artigianato74 - Città dei Mestieri

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artigianato74 - Città dei Mestieri
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tra arte e design
N°74 / Luglio 2009
Arte Nel Quotidiano
DOMO,
XIX Biennale
dell’Artigianato Sardo
Viaggio
nei Musei d’Italia
Premio
“Il Mobile
Significante 2009”
Richard Ginori 1735:
la contemporaneità della
tradizione
I Luoghi della Materia
Triennale della ceramica
d’arte contemporanea di Gualdo Tadino
Artigianato
Tra Arte e Design
Anno 2009 - Numero 74
Luglio/Agosto
www.mestieridarte.it
DIRETTORE RESPONSABILE:
Ugo La Pietra
DIREZIONE EDITORIALE:
Franco Cologni
A
Sommario
Ugo La Pietra / EDITORIALE
Non è tutto Oro quello che luccica
Mario Nivola
COMITATO SCIENTIFICO:
Enzo Biffi Gentili, Gillo Dorfles,
Vittorio Fagone, Anty Pansera
Arte nel Quotidiano
Anna Pau
REDAZIONE:
Alberto Cavalli
Simona Cesana
Alessandra de Nitto
DOMO, XIX Biennale dell’Artigianato Sardo
HANNO COLLABORATO:
Lorenzo Anselmi, Turi Aquino, Susanna Busoni, Enzo Castellana, Paolo
Coretti, Antonio Delfino, Maria Grazia
Fioriucci, Emanuele Nicastro, Mario
Nivola, Anna Pau, Francesco Sagone
Richard Ginori 1735: la contemporaneità della tradizione
INSERZIONI PUBBLICITARIE:
Fondazione Cologni
dei Mestieri d’Arte
IMPAGINAZIONE/GRAFICA:
Emanuele Zamponi
Simona Cesana
Ugo la Pietra
Premio “Il Mobile significante 2009”, sesta edizione
Alberto Cavalli
Trame Creative
Susanna Busoni / Lorenzo Anselmi
Arte in giardino... ovvero “una caccia al tesoro”
EDITING:
AG Media S.r.l.
UN PROGETTO DI:
Commisione Mostre ISA Caltagirone
I Luoghi della Materia
Paolo Coretti
Mosaico di Spilimbergo: due collezioni
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8
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Maria Grazia Fioriucci
In Copertina:
Ugo La Pietra,
Ceramiche
Futuro d’Arte,
Sigillo.
Triennale della ceramica d’arte
contemporanea di Gualdo Tadino
Alberto Cavalli
Viaggio nei Musei d’Italia
Alberto Cavalli
Fondazione Ricardo do Espírito Santo Silva
Franco Cologni
Semplicità & creatività
62
70
74
82
Comitato tecnico e corrispondenti per le aree artigiane
Alabastro di Volterra
Irene Taddei
Bronzo del veronese
Gian Maria Colognese
Ceramica campana
Eduardo Alamaro
Ceramica di Albisola
Viviana Siviero
Ceramica di Caltagirone
Francesco Judica
Ceramica di Castelli
Franco Summa
Ceramica di Deruta
Nello Teodori
Ceramica di Vietri Sul Mare
Massimo Bignardi
Ceramica faentina
Tiziano Dalpozzo
Ceramica piemontese
Luisa Perlo
Ceramica sestese
Stefano Follesa
Ceramica umbra
Nello Teodori
Cotto di Impruneta
Stefano Follesa
Cristallo di Colle Val d’Elsa
Angelo Minisci
Ferro della Basilicata
Valerio Giambersio
Gioiello di Vicenza
Maria Rosaria Palma
Intarsio di Sorrento
Alessandro Fiorentino
Legno di Cantù
Aurelio Porro
Pietra Serena
Gilberto Corretti
Pizzo di Cantù
Aurelio Porro
Tessuto di Como
Roberto De Paolis
Travertino romano
Claudio Giudici
Vetro di Altare
Mariateresa Chirico
Vetro di Empoli
Stefania Viti
Vetro di Murano
Marino Barovier
Federica Marangoni
Legno di Saluzzo
Elena Arrò Ceriani
Legno della Val d’Aosta
Franco Balan
Marmo di Carrara
Antonello Pelliccia
Marmi e pietre del trapanese
Enzo Fiammetta
Marmo del veronese
Vincenzo Pavan
Mosaico di Monreale
Anna Capra
Mosaico di Spilimbergo
Paolo Coretti
Oro di Valenza
Lia Lenti
Peperino
Giorgio Blanco
Pietra di Apricena
Domenico Potenza
Pietra lavica
Vincenzo Fiammetta
Pietra leccese
Luigi De Luca
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ULP, Il giardino delle delizie, tavolino con vasi, terracotta e smalto, realizzato a Nove, Edizioni SuperEgo Design, 2009.
Foto emanuelezamponi.com
UN OROLOGIO. DUE CERVELLI.
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sincronizzati da un unico organo regolatore. Appositamente creato per il primo
cronografo senza frizione, preciso al sesto di secondo.
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Jaeger-LeCoultre è partner dell’UNESCO per la conservazione dei siti
del patrimonio mondiale.
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World Heritage
Centre
Ugo La Pietra / EDITORIALE
Non è tutto oro
quello che luccica
In occasione del recente Salone del Mobile di Milano tutti
gli espositori, giornalisti, autori
all’unisono hanno proclamato
il rinnovato successo di questa
manifestazione legata al design.
Così, anche se la grande recessione internazionale annunciava
una contrazione dei consumi,
soprattutto quelli del settore
dell’arredo e della moda di cui si
può fare a meno (tenere ancora
per qualche anno il divano di
casa, portare lo stesso vestito
dell’anno scorso!), il Salone del
Mobile di Milano ha dato “rinnovati segni di crescita”! L’aumento
più vistoso è da registrare nelle
mostre “fuori salone” e nel Salone Satellite per gli studenti delle
varie scuole di design.
A ben vedere c’è qualcosa che
spiega la sopra citata contraddizione: perché in un momento
così difficile per l’economia (produzione e consumo) dobbiamo
registrare il grande successo del
Salone e del nostro design?
Primo: calano i consumi, crescono quindi le offerte da parte
dei produttori nella speranza di
stimolare quella parte di consumatori un po’ spaventati e un
po’ impigriti ma che comunque
volendo possono spendere.
6
Secondo: è sempre più evidente
che il sistema design (come da
tempo la moda) è un sistema
che poggia le sue basi sulla
comunicazione, e quindi se non
ci sono nuovi prodotti si possono
sempre incentivare le tecniche
capaci di coinvolgere e sedurre
il consumatore. Terzo: ci sono
migliaia di studenti e giovani
designer che, un po’ grazie a
laboratori sofisticati (soprattutto
nelle scuole straniere) un po’ per
la capacità che si è sviluppata
negli ultimi tempi di “autoproduzione”, approfittano del Salone
(Satellite e Fuori Salone) per
esporre prototipi nella speranza
di convincere qualche produttore
alla loro messa in produzione.
Così, il superficiale successo
del Salone è dovuto alla scarsa
attitudine nelle scuole di design
di fare ricerca di base, spingendo gli studenti del primo anno
universitario a cimentasi come
progettisti proponendo oggetti
che dovrebbero essere innovativi! A questi si aggiungono stuoli
di giovani designer che, sempre
più vicini alla figura dell’arcaico
artigiano-artista, si applicano in
una disciplina simile progettando e realizzando le loro opere
e proponendole all’azienda,
facendo risparmiare a quest’ultima molto lavoro di quello che è
rimasto dell’ufficio tecnico di un
tempo, sempre meno impegnato
nella fase di prototipizzazione.
Poi ci sono le aziende che ormai
non pensano più ai grandi numeri e si presentano con vere
e proprie “edizioni” di oggetti
realizzati con l’ausilio di ciò che
rimane del nostro artigianatoartistico: si moltiplicano le nuove
collezioni in ceramica soprattutto
perché non richiedono grandi investimenti. E infine c’è la
“messa in scena”: tutto ciò che di
effimero può essere costruito per
dare l’impressione di una crescita culturale e produttiva. Ma di
fatto tutto è solo un progetto che
tende a divertire, stupire, esaltare lo spettatore. Proprio come
nelle feste di paese: la banda, le
luminarie, la giostra… Finita la
festa tutto torna come prima.
Anche la città di Milano vive da
anni questo momento con grande entusiasmo ed euforia, ma
finita la festa nessun milanese
e turista ha mai colto il contributo di questa manifestazione al
miglioramento della nostra città:
nessuna traccia di buon design
per la capitale del design.
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Centre
Mario Nivola
Arte Nel
Quotidiano
Alla Fondazione Ragghianti di Lucca una mostra che ripercorre
la storia del design italiano d’artista tra il 1968 e il 2000.
Allestimento della mostra, opere di Aldo Rossi. Carlton, Ettore
Sottsass,1981.
La mostra “Arte nel quotidiano” raccoglie alla Fondazione Ragghianti
circa 120 opere (tra oggetti, mobili,
lampade) di 60 artisti e architetti,
suddivise per periodo, tendenza,
“scuderia” o autore oltre a una
sezione speciale (a cura di Mauro Lovi) dedicata alla “Collezione
Megalopoli”. La mostra si propone
di fornire una risposta a quanti,
in questi ultimi decenni, si sono
interrogati di fronte a “certi oggetti”
con la domanda: si tratta di arte o
di design? La risposta è che ci si
trova all’interno di diversi modi di
fare design: c’è un design che per
alcuni decenni ha rappresentato il
meglio delle nostre “arti applicate”
(vedi craft europeo), c’è un design
fatto di prototipi che hanno dimostrato la capacità di ricercare e
investigare nel mondo dell’oggetto
d’uso al di là della logica produttiva,
ci sono state vere e proprie incursioni dell’arte nel mondo del design
e viceversa, a cui si sono aggiunte
opere con chiaro riferimento ad
alcuni movimenti culturali.
Movimenti che negli ultimi decenni
hanno segnato l’evoluzione del
pensiero progettuale e del gusto:
dal design radicale della fine degli
anni Sessanta (Superstudio, Archizoom, La Pietra, Sottsass, Dalisi
per citare alcuni rappresentanti del
movimento) al post-moderno e neoeclettismo degli anni Ottanta.
La curatrice Isa Tutino, nel presentare la mostra, ha cercato di
evidenziare alcuni momenti chiave,
espressivi della storia del design
degli ultimi tre decenni del secolo scorso: dall’“anti-design” che
fa coincidere principalmente con
l’opera di Piero Fornasetti, ai riflessi
delle “esperienze pop” con le opere
dei cosiddetti radicali; e se è vero
che Sottsass, gli Archizoom e
Superstudio già alla fine degli anni
Sessanta erano particolarmente vicini alla corrente pop (già affermata
nell’arte), molti altri designer come
La Pietra, Pettena, il gruppo Strum,
si esprimevano con forme più vicine
ad un design (impegnato socialmente e politicamente) di stampo
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Allestimento della mostra; sul tavolo opere di Riccardo Dalisi.
europeo. A queste prime esperienze si aggiungono opere ispirate alla
“natura artificiale” (come il cactusattaccapanni di Ceretti - De Rossi
– Rosso) ma è con la collezione
voluta da Dino Gavina (gli “Ultramobili”) che la mostra entra ad
esplorare la grande area dei mobili
carichi di “significati poetici” con
alcuni esempi di autori che conducono proficuamente le proprie
esperienze progettuali in un percorso tra arte e design: un esempio
per tutti l’architetto-scultore Angelo
Mangiarotti. Quindi arrivano gli anni
Ottanta, con il grande movimento
del post-moderno che vede l’attenzione di tutto il mondo del design
rivolta nei confronti dei gruppi di
designer che si collocano all’interno
di Memphis e di Alchimia.
Mentre tutto sembra ruotare intorno alle opere di questi due gruppi,
pochi si accorgono di un movimento che stava crescendo e formando
nuove generazioni di designer e
10
che avrà vita più lunga, influenzando tutti gli anni Ottanta e Novanta: il
neo-eclettismo. Teorizzato da Ugo
La Pietra e avendo come premessa
culturale-sociale la modifica della
memoria (per la crescita dei mezzi
telematici e informatici) il neo-eclettismo apre la progettazione a tutta
la storia come un grande serbatoio
a cui accedere liberamente. A questa grande novità si aggiunge un
rinnovato rapporto verso la cultura
del fare, il design territoriale fino al
recupero dei valori fattuali ancora
presenti nell’artigianato artistico
e nell’area della produzione del
mobile classico e in stile. Più volte
La Pietra ha provocatoriamente paragonato l’Islam al neo-eclettismo
e i radicali talebani ai post-moderni
che esaltarono solo alcuni elementi (stilemi) riferibili soprattutto al
recupero della classicità. Si continua con l’analisi di altri casi isolati
come Bruno Munari e Nanda Vigo
e le figure di altri artisti, per arrivare
agli Novanta con “La presenza del
passato”, emblematico il lavoro
di Aldo Rossi, con la “Poetica del
frammento” con il torinese Toni
Cordero o il pugliese Antonio Annicchiarico e con “Un mondo da fiaba”
e “Suppellettili d’artista” con opere
di Riccardo Dalisi, Luigi Serafini,
Cinzia Ruggero, Emilio Tadini.
Al di là delle polemiche tra gruppi di
tendenza, quello che questa mostra
vuole indicare, a chi ancora deve
scrivere la vera storia del design
italiano, è che prima o poi si dovrà definire il cosiddetto percorso
irrazionale (dal surrealismo all’internazionale situazionista, dalla
Bauhaus immaginista, al gruppo
Cobra, dall’architettura radicale
all’adochismo fino al post-moderno
e al neo-eclettismo) opposto a quello razionale, molto spesso percorso
del design industriale internazionale. Catalogo edito dalla Fondazione
Ragghianti.
