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Quale Stato per Hezbollah? 56 October 2015 Author: Giulia Petrocelli Language: Italian Keywords: Hezbollah Lebanon Shiites of Lebanon ISSN: 2281-8553 © Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie ABSTRACT Hezbollah is currently one of the most influential groups of Lebanon, as well as a key international actor. Although there are several studies concerning its nature and its activities, it is possible to point out a certain lack of focus on the relations between Hezbollah and the Lebanese State in the broad sense. With no claim of being exhaustive, this report is intended to provide a critical analysis of Hezbollah’s role within the Lebanese context, focusing on non-military activities, in order to understand how the Party of God acts within the precarious institutional balance of contemporary Lebanon. Today, Hezbollah is a complex organization that operates at several levels. The present work starts from an investigation on the social aspect of the Party. The activities in the social field, undoubtedly, played a key role in outlining the identity of Hezbollah. We will see how welfare has been an important keystone for the Lebanese Shiite community; furthermore, emphasis will be put on its territorial and geopolitical meaning. Another element, which helps to define the kaleidoscopic identity of the Party, is represented by its relations. Understanding who are the Party’s interlocutors as well as its allies allows to grasp important aspects, which are useful in the analysis of how Hezbollah has evolved and how it operates in the political arena. The conclusive part of this work will be focused on the main issues, which currently dominate the political debate in Lebanon. Some of these are paradigmatic, thus an overview will be provided, analyzing the way Hezbollah is acting in politics. To summarise, the ultimate goal will be to define the overall identity of the Party of God, understanding its plan for the Lebanese State. GIULIA PETROCELLI Master’s Degree in International Relations, Sapienza – University of Rome. Specialized in International Politics and Geopolitics of Near and Middle East. [email protected] Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 2 1. Introduzione Un movimento di resistenza, un’organizzazione sciita, un partito politico molto potente, un ente assistenziale in grado di fornire servizi di welfare di ottimo livello ma anche una forza militare di primo piano e un attore chiave nell’ambito delle dinamiche geopolitiche di tutto il quadrante medioorientale. Hezbollah (in arabo Ḥizb Allāh, cioè Partito di Dio) è contemporaneamente tutto questo. La sua genesi si colloca tra il 1982 e il 1985, nell’ambito di un Libano sfibrato dalle guerre civili e dalle continue incursioni politiche e militari di potenze straniere, ma Hezbollah ha saputo evolversi, passando dall’essere una milizia di resistenza, come le molte presenti in quel periodo, a rivestire un ruolo centrale nella politica e nella società del Paese dei cedri. La sua storia è inestricabilmente collegata con quella del Paese e, in una certa misura, anche con quella del quadrante medio-orientale. Negli anni il Partito di Dio, infatti, è stato testimone delle trasformazioni, anche drastiche, occorse al sistema libanese e a quello internazionale, e tali trasformazioni hanno avuto ricadute significative sul Partito stesso1. Oggi, Hezbollah è un’organizzazione altamente istituzionalizzata, in grado di influenzare profondamente la politica libanese e con cui è indispensabile fare i conti. Negli anni ’80 e per i primi anni ’90, il Partito di Dio si collocava al di fuori delle Istituzioni statali, ponendosi in 2 contrapposizione con quest’ultime . In seguito, il Partito ha sperimentato la cosiddetta Infitah, un’apertura nei confronti del sistema libanese, testimoniata anche dalla partecipazione alle tornate elettorali che si sono susseguite dal 1992 in poi. La “libanizzazione” si è tradotta in un rinnovato interesse verso le tematiche nazionali, sia dal punto di vista politico, sia da quello sociale. Questa svolta “nazionalista” del Partito, però, non va esagerata nel suo significato. Se è vero che esso ha mostrato, negli anni, una maggiore attenzione per le tematiche più strettamente afferenti al Paese dei cedri, è altrettanto vero che nel caso di Hezbollah non è del tutto possibile parlare di un partito come gli altri. Le differenze con gli altri attori politici, espressioni delle varie comunità confessionali, sono evidenti e cruciali. Hezbollah, infatti, è riuscito a proporre un progetto societario convincente e strutturato, attorno al quale la gran parte della comunità sciita libanese si è andata a raccogliere. E questo è un elemento determinante, proprio perché oggi la comunità duodecimana risulta essere quella più coesa e organizzata in Libano e ciò costituisce un innegabile punto di forza. Cogliere quali siano gli obiettivi reali di Hezbollah in relazione allo Stato libanese è piuttosto complicato. Il Partito di Dio è in continua evoluzione, risulta talvolta sfuggente e i suoi contorni sono sfumati. Inoltre, alcune sue scelte o istanze mantengono un certo grado di ambiguità. Il tutto in un contesto endemicamente contraddittorio, quello libanese. Per le suddette ragioni, non è sempre agevole analizzare in profondità determinate scelte politiche o collegare tra loro le molteplici facce che ne fondano l’identità. Capire come si ponga il Partito guidato da Nasrallah nel contesto istituzionale del Libano significa mettere in relazione tutti i molteplici aspetti identitari, per tentare di trovare uno o più elementi dirimenti in grado di mettere in luce l’attitudine di Hezbollah in relazione allo Stato libanese, dato il contesto e le specificità contemporanei. Come si è voluto evidenziare, il Partito è arrivato a una maturazione politica molto sofisticata. Esso è, oggi, un attore credibile e rispettato; grazie alla sua coerenza, all’integrità dei propri membri e al rifiuto netto verso la corruzione (fenomeno endemicamente presente in Libano)3, Hezbollah è riuscito a emergere, ad affrancarsi dall’immagine di 1 3 Cfr. Early B. R., “Larger than a Party, yet Smaller than a State”: Locating Hezbollah’s Place within Lebanon’s State and Society, “World Affairs”, n° 168.3, 2006, pp. 115-128, in particolare p. 124. Cfr. Charara W., Domont F., Hezbollah: storia del partito di Dio e geopolitica del Medio Oriente, DeriveApprodi, Roma, 2006, p. 129. 