Prefazione - Casa Editrice Ambrosiana

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Prefazione - Casa Editrice Ambrosiana
Prefazione
Nel corso dei suoi duecento anni di storia, l’omeopatia si è
diffusa in quasi tutte le regioni del mondo ad eccezione dell’Estremo Oriente. In questo lasso di tempo la sua filosofia, i
suoi principi e la sua pratica hanno subito diverse influenze e
un certo numero di cambiamenti, dando come risultato delle
differenze che a volte dividono chi la pratica e chi la insegna e
che possono rendere la materia oscura sia al resto del mondo
medico sia al pubblico. Di conseguenza, questo dizionario è
stato scritto tenendo presenti tre tipi di lettori e tre scopi. Gli
scopi, similmente a quanto succede per gli altri dizionari, sono di definire, chiarire e informare. Per gli studenti e per chi
pratica l’omeopatia il chiarimento richiede un consenso crescente. Ciò era intrinseco nel progetto originario del dizionario (vedi Introduzione) e continuerà a riflettersi nella presente
e nelle seguenti edizioni. Pertanto, lo stile del dizionario è insolitamente discorsivo e propone una sezione di commento
per elaborare molte delle definizioni e sottolineare punti di
incertezza e divergenze d’opinione. La nostra intenzione è stata eclettica: abbiamo incluso termini che riguardano dottrine
e approcci terapeutici diversi, senza la presunzione di giudicare i relativi meriti.
A tutt’oggi, il meccanismo d’azione dei rimedi omeopatici
deve essere ancora chiarito in modo definitivo. La loro efficacia, infatti, non è stata soddisfacentemente provata alla comunità scientifica, seppure essa sia accettata da molti, specie
in quelle parti del mondo, come India e Sudamerica, dove
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l’omeopatia si è affermata con più forza. Permangono molti
punti oscuri e molti dubbi, nonostante negli ultimi anni la
ricerca, in particolare quella clinica, abbia fatto importanti
progressi. Tuttavia, queste difficoltà si possono superare più
facilmente se esistono una maggiore consapevolezza e comprensione della materia all’interno degli ambienti medici e
tra il grande pubblico. L’intento del dizionario di definire,
informare e chiarire è quindi diretto a questi due tipi di pubblico, così come agli studenti di omeopatia.
Vorrei ringraziare i comitati editoriali per tutto il lavoro
svolto per il presente progetto e Michael Dean per il suo sostanziale contributo al dizionario come copy editor.
Londra, 2000
Jeremy Swayne
Nota del curatore
all’edizione italiana
La traduzione di un’opera scritta in una lingua straniera comporta sempre la necessità di trovare un giusto equilibrio tra
chiarezza e correttezza dell’informazione da una parte, e aderenza al linguaggio e allo spirito dell’opera originale dall’altra.
Questa necessità diventa ancora più evidente nel caso di un
dizionario, sia pure sui generis, come il Dizionario internazio nale di omeopatia. Occorre, infatti, rispettare il significato e la
precisione delle definizioni, conser vare la semplicità, la praticità e la facilità di consultazione, superando quelle difficoltà
che la diversità delle lingue frappone al raggiungimento dell’obiettivo prefissato: la realizzazione di uno strumento di ricerca e di lavoro agile e moderno, utile sia agli addetti ai lavori, sia agli studenti, sia al grande pubblico.
L’aver conosciuto personalmente Jeremy Swaine, il coordinatore del Dizionario, e l’aver collaborato alla stesura originale hanno reso più semplice non alterare lo spirito e l’atmosfera di quest’opera.
Riteniamo però opportuno fornire alcune precisazioni sulla traduzione e sull’interpretazione di alcune voci, in particolare su alcuni binomi di grande importanza quali disease-ill ness e potency-dilution.
Sebbene nella lingua inglese i termini disease e illness siano
talora usati come sinonimi, abbiamo preferito tradurre il primo con il significato più strutturato di «malattia» e il secondo
con quello più generico di «disturbo». È necessario, inoltre,
chiarire che il termine «potenza», in inglese potency, esprime il
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concetto di soluzione sia diluita sia dinamizzata, riferendosi
quindi a una soluzione che è stata «succussa» a ogni passaggio
del processo di diluizione. In italiano, il termine «diluizione»
si riferisce teoricamente a soluzioni che siano state soltanto
deconcentrate, ma spesso, nel linguaggio omeopatico correntemente utilizzato, per diluizione si sottintende una soluzione
non solo diluita ma anche dinamizzata. Abbiamo perciò utilizato i due termini come sinonimi.
Infine, abbiamo preferito lasciare in lingua originale i titoli delle opere citate, sebbene in taluni casi siano note anche
nella traduzione italiana.