Foto della Collezione Megalopoli.
La cabina dell’Elba, Aldo Rossi, 1980.
Arte nel quotidiano.
Un percorso tra arte e design
A cura di
Antonia Jannone, Isa Tutino,
Mauro Lovi
Fondazione Ragghianti,
Complesso di San Micheletto
Via San Micheletto 3 - Lucca
18 giugno – 20 settembre 2009
www.fondazioneragghianti.it
[email protected]
11
Anna Pau
DOMO, XIX Biennale
dell’Artigianato Sardo
Ritorna a Sassari la manifestazione che promuove l’eccellenza e la vitalità
dell’artigianato sardo
Poltroncina
Gedda,
giunco,
Designer
Angelo Figus,
Artigiana
Maria
Raimonda
Pinna, San
Vero Milis.
12
Scrittoio carretto, legno di quercia (elementi smontabili), Designer
Valentina Follo, Artigianato&design, Nuoro.
A distanza di 12 anni dall’ultima
edizione, si apre la XIX Biennale
dell’Artigianato Sardo di Sassari,
promossa dalla Regione Sardegna,
Assessorato Turismo, Artigianato
e Commercio e organizzata dalla
Ilisso edizioni, con una formula
innovativa: 32 designer e 60 laboratori ripensano creativamente – oltre
300 oggetti inediti – la produzione artigiana di una delle regioni
più ricche di tradizione in questo
campo. Il titolo scelto per la mostra,
Domo, rende omaggio all’epicentro
simbolico della cultura della Sardegna: la casa. La casa è per i sardi
domo, come per i latini: uno spazio
che nella società tradizionale era di
estrema semplicità e povertà ma al
tempo stesso ricco di una sapienza estetica distillata nei secoli. Dal
ricordo di questo spazio elementare
scaturisce il progetto di una mostra
che ripropone non le forme ma la
logica e che offre un filo conduttore
alla lettura degli elaborati artigiani e
li colloca in un contesto capace di
farne risaltare bellezza e funzionalità. Domo non ricostruisce ma evoca la casa sarda, adattandola alle
modalità abitative e alle tendenze
visive di oggi. Domo è un’idea di
Sardegna che si sposa a un’idea di
contemporaneità: un modo di abitare caldo, confortevole, di un’eleganza fatta di storia, memoria, manualità. Sul solco di un’antica cultura
materiale, gli anni Cinquanta del
Novecento vedevano nascere in
Sardegna un nuovo artigianato
che rivisitava l’eredità del passato
alla luce del gusto contemporaneo.
Frutto dell’intervento di un gruppo
di artisti capeggiati dallo scultore
Eugenio Tavolara e dall’architetto
Ubaldo Badas e riuniti sotto la sigla
ISOLA (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano), la produzione
sarda veniva presentata al pubblico
in una serie di mostre biennali che,
molto seguite dalla stampa internazionale, e sostenute con entusiasmo in Italia da Giò Ponti sulle
pagine di Domus, ebbero grande
successo. La stagione d’oro
dell’ISOLA, che fece di Sassari
una sorta di capitale dell’artigianato, doveva però rivelarsi di breve
durata. A partire dagli anni Settanta, la mancanza di una direzione
artistica e politiche di commercializzazione inadeguate ne determinarono la crisi, portando alla
cessazione delle mostre nel 1997
e alla chiusura dell’ente nel 2006:
la produzione artigiana, intanto,
pur mantenendo livelli eccellenti
di qualità tecnica, perdeva il suo
legame con la qualità del progetto
e scivolava sempre più dall’arredo
al souvenir. La XIX edizione della
Biennale dell’Artigianato assume
il senso di una verifica e di un
laboratorio, di una riflessione sul
passato e di una scommessa sul
futuro. La ricognizione – necessariamente parziale, per quanto
approfondita – compiuta da Domo
rivela uno scenario animato, in
cui, se alcuni settori non hanno
retto alle trasformazioni degli ultimi
13
Issa, un metro
di stoviglie.
Terracotta
smaltata,
Designer
Antonello
Cuccu,
Artigiano
Terrapintada,
Bitti.
14
15
decenni, altri sono cresciuti vivacemente, come oreficeria, tessitura o
ceramica. L’intervento dei designer,
volto a ripensare procedimenti
esecutivi e campi d’applicazione
delle tecniche così come a inventare forme nuove, ma ricche del
ricordo della tradizione, ha gettato
in molti casi il seme di ulteriori collaborazioni e sviluppi. Domo indica
nell’abbinamento tra eccellenza
tecnica e progetto di qualità il possibile domani dell’artigianato sardo.
Perché questo possa svilupparsi in
un contesto globalizzato, segnato
da profonde trasformazioni sociali e
culturali rispetto al passato, occorre
puntare – come sottolinea in catalogo Giuliana Altea – «su un’ipotesi
di “slow design”, antidoto al rapido
consumo delle idee e delle risorse,
e su una produzione di nicchia,
da sviluppare nella pratica della
piccola serie o edizione limitata, in
cui una consolidata tradizione di
eccellenza tecnica si allei a un’alta
qualità progettuale, e la memoria
del passato si unisca a una sensibilità contemporanea». La mostra
è allestita nell’edificio del Carmelo,
che si sviluppa su tre livelli (piano terra, primo e secondo piano),
ciascuno esteso per 1000 mq. La
sua storia – dapprima convento
poi caserma e infine scuola – ha
segnato lo spazio dei suoi ambienti
che oggi, restituiti nel 2008 dopo un
decennio di restauri, si presentano
tra loro morfologicamente diversificati. Il piano terra, con vaste sale
comunicanti coperte a botte, archi,
tre ampie vetrate affacciate sul
patio, si stacca dai due superiori
segnati invece da un ampio corridoio che bipartisce le sale a destra e
sinistra, secondo un impianto più rigido. Gli obiettivi da raggiungere da
parte dei due progettisti, Antonello
Cuccu e Alessandro Floris, sono
stati da un lato la valorizzazione e
riscoperta dell’artigianato attraverso
un inedito racconto visivo – controcanto ai nuovi contenuti presentati.
L’ipotesi progettuale – fondata sul
perseguire una decontestualiz-
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Tappeto, lana sarda, Designer Nanda Vigo, Artigiano Eugenia Pinna.
Brocco, terracotta smaltata, Designer Giulio Iacchetti, Artigiano Gianni Deidda, Assemini.
Collier
Cukina, in
oro bianco e
giallo lavorato
in filigrana,
Designer
Adriana
Delogu.
Borsa in cotone seta e lino in tinta con essenze naturali, Designer Roberta Morittu, Artigiana
Giuseppina Casu, Pompu.
Un momento dell’inaugurazione della manifestazione.
zazione dei manufatti presentati,
proponendoli in modo originale
e inconsueto, tale da offrirli favorendone la riscoperta da parte del
pubblico – è fondata su elementi
essenziali realizzati in metallo,
tessuto, legno, pvc. La visita non
segue una logica rigida. Le sale
sono organizzate tematicamente
(es: asinelli, bagno) oppure secondo l’assonanza di certe declinazioni
materiche (es: coltelleria, oreficeria,
tessitura). Si può tuttavia indicare
come al primo piano (sale 1-9) siano allestiti ambienti che rimandano
all’area soggiorno-pranzo della
casa mentre al secondo e ultimo
piano (sale 10-16) sono allestite
sezioni che rimandano all’area
notte con annessi aspetti più privati
come quello attinente l’abito e i
suoi accessori. Completano l’offerta
visiva e didattica le foto delle 60
botteghe artigiane, realizzate da
Maria Teresa Cosseddu. Il piano
terra, ultima parte dell’iter espositivo, ospita la sezione documentaria
con taglio etnoantropologico anche
Elemento per pannello
murario, terracotta smaltata
Designer Alessio Tasca,
Artigiano Terrapintada, Bitti.
legato alle produzioni curate dall’ex
ISOLA. Perno centrale è il vasto
ambiente i cui contenuti sono arricchiti dai filmati d’epoca realizzati
dal noto documentarista sassarese
Fiorenzo Serra. In questa sezione,
tesa a presentare gli oggetti ai quali
si affida più chiara l’endemicità
della cultura popolare della Sardegna (cassapanca, coltello, bisaccia,
brocca, ecc.), sia arcaica sia nel
suo innesto aggiornato (Badas,
Tavolara dapprima con ENAPI
e poi con ISOLA), sono presenti
due importanti manufatti ceramici
(Tasca-Terrapintada) di nuova proposizione, qui collocati proprio per
la loro dimensione spettacolare.
20
Pentola, terracotta invetriata, Designer Paolo
Ulian, Artigiano Giovanni Deidda, Assemini.
Cesto, olivastro e nastri, Designer
Annalisa Cocco, Artigiano Antonello
Utzeri, Villaputzu.
Coltello, acciaio e corno di bufala,
Designer Giulio Iacchetti, Coltelleria
Is Lunas, Villanovaforru.
Designer coinvolti:
Nilla Idili, Studio Ito, Paolo Ulian,
Giulio Bacchetti, Lia Di Gregorio,
Pierluigi Piu, Berselli e Cassina,
Ugo la Pietra, Tomoko Mizu,
Laudani e Romanelli, Antonello
Cuccu, Florence Quellien, Annalisa
Cocco, Roberta Morittu, Paolo
Marras, Nanda Vigo, Italo Antico,
Valentina Follo, Alessandro
Artizzu, Palomba e Serafini,
Maria Calderara, Gianfranco
Pintus, Angelo Figus, James
Irvine, Salvatore+Marie, Vincenzo
Marini, Alessio Tasca, Lee Babel,
Giuseppe Flore, Eugenia Pinna,
Vittorio Bruno, Andrea Bruno,
Adriana Delogu
Artigiani coinvolti
Tessitura
Società Cooperativa N.S. De
Gonare, Sarule Su Marmuri,
Ulassai; Maria Daniela Ghiani, Isili;
Su Trobasciu, Mogoro; Eugenia
Pinna, Nule Su Telarzu, Dorgali;
F.lli Noli, Tonara; Tessile Prof.
Cannas, Aggius; Tessile Medusa,
Samugheo; Artessile, Urzulei;
Arte Tessile, Samugheo; Su
Telalzu, Bonorva; Antonina Atzeni,
Morgongiori; Giuseppina Casu,
Pompu; Liana Ardu, Lunamatrona;
S’iscaccu, Bolotana.
22
Ricamo
Le Trame, Busachi; La Robbia,
Atzara.
Cestineria
Maria Raimonda Pinna, San Vero
Milis; Barbarina Ligas, Minnai;
Alessandra Bennici, Flussio;
Antonello Utzeri, Villaputzu.
Ceramica
Terrapintada, Bitti; Raku, Cagliari;
Ceramiche Manis, Oristano;
Giovanni Deidda, Assemini; Terra
Acqua & Fuoco, Luogosanto;
Angelo Sciannella, Cabras; Luigi
Nioi & Figli, Assemini; Giuseppe
Locci, Assemini; Ceramiche
Artistiche Claudio Pulli, Selargius;
Keramos, Macomer.
Sughero e legno
Nonsoloferro, Senorbì; Artintaglio
Mastru Mimmiu, Buddusò;
Arredamenti Cherchi, Orosei;
Paolo Murreddu, Orosei;
Artigianato&Design, Nuoro; Marco
Cortopassi, Sassari.
Lapideo
Basilio Frongia, Samugheo; Cp
Basalti, Borore.
Oreficeria e corallo
Bottega Di Matteo, Sassari;
Creazioni Antonello, Nuoro;
Francesco Cadinu, Nuoro; Bruno
Busonera, Cagliari; Galdino
Saba, Cagliari; Laboratorio
Orafo Vadilonga, Bosa; F.O.A.G.,
Villacidro; Vittorio Piras, Cagliari;
Massimo Soro, Cagliari; Franco
Zedda, Iglesias; Valentina Garau,
Sassari; Inventos de Pratta,
Sassari.
Metallo
BAM Bottegartemetalli, Nuoro;
Luigi Pitzalis, Isili; Pierpaolo Ziranu,
Orani; Antonio Fogarizzu, Pattada;
Coltelleria Is Lunas, Villanovaforru;
Gino Moledda, Nuoro.
DOMO, XIX Biennale
dell’Artigianato Sardo
26 giugno-29 agosto 2009
IL CARMELO,
via Archivolto del Carmine
Sassari
aperto dal lunedì al sabato,
ore 10-13 / 17-21
Vetro
Studio Vetrarte .
www.domobiennale.it
Pelletteria
Grazia Fronteddu, Dorgali; Marlis
Pelleteria, Oristano.
Info:
[email protected]
TEL: +39 0784-33033
RICOSTRUIRE IL FUTURO
Dalla crisi e dal terremoto le sde della nuova Italia
Guardiagrele e Chieti
17-18 luglio 2009
Provincia
di Chieti
Comune
di Chieti
Comune di
Guardiagrele
“Io penso che, al di là delle misure che i banchieri centrali immaginano, i produttori hanno il dovere di accettare la sda,
che è quella della qualità”
Gianni Masciarelli
Contro la crisi, oltre la crisi. È una sda che l’Italia può vincere
se saprà cogliere nelle caratteristiche del suo sistema produttivo, delle sue qualità territoriali le radici di una scommessa
sul futuro.
La ricostruzione de L’Aquila e del suo territorio è oggi parte importante di questa sda. Una prova impegnativa e difficile che
richiede coesione sociale, sussidiarietà, visioni e progetti condivisi per poter chiamare a raccolta le forze, i saperi e i talenti
abruzzesi. L’Italia, come l’Abruzzo, ha bisogno di essere messa
in rete, raccontata, rappresentata per quello che è, di riconoscersi in un progetto comune per essere più consapevole della
propria forza, più orgogliosa e più sicura del proprio futuro.
