Il piano crescita di Merkel e Sarkozy

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Il piano crescita di Merkel e Sarkozy
12 Primo Piano
Lunedì 9 Gennaio 2012 Corriere della Sera
italia: 505656495450
La crisi L’asse franco-tedesco
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Dovremmo aumentare la quota di garanzia del fondo Efsf sulle emissioni
dei Paesi in difficoltà
Klaus Regling, direttore del Fondo salva Stati
Il piano crescita di Merkel e Sarkozy
Alla prova la tenuta degli spread. Nuovi timori sul taglio al debito greco
ROMA — Inizia con l’incontro tra il presidente francese
Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel la settimana europea che vedrà anche il premier italiano, Mario
Monti, volare a Berlino per vedere mercoledì il capo del governo tedesco. L’incontro a tre
è previsto a Roma per il 20 gennaio ma non sarà facile per
Monti tenere il passo dell’accoppiata franco-tedesca. Soprattutto se, come suggerisce
il «Financial Times», Sarkozy
e Merkel utilizzeranno il loro
faccia a faccia non solo per tirare le fila del Fiscal compact, il
patto sulle nuove regole di rigore sui bilanci messo in piedi
a Bruxelles prima di Natale.
Ma anche per confrontarsi su
un piano per la crescita e per il
lavoro da presentare ai partner europei nei successivi incontri bilaterali e poi nelle riunioni collegiali dell’Eurogruppo e del Consiglio di fine mese.
In ogni caso si tratta di tappe importanti per l’individuazione di una linea di azione comune europea che affronti e risolva la crisi dei debiti sovrani
dando così ai mercati il segnale che la moneta unica e la costruzione che la sorregge sono
in grado di avere un futuro solido e lungo. L’impegno per la
crescita in quest’ottica è fondamentale ma lo sono ancora di
più i passi avanti concreti sul
rafforzamento e l’operatività
del Fondo salva-Stati. Anche
perché sembra tornata a fare
acqua la rete di salvataggio della Grecia, in particolare per
quel che riguarda il coinvolgimento, e il trattamento, dei
creditori privati, soprattutto
banche, che hanno in mano titoli del debito ellenico. Per loro non sarebbe più sufficiente
un abbattimento del 50%, così
come era stato ipotizzato in ottobre, ma del 55-60%.
Ma ci sono anche le banche
ad agitare borse e mercati:
l’ipotesi di dover affrontare
nuovi rafforzamenti di capitale imposti dall’Eba, l’autorità
di vigilanza europea, e assieme il rinnovo delle obbligazioni in scadenza a tassi maggiorati, aumenta i timori del sistema del credito ma anche degli
investitori. Giovedì si riunirà
il Consiglio dei governatori
della Bce, che nell’ultima riu-
Le aste del Tesoro
Il prossimo test per
l’Italia sarà giovedì con
l’asta dei Bot annuali e
trimestrali
Francoforte
La consultazione
La proposta alle banche
La cancelliera tedesca, Angela
Merkel. Oggi a Berlino si terrà
il vertice bilaterale Germania-Francia
sul «fiscal compact» e la crescita
Il presidente francese Nicolas Sarkozy
aveva suggerito alle banche nelle scorse
settimane di usare i fondi in prestito
dalla Bce per comprare titoli di Stato
+1,86
In percentuale, l’ultimo
rendimento dei titoli pubblici
con scadenza decennale della
Germania
New York
nione aveva risposto ai problemi delle banche assicurando
la possibilità di accedere a liquidità illimitata. C’è da vedere come la Banca centrale presieduta da Mario Draghi, valuterà l’attuale situazione e se darà qualche indicazione in più
sul programma straordinario
di acquisto dei titoli pubblici
dei Paesi in difficoltà, che nei
primi giorni del 2012 si è praticamente fermato. C’è da dire
che si è mosso poco tutto il
mercato monetario, complici
le festività, anche se è rimasta
alta la tensione su rendimenti
e spread in particolare di Spagna ed Italia.
E per il nostro Paese il primo test del nuovo anno ci sarà
giovedì con l’asta dei Bot annuali ed, eventualmente, dei
Bot trimestrali. I rendimenti
dei titoli a breve, contrariamente a quelli a più lungo termine come i Btp decennali presi ad esempio per misurare lo
spread con i Bund tedeschi, si
sono sensibilmente abbassati
rispetto alle punte registrate a
novembre. E quindi ci sarà da
vedere se questo andamento
verrà confermato rassicurando così il Tesoro e segnalando
la reazione positiva degli investitori alla manovra di rigore
varata dall’esecutivo Monti. Il
giorno successivo, venerdì, sarà la volta dei Btp triennali, dove, anche, qui i rendimenti dovrebbero risultare in calo rispetto all’asta precedente.
Stefania Tamburello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il mercato obbligazionario I tassi a breve sono tornati a stabilizzarsi
Btp legati all’inflazione
e rendimenti in altalena
Le attese per il risparmio
Per i mercati funziona un po’ come per la scuola: la campanella suona stamattina. Negli ultimi quindici
giorni, anche se Borse e scambi sui
titoli di Stato hanno tenuto i battenti aperti, il ritmo delle contrattazioni e dei volumi è stato un po’ così,
natalizio e rallentato. Da oggi però
si fa sul serio: gli esami e i compiti
in classe dell’euro e dell’Italia si susseguiranno senza sosta. E, come tutti sappiamo, non sarà una passeggiata. Ecco allora il punto della situazione sulle novità, le continuità con il
recente passato e le idee per orientare il portafoglio obbligazionario nel
2012, cominciando da Bot e finendo
con i bistrattati e redditizi Btp agganciati all’inflazione.
