Instruzione ai missionari di Propaganda fide de 1659

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Instruzione ai missionari di Propaganda fide de 1659
ISTRUZIONE PER I VICARI APOSTOLICI DELLA COCINCINA, DEL
TONCHINO E DELLA CINA (1659)∗
Si pubblica il testo latino della Istruzione secondo l'edizione fornita dal padre Jean Guennou,
archivista della Società delle Missioni Estere di Parigi nel volume terzo (parte seconda)
dell'opera miscellanea Sacrae Congregationis de Propaganda Fide memoria rerum, vol.
III/2, Rom-Freiburg-Wien, Herder 1976, pp. 696-704. In questo testo è stata condotta la
traduzione italiana. II padre Guennou attende da tempo alla edizione critica della Istruzione
che ci auguriamo sia presto pubblicata. Sulla tradizione manoscritta e sulle edizioni a stampa
del documento rinviamo all'articolo del Guennou, «L'Instruction de 1659 aux vicaires
apostoliques français» in Les missions catholiques, nuova serie, IX, 1959, pp. 78-79.
I – Prima di partire
Dal momento che la vostra grande solerzia, l'intenso zelo religioso e il profondo spirito
di pietà del popolo francese hanno fatto sì che molti già da parte vostra siano stati invitati a
questa missione di Cina, e molti ancora si siano spontaneamente offerti ad essa, non vogliate
prestare fede alla leggera a ogni ispirazione, ma accertatevi se essa provenga veramente da
Dio1. L'esperienza infatti insegna che molti, spinti da una certa quale impulsività spirituale,
tanto più se di temperamento un po' vivo, si dispongono alle opere pie e sante con più irruenza
che costanza di vocazione. Ma poiché in costoro la virtù non ha messo radici, appena quel
fervore iniziale s’è placato, alle prime fatiche si lasciano abbattere e scoraggiare e volgono
indietro il capo dall'aratro2.
Sia pertanto vostra principale preoccupazione ricercare e scegliere con molta
attenzione, fra i molti candidati, uomini che per età e per salute siano atti a sopportare le
fatiche e, quel che più conta, dotati di spiccata carità e prudenza: virtù che dovranno essere
accertate non per giudizio o supposizione altrui, ma per lunga pratica ed effettiva esperienza
acquisita in altri compiti egregiamente adempiuti. Sappiano inoltre mantenere tenacemente il
segreto; e con la serietà dei costumi, la cortesia, la dolcezza, la pazienza, l'umiltà e l'esempio
di ogni virtù testimonino in pratica quella fede in Cristo che professano con le parole.
Sappiano infine, conformandosi alla legge della Carità evangelica, adattarsi al temperamento
e ai costumi altrui, in modo che non riescano importuni ai loro compagni di vita nè odiosi o
mal accetti agli stranieri, ma si facciano tutto a tutti con l'Apostolo3.
Proponete i candidati da voi scelti al nunzio apostolico in Parigi, in modo che se ne
conoscano nome, età e doti, e che li possa inserire nelle vostre lettere credenziali; e questo è il
motivo per cui nelle lettere stesse è stato lasciato uno spazio libero da riempire coi loro nomi.
Informate subito di ciò la Sacra Congregazione perchè ratifichi ciò che voi stessi e il Nunzio
apostolico avrete fatto al riguardo. Stabilite criteri e modi precisi per una fitta e mutua
corrispondenza tra voi e il nunzio, e tra questi, a sua volta, e la Sede Apostolica. Perciò anche
nelle località marittime o porti, non solo in Europa ma in tutta l'Asia, e soprattutto sul litorale
∗
Trascrizione dal testo italiano pubblicato nel 1980 dalla Jaca Book e curato da Massimo Marcocchi. Il testo
pubblicato dalla Jaca Book porta la versione latina a piè pagina.
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1Gv 4, 1.
Lc 9,62; Mc 4, 16-17.
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1Cor 9, 22.
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delle vostre missioni, designate uomini fidati che si prendano a cuore questo incarico e
consegnino di persona le vostre lettere nel modo più sicuro possibile.
Trovate anche il modo di farvi inviare ogni anno dalla Francia sussidi di carattere
materiale e spirituale, e comunicatelo per iscritto a questa Sacra Congregazione perchè,
informata della situazione, possa collaborare, in ragione del suo amore per voi, alle sante
imprese vostre e delle altre persone pie, nella misura che le sarà consentito dalla gran mole
degli affari che continuamente l'assorbe. Perciò abbiate anche a Parigi degli uomini saggi e pii
che trattino i vostri affari sia in Francia, sia anche – per corrispondenza – qui a Roma: e siano
persone tali da offrire fondata garanzia alla Sacra Congregazione. E perchè siano in grado di
esprimere un giudizio sicuro sulle altrui doti e attitudini, designate delle persone anziane, di
provato valore, dotate di grande pietà e prudenza e massimamente aliene da interessi
mondani. Compito specifico di tali persone sarà soprattutto quello di ricercare, trovare ed
esaminare i missionari affinché – una volta che siano riconosciuti idonei secondo i criteri
sopra esposti – vi siano inviati a tempo opportuno da questa Sacra Congregazione; e anche per
questo motivo essi devono tenersi in frequente contatto con la Congregazione e segnalarle le
doti di ciascuno dei missionari che essi abbiano reperito affinchè, dopo matura deliberazione,
di qui vi raggiungano muniti di legittima autorizzazione, di facoltà e di mandati.