2 Cfr. Cammett M., How Hezbollah helps (and what it gets out of it), “The Washington Post”, 2 October, 2014. www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 3 milizia terroristica, diventando un attore di primo piano nel contesto nazionale e regionale e riuscendo a intercettare i consensi di una base ampia di popolazione. In estrema sintesi Hezbollah palesa un progetto molto complesso e strutturato, comprendente una proiezione quasi egemonica in campo politico, pur senza una pretesa esclusivistica che sarebbe, invece, propria di una dimensione nazionale. Con una certa approssimazione, è possibile che il progetto di Hezbollah per il Libano veda la completa abolizione dell’attuale impianto di powersharing politico su base comunitaria, in favore di un sistema basato esclusivamente su una ripartizione proporzionale di cariche e seggi. Il tutto però, tutelando l’inscalfibile struttura comunitaria libanese nella sua dimensione sociale. Hezbollah dimostra, infatti, di volersi porre come garante di tutti, pur detenendo un ampio potere politico, mirando, pertanto, a una strutturazione di potere che sarebbe assimilabile a quella sultanale in questo specifico senso4. In sintesi, il confessionalismo che Hezbollah vuole abolire è, esclusivamente, quello politico, non quello sociale5. Il fulcro della questione risiede nel fatto che Hezbollah non punta a ottenere un potere massimizzato in quanto tale e fine a se stesso; il Partito di Dio porta avanti un progetto preciso per lo Stato libanese che lo vedrebbe rivestire un ruolo di garante ultimo nella gestione politica, di giudice di ultima istanza, proprio quel tipo di potere conferito alla sharia nell’Emirato del Monte Libano in epoca sultanale. In questo senso, dunque, è possibile affermare che l’aspirazione di Hezbollah potrebbe puntare a una ristrutturazione, di fatto, del potere in senso neo-sultanale. Ciò è testimoniato dal fatto che il Partito spinge per l’abolizione del confessionalismo politico ma non di quello sociale, data, ad esempio, la volontà di mantenere intatto il sistema degli Statuti personali. La separazione tra questi due ambiti sembrerebbe, quindi, rivelare la volontà di porsi come garante, rendendo quella sciita una comunità primus inter pares e lasciando agli altri gruppi etnico-confessionali un ruolo politico limitato ma, allo stesso tempo, una piena autonomia nelle questioni più sociali e quotidiane (quelle dei diritti della persona, regolate, appunto, dagli Statuti personali). 4 5 Cfr. Dionigi F., Hezbollah, Islamist politics, and International society, Palgrave Macmillan, London, 2014, pp. 83 e seg. La nostra ipotesi sembrerebbe essere confermata anche da diverse dichiarazioni di vari esponenti di spicco del Partito, da ultimo Ali Fayyad. Si veda a tal proposito: Hezbollah seeks secular, democratic state: MP, “The Daily Star”, 2 March, 2015. www.istituto-geopolitica.eu 2. Il welfare e il significato dell’azione sociale di Hezbollah La nascita e il successo del Partito di Dio sono inestricabilmente correlati con tre fattori determinanti: la duratura condizione di emarginazione e subalternità della comunità sciita libanese a livello sociale, culturale e politico; il successo della rivoluzione khomeinista in Iran; infine l’invasione israeliana del Libano meridionale. Tali elementi hanno contribuito alla formazione dei primi nuclei di Hezbollah e alla loro successiva implementazione, culminata con la partecipazione alle elezioni del 1992. In seguito, il Partito si è sempre più sviluppato, diventando parte integrante del tessuto sociale e politico del Libano. Un’ulteriore consacrazione come attore di primissimo piano, per Hezbollah, è arrivata in seguito all’auto-percepita “vittoria divina” su Israele nel 2006. L’abilità dei dirigenti del Partito è stata, poi, quella di riuscire a mantenere e consolidare i consensi della comunità sciita, intercettandone i bisogni e plasmando la propria identità sulle esigenze e sulle caratteristiche del sistema libanese. Un ruolo importante, in questo senso, è quello ricoperto dall’azione di Hezbollah in campo sociale. Il Partito di Dio, sin dalla sua nascita, ha contribuito attivamente nel fornire aiuti di natura sociale, muovendo dall’opera portata avanti dal Movimento dei diseredati di Musa al-Sadr ma raggiungendo, in seguito, una specificità unica. Tramite le sue fondazioni filantropiche ed economiche, i suoi programmi www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 4 educativi e culturali, i suoi strumenti mediatici, Hezbollah ricopre oggi un ruolo trasversale nella società libanese e si trova a svolgere una serie di funzioni di pubblica utilità. Sia che si tratti di enti nati sulla falsariga di omologhi iraniani, sia che si tratti di fondazioni del tutto nuove e create ad hoc per il contesto libanese, il Partito di Dio gestisce una fittissima rete di organizzazioni che si occupano di fornire un insieme olistico di prestazioni a un ampio gruppo di beneficiari (in primis i militanti feriti durante i combattimenti e le famiglie dei “martiri”)6. La Resistenza, su cui si fondano l’ideologia e la prassi di Hezbollah, viene dunque interpretata in senso ampio. Il termine non viene utilizzato limitatamente all’ambito militare ma anche a quello sociale, intendendo tale concetto come un’opposizione alla condizione di povertà, oppressione e subalternità in cui gli sciiti libanesi si sono ritrovati per anni. In questo modo, la Resistenza implica una reazione a tale condizione per mezzo di una maggiore consapevolezza e di un più profondo impegno politico, nonché tramite una riqualificazione sociale per mezzo di servizi più adeguati. Il jihad è interpretato come un viaggio di liberazione dall’oppressione, sia essa causata da un nemico o da una condizione sociale svantaggiata7. L’aspetto della gestione dei servizi sociali è sicuramente peculiare in Libano e risultante da un lungo processo storico. Qui, infatti, i vari gruppi politici e religiosi gestiscono una fitta rete di ospedali, ambulatori ma anche scuole ed enti assistenziali di varia