodotto obiettivi misurabili. Bisogna partire da quello che funziona e mettere a sistema le buone pratiche: il metodo, riconosciuto valido, va seguito e copiato. Anche il territorio ligure ha prodotto un esempio ante litteram da seguire: l’Accademia della Marina 64 Mercantile, che oggi viene ancora implementata. In Italia dovrebbero già essere nati circa 200 poli, ma il Ministero non ha ancora presentato i numeri aggiornati. La sfida è quella del ‘cantiere’ – non dei tavoli – che costruisce qualcosa che prima non c’era. Certamente, le leggi possono aiutare, ma la forza la fanno le persone. In Calabria è sorto un polo tecnico-professionale, attorno ad un laboratorio che si occupa di analisi di alimenti DOC/DOP per circa un centinaio di imprese agricole del territorio; il cuore è rappresentato da una scuola, un istituto agrario. La scintilla: un preside. Due i cantieri di lavoro attivi a livello ministeriale, di cui mi occupo personalmente: formazione e reclutamento dei docenti; competenze nell’ambito del made in Italy, per dare un futuro ai ragazzi, partendo dalle competenze e valorizzandole, in modo non burocratico, ma lasciando spazio alle idee. Rossetti: dai poli indicazioni concrete sulle filiere I dieci poli, ormai costituiti, rappresentano un primo nucleo per portare avanti riflessioni concrete. In particolare: cosa si pensa dei poli? Cosa ci si aspetta? Cosa siamo disponibili a fare come Regione? Quali risorse si decide di mettere in campo? Non si è costituito alcun tavolo sull’argomento, non sono stati sottoscritti accordi. Abbiamo chiesto chi aveva voglia di candidarsi a far parte di una rete, partendo dai gruppi già operativi. I poli vengono intesi come reti per produrre i processi sottesi alle filiere del sistema produttivo di riferimento, della formazione e dell’istruzione, servono per capire i titoli e le qualifiche che mancano, le specializzazioni che mancheranno in futuro. Questo per cancellare, se possibile, la cultura della separazione tra scuola e lavoro perché i fabbisogni professionali devono essere indicati dalle aziende. Bisogna capire cosa immaginare come sostegno all’economia da parte dei sistemi dell’istruzione e della formazione, far capire ai ragazzi cosa potranno fare in concreto, come cittadini. Gli adolescenti hanno bisogno di sogni ma anche di identificarsi per non perdersi, hanno bisogno di persone che sappiano mettere in pratica ciò che dicono. Perdiamo il 12% dei ragazzi nel primo anno delle scuole superiori perché non li motiviamo ed è quindi anche un problema di senso di ciò che fanno; per evitare che la formazione si ripeta sempre uguale, l’unico modo è dare concretezza al mercato e chiedere alle aziende di esserci. Occorre un processo di maturazione nell’ambito della formazione perché le aziende sono spesso piccolissime per attuare processi autonomi; entrambi i mondi devono fare un percorso comune. La Regione aspetta che dalla conferenza regionale escano dai poli indicazioni concrete sulle filiere e dichiarino le loro necessità rispetto ai fondi di FSE e FESR. Prendendo, ad esempio, il settore del turismo, non abbiamo un ITS dedicato anche a causa della difficoltà a fare sistema. Il mercato del lavoro rigido e il mondo della scuola tradizionale sono spesso ostacoli, per cui chiediamo ai poli idee e progetti. Abbiamo ancora elementi di fragilità: scuole che non aderiscono e aziende che potrebbero dare una mano ma non partecipano, cercheremo di capire le motivazioni per cui questo accade per facilitare la partecipazione di tutti. Siamo pronti a ridefinire la squadra e a accogliere altre reti che hanno le caratteristiche per far parte dei poli già esistenti o che hanno intenzione di costituirne uno nuovo. Abbiamo utilizzato il FESR ma dobbiamo però sburocratizzare i fondi se vogliamo passare il vaglio della Commissione. Dobbiamo riuscire a colloquiare anche con la grande impresa per mettere insieme i processi di interesse comune. Manca oggi un ‘terziario professionale’ che abbia uguale dignità rispetto alle professioni intellettuali. Vorremmo che la filiera del mare fosse integrata con la logistica