Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela

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Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela
Ufficio Migrantes
Caritas diocesana
COMUNICATO STAMPA
con preghiera di diffusione
Migrantes e Caritas presentano a Barcellona il Dossier immigrazione 2012
GLI STRANIERI DEL MESSINESE: BAMBINI, DONNE, IMPRENDITORI, LAVORATORI
Dall’analisi all’appello per interventi nelle scuole e nei luoghi di lavoro
Sono 142.000 gli stranieri in Sicilia e rappresentano il 2.8% dei residenti “contro” una media italiana
dell’8,2%. Nell’isola prevalgono le donne (52%) e, sul territorio, il maggior numero di stranieri si
registra nella provincia di Palermo (27.775), seguita da Catania (27.243), Messina (24.256) e Ragusa
(18.117). L’incidenza più alta sulla popolazione invece si registra a Ragusa (6,6%), seguita da
Messina (3,6%) e Trapani (2,8%).
Sono alcuni dei dati contenuti nella 22ª edizione del Dossier Statistico Immigrazione, realizzato a
cura di Caritas di Roma, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, con i contributi di numerose Caritas
diocesane, associazioni e organizzazioni internazionali e nazionali. Stamattina (sabato 26 gennaio)
sono stati illustrati al Teatro “Vittorio Currò” di Barcellona Pozzo di Gotto all’interno delle
iniziative promosse sul territorio barcellonese di attenzione al fenomeno migratorio.
“Non sono numeri: dall’accoglienza alla cittadinanza” il titolo dell’iniziativa. Sono intervenuti a
porgere indirizzi di saluto monsignor Carmelo Lupò, vicario generale dell’Arcidiocesi, a nome
dell’Arcivescovo Calogero La Piana, padre Tindaro Iannello, vicario foraneo di Barcellona, il dott.
Antonio Gullì, funzionario della Prefettura, l’assessore provinciale alla Cultura dott. Giovanni
Crisafulli, il sindaco di Barcellona dott.ssa Teresa Collica. Ha inviato un saluto scritto il dott.
Santino Sciré, vice presidente nazionale delle ACLI con delega all’immigrazione.
Dopo i saluti delle autorità, l’iniziativa - seguita da un pubblico nutrito che ha riempito la sala, con
una forte presenza degli istituti della scuola secondaria di II grado del territorio e degli studenti del
corso di laurea decentrato in Mediazione socioculturale dell’Università degli Studi di Messina - è
stata introdotta da padre Gaetano Tripodo, direttore della Caritas diocesana di Messina. Ha fatto
seguito la relazione del diacono Santino Tornesi, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes e
responsabile del Centro Servizi Immigrati della Caritas Diocesana, che ha presentato il fenomeno
migratorio nel contesto nazionale e regionale, alla luce del nuovo Rapporto. Dopo la proiezione del
video “Diversamente italiani”, realizzato dal filmaker Luigi Siracusa, sono quindi intervenuti a
convegno i professori Anna Pitrone e Pietro Saitta dell’Università degli Studi di Messina. Le
testimonianze dei signori Brahim Tuijri e Monia Benr’Houma, migranti di prima e seconda
generazione, hanno completato i lavori che sono stati coordinati dal dott. Antonio Tavilla. Le
conclusioni sono state curate da monsignor Santino Colosi.
Tanti gli aspetti illustrati nella manifestazione, con un approfondimento sulla situazione della
provincia di Messina e su quella della città di Barcellona Pozzo di Gotto, letti nel contesto regionale.
All’inizio del 2012, i cittadini stranieri residenti nella provincia di Messina sono 24.256, una cifra
pari al 17,1% del totale regionale. Il dato colloca la provincia messinese al terzo posto della
graduatoria siciliana, dietro le province di Palermo (27.775; 19,6%) e Catania (27.243; 19,2%). Le tre
grandi aree urbane più l’operosa provincia ragusana raccolgono il 68,7% degli immigrati residenti
sull’Isola.
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Rispetto al 2010, la provincia messinese ha registrato un incremento di 706 unità, pari al 3% (ben al
di sotto dell’11,9% dell’anno precedente). Con riferimento, invece, a 10 anni fa, quando gli immigrati
residenti erano 9.312, la loro presenza ha fatto registrare un incremento del 160,5%.
