plazaf rum - Cinema Plaza

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plazaf rum - Cinema Plaza
PLAZAF RUM
STUDENTI
2015-16
Viaggio
nell’universo
del cinema di qualità
Gent.mo insegnante,
ritorniamo anche quest’anno con il progetto “Plazaforum studenti”, pieni di entusiasmo, a proporvi un ricco elenco di film che vedremo insieme in questo nuovo anno
scolastico al cinema Plaza affiancato da percorsi didattici museali e tante belle novità.
“Viaggio nell’universo del cinema di qualità”
La VI edizione della rassegna cinematografica dedicata agli studenti che a seguito di
una collaborazione con CoopCulture, arricchisce l’offerta formativa che accompagnerà il pubblico dei giovani in un affascinante “viaggio” culturale alla scoperta della
magia del grande schermo e del patrimonio archeologico, storico-artistico e monumentale del nostro territorio, cercando di stimolare le giovani generazioni ad una frequentazione più consapevole dei luoghi tradizionalmente deputati alla conservazione e alla
valorizzazione dei beni culturali.
Sede dei percorsi saranno il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Palazzo Reale di
Napoli e scavi di Ercolano.
Un viaggio lungo ed attraente in cui gli studenti si avvicineranno, attraverso la visione
di film, ad una forma particolare espressione artistica qual’è il cinema, strumento di
comunicazione per eccellenza dei giorni nostri, ed attraverso visite guidate ed attività
laboratoriali organizzate da CoopCulture, ad un’esperienza piacevole e coinvolgente,
capace di avvicinare i giovani all’arte e alla storia della città di Napoli ed Ercolano.
Ogni percorso sarà strutturato secondo progetti cinematografici di qualità mirati rispetto all’età degli studenti. A supporto della visione e per una maggiore comprensione
della stessa, il Cinema Plaza metterà a disposizione del corpo docente e degli studenti:
•
Sinossi del film
•
Note di regia
•
Scheda di approfondimento e spunti di riflessione
•
Scheda di analisi filmica
•
Incontro con un critico cinematografico alla fine della proiezione,
su richiesta della scuola.
Ben ventitré titoli scelti tra il 2014 e il 2015 daranno la possibilità all’insegnante di
scegliere in base al target di riferimento i 4 film da inserire nel cineforum studenti con
opzione a scelta di una visita guidata nelle sedi sopra indicate oppure attività laboratoriale all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
In un’ottica di supporto ai docenti, il cinema Plaza non si limita semplicemente a proporre dei titoli, ma si mette a totale disposizione degli insegnanti per la scelta dei film
per la programmazione di un calendario “fatto su misura” e per eventuali ed ulteriori
approfondimenti tematici.
La rassegna “Viaggio nell’universo del cinema di qualità”, oltre alla programmazione delle mattinate di cinema, alle visite guidate nei vari musei prevede per le scuole
secondarie di 2° grado la I edizione del Concorso di critica cinematografica “Giovani
critici mettono nero su bianco”.
Il concorso intende offrire agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado un approccio innovativo di formazione e di avvicinamento al cinema in età scolare. L’obiettivo di
fondo è mettere gli studenti nelle condizioni di avere una maggiore capacità di lettura
critica, di aprirsi ad una ulteriore possibilità di approfondimento per scoprire le loro
potenzialità critiche e misurarsi con la lettura della scrittura visiva: spettatori non più
passivi, ma capaci di rapportarsi con la visione del film in modo dinamico e reattivo.
Nel mese di novembre sarà pubblicato il bando di concorso sul sito web www.cinemaplaza.it, la partecipazione sarà gratuita e prevederà l’assegnazione di 3 premi.
Quest’attività testimonia l’attenzione che il cinema Plaza dedica da sempre al mondo
della scuola, impegnandosi nella diffusione e nella promozione del linguaggio cinematografico quale strumento didattico.
Ma non solo… tutti i ragazzi che parteciperanno al “Plazaforum studenti 2015/16”
riceveranno la PLAZACARD STUDENT, i docenti accompagnatori riceveranno la
PLAZACARD TEACHER, due tessere che grazie ai nostri sponsor regaleranno agli studenti ed ai docenti molteplici agevolazioni che verranno comunicate successivamente.
Plazaforum Original Sound 2015/16
English movies for language learning
La rassegna cinematografica “Plazaforum Original Sound” propone agli studenti film
in lingua originale in orario curriculare, un’ottima strategia per avvicinare i ragazzi alla
pratica di guardare i film in lingua, e poi parlarne, l’obiettivo principale è l’approfondimento della lingua inglese consolidata attraverso il linguaggio cinematografico.
Troviamo che soprattutto per i ragazzi di medie e superiori, questo sia un modo di avvicinarli all’inglese anche più efficace del classico corso.
Il Plazaforum Original Sound può veramente fare la differenza tra una concezione
statica e libresca dell’inglese ed una invece più aderente alla realtà della lingua, che è
un mezzo di comunicazione, di aggregazione e di divertimento.
La rassegna prevede la visione di un ciclo di quattro film in lingua originale, con sottotitoli in lingua, in un’ottica formativo-culturale.
Nel ringraziarLa per l’attenzione, le auguriamo un Buon Anno scolastico.
Gli organizzatori
Guglielmo Mirra & Salvatore Filocamo
Via Kerbaker, 85
80129 NAPOLI
Tel. 081 556 35 55
Cell. 333 13 06 153
email: [email protected]
email: [email protected]
email: [email protected]
Facebook: cinema plaza napoli
www.cinemaplaza.it
Modalità di partecipazione
Gli studenti potranno partecipare scegliendo tra queste formule:
A. CINEFORUM (4 proiezioni) € 14.00
B. CINEFORUM (4 proiezioni) + Visita guidata a scelta tra: Museo Archeologico
di Napoli e Palazzo Reale di Napoli € 18,00*.
C. CINEFORUM (4 proiezioni) + Visita guidata agli Scavi di Ercolano € 20,00*.
D. CINEFORUM (4 proiezioni) + Attività laboratoriale nella sede Museo Archeologico € 20.00*.
* Formula valida per gruppi di classe di 30 alunni, al di sotto la tariffa varia.
(I costi non comprendono il trasporto).
Per il cineforum Gratuità per gli studenti con disabilità Psichica e/o fisica.
Il cartellone inizierà da ottobre 2015 a maggio 2016, le date verranno concordate al
momento con il docente referente del progetto.
Le visioni si terranno ogni mattina dal lunedì al sabato alle ore 9.30 circa e su richiesta
della scuola dopo le prime tre ore di attività curriculare.
“Operazione finanziata con il Piano Azione e Coesione III – DGRC n.225 del
12.7.2013” CUP B29D13000670003.
Pubblico di riferimento
I biglietti riproposti in alto a destra su ciascuna scheda film, indicano il pubblico di riferimento in funzione del programma studiato per ciascun livello scolastico.
in programma
non in programma
l’Album del Plazaforum studenti
Karzan Kader
Produzione: Sandra Harms
Durata: 92’
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
2015-16
Sceneggiatura: Karzan Kader
Dir. Fotografia: Johan Holmqvist
Montaggio: SCUOLE
ELEMENTARI
Sebastian Ringler,
Michal Leszczylowsky
Faten Kheymegahi,
Linnea Pettersson
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Zamand Taha,
Diya Mariwan
2015- 16
Sarwal Fazil,
PLAZAFORUM
Sinossi:
Primi anni ‘90. Il regime di Saddam Hussein esercita una violenta pressione sulla regione curda dell’Iraq. Due fratelli curdi orfani e senzatetto, Zana, 7 anni, e Dana, 10,
vedono il film “Superman” attraverso un buco nel muro del cinema locale e decidono
di andare in America. Quando saranno lì, Superman potrà risolvere i loro problemi,
semplificare le loro vite e punire quelli che sono stati cattivi con loro, primo fra tutti,
Saddam Hussein. Ma, per arrivarci, hanno bisogno di denaro, passaporti, un mezzo
di trasporto, un modo per passare la frontiera. Purtroppo non hanno nulla di tutto ciò,
ma, imperterriti, stabiliscono di intraprendere il viaggio verso il loro sogno. Raccolgono tutti i dinar che hanno e comprano un asino che Zana chiama Michael Jackson. In
groppa a Michael, carico di pane e acqua, seguiti da una coda di 30 ragazzi, Zana
e Dana iniziano il loro cammino verso l’America e verso Superman. Una storia commovente di guerra e realtà che ha per protagonisti i bambini. Fuggito dal Kurdistan
da bambino nel 1990, per il suo debutto alla regia Karzan Kader trae spunto dalla
propria esperienza personale, e riesce a dar vita ad un road movie intenso e piuttosto
insolito. Attraverso gli occhi ingenui dei due bambini, ci porta ad affrontare i temi pesanti della guerra e dell’oppressione con fascino e arguzia, in un modo ironicamente
accomodante.
Approfondimenti:
Karzan Kader
Nato nel 1982 a Sulaymaniyah, in Kurdistan. A sei anni, nel corso della guerra in Iraq, insieme
alla sua famiglia lascia il Kurdistan ed emigra in Svezia. Studia regia al Dramatiska Institutet,
la scuola nazionale di cinema svedese, dove si diploma nel 2010, e nello stesso anno vince
uno Student Academy Award, il premio oscar per gli studenti di cinema, con il suo saggio di
diploma, BEKAS, miglior cortometraggio Generator +13 al GFF 2011. Su questo corto si basa
il suo primo lungometraggio, dal medesimo titolo.
OR I G I N AL
SOU N D
Attori: 2015-16
Scenografia: SCUOLE
MEDIE
BEKA S
2015- 16
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2015-16
2015-16
Dichiarazioni del Regista
“1991, avevo sei anni. Vedo me stesso e mio fratello prepararci per passare la frontiera irachena. Stanchi, affamati e spaventati. Questa è la mia storia, la storia di come ho lasciato il
Kurdistan. Quando ho iniziato a scrivere BEKAS, volevo raccontare questa storia, perché mi ero
innamorato del sogno di metter piede sulle strade americane e di vivere in pace, lontano dalla
guerra di Saddam. E amo l’idea di due ragazzi che si mettono in pericolo per raggiungere il
loro eroe, Superman, dalle strade irachene agli Stati Uniti, sul dorso di un asino. In nessun’altro
posto al mondo si potrebbe raccontare una storia di questo tipo. In questa parte del mondo la
guerra è durata così a lungo da diventare una condizione normale. Voglio che questa storia
faccia sentire la voce del popolo curdo al resto del mondo. Non esistono altri film che mostrino
al mondo questo lato del Kurdistan, non è mai stata fatta prima una cosa del genere”.
Spunti di riflessione:
1) Il Kurdistan è una regione situata in Medio Oriente in cui abita gente con la stessa religione
e i medesimi costumi e le medesime tradizioni. E’ una piccola nazione e potrebbe essere uno
Stato. Perché non riesce ad esserlo?
2) Approfondite l’argomento sul concetto di Stato e sul concetto di Nazione.
3) Nel momento che, nel film, si parla di Kurdistan iracheno vuol dire che una parte di questo
paese appartiene all’Iraq. E le altre parti di questo povero paese a quali Stati appartengono?
(controllate la carta geografica)
4) Saddam Hussein, il dittatore iracheno di cui si parla nel film venne deposto dopo una guerra,
nei primi anni ‘90 che vide tutti i paesi occidentali contro di lui. Perché scoppiò questo conflitto?
5) Perché Saddam Hussein odiava i curdi?
- Perché, nonostante ciò che subivano sarebbero sempre stati disposti a lottare per l’indipendenza?
- Perché (e questo Saddam Hussein lo sapeva) se solo avessero avuto la possibilità di ucciderlo, lo avrebbero fatto? ( e non erano i soli)
- Perché adoperò gas letali contro la popolazione curda inerme uccidendo, in molti villaggi,
tutti gli abitanti: uomini, donne e bambini?
6) Saddam Hussein dopo la cattura venne sottoposto a processo. Di quali malefatte venne accusato? Quale fu la condanna? E tale condanna venne poi eseguita? Fu condannato anche per
le azioni che aveva ordinato si compissero nella nazione curda? Approfondite l’argomento.
7) Quanto ha contato nell’odio tra Saddam e i curdi la vicinanza di Tikrit, la città natale di
Hussein a zone abitate del Kurdistan?
8) Tikrit, oggi, è stata centro di grandi battaglie tra i militanti dell’Isis e i peshmerga curdi. Chi
sono i peshmerga? E perché combattono?
9) La storia del film inizia poco prima dello scatenarsi della guerra di cui parliamo nella domanda n. 3. I due piccoli protagonisti Zana (7anni) e Dana (10 anni) sono di etnia curda.
Sono orfani e senza casa. Secondo voi chi li ha privati dei genitori lasciandoli senza alcun
sostentamento?
10) Come i due bambini riescono a vedere “Superman” e quale decisione prendono dopo aver
visto il film?
11) Zana e Dana vogliano andare in America ma non stanno pensando che lì vivranno meglio ma
solo che vogliono andarci per incontrare Superman e chiederli.... Che cosa vogliono chiedergli?
12) Sanno i due bambini che, per passare la frontiera, avrebbero bisogno... Di cosa avrebbero
necessità?
13) Perché, pur non avendo nulla di tutto ciò che servirebbe loro, decidono comunque di partire?
14) Perché Dana e Zana sentono la necessità di dover comprare per il viaggio un asino e attingono ai loro pochi risparmi. Arriveranno in America? Arriveranno da Superman?
15) Si può vivere per un sogno?
16) Karzan Kader, il regista del film ha detto: “Voglio che questa storia faccia sentire la voce del
popolo curdo al resto del mondo”. Secondo voi c’è riuscito?
D. Hall, C. Williams
Produzione: Walt Disney
Durata: 108’
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
2015-16
SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
2015-16
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Sinossi:
“Tadashi, il fratello maggiore di Hiro, ha creato un robot ultra moderno di nome Baymax, ideato per prendersi cura delle persone”, racconta il regista Don Hall. “Fra i programmi di Baymax figura il desiderio ‘In che modo posso essere d’aiuto?’ È pieno di
compassione, mentre Hiro è un teenager che ha perso la sua strada. Le loro personalità
interagiscono in modo tenero e divertente”.
Quando un evento devastante si abbatte sulla città di San Fransokyo sconvolgendo la
vita di Hiro, lui si rivolge a Baymax e ai suoi migliori amici: l’adrenalinica Go Go Tomago, il maniaco dell’ordine Wasabi No-Ginger, la maga della chimica Honey Lemon
e il fanatico Fred.
“C’è un misterioso personaggio mascherato con cattive intenzioni”, afferma il regista
Chris Williams. “Hiro è intenzionato a scoprire chi egli sia e quali siano i suoi piani.
Vuole fermarlo a tutti i costi”.
“È davvero il viaggio di un eroe”, prosegue Williams. “L’amicizia che Hiro stringe con
Baymax gli apre gli occhi, facendogli scoprire cosa significhi realmente essere un eroe”.
Il film è ambientato in un futuro non troppo lontano, nella città di San Fransokyo, un ibrido
fantasioso tra due città iconiche come San Francisco e Tokyo. La città è talmente estesa e
dettagliata da aver richiesto la creazione di un nuovo programma di rendering chiamato
Hyperion, sviluppato dal team tecnologico dei Walt Disney Animation Studios. Il risultato
finale è qualcosa che il pubblico non ha mai visto, prima d’ora, sul grande schermo.
Ispirato all’omonimo comics Marvel, Big Hero 6 mostra scene d’azione fumettistiche,
ma si concentra sull’amicizia nascente tra Hiro e Baymax.
“Hiro è un genio precoce di 14 anni”, afferma lo sceneggiatore Robert L. Baird. “Si è
diplomato al liceo a 13 anni, ma non usa i suoi doni per il bene dell’umanità. Passa il
suo tempo a partecipare a combattimenti clandestini tra robot”.
Secondo il co-sceneggiatore Daniel Gerson, Tadashi, il fratello più grande, trova uno
stratagemma per convincere il suo fratellino a comportarsi meglio. “Tadashi è un tipo
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SOU N D
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PLAZAFORUM
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sveglio e sicuro di sé”, afferma Gerson. “Porta Hiro al San Fransokyo Tech, e Hiro è
sbalordito dalle cose che succedono lì. Conosce il professore che ha ideato i servomeccanismi a cuscinetti magnetici utilizzati da Hiro per i suoi robot da battaglia. Hiro se ne
va convinto di voler frequentare quella scuola. È deciso a frequentare il college”.
“Hiro deve presentare un progetto per essere ammesso alla scuola”, afferma il regista Don Hall. “Così inventa dei robot miniaturizzati da controllare telepaticamente. Si
chiamano microbot, possono creare delle forme e tramutarsi in utensili: possono fare
qualsiasi cosa”.
Ma, ovviamente, le cose non vanno come previsto. “Tadashi muore in un tragico incidente, tentando di salvare il suo professore”, afferma Hall. “Hiro è sconvolto. Suo
fratello gli manca terribilmente, e la sua vita è in rapida discesa. È in questo momento
che Baymax – un robot infermiere compassionevole e premuroso, ideato da Tadashi –
prende vita e comincia a tirar fuori Hiro dal suo dolore”.
“Il film racconta l’incontro tra loro due”, afferma il regista Chris Williams. “Fin da subito, abbiamo deciso che il rapporto centrale del film sarebbe stato quello tra Hiro e
Baymax, mentre Hiro cerca di affrontare la scomparsa di suo fratello. Volevamo che la
storia fosse divertente, ma che allo stesso tempo possedesse una profondità emotiva
che superasse le aspettative del pubblico”.
BIG HE R O 6
Spunti di Riflessione:
1) Hiro Hamada è un quattordicenne che, senza rendersene conto, è già uno scienziato pur
così piccolo, specializzato nella robotica. Perché è portato a combinare guai?
2) E per il carattere allegro e pasticcione che il fratello Tadashi, per controllarlo, lo porta con sé nel suo
istituto di tecnologia di San Fransokyo, grande città di un (direbbe Peter Pan) “paese che non c’è”?
3) Tadashi sa che suo fratello è un piccolo mostro nella scienza robotica. Cosa ha creato Hiro
che ha colpito tanto Tadashi?
4) E’ per il motivo che abbiamo detto nella domanda precedente che Tadashi presenta Hiro al
suo professore che insegna nell’istituto di tecnologia di San Fransokyo, Robert Callaghan.
Quali sono le reazioni di Callaghan quando vede le capacità di Hiro?
5) Qual è l’evento devastante che si abbatte su San Fransokyo e che provoca la morte di Tadashi?
6) Qual è la reazione di Hiro di fronte alla scomparsa del fratello maggiore?
7) Prima di scomparire per sempre, Tadashi aveva creato un robot, Baymax e lo aveva programmato ad essere “operatore sanitario personale” al livello di percepire la sofferenza degli altri
e di curare ogni malattia. Quanto conta la morte di Tadashi perché egli si occupi di Hiro?
8) Il corpo di Baymax è simile al personaggio che, nella pubblicità, lancia le gomme Michelin,
però mentre il pupazzo Michelin non deve muoversi se non pochissimo, i tecnici hanno dovuto
dare movimenti ed espressioni a Baymax. A quali animali si sono ispirati per i suoi movimenti?
9) Come (primo o dopo la tragedia di San Fransokyo) Hiro scopre che un misterioso personaggio mascherato è pericoloso per tutti? E perché decide di combatterlo?
- Perché attribuisce a lui la scomparsa di Tadashi e quindi l’evento abbattutosi sulla città?
- Perché, cosciente del pericolo, vuole salvarsi e salvare tutti quelli che lo circondano?
- Perché il misterioso uomo ha rubato a lui e ai suoi amici una scoperta che, se in mano cattive, vorrebbe dire la distruzione del mondo?
10) E per i motivi citati nella domanda precedente che Hiro crea la squadra di Big Hero 6? Da chi
è formata questa squadra? E quando, come e perché anche Baymax entra a far parte di essa?
11) Il gruppo di amici, prima di diventare eroi, erano scienziati in erba. E’ a loro che si deve
la scoperta micidiale cui ambisce l’uomo misterioso. Yokai, l’uomo misterioso, il nemico da
battere, riesce a impadronirsi della pericolosa scoperta dei ragazzi.
Vestito di nero ha un’orribile maschera bianca, ispirata al Teatro Kabuki giapponese.