e con il diporto. L’ICT, filiera matura, grazie anche all’l’ITS di riferimento porta sviluppo e promozione. Occorre lavorare ancora sull’offerta turistica come mix tra entroterra e mare. La cura e la presa in carico delle persone così come l’impresa manifatturiera mostrano ancora gravi lacune. I poli tecnico-professionali 17 luglio 2014 - Teatro della Gioventù > Stato dell’arte dei poli tecnico-professionali in Liguria Intervento di Alessandro Clavarino, Dirigente regionale > Intervento di Elena Ugolini, già sottosegretario all’Istruzione > Presentazione dei singoli poli da parte dei soggetti capofila > Conclusioni a cura dell’Assessore Sergio Rossetti: prospettive di lavoro 65 I poli tecnico professionali e gli ITS dalla normativa nazionale1 Premessa Le linee guida hanno per oggetto indirizzi, standard e strumenti per coordinare, semplificare e promuovere l’istruzione tecnico-professionale, anche a livello terziario, con particolare riferimento agli Istituti tecnici superiori (I.T.S.). Costituiscono uno strumento per rafforzare la diffusione della cultura tecnica e scientifica, allo scopo di offrire un migliore orientamento scolastico e professionale agli studenti, ai giovani e alle loro famiglie e un’efficace condizione di supporto e scambio con il sistema economico e produttivo dei territori. Le linee guida intendono avvalorare le responsabilità istituzionali che concorrono al raggiungimento di tali obiettivi, nel rispetto sostanziale del principio di sussidiarietà e delle specificità territoriali, in considerazione delle competenze regionali in materia di programmazione, dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e dei soggetti economici e sociali del mondo del lavoro e delle professioni (…) Occorre, quindi, strutturare un sistema educativo innovativo e integrato con quello economico e produttivo, capace di far sì che gli obiettivi di contenimento della spesa per far fronte ad una fase di crisi siano perseguiti in un’ottica che valorizzi lo sviluppo delle persone e il valore potenziale territoriale per accrescere la competitività sui mercati interna- zionali. In questo modo si potrà, altresì, promuovere la crescita di un sistema educativo orientato allo sviluppo del potenziale personale, sociale e produttivo dei territori in una logica di rete e di innovazione, di lungo periodo, che eviti, nel contempo, la riproduzione di un’offerta formativa secondo una logica autoreferenziale o in risposta soltanto alla domanda produttiva. Le linee guida, nel rispetto delle norme generali e degli standard minimi definiti a livello nazionale a presidio dei livelli essenziali delle prestazioni, vanno mirate anche a rafforzare l’azione regionale per la costruzione unitaria ed integrata del sistema educativo di istruzione e formazione, ivi compreso il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore, come articolato a norma del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008 nei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore – IFTS e negli Istituti tecnici superiori – I.T.S. Un sistema che dovrà coniugare e stimolare il coinvolgimento degli attori del sistema locale con la logica della addizionalità delle risorse, per la crescita delle capacità e delle competenze degli studenti e dei giovani, il miglioramento dell’efficienza del sistema educativo, anche attraverso la complementarietà e l’integrazione dei percorsi e delle filiere, anche in ambito multiregionale e nazionale. (…) 1. Estratto dall’allegato A al decreto 7 febbraio 2013 ‘Linee guida di cui all’art. 52, commi 1 e 2, della legge n. 35 del 4 aprile 2012, contenente misure di semplificazione e di promozione dell’istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.)’ del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. 