Oltre ai procuratori che stabilirete in Parigi, abbiate anche a Roma una persona che si
prenda parimenti cura dei vostri affari, e provvedete l'uno e gli altri del legittimo mandato di
procura, soprattutto quello che risiederà in Roma, perchè possa con la dovuta modestia trattare
e sollecitare presso la Sede Apostolica i vostri affari. Badate di scegliere per questo incarico
una persona sperimentata che abbia perfetta conoscenza e competenza dei vostri affari e della
quale la Sacra Congregazione possa fidarsi. E dato che da essa dipenderà molto la soluzione
dei vostri problemi, una volta che l'abbiate scelta, abbiate cura che possa esercitare il suo
ufficio con continuità; affinchè non accada che, col mutare frequentemente le persone, ne
subentri qualcuna, un po' troppo negligente e inesperta, e provochi così non lievi danni ai
problemi da trattare.
Appena avrete ricevuto queste istruzioni dal Nunzio Apostolico, partite il più presto
possibile e nella maniera più riservata, avendo cura di non rivelare a nessuno né la decisione
del viaggio e della partenza né l'itinerario e la via che percorrerete, per evitare che la
divulgazione della notizia susciti nei molti luoghi che toccherete molteplici ostacoli a tanta
impresa.
II. Durante il viaggio
Il viaggio per terra, attraverso la Siria e la Mesopotamia, sarà molto più sicuro e più
ce1ere per voi che quello attraverso l’Oceano Atlantico e il Capo di Buona Speranza; ma
soprattutto dovrete evitare i territori dei Portoghesi e quelli che, a qualsiasi titolo, dipendono
dal Portogallo; anzi cercate, per quanto vi sarà possibile, di non avvicinarvi neppure ad essi
durante il viaggio. Quando poi sarete arrivati, tenete ben presente che non rientrano nella
vostra competenza né Macao né gli altri territori dipendenti dal Portogallo, anche se tali
territori siano compresi entro i confini della vostra giurisdizione. Pertanto seguite o la via che
passa attraverso la Persia e la Mongolia o anche la via marittima, se vi si dovesse presentare
l'occasione di una nave che sappiate con certezza diretta in Cina, ma senza approdare a quei
porti di cui si è detto.
Durante il viaggio la vostra preoccupazione maggiore sia di dissimulare a tutti il nome
e lo scopo della vostra missione. Perciò cambiate nome e patria, e persino l'abbigliamento, e
tenete nascosto la natura e l'itinerario del viaggio, il suo scopo e soprattutto la sua meta; e, più
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di ogni altra cosa, la vostra dignità episcopale. E adducete come pretesto di così lunghi viaggi
o il commercio o la curiosità, innata negli Europei, di visitare e conoscere paesi stranieri; se
poi per necessità o per caso foste proprio indotti a dichiararvi missionari, dichiaratevi pure
tali, ma destinati in tutt'altro luogo che in Cina.
Fate una breve descrizione delle regioni che attraverserete e del vostro itinerario; e
comunicateci tutto ciò che apprenderete lungo il cammino nel modo che vi sarà detto a suo
luogo. Lungo il viaggio cercate con molta diligenza di sapere se vi sia un modo di inviare
lettere in Europa e se vi sia persona di fiducia alla quale consegnarle con sicurezza; se
trovaste una persona del genere, stabilite con lei rapporti di amicizia e di scambievole aiuto,
tacendo però il segreto della vostra missione; ed esortatela ad avere sollecita cura delle vostre
lettere dirette in Europa. Cercate di sapere da lei se abbia bisogno di qualcosa per i suoi affari
in Europa e offritele con liberalità il vostro aiuto; e trasmettete alla persona indicata il suo
nome, la sua residenza, gli affari che svolge e lettere di raccomandazione.
Non tralasciate nessuna delle occasioni che vi si presenteranno per scrivere a questa
Sacra Congregazione e ai vostri procuratori tutti i casi che vi accadranno nell'intero corso del
viaggio. Narrate in particolare modo tutte le difficoltà dell'itinerario e spiegate come le avete
superate, in modo che la vostra esperienza possa essere utile a coloro che vi seguiranno .