A partire dalla green economy che già oggi è il terreno di molte
imprese e territori italiani che hanno puntato sulla qualità, dimostrando così quanto per il nostro paese sia conveniente un
forte investimento sulle frontiere della conoscenza, nei settori
più attivi e creativi, dall’innovazione tecnologica al risparmio
energetico, alle fonti rinnovabili.
Di quali alleanze e strategie sviluppare per ricostruire il futuro
dell’Italia e dell’Abruzzo discuteranno reti, istituzioni, imprenditori ed esponenti del mondo della ricerca e della cultura nel
Seminario Estivo di Symbola che quest’anno si terrà a Guardiagrele, nello splendido scenario del Parco nazionale della
Majella, e a Chieti.
Il Seminario estivo è promosso in collaborazione con:
gruppo
istemi 2000
Per Informazioni:
Symbola - Fondazione per le qualità italiane
tel 06 45430941 - fax 06 45430944
[email protected] - www.symbola.net
VENERDÌ 17 LUGLIO
Guardiagrele (CH), Chiesa San Silvestro ore 9.30
Saluti
MARIO PALMERIO - Sindaco di Guardiagrele, ENRICO DI GIUSEPPANTONIO - Presidente Provincia Chieti, DINO DI VINCENZO - Presidente CCIAA
Chieti, NICOLA CIMINI - Direttore Parco Nazionale Majella, MARINA CVETIC - Titolare Azienda Agricola Masciarelli
Riessioni Introdu�ve
FABIO RENZI - Segretario generale Symbola
Presiede
ERMETE REALACCI - Presidente Symbola
L’Abruzzo delle qualità territoriali ore 10.00
Relazioni Introdu�ve
GIANFRANCO GIULIANTE - Presidente Parco Nazionale Majella e Vicepresidente Federparchi, VALENTINO VALENTINI - Presidente Associazione Città del Vino e Presidente Res Tipica
Intervengono
ANTONIO CARRARA - Presidente Comunità Montana Peligna, ANTONIO
CENTI - Presidente ANCI Abruzzo, ARTURO DIACONALE - Commissario
straordinario Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga, ANGELO
DI MATTEO - Presidente Legambiente Abruzzo, NAZZARENO FIDANZA Presidente Parco Regionale Sirente Velino, MICHELE FINA - Assessore
Ambiente e Risorse Naturali Provincia de L’ Aquila, SETTEMBRINO GIANDONATO - Sindaco San Martino sulla Marrucina, DANIELE KIHLGREN Titolare Sextantio, DOMENICO PASETTI - Presidente Coldiretti Abruzzo,
GIUSEPPE ROSSI - Presidente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise,
GIOVANNI TAVANO - Amministratore delegato e Direttore creativo Carsa
Green economy: esperienze e prospe�ve ore 15.30
Relazioni introdu�ve
MASSIMO COLOMBAN - Presidente Parco Tecnologico VEGA, FRANCESCO FERRANTE - Vicepresidente Kyoto Club
Intervengono
GIANLUIGI ANGELANTONI - Presidente Gruppo Angelantoni, LUIGI BENEDETTO - Amministratore delegato Mondo Fin, SERGIO LUPI - Presidente
Gruppo Sistemi 2000, ALFONSO MERCURIO - Presidente AMA Group,
CARLO MONTALBETTI - Direttore Comieco, MARZIO FLAVIO MORINI Presidente Consulta ANCI Ambiente, GIUSEPPE RANALLI - Presidente
Tecnomatic, FEDERICO VITALI - Presidente Gruppo FAAM
Conclude
GIUSEPPE MUSSARI - Presidente Forum Symbola e Presidente Banca
Monte dei Paschi di Siena
SABATO 18 LUGLIO
Chieti, Teatro Marrucino ore 9.30
Ricostruire il futuro. Un nuovo Abruzzo per una nuova
Italia
Saluti
FRANCESCO RICCI - Sindaco di Chieti, GIANNI CHIODI - Presidente Regione Abruzzo, ROBERTO DI VINCENZO - Amministratore Symbola
Introduce e coordina
LUIGI VICINANZA - Direttore “Il Centro”
Intervengono
GUIDO BERTOLASO - Capo Dipartimento Protezione Civile e Sottosegretario di Stato Presidenza Consiglio Ministri, PAOLO BUZZETTI - Presidente
Associazione Nazionale Costruttori Edili, CRISTIANA COPPOLA - Vicepresidente Conndustria con delega per il Mezzogiorno, FERRUCCIO DARDANELLO - Presidente Unioncamere, CESARE FUMAGALLI - Segretario
generale Confartigianato, SERGIO GALBIATI - Presidente Conndustria L’
Aquila, IVAN MALAVASI - Presidente CNA, GIUSEPPE MORANDINI - Vicepresidente e Presidente Consiglio centrale Piccola Industria Conndustria, FRANCO PASQUALI - Segretario generale Coldiretti, STEFANIA
PEZZOPANE - Presidente Provincia de L’Aquila, GIORGIO VITTADINI - Presidente Fondazione per la Sussidiarietà
Conclude
ERMETE REALACCI - Presidente Symbola
23
Simona Cesana
Richard Ginori 1735:
la contemporaneità
della tradizione
La storica manifattura di Sesto Fiorentino ha
presentato in occasione del Salone del Mobile di
Milano eventi e nuove collezioni all’insegna della
più alta tradizione dell’eccellenza italiana
Piatto Oceano, Particolare. Richard Ginori 1735, design by Gian Battista Vannozzi.
Evento Richard Ginori 1735, Fuori Salone 2009, Milano.
Il Salone del Mobile dello scorso
aprile è stata un’occasione per la
Richard Ginori, azienda con quasi
trecento anni di storia, di proporsi
all’interno del circuito milanese
del design con uno slancio rinnovato, frutto di collaborazioni con
importanti realtà quali Pitti Immagine, Missoni Home e Fondazione
Albini che, insieme alla sua solida
identità, hanno offerto al pubblico
l’opportunità di entrare in contatto
diretto con la raffinata produzione
della manifattura. La scenografica
messa in scena concepita da Paola
Navone per l’allestimento del “Taste
lounge” (realizzato in collaborazione con Pitti Immagine) ha dato
un’interpretazione ampia e vivace
dell’azienda e delle sue collezioni,
utilizzando non solo gli oggetti ma
anche immagini e suggestioni visi-
26
ve legate alla storia dell’azienda, le
creazioni di porcellana provenienti
dalla fabbrica, intere, spezzate
a formare tessere di mosaico o
rielaborate in modi diversi, per una
rilettura d’autore dell’identità e dello
stile Ginori. Avventurandosi nel
Padiglione Visconti di via Tortona
è stato possibile infatti passeggiare attraverso “totem” di purissima
porcellana bianca Ginori, osservare
gigantografie delle fasi di lavorazione, vedere gli stampi, i pennelli,
i colori fino a gustare un arazzo di
porcellana realizzato con centinaia
di piatti decorati in edizione limitata.
All’Università Statale di Milano è
stata invece presentata la mostra
dal titolo “DNA” che ha inteso
ricostruire un itinerario storico e
artistico a coprire oltre tre secoli di
costante ricerca del bello e della
perfezione della manifattura di
Sesto Fiorentino, pur concentrando
le sue attenzioni sul XX secolo e,
in particolare, sugli originali esiti
artistici della collaborazione tra
Richard Ginori e la Fondazione
Franco Albini che si è concretizzata
nella riproduzione in porcellana di
alcuni degli oggetti di design per la
casa e l’ufficio disegnati da Albini,
maestro del razionalismo italiano.
Le riproduzioni di questi oggetti
sono state realizzate da Richard
Ginori in collaborazione con la Fondazione Franco Albini e si possono
considerare un saggio di maestria
tecnica e sensibilità artistica in
quanto riescono a rendere fedelmente sulla porcellana l’originalità
concettuale e la complessità di
fattura di oggetti pensati da Franco
Albini per le caratteristiche di altri
Linea Mare, Piatto,
Prodotto da Richard Ginori
1735, design by Giovanni
Gariboldi.
Linea Mare, Piatto, Particolare. Prodotto da Richard
Ginori 1735.
Linea Mare, Piatto, Particolare. Prodotto da Richard
Ginori 1735.
materiali. Oltre a questa originale
collezione, il Salone milanese è
stata l’occasione per presentare
altre nuove collezioni con la collaborazione di vari designer tra cui
Kikuoka, Gian Battista Vannozzi,
Elena Plebani, Studio Sartogo,
Setsu e Shinobu Ito. In particolare la collezione “T per Gariboldi”,
inserita nella “Linea Arte”, riedita
una serie di quattro vasi frutto delle
sperimentazioni di Giovanni Gariboldi svolte negli anni Quaranta,
descritte nel “Tariffario degli oggetti
speciali” conservato presso
l’Archivio del Museo della
Manifattura di Doccia.
Questa nuova produzione mette in rilievo
la “matericità” dei
supporti e il gioco
illusorio tra l’essere
e l’apparire, enfatizzato dal rapporto
tra porcellana e
smalto colorato, il
tutto in una raffinata reintepretazione
del design degli
anni Trenta e Quaranta. Ai disegni
originali di Giovanni
Gariboldi, successore di Gio Ponti
nella carica di direttore artistico
della Manifattura Ginori di Doccia,
è ispirato anche il servizio da tavola
“Linea Mare” che riprende il tratto
caratteristico dell’opera di Gariboldi
ovvero piatti di porcellana bianca
in cui i decori, posizionati sulla
falda, consistono in sottili scanalature e motivi in rilievo ispirati alla
vita marina. È così che eleganti
pesci e leggiadri polipi, danzando
sul piatto, confermano l’attualità
dell’eleganza e della raffinatezza di
un progetto datato 1940.
E il mare è anche il riferimento per
la collezione “Oceano” disegnata da Gian Battista Vannozzi. In
questo servizio l’omaggio al design
storico della Richard Ginori, di cui
Ponti e Gariboldi sono stati maestri,
si realizza con il raffinato motivo
28
Linea Mare, Piatto. Prodotto da Richard Ginori
1735.
Linea RedPixel, Piatti. Prodotto
da Richard Ginori 1735, design
by Kikuoka.
Elefante Fermalibri,
Collezione Albini,
Presentato al
salone del mobile
2009.
Willem deRidder, “(nothing
to) hide”, cestini in pelle cotta,
Design Academy di Eindhoven,
FuoriSalone, Milano, 2009
Linea RedPixel, Piatto. Prodotto da
Richard Ginori 1735.
decorativo declinato in minuscole
squame di pesce, riportato sulla
falda del piatto. L’effetto cangiante
e variegato delle squame intesse
un mutevole ordito, una sorta di
preziosa rete nella quale i pesci
platino si impigliano come preziosi gioielli. La reinterpetazione
dei classici decori Ginori, come
ad esempio quello detto dei “Galli
Rossi” è quella che ritroviamo nella
collezione “Red pixel” disegnata
da Kikuoa: il decoro allargato al
massimo fattore di ingrandimento,
come sotto una lente, acquisisce un
carattere astratto, giovane e fresco
che rimanda a cromie digitali. In più
il decoro è stato applicato sulla forma “Venezia”: piatti e complementi
di porcellana dalla linee semplici e
senza rilievi che enfatizzano ancora
di più la modernità di questo decoro
che con i suoi “tagli al vivo” e zoom
ottici, offre combinazioni decorative
libere e sempre diverse. Queste
nuove collezioni di servizi per la
tavola sono tutte collegate dal filo
rosso della storia di Richard Ginori:
decori e stilemi di modernità classica reinterpetati con nuove applicazioni, nel rispetto dell’identità di un
marchio che, nei suoi trecento anni
di attività, è sempre stato caratterizzato da una ricerca raffinata sui
prodotti, sui materiali, sui decori
grazie alla collaborazione dei
grandi maestri dell’arte e del design
italiano e alla maestria dei migliori
artigiani della porcellana.
Cavallo Alato e Vasi, Collezione Albini,
Presentato al salone del mobile 2009.
29
Premio “Fondazione Aldo
Morelato” Becoming Narcoleptic
di Daniel Anthony Rossi,
Jonathan Alexei Wray e Adam
Farlie, Olanda.
Ugo La Pietra
Premio “Il Mobile significante
2009”, sesta edizione
Presso la Fondazione Aldo Morelato si sono svolte le Giornate Internazionali di Studio
con la premiazione del Concorso “Il Mobile Significante: i luoghi del riposo domestico”.
Premio “Fondazione Aldo Morelato”
Becoming Narcoleptic di Daniel Anthony
Rossi, Jonathan Alexei Wray e Adam
Farlie, Olanda.
32
Si è riunita il giorno 11 giugno,
presso la sede della Fondazione
Aldo Morelato in località Ca’ del
Lago (Cerea) nella Bassa Veronese, la giuria composta da Giovanni
Anceschi, Silvana Annicchiarico,
Marco Ferreri, Ugo La Pietra,
Ettore Mocchetti, Giorgio Morelato per assegnare i premi della VI
edizione del Concorso “Il Mobile
significante”. Il tema di questa edizione riguardava la progettazione
di oggetti nati dalla considerazione
di nuovi modelli relativi alla ritualità
del riposo nell’ambiente domestico.
Riposo inteso come: recupero di
energie, relax, decompressione
rispetto a una giornata di lavoro, sonno notturno, siesta, ecc…
anche questa è un’attività! E come
ogni altra attività dell’uomo si è
arricchita nel tempo di strumenti e
luoghi organizzati per svolgerla al
meglio. I concorrenti quindi si sono
dovuti confrontare con le nuove dinamiche lavorative e di vita urbana
che stanno, di fatto, modificando i
nostri rituali domestici coinvolgendo
quindi anche la sfera del riposo.