Il cambiamento più rilevante avvenuto durante le vacanze di Natale
è il ritorno dei rendimenti brevi
(cioè quelli da zero a due anni) su
livelli più fisiologici (3-4%) rispetto
a quelli terrificanti (6-7%) visti a fine novembre, nei giorni peggiori
dell’ultima crisi da debito. Il 28 dicembre l’asta dei titoli semestrali ha
riportato poco sopra il 3% il premio
che il Tesoro italiano deve pagare al
mercato per finanziare i Bot che scadono a giugno 2012. Una flessione
che ha trascinato verso il basso tutta la parte inferiore della curva dei
rendimenti, coinvolgendo le quotazioni di tutti i Btp con vita residua
di pochi anni. «Questo ribasso potrebbe non essere definitivo perché
purtroppo in questo momento le cose cambiano in meglio o in peggio
nello spazio di pochissimo tempo spiega Angelo Drusiani, gestore obbligazionario di Banca Albertini Syz
-. Ma per ora il nuovo ordine resiste
e ne va sottolineata la sua portata
positiva».
Che cosa significa la discesa dei
Bot dalle vette del 6%? Che i mercati
hanno ritrovato un po’ di fiducia a
breve termine sul nostro Paese, anche se, per poter parlare di una vera
tranquillità i rendimenti dovrebbero scendere ancora e non solo sulle
emissioni che scadono tra poco, ma
su tutto l’arco della curva che, nella
parte lunga, è sempre appeso al
chiodo del 7%, con lo spread tra i decennali italiani e quelli tedeschi pericolosamente aperto fino a oltre 500
punti.
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La semi-scivolata della curva ha
portato un guadagno in conto capitale a chi nel mese scorso ha scommesso su Btp & c puntando sulle scadenze brevi, perché i prezzi di questi titoli sono risaliti, rivalutando
l’investimento fatto ai saldi della
massima incertezza pre-natalizia.
E adesso? Da qui in avanti è difficile ipotizzare nuove discese dei rendimenti (e relative risalite dei prezzi) sia sulla parte breve che sulla parte più lunga della curva. «Ci vorrà
tempo per vedere altri smottamenti
- spiega Drusiani -: E nel frattempo
devono succedere cose positive, sia
sul fronte delle riforme italiane, sia
sul fronte del europeo». Il consiglio
unanime degli esperti, però, è di
continuare a preferire i titoli inferiori a cinque anni, che non espongono ad un rischio eccessivo sul fronte della durata e che, comunque, offrono rendimenti che coprono il tasso di inflazione attuale (3%), probabilmente destinato a scendere se la
prospettiva è quella di un ciclo economico appesantito dalla recessio-
+1,96
In percentuale, l’ultimo
rendimento dei titoli pubblici
con scadenza decennale
degli Stati Uniti
+2,01
In percentuale, l’ultimo
rendimento dei titoli pubblici
con scadenza decennale
della Gran Bretagna
Londra
ne. Investire nei Btp, da sei mesi a
questa parte, è certo più rischioso
di quanto non fosse prima, ma in
un mix equilibrato non può mancare una quota dei nostri titoli di Stato, accanto alla sicurezza con rendimenti avari offerta dai bund tedeschi, dai titoli americani o dalle triple A dei Paesi Nord europei.
Il primo esame per il Tesoro italiano sarà giovedì, 12 gennaio, con
l’asta Bot, che darà il via ad una lunga serie di appuntamenti col mercato che porteranno, da qui ad aprile,
al rinnovo di 175 miliardi di euro di
debito, poco più di un terzo dei 450
che rappresentano il conto totale
del 2012.
State dunque brevi, se potete. Ma
anche variabili e agganciati all’inflazione. Tra gli innumerevoli strabismi del mercato squassato dall’incertezza, non sono passate inosservate
le super occasioni dei Cct e dei Btp
inflation-linked. I titoli del Tesoro
italiano con le cedole agganciate ai
Bot o al tasso Euribor sono stati
iper-venduti e per nulla sostenuti dagli acquisti della Banca centrale europea nei giorni più neri. Lo stesso
oblìo è toccato ai Btp inflation-linked, i titoli che legano il destino del capitale investito e delle cedole al tasso di inflazione europeo.
Queste emissioni, che qualche settimana fa sono arrivate a offrire anche
il 10-11%, oggi si sono ridimensionate, ma mostrano sempre rendimenti
decisamente più alti di quelli raggiungibili con il tasso fisso. Ai prezzi
di venerdì scorso, per esempio, il
Btp agganciato all’inflazione settembre 2014 (cioè quello che scade fra
tre anni scarsi) rendeva il 5% lordo.
«Ma a questo premio va aggiunto
l’effetto costo della vita - spiega Antonio Mauceri, amministratore delegato di Augustum Opus sim -. E così, ipotizzando un tasso del 2,20%
per l’inflazione, si arriva ad un rendimento complessivo del 7,32% lordo
annuo, vale a dire un punto e trenta
centesimi in più rispetto al 5,92% offerto dall’analogo Btp tradizionale».
Dedicare una quota del portafoglio ai titoli con l’aggancio al costo
della vita può quindi essere un modo per mettersi in tasca una polizza
contro l’incertezza. A tassi interessanti.
Giuditta Marvelli
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