Nel luogo in cui giungerete, osservate con cura tutto ciò che riguarda la propagazione
della fede, la salvezza delle anime e la promozione della gloria di Dio, nonché lo stato della
comunità cristiana, delle missioni e dei missionari. Guardatevi tuttavia dal presumere che vi
sia stato conferito alcun incarico di visita, ma investigate in modo da far apparire ben chiaro
che il vostro desiderio di conoscere è suscitato da ragioni di carità cristiana e non da altro fine.
Viaggiate tutti insieme, a meno che non riteniate preferibile intraprendere il cammino
separatamente e per diversi gruppi.
Qualora uno di voi o dei vostri compagni si ammali e si potrà sperare che la malattia si
risolva nel giro di pochi giorni, attardatevi un poco, fin tanto che l'ammalato si sia ristabilito e
possa proseguire con voi il cammino. Se invece vedrete che la malattia tende a protrarsi e vi
fa perdere occasioni opportune di viaggio, raccomanderete l'infermo a persone pie e religiose,
meglio se missionari, nel caso che ne troviate nella regione; o, se preferite, lasciate col malato
qualcuno di voi che possa aiutarlo e consolarlo e poi mettersi in cammino insieme a lui e
raggiungervi nei luoghi stabiliti.
Preoccupatevi con tutte le forze di raggiungere il più presto possibile la vostra
missione a cui Dio vi ha chiamato; nessun pretesto di pietà o di carità, per quanto grave esso
possa apparire, vi trattenga o vi faccia deviare anche per poco dal diretto proseguimento del
vostro viaggio. Non può essere infatti rettamente ordinata quella carità che, per recare aiuto ad
altri, vi sottragga al bisogno immenso delle popolazioni a voi affidate.
III. Nella missione
La principale ragione che ha spinto questa Sacra Congregazione a inviarvi come
vescovi in queste regioni è stata quella di curare con ogni mezzo l'educazione dei giovani del
luogo per renderli atti al sacerdozio e conferire loro gli ordini sacri; e collocarli poi nei loro
paesi d'origine per quelle vaste regioni affinché lì si prendano cura, con tutto il loro impegno e
con la vostra guida, della vita della comunità cristiana. Pertanto abbiate sempre presente
questo scopo: condurre agli ordini sacri il maggior numero possibile di persone e le più atte,
formarle e a tempo opportuno promuoverle.
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Se poi tra quelli che avrete promosso ne vedrete alcuni degni dell’episcopato,
guardatevi (e ciò vi è assolutamente proibito) dall’insignire alcuno di loro del carattere di così
grande dignità; ma comunicate prima a questa Sacra Congregazione il loro nome, le loro doti,
l'età e tutto ciò che conviene conoscere, come, ad esempio, in quale luogo possano essere
consacrati, a quali diocesi essere messi a capo, e tutte le altre notizie di tal genere, come poi si
dirà.
E poiché dall'obbedienza dei vescovi alla Sede Apostolica dipende l'unità di tutta la
chiesa, la comunione dei Santi e il fermo ripudio delle eresie e dello scisma, che sono un
pericolo particolarmente temibile in regioni così lontane, non solo voi stessi dovete essere
obbedientissimi al Pontefice Romano, ma dovete altresì adoprarvi con tutte le forze affinché i
Cinesi e gli altri popoli sottoposti alla vostra giurisdizione si convincano che la saldezza e la
norma della fede ortodossa si fondano sul fatto che anch'essi riveriscano questa Santa Sede
come maestra e strumento dello Spirito Santo, si sottomettano totalmente ai suoi ordini e alle
sue disposizioni in tutto ciò che riguardi l'ambito spirituale, la consultino nelle difficoltà e
accettino di buon animo di essere guidati dalle sue direttive; e ciò risulterà tanto più facile e
accettabile, quanto più ne verrà l'esempio da voi che siete le loro guide.
Non trattate dunque affari importanti senza il mandato di questa Sacra Congregazione,
e rendetele conto per iscritto di tutto ció che avete fatto nell'assolvimento del vostro ufficio e
secondo le circostanze, in modo che i Cinesi comprendano che negli affari di una certa
importanza è necessario consultare la Sede Apostolica. Persuadeteli anche, in tutti i modi
possibili, a scriverci molto spesso, a sollecitare con lettere il parere del Sommo Pontefice e ad
attendere la sua risposta.