natura. In questo modo ogni comunità si rivolge alla propria organizzazione di riferimento per ottenere le suddette prestazioni. In Libano, quindi, è la politica a guidare e modellare l’accesso e l’allocazione delle risorse del welfare, tanto che i cittadini sono abituati a considerare i servizi sociali come parte integrante del rapporto con il corpo politico più che come un elemento discendente dal diritto di 6 Cfr. Harb M., On religiosity and spatiality. Lessons from Hezbollah in Beirut, in Nezar A., Mejgan M. (eds.), The fundamentalist city?: Religiosity and the remaking of urban space, Routledge, London, 2010, p. 133. www.istituto-geopolitica.eu cittadinanza8. Un rapporto basato su un sistema di do ut des e che coinvolge tutte le comunità, sebbene i responsabili degli enti sociali tendano a negare che le prestazioni vengano fornite sulla base dell’appartenenza confessionale. Figura 1. Le zone del Libano in cui opera Hezbollah. Fonte: “The Wall Street Journal”. Nel caso di Hezbollah, però, ciò che fa la differenza rispetto agli enti sociali delle altre comunità è l’aspetto organizzativo, nonché quello qualitativo. Mediante i servizi sociali, il Partito di Dio è riuscito a creare un territorio di propria ed esclusiva “competenza”, corrispondente alle roccaforti sciite, cioè i sobborghi meridionali di Beirut, alcune zone della Valle della Bequaa e il Sud del Libano. Un territorio caratterizzato etnicamente, in cui le mancanze statali vengono sopperite proprio da Hezbollah, che ha costruito e gestisce ospedali, scuole e infrastrutture. Sebbene una simile strutturazione non rappresenti, di per sé, 7 Ivi, p. 136. Cfr. Cammett M., Compassionate communalism. Welfare and sectarianism in Lebanon, Cornell University Press, New York, 2013, p. 102. 8 www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 5 una novità nel contesto libanese, tale rete sociale completa ha, contemporaneamente, dato vita a una società nella società o, come affermato da alcuni, a una contro-società9. Si può quindi affermare che la rete di welfare che Hezbollah ha creato non si limita a sopperire alle lacune governative, ma contribuisce anche a caratterizzare il territorio, ingenerando un senso di appartenenza comunitaria. Tra gli enti più emblematici è possibile annoverare: la Fondazione Jihad al-Bina, la quale si occupa della ricostruzione delle infrastrutture civili danneggiate dai bombardamenti, della costruzione ex novo di abitazioni, scuole e moschee, nonché delle infrastrutture idriche e agricole; la Fondazione dei Martiri, nata nel 1982 dalla sua omologa iraniana, la quale si occupa principalmente di assistenza alle persone, nello specifico ai familiari dei “martiri”, delle vittime della guerra e dei detenuti. L’obiettivo primario della Fondazione è quello di fornire a questi soggetti supporto per le questioni abitative e per la ricerca di impieghi lavorativi, nonché di sopperire alle spese degli orfani, specialmente per quanto attiene alla formazione e alle cure sanitarie. Infine, fiore all’occhiello del Partito è l’insieme degli enti che operano nel campo della sanità, i quali hanno dato vita a strutture di grande rilievo, come l’Ospedale al-Rasul alAzam di Beirut. Oltre agli ambiti più strettamente sociali, occorre evidenziare come Hezbollah si occupi anche dell’aspetto mediatico e di quello culturale. La rete televisiva al-Manar, che trasmette oggi via satellite, è un moderno e potente mezzo attraverso il quale il Partito veicola i propri messaggi e dà pubblicità al suo operato, raggiungendo un ampio bacino d’utenza, non solo sciita. In questo modo, Hezbollah ha dimostrato di saper sfruttare al meglio tutti i canali di comunicazione, basti pensare che la stessa al-Manar si è dotata di una propria applicazione per smartphone10 con la quale è possibile accedere, via telefono, ai contenuti trasmessi dalla stessa emittente. Accanto all’aspetto mediatico c’è poi quello culturale. Le questioni culturali sono trattate con lo stesso riguardo di quelle politiche o sociali in ragione della loro forte importanza comunitaria. Il Partito ha, infatti, un insieme di funzionari che si occupano di curare proprio questi aspetti. Progetti quali le commemorazioni organizzate per l’Ashura o per la Giornata del Martire, l’organizzazione di mostre, concerti e molto altro, ricoprono un ruolo fondamentale11, così come la gestione di quello che Mona Harb e Lara Deeb chiamano “turismo politico”12, di cui è emblema il Museo della Resistenza di Mleeta13 (cittadina nel Sud del Libano), un’ampia area all’aperto in cui è possibile osservare le riproduzione dei campi di battaglia, mezzi, armi, munizioni ed attrezzature utilizzati durante la guerra contro Israele del 2006, ma anche zone riservate alla memoria dei “martiri” ed alla preghiera. Gli sciiti sono stimolati dall’emancipazione che hanno ottenuto negli anni e apprezzano il fatto di non percepirsi più come la comunità ai margini della società libanese. Per mezzo di Hezbollah sono riusciti a costruire un impianto sociale che rispecchia la loro fede ed il loro modo di interpretare la vita. In questo senso l’azione di welfare del Partito ha giocato un ruolo fondamentale per la comunità duodecimana. Le Fondazioni sociali fanno ormai parte dell’auto-coscienza sciita e ne stimolano la partecipazione e l’attivismo14. Questo spirito di collaborazione si inserisce nel sentimento di deprivazione di cui gli sciiti 9 11 Cfr. Catusse M., Alagha J., I servizi sociali di Hezbollah: sforzo di guerra, ethos religioso e risorse politiche, in Mervin S. (a cura di), Hezbollah. Fatti, luoghi, protagonisti e testimonianze, Epochè, Milano, 2009, p. 118. 10 Cfr. Solomon A.B., Hezbollah present on social media, “The Jerusalem Post”, 19 May 2014. Articolo reperibile all’URL: (http://www.jpost.com/MiddleEast/Hezbollah-present-on-social-media-352656). Consultato il 10 dicembre 2014. www.istituto-geopolitica.eu Cfr. Harb M., Deeb L., Altre pratiche della Resistenza: turismo politico e svaghi devozionali, in Mervin S. (a cura di), op. cit., 209 e seg. 12 Ibidem. 13 Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito internet del Museo, disponibile all’URL: (http://www.mleeta.com/mleeta/eng/index.html). 14 Cfr. Norton, Augustus R., Hezbollah: A short history, Princeton University Press, 2009, p. 108. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 6 hanno sofferto per lungo tempo. La liberazione dalla povertà ma, soprattutto, dall’esclusione sociale sono risultati dell’azione sociale del Partito di Dio. Tale liberazione è inquadrata come il frutto del jihad e un simile successo ha, chiaramente, reso Hezbollah un faro per la comunità, incarnandone l’ideologia e fornendole un progetto societario ben preciso attorno cui raccogliersi. Questo progetto risulta essere tradotto in tutto l’universo di servizi, attività ed iniziative che Hezbollah ha portato avanti; esso si delinea nei servizi materiali e concreti ma anche nelle pratiche quotidiane più astratte: l’iconografia, le immagini ed i contenuti provenienti dai media del Partito, nonché tutte le manifestazioni ed iniziative organizzate, non sono che espressione degli elementi costitutivi dell’ideologia sciita e di quella di Hezbollah, riprodotte su un territorio che diviene, così, comunitariamente 15 polarizzato . In estrema sintesi, il progetto proposto da Hezbollah ha permesso alla comunità duodecimana di acquisire un ruolo effettivo nell’ambito dello Stato libanese ed ha creato un apparato comune regolato dalle norme religiose e culturali sciite. 3. Le relazioni nazionali ed internazionali di Hezbollah Attualmente, in Libano i principali attori politici si raccolgono in due coalizioni, quella del 14 marzo e quella dell’8 marzo, opposte tra loro. Hezbollah fa parte della seconda, assieme, tra gli altri, ad AMAL (sciita) e al FPM (cristiano-maronita). AMAL è il secondo partito libanese a rappresentare gli interessi della comunità sciita e proprio da una sua costola è nato il Partito di Dio, negli anni ’80. Eppure i rapporti tra essi non sono stati sempre fraterni. I due partiti si sono spesso trovati l’uno contro l’altro e tale opposizione ha rappresentato, negli anni, una frattura persistente, aggravata da ulteriori scontri nel 1988, scontri che portarono Hezbollah a ottenere il controllo sulla quasi totalità del territorio di Beirut Sud16; successivamente, nel 1996, i due hanno costituito una prima alleanza elettorale, caldeggiata dalla Siria17. Nonostante la persistenza di siffatta alleanza ancora oggi, AMAL e Hezbollah continuano a viaggiare su binari vicini ma paralleli, separati da una velata competizione, sebbene il Partito di Dio sia attualmente nettamente superiore sia politicamente sia socialmente. AMAL, ad esempio, possiede, anch’essa, propri enti sociali ma questi hanno avuto un impatto decisamente minore sulla popolazione libanese in generale, e sciita in particolare, rispetto a quelli di Hezbollah, anche per una sostanziale disparità di risorse economiche a disposizione18. L’altro alleato, parte della coalizione dell’8 marzo, è il Libero movimento patriottico (FPM o CPL, rispettivamente gli acronimi del nome inglese e francese del partito) guidato dal Generale Aoun, cristiano-maronita. Quest’ultimo, un tempo anti-siriano e oppositore politico del blocco sciita19, ha scelto in seguito di invertire la rotta della propria politica, stipulando un’alleanza proprio con Hezbollah e AMAL. L’alleanza, conclusa nel 2006, si basa sul comune cavallo di battaglia della lotta alla corruzione e al clientelismo, ma riguarda, comunque, tutte le maggiori questioni politiche, talvolta, in caso di tematiche particolarmente spinose o interpretate in modo diametralmente opposto, proponendo soluzioni di compromesso tra le rispettive visioni20. A ben vedere, le ragioni di una simile alleanza risiedono, in buona parte, in questioni di opportunità politica. Il Generale Aoun, alleandosi con Hezbollah e gli altri, ha potuto assicurarsi un certo peso politico in Libano, cosa altrimenti difficile, anche a causa 15 17 A questo proposito si veda: Harb M., Leenders R., Know thy enemy: Hizbullah, “terrorism” and the politics of perception, “Third World Quarterly”, n° 26, 2005, pp. 173-197. 16 Cfr. Chaib K., AMAL ed Hezbollah: rivali o alleati?, in Mervin S., op. cit., p. 93. www.istituto-geopolitica.eu Ibidem. Cfr. Norton A., op. cit., p. 111. 19 Cfr. Picasso A., I maroniti in Libano sono pochi e divisi, “Limes online”, 26 aprile 2012. 20 Cfr. Dumontier B., L’intesa di Hezbollah con la CPL, in Mervin S., op. cit., p. 99. 18 www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 7 delle perduranti fratture interne ai rappresentanti politici della comunità maronita21. Dall’altra parte, per mezzo di quest’alleanza il Partito di Dio ha potuto portare avanti il suo progetto di influenza strategica, allargando il bacino dei suoi interlocutori (ed elettori) anche a una parte della comunità cristiana22. Parlare di questa particolare coalizione, dunque, offre la possibilità di estendere il discorso alle relazioni tra Hezbollah e i cristiani libanesi. Nel momento della sua nascita, Hezbollah si poneva in modo assolutamente critico verso i maroniti (soprattutto verso il Movimento delle Falangi) denunciandone l’ingiustificata supremazia politica e istituzionale, derivante dall’epoca coloniale e dalla vicinanza alla Francia, nonché dichiarando di non voler essere sottoposti al governo dei cristiani. Il primo documento politico di Hezbollah, la Lettera del 1985, si rivolgeva anche con toni pacati alla popolazione cristiana del Libano, auspicando una spontanea conversione all’Islam o, in alternativa, una coesistenza pacifica23. A partire dal 1992, in corrispondenza con l’Infitah, Hezbollah ha iniziato anche a mostrarsi favorevole a un dialogo con i maroniti, facendo visita al Patriarca24. Il pragmatismo della maturità del Partito ha portato, dunque, anche a un’apertura verso la comunità cristiana. In questo senso, l’attitudine di Hezbollah verso i cristiani è passata dal considerarli semplicemente dhimmi al percepirli come muwataneen (cioè concittadini)25. Tale importante metamorfosi ha permesso, dunque, il raggiungimento addirittura di un patto politico e di una collaborazione diretta con i vicini cristiani. Lo spazio politico libanese è, storicamente, caratterizzato dalle influenze esterne. Ogni partito politico e gruppo confessionale, infatti, intrattiene rapporti più o meno stretti con potenze internazionali ideologicamente affini. Sul piano internazionale il Partito di Dio conta, oggi, su relazioni