Pepe Danquart
Produzione: BittersuessPictures,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Ciné-Sud Promotion,
A Company Filmpro-
2015-16
duktionsgesellschaft
Durata: 96’
Sceneggiatura: Heinrich Hadding
Richard Marizy
Attori: Andrzej Tkaczz,
Itay Tiran
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
Rainer Bock,
PLAZAFORUM
PLAZAFORUM
OR I G I N AL
SOU N D
Montaggio: 2015-16
Dir. Fotografia: Daniel Gottschalk
SCUOLE
MEDIE
Sinossi:
Perchè questo film?
La parola al Regista
Sono stato a lungo in cerca di materiale che fosse emotivamente potente e ricco di significato
storico da far battere il cuore solo leggendo la sceneggiatura, che fosse una storia straordinaria
e commovente, storicamente accurata, raccontata da un punto di vista inedito. Un film meritevole di qualsiasi sforzo e di qualsiasi rischio da correre. Un film che sarebbe rimasto nella
memoria collettiva del pubblico, anche dopo 20 anni.
E ho finalmente trovato tutto questo leggendo il romanzo Corri ragazzo corri di Uri Orlev, un
libro per ragazzi che è diventato un bestseller in tutto il mondo.
Come opera di finzione la storia sembra perfino troppo assurda per essere vera. Ma quel ragazzino è sopravvissuto e ancora oggi e, all’età di 79 anni, racconta la sua storia a chiunque
abbia voglia di ascoltarla. Con il mio film voglio far conoscere questa storia a coloro che non
l’hanno ancora sentita perché chiunque vedrà il viaggio di Jurek non potrà non emozionarsi
per lui. Avranno paura, saranno pieni di ammirazione per lui, soffriranno e piangeranno con
lui. Come è successo a me quando ho letto il libro la prima volta.
Non ho intenzione di fare un film solo per bambini o per ragazzi, ma voglio offrire una forte
esperienza cinematografica a tutti, giovani e vecchi. Jurek dimostra la capacità di resistere di
un adulto. Eppure è proprio la sua giovane età a proteggerlo, mentre affronta numerosi peri-
Operazione finanziata con il Piano Azione e Coesione III
DGRC n.225 del 12.7.2013” CUP B29D13000670003.
Jurek ha circa nove anni quando fugge dal ghetto di Varsavia. Costretto a separarsi dai
fratelli e dai genitori per salvarsi dai nazisti vivrà i durissimi tre anni che lo separano
dalla fine della guerra nei boschi e nei villaggi vicino alla capitale. Imparerà a dormire
sugli alberi e a cacciare per nutrirsi. Sopravviverà ai gelidi inverni chiedendo ospitalità, contraccambiandola con manodopera. In questo duro viaggio, Jurek, incontrerà
persone che lo aiuteranno ed altre che lo tradiranno ma non perderà mai la forza per
andare avanti...
Corri ragazzo corri è un film avvincente, ispirato a fatti realmente accaduti, potente ed
emozionante, una vera fonte di ispirazione per giovani e meno giovani.
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CORRI RAGAZZO CORRI
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coli con lo spirito avventuroso di un bambino. Il fatto che sia un bambino a guidarci in questa
storia– un innocente, con la sua naturale curiosità di esplorare il mondo e di sopravvivere –
rende ancora più orribile la tragedia dell’Olocausto.
Ma qual è in fondo la storia del film, narrata con lo spirito di un racconto di avventura? È la storia
del viaggio di un ragazzino costretto a crescere molto in fretta per poter sopravvivere, ma che in
fondo resta un bambino. È la storia dell’impietosa brutalità di qualsiasi guerra e dei suoi traditori,
informatori e approfittatori. Ma è anche la storia di quanti riuscirono ad elevarsi al di sopra delle
uccisioni sistematiche di uomini e donne che, rischiando la loro vita, aiutarono coloro che altrimenti non sarebbero sopravvissuti. Non si tratta solo degli “Schindler” o dei “John Rabe” all’interno del
sistema del potere, ma anche di semplici contadini anonimi che resero possibile per un ragazzino
ebreo sopravvivere nella foresta. Le uccisioni di massa, l’Olocausto, e la marcia barbarica dei
nazisti trovano un’eco in ciascuna immagine – riflessi nella storia di questo bambino ebreo.
Il punto di vista del libro non solo rende la storia di Jurek così speciale, ma eleva a documento storico questo racconto, analogamente al diario di Anne Frank o a Essere senza destino di ImreKertesz.
Per quanto riguarda la dinamica delle vicende, la trama ha un taglio avventuroso e complementare al conflitto interiore del ragazzo, il quale, per poter sopravvivere, deve respingere la
propria identità ebraica e fare propria un’esistenza inventata come orfano cattolico polacco.
Durante la sua lotta per la sopravvivenza, dimentica i suoi fratelli, perfino il viso di sua madre,
e trova conforto e sicurezza nella generosa ospitalità di famiglie contadine cattoliche. Questa
profonda crisi di identità sfocia in un altro momento forte alla fine del film, con una scena che,
credo, contenga qualcosa di mai mostrato in modo tanto commovente.
Entrambe queste linee narrative – le avventure nella foresta e nei villaggi, e la graduale perdita della
propria identità – emergono con forza fin dall’inizio. Una delle grandi sfide per la realizzazione di questo
film voleva essere quella di rendere giustizia a tutti e due gli aspetti in egual modo.
Un momento chiave nel film è quando il padre sacrifica la propria vita per salvare quella del figlio.
Prima di farlo, gli sussurra in fretta alcune parole, che diventeranno un tema ricorrente nella storia:
“Srulik, non c’è tempo. Non devi dimenticare quello che sto per dirti. Devi restare vivo! Mi senti? Trova
qualcuno che possa insegnarti come comportarti in mezzo ai cristiani, come si fanno il segno della
croce e come pregano... E la cosa più importante, Srulik: dimentica il tuo nome. Cancellalo dalla tua
memoria... D’ora in poi il tuo nome è JurekStaniak. Staniak come la signora Staniak del negozio...
Ma anche se dimenticherai tutto, perfino me e tua madre, non dimenticare mai che sei ebreo”.
Con Corri ragazzo corri volevo raccontare una storia vera e commovente, senza pessimismo. La
storia di Srulik-Jurek-Yoram Fridman – una storia vera fatta di forza, di speranza e di coraggio.
Spunti di Riflessione:
1) Corri ragazzo corri è un film ricco di temi su cui riflettere. La tragica vicenda storica in primo
piano, rappresentata dalla Shoah, offre infatti la possibilità di affrontare un’ampia discussione su temi estremamente attuali come l’integrazione, i valori della diversità e dell’identità,
della solidarietà e dell’accoglienza.
Ad inizio film Jurek, sotto una tempesta di neve, ripensa al padre e alle parole che gli ha
detto prima di separarsi da lui: Potrai dimenticare tutto... il tuo nome, tua madre e me... però
non devi mai dimenticare che sei ebreo.
Riflettendo su queste parole, secondo voi perché il regista ha voluto che le ascoltassimo sia all’inizio che sul finale del film? Quale pensate sia la ragione per cui il padre vorrebbe che la memoria di Jurek, per lui Srulik, sacrificasse i ricordi più intimi ma non la religione cui appartiene?
2) Come avete potuto vedere, durante il suo viaggio, Jurek ha dovuto affrontare numerose
avversità: il freddo, la fame, la solitudine, la paura, la cattiveria umana... Quale di queste
difficoltà ha particolarmente toccato la vostra sensibilità? Al suo posto come avreste affrontato quella triste e drammatica condizione?
3) Con l’arrivo dell’Armata Rossa, l’esercito sovietico che nel 1945 ha liberato la Polonia, Jurek
viene “adottato” da una famiglia cattolica polacca che gli trasmette l’affetto di cui aveva
bisogno e le tradizioni di una nuova cultura. In quei giorni Jurek accetta il sacramento della
comunione, tradendo quindi la promessa fatta al padre; quella di non dimenticare mai di
essere ebreo. Secondo voi perché lo fa? La guerra è finita, gli ebrei non sono più perseguitati
ma, nonostante questo, continua a nascondere la sua vera identità. Perché?
Kirsten Sheridan
Produzione: Richard Barton Lewis
Durata: 100’
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
2015-16
Sceneggiatura: Nick Castle,
SCUOLE
ELEMENTARI
James V. Hart
Dir. Fotografia: John Mathieson
William Steinkamp
Attori: Freddie Highmore,
Keri Russell,
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Jonathan Rhys Meyers,
Robin Williams
2015- 16
Terrence Howard,
PLAZAFORUM
OR I G I N AL
SOU N D
2015-16
Montaggio: SCUOLE
MEDIE
La musica nel cuore dell’irlandese Kirsten Sheridan, è una fiaba moderna dalla forte coloritura dickensiana. Ispirandosi al personaggio di Oliver Twist, la storia si svolge nella
frenetica metropoli newyorkese dove, tra i rumori caotici della città e il ritmo ancestrale
della musica vive August Rush, soprannome attribuito ad un giovane orfano dotato di
uno spiccato talento musicale. Trovare i genitori che non ha mai conosciuto è il suo
desiderio più grande.
A New York, 11 anni prima, la violoncellista Lyla Novacek e il chitarrista rock Louis Connelly, lo avevano concepito in una notte d’amore prima di venir separati dagli eventi e
da una crudele menzogna del padre della ragazza non disposto a vedere sacrificata
la carriera della figlia. August percepisce la musica in ogni luogo e in ogni cosa ed è
sicuro che, come succede a lui, anche i genitori sentano la stessa cosa. Il suo desiderio
più grande è quello di vivere insieme a loro e la musica è l’unico filo che può riunirli.
Una speranza che non lo abbandona mai, neanche negli anni passati in orfanotrofio.
In molti tentano di convincerlo che i suoi genitori sono morti o, ancor peggio, che lo
hanno abbandonato. Ma lui non rinuncia a cercarli. Suona per richiamare la loro attenzione e un giorno questo sogno si realizzerà.
Per riflettere dopo aver visto il film
August, Lyla e Louis percepiscono le persone e le cose in un modo tutto particolare, per
questo non entrano mai in piena sintonia con gli altri. Nel momento in cui però prendono
coscienza di sentire la vita e la musica nello stesso modo, sboccia in loro un mondo incantato
e un rapporto indistruttibile che li proietterà fuori dall’isolamento nel quale sono chiusi. La
separazione non voluta dei due innamorati e del loro bambino, del quale loro stessi ignorano
l’esistenza, contribuisce a dare al racconto una costruzione triangolare all’interno della quale
ognuno dei tre protagonisti intraprende un cammino personale per ritrovare gli altri due.
Pur se divisi dal destino essi compongono una stessa realtà e non riescono a vivere pienamente
senza gli alti due. Le arcane affinità musicali sono come una forza nascosta, non gestita da
Operazione finanziata con il Piano Azione e Coesione III
DGRC n.225 del 12.7.2013” CUP B29D13000670003.
Sinossi:
2015-16
nessuna volontà, che li spinge a cercarsi. Significativa una battuta di August che svela la logica
profonda del film: “Credo nella musica nella stessa maniera in cui alcune persone credono alle
fate. Quello che sento viene da mia madre e da mio padre. Forse è così che si sono incontrati.
E forse è così che mi troveranno…”
LA MUSICA NEL CUORE
2015- 16
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Una possibile lettura
La regista Kirsten Sheridan ha portato sullo schermo questa storia originale che trova nella
musica l’espressione comunicativa più alta. La sua funzione all’interno della struttura narrativa
non è di supporto alle immagini e alle emozioni, ma è coesiva e unificante della stessa narrazione. Percorre tutte le fasi della storia diventandone l’elemento catalizzatore: è presente nei
rumori della città, nella brezza del vento, nei battiti del cuore.
Nel film sono molti i suoni e i rumori che aiutano lo spettatore a calarsi in una realtà coinvolgente come è il rincorrersi angoscioso tra figlio e genitori. I tre protagonisti sono alla ricerca
disperata l’uno dell’altro e la musica segna il punto di demarcazione tra il loro perdersi e il
ritrovarsi.
Divisi dagli accadimenti della vita e dalla cattiveria dell’animo umano, August, Lyla e Louis
rimangono uniti da un saldo nodo fatto di amore e di musica. Sarà proprio la passione della
musica a farli ricongiungere attraverso componenti magici e misteriosi. Per August la musica
non è solo l’espressione del suo sentire e della sua creatività, ma è uno strumento essenziale
per mettersi in contatto con i genitori. Non ha mai rinunciato alla speranza di ritrovali e ogni
nota che suona è come un ponte lanciato verso di loro, persuaso che se arrivano a sentirla lo
troveranno. È questa una esaltazione cinematografica della musica come energia dell’anima
e della creatività.
Un film sulla speranza e sulla fede come virtù fondamentali della vita, ma anche sui talenti
innati che ognuno porta dentro come forza vitale in grado di cambiare noi stessi e il mondo.
Paolo Bianchini
Produzione: Alveare Cinema,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Rai Cinema
100’
2015-16
Durata: Sceneggiatura: Paolo Bianchini,
Paola Rota,
Marco Cavaliere
Roberto Siciliano
Attori: Angela Finocchiaro,
Mohamed Lamine Keita
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
Diego Bianchi,
PLAZAFORUM
PLAZAFORUM
OR I G I N AL
SOU N D
Montaggio: 2015-16
Dir. Fotografia: Giovanni Cavallini
SCUOLE
MEDIE
Il film racconta due storie: una vera e l’altra di invenzione ma tratta da vicende reali. La
storia vera è quella del lungo viaggio di Yaguine e Fodè, due adolescenti guineani che nel
1999 hanno scritto a nome di tutti i bambini e i ragazzi africani una lettera indirizzata “Alle
loro Eccellenze i membri e responsabili dell’Europa“. Nella lettera i due ragazzi chiedono
aiuto per avere scuole, cibo, cure. Con la lettera in tasca Yaguine e Fodè si nascondono nel
vano del carrello di un aereo diretto a Bruxelles ed inizia così il loro straordinario viaggio
della speranza che si concluderà tragicamente. Le vicende di Yaguine e Fodè si incrociano
con la seconda storia che narra di un altro viaggio, questa volta dall’Europa all’Africa, avvenuto dieci anni dopo, intrapreso da altri due adolescenti ed un pallone. Thabo e Rocco,
uno africano e l’altro italiano, sono vittime del mercato di bambini calciatori, dal quale
sono fuggiti. Un vero e proprio sfruttamento in cui i bambini spesso vengono levati dalle
famiglie, “usati” e abbandonati quando non servono più. I due ragazzi giocando con un
pallone, loro unico compagno di viaggio, attraversano l’Africa a piedi, percorrendo in
senso opposto uno dei tanti “sentieri delle scarpe” tracciati in anni da migliaia di uomini,
donne, bambini, in fuga dalle carestie e dalle guerre. Il loro viaggio è ricco di insidie e
difficoltà ma anche di incontri ed esperienze straordinarie che li cambieranno per sempre.
Quando l’Airbus A300 della Sabena conclude il suo lungo volo atterrando a Bruxelles, un
tecnico scopre abbracciati i corpi assiderati di Yaguine e Fodè, nelle loro tasche la lettera
indirizzata “ Alle loro Eccellenze…”. Anche il lungo viaggio di Thabo e Rocco si conclude
con l’arrivo a N’Dola il paese natale di Thabo , dove li aspetta in un campo di calcio
dedicato a Yaguine e Fodè un mister un po’ speciale che tutti chiamano “pasta e fagioli”.
Analisi del film
Una delle caratteristiche fondamentali de “Il sole dentro” che lo rende un importante strumento didattico e divulgativo è la sua capacità di offrire numerosi spunti di riflessione su
diverse tematiche, veicolare messaggi e valori fondamentali utilizzando un linguaggio sem-
Operazione finanziata con il Piano Azione e Coesione III
DGRC n.225 del 12.7.2013” CUP B29D13000670003.
Sinossi:
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plice e chiaro ma soprattutto divertendo ed interessando i ragazzi. Grazie, infatti, ad una
proiezione (luglio 2012) effettuata all’interno del Festival di Giffoni –uno dei più importanti
Festival per ragazzi al mondo- con un pubblico di 830 spettatori dai 10 ai 13 anni si è potuto
verificare che i ragazzi non si sono mai annoiati, anzi hanno seguito con attenzione e partecipazione il film dall’inizio alla fine. Al termine della proiezione si è sviluppato un dibattito in
cui i ragazzi hanno affrontato e discusso con interesse le diverse tematiche ed hanno voluto
approfondire alcuni argomenti del film.
Nel film sono intrecciate due storie differenti e soltanto dopo diverso tempo viene rivelato l’elemento che le congiunge; ciò consente di mantenere l’attenzione sempre attiva generando una
sorta di suspense che induce a seguire il film con attenzione. Entrambe le vicende sono trattate
con delicatezza e sensibilità, senza mai scadere nei luoghi comuni. La presenza di attori brillanti come Angela Finocchiaro, Giobbe Covatta, Francesco Salvi e Diego Bianchi consente al
film di scorrere con grande piacevolezza alternando momenti di riflessione a momenti di puro
e sano divertimento. Lo stile registico è asciutto senza inutili fronzoli e manierismi per lasciare
spazio alle storie, ai luoghi dove è stato girato (Puglia – deserto tunisino – Guinea Conakry) e
ai volti degli attori in particolar modo dei quattro ragazzini protagonisti diretti con sensibilità
e maestria del regista Paolo Bianchini che per il suo impegno verso l’infanzia e i suoi diritti è
stato nominato ambasciatore dell’Unicef. Attraverso le immagini del film si possono scoprire
gli ampi spazi del deserto del Sahara ed entrare nelle case reali di Yaguine e Fodè e conoscere
i loro veri genitori. Il finale del film, nonostante la tragica morte di Yaguine e Fodè, lascia un
messaggio di speranza per il futuro, una sensazione di reale possibilità di poter cambiare le
cose e un sentimento di gioia e serenità che accompagna lo spettatore per lungo tempo.
IL S OLE DE N T RO
Spunti di Riflessione:
1.Il titolo “Il sole dentro” a cosa si riferisce?
2.Cosa ha spinto Yaguinè e Fodè a scrivere la loro lettera al Parlamento Europeo e qual è la
situazione dei ragazzi africani?
3.Dove si trova la Guinea e qual è la sua storia e la sua situazione socio-politica?
4.Nel film sono mostrati i veri genitori di Yaguine e Fodè e le loro case. Quali riflessioni e
spunti nascono guardando i volti dei genitori e le loro umili abitazioni? Quali differenze con
la nostra realtà?
5.Yaguine e Fodè, nella loro lettera, chiedono di poter studiare. Qual è il valore dello studio e
della cultura? Che cosa vuol dire per un Paese essere culturalmente arretrato?
6.Rocco e Thabo, gli altri due piccoli protagonisti del film, partono da Bari e raggiungono
l’Africa centrale a piedi, attraversando il deserto. Qual è il loro percorso?
7.Nel deserto, Rocco e Thabo incontrano una serie di persone: lo speaker della radio, il nomade, i migranti, Padre X. Che cosa rappresentano?
8.La figura di Padre X è enigmatica e misteriosa. Che valore e simbologia hanno, secondo voi,
gli aquiloni che egli fa volare nel cielo?
9.Chiara, interpretata da Angela Finocchiaro, è una donna che ha deciso di abbandonare
le comodità della sua vita per trasferirsi in Africa e allenare una piccola squadra di calcio.
Quali sono le ragioni della sua scelta? L’aver abbandonato una serie di beni materiali l’ha
resa più infelice o più serena?
10. Il console, interpretato da Diego Bianchi, è una figura divertente e allegra. Ma qual è il suo
vero ruolo nel film quando deve diventare una persona seria?
11. Molti italiani come Chiara, il console, il rappresentante dell’Unicef, sono impegnati all’Estero in azioni umanitarie o diplomatiche. Qual è il ruolo e l’attività specifica dell’Unicef?
12. Che cosa ha spinto Thabo e la sua famiglia a farlo partire con un sedicente procuratore?
Quali speranze e sogni avevano per il futuro? Cos’è la tratta dei baby calciatori? Quali altre
forme di sfruttamento esistono nei Paesi più poveri (bambini soldato, minatori in cunicoli
talmente stretti che 3entrano solo piccoli corpi ecc.) ?
13. Rocco, una volta giunto in Africa, è un clandestino come lo sono molti degli africani che
giungono in Italia. Cosa vuol dire essere un clandestino?il valore dello sport?