E affinché i Cinesi, atterriti dalla distanza dei luoghi e dalla difficoltà di ricorrere alla
Santa Sede, non adducano come pretesto l'inopportunità di abbracciare una religione il cui
capo ben difficilmente può far giungere fin lì i suoi responsi, col vostro esempio mostrate
come la sollecitudine del Romano Pontefice, anche nel caso non sia stato richiesto, supplisca
alle difficoltà della distanza nominando dei vescovi muniti di amplissimi poteri; e fate
intendere che, se Dio concederà che la religione cristiana metta in Cina più stabili radici, il
Pontefice ovvierà alla distanza in modo più completo anche per mezzo di Nunzi, senza tener
conto di spese o di difficoltà, come del resto gia avviene senza disagio in altri paesi, anche se
non così lontani come la Cina.
Se nell'eseguire gli ordini di questa Sacra Congregazione vi capitasse di incontrare o di
prevedere difficoltà così gravi che essi non possano essere accettati senza forti reazioni,
evitate assolutamente di imporli contro voglia, di stabilirli con la forza o con la paura di
castighi, di seminare discordie per la disobbedienza di alcuni, di inimicarvi gli spiriti, di
esacerbare gli animi. Al contrario, cedendo alle circostanze e avendo indulgente riguardo alla
debolezza dei neofiti, sarà preferibile lasciar cadere per il momento quelle prescrizioni, fin
tanto che non abbiate informato con la massima sincerità di tutta la questione la Sacra
Congregazione ed essa non vi abbia risposto cosa si debba fare.
Poiché nulla s'oppone maggiormente alla conversione dei popoli e all'unità della fede e
nulla ritarda e impedisce maggiormente la diffusione del Vangelo in tutto il mondo che la
difficoltà di corrispondere e di comunicare col mondo cristiano e soprattutto con la Sacra
Congregazione Apostolica, tanto più dovete impegnarvi con tutta la cura e l'attenzione
possibile affinché la corrispondenza si svolga in un senso e nell'altro nelle migliori condizioni
di sicurezza. Il vostro primo proposito deve essere dunque quello di scrivere il più
frequentemente possibile a questa Santa Sede, e affinché più scrupolosamente lo adempiate,
vi è severamente imposto nel Signore.
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E anche se non passerà quasi giorno in cui non vi capitino molti fatti che sia opportuno
far conoscere in modo particolare, voi tuttavia non lasciateci all'oscuro – e dunque non vi
dispiaccia scriverci – neppure di quelli che vi parranno di minore importanza: già questa è
cosa di grande importanza, il sapere che la situazione non è mutata e che non è avvenuto nulla
di particolare rilievo.
Affinché poi le vostre lettere raggiungano sicure il luogo a cui sono dirette, inviatele
per mezzo di corrieri diversi e utilizzate anche strade diverse, e speditene anche più copie, una
dopo l'altra, per lo stesso itinerario. Non dimenticate che l'impegno della corrispondenza vi è
tanto strettamente raccomandato e ordinato che, se lo trascurerete, potete esser certi che
nessuna vostra futura mancanza risulterà più molesta a questa Congregazione o più
difficilmente perdonabile.
Non scriveteci alcuna informazione relativa a questioni politiche o ad affari che
possano offendere i principi e i governanti, ma rimandate a tempi più opportuni il racconto
completo e dettagliato di tali fatti.
Qualora la necessità esiga che il contenuto delle vostre lettere rimanga a tutti segreto
pur nel caso che fossero intercettate, vi inviamo un codice di cui vi servirete per scrivere con
linguaggio cifrato a questa Sacra Congregazione tutte le informazioni riservate e che devono
essere tenute nascoste ad altri. Non dovete tuttavia servirvene con troppa facilità, se non per
una necessità inderogabile, e dovete essere sicuri che, pur nel caso in cui intercettino le lettere
e vi riconoscano un linguaggio cifrato e clandestino, uomini malevoli non approfittino
dell'occasione per rendervi sospetti presso i principi, come se steste tramando qualche
complotto contro lo Stato. Perciò se riterrete di non potervi fidare della corrispondenza, e si
verifichino fatti di grande importanza che sia assolutamente necessario far conoscere, fate in
modo che uno, anche dei vostri missionari, si porti per breve tempo oltre i confini della
provincia per informare Roma da un luogo sicuro sulla situazione. A lui, in ragione
dell'incarico che gli avete affidato, non tenete nascosto alcunché, purché sia persona fidata e
di sicuro zelo religioso. Prima di partire, ottenga da voi il permesso scritto di uscire, sul quale
sia indicato il luogo verso cui deve indirizzarsi per la strada più diretta e il tempo entro cui
dovrà rientrare. Dopo che avrà scritto ciò che voi gli avrete ordinato, ritorni subito nella sua
provincia senza aspettare la risposta, affinché nel frattempo la vita della comunità cristiana
non subisca alcun danno, a motivo della sua assenza.