Il concorso, aperto a tutti i progettisti italiani e stranieri che per studio
o professione sono impegnati nel
design e nelle arti applicate, prevedeva un premio per i designer
professionisti e uno per gli studenti.
Hanno partecipato inoltre al concorso, su invito della Fondazione Aldo
Morelato, 13 designer come candidati al “Premio Istituto Regionale
Ville Venete” con il preciso scopo di
trovare una relazione ambientale e
d’uso con questi storici edifici.
La giuria ha assegnato all’unanimità i seguenti premi:
- “Premio Fondazione Aldo Morelato” al progetto “Becoming Narcolep-
Premio “Fondazione Aldo Morelato”, la Giuria mentre visiona i progetti.
tic” di Daniel Anthony Rossi, Jonathan Alexei Wray e Adam Farlie, un
gruppo di progettisti olandesi, per
aver interpretato in modo semplice ed originale l’argomento riposo
attraverso una famiglia di oggetti
capaci di esprimere con la loro gestualità “l’abbandonarsi” al sonno;
- “Premio Istituto Regionale Ville
Venete” ex-aequo al progetto “nandopessoa” del gruppo ID – LAB di
Milano per aver interpretato con
ironia provocatoria il disagio esistenziale di questi tempi, attraverso
un gioco domestico alternativo, e
al progetto “Ascolto il tuo cuore”
di Carlo Guenzi (Milano) per aver
progettato un sistema riferito alla
tipologia “dormeuse”, capace di
caratterizzarsi con i simboli zoomorfi riferibili alla cultura della Villa
Veneta. Per questa categoria sono
stati inoltre segnalati due progetti:
34
“Nest: seduta per esterni” di Ilaria
Marelli e “Sistema minimal” di Anna
Deplano.
- “Premio Scuola Appio Spagnolo”
riservato agli studenti, ex-aequo al
progetto “Sukiya” di Valentina Pozzi
e Andrea Sperandio (Forlì Cesena)
per aver interpretato il luogo del
riposo come abitacolo essenziale
che isola ma non separa dal mondo
esterno e al progetto “Il Balano” di
Iacopo Aquino (Avellino) per aver
interpretato il tema dell’isolamento esasperandolo come morbido
guscio all’interno dello spazio
domestico. È stato inoltre segnalato
il progetto “B/Rex” di Federico Arcidiacono e Antonio De Castro.
Alla valutazione dei progetti del
concorso è quindi seguita una giornata di studi da parte dei membri
della giuria che hanno approfondito i temi relativi al “riposo” come
Premio “Istituto Regionale Ville Venete”:
ex aequo nandopessoa del gruppo ID LAB, Milano.
Premio “Scuola Appio Spagnolo”: ex aequo
SUKIYA degli studenti Valentina Pozzi e Andrea Sperandio, Forlì Cesena.
Premio “Scuola Appio Spagnolo”: ex aequo
Il Balano dello studente Iacopo Aquino,
Avellino.
momento alternativo al lavoro (la
giornata ha visto anche un momento di confronto aperto al pubblico
nel pomeriggio del 12 giugno).
Gli argomenti trattati verranno
pubblicati nel volume di prossima
uscita (che sarà presentato presso
la Triennale di Milano) “Il mobile
significante: i luoghi del riposo
domestico”. Alla fine del seminario
il pubblico ha potuto visitare le sale
del Museo delle Arti Applicate nel
Mobile MAAM, da poco arricchito
dell’opera “Alberobello” donata da
Aldo Cibic e realizzata da Morelato,
un tavolo che rappresenta un’interpretazione concettuale dell’albero
36
e della sua vita. Quindi la serata si
è conclusa nello splendido scenario del parco di Villa Dionisi con
una cena allietata dalle note della
Sound Art Orchestra, orchestra jazz
della Fondazione Morelato.
Premio “Istituto Regionale Ville Venete”: ex aequo Ascolto il tuo cuore dell’Arch. Carlo Guenzi, Milano.
Tavolo scultura progettato da Aldo Cibic e realizzato
da Morelato srl, nuova donazione al Museo MAAM
della Fondazione Aldo Morelato.
37
Alberto Cavalli
Trame creative
L’eccellenza del tessile italiano si basa su mestieri d’arte
antichi di secoli, e su contemporanee professioni dove il
know-how si lega al design e alla tecnologia
Orditura, Tessitura Gaggioli (www.tessituragaggioli.it), Zoagli.
Particolare della tessitura a Liccetti,
Laboratorio La Tela, Macerata.
Parole di seta e sillabe di velluto:
così la poetessa americana Emily
Dickinson descrive i divini messaggi dell’amore. Dalla poesia alla
letteratura, ogni volta che occorre
innalzare un concetto, sottolineare
un’eccellenza, certificare una supremazia, si ricorre alla seta.
Il mondo degli artigiani-artisti italiani
legato alla lavorazione della seta
offre una visione interessante
del mondo dei mestieri d’arte: la
rilevanza storica del settore ha da
subito proiettato il savoir-faire dei
setaioli comaschi in un contesto
internazionale, dove la seta italiana
tuttora si distingue per qualità, creatività e un binomio di tradizione e
innovazione. Il disegno su tessuto,
la ricerca, la lavorazione di nuovi
materiali, le innovative tecniche di
tessitura, le colorazioni e le stampe
rappresentano una risorsa straor-
40
dinaria del Made in Italy, e richiedono figure professionali di matrice
artigianale che sappiano ricevere,
apprezzare e trasmettere la grande
tradizione culturale italiana. Una
cultura che ora deve e vuole accettare le sfide del gusto contemporaneo e della tecnologia, per declinare in maniera propositiva e attuale
l’antica professione del tessitore.
Il distretto
della seta di Como
Il distretto serico comasco ha una
lunga storia: la filatura e torcitura
della seta grezza vi vengono infatti
praticate fin dal XVI secolo. È però
solo a partire da metà Ottocento
che a queste fasi di lavorazione si
accompagnano anche la tessitura e
la confezione del capo finito.
La presenza e il lavoro dei maestri
d’arte è e rimane fondamentale
per garantire al settore l’eccellenza
per la quale è giustamente famoso: e nel distretto di Como sono
tuttora attivi numerosi artigiani
della tessitura, del disegno su seta,
della decorazione. La creatività
e il saper-fare di questi artigianiartisti, spesso operanti all’interno
delle grandi aziende ma in molti
casi anche organizzati in imprese
individuali o in piccoli laboratori artigianali, gioca un ruolo fondamentale non solo nel tessile, ma anche
nel successo del prêt-à-porter di
lusso italiano. Nel distretto di Como
sono localizzate imprese leader nel
mondo, quali la Mantero e la Ratti:
quest’ultima, in oltre 60 anni di
attività, ha implementato la propria
professionalità applicandola al ciclo
completo della nobilitazione della
seta e delle altre fibre naturali. Tra
le numerose figure professionali
legate al mondo dei mestieri d’arte, ce ne sono alcune connesse in
particolare allo sviluppo tecnologico
e del sistema di filiera: tra queste,
di grande importanza è per esempio il converter. I converter sono
operatori che ordinano la tessitura
o la tintura e la stampa del tessuto
alle imprese, seguendo le specifiche indicazioni di stile che ricevono dai propri committenti; in altre
parole, decidono ciò che dovrebbe
essere prodotto e fanno muovere il
prodotto attraverso le varie fasi del
processo. Un ruolo di grande rilievo
nell’industria serica è anche quello
del textile designer. Il suo lavoro
consiste nell’ideare disegni o fantasie bidimensionali che verranno
successivamente sviluppati attraverso il lavoro a maglia, la tessitura
o la stampa su tessuto. Una volta
sviluppato il progetto, questo verrà
poi riprodotto per la commercializzazione, per sviluppare capi unici
o semplicemente come tessuto
destinato alla vendita diretta. Textile
designer ante litteram, Beppe Spadacini è un maestro dell’illustrazione
su seta attivo a Como fin dagli anni
Sessanta, noto per i suoi straordinari disegni di paesaggi esotici.
Il distretto
laniero biellese
L’area di Biella comprende 82
comuni della zona orientale del Piemonte e costituisce fin dall’Ottocento uno dei maggiori centri mondiali
dell’industria laniera. Il decentramento produttivo e la specializzazione per fasi di lavorazione hanno
generato un fenomeno di “fabbrica
sparsa sul territorio”: con il risultato
che non c’è Comune dell’area che
non registri la presenza di attività
industriali. Anche in questo distretto
le imprese si sono specializzate
per fasi di produzione, facendo del
biellese il polo laniero più qualificato
del mondo, con tessuti e filati richiestissimi in tutti i mercati grazie alla
loro qualità. Qui il connubio tra alta
tecnologia ed eccellenza della materia prima – a Biella confluiscono le
fibre più preziose, prodotte in loco e
selezionate all’origine in molti Paesi
Filatura della Seta, Museo didattico della
Seta di Como.
41
Scorcio del laboratorio Gaggioli. Tessitura
Gaggioli, Zoagli.
– ha fatto in modo che produzione
industriale e artigianale, innovazione e tradizione si compenetrassero
in maniera perfetta, unendo un
ineccepibile controllo sulla qualità e
l’eccellenza al rispetto per l’ambiente. Nel distretto biellese nascono
tessuti per abbigliamento maschile
e femminile tra i più pregiati al mondo: “targato” Loro Piana è infatti il
top della gamma nel cachemire;
Reda presenta due volte l’anno
collezioni con una proposta media
di 2.500 varianti di tessuto, con l’impegno costante di “trovare soluzioni
di interazione tra materiali moderni
e performance dei tessuti, tra stile
classico e gusto contemporaneo”.
Zegna, leader mondiale dell’abbigliamento maschile di lusso, abbina
alla perfezione e all’alta artigianalità
dei suoi tessuti una profonda attenzione all’ambiente e alla naturalità
42
delle fibre, e impiega tuttora numerosissimi artigiani per una serie
di lavorazioni che non possono
essere meccanizzate.
Il distretto
del tappeto di Samugheo
Antica e nobile è l’arte della tessitura
in Sardegna: tecniche molto complesse come la tessitura a trame avvolte, a trame sovrapposte o la celebre tessitura a riccio o a pibiones
hanno occupato per secoli le donne
dell’isola, e si tramandano tuttora in
alcuni distretti dove il saper-fare ha
mantenuto un valore non solo locale
ma anche culturale.
A Samugheo, in provincia di Oristano, grazie all’abilità e alla sapienza
di alcune artigiane-artiste si producono tuttora tappeti lavorati a mano
di grande preziosità, con tecniche
tanto particolari da comportare la
creazione di pezzi unici seguendo
antiche tecniche di tessitura, quali il
punto a pibiones (a riccioli o a grano), a lizzos, a punto, a un’indente.
Un simile esempio di artigianato
locale, profondamente legato alla
cultura e alla tradizione di un luogo,
rappresenta tuttavia un notevole
esempio di eccellenza e maestria
che si è conservato nei secoli: un’eccellenza che un designer come Aldo
Rossi, per esempio, volle riscoprire
con la creazione di una serie di
tappeti che, realizzati dalle artigianeartiste sarde, sono stati esposti in
musei e gallerie tra i più importanti
del mondo. Un esempio seguito
anche oggi da Patricia Urquiola.
Il velluto di Zoagli
Il famoso velluto chiamato “velours
de Gênes” era in effetti tessuto
a Zoagli, secondo una tradizione
Campioneria Reda
plurisecolare che veniva tramandata di madre in figlia; famoso in tutta
Europa, era considerato una delle
stoffe più preziose ed era molto
ricercato, soprattutto nelle corti.
A partire dal Settecento il numero di tessitori calò drasticamente:
ciononostante, a Zoagli e Lorsica
(più famosa per damaschi, lampassi e broccati) la grande tradizione
tessile della Superba è proseguita,
anche grazie a famiglie di artigiani
come i Gaggioli (specializzati in
preziosi velluti cesellati) e i Cordani, che hanno trovato un punto
di incontro tra arte e produzione
manifatturiera a livello industriale.
I De Martini, attivi a Lorsica, sperimentano invece una produzione su
telai molto innovativi. In tutte queste
aziende, tuttora fondamentale è la
figura del maestro d’arte, che riesce
a mantenere e a preservare l’eccellenza di una tradizione secolare.
Le sete di San Leucio
La produzione di tessuti serici a
San Leucio, in provincia di Caserta,
iniziò nel 1776 grazie a Ferdinando
IV di Borbone. Nei primi decenni
dell’Ottocento, con l’introduzione
della tessitura Jacquard, la produzione si arricchì di stoffe broccate
di seta, d’oro e d’argento, scialli,
fazzoletti, corpetti, merletti. Era
molto ricca la gamma dei colori,
tutti naturali, i cui nomi cercavano di
distinguere le sfumature più sottili:
verde salice, noce peruviana, tortorella, pappagallo, Siviglia, acqua
del Nilo, fumo di Londra, verde di
Prussia. I tessuti di San Leucio avevano rifornito i sovrani della casa
borbonica e le famiglie della nobiltà
e borghesia napoletana, sia per
43
gli abiti sia per le tappezzerie. La
manifattura continua oggi a mantenere in vita una tradizione lontana e
preziosa, che si è anche diffusa per
il mondo: le sete di San Leucio si
possono infatti trovare negli arredi
più sontuosi delle residenze Apostoliche in Vaticano, al Quirinale,
alla Casa Bianca e a Buckingham
Palace, dove le bandiere sono fatte
proprio con la seta di San Leucio.
Dal 1992 al 2001, gli artigiani operanti in questo distretto sono sostenuti e valorizzati dal Consorzio San
Leucio Seta. Il sito delle Seterie
Reali è stato dichiarato Patrimonio
dell’Umanità dall’UNESCO.