Gabriele Salvatores
Produzione: N. Giuliano, F. Cima,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
C. Calori
100’
2015-16
Durata: Sceneggiatura: A. Fabbri, L. Rampoldi,
S. Sardo
Dir. Fotografia: Italo Petriccione
Massimo Fiocchi
Attori: Ludovico Girardello,
2015-16
Montaggio: SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
Fabrizio Bentivoglio
PLAZAFORUM
OR I G I N AL
SOU N D
Valeria Golino,
Sinossi:
Spunti di Riflessione:
1) Salvatores ha realizzato un film fantasy genere che appare, ogni anno, in molte produzioni
hollywoodiane mentre in Italia non è quasi mai frequentato. Eppure i giovani amano questo genere (e anche gli adulti) e sono legati ai personaggi dei supereroi della Marvel e no:
da Spiderman a Iron Man da Wolverine a Batman tanto che fanno propri loro frasi e loro
atteggiamenti. Perché il cinema italiano non prova a dedicarcisi?
2) Salvatore afferma che quanto è stato posto in evidenza nella domanda precedente è legato,
nel nostro cinema alla forma estetica del realismo risalente al nostro glorioso neorealismo del
dopoguerra. E secondo la nostra opinione la cinematografia italiana non si discosta ancora
da questa posizione al punto che commedie validissime, in cui, spesso, gioca la fantasia,
sono state considerate, per anni di serie B e il fantasy non è stato proprio preso in considerazione. Secondo voi sono giuste queste osservazioni? Esprimete la vostra opinione in merito.
3) Salvatores sostiene che, oggi, “lo stesso concetto di realismo si è arricchito di nuove
suggestioni e nuovi immaginari dopo la scoperta dell’inconscio e della realtà virtuale. Ha
ragione? Qual è la vostra opinione in merito?
4) Salvatores si chiede se ci sia un pubblico italiano per un fantasy italiano ed egli ci sta provando. Qual è la vostra opinione in merito? C’è questo pubblico?
5) Michele, il protagonista del film, frequenta la scuola e non è amato dai compagni. In effetti, non è che egli si dia molto da fare per essere accettato. Perché secondo voi?
Operazione finanziata con il Piano Azione e Coesione III
DGRC n.225 del 12.7.2013” CUP B29D13000670003.
Michele vive in una tranquilla città sul mare.
Non si può dire che a scuola sia popolare, non brilla nello studio, non eccelle negli sport.
Ma a lui in fondo non importa. A Michele basterebbe avere l’attenzione di Stella, la ragazza che in classe non riesce a smettere di guardare. Eppure ha la sensazione che lei
proprio non si accorga di lui.
Ma ecco che un giorno il succedersi monotono delle giornate viene interrotto da una scoperta straordinaria: Michele si guarda allo specchio e si scopre invisibile.
La più incredibile avventura della sua vita sta per avere inizio.
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IL RAGA ZZ O I NV I SI B I LE
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6) Per Michele, nella sua classe, conta solo Stella, la ragazzina di cui, nell’entusiasmo dei suoi
giovanissimi anni, è perdutamente innamorato. Ma ella sembra non accorgersi di lui fino
a che.... Fino a che cosa?
7) Gabriele Salvatores sostiene che “l’adolescenza è uno dei periodi più difficili della vita di
un essere umano”. E in effetti è vero; se si è maschi, ad esempio, si cresce velocemente, il
viso si riempe di brufoli, la voce cambia, si comincia a guardare le ragazze o una ragazza
in una maniera diversa, si soffre per amore con una intensità forse superiore a quella dei
grandi e spesso si è infelici. Secondo voi sono giuste tutte queste definizioni che segnano il
passaggio dall’infanzia all’adolescenza alla prima giovinezza?
8) Salvatore dice che tutti i ragazzi, almeno una volta nella vita, abbiano sognato di essere
invisibili. E voi avete fatto un sogno simile e se a voi capitasse di possedere il dono dell’invisibilità qual è la prima azione che compireste?
9) E’ indubbio che il fantasy statunitense abbia grande seguito in Italia dove molti ragazzi
hanno fatto propria la frase di Spiderman “grandi poteri generano grandi responsabilità”.
Quando Michele scopre di avere il dono della invisibilità ricorda la frase di Spiderman nel
compiere tutte le sue azioni successive o la dimentica?
10) Stan Lee, autore di Spiderman per la Marvel, afferma che si possono creare supereroi
ma che saranno sempre “supereroi con super problemi”. Pensate che egli abbia ragione?
E riferendoci a Michele la sua invisibilità gli crea o non gli crea problemi?
11) In base a quale oggetto legato ad Halloween, Michele pensa di poter essere invisibile?
12) E quando Michele scoprirà che il suo potere è molto più profondo e pericoloso?
13) Qual è il ruolo di Stella, grande amore di Michele, in questa avventura?
14) Il primo della classe di Michele a essere vittima di una serie di strani rapimenti è Martino
piccolo genio della matematica. Perché proprio lui?
15) Poi tocca a Ivan, diciassette anni, ripetente con cui Michele ha un conto aperto. Perché?
E perché poi tra loro i rapporti cambiano?
16) Brando un altro compagno di classe di Michele, all’inizio è fedele seguace di Ivan e poi...
Perché Brando dà il meglio di sé nel finale del film?
17) All’inizio della storia Giovanna, la mamma di Michele sembra non capire più suo figlio.
Lo sente e lo vede diverso e lontano ma poi... cosa accade?
18) Giovanna è una poliziotta che indaga sulla scomparsa dei compagni del figlio. Quando si rende conto che Michele abbia le sue responsabilità in queste sparizioni degli altri
ragazzi?
19) Giovanna, con la sua sensibilità, è l’unico adulto che riesce ad avvicinarsi ai ragazzi,
salvando non solo suo figlio ma anche gli altri. Come?
20) Basili è lo psicologo che la Polizia manda nella classe di Michele per aiutare psicologicamente i ragazzi, preoccupati per la scomparsa dei loro compagni. Basili nel corso della
storia, cambia diventando, egli sicuro all’inizio, insicurissimo. E’ giusto dire che, nel film,
tutti gli adulti e non solo Basili, siano sempre in difficoltà e che la loro sicurezza sia solo
apparente?
21) Perché Andreij uomo misterioso, cieco e dotato della capacità di leggere nel pensiero
rivela improvvisamente a Michele di essere suo padre?
22) Come e da chi Andreij è stato privato della vista? E da quale misterioso luogo egli proviene?
23) Secondo voi Andreij è un supereroe?
24) Yelena è la vera mamma di Michele, prigioniera di una misteriosa Divisione. Perché ha
affidato suo figlio ad Andreij, rinunciando a lui?
25) Che notizie ci sono nel film, riguardo alla misteriosa Divisione che tiene prigioniera
Yelenia?
26) Da chi Michele ha preso il dono dell’invisibilità. Da suo padre o da sua madre?
27) In genere da un libro può essere realizzato un film. Nel caso di “Il ragazzo invisibile” è
avvenuto l’inverso: dal film, al fumetto; dal fumetto al libro. Ma perché Alessandro Fabbri,
Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, autori della sceneggiatura del film e del romanzo
sostengono che la prima ha più un carattere individuale legato al personaggio di Michele
mentre il secondo ha un respiro corale “con un supereroe al centro”. Se avete visto il film
e letto il libro esprimete la vostra opinione in merito.
Produzione: Armada Films,
Les Films du Worso
Durata: 100’
· PLAZAFORUM ·
SCUOLE
ELEMENTARI
2015-16
Abderrahmane Sissako
2015-16
Regia:
Sceneggiatura: Abderrahmane Sissako
Dir. Fotografia: Sofian El Fani
Nadia Ben Rachid
Costumi: Ami Sow
Attori: Ibrahim Ahmed,
2015-16
Montaggio: SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Layla Walet Mohamed
2015- 16
Abel Jafri,
PLAZAFORUM
Sinossi:
A poca distanza da Timbuktu, dove domina la polizia islamica impegnata in una jihad in
cui divieto si aggiunge a divieto, una famiglia vive tranquilla sulle dune del deserto.
Sotto un’ampia tenda Kidane, Satima e la loro figlia Toya possono solo cogliere dei segnali di quanto accade in città. Il giorno in cui il loro pastore dodicenne si lascia sfuggire
la mucca preferita che distrugge le reti di un pescatore nel fiume che scorre tra la sabbia,
tutto però muta tragicamente. L’animale viene ucciso e Kidane non accetta il sopruso.
La fonte di ispirazione di questo intenso quanto rigoroso film di uno dei Maestri del cinema africano è rintracciabile in un fatto di cronaca accaduto in una cittadina del nord del
Mali. Una coppia è stata lapidata perché portatrice di una colpa inaccettabile agli occhi
accecati degli integralisti islamici: i due non erano sposati.
Sissako però non vuole essere il narratore di un fatto di cronaca accaduto in un Paese che
non fa notizia e non origina mobilitazioni internazionali. Vuole raggiungere, riuscendoci,
un obiettivo molto più elevato. Lo testimonia la stessa struttura del suo film che si sviluppa
sul piano di una continua alternanza per almeno tre quarti della narrazione. Da un lato
uomini che cercano a fatica nella lingua araba la loro radice mentre impongono norme
che condizionano anche la più quotidiana delle attività avendo spesso di mira le donne e
dall’altra la vita di una famiglia che conosce l’armonia e la fedeltà (quella vera e profonda) nelle relazioni parentali e con la divinità.
Sissako ci fa percepire la distanza abissale tra questi mondi grazie anche a una fotografia
di straordinaria bellezza e intensità che non si perde mai nell’estetismo autoreferenziale.
Non è un film anti-islamico il suo (il discorso che l’imam locale fa al neofita jihadista ne
costituisce la prova più evidente). È piuttosto un grido di allarme lanciato a un Occidente spesso distratto (salvo quando si presentino episodi mediaticamente rilevanti come il
sequestro di giovani studentesse) e talaltra incline a pensare che in fondo l’integralismo
sia una rivolta contro i secoli di colonialismo e che nasca dall’interno delle varie realtà
nazionali. Nulla di tutto ciò risponde a verità ci dice il regista: siamo di fronte a un’oppres-
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SOU N D
Toulou Kiki,
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TIM BU KT U
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sione che arriva da fuori e prende a pretesto una supposta fede per sottomettere intere
popolazioni. Non resta allora alle nuove generazioni che fuggire come gazzelle dinanzi
a belve assetate di sangue infedele oppure, come ci viene proposto in una sequenza al
contempo di grande forza ed eleganza, di continuare a giocare una partita proibita. Anche se non c’è il pallone.
Edoardo Leo
Produzione: Warner Bros.
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Entertainment Italia,
Durata: Italian International Film
2015-16
115’
Sceneggiatura: E. Leo, M. Bonini
Dir. Fotografia: Alessandro Pesci
Costumi: Elena Minesso
Attori: Luca Argentero,
Claudio Amendola
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
Edoardo Leo,
PLAZAFORUM
PLAZAFORUM
Sinossi:
Diego, Fausto e Claudio sono tre quarantenni insoddisfatti e in fuga dalla città e dalle
proprie vite, che da perfetti sconosciuti si ritrovano uniti nell’impresa di aprire un agriturismo. A loro si unirà Sergio, un cinquantenne invasato e fuori tempo massimo ed Elisa,
una giovane donna incinta decisamente fuori di testa. A ostacolare il loro sogno arriverà
Vito, un curioso camorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida di una vecchia Giulia
1300. Questa minaccia li costringerà a ribellarsi a un sopruso in maniera rocambolesca
e lo faranno dando vita a un’avventura imprevista, sconclusionata e tragicomica, a una
resistenza disperata... quella che tutti noi vorremmo fare... se ne avessimo il coraggio.
Spunti di Riflessione:
1) Diego, Fausto e Claudio sono tre uomini che cercano di sopravvivere dignitosamente ma,
sostanzialmente sono tre falliti:
- Diego è un giovane che vende macchine in una concessionaria. Tutti lo considerano meno che
niente, anche suo padre. Ma quando il papà muore, dopo averlo offeso quasi con cattiveria per la
sua incapacità, Diego ha uno scatto di orgoglio. Quale? E a cosa lo porta quello scatto di orgoglio?
- Fausto è un uomo che lavora nelle televisioni private, proponendo qualsiasi cosa possa offrire di taroccato. E’ presuntuoso, vende fumo a tutti e non ama i neri. Quando comincia a
comprendere di aver sbagliato nella vita?
- Claudio aveva un negozio avviato, un’eredità di famiglia che, con la sua incapacità, è riuscito a far fallire. Anche la moglie lo abbandona. E’ solo, sconsolato e si ritiene incapace
in ogni settore della vita: dagli affetti al lavoro. Perché rischia quei pochi soldi che gli sono
rimasti per entrare in società con Diego e Fausto, due sfigati come lui?
2) La loro idea (Claudio è il meno convinto) è di comprare in società una fattoria abbandonata
per trasformarla in un agriturismo. La prima notte che trascorrono lì, nessuno dei tre dorme.
Perché? E’ il troppo silenzio, è l’agitazione per il passo che hanno compiuto, è un cane che
abbaia, è... Cos’è che non fa dormire Fausto, Diego e Claudio
3) Chi è Sergio e perché arriva all’improvviso, pretendendo di essere socio a metà con Fausto?
E perché Fausto è costretto ad accettare?
OR I G I N AL
SOU N D
Patrizio Marone
2015-16
Montaggio: SCUOLE
MEDIE
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NOI E L A G I U L I A
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4) Sergio è un vecchio comunista che parla ancora secondo i vecchi luoghi del comunismo di
un tempo. Oggi alcune sue frasi fanno ridere eppure, una volta, avevano valore per coloro
che ci credevano. Secondo voi perché ora tutto è cambiato?
5) Vito è un piccolo delinquente, appartenente alla Camorra della zona che si presenta, a
bordo della sua vecchia Giulia blu, per chiedere il pizzo per il capo. Sergio risolve subito la
questione a modo suo. Come?
6) Qual è la reazione di Diego, Fausto, Claudio (tra uno svenimento e l’altro) e Sergio quando
decidono (si fa per dire?) di nascondere Vito nella cantina? In effetti di chi è la decisione?
7) Vito è ormai nascosto ma la Giulia? Cosa possono fare e cosa fanno i quattro della vecchia
Alfa?
8) Chi li aiuta in quest’impresa nonostante i rifiuti di Fausto?
9) Chi sono e che fine fanno i due ragazzi che si presentano, ripetendo a memoria quanto
aveva già detto loro Vito?
10) Quando arriva Elisa, tutto è compiuto. Ma chi è Elisa e perché, nonostante i quattro cerchino di mandarla via, non se ne vuole andare
11) La Giulia è nascosta e ormai nessuno la può vedere ma sentire sì. Perché? Cos’hanno
combinato
12) L’agriturismo comincia a lavoricchiare ma la Giulia continua a farsi sentire. Cosa si inventa
allora Diego, mandato allo sbaraglio dagli altri?
13) Un giorno arriva il capo dei capi della Camorra del paese a chiedere il pizzo e notizie di
Vito. Cosa consiglia Vito, ormai adottato dal gruppo ai nostri amici, dopo quell’incontro?
14) L’agriturismo “Casal dei pazzi” ormai va bene ma loro purtroppo debbono prendere, su
consiglio dell’amico Vito, una decisione. Quale?
15) Perché la decisione di cui parliamo nella domanda precedente:
a) Fa ricomparire la Giulia?
b) Gli amici non sono più cinque, compresa Elisa, ma sei?
c) I neri che lavorano i campi, accanto al loro agriturismo e li hanno aiutati più volte, debbono
andarsene?
16) Il finale di “Noi e la Giulia” si potrebbe definire aperto; abbiamo riso e ci siamo divertiti
alle avventure/disavventure dei nostri amici ma, in ogni pagina del film, non avete sentito
o non avete visto evidente la presenza di una Camorra che come la ‘Ndrangheta, come la
Mafia, come la Sacra Corona Unita, detta legge sempre e con tutti anche se lo Stato cerca
di impedirglielo?
17) Camorra, Mafia, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita sono quattro associazioni delinquenziali ormai ricchissime e diffuse in tutto il mondo. In quali regioni italiane sono nate? Quali
sono prevalentemente oggi i loro commerci? Una volta queste associazioni avevano leggi
interne cui gli affiliati dovevano adeguarsi, pena la morte, come il rispetto per le loro donne.
Ma, adesso, è ancora così?
18) I protagonisti di “Noi e la Giulia” provano a lottare con la Camorra ma alla fine debbono
cedere. Ed è questa una delle caratteristiche della grande commedia all’italiana degli anni
‘60, quella, per intenderci, di Steno, Monicelli, Scola, Salce e Risi. Anche lì si rideva ma sempre con una punta di amaro in bocca ma eravamo all’inizio del boom e c’era la speranza!
Ma ora in “Noi e la Giulia” e in noi stessi c’è ancora speranza? Che significato date al finale
del film quando, con loro in macchina e in fuga, una mano si pone sopra il pannello del
cambio?
Olivier Nakache,
Eric Toledano
Produzione: · PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
Gaumont,
2015-16
Quad Productions,
Ten Films
Durata: SCUOLE
ELEMENTARI
116’
Dir. Fotografia: Stéphane Fontaine
Musiche: Ludovico Einaudi
Attori: Omar Sy,
Tahar Rahim
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
Charlotte Gainsbourg,
PLAZAFORUM
PLAZAFORUM
Sinossi:
Samba Cissé è senegalese e costretto da dieci anni in un centro di accoglienza alle porte
di Parigi. In attesa di un permesso di soggiorno e incalzato dalla paura di essere espulso
dalla Francia, Samba si rivolge a un’associazione che si occupa di questioni giuridiche legate all’immigrazione. L’associazione si prende a cuore il suo caso nella persona di Alice,
una giovane donna borghese in congedo lavorativo. Affetta da sindrome da stress, Alice
sembra trovare in Samba un rifugio e una ragione per uscire dall’impasse. Allo stesso
modo Samba è convinto che Alice sia la chiave per regolarizzare la sua posizione sociale.
Tra espedienti, mestieri, sotterfugi, baci rubati, fughe ai controlli e costante reinvenzione
della sua identità, Samba troverà il suo posto nel mondo e nel cuore di Alice.
Quattro anni dopo lo straordinario successo di Quasi amici, Olivier Nakache e Éric Toledano realizzano Samba, una commedia sociale che racconta in fondo la stessa storia,
quella di un borghese, offeso dall’handicap ieri e dalla depressione oggi, che ritrova senso ed entusiasmo a fianco di un indigente nero. Se Omar Sy interpreta una volta ancora il
ruolo ‘proletario’, Charlotte Gainsbourg subentra a François Cluzet e incarna una donna
d’affari riconciliata allo stesso modo con la vita dopo un giro di valzer esotico. A cambiare
sono le modalità con cui la coppia Nakache-Toledano raggiunge il risultato. Se in Quasi
amici la ‘cura’ veniva retribuita e passava attraverso “l’educazione” di Driss, in Samba i
due protagonisti si prendono mutualmente cura l’uno dell’altro.
I registi correggono il tiro e bilanciano allora la loro commedia popolare con l’ingresso
leggero di Charlotte Gainsbourg, che combatte la malinconia con ironia lunare, quello pesante dei clandestini, che testimonia la volontà di affrontare la società francese in
maniera diretta, quello (est)etico del documentario, con cui i registi approcciano il loro
soggetto.
Film ambizioso, Samba va oltre Quasi amici e getta la maschera, rivelando finalmente la
visione utilitaristica delle relazioni umane. C’è un disprezzo di classe, un solipsismo che
resiste in Alice e allo stesso modo c’é un’opacità e un egoismo che si rivela in Samba,
OR I G I N AL
SOU N D
Dorian Rigal-Ansous
2015-16
Montaggio: SCUOLE
MEDIE
2015-16
2015-16
2015-16
SA MB A
2015- 16
lucido sui benefici che gli deriverebbero frequentando una bobo francese e disinvolto nel
tradire un amico che diventerà nemico, insinuando nel film la dimensione tragica. Questa convenienza cinica, questa morale individualista sono la vera sorpresa di Samba, un
feel-good movie dal cuore ‘nero’ affondato nella Senna.