Se poi i missionari stessi volessero scriverci, ciò non deve assolutamente essere loro
proibito; anzi, incoraggiateli in tutti i modi a farlo, e addirittura obbligateli. Non dovete però
né aprire né leggere le loro lettere e nemmeno investigare in alcun modo sul loro contenuto,
purché non scrivano cose di natura politica e che possano offendere i principi: questa
proibitelo nel modo più rigoroso. Gli stessi missionari non tralascino alcuna occasione di
scrivere a voi da quei luoghi ai quali li avrete destinati. Del resto, ogniqualvolta potrete
scrivere in maniera sicura, o inviarci qualcuno, provvedetelo di tutte le istruzioni in modo che
possa esaurientemente rispondere alle questioni che troverete esposte nel foglio allegato.
Se per ispirazione di Dio, un re, un principe, un uomo politico o un qualsiasi potente
mostrasse benevolenza nei vostri confronti o favorevole inclinazione nei riguardi della
religione cristiana, siatene grati ma, per evitare l'invidia, non chiedete privilegi, esenzioni,
tribunali speciali etc., e in nessun modo sminuite la loro giurisdizione. Se poi otterrete
qualche favore, che non risulti odioso e che favorisca la crescita della religione, non vantatevi
di averlo ottenuto come si trattasse di un vostro diritto, ma come frutto della pura benevolenza
del principe. Ed evitate modo assoluto che essi abbiano anche minimamente a temere per sé
da parte vostra. Bisogna perciò evitare coscienziosamente qualunque sospetto o anche solo
l'ombra del sospetto.
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Tenetevi sempre tanto lontani dalla politica e dagli affari dello Stato da non accettate
incarichi nella pubblica amministrazione, quand’anche ciò vi fosse richiesto con pressante
insistenza. Questa Sacra Congregazione ha sempre proibito ciò nella maniera più netta e
continuerà a proibirlo. Pertanto voi e i vostri collaboratori astenetevene scrupolosamente; e
siate ben persuasi che chiunque si immischierà o anche soltanto si lascerà coinvolgere in
vicende di tal genere farà cosa molto sgradita a questa Sacra Congregazione; e ciò non
soltanto quando l'affare finisce per provocare un danno alla religione e allontanare i
missionari dal loro ufficio, ma anche qualora arrida certissima speranza di vedere con questo
mezzo la religione incrementata e la fede largamente propagata.
Né su questo punto varrà a giustificarvi l'esempio di altre persone, anche religiosi, che
voi potreste addurre a vostra discolpa. Al contrario siate voi di esempio a loro, in modo che
essi e le popolazioni apprendano dal vostro modo di procedere l'intenzione della Santa Sede.
La parola di Dio, infatti, non deve essere propagata con questi mezzi, ma con la carità, il
disprezzo delle cose terrene, la modestia, la semplicità della vita, la pazienza, la preghiera e
tutte le altre virtù proprie degli uomini apostolici. Preoccupatevi anzi di far comprendere a
tutti quanto tali cose siano lontane dalle intenzioni della Santa Sede, con quale rigore e con
quale severità essa le proibisca ai suoi ministri, con quale fastidio le accolga, se attraverso le
relazioni dei missionari viene ad apprendere fatti del genere. Pertanto si sappia e si proclami
apertamente che voi e i vostri collaboratori aborrite da tali pratiche e che non mirate ad altro
che alle realtà dello spirito e alla salvezza delle anime e che le vostre fatiche, le vostre
aspirazioni, la vostra mente sono protese esclusivamente alle realtà celesti con esclusione di
tutto il resto. Nel caso poi veniste a sapere che qualcuno dei vostri è caduto in una situazione
di tale sconvenienza, senza indugio esoneratelo e scacciatelo dalle missioni. Non si può infatti
immaginare nulla di più dannoso per voi e di più deleterio per la causa di Dio che riposa nelle
vostre mani.
Se i prìncipi dovessero un giorno o l'altro richiedere i vostri consigli, non
accondiscendete se non dopo esserne stati a lungo pregati e dopo avere addotto l'esistenza di
questa nostra proibizione; e date consigli leali, giusti e che abbiano un sapore d'eternità
Abbandonate poi subito palazzo e corte regia, e ritiratevi nei vostri distretti per attendere ai
sacri uffici. E piuttosto che rimanere là, fingete una totale ignoranza degli affari politici e
inettitudine completa nella pubblica amministrazione, in modo che per benevola concessione
degli stessi prìncipi vi allontaniate il più presto possibile da un luogo così irto di pericoli.
Ai popoli predicate l'obbedienza verso i prìncipi, anche quelli oppressivi4, e pregate di
cuore Dio, sia in privato che in pubblico per la loro prosperità e la loro salute. Non criticate le
loro azioni, anche se persecutorie, né accusate la loro severità, né rivolgete loro alcun
rimprovero, ma attendete da Dio in silenzio e pazienza il tempo della consolazione5. Per
nessuna ragione seminate nei loro territori germi di partiti – spagnoli o francesi, turchi o
persiani o simili – anzi, per quanto dipende da voi, estirpate dalle radici tutte le contese di tal
genere. Se qualcuno dei vostri missionari, nonostante un esplicito richiamo, continuasse ad
alimentare simili dissensi, rimandatelo senza indugio in Europa, affinché con la sua
imprudenza non metta in pericolo interessi religiosi di tanta importanza.