La tessitura a
liccetti di Macerata
La tessitura secondo la tecnica dei
“liccetti”, risalente al XIV secolo, si
sviluppò principalmente nell’Appennino umbro-marchigiano e venne
praticata soprattutto nei conventi,
per la produzione di tovaglie.
Uno dei laboratori tuttora attivi nella
tessitura “a liccetti”, e che anzi si
è fatto in questi anni portavoce di
iniziative culturali e politiche volte
al riconoscimento e alla valorizzazione di questa antica tecnica, è
La Tela di Macerata, dove Patrizia
Ginesi e Maria Giovanna Varagona ricreano diversi tipi di tessuto,
lavorando su antichi telai restaurati.
Di notevole importanza anche la
loro attività didattica, nonché le loro
collaborazioni con numerosi marchi
di prêt-à-porter e alta moda che
commissionano alle due maestre
d’arte maceratesi tessuti, capi in
serie limitata, produzioni speciali.
Questa tecnica è stata regolata con
un Disciplinare della Regione Marche, grazie alla Provincia di Macerata e a alcuni enti territoriali, ma
soprattutto grazie all’impegno delle
due artigiane-artiste del laboratorio
La Tela.
44
Tessitura a mano presso il laboratorio La Tela di Macerata.
I rocchetti del velluto tessuto a mano, Seta 100%. Tessitura Gaggioli, Zoagli.
Giardiniera
L’armonia di un’invenzione composta da n. 76
PEZZI UNICI
La vibrante bizzarria dei sinuosi movimenti della
decorazione sul corpo del vaso si contrappone alla
ieratica fissità delle figure alate, che svettano come
polene su una nave. L’invenzione della giardiniera è
riconducibile al 1890-1900. E’ un’opera di notevole
livello artistico che trasforma l’accostamento difficile
di due soggetti stilisticamente provenienti da culture
distanti e contrapposte in un insieme armonico ed
equilibrato.
45
Susanna Busoni / Lorenzo Anselmi
Arte in giardino... ovvero
“una caccia al tesoro”
La ceramica di Riccardo Biavati protagonista della quinta
edizione della mostra organizzata nel giardino dell’Hotel
Cernia Isola Botanica all’Isola d’Elba
Le terre d’autore che esponiamo
nella nostra Galleria Gulliver a
Marciana Marina sono frutto di una
grande passione per la ceramica
d’arte e di una ricerca costante
nell’ambito artistico contemporaneo
che continua da circa 25 anni. Nel
tempo, abbiamo percorso diverse tappe che hanno segnato una
qualche evoluzione nella nostra
conoscenza, ci piace pensare
che il nostro cammino sia ancora
in divenire e di sicuro una delle
esperienze più importanti che ci
sta formando è la presentazione di
sculture in spazi “alternativi” alle nostre consuete pareti “domestiche”
della galleria, (come ad esempio la
mostra di scultura ceramica “concreta” che da due anni curiamo nel
Palazzo Pretorio di Certaldo Alto),
con la convinzione che portare
le opere d’arte verso il pubblico
può essere un modo per facilitare
l’approccio con l’arte e la cultura,
e perciò una possibilità di crescita
e sviluppo culturale e sociale. Era
già da tempo che stavamo medi-
46
tando sulle molte potenzialità della
scultura ceramica nella ricerca di
ulteriori stimoli e contesti per la
sua presentazione, a questo punto
l’amicizia e la stima con Francesca e Cristiano, titolari dell’Hotel
Cernia, hanno fatto il resto: il loro
magnifico giardino a Sant’Andrea
(Marciana Marina, Isola d’Elba) è
stato il catalizzatore finale per far
germogliare la nostra embrionale
intuizione che la bellezza naturale e
quella artistica possono percorrere
insieme lo stesso sentiero. Come
spesso capita, quello che inizia per
gioco e per piacere acquista poi nel
tempo colori e aspetti insospettabili
che vanno al di là delle aspettative
iniziali e anche questa esperienza si sta dimostrando sempre più
coinvolgente e intensa… I vari
artisti presentati hanno interpretato
in modo sempre diverso lo stesso
scenario naturale, come se ognuno
di loro avesse creato un diverso
“abito” per il giardino, che così si
veste di nuovi contorni, nascono nuove prospettive, si dissipa
qualche ombra e se ne creano di
nuove. Suggerire l’incontro con le
opere degli artisti lungo i sentieri del
giardino delle Osmunde ha un fascino particolare, diventa una sorta
di piccola “caccia al tesoro” che facilita l’avvicinarsi all’arte e lo rende
di sicuro un momento più genuino:
in questo senso amiamo intendere
il nostro intervento come un predisporre “trappole d’emozioni”, per
tutti coloro che amano lasciarsi catturare dal fascino dell’opera artistica, in un gioco di ispirazioni e suggestioni continuo. In questo senso,
abbiamo intuito che può esistere un
nuovo modo di presentare l’arte e
rendere possibile un approccio più
sereno, nel quale lasciarsi coinvolgere ed emozionare. Abbiamo
iniziato un viaggio cinque anni fa
che si chiama “Arte in Giardino”. È
tutt’ora in corso. Non abbiamo una
meta precisa da raggiungere, ma di
sicuro ogni passaggio è una scoperta ricca di novità ed emozioni...
la tappa di quest’anno ha le forme e
i profumi della suggestiva ceramica
di Riccardo Biavati. MariaGrazia
Morganti, nel testo critico inserito
nel catalogo, descrive la magia di
questo incontro: «Tutte le forme
create da Biavati, del resto, anche
quelle più apertamente d’uso, sono
dotate di un’anima, ed è forse per
questo che riescono a trascendere
la pesantezza dell’argilla in cui sono
modellate, diventando della materia
di cui sono fatti i sogni. Non meraviglia, quindi, che i suoi pezzi si siano
subito ambientati senza sforzo nel
giardino del Cernia, a poca distanza dalle rocce che scendono verso
il mare a capo Sant’Andrea, veri
mostri preistorici pietrificati, su cui si
avventa, con l’impeto inarrestabile
Finestra sul mare, Riccardo Biavati.
47
48
Il Giardiniere, Riccardo Biavati.
di una colata lavica, una vegetazione di giada e tormalina accesa da
lapilli di quarzo purpureo e ametista.» E continua: «E per noi, che
sappiamo di vivere tempi che non si
faranno mai leggenda, neppure per
i nostalgici di professione, è di conforto poter contare sull’esistenza di
un mondo parallelo che segue solo
le regole della poesia, infischiandosene dei dogmi della razionalità. Per questo ci rallegra l’idea
che durante la notte, assicuratisi
che non ci siano umani ancora in
giro, i pezzi creati da Biavati se ne
vadano a spasso per il giardino,
a curiosare, a scambiarsi qualche
opinione o semplicemente a godersi il profumo del cestro odoroso.
Allora la Signora dei Fossi abbassa
finalmente le braccia, i gabbiani
La Signora dei Fossi, Riccardo Biavati.
completano i loro voli bloccati a
metà, il Nido volante si fa un giretto
di ricognizione e la Guardiana delle
Anfore, che è di temperamento
ansioso, riconta le sue proprietà.
Soltanto il Giardiniere, dal suo riparo/nicchia fra i bambù e la yucca
in fiore, vero Centro Immobile della
creazione, non si scompone ma
sorveglia che tutto proceda senza
intoppi e agita il suo bastone per
incitare i più distratti a riprendere le
esatte posizioni di partenza perché
nessuno si lasci sorprendere fuori
posto dalla prima luce dell’alba.»
Le ceramiche di Biavati abiteranno
il giardino dell’Hotel Cernia fino alla
fine di ottobre parlandoci dell’Isola
d’Elba: del mare, dei pescatori, del
giardino, dell’acqua del ruscello.
Hotel Cernia
Sant’Andrea - 57033
Marciana Marina - Isola d’Elba
Tel: +39 0565 908210
www.hotelcernia.it
[email protected]
Galleria Gulliver Terre d’Autore
via Mentana, 6
via Garibaldi, 47 - 57033
Marciana Marina – Isola d’Elba
Tel: +39 0565 99113
www.gulliverarte.com
[email protected]
49
Turi Aquino, Enzo Castellana,
Antonio Delfino, Emanuele Nicastro, Francesco
Sagone (Commissione Mostre ISA Caltagirone)
I Luoghi della Materia
La mostra antologica di Nino Caruso organizzata dall’ISA di
Caltagirone al nuovo Museo fornace Hoffmann.
Vista interna del Museo.
Veduta esterna del Museo.
Fino al 26 luglio l’Istituto Statale
d’arte per la ceramica L. Sturzo di
Caltagirone ha il piacere di ospitare, presso il proprio Museo delle
Espressioni Artistiche Contemporanee e nel nuovo spazio espositivo
della fornace Hoffmann (recentemente restaurata e ampliata) le
opere di Nino Caruso, uno dei più
noti scultori ceramisti al mondo.
L’evento espositivo documenta le
numerose attività di Caruso e il suo
costante impegno rivolto allo studio,
alla ricerca, alla promozione, alla
innovazione e alla didattica della
materia ceramica. E alla didattica
e alla conoscenza di questo straordinario mondo materico è legata
52
la manifestazione, che ha lo scopo
di coinvolgere i nostri studenti e i
nostri ceramisti locali a percorrere
nuove strade espressive, pur nel
rispetto della tradizione locale. Le
sculture di Caruso, nel corso della
sua evoluzione artistica, variano
nella forma e nella materia, denunciando una sistematica riflessione
sugli aspetti tecnici e strutturali
dell’opera. L’artista desidera infatti conoscere tutte le possibilità
espressive e di lavorazione dei vari
materiali per riuscire a creare quelle forme rispondenti alle sue idee,
alle sue sensazioni e alle sue esperienze di artista “in viaggio”. Non
mancano, nell’incessante ricerca
artistica di Nino Caruso, alcune
contaminazioni o riferimenti a civiltà
del passato specie quella etrusca o
ad alcune sculture di antiche civiltà
mediterranee. E questo non solo
per la potenza espressiva che esse
possiedono, ma per la cultura che
riescono ancora a raccontare a noi
contemporanei. In questo senso
le sculture di Caruso nella loro
essenzialità materica divengono
evocative di significati primordiali
e simbolici. La mostra è articolata
su queste diverse attenzioni della materia e sui diversi temi della
potenzialità espressiva dell’argilla
che assieme danno uno spaccato
completo dell’esperienza artistica di
Portale di Nino Caruso in mostra al Museo Hoffmann.
Memorie di Sicilia, terracotta smaltata, 2008.
Nino Caruso. La visita parte dalle
prime opere di sculture antropomorfe e zoomorfe per arrivare al
felice rapporto che lega l’artista con
l’architettura. Sono presenti steli,
colonne, portali e elementi modulari studiati per la realizzazione di
grandi pannelli veri “muri-scultura”.
Un grazie, quindi, all’artista Nino
Caruso e alla bellezza che sa
proporci e che speriamo possa
contaminare le menti degli studenti
e degli appassionati della ceramica.
Per la Commissione Mostre, l’evento Caruso è anche un momento di
riflessione su cosa sono stati questi
cinque anni di intenso lavoro per
dare senso a quell’idea iniziale di
54
avere una raccolta d’Arte Ceramica
Contemporanea nel nostro piccolo
Museo. Era nostra intenzione sia
realizzare un apparato museale
che raccogliesse il vasto patrimonio
ceramico di proprietà della scuola
sia accogliere nel tempo, attraverso
delle mostre antologiche, le opere di artisti contemporanei che si
erano distinti nel campo ceramico.
Si trattava e si tratta di una crescita per l’istituzione scolastica, per
la didattica e per la città e il suo
territorio. Oggi possiamo dire che
ogni artista invitato si è mostrato
pronto a interagire con la didattica
e sui concetti più astrusi del fare
arte ceramica oggi. Ognuno, con
la propria esperienza, ha riempito
di contenuti i difficili passaggi di
come si perviene alla creazione di
un oggetto artistico o di un oggetto
funzionale. Il dibattito culturale è
servito a chiarire ai molti, ma soprattutto agli allievi, come il design
o il processo progettuale che sta
dietro ad un progetto, non investe
solo gli aspetti meramente tecnici
ma coinvolge anche, come direbbe
Ettore Sottsass, “lo stato antropologico delle cose”, che è strettamente
legato alla società di quel momento. Sempre Sottsass diceva che “se
devi insegnare qualcosa sul design, devi insegnare prima di tutto
qualcosa sulla vita e devi insistere
Jaime Hayon,
Cristal Candy Set,
Baccarat, 2009.
Allestimento della mostra negli antichi tunnel della fornace.
anche spiegando, che la tecnologia
è una delle metafore della vita”. E
della vita e del loro mondo culturale
che, in questi cinque anni di attività
espositiva, Salvatore Cipolla, Luigi
Gismondo, Luigi Pero, Alfredo Gioventù, sono venuti a parlarci offrendoci momenti di grande emozione e
coinvolgimento intellettuale. Le loro
opere hanno attraversato la nostra
mente e fatto riflettere sulla straordinaria capacità che l’argilla ha di
trasformarsi in forza espressiva, in
forme artistiche, in racconto della
nostra esistenza.
Abbiamo conosciuto anche cosa
è un artista, cosa lo connota. Ed è
venuta fuori la loro forte relazione
con l’ambiente culturale, la loro
voglia di esserci, di comunicare
e denunciare, nonché la voglia di
esprimersi attraverso il linguaggio
visivo dell’arte utilizzando come
materiale espressivo l’argilla per la
sua straordinaria mutevolezza di
forma e di colore a seconda dei vari
processi utilizzati.