molto strette con la Siria e l’Iran. La Siria ha avuto un ruolo piuttosto significativo nella vita politica ed economica del Libano26, arrivando a influenzare anche direttamente le questioni interne, come la composizione delle liste elettorali o la delineazione delle circoscrizioni elettorali27. Il Libano, infatti, rappresenta per lo Stato siriano un vicino di primaria importanza dal punto di vista strategico. Il rapporto del Partito di Dio con la Siria è stato caratterizzato da intensità variabile. Nel momento della nascita di Hezbollah, la Siria sosteneva AMAL ma si mostrò benevola nei confronti della nascente organizzazione sciita, sempre più influente nella Valle della Bequaa. Tra alti e bassi, la relazione tra gli Assad ed il Partito di Dio si è dimostrata tuttavia salda. D’altra parte, Hezbollah non può che trarre giovamento dal supporto siriano. Se da un lato le motivazioni sono relative a questioni di opportunità politica, dall’altro la Siria occupa una posizione geograficamente strategica. Attraverso i territori siriani, infatti, l’Iran può far giungere facilmente armi, munizioni e altre risorse direttamente nelle mani di Hezbollah. Ecco perché una Siria ben disposta e conciliante rappresenta una risorsa vitale. Oggi, la relazione tra il regime di Assad e il Partito di Nasrallah è ancora salda. Testimonianza di ciò è il coinvolgimento di Hezbollah al fianco delle truppe governative di Assad nella guerra civile che imperversa in Siria dal 2011. Una scelta del genere, in fin dei 21 26 Cfr. Picasso A., op. cit. Cfr. Dumontier B., op. cit., p. 98. 23 Cfr. Alagha, J., The shift in the Hizbullah’s ideology. Religious Ideology, Political Ideology, and Political Program, Amsterdam University Press, Amsterdam, 2006, pp. 123-127. 24 Ivi, p. 157. 25 Cfr. Gaub F., The Role of Hezbollah in Post-Conflict Lebanon, Directorate-General for External Policies of the Union, 2013, p. 5. 22 www.istituto-geopolitica.eu Cfr. Kingston P. WT., Reproducing sectarianism: Advocacy networks and the politics of civil society in postwar Lebanon, SUNY Press, New York, 2013, pp. 49 e seg. 27 Cfr. Norton A., The role of Hezbollah in Lebanese domestic politics, “The International Spectator”, n° 42, 2007, pp. 475-491, in particolare p. 482. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 8 conti necessaria, ha esposto Hezbollah a numerose critiche, sia da parte dei sostenitori del Partito che dei suoi detrattori28. La partecipazione di Hezbollah al conflitto ha trascinato quest’ultima in una spirale di eventi che stanno arrivando a interessare direttamente anche il Libano. Se la motivazione iniziale del coinvolgimento risiedeva, principalmente, nella volontà del Partito di proteggere se stesso nonché l’alleato levantino, a oggi gli sviluppi più recenti hanno posto Hezbollah nella condizione di lottare al fianco di Assad anche per proteggere il Libano tutto dall’avanzata dell’ISIS. L’obiettivo comune è quello di evitare la nascita di un governo sunnita in Siria, tuttavia per Hezbollah è sorta anche la minaccia interna. Sia l’ISIS sia il Fronte alNusra, infatti, minacciano soprattutto la parte Nord del Paese dei cedri, abitata da sunniti. Entrambi i gruppi terroristici, infatti, hanno spesso cercato di istigare i loro correligionari libanesi; l’esercito libanese è ormai da tempo impegnato nel difendere il confine settentrionale, obiettivo, nell’ultimo periodo, di numerosi attacchi29. Tutta questa situazione ha coinvolto sempre di più Hezbollah, il quale si è ritrovato a dover lavorare su un doppio fronte: quello esterno, inviando combattenti in Siria per supportare il regime di Assad e quello interno per prevenire un possibile “contagio” da parte del ISIS o di al-Nusra e per cercare di tenere sotto controllo gli scontri con i sunniti. Risultato paradossale di tale calderone è stato quello, per Siria e Hezbollah, di ritrovarsi a condividere un obiettivo con gli USA30. Per quanto attiene i rapporti con l’Iran, questi fanno parte dell’essenza stessa del Partito. Tra Hezbollah e l’Iran intercorrono relazioni di comunanza ideologica, strategica e finanziaria. Accanto alla fratellanza religiosa, sugellata dalla fedeltà del Partito di Dio al principio del Wilayat al-faqih, va menzionato l’interesse strategico che ha spinto l’Iran a supportare, nei primi anni ’80, la nascita di un’organizzazione sciita in Libano. In primis, la Repubblica islamica aveva intenzione di esportare la rivoluzione, anche al fine di contrastare Israele e trovò in Libano terreno fertile. Per questo inviò alcuni pasdaran31 al fine di addestrare i miliziani della nascente organizzazione di Resistenza, oltre che armi e aiuti economici, finalizzati alla realizzazione di alcune strutture sociali sulla falsariga di quelle presenti in Iran. Inoltre, il Libano rappresenta, per la Repubblica Islamica, uno strumento politico. Il Paese dei cedri, cuore del mondo arabo, risulta essere un territorio strategicamente rilevante. Hezbollah può fungere da ambasciatore degli interessi iraniani nella regione32, coadiuvando l’intento di influenzarne le dinamiche il più possibile. Oltre a ciò, occorre sottolineare due elementi geopolitici non trascurabili: avere una testa di ponte in Libano permette all’Iran di minacciare Israele da Nord ma anche di potersi affacciare, indirettamente, sul Mediterraneo, elemento strategico di non poco conto. Negli anni, il Partito di Dio non ha mai rinnegato la fratellanza con la Repubblica islamica ed oggi l’alleanza Hezbollah-Iran risulta essere ben salda sotto ogni punto di vista, sebbene il Partito di Dio abbia sviluppato un’identità autonoma e indipendente nel contesto libanese. 28 31 Cfr. Filkins D., After Syria. If the Assad regime falls, can Hezbollah survive?, “The New Yorker”, 25 February 2013, pp. 48 e seg. 29 Per ulteriori dettagli si veda: Huffman T. (trad.), Suicide attack targets Shiite town in Lebanon, “Al Monitor”, 2 February 2014. 30 Cfr. Barnard A., Though Adversaries on the Surface, U.S. and Hezbollah Share a Goal, “The New York Times”, 22 September 2014. www.istituto-geopolitica.eu Cfr. El Husseini R., Hezbollah and the axis of refusal: Hamas, Iran and Syria, “Third World Quarterly”, n° 31, 2010, pp. 803-815, in particolare p. 809. 