Non compite nessun sforzo, non usate alcun mezzo di persuasione per indurre quei
popoli a mutare i loro riti, le loro consuetudini e i loro costumi, a meno che non siano
apertamente contrari alla religione e ai buoni costumi. Che cosa c'è infatti di più assurdo che
trapiantare in Cina la Francia, la Spagna, l'Italia o qualche altro paese d'Europa? Non è questo
che voi dovete introdurre, ma la fede, che non respinge né lede i riti e le consuetudini di alcun
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1Pt 2,18.
Lam 3, 26.
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popolo, purché non siano cattivi, ma vuole piuttosto salvaguardarli e consolidarli. E poiché è
carattere comune della natura umana preferire nella stima e nell'amore le proprie usanze e in
modo particolare le proprie tradizioni nazionali a quelle altrui, non c'e nulla che generi
maggiormente l'odio o il risentimento che il far mutare le consuetudini patrie, soprattutto
quelle a cui si è abituati da tempo immemorabile, e particolarmente se al loro posto uno voglia
sostituire, importandole, le tradizioni del suo paese. Non fate dunque mai paragoni tra gli usi
locali e gli usi europei; cercate piuttosto con tutto il vostro impegno di abituarvi ad essi.
Ammirate e lodate tutto ciò che merita lode; se qualcosa non lo merita, non dovrete certo
esaltarla clamorosamente come fanno gli adulatori, ma avrete la prudenza di non giudicarla o
almeno di non condannarla sconsideratamente e senza motivo. Quanto ai costumi che sono
manifestamente cattivi, sarà bene rimuoverli con l'atteggiamento e col silenzio più che con le
parole, cogliendo beninteso l'occasione di sradicarli pian piano e quasi insensibilmente, una
volta che gli animi siano disposti ad abbracciare la verità.
Nell'annuncio della parola di Dio e nell'amministrazione dei sacramenti fate in modo
che l'affollamento delle riunioni non generi alcun sospetto di disordine e di ribellione, ma
preoccupatevi che i cristiani, quando si radunano con voi per celebrare i sacri misteri, lo
facciano con grande discrezione. E in queste adunanze non permettete che si tratti se non di
argomenti religiosi, e proibite nel modo più assoluto che diventino occasione di discussione
politica.
Le vostre zone di missione sono state separate intenzionalmente, in modo che non
avvengano ingerenze reciproche. Se una necessità inderogabile e una pesca sovrabbondante
costringessero a chiamare i compagni da un'altra barca, 6 vi può essere consentito, dopo
esserne stati richiesti non una, ma più volte, di assentarvi per breve tempo dalla vostra zona e
di lavorare in un'altra; ma perché nel frattempo la vostra missione non subisca danno, dovrete
farvi sostituire da un vicario idoneo. Restate però assenti il minor tempo possibile e scrivete
alla Sacra Congregazione i motivi dell'assenza e la sua durata, descrivendo la situazione della
vostra missione al momento in cui l'avete lasciata e come l'avete ritrovata al vostro ritorno.
Tra voi scrivetevi molto spesso e coltivate con la corrispondenza l'amicizia a cui avete
dato inizio, in modo che possiate offrire aiuto e consigli a coloro che si trovano in difficoltà.
Se dovesse sorgere tra voi o tra i vostri missionari qualche controversia, evitate
assolutamente risse, clamori e scandali, soprattutto alla presenza del popolo. Se non riuscite a
risolvere da soli le controversie, portatele davanti a questa Sacra Congregazione; ma abbiate
per certo che essa sarà più severa e più propensa a condannare coloro che sono ostinati,
caparbi ed eccessivamente attaccati ai propri diritti; sarà invece più indulgente e comprensiva
nei confronti di coloro che rinunceranno volentieri ai propri diritti e che saranno disposti
piuttosto a perdere del proprio che ad usurpare ciò che è degli altri.
Preoccupatevi di avere sempre un clero e dei missionari. eccellenti, e tali conservateli
con ogni cura e sollecitudine. Assegnate a ciascuno di loro un compito specifico nel vostro
territorio e una vigna delimitata da precisi confini in cui abbia a lavorare7. A nessuno di loro
sia assolutamente consentito di uscirne senza il vostro esplicito permesso scritto; voi pero non
lo concederete facilmente, a meno che non lo imponga un legittimo e urgentissimo motivo;
nel qual caso fisserete dei limiti di tempo che saranno brevissimi e nominerete un altro che
supplisca chi si assenta.