66 Obiettivi I poli tecnico-professionali Le linee guida intendono perseguire i seguenti obiettivi: a. accompagnare e sostenere l’implementazione delle misure di semplificazione e promozione dell’istruzione tecnico - professionale, (…) b. promuovere i percorsi in apprendistato come opportunità di immediato accesso al lavoro dei giovani e di crescita economica e sociale; c. realizzare le misure (…) che hanno introdotto, nel sistema educativo e formativo nazionale, la costituzione, in ambito provinciale o sub-provinciale, dei poli tecnico professionali, (…) i poli possono essere costituiti progressivamente, a partire dalla realizzazione di progetti pilota, sulla base delle determinazioni delle Regioni, anche in ambito interprovinciale, con riferimento alle caratteristiche del sistema produttivo del territorio, da aggregazioni tra soggetti pubblici e privati formalizzate attraverso accordi di rete, redatti nel rispetto degli standard minimi (…) d. semplificare gli organi e la governance degli Istituti tecnici superiori (I.TS.) e potenziarne il ruolo come istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica, la cui offerta si configura in percorsi ordinamentali. Essi costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria che risponde alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche per promuovere i processi di innovazione, nella logica delle «smart specialization». Le Regioni considerano, nella loro autonomia, l’inserimento degli I.T.S. nell’ambito delle strutture accreditate per l’alta formazione, ai fini della partecipazione agli interventi cofinanziati dall’Unione europea. e. determinare l’organizzazione delle commissioni degli esami finali per il rilascio di diplomi di tecnico superiore (…) a. I poli in una logica di rete: i poli costituiscono una modalità organizzativa di condivisione delle risorse pubbliche e private disponibili, anche ai fini di un più efficiente ed efficace utilizzo degli spazi di flessibilità organizzativa delle istituzioni scolastiche e formative, con il pieno utilizzo degli strumenti previsti dagli ordinamenti in vigore. Al fine di garantire l’unitarietà del sistema formativo territoriale, anche in relazione alla programmazione dell’offerta formativa non interessata dalla costituzione dei poli, la Regione predispone appositi confronti interistituzionali che includano tutti i soggetti interessati alla programmazione dei poli tecnico-professionali. (…): istituzioni scolastiche autonome e istituzioni formative, imprese, organizzazioni datoriali e parti sociali, albi professionali, centri di ricerca università). (…) La correlazione, la lettura integrata e la sinergia tra il sistema educativo di istruzione e formazione e quello del lavoro con i sistemi economico-produttivi si fonda sulla progressiva adozione di linguaggi comuni ai diversi sistemi, anche al fine di garantire un legame solido nella definizione ed esplicitazione dei fabbisogni formativi, in termini di competenze o profili, e nelle modalità di soddisfazione degli stessi attraverso interventi mirati e puntuali. A tal fine, in fase di prima attuazione, le filiere formative, le filiere produttive, i cluster tecnologici e le aree tecnologiche di riferimento degli I.T.S. adottano come sistema comune di referenziazione la classificazione delle attività economiche ATECO, la nomenclatura delle unità professionali e i criteri di descrizione e referenziazione delle competenze di cui al Quadro europeo delle qualificazioni (EQF). b. Significato e funzionalità del polo: il polo tecnicoprofessionale è: > un ambiente di apprendimento in contesti applicativi e di lavoro, dove si raccolgono e si coordinano saperi, tecnologie, intelligenze e professionalità; 67 > un contesto didattico strutturato nelle risorse, nei ruoli, nel percorso, nel risultato atteso ed evoca un contesto aperto, ricco, fluido, composito; > un luogo dell’apprendimento in situazione e può essere inserito all’interno di attività produttive e/o professionali. (…) Il polo tecnico-professionale consente di: > creare sinergia tra i percorsi ed i diversi soggetti dell’offerta formativa e le imprese, condividendo risorse umane, laboratori, analisi di fabbisogni e progettualità; > qualificare nell’apprendimento in situazione gli obiettivi specifici dei singoli percorsi; > favorire la continuità dei percorsi formativi ed il successo formativo, contrastando il rischio di abbandono e dispersione; > promuovere