A ridimensionare il protocollo ecumenico di Nakache e Toledano provvede anche l’interpretazione di Omar Sy, che questa volta nel suo incontro con l’altro non si accontenta
della carica di ‘buffone terapeutico’ e rimanda l’ottimismo all’irrealtà. Ispirato da un romanzo di Delphine Coulin (“Samba pour la France”), Samba è una commedia che fin
dal principio passa per luoghi inconciliabili: un palazzo nel centro di Parigi e un centro di
accoglienza ubicato lungo le piste dell’aeroporto Charles de Gaulle. Inconciliabilità che
rammenta che la visione esilarante e concorde tra classi, esibita in Quasi amici, nasce in
una realtà differente che Samba guarda finalmente in faccia.
Jean Jacques Annaud
Produzione: Edko Films,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Loull Productions
121’
2015-16
Durata: Dir. Fotografia: Jean Marie Dreujou
Montaggio: Dorian Rigal-Ansous
Sceneggiatura: Alain godard,
Lu Wei, John Collee
Attori: Feng Shaofeng,
Ankhanyam Racchaam
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
Shawn Dou,
PLAZAFORUM
PLAZAFORUM
Sinossi:
Chen Zhen, un giovane studente di Pechino, viene inviato nelle zone interne della Mongolia per insegnare a una tribù nomade di pastori. A contatto con una realtà diversa
dalla sua, Chen scopre di esser lui quello che ha molto da imparare sulla comunità, sulla
libertà ma specialmente sul lupo, la creatura più riverita della steppa. Sedotto dal legame
che i pastori hanno con il lupo e affascinato dall’astuzia e dalla forza dell’animale, Chen
un giorno trova un cucciolo e decide di addomesticarlo. Il forte rapporto che si crea tra i
due sarà minacciato dalla decisione di un ufficiale del governo di eliminare, a qualunque
costo, tutti i lupi della regione. Dal regista de “Il nome della rosa” e “Sette anni in Tibet”
un altro grande capolavoro destinato a diventare un classico.
Spunti di Riflessione:
1) Il nome in latino del lupo è “canis lupus”. Quindi, sia il cane che il lupo, appartengono alla
stessa famiglia? E qual è questa famiglia? Effettuate ricerche in merito.
2) Il lupo che ha la stazza maggiore al mondo è il lupo grigio che vive, prevalentemente, nel
Nord America. Qual è il suo peso? E qual è, più o meno, il peso dei lupi che vivono nelle
nostre montagne?
3) Il lupo ama vivere in branco e preferisce la solitudine?
4) Il lupo o i lupi, quando cacciano insieme, in genere, attaccano l’uomo e lo evitano?
5) Ci sono stati casi in cui lupi, in branco, abbiano attaccato uomini in gruppo. Hanno attaccato perché avevano paura o perché la fame faceva loro correre il rischio di attaccare anche
l’essere vivente da loro più temuto ?
6) Non c’è e non c’è mai stato un buon rapporto tra l’uomo e il lupo. Secondo voi perché?
- Perché anticamente quando gli uomini erano allevatori di bestiame, i lupi erano soliti attaccare mandrie e greggi ?
- Perché è molto difficile allevare un lupo in cattività mentre è facilissimo allevare un cane?
7) I lupi sono molto legati tra loro e sono divisi in gruppi (branchi) che, in genere, non si mischiano. In ogni branco c’è un ordine che deve essere rispettato da ogni membro. Qual è
questo ordine?
OR I G I N AL
SOU N D
Jean Jacques Annaud,
2015-16
SCUOLE
MEDIE
2015-16
2015-16
2015-16
2015- 16
8) Più il branco è grande e più il capobranco è temuto dall’uomo che, da sempre, tenta di
ucciderlo. Perché?
- Perché è il più feroce di tutti?
- Perché essendo seguito da molti altri della sua specie può essere un pericolo, non solo per gli
altri animali ma anche per l’uomo?
9) Il lupo è carnivoro. E in genere quali sono gli animali di cui va a caccia?
10) I lupi, in branco, possono attaccare anche mammiferi (non mansueti come i bovini) di
stazza molto più grande della loro. Approfondite l’argomento.
11) L’odio dell’uomo per il lupo lo ha portato a definirlo anche antropofago. Recenti ricerche
hanno dimostrato che...
12) A proposito sapete cosa sia l’antropofagia?
13) Il lupo, da sempre, è stato definito massacratore di pecore e, per secoli, lo è stato mentre
oggi gli ovini sono più vittime di cani rinselvatichiti. Questi cani sono più pericolosi dei lupi
perché prima di vivere in branco (in genere sono abbandonati dall’uomo) hanno vissuto
accanto agli esseri umani e, alla loro maniera, li conoscono e ne hanno meno timore. Abbiamo ragione, secondo voi?
14) C’è (e c’è stata anche determinata dall’uomo) la possibilità che un lupo si unisca, per
la prima volta, a un cane dando origine a un animale detto ibrido? E se questo animale
nascesse, secondo voi, avrebbe più le caratteristiche del cane domestico o manterrebbe
almeno alcune elementi selvaggi del lupo che potrebbero manifestarsi improvvisamente?
L’ U LTI M O LU P O
IL FILM
15) Perché Chen Zhen, negli anni ‘60, un giovane studente di Pechino, viene mandato nelle
zone interne della Mongolia?
16) I mongoli per Chen Zhen sono una sorpresa. Perché? Si aspettava una massa di violenti
selvaggi?
17) Come Chen Zhen insegna qualcosa a loro, i mongoli gli insegnano il culto della famiglia, il
rispetto per gli anziani e il loro timore-venerazione per il lupo con cui condividono le steppe?
Perché i mongoli nello stesso tempo venerano e hanno paura del lupo?
18) Come i mongoli surgelano i cibi per l’inverno, anche i lupi lo fanno con una tattica particolare. Quale?
19) Un giorno arriva un rappresentante del governo centrale che affida ai mongoli una mandria di cavalli che serviranno per l’esercito. Ma succede qualcosa e il rappresentante ne
attribuisce la colpa ai mongoli ma, soprattutto, ai lupi. Cosa accade?
20) E’ per quanto accaduto di cui parliamo nella domanda precedente che il rappresentante
del Governo ordina ai mongoli di uccidere tutti i cuccioli di lupo?
21) Quando si scatena la tempesta che sarà alla base di tutto, muore il figlio di Yang Ke, il
capo del villaggio. Perché, quando il padre ne trova il corpo lo lascia in mezzo alla steppa?
22) Come e perché Che Zhen salva un cucciolo di lupo e lo cresce tenendolo nascosto?
23) Cosa accade quando un gruppo di ragazzi del villaggio si accorgono della presenza del
piccolo lupo?
24) Perché il rappresentante del governo riesce a togliere ai lupi tutto il cibo che essi avevano
conservato (in una maniera piuttosto particolare) per l’inverno?
25) I lupi hanno fame e arrivano fino alle soglie del villaggio. C’è pericolo! Allora il rappresentante del governo ordina di dare la caccia a tutti i lupi. Perché coloro che li cacciano sono
in prevalenza soldati cinesi e non autoctoni mongoli?
26) E’ rimasto un solo lupo, un bellissimo esemplare, il capobranco di tutti i lupi della zona. La
caccia è dura ma alla fine l’animale stanco muore, senza essere colpito da alcuno. Perché
Chen Zhen riesce a impedire che gli venga tolta la pelliccia come a tutti gli altri lupi? C’è un
ricordo in lui. Quale?
27) Un lupo però è rimasto: il piccolo cucciolo ormai cresciuto, divenuto un bellissimo esemplare. Ormai grande, esso si allontana nella steppa come sapesse di avere un compito ma
prima di andarsene...
Eric Lartigau
Produzione: Eric Jehelmann,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Philippe Rousselet
105’
2015-16
Durata: Dir. Fotografia: Stéphane Fontaine
Montaggio: Romain Winding
Sceneggiatura: Victoria Bedos,
Stanislas C. De Malberg
Attori: Roxane Duran,
2015-16
SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Karin Viard
2015- 16
Luca Gelberg,
PLAZAFORUM
Sinossi:
Nella famiglia Bélier, sono tutti sordi tranne Paula che ha 16 anni. Nella vita di tutti i giorni,
Paula svolge il ruolo indispensabile di interprete dei suoi genitori, in particolare nella gestione
della fattoria di famiglia. Un giorno, incoraggiata dal professore di musica Thomasson che
ha scoperto che possiede un dono per il canto, decide di prepararsi per partecipare al concorso canoro di Radio France. Una scelta di vita che per lei comporterebbe l’allontanamento
dalla sua famiglia e l’inevitabile passaggio verso l’età adulta.
E’ una decisione che, comunque, Paula deve prendere, nonostante l’opposizione dei genitori
ai quali ella serve come intermediaria col mondo degli udenti. Paula ha vissuto anni così, accanto al papà che, a volte, è disinvolto e, a volte, si sente a disagio nel non poter comunicare
come vorrebbe col mondo che ode e parla e che lo circonda ed è legata a grande affetto a
Gigi la mamma, una bella donna esuberante e allegra ma anche autoritaria e invadente.
I Belier vivono in provincia coltivano la terra e ne vendono i prodotti e Gigi non perde nulla
della sua signorilità un po’ “bohemienne” mentre civettuola vende formaggi e Rodolphe
il marito con la sua tenacia, non può non ispirare a tutti grande simpatia come quando si
candida a sindaco non essendo d’accordo con il sindaco in carica.
Accanto a loro e a Paula c’è Luca il fratello minore della ragazza che è attaccatissimo a lei.
All’inizio dell’anno scolastico, Paula entra nel coro della scuola perché, nello stesso coro,
canta un ragazzo Gabriel di cui ella è innamorata ma che sembra non accorgersi di lei.
Il problema nella famiglia Belier sorge, come abbiamo scritto sopra, quando Thomasson si rende conto che ella ha una bellissima voce e nonostante Paula gli abbia detto
che non parteciperà al concorso, per la fine dell’anno, le fa fare un duetto con Gabriel
che, ormai, si sta innamorando di lei.
Rodolphe e Gigi non sono d’accordo che ella vada via perché, con l’allontanamento di
Paula, ove ella avesse successo, perderebbero il “trait d’union” che li lega da sempre al
mondo degli udenti. Il piccolo Luca attende invece la decisione della sorella: se se ne
andrà soffrirà ma per lui è giusto che ella vada via. E quale sarà la decisione di Paula?
E chi nella famiglia la aiuterà?
OR I G I N AL
SOU N D
Ilean Bergala,
LA FAM I G LI A B E L I E R
2015- 16
2015-16
2015-16
2015-16
Spunti di Riflessione:
1) E’ giusto dire che, nei dialoghi tra i non udenti, “la parola risulti liberata”? Oppure è più esatto
affermare che, per loro, il succedersi delle parole in frasi sia diretto in relazione all’argomento
trattato anche perché non ci potrebbero essere altre possibilità?
2) Vi siete mai soffermati sul fatto che i dialoghi che intercorrono tra i non udenti debbono essere
i più semplici possibili mentre chi ode e parla, quasi sempre, usa un linguaggio molto più
complesso, ad esempio, con metafore e perifrasi e, spesso, pronunciando frasi che, alla base,
hanno tutt’altro significato?
3) Il tono molto libero delle conversazioni della famiglia Belier, anche se vertono sul sesso come
su tanti altri temi, secondo la vostra opinione, deriva dalla natura intrinseca della cultura dei
non udenti?
4) Non trovate che il regista abbia avuto una buona dose di coraggio per l’umorismo usato nel
descrivere la famiglia del film?
5) La coppia formata da Gigi e Rodolphe, i genitori di Paula, ha come essenziale caratteristica
l’essere simbiotico, il non poter fare a meno l’uno dell’altra. Cosa accade tra i due quando si
prospetta la possibilità che Paula potrebbe andare via?
6) Gigi è innanzitutto una madre ma poiché è sorda è Paula che le permette di essere in relazione
con il mondo. Qual è la sua reazione quando la figlia le dice che vuole partecipare alla gara
canora?
7) Gigi rifiuta l’allontanamento di Paula al punto che, in una scena, in cui, ubriaca, si abbraccia
a Rodolphe, ricorda a lui quanto ella ha pianto quando, alla nascita della bambina, le hanno
detto che Paula era normale. Perché?
- Perché non voleva una figlia che avesse qualcosa di più di lei?
- Perché “sentiva”, fin da allora, che la strada della sua bambina sarebbe stata diversa e lontana
dalla sua?
8) E’ logico che Gigi e Rodolphe si sentano persi se Paula se ne andrà via. Ella è il “trait d’union”
tra il mondo degli udenti e loro. Eppure sono genitori e debbono prendere una decisione. Ma in
effetti uno la prende e l’altro la subisce. Chi è che decide che Paula deve provare ad affacciarsi
a una vita diversa da quella che ha vissuto finora?
9) Quando Thomasson il maestro di musica della scuola frequentata da Paula scopre che la
ragazza ha una bellissima voce, la invita a partecipare al concorso di Radio France e si offre di
darle lezioni. Perché Paula accetta con il rimorso nel cuore?
10) E pensare che Paula era entrata nel coro, il cui insegnante è appunto Thomasson, solo perché, nello stesso coro, canta Gabriel. Chi è Gabriel e perché, andando a casa di Paula, scopre
qualcosa di cui la ragazza poteva vergognarsi e lo racconta ad altre studentesse della scuola
da entrambi frequentata? Cosa pensate di questo comportamento di Gabriel?
11) Quando e perché Paula rinuncia a partecipare al concorso? Non ha il coraggio di abbandonare i suoi o comincia a sentirsi, come abbandonata, da loro?
12) E perché Gabriel che intendeva anche lui partecipare al concorso, si trova costretto a rinunciare, pur non volendo?
13) Perché Thomasson decide che, per il gran finale dello spettacolo della scuola, Paula e Gabriel
debbano cantare insieme? Sa già che Paula non vuole più partecipare al concorso. Vuole cercare ancora di convincerla?
14) Mentre Paula e Gabriel cantano, Rudolphe che è presente con Gigi e Luca si rende conto che
molti ascoltatori hanno le lacrime agli occhi. Cosa fa allora appena tornato a casa e, subito
dopo, dice a Paula qualcosa che le fa brillare gli occhi della felicità?
15) Paula,accompagnata dai suoi a Parigi entra per l’audizione ma il maestro accompagnatore
non avendo lo spartito, informa la giuria che non può accompagnare al piano Paula. La commissione la invita allora a cantare “a cappella”. Cosa vuol dire “cantare a cappella”?
16) Come il cavaliere delle fiabe arriva Gabriel insieme a Thomasson che si offre di accompagnare Paula al piano perché conosce quello spartito. E mentre Rodolphe, Gigi e Luca stanno
nel settore ospiti e logicamente non odono nulla di quello che accade la giovane inizia a cantare ma non canta solo... non trovate che questa sia la scena più emozionante del film?
Edoardo Falcone
Produzione: Wildside,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Rai Cinema
87’
2015-16
Durata: Dir. Fotografia: Tommaso Borgstrom
Montaggio: Luciana Pandolfelli
Sceneggiatura: Edoardo Falcone,
Attori: Marco Giallini,
2015-16
Marco Martani
SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Ilaria Spada
2015- 16
Laura Morante,
PLAZAFORUM
Sinossi:
Tommaso è uno stimato cardiochirurgo, anche se il suo rapporto con il “cuore” si limita alla
sala operatoria. Una vita fa ha conosciuto sua moglie Carla, affascinante e “pasionaria”,
oggi sfiorita come gli ideali in cui credeva.
Tommaso e Carla hanno due figli. La più grande, Bianca, non ha interessi, non ha idee, non
ha passioni: una simpatica mentecatta.
Andrea invece è un ragazzo brillante, iscritto a Medicina, pronto a seguire le orme del padre,
con suo grande orgoglio.
Ultimamente Andrea però sembra cambiato: è spesso chiuso nella sua stanza e la sera esce
senza dire a nessuno dove va.
Il dubbio si insinua strisciante: Andrea è gay!
Chiunque sarebbe entrato in crisi, ma non Tommaso. Lui detesta ogni forma di discriminazione: siamo tutti uguali.
E il giorno del “coming out” arriva...
Andrea raduna la sua famiglia, prende il coraggio a quattro mani e finalmente si apre: “ho
incontrato una persona che ha cambiato la mia vita e quella persona si chiama Gesù. Per
questo ho deciso di diventare sacerdote!”
Per Tommaso, ateo convinto, un figlio prete è un colpo durissimo. Mentre finge di dargli
appoggio totale decide di capirci di più e inizia a seguirlo di nascosto.
Arriva così a Don Pietro, un sacerdote davvero “sui generis” e assiste ad uno strepitoso “one
man show” di fronte ad una folla di ragazzi osannanti.
E’ quel prete ad aver fatto il lavaggio del cervello a suo figlio: è lui il nemico da battere!
Approfittando dell’assenza di Andrea, in ritiro in un monastero, Tommaso sotto mentite spoglie comincia una vera e propria guerra senza esclusione di colpi.
Ma le cose non vanno mai come pensiamo...
OR I G I N AL
SOU N D
Alessandro Gassmann,
SE D I O VU O LE
2015- 16
2015-16
2015-16
2015-16
Spunti di Riflessione:
1) Tommaso è un cardiochirurgo di successo, egoista e presuntuoso. Cosa accade in lui quando
Andrea, suo figlio, dice a tutta la famiglia che vuole diventare prete?
2) Tommaso si era già reso conto che Andrea, prima della sua dichiarazione di intenti, era diventato diverso a tal punto che egli pensava fosse gay e, forse, si stava abituando all’idea ma
sembra che Andrea prete lo sconcerti di più. Possibile? Meglio gay che prete?
3) Tommaso viene a sapere che Andrea frequenta un sacerdote e vuole conoscerlo in segreto
perché ritiene sia lui il responsabile della vocazione del figlio. Ma è veramente così?
4) Accompagnato da Gianni, compagno della figlia Carla, un bravo uomo non molto intelligente
ma sempre disponibile con il suocero, Tommaso va a vedere questo prete don Pietro che predica
in una specie di anfiteatro. Quali sono gli elmenti che colpiscono di più Tommaso nel sacerdote?
5) Tommaso non può però non ammettere di essere incuriosito e allora si inventa di essere un’altra
persona, un poveraccio che ha bisogno di aiuto. Perché invece egli non si presenta per quello che è?
Cosa vuole scoprire di don Pietro che pensa non scoprirebbe se il prete sapesse chi egli è in verità?
6) Sembra che tutto tra Tommaso e don Pietro proceda per il meglio (avete notato come Tommaso
divenuto “pizzettaro” taglia la pizza?) quando il sacerdote dice al suo nuovo amico che vuol
conoscere la sua famiglia. Per Tommaso è un colpo. Perché? Come egli aveva descritto la sua
famiglia? E adesso dove la trova
7) Tommaso è costretto a costruirsene una: ma come? Adoperando le persone che prima aveva
sempre trattato male come Rosa la sua infermiera, Gianni e Pizzuti un investigatore incapace
che doveva dargli notizie di don Pietro. Quali erano in questa strana famiglia i loro ruoli?
8) Quando e come don Pietro scopre che Tommaso non è un poveretto ma un famoso cardiochirurgo e, per di più, padre di Andrea?
9) Don Pietro parla a Tommaso di penitenza. Perché Tommaso pensa di cavarsela con una decina
di “Pater, Ave e Gloria”?
10) L’idea di don Pietro è invece un’altra. Quale?
11) Per la penitenza don Pietro e Tommaso diventano amici. Però Tommaso ha un dubbio. Chi è
quell’uomo che, ogni tanto si presenta, dà dei soldi al sacerdote che, in cambio gliene lascia
molto meno della metà?
12) L’amicizia tra i due è tale che un giorno don Pietro porta Tommaso su un prato di fronte al
lago di Nemi e gli dice che è lì che ha scoperto la sua vocazione. Perché? Cosa faceva Pietro
prima di diventare sacerdote?
13) Don Pietro, nell’incontro di cui parliamo nella domanda precedente, afferma che è Dio che
vuole e decide. E’ Dio che con il sole illumina la terra, è Dio che fa avanzare un gruppo di
nuvole nel cielo azzurro, è Dio che decide se un frutto, indicandogli una pera, cadrà o meno
dall’albero da cui pende. Un frutto e un albero. Non li ritroviamo alla fine della storia?
14) Tommaso, accanto a don Pietro, vede le cose e le persone che lo circondano in un’altra maniera scoprendo ad esempio che sua moglie Carla è ancora...
15) E anche Bianca, sua figlia gli appare in modo diverso. Non la papera poco intelligente che
egli ha sempre creduto ella fosse ma una giovane che chiedeva al padre... Cosa Bianca chiedeva a Tommaso?