32 Cfr. Dacrema E., Iran-Hezbollah: passato, presente e futuro di un’alleanza trentennale, “Equilibri.net”, 2 dicembre 2010. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 9 Figura 2. La rotta delle risorse che dall'Iran raggiungono il Libano. Fonte: CBS NEWS 4. La difficile realpolitik interna Hezbollah è anche un partito politico di primo piano in Libano, forte di una consistente base di consensi. Il Partito di Dio non nasce con l’intenzione di partecipare alla politica formale e istituzionale del Libano ma tale decisione è giunta in seguito, dando inizio a uno sviluppo che porterà la milizia immatura, espressione di una singola comunità, a diventare un partito politico di primo piano, molto influente e attento a intercettare anche consensi inter-comunitari. La maturazione del Partito è stata testimoniata anche dal secondo Manifesto politico, quello presentato nel 200933. Le capacità di adattamento e progresso mostrate dal Partito sono, certamente, degne di nota. Se i primi anni di attività politica hanno visto una certa centralità relativamente alle questioni internazionali (come la lotta contro Israele e gli USA), oltre che una marcata insofferenza verso le istituzioni libanesi e la comunità maronita, in seguito alla “libanizzazione”, il Partito si è focalizzato su questioni più nazionali, riuscendo a ritagliarsi un posto nell’arena politica libanese. I richiami alla costituzione di uno Stato islamico, espressi nel primo Manifesto, sono spariti, l’immagine si è raffinata. Allo stesso tempo, è stato posto l’accento sull’aspetto più libanese del Partito, sottolineandone anche l’appartenenza all’identità araba34. Infine, il Partito ha posto in rilievo la propria azione sociale, ergendosi come difensore delle categorie più bisognose. Pur senza tradire i propri fondamenti religiosi e ideologici, Hezbollah ha quindi mostrato una grande flessibilità e una profonda conoscenza dei meccanismi politici. Negli anni, ha saputo bilanciare i propri obiettivi e le proprie alleanze con una lucida realpolitik, sebbene questa sia stata messa a dura prova dagli avvenimenti degli ultimi anni, quando l’emergenza siriana ha imposto a Nasrallah una scelta impopolare, quella del coinvolgimento militare diretto del Partito al fianco delle truppe lealiste di Assad. L’intervento in Siria, però, non significa solo supporto all’alleato ma anche, e soprattutto, auto-tutela strategica. Comunque, nonostante questo sia un momento particolarmente delicato per la politica interna del Paese dei cedri e per il Partito di Dio, quest’ultimo continua a portare 33 34 Cfr. Berti B., Armed groups as political parties and their role in electoral politics: The case of Hizballah, “Studies in Conflict & Terrorism”, 2011, pp. 942-962, in particolare p. 951. Per un approfondimento sul Manifesto si rimanda a: Trombetta L., Libano: Hezbollah 2.0 – Istruzioni per l’uso, “Limes online”, 2009. Disponibile all’URL: (http://temi.repubblica.it/limes/libano-hezbollah-20istruzioni-per-l-uso/9642?printpage=undefined). Consultato il 20 gennaio 2015. www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 10 avanti i propri obiettivi principali in politica, come la lotta al comunitarismo e la riforma elettorale. 5. Hezbollah ed alcune questioni paradigmatiche Alcune delle principali questioni politiche che si trovano, oggi, al centro del dibattito interno al Paese dei cedri risultano essere paradigmatiche sia della sempre difficile convivenza tra i diversi gruppi confessionali libanesi, sia del modo in cui Hezbollah vive e si pone nel contesto statale e politico. 5.1 La Presidenza della Repubblica In primis occorre affrontare la questione concernente la Presidenza della Repubblica. Il Libano si ritrova, a oggi, con un vuoto istituzionale causato dall’impossibilità di eleggere un nuovo Presidente. Tale situazione si protrae da ormai quasi un anno, con numerose sedute andate a vuoto. Diverse sono state sospese proprio a causa del boicottaggio da parte di alcuni parlamentari della coalizione dell’8 marzo. In proposito, va ricordato che il Presidente del Libano deve, per Costituzione, essere cristiano-maronita e attualmente, due nomi sono al centro del dibattito: quello del Generale Aoun (a capo del Libero movimento patriottico e alleato di Hezbollah) e quello di Geagea (a capo del partito delle Forze libanesi). L’aspro confronto tra i due leader maroniti, membri di due coalizioni contrapposte, è una delle ragioni del vacuum presidenziale. La questione risulta essere molto articolata. Il sistema libanese impone che attorno al candidato alla Presidenza si raccolga il più ampio consenso possibile. Hezbollah ha più volte causato il fallimento dell’elezione in ragione della disapprovazione verso Geagea. In questo modo la contrapposizione tra la Coalizione dell’8 35 Si veda: No president for Lebanon as deadline looms, “The Daily Mail”, 22 May 2014. Disponibile all’URL: (http://www.dailymail.co.uk/wires/ap/article2636151/No-president-Lebanon-deadline-looms.html). Consultato il 27 gennaio 2015. 36 Una buona traduzione del progetto di legge è disponibile sul sito dell’agenzia di stampa libanese www.istituto-geopolitica.eu marzo e quella del 14 marzo si è acuita, con quest’ultima che ha accusato Hezbollah di abusare del proprio potere di veto, causando l’impasse governativa. Dall’altra parte, il Partito di Nasrallah ha giustificato la propria decisione di boicottare le tornate elettorali ponendo l’accento sulla mancanza di un candidato condiviso da tutte le forze in campo35. La questione relativa alla Presidenza della Repubblica, dunque, risulta essere fondamentale nell’ottica del Partito di Dio. Un Presidente della coalizione del 14 marzo, antiAssad e vicino ai sunniti di Hariri, costituirebbe un grosso ostacolo ai progetti di Hezbollah e ciò proprio in un momento particolarmente delicato per quest’ultimo. 