azioni trasversali alle diverse offerte formative; > promuovere il contratto di apprendistato e qualificarne il contenuto formativo, con particolare riferimento al primo e terzo livello; > favorire l’esperienza di formazione in alternanza; > promuovere la formazione permanente e continua; > creare le condizioni affinché le autonomie scolastiche e formative realizzino la flessibilità curricolare con il pieno utilizzo degli strumenti esistenti; > attivare azioni di orientamento; > realizzare azioni di accompagnamento dei giovani adulti per il rientro nel sistema educativo di istruzione e formazione; > realizzare interventi di formazione congiunta di carattere scientifico, tecnico e tecnologico per i docenti e i formatori impegnati nelle diverse istituzioni educative e formative.(…) Indirizzi per la realizzazione di un’offerta coordinata a livello territoriale La programmazione regionale favorisce il coordi- 68 namento dell’offerta formativa che caratterizza ogni filiera, e comprende la valorizzazione dei poli tecnico-professionali, perseguendo gli obiettivi di: > rendere organica, nel quadro dell’apprendimento permanente, l’offerta educativa di istruzione e formazione, anche in apprendistato, degli istituti tecnici, degli istituti professionali, delle strutture formative accreditate per la IeFP, degli I.T.S., dei percorsi IFTS, assicurandone la coerenza con riferimento alle filiere produttive del territorio; > favorire l’allineamento sul territorio tra il sistema produttivo e il sistema educativo di istruzione e formazione, con particolare riferimento ai percorsi di istruzione tecnico professionale, e favorire il trasferimento degli esiti della ricerca industriale alle imprese; > promuovere le specializzazioni e le complementarità dei soggetti formativi in rete tra loro e con le imprese sia su base territoriale sia su base nazionale nella collaborazione multiregionale, con particolare riferimento agli I.T.S.; > valorizzare la partecipazione e il contributo delle imprese nella definizione dei fabbisogni formativi, nella progettazione e realizzazione dei percorsi; > promuovere l’apprendimento in contesti applicativi, sperimentando anche modalità diverse dai tirocini curricolari che si configurino come esperienze di formazione e lavoro, a partire dall’apprendistato, anche con modalità in cui la formazione è contestuale alla produzione di beni e servizi attraverso la realizzazione di botteghe scuola e scuola azienda; > aggregare i percorsi in un numero limitato di I.T.S., ampliandone gradualmente il numero, per aumentare la capacità organizzativa interna, la forza nel rapporto con i territori, l’ampiezza dell’offerta, il livello di efficienza. La programmazione regionale favorisce, inoltre, l’integrazione delle risorse disponibili con la costituzione di non più di un I.T.S. per ambito (…) Indirizzi per l’Istruzione tecnica superiore (I.T.S.) a. Identità degli I.T.S.: gli Istituti tecnici superiori (I.T.S.) sono istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica, la cui offerta si configura in percorsi ordinamentali. Essi costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria che risponde alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche per promuovere i processi di innovazione. I percorsi I.T.S. si collocano nel V livello EQF. Essi consentono l’acquisizione di crediti riconosciuti dalle università in base alla legislazione vigente in materia. (…) b. Semplificazione degli organi e governance interna delle fondazioni I.T.S.:(…) c. Indirizzi per la programmazione multiregionale: a partire dalla programmazione territoriale dell’offerta formativa (…) d. Standard di riferimento: le fondazioni I.T.S. sono costituite per soddisfare i fabbisogni di un sistema produttivo chiaramente identificato e che evidenzia un significativo fabbisogno di profili professionali ad alto contenuto tecnologico.(…) La progettazione dei percorsi formativi è strutturata in unità formative, riconducibili nei contenuti alle competenze definite negli standard nazionali. Le unità formative debbono essere valutabili e certificabili.