La mostra del maestro Nino Caruso
conclude cinque anni di attività promosse dalla scuola attraverso l’impegno costante della Commissione
Mostre. Il nostro piccolo Museo delle Espressioni Ceramiche Contemporanee è oggi una realtà concreta
per la l’istituzione scolastica e per
il territorio. La presenza, nel nostro
Istituto Statale d’Arte, di vari artisti
operanti nel campo ha suscitato
un vivace dibattito culturale e una
maggiore presa di coscienza nei
nostri allievi verso lo studio di forme
nuove e contemporanee nel campo
del design ceramico. Si auspica,
infine, che queste iniziative culturali
possano essere l’incentivo per una
maggiore sensibilità verso il mondo
dell’arte della ceramica e di trovare nella ricerca, nell’innovazione
tecnologica e nella sperimentazione nuove possibilità espressive dei
materiali ceramici, nel solco della
nostra contemporaneità.
55
Vista panoramica del museo.
Il Museo Hoffmann
È frutto del restauro di una vecchia
fornace di laterizi, situata vicino
all’antico quartiere S. Orsola e S.
Giovanni a Caltagirone, i cui lavori
di progettazione e direzione sono
stati affidati all’architetto Francesco Sagone e all’ing. Giovanni
Alparone. Il progetto ha puntato a
rilanciare e collocare Caltagirone
all’interno dei circuiti turistici siciliani
attraverso una operazione di valorizzazione del proprio patrimonio
culturale, che proprio nell’arte
dell’antica ceramica trova una sua
importante ed essenziale identità
culturale - artigianale che la contraddistingue nel panorama artistico
dei mestieri dell’isola.
L’intervento ha inteso dare risalto
ad una delle attività di alto profilo
artigianale, quella della fabbricazione dei laterizi, che per molti secoli
si è identificata con la storia della
56
città di Caltagirone: il recupero degli
elementi più importanti dell’impianto
fisico industriale, è nato dalla volontà di dare il giusto risalto ad un
antico mestiere, quello dei “Stazzunari” (addetti alla lavorazione dei
laterizi), che assieme ai “Quartarari”
e “Cannatari” hanno rappresentato
un importante momento culturale
ed economico della città. In particolare, il restauro conservativo della
fornace Hoffmann nel rispetto degli
elementi costitutivi e formali che
la caratterizzano, ha permesso di
realizzare un “museo nel museo”:
le lunghe gallerie sono destinate ad
ospitare mostre temporanee o raccontare attraverso delle immagine
fotografiche e con il mantenimento
di alcuni macchinari, la storia
dell’intero impianto industriale.
La presenza della grande vetrata
abolisce la cesura fra esterno ed
interno e l’architettura proposta si
percepisce come uno spazio esterno inglobato all’interno dell’edificio.
La dialettica dentro/fuori mettere a
nudo tutto il processo tecnologico
della lavorazione dei laterizi: da
ogni parte interna è possibile vedere tutti i macchinari posti all’esterno,
così come è possibile vedere
dall’esterno alcune macchine della
foggiatura dei laterizi poste all’interno.
Istituto Statale d’Arte
per la Ceramica
Via della Matrice, 153 - 95041
Caltagirone - CT
[email protected]
Tel. +39 093325330
Vista esterna del museo.
57
Paolo Coretti
Mosaico di
Spilimbergo:
due collezioni
Tavolini e urne cinerarie per raccontare attraverso l’arte
musiva piccole storie e grandi affetti.
Nell’ambito della manifestazione
fieristica Tendenza Mosaico 2009
che si è tenuta a Pordenone dal
28 marzo al 5 aprile di quest’anno,
accanto alla grande mostra che ha
visto esposte le opere partecipanti
al Primo Premio Mosaico & Architettura 2009 sono state organizzate
due mostre rivolte al mondo del
design e tese a coniugare il lavoro
dei designer e quello dei mosaicisti
con l’obbiettivo di riallacciare quel
benefico rapporto tra la cultura del
fare e la cultura del progetto, che
nel campo delle arti applicate risulta
senz’altro imprescindibile.
Con questi principi è stata progettata e realizzata una collezione di tavolini adatti alla colazione di coppia,
alla lettura o al gioco e una collezione di urne cinerarie in memoria di
coloro che ci hanno preceduto.
Le collezioni, progettate da 15 designer e artisti italiani e affidate per
la realizzazione a altrettanti artisti
mosaicisti spilimberghesi, sono
state curate da chi scrive e hanno
elencato e messo a confronto temi
decorativi e modalità esecutive tra
loro profondamente diverse.
Anche tralasciando di analizzare
58
Progetto di Giuseppe Rocco realizzato in mosaico
vetroso da Luciano Petris.
E’ bello sprofondare nel profondo
mare, progetto di Paolo Coretti
realizzato in mosaico vetroso da
Cancian Cristina.
l’aspetto iconografico dei progetti,
infatti, le collezioni hanno mostrato i differenti risultati che possono
derivare dall’utilizzo delle tessere
musive lapidee (levigate o spaccate e lasciate al naturale) rispetto a
quelle vetrose (applicate in maniera
diretta o alla rovescia), la diversa
sensazione - anche tattile - delle
superfici in mosaico (con le tessere
giustapposte nel rispetto di un disegno grafico ma, inevitabilmente,
anche materico) se confrontate con
le superfici realizzate con la tecnica del cemento terrazzo (più lisce
queste e più vicine alla sensazione
domestica del pavimento). Hanno
mostrato, infine, la differenza nell’
utilizzo del mosaico industriale (realizzato con le tessere tutte di eguale
dimensione e sovrapposte ad un
reticolo prestabilito) rispetto al mosaico della tradizione (quest’ultimo,
fatto di tessere costruite di volta in
volta nel rispetto della luce, dell’andamento della raffigurazione e della
sua plasticità).
Accanto a Paolo Coretti le due
mostre hanno visto la partecipazione in qualità di autori di Ugo La
Pietra, Ulisse Poli, Ugo Marano,
Bruno Bordoli, Enrico Franzolini,
Gianmaria Colognese, Anna Lombardi, Stefano Zuliani, Giuseppe
Rocco, Vincenzo Fiammetta, Giulio
Candussio, Gianfranco Pezzetta e
Paolo Falaschi e le opere in mosaico sono state realizzate dai seguenti laboratori artigiani: Luciano
Petris, Leandre Varnerin, Cancian
Cristina, Friedrich Dagmar, Anna
Rita Bertolazzo, Friulmosaic, Guizzo Mosaici, Sergio Moruzzi, Alverio
Savoia, Mode Mosaic & Design,
Michela Marcon, Gabriella Buzzi e,
naturalmente, la prestigiosa Scuola
Mosaicisti del Friuli.
60
L’albero della
vita, progetto
di Ugo La Pietra realizzato
in mosaico
vetroso dalla
Scuola Mosaicisti del Friuli.
Progetto di
Vincenzo
Fiammetta
realizzato
in mosaico
da Mode
Mosaic &
Design.
Tutto finisse,
progetto di Paolo
Coretti realizzato
in cemento
terrazzo da
Alverio Savoia.
Progetto di
Giuseppe Rocco
realizzato in
mosaico lapideo
e vetroso da
Luciano Petris.
Progetto di Anna
Lombardi realizzato
in mosaico vetroso
da Friedrich
Dagmar.
Maria Grazia Fioriucci
Foto di Mario Franceschini
Triennale
della ceramica
d’arte contemporanea
di Gualdo Tadino
Prima edizione della manifestazione nata
in continuità con il tradizionale
“Concorso Internazionale
della ceramica d’arte
di Gualdo Tadino”
Ugo La Pietra, Ceramiche Futuro d’Arte, Sigillo.
Roberto Giacomucci, Ceramiche Pimpinelli, Gualdo Tadino.
È stata inaugurata il 30 maggio a
Gualdo Tadino, alla presenza delle
autorità istituzionali e di un numeroso pubblico tra i quali imprenditori
del settore, artisti, designer, la prima
Triennale della ceramica d’arte contemporanea della cittadina umbra.
Nella mostra, allestita nella splendida
Chiesa trecentesca di San Francesco, sono visibili i bozzetti, gli schizzi,
i video, le fotografie delle opere d’arte in corso di realizzazione e i prototipi in ceramica dei progetti di design
realizzati in collaborazione con le
aziende che hanno aderito alla manifestazione. Si tratta di una prima
fase di apertura al pubblico della
Triennale; il 18 luglio saranno infatti
presentati, installati in luoghi pubblici
di Gualdo Tadino, il “Progetto speciale”, realizzato da Bruna Esposito
e le opere di Chiara Camoni, Angelo Ricciardi e Vincenzo Rusciano,
selezionate all’interno del “Concorso
64
Internazionale della ceramica d’arte”.
Anche se dunque la Triennale è
quest’anno alla prima edizione, la
manifestazione si inscrive, pur con
determinanti cambiamenti, all’interno
del tradizionale “Concorso internazionale della ceramica d’arte di Gualdo Tadino”; ne prosegue e trasforma
le premesse all’interno di una nuova
prospettiva che declina la progettualità della ceramica nell’attualità
artistica contemporanea sia tecnica
che concettuale. I curatori dell’intera
manifestazione, Carla Subrizi e Nello
Teodori, hanno voluto ridisegnare
l’identità della Triennale attraverso
l’articolazione in quattro sezioni
(“Progetto speciale”, “Concorso
internazionale della ceramica d’arte”,
“Disegno e produzione”, “Tradizione
contemporanea”) ognuna delle quali
risponde ad aspetti fondamentali di
una pratica della ceramica tra tradizione e sperimentazione, tra tecnica
e interazione dei linguaggi artistici,
tra opera d’arte e processualità agita
nel territorio. In questa prospettiva,
il progetto della Triennale si preannuncia dunque come complesso
e sfaccettato: il “Progetto speciale”
introduce quest’anno oltre a un’opera
nello spazio della città, anche modalità di riflessione e realizzazione artistiche articolate con e nel pubblico;
nel progetto, che ha previsto lunghe
fasi di lavoro con bambini di scuole
elementari e con anziani di Gualdo
Tadino, la ceramica, come materia e
patrimonio culturale di un territorio,
è stata restituita alla sua potenzialità
fisica (terra e fuoco) nel dialogo con
altri elementi presenti nell’installazione: l’aria-vento che muove una
lampada e l’acqua che raccolta
sul tetto bagna “lentamente” la più
grande di due grandi uova di ceramica. Le opere del “Concorso internazionale della ceramica d’arte”, che
Allestimento all’interno della Chiesa trecentesca di San Francesco. Ph. Nello Teodori.
saranno installate in Piazza Mazzini
(Camoni) e nei Giardini pubblici nelle
adiacenze dell’ex Ospedale Calai
(Ricciardi e Rusciano), sono state
selezionate per il loro carattere antimonumentale, aperto al dialogo con
i luoghi della città, per la essenzialità
formale che tuttavia può sollecitare
nel pubblico nuove prospettive sia
dello sguardo che dell’attenzione
per il territorio. Luoghi di passaggio,
angoli già funzionali a un uso da
parte degli abitanti di Gualdo, ampi
spazi urbani senza particolari identità, saranno segnati da queste opere,
poeticamente e concettualmente:
una scrivania nell’angolo di una
piazza, un “pavimento” che dialoga
con la superficie su cui è installato
senza elevarsi su di essa, un blocco
di “case” colorate in parte oggetto
per la memoria (il terremoto) in parte
stimoli per vivere da altri punti di vista un giardino pubblico. “Disegno e
produzione” è un’importante sezione
della Triennale che in parte prosegue
quanto il Concorso della ceramica
d’arte di Gualdo Tadino aveva promosso già dal 1963. Con l’obiettivo
di far interagire la sperimentazione
artistica con l’ideazione e la realizzazione di oggetti in ceramica, questa
tecnica si flette nella progettazione
del design, mantenendo anche uno
stretto rapporto con l’arte contemporanea. La presenza a Gualdo
Tadino di aziende artigianali e medio
industriali, interpreti di una tradizione
secolare, con una produzione che
spazia dall’artigianato di tradizione
all’oggetto d’uso, ai complementi di
arredo fino alle piastrelle da rivestimento, è la base di partenza di un
progetto che interpreta le ragioni di
questa realtà sospesa tra un prestigioso passato e un presente-futuro
che necessita di azioni concrete per
accrescere la propria competitività
quale risposta alla grave crisi e alle
difficoltà di innovazione e riorganizzazione produttiva. Sergio Calatroni,
Antonella Cimatti, Fabrizio Fabbroni,
Roberto Fugnanesi, Roberto Giacomucci, Marino Guerritore, Raffaele Iannello, Niklas Jacob, Ugo La
Pietra, Emanuele Pecci, Luciano Tittarelli, Walter Vallini hanno realizzato
una serie di prototipi che dimostrano
come la ceramica possa ancora costituire un punto di partenza importante per il design contemporaneo,
in una prospettiva che valorizza l’oggetto comune sul piano della concezione, dell’attenzione al quotidiano
e non soltanto perché inseribile in
un circuito economico. “Tradizione
contemporanea”, la quarta sezione
della Triennale della ceramica, è un
progetto realizzato in collaborazione
con il “Museo Rubboli”, ente nato a
tutela di una tradizione prestigiosa,
la manifattura gualdese fondata nel
65
Antonella Cimatti,
Ceramiche
Pimpinelli, Gualdo
Tadino.
Raffaele Iannello, Ceramiche Futuro d’Arte,
Sigillo.
1873 da Paolo Rubboli e attiva fino
ad alcuni anni fa. Il valore e il successo del marchio sono legati alla
pratica del lustro, specialità, segreto
di bottega, esito miracoloso di misture dal sapore alchemico. Calatroni,
Cimatti, Degara, Giacomucci, Guerritore, Iannello, La Pietra, Tittarelli,
Maurizio Tittarelli Rubboli sempre a
partire dal design e dal suo rapporto
con la ceramica, cercano di riflettere,
con prodotti specifici, sulle relazioni
tra sperimentazione e tradizione: qui
la valorizzazione di un patrimonio
storico-artistico esclusivo incontra le
questioni e le necessità del presente.