16) E la povera Rosa? L’infermiera tanto strapazzata dal professore che voleva solo un po’ di
gentilezza? Ma riesce a vendicarsi e proprio su richiesta di Tommaso. Come e quando?
17) Quando Tommaso viene a sapere che Andrea non vuole più diventare prete? E che fa quando
scopre che don Pietro lo sapeva da un mese?
18) Una sera Tommaso, il cardiochirurgo, che, da tempo, cerca don Pietro al cellulare, in ospedale entra in un ascensore, seguito da una barella su cui è sdraiato un ferito. Mentre l’ascensore
sale Tommaso rifà il numero di don Pietro e.
19) Don Pietro è gravissimo e Tommaso pensa che, se l’amico sopravvive gli farà piacere vedere
la chiesetta che loro due stavano mettendo a posto in ricordo della mamma del sacerdote che
tanto aveva patito per quel figliolo prima che diventasse prete e allora torna lì e mentre lavora
a un tratto incontra gli occhi di Gesù in un quadro. Avete avuto anche voi la sensazione che
Tommaso gli chiedesse.. e che Gesù rispondesse?
20) Un giorno, don Pietro è ancora grave ma vivo, Tommaso va nel prato dei ricordi e vede ancora quella pera attaccata a quell’alberto ma... cosa accade? Per Tommaso che sorride è un
messaggio di speranza. E per voi?
Saul Dibb
Produzione: Alliance Films,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Qwerty Films,
Durata: 2015-16
Scope Pictures
107’
Dir. Fotografia: Eduard Grau
Montaggio: Chris Dickens
Matt Charman
Kristin Scott Thomas,
Matthias Schoenaerts
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
PLAZAFORUM
Sinossi:
Sono i primi mesi dell’occupazione tedesca della Francia. Nella cittadina di Bussy, la sposa
di guerra Lucile Angellier attende in forzata compagnia della suocera, fredda e dispotica, le
rare notizie del marito prigioniero. Intanto, Bussy viene invasa dai soldati tedeschi, che prendono alloggio nelle le case degli abitanti. Nella villa di Madame Angellier viene dislocato
l’ufficiale Bruno Von Falk. Sulle prime Lucile cerca di ignorare la sua presenza, ma ben presto
i due giovani vengono travolti dalla passione.
Il regista Saul Dibb e i suoi produttori hanno deciso di girare in inglese, con interpreti inglesi,
una storia pensata e scritta in francese da una scrittrice ebrea nata a Kiev che aveva fatto
della Francia la sua patria (e da un suo compatriota è stata tradita e mandata a morire a
Auschwitz). Non è possibile considerare accessoria la scelta linguistica, perché è proprio dei
francesi che parla il romanzo incompiuto di Irène Nemirovsky, di ciò che la guerra ha fatto
loro, ad ognuno di loro, descritto con un pennino da comédie humaine. D’altronde, è una
scelta che descrive da sola il tipo di film che Dibb ha confezionato, che si potrebbe riassumere nell’etichetta del “film tratto da un best-seller” che aspira, legittimamente, a replicarne
il destino.
In questa cornice illustrativa, dove non sono poche le belle inquadrature e la musica sostiene
con misura il ruolo di spicco che le è affidato, la Lucile di Michelle Williams è quello che gli
altri francesi non sono più: non è una delatrice, non è un’avida, né un’ingrata. È una donna che resta umana e anzi si schiude veramente solo ora al suo essere donna e creatura
umana. Davvero, come recita la battuta più romantica del film, le uniche persone con cui la
protagonista e il suo tenente hanno qualcosa in comune, sono l’una per l’altro. Attorno, la
guerra ha rotto e corrotto.
Fortunatamente Dibb non stravolge il materiale di partenza e dunque non c’è troppo romanticismo in Suite Francese: l’amore non è felicità, ma solo l’ultimo rifugio della bellezza
(di cui la musica del pianoforte è manifestazione e strumento), in un mondo fatto di orrore
e perdita della dignità.
A sua volta, la bellezza del film è tutta nella serietà e nella solitudine di Michelle Williams,
OR I G I N AL
SOU N D
Michelle Williams,
PLAZAFORUM
2015- 16
Attori: 2015-16
Sceneggiatura: Saul Dibb,
SCUOLE
MEDIE
2015-16
2015-16
2015-16
SU I TE F RA N CE SE
2015- 16
che si porta in faccia quel mistero che ancora avvolge l’ultimo romanzo di Irène Nemirovsky
e del quale è doverosamente impossibile venire a capo.
Rispetto a La Duchessa il passo avanti è palpabile: i costumi e lo stendardo tematico non
offuscano la superficie principale del film come facevano là, né attutiscono il suo impatto
emotivo. Merito, ancora, di un’attrice come la Williams, di cui non è facile dimenticare l’intensità delle espressioni (di Keira Knightley, invece, ricordiamo il cappello).
Mario Martone
Produzione: Palomar, Rai Cinema
Durata: 135’
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
Montaggio: 2015-16
Dir. Fotografia: Renato Berta
SCUOLE
ELEMENTARI
Jacopo Quadri
Sceneggiatura: Mario Martone,
Ippolita di Majo
Costumi: Ursula Patzak
Attori: Elio Germano,
2015-16
SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Anna Mouglalis
2015- 16
Massimo Popolizio,
PLAZAFORUM
Sinossi:
Al pari di Mozart con suo padre Leopold, Giacomo Leopardi è un bambino prodigioso che
cresce sotto lo sguardo orgoglioso e implacabile del padre, il conte Monaldo,dentro una
casa che è una biblioteca. Sua madre, cattolicissima, pretende di assistere alle confessioni in
chiesa del figlio. Giacomo non esce quasi mai di casa, intorno a sé ci sono solo libri, e oltre
i libri, le alte mura della cittadina di Recanati. Dentro quella biblioteca la mente infinita di
Giacomo cerca spazio, impara tutto e tutto padroneggia, ma la biblioteca è una prigione:
per quanto in quelle pagine si legga di tutto l’universo, l’universo è fuori, lontano, irraggiungibile. Tra queste mura prendono forma l’immaginazione del poeta e al contempo le
malattie che lo tormenteranno per tutta la vita. Dalla finestra di casa Giacomo osserva la vita
quotidiana del paese, e ha cara la ragazza che lavora al filatoio nell’umile casa di fronte.
Avvia, attraverso le poesie, un’autobiografia interiore immensa e sofferta che lo porterà a
delineare sempre più nitidamente il suo pensiero: in tempi di cattolicesimo assoluto e nella
terra del papa, sarà un pensiero laico, lucido, una capacità implacabile di scorgere tutte le
ipocrisie della società che avrà intorno. Ma già da adolescente sente che fuori il mondo cambia, l’Illuminismo apre la mente, scoppiano le rivoluzioni: Giacomo il ribelle cerca disperatamente contatti con l’esterno. Entra in corrispondenza con Pietro Giordani, un letterato che
intuisce la gigantesca statura poetica del ragazzo. Nasce un fortissimo,reciproco trasporto,
le loro lettere bruciano, come brucia il breve incontro che avviene a Recanati. Leopardi sente
di dover scappare e organizza la fuga. Dal passaporto alla carrozza tutto è pronto quando
il progetto viene scoperto da Monaldo. Mentre la ragazza del filatoio muore per tisi, la prigione di Recanati chiude inesorabile le sue porte.
Sono passati dieci anni. I maggiori circoli intellettuali italiani da tempo hanno aperto le porte
al sublime poeta tormentato e veggente ma Giacomo mal si adatta alle ipocrisie dei salotti
e rifiuta ogni offerta di lavoro che possa ingabbiare la sua libertà di pensiero. Ha amato
diverse donne, amori perlopiù infelici, ma è un uomo la persona a cui si è legato e con cui
convive da bohémien: è più giovane di lui, è un rivoluzionario napoletano in fuga, bello,
romantico, patriottico, si chiama Antonio Ranieri. Anche Ranieri, come Giordani, capisce la
OR I G I N AL
SOU N D
Michele Riondino,
2015-16
2015-16
2015-16
IL GIOVANE FAVOLOSO
2015- 16
grande statura dell’amico, e lo assiste con devozione, mettendo su carta i versi che Giacomo
gli detta. Leopardi è infatti sempre più segnato dalle sue malattie, ma semicecità e deformazioni non gli impediscono di invaghirsi della dama fiorentina Fanny Targioni-Tozzetti, che a
sua volta è invaghita di Ranieri. Il pensiero che nulla nasconde dell’infelicità della condizione
umana è tutt’uno con la spinta vitale di Giacomo, che sperimenta sempre su di sé quelle
“illusioni naturali dell’animo” che racchiudono, per lui, l’unico senso dello stare al mondo.
Fanny sparirà da questa costellazione come la luna che precipita dal cielo negli incubi di
Leopardi, lasciando un buco nero nello spazio e un deserto nel cuore di Giacomo.
Ranieri, invece, resta vicino all’amico e non lo lascia, il loro rapporto è destinato a durare per
sempre. Intanto la restaurazione si fa sentire, ma i suoi oppositori si fanno forza di idealismi
che appaiono patetici agli occhi di Leopardi: il rapporto del poeta con la società intellettuale
del suo tempo peggiora di anno in anno, Leopardi è sempre più emarginato. Un’amnistia
riapre a Ranieri le porte della sua città, Antonio convince Giacomo a trasferirsi con lui a
Napoli, dove l’aria è salubre e il clima giovevole alle sue condizioni di salute.
Ai due amici tocca un’ultima sosta a Roma prima di arrivare a Napoli. Nella città del Papa e
del potere, invisa a Leopardi, riappare, durante l’incontro con gli zii Antici che avverrà dopo
una lunga attesa, il fantasma di Recanati. È qui che l’ultimo filo con la famiglia si spezza,
Leopardi ha tagliato tutti i lacci, pronto a vivere “secondo natura”.
L’incontro con Napoli cambia tutto. Il poeta vive immerso nello spettacolo disperato e vitale
della città plebea, le case dove Giacomo convive con Ranieri si trovano sempre in quartieri
popolari, i cui vicoli sono pieni di gente che vive per strada, ladri, prostitute, scugnizzi che additano il poeta ormai gobbo chiamandolo “ranavuottolo”, ranocchio. Ma Leopardi ama Napoli
e la sua sfacciata realtà. Preferisce intrattenersi con gli uomini e i ragazzi che popolano le osterie piuttosto che con gli esponenti della società intellettuale napoletana, ai quali dedica versi
fulminanti. Sa ridere Leopardi, a dispetto della disperazione che anima la sua scrittura, sempre
più lucida e straordinaria. Nietzsche, considerandolo il più grande creatore di stile poetico
dell’Ottocento, accosterà Leopardi a Chopin, per il modo in cui guarda e adora la bellezza.
Scoppia il colera. Preoccupato per la salute di Giacomo, Ranieri provvede a trovargli per il
periodo estivo una casa in collina, alle pendici del Vesuvio. Il monte sovrasta la casa, con le
sue colate immense, il fumo nero che avvolge tutto, Pompei ai suoi piedi. Leopardi scrive La
ginestra, la lunga poesia in cui racchiude il suo pensiero, avvolgendo l’esperienza umana, la
storia, la natura, il cosmo in un unico flusso il cui termine ultimo è il silenzio.
Spunti di Riflessione:
1. Il conte Monaldo, padre di Giacomo, possedeva un’imponente biblioteca con migliaia di libri
che il futuro poeta frequentò, fin dai 13 anni, scoprendo autori come Dante, Virgilio e Omero e
approfondendo la sua conoscenza di greco, di latino, di francese, di inglese e persino di alcuni
termini di aramaico e dell’antico ebraico. Furono, come disse Leopardi, sette anni di “studio matto
e disperatissimo” che ne compromisero la salute e l’aspetto esteriore. Stava forse già elaborando,
in sé, il concetto della natura “madre matrigna”, portatrice solo di sogni inutili di male e di dolore?
2. La madre del poeta, Adelaide dei marchesi Antici, al contrario del padre, non sopportava questo
figlio che, fisicamente, si curvava, sempre di più, sul suo piccolo scrittoio a leggere e a scrivere,
scrivere, scrivere. Quanto contò, nell’elaborazione dei concetti di Giacomo legati a una natura
matrigna, la figura di questa madre, dura e spietata ma anch’ella dolorosa?
3. Siete d’accordo nell’affermare che i disturbi fisici di Leopardi che, a poco a poco, distorsero il suo
corpo siano in effetti dovuti a una forma di ipersensibilità che lo teneva lontano da tutto ciò che
avrebbe potuto farlo soffrire senza che egli si rendesse conto che questa sua ritrosia, allontanandolo da tutti, lo rendeva sempre più solo e disperato?
Matteo Garrone
Produzione: Matteo Garrone,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Jeremy Thomas,
Durata: J. e A.-L. Labadie
2015-16
128’
Dir. Fotografia: Peter Suschitzky
Marco Spoletini
Costumi: Massimo Cantini Parrini
Sceneggiatura: E. Albinati, U. Chiti,
Attori: Salma Hayek,
John C. Reilly
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
PLAZAFORUM
Sinossi:
C’era una volta un regno... anzi tre regni vicini e senza tempo, dove vivevano, nei loro castelli, re e regine, principi e principesse.
Un re libertino e dissoluto. Una principessa data in sposa ad un orribile orco. Una regina
ossessionata dal desiderio di un figlio. Accanto a loro maghi, streghe e terribili mostri, saltimbanchi, cortigiani e vecchie lavandaie sono gli eroi di questa libera interpretazione delle
celebri fiabe di Giambattista Basile.
La Regina di Selvascura è disperata perché non riesce ad avere un figlio, e a nulla valgono i
tentativi del Re di distrarla, invitando a corte artisti di strada e circensi. Una notte, un negromante suggerisce loro una soluzione assai rischiosa: mangiando il cuore di un drago marino,
cucinato da una vergine, finalmente la Regina resterà incinta. Il Re riesce nell’impresa di uccidere il drago, ma a costo della vita: la Regina, però, può mettere in pratica quanto consigliato
dal mago, e dà così alla luce il figlio tanto desiderato, Elias. Negli stessi istanti, anche un altro
bambino viene al mondo: è Jonah, il figlio della sguattera che ha cucinato per la regina il cuore del drago, rimasta incinta aspirando i vapori dalla pentola... Elias e Jonah crescono, identici
come gemelli, uniti da un affetto profondissimo: un legame che la regina cerca in ogni modo
di spezzare, gelosa dell’amicizia che il proprio figlio nutre per quel “bastardo”...
Sempre alla ricerca di nuovi piaceri, il Re di Roccaforte ode una voce deliziosa provenire da
una misera casetta sotto le mura del castello e, immaginando non possa appartenere che a
una bellissima giovane, subito si invaghisce: invoca la fanciulla, le chiede invano di mostrarsi,
le invia un regalo prezioso, convinto di ottenere presto i suoi favori. Non sa, il Re, che in quella
casa non vive una giovane donna, ma due vecchie sorelle, due lavandaie: Imma, ingenua e
dalla voce virginale, e la scaltra Dora, che vorrebbe approfittare dell’infatuazione del sovrano.
Ma in che modo ?
Un giorno il Re di Altomonte cattura una pulce e ne fa in segreto il proprio animale domestico: ci gioca, le parla, la vede crescere a dismisura, nutrita a sangue e bistecche fino a
raggiungere le dimensioni di un maiale. Alla morte dell’enorme insetto, il Re, addolorato,
lo fa scuoiare. Ha un’idea: concederà la mano di sua figlia Viola, che scalpita per lasciare
OR I G I N AL
SOU N D
M. Garrone, M. Gaudioso
PLAZAFORUM
2015- 16
2015-16
Montaggio: SCUOLE
MEDIE
2015-16
2015-16
il castello, a chi saprà riconoscere a quale animale appartenga quella pelle. Pensa, il sovrano, che nessuno riuscirà nell’impresa, e che in questo modo la figlia resterà per sempre al
suo fianco: i pretendenti, infatti, falliscono tutti, uno dopo l’altro. Finché non si fa avanti un
Orco che, con il suo fiuto infallibile, indovina che si tratta di una pelle di pulce. Terrorizzata,
la giovane chiede al padre di salvarla, ma l’editto del Re non ammette deroghe: Viola sarà
costretta a partire con il mostro...
IL RACC ON TO DE I ...
2015- 16
2015-16
Spunti di Riflessione:
1) Matteo Garrone ha detto, intervistato a Cannes: “Il film a qualcuno potrebbe sembrare spiazzante
perché mi sono lanciato con entusiasmo e un po’ di incoscienza nel fantasy. Un genere a noi
raro”. Secondo voi Garrone è riuscito a cogliere lo spirito dell’autore Giovan Battista Basile in cui
tutti gli elementi, propri della fantasia, sono vestiti, talvolta tragicamente, di realtà?
2) Possibile che pochi ricordino che il primo vero film fantasy appartiene alla cinematografia italiana
con “La corona di ferro” di Alessandro Blasetti del 1941?
3) Quando a Salma Hayek (la regina di Selvascura) è stato chiesto, sempre in un’intervista a Cannes,
che cosa le è piaciuto di più del film di Garrone in cui interpreta una regina gelosa e malvagia
che, a tutti i costi, vuole avere un figlio, ha risposto: “ Il mio personaggio che rispecchia un tema
forte e attuale come l’ossessione per la maternità.” Ha ragione, secondo voi, anche se nel film la
sovrana deve sottostare alla magia per avere questo figlio tanto desiderato?
4) E’ un negromante che consiglia alla regina ciò che ella debba fare per avere un figlio. Un negromante è un mago o uno stregone o.... effettuate ricerche in merito sulla parola negromante
ricordando che, in alcune antiche storie, anche i re Magi furono definiti negromanti.
5) Si può dire, come afferma Selma Hayek, che “Lo cunto de li cunti non somiglia a una raccolta di
fiabe classiche ma è, in ogni sua novella, un luogo dell’anima, un’esplorazione psicologica, piena
di simbolismo”. Siete d’accordo? Se sì perché, se no spiegatene i motivi.
6) I tre regni in cui si svolgono le storie sono vicine ma senza tempo. L’atemporalità è una caratteristica delle fiabe. Ve ne siete resi conto sia vedendo il film , sia leggendo qualche fiaba?
7) Affinché la regina di Selvascura possa rimanere incinta, bisogna uccidere un drago e il re, suo
marito, lo va a cercare per ucciderlo. Lo vuole uccidere perché anche lui spera di avere un figlio
o perché non vuole più sentire le lamentele della sua sposa?
8) Il re, rischiando la vita, uccide il drago e porta alla moglie quella parte del mostro che ella deve
mangiare per avere un figlio. Qual è questa parte? E, secondo voi, che significato da Basile al fatto che la sovrana debba mangiare proprio quella parte? E forse la maniera per dire: una donna
senza amore (perché la regina è così!) deve ingoiare quel pezzo del corpo del drago che, forse,
facendola rimanere incita la farebbe diventare buona? La fiaba non si concluderà così ma perché
Basile non possa sperarlo?
9) La regina si è preoccupata quando lo sposo è andato a rischiare la vita per catturare il drago
oppure la vita di lui per la sovrana aveva poca importanza di fronte alla nascita di un bambino,
il suo massimo e unico desiderio?
10) La magia è nel cuore sanguinolento del drago che la regina deve mangiare e, in quattro giorni,
ella da alla luce un bambino: Bias. Ma anche Jonah la sguattera... Perché anche Jonas ha un
bambino come la regina? Cosa ha fatto lei al cuore del drago?
11) Nascono quindi due bimbi identici che crescono legatissimi, nonostante la regina non voglia,
gelosa com’è dell’affetto che lega il figlio al “bastardo”. Ma dove la condurrà questa sua gelosia?
12) Nella seconda fiaba il re di Roccaforte mentre va a caccia sente una bellissima voce proveniente
da una misera casupola. Incuriosito da quella voce si innamora, le invia un dono e la prega di
mostrarsi. Ma ella si nega? Perché?
13) Nella casupola vivono due donne anziane, una (la buona) è Imma, quella della bellissima voce
mentre Dora (la cattiva), sua sorella, che ha capito l’infatuazione del re, pensa come trarne vantaggio. Alla fine ne trae veramente vantaggio oppure...?
14) Il re di Roccaforte è ormai stregato ed è disposto a tutto, ma cosa accade quando vede apparire
e scomparire tra i cespugli una giovane bellissima donna nuda?