Se invece un missionario, entrato in un territorio diverso dal suo, non volesse
sottostare all'ordine stabilito, prima correggetelo, così, se si ravvederà, guadagnerete un
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7
Lc 5, 7.
Is 5, 1-7.
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fratello 8; se invece si ostinerà nel suo errore, coloro il cui diritto è leso evitino di entrare in
contesa con persona siffatta; ma, rinunciando al proprio diritto, vi informino di tutto
l'accaduto.
Non rimandate in Europa nessun missionario, a meno che una assoluta necessità e
motivi molto urgenti vi abbiano indotto a farlo, anzi vi ci abbiano costretto quasi
controvog1ia. Questi motivi possono essere: cattiva condotta, costumi scandalosi, dottrina
perversa, carattere turbolento, rissoso, incapace di sopportare gli altri e soprattutto impigliato
in faccende politiche e interessi mondani. Può essere infine valido motivo la necessità di
informare la Sacra Congregazione della situazione generale e dello stato dell'intera missione
in tutte le sue province.
Con quale prudenza voi dobbiate comportarvi nelle relazioni col clero regolare vi è
stato ampiamente detto qui a voce, e poi ancora per lettera dopo la vostra partenza. Per ora
attenetevi dunque esattamente a queste indicazioni, fino a che non abbiate accuratamente
descritto alla Sacra Congregazione lo stato di quelle regioni. Tenete come principio generale
che è molto meglio permettere che i vostri diritti siano lesi da loro, piuttosto che rivendicare
con scandalo anche una minima vostra prerogativa legittima.
Non vogliate in alcun modo rendervi odiosi al popolo per delle questioni materiali.
Ricordatevi della povertà degli Apostoli che guadagnavano con le proprie mani ciò che era
necessario per sé e per i loro compagni9. A maggior ragione voi, emuli e imitatori degli
Apostoli, accontentatevi del vostro cibo e del vostro abito e astenetevi da ogni indecoroso
provento ottenuto mediante elemosine o raccolta di denaro, donativi e offerte. E se qualche
offerta siete comunque costretti a ricevere, nonostante i vostri rifiuti, distribuitela ai poveri♦
sotto gli occhi dei vostri benefattori, ben sapendo che nulla suscita tanta ammirazione fra i
popoli quanto il disprezzo dei beni temporali e la povertà evangelica che, elevandosi al di
sopra di tutte le realtà terrene, accumula tesori in cielo 10.
Nessuno di voi o dei vostri collaboratori si leghi a qualche persona in modo durevole o
gli sia così sottomesso, soprattutto se si tratta di persona influente, da sembrare al servizio di
quel solo e non di tutta la missione. Non lasciatevi perciò legare le mani da favori eccessivi
ma insidiosi che possano non solo nuocere al bene comune, ma anche togliere la libertà di
parlare e di biasimare i vizi del donatore stesso.
Poiché è necessario, per promuovere in questi paesi lo studio delle lettere sacre,
tradurre dal latino o dal greco nella lingua locale non poche opere dei dottori della chiesa e di
altri autori religiosi, ricercate con ogni diligenza chi dei nostri lì o altrove sia all’altezza di
questo compito per la perfetta conoscenza delle due lingue e delle scienze sacre, e segnalate il
suo nome alla Sacra Congregazione. Aprite ovunque delle scuole con grande cura e insegnate
gratuitamente ai giovani di quei paesi la lingua latina e, nell'idioma locale, la dottrina
cristiana. Preoccupatevi anche che nessun cattolico faccia educare i figli a degli infedeli, ma
solo a voi e ai vostri collaboratori.
Se in queste scuole noterete dei giovani dotati di buona indole, pii, devoti e generosi,
inclini agli studi e che lascino sperare di poter abbracciare la vita ecclesiastica, alimentate il
loro zelo e aiutateli a proseguire gli studi senza che siano distratti da altri interessi. Quando
avranno sufficiente istruzione e formazione religiosa, potrete accoglierli tra i chierici, e a suo
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Mt 18, 15.
1Cor 4, 12.
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La espressione dispergite pauperibus è assente nel testo della Istruzione edito da Guennou,compare invece nel
testo della Istruzione pubblicata da H. Chappoulie, op. cit., vol. I, p. 402. Ho ritenuto necessario introdurre a
questo punto,per rendere intelligibile il discorso, la espressione dispergite pauperibus.
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Mt 6, 20; Lc 12, 33.
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tempo promuoverli agli ordini sacri, dopo aver1i saggiati con molti esercizi spirituali e dopo
avere esaminato la loro intenzione e la loro vocazione allo stato ecclesiastico. Li incaricherete
poi di insegnare ai loro compatrioti il Vangelo di Cristo.
