Il Resto del Carlino La Nuova Ferrara «L`ambulanza sul posto dopo
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Il Resto del Carlino La Nuova Ferrara «L`ambulanza sul posto dopo
15 dicembre 2013 Il Resto del Carlino CARO CARLINO, scrivo quanto segue con un gran dolore a braccia, avambracci, spalle e polpacci per lo sforzo che ho dovuto affrontare per colpa delle “carrozzine catorcio”. Denuncio l’assurda condizione di chi, dovendo accompagnare un congiunto in un reparto al nosocomio di Cona per una visita essendo in convalescenza (e non in certo condizione di camminare per i lunghissimi corridoi), si ritrova a doversi sobbarcare, oltre a tutto il demenziale e lunghissimo tragitto (dall’ingresso al reparto) avvalendosi d’un vetusto campionario in fatiscenza con vergognose, obsolete, faticose e spesso malfunzionanti sedie a rotelle con ruote semi sgonfie. In una società che invecchia e in cui avrebbero dovuto costruire ospedali a misura d’uomo, in città (come lo era l’amatissimo Sant’Anna) e non “cattedrali nel deserto” a misura del proprio tornaconto e dei propri interessi, hanno edificato una sorta d’immensa Alcatraz e, anzichè agevolare i cittadini, fanno agli stessi penare mille fatiche per raggiungere o accompagnare qualcuno verso quelli che, anzichè reparti, somigliano più a “mega bracci” d’un penitenziario. Vorrei davvero vedere gli strapagati direttori generali e vertici aziendali e politici trasportare un proprio familiare, spingendo una di quelle carrozzine catorcio di cui autorizzano l’uso verso un reparto che non arriva mai e lungo sterminati corridoi! Con incondizionata solidarietà e stima verso i comacchiesi che difendono il proprio ospedale in città! Un ferrarese schifato! La Nuova Ferrara «L’ambulanza sul posto dopo 50 minuti» CAMATTE «Non è possibile attendere un’ambulanza per oltre cinquanta minuti. L’ho sempre pensato e sostenuto che con la riorganizzazione sanitaria non ci sarebbe stato un miglioramento del servizio e, purtroppo, l’esempio che ha riguardato mio padre lo conferma». Chi parla è Mauro Possanza, ex responsabile Lega Nord per i comuni dell’Unione Terre e Fiumi. È amareggiato per quanto accaduto al padre Dino, 84 anni, residente a Camatte di Saletta, in via Copparo 66. «È caduto mentre si trovava in casa, ha battuto la testa e ha iniziato a perdere sangue. Abbiamo subito telefonato al 118, erano le 12.06, lo ricordo bene perchè quando è stata effettuata la chiamata ho annnotato l’orario. I minuti passavano ma l’ambulanza non arrivava. Dopo una mezz’oretta il 118 ci ha detto che non c’erano mezzi a disposizione e che sarebbero arrivati quanto prima. Erano le 13 quando mio padre è stato soccorso e poi trasportato a Cona. Un ritardo inammissibile». Dal 118 si conferma l’arrivo dell’ambulanza dopo 50 minuti perché in quel momento non erano disponibili nè il mezzo in servizio in quella parte di territorio nè l’ambulanza di ‘copertura’ in quanto impegnate in altri interventi di pari gravità (codice verde) o superiore. Un’ambulanza è tornata disponibile alle 12.40 ed è giunta a Camatte, secondo i dati del 118, alle 12.56