Paolo e Vittorio Taviani
Produzione: Donatella Palermo,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Luigi Musini
123’
2015-16
Durata: Dir. Fotografia: Simone Zampagni
Montaggio: Roberto Perpignani
Costumi: Lina Nerli Taviani
Attori: Lello Arena,
2015-16
Sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani
SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Kim Rossi Stuart
2015- 16
Carolina Crescentini,
PLAZAFORUM
Sinossi:
Dopo il successo trionfale di Cesare deve morire, premiato con l’Orso d’Oro al Festival di
Berlino, i fratelli Taviani si ispirano a cinque novelle del Decamerone per l’attesissimo Maraviglioso Boccaccio.
Lo sfondo è quello della Firenze trecentesca colpita dalla peste, che spinge dieci giovani a
rifugiarsi in campagna e a impiegare il tempo raccontandosi brevi storie. Drammatiche o
argute, erotiche o grottesche, tutte le novelle hanno in realtà un unico, grande protagonista:
l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature. Sarà proprio l’amore a diventare per tutti il migliore antidoto contro le sofferenze e le incertezze di un’epoca.
Anche grazie a un cast d’eccezione che raccoglie alcuni dei migliori attori italiani contemporanei, Maraviglioso Boccaccio si annuncia come uno dei grandi eventi di questa stagione
cinematografica.
Spunti di Riflessione:
1) Nel 1348 scoppiò, in Europa un’epidemia di peste nera che decimò gli abitanti di ogni paese.
Anche l’Italia ne venne colpita e così Firenze. Secondo voi perché Giovanni Boccaccio, per raccontare la storia di base del Decamerone (dieci giovani che lasciano la città, rifugiandosi in campagna per sfuggire all’epidemia e si raccontano storie allegre e tristi, divertenti e malinconiche) la
inserisce in un luogo ameno mentre a Firenze la tragedia incombe? Dov’era Boccaccio nel 1348?
E perché, pur narrando una storia, e in essa, tante storie, sembra provare a dimenticare ciò che è
diventato, ricordando, in molte sue novelle, tempi felici ormai passati?
2) Boccaccio scrisse il Decamerone tra il 1349 e il 1351. Essendo nato nel 1313, egli aveva trentacinque anni, era ormai quindi nell’età matura, di dantesca memoria. Perché, pur avendo incarichi
importanti ed essendo ricoperto di onori, si dedicò allora quasi completamente al Decamerone
e, tempo due anni, lo terminò?
3) Nel Decamerone, i giovani di cui parliamo nella domanda 1) si dedicano a narrare e a narrarsi
novelle diversissime tra loro: alcune divertenti come quella in cui “Guglielmo Borsiere, con leggiadre parole, trafigge l’avarizia di messer Erminio de’ Grimaldi” o tragiche e tristi come quella
di Guiscardo e Ghismunda? Dovrebbero distrarsi e non pensare. Allora perché il Boccaccio fa
narrare loro anche storie in cui il dolore è protagonista?
OR I G I N AL
SOU N D
Paola Cortellesi,
2015-16
2015-16
2015-16
MERAVIGLIOSO BOCCACCIO
2015- 16
4) Nelle cento novelle ci sono racconti legati all’”amor cortese”, alle allegre comitive di nobili di cui
Boccaccio da giovane, a Napoli, fece parte. Sono passati molti anni dalla sua permanenza a
Napoli quando lo scrittore inizia il Decamerone ma a voi non sembra (se avete letto l’opera) che,
in molte novelle, traspaia, in lui, la nostalgia di quel tempo felice?
5) Boccaccio amò tante donne ma per lui esistette solo un nome: Fiammetta. In essa c’è il ricordo
di tutte le donne da lui amate o Fiammetta, forse celata dietro un nome non suo, fu l’unico vero
amore della sua vita?
6) Riferendoci alla domanda n. 4) vogliamo citare le novelle in cui il ricordo diventa nostalgia e la
nostalgia si trasforma in una delicata capacità di narrare: la storia che ha, come protagonista,
Federico degli Alberighi, oppure la vicenda di Costanza e di Martuccio, oppure l’incontro-scontro
di Guido Cavalcanti con un gruppo di nobili tra cui la villania impera. Alcuni di queste novelle non
possono non essere legate al periodo della felicità e della giovinezza quando Boccaccio, giovane
a Napoli, amava, giocava e si divertiva? Se avete letto almeno una di queste novelle trovate sia
giusta l’osservazione che noi abbiamo fatto in merito?
7) Nonostante per ben tre volte, Giovanni Boccaccio fosse inviato, come ambasciatore di Firenze,
da papa Innocenzo X a Roma e poi da Urbano V, prima ad Avignone e dopo alla corte romana
e nonostante avesse preso gli ordini minori, egli non fu mai tenero nei riguardi della Chiesa e
molte delle sue novelle (alcune tra le più divertenti) hanno per protagonisti frati, preti e monache.
Perché secondo voi?
8) Rispetto alla domanda precedente, citiamo tre novelle che vi pregheremo di leggere (ove non
l’abbiate già fatto) in cui le situazioni sono talmente ridicole che, spesso, capita al lettore di dimenticare che si svolgono in una chiesa o in un convento come nella “Novella della badessa e delle
brache” o nella storia della confessione di una donna “di purissima coscienza” a un solenne frate
o nella vicenda di Ferondo, della sua morte apparente, dell’abate e della moglie di lui. Le novelle
di questo genere sono, forse, le più piccanti del novelliere boccaccesco e quelle che, più di tutte le
altre, hanno dato all’oggettivo “boccaccesco” il senso in base al quale, da sempre, viene usato.
Siete d’accordo? Commentate.
9) Perché, secondo voi, ove fosse vera la nostra affermazione nella domanda precedente, lo scrittore
si dedicò maggiormente a prendere in giro, pesantemente, i rappresentanti del clero e le monache chiuse (sic!) nei conventi?
10) Riferendoci alla constatazione inserita nelle domande 7 e 9, appare evidente quanto poco il
Boccaccio amasse coloro che, con il loro comportamento avrebbero dovuto rappresentare degnamente la Chiesa. Anzi, in tutte le novelle di cui sono protagonisti abati e preti, frati e monache,
si coglie sempre una nota di divertita malignità. Dopo aver visto il film e letto alcune storie sull’argomento, siete d’accordo con noi? Commentate.
11) Un quarto gruppo di novelle nel Decamerone si potrebbe definire costruito su azioni e personaggi buffi. Basti citare Calandrino, preso in giro dagli amici Bruno e Buffalmacco, alla ricerca
dell’elitropia, la pietra nera che lo renda invisibile oppure il cuoco Chichibio e come egli si salvi
dall’ira del padrone, facendolo ridere, oppure ser Ciappelletto, il furfante che, giunto in una città
dove non è conosciuto, ammalatosi e in procinto di terminare la sua disonesta vita, raccontando
un sacco di frottole, muore in odore di santità. In ognuna di queste novelle sopraccitate si ride e
si scherza senza cattiveria come se il Boccaccio dicesse: “ Il mondo è spesso buffo e così io ve lo
racconto”! Qual è la vostra opinione in merito?
12) Nel Decamerone esiste, infine, un altro gruppo di novelle, intrise di una tristezza senza speranza:
parlano di amori contesi, di sacrifici per amore fino alla morte e di dolori senza fine, come la storia di Andreola e di Gabriotto oppure la novella di Guiscardo, Ghismunda e del crudele principe
di Salerno oppure la vicenda di Isabetta che vede morire il suo amore, ucciso dai suoi fratelli, ne
dissotterra il corpo, prende la sua testa e la mette in un vaso di basilico davanti al quale piange
e piange tanto che i fratelli glielo tolgono ed ella muore di dolore. A noi sembra che, in questi
racconti, il Boccaccio prenda le distanze dai protagonisti. Perché ha sofferto per amore o perché
la paura di dover soffrire ancora?
Via Crispi, 37 - 80121 Napoli | Tel: 081.2461690 | www.crispiviaggi.it | [email protected]
Zeresenay B. Mehari
Produzione: Satine Film
Durata: 99’
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
Montaggio: 2015-16
Dir. Fotografia: Monika Lenczewska
SCUOLE
ELEMENTARI
Agnieska Glinska
Sceneggiatura: Zeresenay B. Mehari
Dawit Shawel
Costumi: Helina Desalegn
Attori: Merone Getnet,
2015-16
Scenografia: SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Shetaye Abreha
2015- 16
Harege Woin,
PLAZAFORUM
Sinossi:
In un villaggio in Etiopia, a solo tre ore da Addis Abeba, vive Hirut una graziosa e vivace
ragazzina di quattordici anni.
Un giorno, mentre torna a casa da scuola, viene rapita da un gruppo di uomini a cavallo
guidati da Tadele un giovane che si è innamorato di lei. Tadale porta Hirut in una capanna
dove le usa violenza. Dopo lo stupro, il giovane somalo esce, chiudendo a chiave la porta e
lasciando Hirut piangente e disperata.
Passato qualche tempo Tadele rientra nella capanna, forse, per stuprare di nuovo Hirut
ormai alla sua mercé ma la ragazza riesce ad afferrare un fucile e, nel tentativo di fuggire,
spara uccidendo il giovane, ideatore del rapimento, suo stupratore e, secondo le antiche
usanze somale, “suo aspirante, futuro sposo”.
Nel villaggio di Hirut e Tadele, cosi come nel resto dell’Etiopia, la pratica del rapimento a
scopo di matrimonio, è una delle tradizioni più antiche e radicate, e la ribellione di Hirut, che
uccide l’uomo che l’ha scelta, non le lascia possibilità di scampo.
Nel frattempo ad Addis Abeba, una giovane donna avvocato, Meaza Ashenafi, si batte
con tenacia e determinazione per difendere i diritti dei più deboli; tramite l’attività di
ANDENET, un’associazione di donne-avvocato, offre assistenza legale gratuita a coloro
che non se la possono permettere. Obiettivo di Meaza è far rispettare la legge ufficialedel Paese, rendendo così inefficaci le decisioni prese, secondo consuetudine, daiconsigli
tradizionali popolari.
Meaza viene a conoscenza dell’arresto di Hirut e cerca di farsi affidare il caso perdimostrare
che la ragazzina ha agito per legittima difesa e proteggerla quindi dalla vendetta dei familiari del defunto e dal carcere a vita imposto dalla legge.
Pur di salvarla, Meaza è disposta a correre il rischio di vedere vanificati i risultati ottenuti fino
a quel momento dall’Associazione e a mettere in gioco il suo stesso futuro.
OR I G I N AL
SOU N D
Tizita Hagere,
DIFRET
2015- 16
2015-16
2015-16
2015-16
Spunti di Riflessione:
1) L’Etiopia è un grande paese la cui popolazione si distingue in relazione al luogo in cui cresce e
abita: dalla città alla campagna più sperduta nella quale, più che le leggi dello Stato, vigono
ancora le usanze tradizionali, per cui molti rapimenti e violenze vengono tacitati col matrimonio
riparatore. Ma questi etiopi delle campagne ignorano le leggi statali o, pur conoscendole, vogliono ignorarle perché la loro realtà e le loro regole sono altre e molto più antiche e seguite?
2) La “Telefa” ovvero il rapimento di una fanciulla, spesso ancora bambina, per farle violenza, in
Etiopia è stata, per secoli, una pratica comune, non considerata come una violazione di un essere
umano. E oggi? Cosa accade oggi in Etiopia alle donne? Vengono riconosciuti loro anche gli
stessi diritti degli uomini oppure... Approfondite l’argomento.
3) In Etiopia, secondo una legge del 1957, la “Telefa” era ritenuta un crimine, punibile con tre anni
di reclusione. Ma un articolo della stessa legge prevedeva che, se il rapitore avesse accettato di
sposare la ragazza, non avrebbe dovuto affrontare alcuna accusa. E della ragazza rapita e violentata c’era qualcuno che si preoccupasse?
4) Dopo il rapimento e la successiva violenza alla giovane si aprivano tre possibilità:o il giovane
violentatore era deciso di sposarla e allora tutto si metteva a tacere o i genitori di lei, dopo il 1957,
andavano alla polizia e l’uomo era costretto a sposare la giovane o non accadeva né la prima né
la seconda possibilità e la ragazza violentata diventava una “paria” nel suo stesso villaggio. Comunque, qualunque fosse la possibilità che si veniva a realizzare, non trovate che, per la giovane,
si apriva un futuro di dolore e di violenza?
5) L’Etiopia è un paese del centro Africa che si sta aprendo alla modernità e ancora non riesce ad
abbandonare i suoi costumi e le sue tradizioni. Ma voi siete al corrente che, fino a qualche decennio
fa, conosciuta con il nome di “fuitina”, questa vergognosa pratica venisse adoperata anche in Italia?
6) Il termine “fuitina”, dialettismo, estratto dal siciliano, ha il significato di piccola fuga di due giovani. Questa, spesso, era determinata dal fatto che due ragazzi non si potevano sposare perché
le famiglie erano contrarie al matrimonio oppure perché, non avendo mezzi per organizzare uno
sposalizio in grande, fuggivano e, tornando, li aspettava solo il cosiddetto matrimonio riparatore
senza alcuna festa.Le definizioni che abbiamo dato di “fuitina” erano riferite però all’onestà delle
intenzioni. Ma molte volte, soprattutto nel sud dell’Italia, dietro la “fuitina” si nascondeva un vero
e proprio rapimento che costringeva la ragazza vittima a sposare, non volendo, il suo rapitore.
Questa fanciulla sopportava così una duplice violenza. Eravate informati del significato del termine “fuitina” e dell’uso negativo che di essa si poteva fare?
7) Nel 1966, per la prima volta in Italia, una ragazza rapita e violentata, Franca Viola, si rifiutò
di sposare il suo rapitore e violentatore. Franca Viola testimoniò al processo e il giovane venne
condannato. Secondo voi quanto coraggio ha avuto questa ragazza non solo contro l’uomo che
l’aveva rapita ma anche contro gli usi e i costumi del piccolo paese del sud in cui viveva?
8) Il caso Hirut Assefa di cui si narra la storia nel film, ha motivato il governo etiope, sotto la pressione dell’opinione pubblica a modificare, nel 2004, la legge del 1957 che tacitava tutto col
matrimonio riparatore. Ora rapimento e stupro possono essere puniti con una condanna fino a
15 anni. Secondo voi sono diminuiti i rapimenti in Etiopia?
9) Hirut, stuprata, viene chiusa in una capanna. Quando, a causa di sommovimenti che avvengono
fuori della sua prigione, entra il violentatore, Hirut che trova, forse per caso, un fucile spara e
l’uccide. Secondo voi, l’omicidio, commesso da Hirut, è colposo o doloso? Conoscete questa
differenza che è valsa, anche in Etiopia, nel giudizio per la ragazza? Se rispondete sì spiegate,
scrivendo, tale differenza; se no approfondite l’argomento.
10) Il distinguere l’omicidio in doloso o in colposo risale al VII secolo a.C. nell’antica Grecia. Il primo
che fece questa distinzione fu un severissimo legislatore ateniese. Chi? Effettuate ricerche in merito.
11) Per Hirut, la situazione era estremamente pericolosa. Le leggi etiopi distinguono ora l’omicidio
per colpa o per dolo ma per gli usi e i costumi tradizionali, radicati nel paese,Hirut era comunque colpevole e doveva essere punita. Cosa sarebbe successo secondo la vostra opinione, alla
ragazza se non fosse intervenuto un giovane avvocato,Meaza Ashenafi, che si batte, da sempre,
per i diritti dei più deboli?
12) MeazaAshenafi ha difeso Hirut con tutte le forze che il diritto etiope le dava, lottando per dimostrare come la ragazza, se aveva sparato non ne aveva l’intenzione anche perché, oltretutto, non
aveva mai usato un fucile. Quindi omicidio colposo e non doloso?
Matthew Warchus
Produzione: Calamity Films
Durata: 120’
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
2015-16
Dir. Fotografia: Monika Lenczewska
Sceneggiatura: Stephen Beresford
B. Schnetzer, B. Nighy,
A. Rooney, P. Considine,
I. Staunton, G. MacKay,
D. West
2015-16
Attori: SCUOLE
ELEMENTARI
SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
PLAZAFORUM
OR I G I N AL
SOU N D
Londra, 1984. Joe partecipa tra mille timidezze e ritrosie al Gay Pride e si unisce alla frangia
più politicizzata del corteo, già proiettata sulla successiva battaglia in difesa dei minatori
in sciopero contro i tagli della Thatcher. Guidati dal giovane Mark, i LGSM (Lesbians and
Gays Support The Miners) cominciano il loro difficile percorso di protesta, che li conduce in
Galles, nella remota comunità di Dulais. Superata l’iniziale ritrosia, tra attivisti gay e minatori
nascerà una sincera amicizia e un’incrollabile solidarietà umana.
Uno spunto narrativo dal potenziale micidiale che ha sorprendentemente atteso trent’anni
prima di essere trasposto su grande schermo. Matthew Warchus - il sottovalutato Simpatico
e un notevole curriculum teatrale alle spalle - raccoglie la sfida, forzando la verità storica
(la solidarietà era molto più articolata e diversificata, non coinvolgeva solo una comunità
gallese e un gruppo di attivsti londinese) quel tanto che basta per rendere Pride un possibile
campione d’incassi. Di quelli destinati in egual misura a essere amati e detestati, per la capacità di concentrare cliché e situazioni già viste in anni di cinema popolare britannico, con
in mente solo il grande pubblico privo di pretese intellettuali.
Chi ha adorato i balletti di Full Monty, il sogno di Billy Elliot e le tragicomiche vicende di Trainspotting si ritroverà tra mura amiche, dove il cinico e smaliziato cinefilo difficilmente arriverà
ai titoli di coda di Pride. Warchus rinuncia da subito allo stupore, sceglie l’alveo confortevole
del genere codificato e lo sfrutta al massimo, puntando su un cast adeguatamente variegato
(il Dominic West di The Wire a fianco di un sorprendente Paddy Considine) e giocando la
propria vis comica, così come i climax drammatici, sull’accettazione della “diversità”, sia essa
abitudine sessuale, estrazione proletaria o semplice provenienza gallese.
Una sceneggiatura accorta, che inserisce quasi subito il pilota automatico e pigia i tasti emozionalmente giusti, senza concedersi sorprese: i traumi, i punti di svolta del plot, sono quelli
ampiamente previsti. La diffidenza iniziale degli operai si tramuta in accoglienza gioiosa,
specie quando i gay rivelano la loro naturale attitudine al ballo (cliché quasi imperdonabile,
di cui Warchus si nutre abbondantemente), e i percorsi individuali dei protagonisti seguono il
Operazione finanziata con il Piano Azione e Coesione III
DGRC n.225 del 12.7.2013” CUP B29D13000670003.
Sinossi:
2015-16
2015-16
2015-16
PRIDE
2015- 16
loro iter naturale, con l’immancabile figlio che trova il coraggio di fare coming out con i propri genitori e pagarne le conseguenze. Minimo lo spazio dedicato alla contestualizzazione
storica nell’era Thatcher - l’inizio della fine per il Secondario e per la classe operaia - benché lo spettro dell’Aids incomba come un inquietante monito contro la libertà dei costumi
sessuali.
Astutamente tenuta in secondo piano la disfatta dei minatori, in favore di una marcia comune in occasione del gay pride che sa di utopia rivoluzionaria consolatoria almeno quanto
l’epilogo recente de I miserabili.
Produzione: O. Winfrey, J. Kleiner,
C. Colson, D. Gadner
Durata: 123’
· PLAZAFORUM ·
Dir. Fotografia: Bradford Young
Scenografia: SCUOLE
ELEMENTARI
2015-16
Ava Duvernay
2015-16
Regia:
Mak Friedberg
Sceneggiatura: Paul Webb
Ruth E. Carter
Attori: Tim Roth,
2015-16
Costumi: SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Cuba Gooding Jr.
2015- 16
Giovanni Ribisi,
PLAZAFORUM
Sinossi:
Il 7 marzo del 1965, gli americani che guardavano in tv “Vincitori e vinti” di Stanley Kramer,
rimasero sconvolti quando il film fu interrotto dal telegiornale che mostrava strazianti immagini di violenza che si stavano verificando proprio a casa loro.