Ci sarebbero moltissime altre cose da dire e prescrivere sia per vostra consolazione
spirituale sia anche per vostra istruzione; ma volutamente si omettono, perché la Sacra
Congregazione ha tale stima del vostro zelo e del vostro impegno da ritenere per certo che voi
saprete supplire alle lacune, sia per quanto riguarda la conoscenza di quei paesi, sia per quanto
concerne i molti casi dubbi che vi si incontrarono in passato e che si potranno ripresentare in
gran numero in futuro, mediante la lettura degli eccellenti libri che sano stati pubblicati
sull'India e sulla Cina, e soprattutto sulla conversione di quei popoli. Tra questi libri vi
raccomandiamo vivamente la vita di san Francesco Saverio e soprattutto le sue lettere11; da
questi infatti attingerete molti orientamenti che possono ritenersi norme sicure sia sui riti di
quei paesi sia sul modo di trattare con gli abitanti e di comportarvi onorevolmente nelle
maggiori difficoltà. Leggete anche il Vericello 12 soprattutto quella parte che tratta dei
problemi dubbi relativi ai Cinesi. Leggete anche il Bozio13 e il quarto tomo delle opere del
carmelitano scalzo Tommaso di Gesù14.
Poiché la Sede Apostolica vi ha mandato come compagno il terzo vescovo15, molti
problemi che la situazione presente ha indotto a tralasciare, forse in condizioni più opportune
saranno precisati, se così la Sacra Congregazione giudicherà conveniente nel Signore. Eg1i
benedica le vostre fatiche e vi conduca felicemente col gregge a voi affidato alla dimora
eterna. Amen.
11
Si tratta probabilmente della Vita Francisci Xaverii del gesuita Orazio Torsellini (Roma 1593). Cfr.
Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, t. VIII, Bruxelles-Paris 1898, col. 140. Il Torsellini curò
anche la traduzione in latino delle lettere di Francesco Saverio (Roma 1596).
12
Il teatino Angelo Maria Verricelli (1656), missionario a Costantinopoli e nel Vicino Oriente, compose
un'opera intitolata Quaestiones morales ut plurimum novae ac peregrinae, seu tractatus de apostolicis
missionibus, Venetiis, apud Franciscum Baba, 1656. Cfr. Antonio F. Vezzosi, I scrittori de' chierici regolari
detti Teatini, parte seconda, Roma 1780, pp. 470-472.
13
Tommaso Bozio (1548-1610) appartenne alla congregazione dell'Oratorio fondata da Filippo Neri. Collaborò
con il Baronio alla redazione degli Annales ecclesiastici e condensò il frutto delle sue ricerche negli Annales
antiquitatum che in parte furono pubblicati nel 1637. II De signis Ecclesiae Dei contra omnes haereses, (2 voll.,
Roma 1591-1592) é l'opera del Bozio che ebbe più larga diffusione. Cfr. la voce Bozio di P. Craveri in
Dizionario biografico degli Italiani, 13, pp. 568-57l.
14
II carmelitano scalzo Tommaso di Gesù (al secolo Didaco Sanchez d'Avila) nacque a Baeca in Andalusia
intorno al 1568 e morì a Roma nel 1627. In qualità di provinciale di Castiglia e poi di definitore della
Congregazione di Spagna, ebbe modo di seguire l'attività dei suoi confratelli impegnati a predicare il Vanngelo
nel Vicino e nel Medio Oriente. Da questa partecipazione alle vicende misssionarie nacque un'opera che godette
di vasta notorietà: Thesaurus sapientiae divinae in gentium omnium salute procuranda, schismaticorum,
haereticorum, judaeorum, saracenorum, ceterorumque infidelium errores demonstrans, impiissimarum sectarum
maxime orientalium ritus ad historiae fidem XII libris enarrans, errores ad veritatis lucem coflutans, Antverpiae
1613. Qualche anno prima, nel 1610, aveva pubblicato uno Stimulus missionum (Roma, 1610). Gli scritti di
Tommaso di Gesù furono editi nel 1684 col titolo Opera omnia homini religioso et apostolico utilissima.
Tommaso propose la costituzione in Roma di una commissione che dirigesse l'attività missionaria e pertanto è
ritenuto un precursore della congregazione di Propaganda Fide. Su Tommaso di Gesù cfr. Marziale da S.
Giovanni Battista, Bibliotheca scriptorum utriusque congregationis et sexus Carmelitarum excalceatorum,
Burdigalae 1730, pp. 409-419; F. Rousseau, L'idée missionnaire aux XVI et XVII siècles, Paris 1930, pp. 68-72;
Tommaso di Gesù OCD, Il p. Tommaso di Gesù e la sua attività missionaria all’inizio del secolo XVII, Roma
1936.
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Ignace Cotolendi, il vicario apostolico.
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