Edoardo Felisi
Introduzione
Origini e sviluppo del dizionario
Il presente dizionario fu preceduto da un’iniziativa del Gruppo di Ricerca in Medicina Omeopatica (HMRG), un comitato di esperti supportato dal Direttorato Generale XII (Scienza, Ricerca e Sviluppo) della Commissione Europea. La
composizione dell’HMRG era equilibrata e comprendeva
medici che praticavano l’omeopatia, medici e ricercatori
scientifici che avevano condotto ricerche cliniche e non cliniche in omeopatia, e un numero approssimativamente uguale
di esperti di varie scienze mediche, tra cui la farmacologia, la
farmacologia clinica e la biostatistica, che erano scettici nei
confronti dell’omeopatia. I membri del gruppo provenivano
da molti stati dell’Unione Europea. Il dizionario era uno degli
elementi di un programma teso a porre le fondamenta per
un’inchiesta della Commissione sulla medicina omeopatica.
Esistono altri dizionari di omeopatia, ma il progetto della
Commissione Europea aveva due vantaggi. Il primo era il suo
carattere collaborativo. L’opera coinvolgeva rappresentanti di
diversi stati membri dell’Unione Europea, sia nella pianificazione e nella gestione del progetto sia nello sviluppo dei contenuti del dizionario. Tale processo di collaborazione è continuato, e si è addirittura rafforzato nello sviluppo della nuova
opera con la nomina del presente comitato editoriale internazionale che ha proseguito il lavoro dal punto in cui il Gruppo Europeo l’aveva abbandonato. Una parte dei membri del
Gruppo Europeo sono entrati a far parte del comitato edito-
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riale, altri hanno proseguito la loro opera come consulenti. A
volte il termine «internazionale» è impiegato nei titoli delle
pubblicazioni per dare loro maggiore autorevolezza, ma nel
nostro caso esso è assolutamente letterale. Si è verificata grande collaborazione nell’elaborazione delle definizioni e dei
commenti e, come rende esplicito il comitato editoriale, i
contributi sono stati autenticamente internazionali e rappresentativi di un gran numero di scuole e di indirizzi omeopatici.
Il secondo vantaggio del progetto originale era l’opportunità di svilupparlo in modo continuo e dinamico. La prima
versione del dizionario era per necessità limitata in portata e
precisione. La disponibilità di tempo e di denaro non permetteva di raggiungere i livelli di ricerca e di interscambio necessari per ottenere un accordo autorevole e definitivo; inoltre,
questo lavoro ha evidenziato il bisogno di un confronto critico continuo sull’uso e sul significato di molti concetti chiave.
Tutto ciò è stato reso possibile dall’impegno, da un lato, della
casa editrice Churchill Livingstone, e dall’altra dell’Homeopathic Trust.
Il nuovo dizionario non è tuttavia da considerarsi il punto
finale di un processo. Spesso non risolve diversità e incertezze,
ma le rende più esplicite. Non vuole essere completo o definitivo. Abbiamo ricevuto nuovi contributi anche oltre la data limite per il completamento e stiamo già approntando nuovo
materiale per la prossima edizione. Questo è lo scopo che ci
siamo prefissi affinché il dizionario possa diventare un stimolo ai fini della crescente comprensione e autorevolezza di questa emozionante e interessante disciplina medica. Il nostro lavoro avrà avuto un significato se riceveremo feedback e
critiche dall’interno e dall’esterno della comunità omeopatica. I lettori sono invitati a dare il loro contributo, servendosi
delle indicazioni fornite a pagina XXVII.
La nostra speranza è che questo dizionario possa conoscere
ampia diffusione e utilizzo e contribuire al consenso, all’interno della comunità omeopatica internazionale, sui principi es-
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IntroduzioneMXIX
senziali e sulla pratica dell’omeopatia. Noi speriamo che le divergenze d’opinione e le incertezze agiscano da stimolo per la
ricerca, il chiarimento e la ricomposizione di tali controversie.
Nell’evoluzione del dizionario, vorremmo includere una bibliografia per gli utenti, oppure fornire accesso alla stessa in
modo da stimolare il loro interesse. Lo sviluppo di una versione elettronica aiuterà ulteriormente la chiarezza e la precisione in omeopatia.
Crediamo che questo dizionario rappresenti un grande
passo avanti nella definizione della struttura concettuale dell’omeopatia. Non risolve tutti i problemi: molti di questi coinvolgono questioni mediche e scientifiche che saranno risolte soltanto con il progresso della ricerca; altri sono in relazione a differenze dottrinali e filosofiche non ancora risolte, o a
differenze di opinione sulla metodologia clinica; alcuni sorgono dall’interfaccia tra omeopatia e altri metodi terapeutici
complementari e le tecniche diagnostiche con cui l’omeopatia può essere combinata o confusa. La definizione dei concetti è un preliminare essenziale all’identificazione, chiarificazione e risoluzione dei problemi.