In particolare, nella città di Messina vivono 10.004 cittadini stranieri (il 41,2% del totale provinciale),
con un’incidenza sul totale della popolazione comunale pari al 4,1%. Seguono: i comuni di
Barcellona Pozzo di Gotto (2.092 e un’incidenza del 5%), Milazzo (967 e un’incidenza del 3%) e
Lipari (812), dove si registra l’incidenza più alta rispetto alla popolazione residente, con il 7%.
A Messina, come d’altronde nel resto della Sicilia, c’è tra gli stranieri una prevalenza delle donne
(53%) sugli uomini (47%). “Questo dato sulla presenza della donna migrante nei nostri contesti
comunali – hanno sottolineano i relatori - consegna un valore aggiunto da spendere nella
progettazione dei percorsi di integrazione; si tratta di una vera e propria forza sociale da utilizzare
nelle sue capacità di mediare ed accogliere. Una grande risorsa che, invece, rischia di subire la
perpetuazione dell’assenza dei diritti o, peggio, della vulnerabilità, della discriminazione e dello
sfruttamento a carattere sessuale”.
Lo stesso discorso vale per la presenza dei minori stranieri, che nel capoluogo di provincia sono
2.038 e rappresentano il 20,4% degli stranieri residenti; mentre nel comune del Longano sono 516,
pari al 24,7%. Ed è chiaro e forte l’appello dei partecipanti per “interventi con politiche di inclusione
e di cittadinanza, che coinvolgano i minori e le scuole di appartenenza”.
Particolare attenzione, dunque, merita la scuola, luogo di socializzazione e “cantiere di cittadinanza”.
“Nelle scuole, infatti, contrariamente che nei luoghi di lavoro o nella vita sociale in genere, si
prevedono momenti di conoscenza e valorizzazione della cultura straniera”.
Nella provincia messinese sono 3.235 gli studenti con cittadinanza non italiana, che rappresentano il
3,4% di tutta la popolazione scolastica; fanno registrare un incremento del 6% rispetto all’anno
precedente e rappresentano 78 diverse nazionalità. Si tratta di 555 alunni nella scuola dell’infanzia,
1.224 nella scuola primaria, 769 nella scuola secondaria di I grado; 687 nella scuola secondaria di II
grado.
In Sicilia si tratta di 21.398, pari al 2,5% della popolazione scolastica totale. Ma non è tutto. Il 31%
di questi alunni è nato in Italia e “solo la mancanza di una legge sulla cittadinanza più moderna e più
attenta ai bisogni delle seconde generazioni ci costringe a contarli tra gli stranieri”.
“La crisi – rilevano i relatori - ha però colpito in maniera incisiva anche il mondo della scuola: le
famiglie fanno fatica a mandare i figli a lezione e gli studenti stranieri interrompono sovente il
percorso scolastico dopo la scuola dell’obbligo per motivi economici, spesso nonostante un ottimo
rendimento scolastico”.
In quanto alle provenienze, la prima nel comune di Messina è quella asiatica (60%), seguita da quella
europea (24,5%), africana (12,4%), americana (2,7%) e oceanica (0,4%). I migranti residenti nel
comune messinese provengono da 104 Paesi differenti, ma i primi dieci (Sri Lanka, Filippine,
Romania, Marocco, Cina Rep. Pop., Polonia, Kosovo, Ucraina, Senegal, Albania) rappresentano
l’87% del totale. Nel comune barcellonese invece, la ripartizione per provenienza continentale vede al
primo posto quella europea (65%), seguita da quella africana (25%), asiatica (8%) e americana (2%).
Sono rappresentate 47 nazionalità e le prime dieci (Albania, Romania, Marocco, Tunisia, Polonia,
Serbia, Cina Rep. Pop., India, Ucraina, Bielorussia) raccolgono il 92% di tutti gli stranieri residenti.