Tutti i bozzetti, i disegni, gli schizzi
sono stati dunque presentati il 30
maggio nella chiesa di San Francesco insieme a quelli relativi alle
opere che saranno definitivamente
installate e presentate il 18 luglio.
Molto apprezzato e di sicuro interesse l’allestimento della mostra progettato da Teodori Associati, un’idea
convincente dove il contenitore
architettonico, le strutture espositive
e i materiali esposti, interpreti fedeli
delle variabili in gioco, convivono
temporaneamente in piena armonia.
Un sistema di cavalletti bifrontali in
legno e una serie di piani in truciolare al naturale organizzano lo spazio della chiesa e ne scandiscono
le quattro sezioni della mostra in
maniera da rendere chiara la lettura
di ogni area tematica. I cavalletti
espongono i progetti, gli schizzi, la
documentazione del lavoro e sono
illuminati da semplici lampadine tradizionali collocate dall’alto a scendere. Le basi di truciolare fungono da
supporto per oggetti dove la lucentezza della ceramica e la naturalità
grezza del materiale sanciscono una
interessante relazione. Sono immagini e relazioni ricorrenti dei piccoli
laboratori e delle manifatture ceramiche dove cavalletti, carrelli e piani
di legno sostengono e trasportano
67
Sergio Calatroni,
Ceramiche
Spigarelli,Gualdo
Tadino.
oggetti di argilla, di terracotta o maiolicati; esso esprime compiutamente il
concept del progetto nato per favorire relazioni tra designer ed artigiani,
interpreta lo spazio del fare collettivo
dove le conoscenze si incontrano
e dove gli oggetti si preparano alla
vita con l’ottimismo di disegnare
nuovi scenari produttivi. La Triennale
d’arte contemporanea, per come è
stata ridefinita, si annuncia come un
appuntamento articolato nel tempo,
in cui i tre anni, utili e necessari per
studiare e orientare nuovi percorsi
della ricerca e della realizzazione
con la ceramica, si prevede possano
essere scanditi da progetti annuali
specificamente pensati, progetti
per dare continuità e consistenza a
una strategia culturale e produttiva
di largo respiro. L’edizione 2009 si
è potuta realizzare grazie all’As-
68
sociazione Turistica “Pro Tadino”,
presieduta da Paola Moriconi, al
sostegno e al contributo del Comune
di Gualdo Tadino, della Fondazione
Cassa di Risparmio di Perugia, al
supporto della Tagina Ceramiche
d’arte SPA e di numerose imprese
artigiane operanti nel territorio, ai
patrocini del Ministero dello Sviluppo
Economico, della Regione dell’Umbria, della Provincia di Perugia, della
Banca dell’Etruria, dell’Associazione
Città della Ceramica. Il coordinamento del progetto della Triennale è stato
di Mauro Mancini coadiuvato per
la parte amministrativa da Luciano
Meccoli.
Ugo La Pietra,
Laboratorio Museo
Rubboli, Gualdo
Tadino.
Giovanni Cervino, 1° classificato concorso
“Tra tradizione e contemporaneità”, 2008.
Assessorato alla cultura, Città di Grottaglie,
Taranto, Puglia.
Le città italiane sono tra le più
ricche al mondo per il patrimonio
artistico, monumentale e artigianale
che offrono ai turisti, ai collezionisti
e ai ricercatori; ma se i musei italiani dedicati all’arte o all’archeologia
sono conosciutissimi e apprezzati,
così come i suoi paesaggi naturali,
meno frequentati sono i musei
dedicati ai mestieri d’arte del nostro
Paese. Ogni Regione, e spesso
ogni Provincia italiana offre esempi
di musei dedicati all’artigianato, alle
arti applicate o a un’archeologia industriale che testimonia un rapporto strettissimo tra atelier, bottega e
impresa; passare accanto a questi
luoghi della memoria, dell’arte e
del mestiere senza visitarli sarebbe
un vero peccato, dal momento
che conoscere l’eccellenza della
produzione italiana significa anche
saper ritrovare in essa quelle radici
70
Alberto Cavalli
Viaggio nei
Musei d’Italia
artistiche e artigianali che l’hanno
resa unica al mondo. Un recente
progetto di Confartigianto Imprese
ha mappato i principali musei
italiani dedicati all’artigianato: tra
le diverse curiosità ed eccellenze,
consultabili sul sito www.confartigianato.it, alcune segnalazioni sono
d’obbligo per chi si reca in regioni di
particolare interesse turistico. Dalle
“maschere mediterranee” della tradizione sarda alla celebre ceramica
di Caltagirone, in Sicilia; dal Museo
internazionale delle Marionette di
Palermo, che ospita una collezione
di 3500 pezzi proveniente da tutto il
mondo, al museo-bottega della tarsia lignea di Sorrento; dal magnifico
museo Nazionale di Capodimonte
(una delle poche realtà italiane che
affianca l’arte tradizionale locale a
un museo di arte contemporanea,
con iniziative ed eventi organizzati
anche all’interno della città) al particolare museo del confetto, ospitato
all’interno della fabbrica pugliese
Meucci. Alla già imponente offerta
museale di Firenze occorre aggiungere anche il bel museo degli
Argenti, che racchiude una splendida collezione di argenti, antiche
ceramiche e molti oggetti e arredi
magistralmente decorati con pietre
dure. E il museo della scagliola,
all’interno dell’atelier toscano Bianco Bianchi, offre a chi apprezza le
delicate declinazioni artistiche della
scagliola un’esperienza indimenticabile. Un elenco più dettagliato dei
musei è consultabile, oltre che nella
sezione dedicata sul sito di Confartigianato (musei.confartigianato.
it), anche sul sito della Fondazione
Cologni (www.fondazionecologni.it).
Sicilia
Sardegna
Puglia
MUSEO INTERNAZIONALE
DELLE MARIONETTE “ANTONIO
PASQUALINO”
Via Butera, 1 – 90133
Palermo - PA
TEL: +39 091 328060
www.museomarionettepalermo.it
MUSEO DEL COSTUME
TRADIZIONALE E DELLA
LAVORAZIONE DEL LINO
Piazza Italia,
c/o Su Cunventu - 09082
Busachi - Oristano - OR
TEL: +39 0783 651191
MUSEO DELLA CERAMICA
Castello Episcopio Largo Maria Immacolata
Grottaglie (TA)
[email protected]
TYPOGRAPHIAE - MUSEO
DELLA STAMPA E DELLA
CULTURA TIPOGRAFICA
Via Garibaldi, 70 – 91100
Trapani - TP
TEL: +39 0923 808444 [email protected] [email protected]
MUSEO DELLE MASCHERE
MEDITERRANEE
Piazza Europa, 15 – 08024
Mamoiada - Nuoro - NU
TEL: +39 0784 569018 www.museodellemaschere.it
MUSEO DELLE TRAME
MEDITERRANEE
Loc. Baglio di Stefano - 91024
Gibellina - Trapani - TP
TEL: +39 0924 67844
[email protected]
MUSEO DELLE CERAMICHE
MESSINA
Palazzo Trabia,
Piazza Duca di Camastra,
Santo Stefano di Camastra
Messina - ME
TEL: +39 0921 331110 RACCOLTA DI VASI DA
FARMACIA
Via Umberto I - Roccavaldina
Messina
MUSEO REGIONALE DELLA
CERAMICA
Via Roma, Giardino Pubblico
Caltagirone - Catania
TEL: +39 0933 21680
CASA MUSEO “OMU AXIU”
Via Roma, 46 - 08030
Orroli - Nuoro - NU
TEL: +39 0782 845023
MUSEO ARTISTICO
DELL’OSSIDANA
Via San Giorgio, 17 – 09090
Pau - Oristano - OR
TEL: 0783 939002
MUSEO DEL COLTELLO SARDO
Via Roma, 15
Arbus - Cagliari
TEL: +39 070 9759220
CELL: +39 349 0537765
ECOMUSEO
DELLA PIETRA LECCESE
PIazza Pio XII Cursi - Lecce
TEL +39 083 6332014
MUSEO COMUNALE DELLA
CERAMICA
Via Umberto I, 64 - Cutrofiano
Lecce
MUSEO DEL CONFETTO
Via Gammarrota, 12 - 70031
Andria - Bari
TEL: +39 0883 591871
CELL: +39 347 8870034
www.museodelconfetto.it
[email protected]
Calabria
MUSEO DELLA LIQUIRIZIA
“GIORGIO AMARELLI”
Strada Statale 106, Contrada
Amarelli - 87068
Rossano - Cosenza
TEL: +39 0983 511219 www.amarelli.it
Parte dell’allestimento del Museo delle Maschere Mediterranee, Nuoro.
71
Scarpe realizzate da Salvatore Ferragamo ed esposte nell’omonimo museo di Firenze.
Toscana
MUSEO MONTELUPO
Piazza Vittorio Veneto, 8/10 50056 Montelupo Fiorentino
Firenze - FI
TEL: +39 0571 51352
[email protected]
MUSEO DEL CRISTALLO
Via dei Fossi (ex Area-Boschi)
Colle di Val d’Elsa - Siena
TEL: +39 0577 924135
museo.cristallo@comune.
collevaldelsa.it
MUSEO SALVATORE
FERRAGAMO
Piazza Santa Trinita 5r,
Firenze
TEL: +39 055 3360456455
MUSEO DEI FERRI TAGLIENTI
Palazzo dei Vicari,
Via Roma, 71 – 50038
Scarperia - Firenze
TEL: +39 055 8468165
www.zoomedia.it/Scarperia/museo
[email protected]
MUSEO DELLA CERAMICA DI
MONTESANSAVINO
Cassero, p.zza Gamurrini Monte
San Savino - Arezzo
MUSEO DEGLI ARGENTI
Palazzo Pitti, Piazza Pitti, 1
Firenze
MUSEO DELLA TERRACOTTA DI
PETROIO
Via Volgelata, 10
Petroio Trequanda - Siena
TEL: +39 0577 665188 [email protected]
Campania
MUSEO CIVICO DEL MARMO
V.le XX Settembre, n. 85, località
Stadio - Massa Carrara
TEL: +39 0585 845746
MUSEO MANUEL CARGALEIRO
Corso Umberto, 5 - 84019
Vietri Sul Mare - Salerno
TEL: +39 0897 63076
MUSEO DEL FERRO
E DELLA GHISA
Area ex Ilva, Forno San Ferdinando
Follonica - Grosseto
TEL: +39 0566 59391
www.comune.follonica.gr.it
[email protected]
MUSEO CIVICO DELLA
CERAMICA DI ARIANO IRPINO
Palazzo Forte
Via R. D’Afflitto,
Ariano Irpino - Avellino
TEL: +39 0825 875107 MUSEO RICHARD GINORI
DELLA MANIFATTURA DI
DOCCIA
Viale Pratese, 31 - 50019
Sesto Fiorentino - Firenze
TEL: +39 055 4207767
www.museodidoccia.it
MUSEO DELL’OPIFICIO DELLE
PIETRE DURE
Via Alfani, 78 – 50121 Firenze
TEL: +39 055 26511 www.dada.it/propart/opd.htm
MUSEO STORICO DELLA
SCAGLIOLA
Viale Europa 115 - 50126 Firenze
TEL: +39 055 686118 [email protected]
MUSEO NAZIONALE DI
CAPODIMONTE
Via Milano, 2 - 80132
Napoli
TEL: +38 081 7499111 www.museo-capodimonte.it
MUSEOBOTTEGA DELLA
TARSIALIGNEA
Palazzo Pomarici Santomasi
Via San Nicola, 28 - 80067
Sorrento - Napoli TEL: +39 081 8771942 www.museotarsiasorrento.it
MUSEO DEL CORALLO
LIVERINO
Via Montedoro, 61
Torre Del Greco – Napoli
TEL: +39 081 8811225
www.liverino.com
MUSEO DELLA PIETRA SERENA
Rocca di Firenzuola - Piazza
Don Stefano Casini, 1 – 50033
Firenzuola - Firenze
TEL: +39 055 8199437 www.zoomedia.it/Firenzuola/
museo_pietra/
MUSEO STORICO
DELL’ALABASTRO
Piazza XX Settembre 5 - 56048
Volterra- Pisa
TEL: +39 0588 86868
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Atelier del Legno.
Alberto Cavalli
Fondazione
Ricardo do Espírito
Santo Silva
A Lisbona, nello storico quartiere dell’Alfama, un’istituzione
che salvaguarda la maestria della tradizione portoghese.
Un momento della lavorazione nel laboratorio dei metalli.
UN PROGETTO ORIGINALE
salvaguardia, divulgazione e
insegnamento
Nel 1953 il banchiere e collezionista Ricardo do Espírito Santo
Silva donò allo Stato portoghese
il magnifico Palazzo di Azurara e
parte della sua collezione privata.
Fu creata così la Fondazione che
porta il suo nome, concepita come
una Scuola-Museo, allo scopo di
tutelare e diffondere le Arti decorative e l’Artigianato portoghesi. Oggi,
oltre al Museo delle arti decorative
portoghesi, la Fondazione conta 18
Laboratori dedicati ai mestieri d’arte
della tradizione portoghese, che
mantengono vivo l’importantissimo
e intangibile patrimonio del “saper
fare”; con le officine di conservazione e restauro, poi, assicura interven-
76
ti specializzati sulle opere del patrimonio nazionale. La Fondazione ha
creato anche due scuole dedicate
all’insegnamento dell’Arte:
La ESAD (Escola Superior de Artes
Decorativas) – Scuola superiore di
arti decorative e lo IAO (Instituto de
Artes e Ofícios) – Istituto delle arti e
dei mestieri, che assicura la continuità nella trasmissione delle conoscenze e dove l’insegnamento delle
arti è una priorità ed una missione.