In Alabama, a Selma agenti locali e statali avevano appena assaltato i manifestanti che
marciavano per ottenere eguali diritti di voto per tutti gli americani, ottenendo dozzine di feriti
e il ritratto di una repressione del 20° secolo che fece vergognare e arrabbiare moltissime
persone. Questo momento divenne uno spartiacque che poi fece da propulsore verso la
vittoria accelerata di una battaglia lunga un secolo.
Il diritto al voto fu inizialmente concesso agli afroamericani (o almeno ai maschi afroamericani) nel 1870 con il passaggio del 15° emendamento, ma questo diritto era poi stato
sistematicamente ostacolato in moltissimi posti in tutta la nazione per oltre 100 anni dopo
l’emendamento e per decenni dopo il suffragio. ( Anche ora, i diritti di voto rimangono controversi, sia per la revoca del 2013 da parte della Corte Suprema di sezioni del Voting Rights
Act del 1965, sia per le nuove disposizioni sull’identificazione dei votanti che hanno suscitato
accese polemiche per l’impatto che provocano alla partecipazione al voto).
Alla Casa Bianca, il Presidente Johnson controllava attentamente quello che temeva potesse
diventare rapidamente una polveriera.
E per King le aspettative erano enormi, perché questo momento aveva tutte le potenzialità per
essere epocale, un momento in cui tutte le manovre politiche, le negoziazioni e le proteste non
violente che aveva sostenuto per anni potevano finalmente avere la possibilità di raggiungere un
traguardo completo, se solo lui fosse stato in grado di proteggere le persone.
Nei primi anni ‘60 le cose erano particolarmente negative in molte parti del Sud, specialmente
in Alabama che era diventata un punto critico delle battaglie per i diritti civili sin da quando Rosa
Parks si era rifiutata di cedere il suo posto a un bianco in un autobus in cui vigeva la segregazione.
Ovunque nello stato, cittadini di colore che richiedevano di registrarsi per votare erano bloccati dagli ufficiali civili, che li sottoponevano a test civici e di letteratura, pieni di domande
OR I G I N AL
SOU N D
David Oyelowo,
2015-16
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SELMA
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assurdamente difficili, studiate apposta per far fallire tutti i richiedenti. In aggiunta, imposte
pro-capite molto diffuse scoraggiavano i poveri e penalizzavano chi sceglieva di votare anche nel caso fosse riuscito a registrarsi.
Nel 1965, c’erano contee in Alabama dove neanche una sola persona di colore aveva votato per nessuna delle elezioni dei precedenti 50 anni.
A Selma, dove solo 130 dei 150.000 cittadini afroamericani erano registrati, la gente cominciò a reagire. Il gruppo nazionale per i diritti civili, lo Student Nonviolent Coordinating
Committee (conosciuto come SNCC o “snick”) cominciò ad organizzarsi in quell’area nel
1963, ma si trovava a fronteggiare una consistente resistenza, in maniera particolare dallo
Sceriffo segregazionista Jim Clark che utilizzava “forze” locali per intimidire, arrestare o,
senza mezzi termini, pestare coloro che intraprendessero campagne di voto.
Nel Gennaio del 1965, Martin Luther King, Jr. – il giovane pastore che stava diventando la
voce morale più influente della nazione per la battaglia non violenta contro il razzismo – insieme al Southern Christian Leadership Conference ( un gruppo di sacerdoti che guidavano
boicottaggi, marce e sit-in non violenti per protestare contro la segregazione nel Sud) arrivò
a Selma per sostenere il loro movimento in crescita.
Nei due anni precedenti, il Dr. King aveva tenuto a Washington il suo memorabile discorso “I
Have a Dream”, solo pochi mesi prima che quattro ragazzine innocenti fossero assassinate
in Alabama, in una chiesa di Birmingham, fatta esplodere da una bomba in un atto di terrorismo da parte di fautori della supremazia bianca.
Poco tempo prima di arrivare a Selma, King aveva ricevuto il Premio Nobel per la pace ed era
stato nominato Uomo dell’Anno dal Time Magazine, che lo definiva il “Gandhi Americano”.
Quando il Dr. King arrivò a Selma, la tensione stava aumentando in ogni angolo. I dimostranti “in loco” erano sottoposti a trattamenti crudeli ed erano consapevoli che molte vite
erano in serio pericolo.
King il 7 febbraio 1965 mise in atto il prima tentativo di marciare da Selma a Montgomery
ma i manifestanti vennero fermati dalla polizia e picchiati duramente.
Quella giornata fu conosciuta in tutto il mondo con il nome di Black Sunday.
Il 9 marzo King tentò di organizzare una seconda marcia, sempre da Selma e Montgomery,
ma questa volta la folla dei dimostranti si ritirò, temendo le violenze della polizia.
Il 15 marzo il presidente Johnson parlò al congresso sostenendo che “è sbagliato terribilmente sbagliato negare a qualsiasi dei nostri concittadini il diritto di votare in questo paese”.
Nonostante il discorso del presidente e nonostante il giudice del distretto federale avesse
riconosciuto ai manifestanti di colore il diritto di marciare per sostenere le proprie idee, il
governatore dell’Alabama, George Wallace, non riconobbe valida la sentenza e vietò la
manifestazione.
Fu necessario l’intervento del presidente Johnson che rese federale la Guardia nazionale
dell’Alabama in modo che rispondesse solo al Governo nazionale e non ai governanti locali.
Il 21 marzo la marcia potè avere finalmente inizio e 4000 dimostranti lasciarono Selma per
Montgomery scortati dalle truppe federali.
Il 25 marzo i manifestanti (da 4000 erano divenuti 25.000) giunsero a Montgomery dove
King pronunciò uno storico discorso sui gradini della State Capitol.
Il 6 agosto Johnson firmò il Voting Rights Act, per cui si era tanto battuto, prima di essere
ucciso il 23 novembre 1963, il presidente John Fitzgerald Kennedy.
James Marsh
Produzione: Working Title Film
Durata: 123’
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
Scenografia: 2015-16
Dir. Fotografia: Benoit Delhomme
SCUOLE
ELEMENTARI
John Paul Kelly
Sceneggiatura: Anthomy McCarten
Steven Noble
Attori: Eddie Redmayne,
Felicity Jones,
2015-16
Costumi: SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Harry Lloyd
2015- 16
Charlie Cox,
PLAZAFORUM
OR I G I N AL
SOU N D
Emily Watson,
La teoria del tutto è la storia straordinaria ed edificante di una delle più eccelse menti viventi
del mondo, il famoso astrofisico Stephen Hawking e di due persone che resistono alle più
grandi difficoltà attraverso l’amore. Il film, tratto dal memoir Travelling to Infinity: My Life
with Stephen, di Jane Hawking, è diretto dal premio Oscar James Marsh (Man on Wire – Un
uomo tra le torri).
Nel 1963, da studente di cosmologia della leggendaria università inglese Cambridge, Stephen (interpretato da Eddie Redmayne di Les Misérables) sta facendo grandi passi ed è
determinato a trovare una “spiegazione semplice ed eloquente” per l’universo. Anche il suo
mondo privato si schiude quando si innamora perdutamente di una studentessa di lettere
della stessa Cambridge, Jane Wilde (Felicity Jones di The Invisible Woman). Ma, all’età di
21 anni, questo giovane uomo sano e dinamico riceve una diagnosi che gli cambia la vita:
la malattia del motoneurone attaccherà i suoi arti e le sue capacità, lasciandolo con una
limitata capacità di linguaggio e di movimento e con circa due anni di vita da vivere.
L’amore di Jane, il suo combattivo supporto e la sua determinazione sono incrollabili e i due si
sposano. Con sua moglie che lotta instancabilmente al suo fianco, Stephen si rifiuta di accettare la sua diagnosi. Jane lo incoraggia a finire il suo dottorato, che include la sua teoria iniziale
sulla creazione dell’universo. La coppia mette su famiglia e con il suo dottorato da poco guadagnato e accolto con grande gioia, Stephen si imbarca nel suo lavoro scientifico più ambizioso, lo studio della “cosa” che possiede meno: il tempo. Mentre il suo corpo affronta limitazioni
sempre più grandi, la sua mente continua a esplorare i limiti estremi della fisica teorica.
Insieme, egli e Jane sfidano l’impossibile, aprendo nuovi territori nel campo della medicina e
della scienza e realizzando più di quello che avrebbero mai sognato di realizzare.
Intanto, mettono al mondo due figli, mentre Hawking, con i suoi studi sul tempo, diventa uno
degli scienziati più famosi del mondo.
Passano gli anni e Jane è sempre accanto Stephen sempre più straziato dalla malattia, quando la donna conosce Jonathan, il maestro di un coro cui ella partecipa e se ne innamora.
Stephen capisce quanto per Jane sia importante avere un rapporto con un uomo “normale”,
Operazione finanziata con il Piano Azione e Coesione III
DGRC n.225 del 12.7.2013” CUP B29D13000670003.
Sinossi:
2015-16
2015-16
fisicamente abile mentre egli non lo è più da anni e accetta Jonathan quasi come un membro della famiglia.
Stephen, Jane e Jonathan sono tre persone che, pur in mezzo a tante esitazioni, debbono a
un certo momento prendere una decisione. Jane, d’accordo con Stephen, e pur rimanendo
legata a lui affettivamente, lo lascia e va a vivere con Jonathan. Stephen trova in Elaine una
infermiera che si occupa di lui un “qualcosa”, nel campo dei sentimenti che gli sembrava
avere dimenticato.
L A T E O R I A D E L T U T TO
2015- 16
2015-16
Spunti di Riflessione:
1) Commentate questa frase di Stephen Hawking “Per quanto la vita può sembrare cattiva, dove c’è
vita c’è speranza”.
2) Nel 1963 Stephen, brillante studente di cosmologia a Cambridge, si innamora, ricambiato, di
Jane Wilde, studentessa di lettere della stessa università. Ma cosa accade tra i due quando Stephen scopre di essere affetto da una grave malattia che attaccherà il suo corpo e gli lascerà una
limitata capacità di linguaggio e di movimento?
3) La malattia di Stephen ha un nome strano che mette paura perché dà la sensazione di un tragico
movimento e di un movimento continuo: la malattia del motoneurone. Effettuate ricerche in merito.
4) A Stephen la diagnosi dei medici dà solo due anni di vita. Ma Jane vuole sposarlo lo stesso ed egli
accetta. Per Jane si può affermare che la sua scelta sia dettata da un grande amore. Ma non trovate
che in Stephen, pur tanto innamorato, ci sia, accettando di sposarla, una vena di sottile egoismo?
5) Eppure Stephen non muore, a tutt’oggi, è ancora vivo ed è uno dei fisici teorici più famosi del
mondo. Quanto ha contribuito Jane al suo successo, aiutandolo nelle sue ricerche e dandogli
una vita serena?
6) Gli anni passano: Stephen e Jane hanno due figli e la loro vita scorre tra gli studi, monotona e
tranquilla, quando la donna conosce Jonathan e si innamora di lui. E’ forse stanca di aver vissuto,
per anni, accanto a un uomo disabile?
7) Quanto la mente eccezionale di Hawking può aver stancato la moglie forse alla ricerca di una
normalità?
8) Qual è il comportamento di Stephen quando si rende conto della situazione? E quello di Jonathan?
9) La decisione che, alla fine, prendono i tre è forse per Stephen la più dura: essere lasciato dalla
donna della sua vita. Eppure egli sa che, anche per lui e non solo per Jane, deve accettare la
situazione. Perché?
10) Stephen, quando ha iniziato i suoi studi a Cambridge, era studente di cosmologia. Perché dallo
studio di questa scienza egli è passato in seguito alla fisica teorica?
11) L’oggetto essenziale degli studi di Hawking è quello che riguarda il tempo. E’ un settore che ha
sempre messo paura agli scienziati di ogni secolo passato (e non solo a quelli di oggi) perché aveva
due limiti: da una parte la morte per cui le cose e gli esseri umani finiscono (o si mutano) e dall’altra
le religioni alcune delle quali tra cui il Buddhismo che accetta la reincarnazione (dal mondo degli
animali al Nirvana), predicano una vita diversa in un mondo diverso oltre la morte del corpo?
12) Stephen si chiede, nei suoi studi, quando ha avuto inizio l’universo, quando finirà (se finirà) e
cosa ci sia in mezzo a questi due punti. Non è che Hawking, partendo dall’assieme che l’universo
sia quello che l’uomo conosca e in parte immagini questo assieme deve essere anche per lui
elemento basilare dei suoi studi?
13) Il tempo: per ogni essere umano ha sempre avuto un limite dalla nascita alla morte. E questo concetto è stato applicato anche all’universo come affermano ad esempio quasi tutte le religioni del mondo.
E tale modo di concepire l’esistenza e la fine del “tutto” che Hawking combatte con i suoi studi?
14) Ritornando alle domande n. 12 e 13 e al concetto del tempo applicato all’uomo e all’universo,
non è difficile per l’essere umano seguire il concetto di Hawking per il quale il passare del tempo,
rispetto alla vita degli esseri umani, è sempre e comunque vita?
15) Stephen, decennio dopo decennio, ha continuato a studiare a quali limiti estremi possa portare
la fisica teorica nello studio del tempo. Quali sono questi limiti per Hawking? E già arrivato a
stabilirli oppure non ancora, oppure, con l’approfondimento delle sue ricerche, è già arrivato alla
consapevolezza che, attraverso la fisica teorica, questi limiti non si potranno mai stabilire?
Clint Eastwood
Produzione: Clint Eastwood
Durata: 134’
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
Montaggio: 2015-16
Dir. Fotografia: Tom Stern
SCUOLE
ELEMENTARI
Joel Cox
Sceneggiatura: Jason Hall
Tom Stern
Costumi: Deborah Hopper
Attori: Bradley Cooper,
2015-16
Scenografia: SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
Cory Hardrict,
PLAZAFORUM
Sinossi:
American Sniper ripercorre il percorso di Chris Kyle, da ragazzo nel Texas, quando suo padre gli insegnò che esistono tre tipi di persone: il predatore, la preda e il protettore. Da quel
momento in poi, senza rendersene conto, il destino di Chris sarà marcato: egli era nato per
proteggere gli altri e il suo istinto protettivo sarà il prezzo che dovrà pagare per tutta la vita.
Chris, nonostante alcuni anni un po’ sbandati vissuti con il fratello minore, era comunque
diventato un tiratore e quando scoppiò la guerra in Iraq, si arruolò nella US Navy Seal,
dimostrando subito quanto egli fosse capace di sparare a distanze inconcepibili per gli altri
e su bersagli invisibili ad altri (ad esempio la scena del serpente ucciso da Kyle in addestramento è indicativa).
Mentre frequentava la scuola degli US Navy Seal conobbe una ragazza, Taya e se ne innamorò e anche Taya si innamorò di Chris, colpita dalla sua semplicità. Si sposarono e, proprio
il giorno del matrimonio, giunse la notizia che il reparto di Kyle era in parenza per l’Iraq.
Chris, come tiratore scelto ebbe subito l’incarico di nascondersi nei piani alti delle case per
proteggere le avanzate a terra dei suoi compagni. In questa situazione egli dovette prendere
decisioni durissime quando, ad esempio, fu costretto a uccidere un ragazzino che correva
con una granata in mano (datagli da una donna, probabilmente, sua madre) verso un
gruppo di US Seal e di Marines che stavano avanzando.
Per Chris la guerra voleva dire proteggere i suoi, comunque e dovunque, al punto che, spesso, scendeva in mezzo a loro e partecipava direttamente alle operazioni.
I suoi iniziarono a chiamare Chris “Leggenda” e la sua fama si propagò tal punto anche tra
i nemici che questi misero un’altissima taglia su di lui.
Kyle era legatissimo agli uomini del Seal Team 3 di cui egli faceva parte e, tra loro, aveva alcuni
amici carissimi i quali Lacz sopravvissuto e che interpreta sé stesso nel film e Ryan Job soprannominato Biggles perché era un po’ più grosso degli altri fin dai tempi dell’addestramento.
Nel film, la prodezza leggendaria di Chris Kyle nel maneggiare un fucile e è eguagliata da
quella di un giovane siriano, un cecchino di nome Mustafa che aveva partecipato alle Olimpiadi per il suo paese ed ora era in Iraq per combattere contro il “nemico”.
OR I G I N AL
SOU N D
Sienna Miller,
2015-16
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2015-16
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Ogni volta che Chris tornava a casa non riusciva a rimanervi perché pensava a quanto
sarebbe stato più utile nell’area di guerra per i suoi compagni.
E allora, pur mettendo in crisi i rapporti con sua moglie Taya, ripartiva e per ben quattro volte
andato e ritornato dall’Iraq.
La penultima volta Biggles venne ferito da Mustafa (solo lui avrebbe potuto sparare da quella
distanza!) e fu fatto rimpatriare.
Di ritorno dall’Iraq per la terza volta, Chris lo andò a trovare in ospedale: ormai Biggles era cieco e pieno di ferite ancora non cicatrizzate ma nonostante questo, voleva continuare a vivere.
Appena ritornato in Iraq, Chris apprese che Biggles non era sopravvissuto e, durante un’azione, si rese conto che lontanissimo da lui, c’era un cecchino che sparava con una mira perfetta.
Non poteva essere che Mustafa! Colui che aveva ucciso Biggles, allora Chris, contravvenendo agli ordini, decise di provare a ucciderlo per vendicare Biggles e tutti gli altri suoi
commilitoni che il siriano aveva colpito.
Kyle prese la mira e sparò contro un bersaglio non solo mobile ma che era a ben 1972
m. da lui! Riuscì a colpirlo e lo uccise. A questo punto egli pensò che era tempo di tornare
definitivamente a casa dalla sua famiglia.
Ebbe molta difficoltà a ritrovarsi civile tanto che frequentò incontri con psicologi sopravvissuti
al conflitto. La situazione stava andando meglio, soprattutto in famiglia, quando Chris un
giorno accettò di incontrare un altro reduce e...
AMERICAN SNIPER
Spunti di Riflessione:
1) Dio, patria e famiglia era il motto con cui Chris Kyle informava la propria vita. Fu questo il motivo
per cui egli, anche avendo compiuto 30 anni, entrò negli US Navy Seal dove, nell’addestramento,
era il più anziano?
2) Quali fatti erano accaduti in campo internazionale per i quali, quando Chris si arruolò gli USA
stavano preparando il loro esercito per un intervento militare? Erano solo gli Stati Uniti a voler
entrare in guerra?
3) Dove e perché il mondo occidentale decise di intervenire in forze?
4) Gli istruttori, addetti al tiro, si resero subito conto che Kyle aveva una vista e una mira perfetta. C’è
nel film una scena in cui tale capacità di Chris appare evidentissima. Quale?
5) Chris, per la sua capacità di tiratore, venne inviato sul campo di battaglia con un solo scopo:
proteggere i suoi compagni. Ed egli lo fece uccidendo con la sua arma letale (uomini e donne e
ragazzi) che potevano attentare alla vita dei suoi commilitoni. Spesso ha dovuto prendere decisioni difficili. Quando le ha prese Chris riteneva comunque di essere nel giusto o “riteneva di doversi
sentire” non dalla parte del giusto?
6) C’è una scena del film, fatto avvenuto realmente che, Chris, pronto a sparare, vede una donna
che dà a un ragazzo una granata e lo manda contro i suoi Navy Seal; chiede ordini ai superiori e
come risposta riceve un “decidi tu!”. E Chris decide. Ma quella sua decisione è quella di un uomo
solo o anche gli altri che non hanno voluto essere coinvolti ne sono, almeno in parte responsabili?
E quali erano le regole d’ingaggio di Chris?
7) Sapete cosa si intenda negli eserciti quando si parla di regole di ingaggio? Approfondite l’argomento.
8) Riferendoci alla domanda precedente, in un’altra scena del film (fatto realmente avvenuto), nella
sua posizione di cecchino, Chris vede un bambino che, tolto di mano a un uomo già ucciso da
Kyle, prende il bazooka che questi ha lasciato e lo punta contro i soldati USA non molto lontani.
Si sentono poche parole sussurrate a sé stesso da Kyle. Queste parole non sono la dimostrazione
che Chris se solo potesse, non sparerebbe?
9) Kyle appartiene al gruppo Navy Seal 3, quello che egli deve proteggere dall’alto, pronto a sparare contro il nemico. Se questo è il suo compito perché, molte volte, scende dalla sua postazione e
prende parte a operazioni di terra con i suoi compagni? Secondo voi in quei momenti ha o non
ha lasciato ad altri il compito che gli era stato affidato abbandonando il suo posto?