Punto di forza dell’analisi di Migrantes e Caritas il focus sul lavoro. A partire da un assunto. “Esiste,
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anche nel contesto siciliano, una sindrome da invasione, ma è un’invasione presunta, che i dati stessi
presentano per quella che è: una necessità della nostra economia”. La provincia di Messina si colloca
al quarto posto per numero di immigrati occupati in termini di lavoro dipendente nel 2011 (14.937),
subito dietro le province di Catania, Ragusa e Palermo. Nel Messinese il primo settore di inserimento
è quello dei servizi, in cui è impiegato il 63% dei lavoratori stranieri della provincia.
Nello stesso periodo, l’occupazione dipendente di tutta la regione supera per la prima volta le 100
mila unità, attestandosi a 106.058, con un incremento del 14,8% rispetto all’anno precedente. La
percentuale di questo tipo di lavoratori sul totale degli occupati in regione è dell’8,3% ma la
contrazione dei posti dell’industria e dei servizi, in particolare, da’ comunque un saldo negativo (di
252 posti) tra gli stranieri occupati e quelli che hanno perso il lavoro.
“Un destino, quello della riduzione dell’occupazione – hanno commentano i partecipanti all’incontro
di Barcellona – che accomuna italiani ed immigrati, soprattutto nelle province di Messina, Catania,
Palermo e Siracusa”.
Ma in tema di lavoro, il dato più positivo, e per certi versi sorprendente, è quello sul lavoro
autonomo. Secondo i dati Unioncamere “l’imprenditoria immigrata nella provincia messinese sta
diventando una realtà sempre più dinamica e rilevante: dal 2005 al 2011 il numero delle imprese in
questione è raddoppiato, passando da 467 a 994. La nazionalità che di gran lunga dimostra una
marcata propensione al lavoro autonomo è quella marocchina, che rappresenta il 51% di questo
settore (509 imprese), seguono quella cinese (167) e quella senegalese (41)”.
Si tratta di un fenomeno che riguarda l’intera regione dove nel 2011 erano 10.704 gli immigrati
titolari, amministratori o soci di imprese, con un aumento del 16,0% rispetto al 2010. E gli analisti
sottolineano che il fenomeno registra una certa dinamicità, “nonostante (o proprio per) la crisi
economica in atto”.
Dati, tutti, che sbarazzano il campo da equivoci e preconcetti. Al pari degli ultimi, quelli riguardanti
le tasse pagate dagli stranieri. Secondo la Fondazione Leone Moressa in Sicilia i contribuenti nati
all’estero che nell’anno di riferimento hanno pagato l’Irpef sono stati 65.885, corrispondenti al 3,5%
dei contribuenti totali che pagano l’imposta diretta sull’Isola, una percentuale più alta rispetto alla
loro incidenza sulla popolazione (2.8%). Ciascuno di loro ha versato, in media, 2.380 euro di Irpef.
Inoltre, la relazione della Banca d’Italia sulla situazione economica siciliana apre una finestra anche
sulla finanza degli immigrati, almeno quella relativa alla concessione di mutui. In Sicilia i mutui
concessi ad immigrati continuano ad avere una bassa incidenza (2,8% nel 2011), riflettendo la minore
presenza di cittadini stranieri rispetto alla media del Paese. Tuttavia, nella nostra regione, i rimborsi
sono stati mediamente superiori a quelli degli italiani.
Infine, per quanto riguarda le rimesse, il dato della Banca d’Italia relativo alla Sicilia, nel 2011, si
attesta sui 319 milioni di euro. Si tratta di un balzo in avanti di ben 80 milioni rispetto al 2010
(+33,3%) e di un vero e proprio raddoppio rispetto ai 159 milioni del 2006.
E sia chiaro, hanno concluso i relatori a Barcellona, che “il risparmio degli immigrati consente
sostegni ai nuclei familiari rimasti in patria o viene usato per il futuro rientro nel proprio paese degli
immigrati stessi. Si tratta di soldi, insomma, che pagano assistenza sanitaria e cure, beni alimentari e
di prima necessità, formazione e istruzione, fondi pensionistici e assicurazioni, acquisto di una casa o
avvio di una attività economica”.
Per ulteriori informazioni: diacono Santino TORNESI
cell. 338.2017995 fax 090.6684212; e-mail: [email protected]
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