Dopo decenni di attività, la Fondazione continua a rappresentare un
prestigioso punto di riferimento nella
diffusione e conservazione dell’abilità pratica tipica delle arti decorative
portoghesi.
Mettendo insieme una collezione dal
gusto così squisito e donandola poi
al Paese, Ricardo do Espírito Santo
Silva ha dato origine a un progetto
unico e originale per la salvaguardia,
la divulgazione e l’insegnamento
delle arti decorative portoghesi.
Questo lavoro è culminato nella
creazione di un’istituzione pubblica,
dove giorno per giorno l’arte del
“saper fare” è conservata e trasmessa da Maestri d’arte e da esperti
nelle mani di apprendisti e studenti,
assicurandone così la continuità.
Grazie al fatto che la protezione e la
salvaguardia dell’intangibile patrimonio artistico del “saper fare” delle arti
e mestieri sono diventate la mission
della Fondazione, la sua eredità ha
assunto una dimensione di eccellenza unica e più consolidata in campo
artistico e culturale.
Applicazione di foglie d’oro
nel museo d’Orienta, a
cura della Fondazione
RIcardo do Espìrito Santo
Silva.
IL FONDATORE
Collezionista e mecenate,
Ricardo do Espírito Santo Silva
nacque a Lisbona nel 1900 e scomparve prematuramente nel 1955.
Banchiere e uomo d’affari, aveva
un’anima da poeta e da artista,
era un mecenate per la letteratura e l’arte e un collezionista d’arte
appassionato – cosa che lo rese un
vero e proprio “Principe del Rinascimento”. Dotato di uno straordinario
spirito di servizio verso la comunità,
quasi pari a quello di un missionario,
dedicò la sua vita a mettere insieme
con coerenza un’eredità artistica
unica e a riportare in Portogallo –
comprandoli ad aste o presso collezionisti privati - pezzi che, a causa
delle vicissitudini della storia, erano
sparsi per il mondo o in alcuni casi si
ritenevano “scomparsi”.
MUSEO delle arti decorative
portoghesi – Palazzo di Azurara
Il Palazzo di Azurara, costruito nel
XVII secolo e acquistato da Ricardo
do Espírito Santo Silva per allestire
la sua collezione privata, fu restaurato con la collaborazione dell’architetto Raul Lino, che lo concepì come
una dimora patrizia del XVIII secolo.
Divenne poi uno straordinario polo
museale, teatro di una collezione
che assume grande valore patrimoniale e scenografico.
Il Museo delle arti decorative portoghesi occupa alcune stanze del
Palazzo e propone un percorso
che invita il visitatore alla scoperta
di ogni singolo pezzo, educando al
gusto e alla sensibilità attraverso la
vicinanza all’opera d’arte.
77
I LABORATORI
L’arte del “saper fare”
L’alta specializzazione e la creatività
delle lavorazioni dei nostri laboratori
costituiscono parte dell’intangibile
patrimonio portoghese, ricco di una
storia di centinaia d’anni e che sta
gradualmente scomparendo, ma
che la Fondazione mantiene vivo
e cerca saggiamente di trasmettere nel corso degli anni. La qualità
dell’opera di conservazione svolta nei laboratori di arti decorative
tradizionali, la particolare e meticolosa attenzione, la dedizione alla
conservazione e al restauro di un
patrimonio storico e artistico sono
unici e meritano un riconoscimento unanime, a livello scientifico e
internazionale. La Fondazione ha 18
laboratori dedicati ai mestieri d’arte,
in particolar modo all’arte di lavorare
il legno, i metalli, i tessuti, la carta,
la pelle, eccetera; Maestri e altri
professionisti altamente qualificati
ne assicurano l’eccellenza. Oltre alle
opere artistiche e ai restauri portati
avanti, come sempre accade l’immagine delle officine è strettamente
legata alle persone che lavorano
qui.
FALEGNAMERIA
Dalla preparazione alla scelta e alla
selezione dei differenti e numerosi
tipi di legno – incluse alcune varietà
esotiche – alla realizzazione dello
stampo, fino al termine della lavorazione del pezzo con un’accurata
finitura, il laboratorio di falegnameria lavora con incredibile maestria
durante tutte le fasi che la creazione
di un nuovo pezzo d’arredamento,
così come il restauro di uno antico,
comporta: Frazionamento, Ebanisteria, Intarsio, Intaglio e Lucidatura.
METALLI
Nel lavorare i metalli la prima fase è
quella della fusione, a prescindere
dal fatto che stiamo trattando l’ottone, il bronzo o l’argento; successivamente i metalli attraversano vari
stadi e vengono lavorati con diverse
78
Lavorazione del bronzo.
tecniche prima di arrivare al pezzo
finale, assumendo una varietà di
forme a seconda dello scopo per
cui l’oggetto è stato creato. Oltre al
meticoloso lavoro che richiedono la
lavorazione dei metalli e la raffinata
e precisa arte della cesellatura, la lavorazione dello stagno prevede l’uso
di tecniche antiche e di strumenti
appartenenti alla tradizione. E, a coronamento dell’opera, alcuni prodotti
vengono ricoperti con una sottile
lamina d’oro creata nel laboratorio
di battitura dell’oro, l’unico in tutto il
Portogallo. I mestieri d’arte praticati
presso le Oficinas sono fusione,
cesellatura, lavorazione del metallo,
lavorazione dello stagno e battitura
dell’oro.
Rilegatura di libri e
decorazione
In questo laboratorio i trattamenti cui
sono sottoposti la carta e i libri sono
di alta qualità e di rara bellezza.
A partire dallo stesso processo di
rilegatura, in cui vengono impiegati
la seta e diverse varietà di pelli, fino
alla fabbricazione della raffinata
carta marmorizzata e al meticoloso
processo di doratura, ottenuti usando metodi e strumenti artigianali e
motivi decorativi, i libri diventano
vere opere d’arte a cui viene riservato un trattamento del tutto speciale,
un marchio distintivo dell’arte del
“saper fare” di questa Fondazione.
Pittura decorativa e
doratura
Le opere pittoriche e di doratura
integrate in pezzi d’arredamento, pareti e soffitti dipinti o altrove vengono
create in questi laboratori, che non
solo producono nuove realizzazioni
artistiche, ma che completano anche
l’opera di conservazione e restauro
dell’Officina. L’estrema raffinatezza
dei processi di doratura lucida o
di placcatura d’argento li rendono
Finitura del pezzo eseguita nel laboratorio del legno.
estremamente importanti per la
conoscenza delle arti tradizionali
portoghesi.
Tessuti e tappezzeria
Il laboratorio tessile – uno dei più
antichi – è rinomato per la sua maestria nella creazione dei tappeti Arraiolos fabbricati con lana che viene
tinta usando metodi che risalgono
a molto tempo fa, attività che ben si
accorda con un’altra mission della
Fondazione: conservare e restaurare tessuti di altro tipo, come quelli
ricamati o i tappeti orientali – pezzi
del patrimonio nazionale o provenienti da collezioni private.
La lavorazione nel laboratorio di tappezzeria utilizza tecniche, strumenti
e materiali antichissimi e processi di
produzione tradizionali, il che conferisce al prodotto finale un tocco di
raffinatezza e una impareggiabile
qualità.
Reparto disegni
Al pari degli altri laboratori e affiancandoli nelle attività, il reparto disegni fornisce un aiuto e un orientamento per la creazione di stampi per
i nuovi pezzi o per la riproduzione di
modelli già esistenti.
Ogni pezzo è disegnato con grande
precisione a grandezza naturale
perché sono i dettagli costruttivi e
decorativi – insieme agli elementi
in ferro, agli intarsi e agli intagli –
che danno risalto alle decorazioni.
Il disegno è realizzato a matita e
successivamente scansionato per
evitarne la cancellazione e facilitarne l’archiviazione.
Conservazione e restauro
Complementare agli altri, il Laboratorio di conservazione e restauro
si occupa della puntuale opera di
conservazione e restauro di una
grande varietà di materiali, oggetti e
decorazioni. Gli artigiani della Fondazione Ricardo do Espírito Santo
Silva lavorano per il patrimonio
artistico nazionale ed internazionale,
dedicandosi con la stessa maestria
al recupero di beni privati. Il gruppo
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Uno scorcio del negozio del museo, in primo piano dei candelabri realizzati all’interno dei
laboratori.
di professionisti specializzati e l’uso
di nuove tecnologie, associate alla
perfetta conoscenza di tecniche
antichissime, rende il laboratorio un
punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale.
ESAD – Escola Superior de Artes
Decorativas (Scuola superiore di Arti
decorative)
L’insegnamento proposto dalla
ESAD copre diverse discipline artistiche, proponendo una formazione
in Interior design, Recupero d’interni
e Conservazione del valore patrimoniale, Conservazione e restauro
delle arti decorative in discipline
quali recupero urbano, ricerca nelle
Arti decorative, Museologia delle Arti
decorative e Cultura artistica.
IAO – Instituto de Artes e Ofícios
(Istituto delle arti e dei mestieri)
L’Istituto delle arti e dei mestieri offre
una formazione professionale nel
campo delle Arti e dei Mestieri nelle
discipline che riguardano Legno,
Pittura decorativa e Conservazione
e Restauro, in partnership con la
Scuola superiore di arti decorative.
Grazie alle mani dei Maestri e usando tecniche e metodologie tradizionali, gli studenti imparano a costruire
eleganti pezzi di arredamento, a
decorarne altri attraverso l’intarsio in
altorilievo o bassorilievo o con intagli
di legni esotici. Grazie alle mani dei
Maestri gli studenti imparano a lavorare con colori e pennelli usando
le tecniche tradizionali della pittura
decorativa, a produrre progetti di
design per interni ed esterni e a
realizzare pitture murali. Grazie alle
mani dei Maestri imparano a salvaguardare, conservare e restaurare
opere d’arte, pitture murali, stucchi,
legno e pezzi d’arredamento.
I NEGOZI - Riproduzioni uniche e
nuove opere d’arte
I laboratori producono opere rare,
riproduzioni uniche di originali provenienti dal Museo, così come pezzi
nuovi e originali e opere moderne
o fatte su misura. Le opere sono
disponibili all’acquisto presso i negozio della Fondazione.
Pittura decorativa con tempera acrilica.
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Franco Cologni
Semplicità & creatività
Franco Cologni, presidente
della Fondazione Cologni
dei Mestieri d’Arte.
Come volevasi dimostrare, il 2009
si sta rivelando un anno in cui è
necessario tirare la cinghia. Se
non addirittura tirare a campare.
Certo, Andreotti asseriva che tirare
a campare è meglio che tirare le
cuoia. Ma io preferisco citare Kennedy, quando diceva che in cinese
la parola “crisi” si scrive con due
caratteri: uno significa “pericolo”,
l’altro significa “opportunità”. Aveva ragione: questa crisi davvero
globale ci dà forse l’opportunità di
pensare in modo critico al sistema
in cui viviamo, e di riappropriarci
di qualche valore che sembrava
tramontato nell’era della finanza tossica. Secondo una ricerca
commissionata qualche mese fa da
American Express, stiamo vivendo
un radicale cambiamento di valori
che non è semplicemente una “crisi”
(dalle crisi si esce più poveri ma con
le stesse idee di prima) quanto un
nuovo paradigma. Che si riflette in
scelte precise: meno soldi, ma spesi
meglio. Per essere più felici anche
nella semplicità, che non vuol dire
rigida austerità ma ritorno alla qualità e a un approccio creativo alla
vita. La semplicità sembra tornare
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di moda come base di partenza
per costruire un’esperienza speciale, usando il proprio talento e la
propria creatività per risparmiare
tempo, spendere meglio il denaro,
essere più felici con un po’ di sano
realismo. L’opportunità, in sostanza,
potrebbe essere quella di recuperare valori semplici e antichi: i luoghi e
i territori, la condivisione e il rafforzamento dei rapporti di amicizia, la
voglia di riscoprirsi creativi, il bisogno di vivere esperienze che non si
possono comprare. Ma soprattutto
sembra tornare di moda il caro,
vecchio buon senso. Ci sono meno
soldi? Occorre spenderli meglio.
Come? Facendo appello alla propria creatività, e cercando di sfruttare al meglio il proprio talento.
Come fa il vero maestro d’arte:
ovvero colui che sa scegliere, individuare e lavorare gli elementi che
tutti possono avere a disposizione,
ma che solo lui sa combinare o
assemblare o presentare in maniera
nuova, vincente e convincente.
Pur senza essere dei geni come
Benvenuto Cellini, tutti noi possiamo partire da elementi semplici per
creare cose speciali, cose che siano
finalmente lontane dal finto lusso
ostentato, degli eccessi dell’apparire, dall’ignoranza ostentata. Se il
“nuovo paradigma” verso il quale ci
stiamo muovendo ci aiuterà a ripulire il mondo da un po’ di volgarità
imperante, tanto meglio; e se avere
meno soldi ci porta a gestirli con
maggior buon senso e con un po’
di creativo ottimismo, meglio ancora. Far convivere slancio creativo
e applicazione pratica, la passione
del cuore con l’intelligenza della
mano, è la sfida che i veri maestri
d’arte vogliono e devono accettare, se vogliono affermare la loro
cultura come base per l’eccellenza
del Made in Italy: dalla cultura,
dall’apprendimento, dalla persuasione e dal bello nascono i saperi
che da sempre rappresentano la
nostra identità, e che hanno la loro
radice proprio in quel sapere latino
che significa sia “avere sapore”
sia “essere savio”. Un sapore che
arricchisce e preserva; una saggezza che ha un “sapore” perché è
umana, personale, tramandata non
solo con le “cose” ma anche con le
parole e i gesti. Ovvero, con quelle
esperienze che non si possono
acquistare, ma che sono sempre le
più preziose.
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