Damien Chazelle
Produzione: Bold Films,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Blumhouse Productions,
Durata: 2015-16
Exile Entertainment
107’
Dir. Fotografia: Sharone Meir
Montaggio: Tom Cross
Justin Hurwitz
Attori: Miles Teller,
Melissa Benoist
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
2015- 16
J.K. Simmons,
PLAZAFORUM
PLAZAFORUM
Sinossi:
Andrew studia batteria jazz nella più prestigiosa ed importante scuola di musica di New
York, è al suo primo anno e già viene notato da Terence Fletcher, temutissimo e inflessibile
insegnante che a sorpresa lo vuole nella propria band. Il ragazzo è eccitato dalla possibilità
ma non sa che in realtà sarà un inferno di prove, esercizi e umiliazioni come non pensava
fosse possibile. Gli standard richiesti da Fletcher sono mostruosi e progressivamente alienano sempre di più Andrew dalle altre parti della sua vita.
Nato come un corto e dopo il successo riscritto come un lungometraggio Whiplash è il secondo
lavoro da regista di Damien Chazelle, che già aveva avuto modo di lavorare in maniere poco
convenzionali nel cinema musicale scrivendo la divertente sceneggiatura del thriller Il ricatto. Mescolando due matrici fondamentali del cinema americano, ovvero il genere dei “grandi domani
musicali” (spesso ambientato nelle scuole di musica, fatto di scontri e concorsi e oggi declinato
più che altro nei film di ballo di strada come la serie Step Up) e quello della vittoria dello spirito
sulla carne canonizzato da Rocky e da lì in poi applicato quasi sempre allo sport (benchè nella
categoria rientrino anche film come Il discorso del re), Chazelle giunge ad un ibrido capace di
farsi portatore di idee e punti di vista poco usuali nel cinema statunitense che vanno ben al di
là della musica, rendendo Whiplash probabilmente il miglior film musicale degli ultimi 10 anni.
La bravura del regista sta nell’usare l’incontro e scontro con un allenatore/maestro che
incute il timore del sergente istruttore Hartman di Full metal jacket (in questo senso la scelta
di casting ricaduta sul grandissimo caratterista J.K. Simmons non è solo azzeccata ma forse
l’unica possibile) per condurre lo spettatore nel processo di miglioramento individuale di un
musicista che cerca di emergere. Unendo un forte umorismo ad una contagiosa tensione
verso la vittoria, la battaglia contro se stesso di Andrew viene esternalizzata e diventa una
lotta contro un’altra persona che lo spinge fino ai limiti del tollerabile e poi oltre. Si uniscono
così le figure dei duri insegnanti del genere “scuola di musica” con il percorso di purificazione personale che porta il protagonista a superare quei limiti fisici che lo bloccano inizialmente grazie ad una svolta psicologica (è propria del genere inaugurato da Rocky anche la
dicotomia tra una vittoria finale effettiva e una personale).
OR I G I N AL
SOU N D
Musiche: 2015-16
Sceneggiatura: Damien Chazelle
SCUOLE
MEDIE
2015-16
2015-16
2015-16
WHIPLASH
2015- 16
Quello che il racconto di una trama piena di colpi di scena una volta tanto davvero
imprevedibili (altro merito clamoroso del film) non dice è però l’ardore con il quale
questo cineasta di 30 anni coniughi esigenze commerciali e ricerca di un cinema personale, filmando quasi tutto il suo film da molto vicino per cogliere sudore e fiatone,
escoriazioni della pelle e sangue che ne fuoriesce (gli effetti sonori sembrano quelli di
un film dell’orrore). Con grande intelligenza la difficoltà d’approccio ad uno strumento
solitamente poco celebrato (la batteria) e un genere non amato dal grande pubblico (il
jazz) sono stemperate dai più ruffiani montaggi d’allenamento e titanici scontri. Magnificando la portata della storia e facendone una lotta tra punti di vista sulla vita (come
si capisce dal dialogo a tavola con la famiglia) Whiplash facilmente eleva il proprio
discorso al di sopra delle contingenze trattate, per affrontare i massimi sistemi. Non
temendo di esagerare spinge il suo protagonista al massimo dopo averlo fatto partire
dal minimo (due assoli di batteria ben diversi aprono e chiudono il film), rifiutando di
piegarsi alla morale buonista familiar/sentimentale imperante che vorrebbe mettere gli
affetti prima di ogni cosa.
Commovente per qualsiasi amante della musica la precisione con la quale Whiplash
esegue le parti musicali, tarando l’abilità degli strumentisti a seconda di chi stia suonando (in alcuni casi a livello maniacale), scegliendo le partiture e le soluzioni meno
commerciali (non ci sono brani realmente famosi al di fuori della cerchia degli amanti)
per non portare mai il jazz allo spettatore ma lasciare che accada il contrario, mantenendo così un’integrità e una serietà da applausi.
Morten Tyldum
Produzione: Black Bear Pictures,
· PLAZAFORUM ·
2015-16
Regia:
SCUOLE
ELEMENTARI
Bristol Automotive
113’
2015-16
Durata: Dir. Fotografia: Óscar Faura
Montaggio: William Goldenberg
Sceneggiatura: Graham Moore
Alexandre Desplat
Attori: Benedict Cumberbatch,
2015-16
Musiche: SCUOLE
MEDIE
PLAZAFORUM
SCUOLE
SUPERIORI
PLAZAFORUM
Matthew Goode
2015- 16
Charles Dance,
PLAZAFORUM
Sinossi:
1927- Dorset, Inghilterra, Sherborne School: Alan Turing, 15 anni, è timido, impacciato, solitario
e vittima di bullismo. Per lui si prospettano mesi infelici in collegio, quando arriva a salvarlo un
bel cavaliere di 16 anni. Christopher Morcom che consiglia a Turing di provare a mimetizzarsi
per evitare di essere preso di mira. Mentre la loro amicizia si fa sempre più intensa, Christopher
lo introduce alla occulta arte della crittografia che Turing adotta immediatamente. I due ragazzi
eccellono entrambi in matematica e diventano abilissimi a comunicare tra loro in codice; questo
permette loro di mantenere segreta la reciproca attrazione. Christopher va via dal collegio per
trascorrere le vacanze con i suoi genitori; quando, all’inizio del nuovo semestre, Turing non lo
vede ritornare, si sente smarrito e confuso. Il preside gli da la terribile notizia: Christopher è morto di tubercolosi bovina da latte infetto. Turing si ritrova nuovamente solo e sconvolto.
1939 - Bletchley Park, Buckinghamshire, Inghilterra: Turing arriva alla fortificata villa vittoriana per un incontro con il comandante navale Alastair Denniston della Government Code
and Cypher School. Il colloquio non va bene. Denniston trova il laureato in matematica di
Cambridge arrogante e ottuso e sta per indicargli la porta quando Alan nomina Enigma, la
macchina dei codici militari dei tedeschi. Denniston sottolinea che Enigma è inviolabile ma
Turing chiede con disinvoltura di poter provare. Nonostante le sue perplessità il comandante
accetta, inserendolo nel gruppo ristretto dei ricercatori.
Turing incontra le altre nuove reclute, tra cui Hugh Alexander, uomo di mondo, campione
di scacchi e leader del gruppo; John Cairncross, scozzese e matematico di livello inferiore;
Peter Hilton, precoce laureato di Oxford; Furman e Richards, linguisti.
Denniston mostra ai suoi protetti la macchina Enigma. Quando Turing chiarisce che egli non
è disposto a fare gioco di squadra ma lavora da solo, Stewart Menzies, capo della appena
formata e poi mitica MI6 (Agenzia di Spionaggio, sezione 6), riesce a fargli cambiare idea
e atteggiamento molto rapidamente dicendogli che, mentre loro sprecano tempo prezioso,
molti uomini stanno morendo.
Non contento, però, Turing scrive una lettera a Winston Churchill per esprimere la sua insoddisfazione per l’organizzazione del Bletchley e di colpo si trova a capo del team di Enigma
OR I G I N AL
SOU N D
Keira Knightley,
2015-16
2015-16
2015-16
T H E I M I TAT I O N G A M E
2015- 16
per ordine del Primo Ministro. Furman e Richards non riescono a tollerare questo cambiamento di regime e Turing suggerisce una gara di cruciverba con l’aiuto di MI6. Nell’imbarazzo generale, il vincitore è una ragazza, Joan Clarke, laureata in matematica a Cambridge.
Turing la include segretamente nella squadra di Bletchley, trovandole una sistemazione e,
sebbene rischi l’arresto, le passa i messaggi Enigma da decifrare.
Nel frattempo, lavora ossessivamente sulla propria macchina elettro-meccanica di decrittazione che chiama Christopher, nell’insofferenza crescente dei suoi compagni di squadra
per la mancanza di risultati. Turing tenta goffamente di instaurare un rapporto con gli altri
e di fare amicizia, ma forse è troppo tardi. Denniston vuole spegnere la macchina e Clarke
minaccia di andarsene, così, in preda alla disperazione, Turing le propone di sposarlo. Lei
accetta, anche se sa che Turing è gay ed è sinceramente delusa quando, in seguito, lui rivelerà la sua omosessualità per salvarla dalle indagini sulle intercettazioni Enigma.
Improvvisamente c’è una svolta. Ad una festa, Helen, un’amica di Clarke, afferma che ha
intercettato numerosi messaggi provenienti da una radio tedesca che sembrano contenere
delle parole ripetute che potrebbero fornire una chiave per la decrittazione.
Turing si rende conto che tutti i messaggi contengono la frase “Heil Hitler!” Enigma può
essere decifrato!
Sebbene la conclusione sia in vista, Turing sottolinea l’importanza di usare ciò che hanno
scoperto con parsimonia. Molte vite continueranno ad essere perdute, ma i decrittatori non
devono far comprendere al nemico che sono riusciti a decifrare Enigma altrimenti la sostituiranno. Turing persuade Menzies a mantenere il segreto con i vertici britannici, fino a che il
vantaggio degli alleati possa essere perfezionato.
Sotto il nome in codice “Ultra”, Bletchley Park diventa il più grande centro della intelligence
militare (servizi segreti militari) del mondo e la durata della guerra viene considerevolmente
ridotta. Turing e i membri del gruppo possono finalmente ritornare alle loro vite da civili.
1952 - Manchester, Inghilterra: La polizia viene chiamata ad intervenire nella casa di un professore universitario di biologia matematica, a seguito di segnalazioni di un furto con scasso.
Il Detective Robert Nock, incaricato dell’indagine, ha l’impressione che il professor Turing sia
una “vittima” particolare e che nasconda qualcosa. Scavando, scopre che il suo passato militare è stato cancellato. Nock sente puzza di spionaggio, ma la sua indagine viene interrotta
quando Turing è arrestato per “atti osceni”. Nock lo interroga e scopre la sua vera storia. Il
timido professore viene condannato e Nock è disgustato di fronte alla miseranda fine di uno
scienziato eccezionale.
Joan Clarke fa visita a Turing e lo trova ridotto l’ombra di sé stesso con la mente offuscata
dall’uso di estrogeno sintetico, la “castrazione chimica” che ha optato come alternativa al
carcere. Sta ancora cercando di lavorare su un modello più recente di Christopher, sebbene
oramai non sia in grado nemmeno di risolvere un cruciverba.
1954 - La polizia è nuovamente a casa Turing. Il genio inquieto si è suicidato - una mela
morsa a metà spolverata di cianuro viene trovata accanto al suo letto.
La sua macchina non è stata mai perfezionata anche se ha dato origine ad un intero campo
di ricerca che è noto come “la Macchina di Turing “. Oggi noi lo chiamiamo “computers”.
ALLE ORIGINI DELL’ARTE:
L’AVVENTURA DELLA PREISTORIA
DOVE: Napoli, Museo Archeologico Nazionale
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Itinerario laboratorio
TEMA: La preistoria
DURATA: 2 h 30’
DESTINATARI: Scuola primaria
DESCRIZIONE ATTIVITA’:
Dopo un’accurata e divertente visita alla sezione di Preistoria e Protostoria del Museo
Archeologico Nazionale di Napoli, i bambini faranno un salto indietro nel tempo. Nel
corso del laboratorio, aiutati da un nostro operatore, i piccoli visitatori osserveranno
da vicino l’uomo preistorico in azione. Come dei piccoli archeologi, essi potranno poi
sperimentare in prima persona la vita dell’uomo preistorico, utilizzando come lui alcuni
materiali per tagliare il legno, raschiare la pelle, incidere l’osso, scoprendo così i segreti
della natura ed imparando tante cose nuove su piante ed animali, sulle tecniche di caccia e di raccolta e quelle utilizzate per fabbricare i vasi, dipingere e decorare l’argilla
o le pareti rocciose. In questo modo i segreti di un mondo fatto di caccia e raccolta,
prime forme di agricoltura e allevamento, religiosità legata alla natura e senso estetico
saranno svelati.
OBIETTIVI:
1) 2)
3)
4)
Introdurre alla comprensione del rapporto delle culture indigene con quelle dell’egeo
Approfondire la conoscenza dell’evoluzione dell’uomo
Riconoscere le caratteristiche e la funzione di utensili e manufatti
Approfondire la conoscenza della preistoria e della protostoria in Campania
PREZZO:
€ 160,00
per gruppo classe
PRENOTAZIONI:
848 800 288
Da Lun. a Ven. 9.00 - 18.00
Sab. 9.00 – 14.00
SCRIBA PER UN GIORNO
DOVE: Napoli, Museo Archeologico Nazionale
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Itinerario laboratorio
TEMA: Le tecniche della scrittura ideografica
DURATA: 2 h 30’
DESTINATARI: Scuola primaria
DESCRIZIONE ATTIVITA’:
Il percorso didattico si propone - sotto forma di laboratorio itinerante - di far conoscere
agli studenti le prime forme di comunicazione scritta attraverso l’analisi della scrittura
geroglifica. Gli alunni impareranno a conoscere le tecniche della scrittura ideografica
e ad utilizzare il materiale documentario per riconoscere la struttura sociale della civiltà
egiziana. Lungo il percorso di visita i piccoli visitatori realizzeranno un testo utilizzando
i vari codici di scrittura esaminati, riproducendo in un cartiglio nomi in geroglifico con
pigmenti e stilo.
OBIETTIVI:
1) Conoscere la tecnica e lo stile della scrittura egiziana attraverso l’osservazione
diretta delle stele e dei papiri
2) Sviluppare la capacità di analisi e riconoscimento dell’iconografia delle divinità
Egizie
3) Conoscere i metodi di imbalsamazione e la concezione dell’aldilà per gli antichi
4) Istituire relazioni significative tra passato e presente
PREZZO:
€ 160,00
per gruppo classe
PRENOTAZIONI:
848 800 288
Da Lun. a Ven. 9.00 - 18.00
Sab. 9.00 – 14.00
LA BOTTEGA DELL’ARTISTA. AFFRESCHI E MOSAICI
NELL’ANTICA POMPEI - OPZIONE AFFRESCO
DOVE: Napoli, Museo Archeologico Nazionale
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Itinerario laboratorio
TEMA: La tecnica dell’affresco
DURATA: 2 h 30’
DESTINATARI: Scuola infanzia, primaria e secondaria di I grado
DESCRIZIONE ATTIVITA’:
Introdotta da una visita guidata al piano pitture, l’attività prevede l’applicazione della
tecnica di trasferimento di un’immagine a scelta su una tavoletta predisposta, completando il lavoro con la stesura dei pigmenti. Questo laboratorio è finalizzato all’apprendimento dell’antica tecnica pittorica utilizzata dagli artisti pompeiani per la decorazione
parietale di sontuose ville e di domus più modeste. Al termine del laboratorio i partecipanti potranno conservare il lavoro realizzato.
OBIETTIVI:
1) Avviare alla conoscenza della pittura romana attraverso l’osservazione diretta
2) Avviare alla conoscenza della tecnica dell’affresco in età romana attraverso l’esperienza diretta
PREZZO:
€ 160,00
per gruppo classe
PRENOTAZIONI:
848 800 288
Da Lun. a Ven. 9.00 - 18.00
Sab. 9.00 – 14.00
LA BOTTEGA DELL’ARTISTA. AFFRESCHI E MOSAICI
NELL’ANTICA POMPEI - OPZIONE MOSAICO
DOVE: Napoli, Museo Archeologico Nazionale
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Itinerario laboratorio
TEMA: La tecnica del Mosaico
DURATA: 2 h 30’
DESTINATARI: Scuola infanzia e primaria
DESCRIZIONE ATTIVITA’:
Introdotta da una visita guidata al piano mosaici, l’attività prevede l’applicazione della
tecnica di composizione di un’immagine a scelta su una sinopia predisposta, completando il lavoro con l’inserimento delle tessere. Questo laboratorio è finalizzato all’apprendimento dell’antica tecnica musiva utilizzata dagli artisti pompeiani per la decorazione parietale e pavimentale di sontuose ville e di domus più modeste. Al termine del
laboratorio i partecipanti potranno conservare il lavoro realizzato.
OBIETTIVI:
1) 2)
3)
4)
Approfondire la conoscenza delle arti e delle tecniche nell’antichità
Approfondire la conoscenza delle civiltà greca e romana
Approfondire e comprendere i principi della realizzazione di un manufatto musivo
Introdurre alla comprensione del rapporto tra uomo e cultura
PREZZO:
€ 160,00
per gruppo classe
PRENOTAZIONI:
848 800 288
Da Lun. a Ven. 9.00 - 18.00
Sab. 9.00 – 14.00
VIVERE IL MUSEO, I CAPOLAVORI
DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI
DOVE: Napoli, Museo Archeologico Nazionale
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Visita generale
DURATA: 1 h 15’
DESTINATARI: Scuola secondaria
DESCRIZIONE ATTIVITA’:
L’itinerario consentirà di vivere in pieno l’esperienza di una visita al museo. Lungo il
percorso gli studenti osserveranno i capolavori della collezione Farnese e i reperti provenienti dalle città sepolte di Pompei e di Ercolano per conoscere la vita quotidiana in
età romana.
PREZZO:
€ 90,00
per gruppo classe
PRENOTAZIONI:
848 800 288
Da Lun. a Ven. 9.00 - 18.00
Sab. 9.00 – 14.00
ABITO…
QUINDI SONO AD ERCOLANO
DOVE: Scavi di Ercolano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Itinerario a tema
TEMA: La casa ed il modus habitandi in città e fuori città
DURATA: 2 h 30’
DESTINATARI: Scuola primaria e secondaria
DESCRIZIONE ATTIVITA’:
La casa racconta la storia e la personalità dei suoi proprietari: le esigenze sociali e l’adattamento al territorio caratterizzano le abitazioni di Pompei e di Ercolano. Residenze
urbane e suburbane riflettono stato sociale e privilegi degli abitanti e l’originalità di
alcune soluzioni architettoniche sottolinea il carattere bizzarro di alcuni di loro.
OBIETTIVI:
1) Individuare le varie parti delle abitazioni e comprenderne le relative funzioni e trasformazioni
2) Favorire la capacità di ricostruire eventi e trasformazioni attraverso l’osservazione
diretta
3) Individuare i nessi tra gli eventi storici e le caratteristiche di un territorio
4) Effettuare confronti tra realtà spaziali vicine e lontane e le forme di antropizzazione
antiche e moderne
PREZZO:
€ 160,00
per gruppo classe
PRENOTAZIONI:
848 800 288
Da Lun. a Ven. 9.00 - 18.00
Sab. 9.00 – 14.00
VITA DI CORTE,
ARREDI E MANIFATTURE IN CASA BORBONE
DOVE: Napoli, Palazzo Reale
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Visita generale
DURATA: 1 h 15’
DESTINATARI: Scuola primaria e secondaria di I e II grado
DESCRIZIONE ATTIVITA’:
L’attività didattica si propone di illustrare i momenti più importanti della vita di corte,
attraverso le fastose sale dell’Appartamento storico del Palazzo, dove gli studenti s’immergeranno nell’atmosfera degli svaghi e dei divertimenti, approfondendo le consuetudini e il cerimoniale reale.
OBIETTIVI:
1) 2)
3)
4)
Educare alla conoscenza e al rispetto del patrimonio artistico come bene della collettività
Approfondire la conoscenza della storia della città di Napoli
Imparare ad individuare i temi decorativi in relazione ai diversi periodi storici
Incrementare il lessico
PREZZO:
€ 90,00
per gruppo classe
PRENOTAZIONI:
848 800 288
Da Lun. a Ven. 9.00 - 18.00
Sab. 9.00 – 14.00