5.2 La riforma elettorale La questione elettorale è oggetto di continui dibattiti in Libano. In corrispondenza di quasi ogni tornata elettorale vengono proposte delle modifiche alla legge elettorale, soprattutto in relazione alla suddivisione delle circoscrizioni elettorali, le quali, in un contesto dalle peculiarità come quelle libanesi, rivestono un’importanza fondamentale. Nel febbraio del 2013 è stato proposto un nuovo progetto di riforma che mirava a introdurre la cosiddetta clausola 36 dell’“Orthodox gathering” . Quest’ultima prevedeva la creazione di un’unica circoscrizione elettorale, comprendente tutto il territorio libanese, la possibilità per ogni candidato di essere votato solo da cittadini che fossero suoi correligionari e, infine, il passaggio a un sistema proporzionale. Tale progetto è stato supportato dalla coalizione dell’8 marzo (quindi anche da Hezbollah)37, soprattutto da Aoun e dai maroniti di Kataeb; questi ultimi, in particolare, vedevano nell’“Orthodox gathering” la possibilità di massimizzare i propri risultati elettorali. “Now”. The Orthodox proposal, disponibile all’URL: (https://now.mmedia.me/lb/en/2013elections/theorthodox-proposal). Consultato il 25 gennaio 2015. 37 Cfr. Loi électorale: vif émoi après le vote en commissions du projet «orthodoxe», mais la porte reste ouverte à un consensus, “L’Orient le jour”, 20 février 2013. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 11 Decisamente contrari, invece, si erano mostrati i sunniti di Hariri e i drusi di Joumblatt38. Le ragioni di tale supporto, da parte del Partito di Nasrallah, sono abbastanza chiare. Da un lato Hezbollah è cosciente di dover scendere a compromessi con gli alleati della propria coalizione; in questo senso, il supporto ad una riforma elettorale come questa, non del tutto in linea con i propri principi ma molto apprezzata agli alleati cristiani e, tutto sommato, accettabile, rappresenta una buona occasione per mostrarsi ben disposti e concilianti. Figura 3. Infografica sulle due principali Coalizioni libanesi. Fonte: CRS-Congressional Research Service. Dall’altro, l’elemento chiave che ha spinto Hezbollah ad appoggiare in toto la proposta, sta nell’introduzione del sistema proporzionale. Non di rado, infatti, il Partito di Dio ha evidenziato la necessità di superare la strutturazione politico-istituzionale attuale, modificando il sistema elettorale, riducendo 38 Cfr. Hajj E., Lebanese Electoral Law Shakes Political Coalitions, “Al Monitor”, 14 January 2013. 39 Cfr. Alagha J., op. cit., p. 200. 40 Cfr. Dakroub H., Nasrallah backs any proportional vote law, “The Daily Star”, 26 January 2013. 41 Gli Statuti personali in Libano regolano tutte le questioni attinenti i diritti della persona (famiglia, cittadinanza, successioni) e ogni comunità ne possiede uno; questi, di fatto, non fanno che codificare usi e costumi storicamente portati avanti dai diversi gruppi confessionali. Ciascuno Statuto disciplina tali aspetti in www.istituto-geopolitica.eu tutto il territorio libanese a una circoscrizione e introducendo il riparto dei seggi su base proporzionale39. Tale sistema consentirebbe a Hezbollah di ottenere un numero di seggi in Parlamento considerevolmente più alto di quello attuale (proprio per l’importante peso demografico della comunità duodecimana), ampliando il margine di influenza sciita sulle questioni nazionali. E proprio Nasrallah, infatti, ha affermato che Hezbollah supporterà qualsiasi legge che introduca un sistema proporzionale40. 5.3 Sugli Statuti personali Osservando le posizioni prese dal Partito di Dio su un’altra questione di essenziale importanza, è possibile dedurre alcuni elementi utili a comprendere meglio come si articolino le intenzioni di Hezbollah in relazione allo Stato libanese. Il tema è quello degli Statuti personali41. Attualmente, in Libano non esiste uno Statuto personale laico e civile, sebbene ultimamente si siano costituiti dei movimenti popolari che iniziano a fare delle pressioni in tal senso. L’ipotesi di veder regolate questioni come il matrimonio, le successioni o il diritto di famiglia per mezzo di uno Statuto civile è stata totalmente respinta da parte di numerosi esponenti dei principali gruppi confessionali. I maroniti si sono schierati contro questa ipotesi, il clero sunnita addirittura ha messo in guardia il Parlamento, affermando che uno Statuto civile laico sarebbe stato considerato come apostatico, infine gli sciiti si sono allineati su una posizione simile a quella della comunità sunnita42. Lo stesso Qassem, vice-segretario generale di Hezbollah, ha pubblicamente affermato di rifiutare categoricamente siffatta modo differente, per cui, in Libano, accanto ad un pluralismo comunitario e confessionale esiste un pluralismo giuridico. Ogni comunità ha il proprio Statuto, da cui discende l’istituzione di tribunali e sistemi giudiziari. Essi sono previsti e tutelati dalla Costituzione stessa (art. 9). 42 Cfr. Kingston P. WT., Reproducing sectarianism: Advocacy networks and the politics of civil society in postwar Lebanon, SUNY Press, New York, 2013, pp. 111-112. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 12 ipotesi, ritenendola contraria alla sharia e pericolosa perché implicherebbe una scarsa tutela dell’istituzione familiare43. Nell’ottica religiosa del Partito, il matrimonio civile, ad esempio, costituirebbe un passo avanti verso la diffusione dell’ateismo44. Non bisogna dimenticare che Hezbollah è prima di tutto un partito di stampo religioso e tale connotato identitario non può essere trascurato. Nello specifico, il Partito vede negli Statuti personali la possibilità di tutelare la propria fede e lo stile di vita che ne discende45. La tutela di un istituto che permette di mantenere una regolazione puramente islamica in un importante ambito come quello del diritto personale, risulta essere, dunque, imprescindibile e non negoziabile. Concludendo questa breve disamina relativa alle principali questioni che dividono, attualmente, la politica libanese e al modo in cui Hezbollah si sia posto al riguardo, possiamo dedurre alcuni elementi utili ai fini globali di quest’analisi. In prima istanza occorre sottolineare come il Libano risulti, oggi più che mai, un calderone di diverse questioni che chiamano in causa attori interni, alleati internazionali delle varie comunità e Paesi vicini. È certo che questo momento storico si sta rivelando particolarmente complicato. Oggi, Hezbollah intende mantenere e ampliare il più possibile la propria autonomia in relazione allo Stato e testimonianza di ciò può essere ritrovata anche nel categorico rifiuto alle proposte di disarmo, rivoltegli da molteplici attori nazionali e internazionali. L’atteggiamento in relazione alla questione