(…) La progettazione formativa deve inoltre prevedere l’organizzazione di percorsi di alternanza/praticantato per i quali sia definita una specifica progettazione; la disponibilità di risorse tecniche e strumentali adeguate e pienamente aggiornate al contesto tecnico/tecnologico del settore; la presenza di funzioni di orientamento e tutoring che supportino gli allievi in ingresso, in itinere e in uscita al percorso formativo; la presenza di funzioni per l’inserimento lavorativo e il sostegno all’avvio di imprese; la presenza di un sistema di valutazione delle competenze, finale e in itinere, e della relativa certificazione, secondo la modulistica e le regole standard definite a livello nazionale per assicurare la riconoscibilità e la comparabilità delle competenze certificate. Il numero minimo di venti studenti per percorso I.T.S., (…) va incrementato progressivamente in una logica di personalizzazione ed organizzazione flessibile e modulare, nel rispetto del monte orario di frequenza per ciascuno studente. (…) Atti regionali Deliberazione della Giunta regionale n.793 del 20 giugno 2014 Approvazione elenco dei poli tecnico-professionali costituiti sul territorio ligure ai sensi dell’invito per la presentazione di manifestazioni di interesse di cui alla dgr n.1145/2013. Deliberazione della Giunta regionale n.1145 del 19 settembre 2013 Approvazione dell’invito per la presentazione di manifestazioni di interesse alla costituzione dei poli tecnico-professionali sul territorio ligure. 69 Pubblicazione bimestrale a cura di Arsel Agenzia Regionale per i Servizi Educativi e per il Lavoro Direzione, Redazione, Amministrazione via San Vincenzo 4 – 16121 Genova tel. 00 39 010 2491 394 - 393 [email protected] FORUM Dalla Regione Liguria Notizie bimestrale della regione liguria per il lavoro, l’orientamento e il sistema educativo Il mondo delle imprese in Italia e in Liguria nel terzo trimestre 112 ottobre novembre 2014 Anno XIII A cura del Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria Direttore responsabile Stefania Spallanzani Dalla Conferenza sul sistema educativo Redazione Laura Barbasio Paola Castellazzo Silvia Dorigati Federica Gallamini Paola Mainini Stefania Spallanzani 112 le indicazioni per la prossima programmazione regionale A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria ottobre | novembre 2014 Il resoconto dei gruppi di lavoro su ‘Orientamento’ e ‘BES’ A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria In libreria A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria E inoltre Servizio Osservatorio Mercato del Lavoro – Arsel Liguria Un ringraziamento particolare Ai referenti dei poli tecnico professionali Approfondimento Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali FORUM Il Forum internazionale sull’Orientamento fa il punto sulla Garanzia giovani Hanno collaborato Silvia Dorigati Mariangela Grilli Paola Mainini Istruzione Speciale report sulla Conferenza sul sistema educativo regionale Cine Forum A cura di Mariangela Grilli APPROFONDIMENTO: Regione Liguria: i dieci Poli tecnico professionali I poli tecnico professionali sul territorio ligure I poli uno per uno Le prospettive di sviluppo dei Poli tecnico professionali I poli tecnico professionali e gli ITS dalla normativa nazionale Progetto grafico: www.andreamusso.com ‘Io Lavoro Forum’ non costituisce fonte ufficiale. Pertanto eventuali errori materiali non possono essere addotti in cause di giudizio o di rivalsa nei confronti dell’Arsel Liguria. Clausole d’uso: il testo di ‘Io Lavoro Forum’, anche quello su supporto magnetico, è di proprietà esclusiva dell’Arsel. Può essere riprodotto su supporto cartaceo previa autorizzazione, citazione della fonte e delle clausole d’uso. Non può in alcun modo essere utilizzato per scopi di lucro, pubblicato su riviste commerciali o inserito in CD-Rom senza la previa autorizzazione di Arsel Liguria. Ogni violazione è perseguibile a termini di legge. Provincia di Genova Provincia di Savona Provincia di Imperia Provincia di La Spezia Unione Europea Fondo sociale europeo Regione Liguria Fondo Sociale Europeo