Scopo del dizionario
Il dizionario intende fornire al lettore, in primo luogo, maggiore comprensione del linguaggio omeopatico e dei suoi
concetti più importanti, con particolare riferimento a quelli
che sono comunemente utilizzati nella pratica clinica e nell’insegnamento contemporanei; inoltre, si propone di spiegare tali concetti nel loro contesto storico con il supporto fornito dalle voci biografiche e storiche e dai dati storici che si
trovano all’interno di altre voci; da ultimo, attuare, ove possibile e indicato, collegamenti fra concetti dell’omeopatia e
quelli della medicina convenzionale.
Biografia e storia
Sono state incluse nel dizionario solo le biografie di autori defunti, uomini e donne che hanno avuto un ruolo significativo
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nello sviluppo dell’omeopatia, o la cui vita è stata simbolo del
suo sviluppo. Lo stesso principio è stato seguito per quanto
riguarda gli eventi storici. L’inevitabile disaccordo sui criteri
di inclusione sarà oggetto di discussione durante la preparazione delle future edizioni.
Organizzazioni e istituzioni
Solo poche sono state presentate, per la difficoltà di definire i
criteri per l’inclusione. Una selezione più vasta verrà inserita
nelle prossima edizione.
La lingua dell’Organon
Esistono una varietà di idee e una terminologia negli scritti di
Hahnemann che, sebbene significativi per uno studio approfondito della materia, non sono comunque parte del linguaggio usato correntemente nell’omeopatia moderna. Questa
edizione del dizionario non vi si sofferma. Il glossario e l’indice dell’edizione dell’Organon inseriti nella lista delle fonti le
esaminano in modo approfondito.
La lingua del repertorio
Gli studenti di omeopatia si trovano in difficoltà con la lingua arcaica dei repertori (vedi repertorio). Tuttavia, tale terminologia è rilevante soltanto per chi utilizza il repertorio
nella pratica clinica e non è fondamentale ai fini della comprensione dei principi e della pratica dell’omeopatia. Essa
non è stata inclusa in questa sede, ma è uno degli argomenti
del dizionario di Yasgur, presente nelle Fonti bibliografiche.
Terminologia di ricerca
Il dizionario europeo, precursore dell’attuale volume, prevedeva un vasta sezione di termini relativi alla ricerca. Noi abbiamo scelto di conservare solo quelli che hanno un ruolo
centrale nella ricerca in omeopatia. Esistono fonti più adatte
per coloro che vogliono approfondire la terminologia legata
alla metodologia della ricerca.
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Terminologia medica convenzionale
Nonostante le diversità concettuali e filosofiche rispetto alla
medicina convenzionale che sono riportate in questa sede,
l’omeopatia è genericamente praticata all’interno di un contesto di pensiero e di pratica medica convenzionali. Ad eccezione dei paesi in via di sviluppo, dove le cure mediche convenzionali possono non essere disponibili, i medici e gli operatori
sanitari istituzionali che praticano l’omeopatia la integrano
con interventi di altro tipo – convenzionali e complementari
– e si occupano di aspetti della salute del paziente e dei suoi
bisogni per i quali la sola omeopatia non è sufficiente. In quale misura ciò valga anche per chi pratica l’omeopatia pur non
essendo laureato in medicina dipende dal prescrittore, dalle
leggi o dalla mancanza di leggi nel luogo dove esercita. Ma la
diagnosi e il trattamento convenzionali sono, o dovrebbero
essere, perlomeno parte di una struttura di riferimento. Di
conseguenza, non esiste divisione rigida tra il linguaggio
omeopatico e quello della medicina convenzionale. Quest’ultimo, naturalmente, non verrà considerato in questo dizionario, ma alcuni termini convenzionali sono stati inclusi nella
misura in cui rendono più chiari concetti omeopatici.
Altri metodi terapeutici e diagnostici
Vi è una varietà di metodi terapeutici che possono essere associati o confusi con l’omeopatia. Ad esempio, spesso è erroneamente creduta una forma di fitoterapia, e pur avendo aspetti
in comune con la medicina biochimica, i fiori di Bach e la
medicina antroposofica, ne differisce profondamente per altri aspetti. Queste terapie sono state incluse quando il substrato comune è importante. Non abbiamo preso in considerazione altre terapie che spesso associano medicamenti
omeopatici con tecniche diagnostiche che non hanno nulla a
che vedere con il metodo omeopatico. Tra queste ultime, l’esoterismo e la radioestesia. Un’eccezione è rappresentata dal
Vegatest, che spesso è impiegato per la scelta dei medicinali
omeopatici da coloro che usano anche l’omeopatia classica.