Lo Champagne del futuro sarà bio

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Lo Champagne del futuro sarà bio
Lo Champagne del futuro sarà bio
Sempre più produttori passeranno nei prossimi anni
all’agricoltura organica che conferirà oltretutto un maggior
legame con il territorio. Secondo l’enologo di Louis Roederer la
pratica biodinamica è soprattutto un modo migliore per fare vino
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Dai Mercati
08/01/2015
Intervenendo a una masterclass durante l’ultimo Decanter Fine Wine Encounter, appuntamento londinese
organizzato dall’omonima testata britannica d’informazione vitivinicola, Jean-Baptiste Lecaillon, chef de
cave e condirettore generale della Maison Louis Roederer, ha dichiarato che il futuro dello Champagne è
nell’agricoltura biologica e biodinamica, perché, oltretutto, la coltivazione organica permette di esprimere
meglio il senso del territorio.
Oggi gli ettari vitati certificati biologici sono nella regione dello Champagne circa l’1% (secondo i dati
dell’unione dei coltivatori locale) mentre non vi sono dati ufficiali riguardo ai vigneti biodinamici; Louis
Roederer è però probabilmente la maison con il maggior numero di ettari biodinamici della regione, si tratta
infatti di 65 ettari sui 240 del vigneto aziendale.
Secondo Lecaillon le viti così coltivate sarebbero più forti e il risultato nel vino sarebbe un maggior gusto
fruttato, una maggior freschezza e più profondità. Sebbene poi nei primi anni dopo la conversione si perdano
tra il 20 e 30% dei rendimenti, dopo quattro o cinque anni questi tornano a crescere, per arrivare a un buon
livello, anche se probabilmente non a quello di pre-conversione. Senza dare troppo peso agli aspetti
“spirituali” dell’agricoltura biodinamica, l’enologo francese è convinto che, proprio dal punto di vista pratico, il
metodo biodinamico sia soprattutto un modo migliore per fare il vino.
FEB 2014
Tratto da un articolo della rivista DECANTER di Londra
A me pare una notizia importante.
Pino Sola