elettorale, tasto dolente per il Paese dei cedri sin dai tempi di Ta’if, testimonia una maturità politica e un’abilità nel destreggiarsi nei gangli del sistema. Hezbollah, sin dai tempi della Lettera aperta, ha espresso l’intenzione di introdurre in Libano il sistema proporzionale. Questo perché gli sciiti rappresentano, di fatto, una comunità molto “pesante” in termini di elettorato attivo e in tal modo riuscirebbero a guadagnare un ampio potere in Parlamento. A tal fine il Partito di Nasrallah si è schierato a favore dell’“Orthodox gathering”, clausola che avrebbe favorito gli sciiti e i maroniti di Aoun, pur contribuendo a rafforzare, di fatto, il sistema comunitario. Il supporto del Partito a una legge elettorale che, di fatto, contribuirebbe a cementificare ancor di più l’assetto confessionale della politica, riaffermando dunque lo status quo del sistema, in realtà non implica un appoggio di Hezbollah alle istituzioni libanesi, ma è dettato da ragioni di opportunità politica per il Partito, il quale vede in tale proposta il primo passo verso una legge elettorale proporzionale (obiettivo ultimo). Ragioni più propriamente religiose, invece, hanno spinto il Partito a rifiutare categoricamente l’ipotesi dell’istituzione di una legislazione civile in materia di Statuti personali. Un’ipotesi del genere sembrerebbe costituire un primo passo verso l’abolizione del sistema rigidamente comunitarizzato del Paese, permettendo ai cittadini di avere la possibilità di gestire le questioni attinenti ai diritti della persona indipendentemente dall’appartenenza religiosa, senza neppure doversi rivolgere alle élite di riferimento. È chiaro che un partito così profondamente caratterizzato da un’identità religiosa non potrebbe mai accettare una riforma di questo tipo. 43 44 Cfr. Hezbollah’s Qassem rejects civil personal status law, “Now Lebanon”, 23 May 2011. Disponibile all’URL: (https://now.mmedia.me/lb/en/archive/hezbollahs_qass em_rejects_civil_personal_status_law). Consultato il 25 gennaio 2015. Per una più ampia trattazione del tema si veda: Qassem N., Hizbullah: The story from within, Saqi books, London, 2012. Passim. www.istituto-geopolitica.eu Cfr. Gülalp H. (eds.), Citizenship and ethnic conflict: Challenging the nation-state, Routledge, London 2006, pp. 110-111. 45 Cfr. Abisaab R. J., Abisaab M. H., The Shiites of Lebanon: Modernism, Communism, and Hizbullah’s Islamists, Syracuse University Press, New York, 2014, p. 189. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 13 6. Conclusione: la rivincita degli sciiti in Libano? L’operato di Hezbollah in qualità di attore sul piano politico ma anche quello sul piano sociale spicca per coerenza e organizzazione. Nonostante un assetto apparentemente parastatale, Hezbollah non vuole porsi in contrapposizione con lo Stato libanese. Il Partito di Dio, infatti, non sembra volersi porre alla stregua di Stato-nello-Stato. Il suo esercito para-militare autonomo o il suo insieme di servizi di welfare autogestiti non si pongono, in quanto tali, in contraddizione o conflitto con lo Stato. Hezbollah, infatti, è pienamente integrato in una logica statale che è contraddittoria di per sé: quella del Paese dei cedri, uno Stato in cui la sovranità è “spartita” tra i gruppi confessionali e in cui l’accesso ai servizi sociali non discende dalla cittadinanza ma dall’appartenenza comunitaria. Tuttavia, l’apparato globale del Partito di Dio spicca, tra gli altri, per qualità, vastità e modus di gestione. Dietro l’operato di Hezbollah, infatti, si pone un’identità strutturata e un progetto complessivo di ampio respiro. È chiaro, dunque, come il Partito di Dio non possa essere considerato perfettamente al pari degli altri. Hezbollah non ha sposato il sistema libanese tout court. Il Partito ha appreso i meccanismi di funzionamento della politica ed è in grado di muoversi strategicamente nell’ambito delle istituzioni, mantenendo, tuttavia, un buon margine di indipendenza. Il Partito di Dio continua ad amministrare in quasi totale autonomia le proprie roccaforti, gestendo la sua rete di welfare e puntando sul supporto della società che ha contribuito a creare. In questo modo Hezbollah non agisce come un semplice partito ma si innalza a garante del benessere di tutti quanti abitino nei territori sotto il suo controllo e si proclama difensore dello Stato. In quest’ultimo aspetto, infine, risiede la differenza chiave che intercorre con gli altri partiti. Hezbollah non prende assolutamente in considerazione l’ipotesi di disarmarsi o di far cooptare il proprio esercito dalle truppe di quello libanese, come avvenuto con alcune milizie afferenti ad altre comunità libanesi46, ma vuole mantenere intatti il proprio arsenale e la propria libertà di manovra. Una libertà che gli ha permesso, tra le altre cose, di intervenire in Siria al fianco di Assad senza dover passare per il Parlamento. Oltretutto, è bene ricordare che Hezbollah non possiede solo delle armi bensì un vero e proprio esercito, ben addestrato, e un arsenale all’avanguardia47, tanto che è possibile affermare come l’ala militare del Partito sia più forte dello stesso esercito regolare libanese48. Il fatto che un partito politico sia così bene armato, lo sia legittimamente e che, soprattutto, non prenda assolutamente in considerazione l’ipotesi di disarmarsi, costituiscono un’importante eccezione nel panorama del Paese dei cedri. Una condizione così configurata, in più, ci suggerisce come Hezbollah aspiri a mantenere un margine di indipendenza e autonomia operativa, pur restando nel contesto formale delle istituzioni statali. Un ulteriore aspetto da prendere in considerazione è quello politico. L’operato parlamentare del Partito è, nella pratica, paragonabile a quello di un qualsiasi altro partito libanese. Tuttavia, alcune questioni portate avanti da Hezbollah risultano essere determinanti per la presente ricerca, in quanto mettono in luce più adeguatamente le sue aspirazioni. Come accennato più volte, un tema in particolare è rimasto nei programmi politici del Partito sin dal 1985: quello dell’abolizione della strutturazione confessionale dei processi politici in Libano. Hezbollah ha sostenuto con forza che tale assetto costituisce un consistente limite allo sviluppo dello Stato e alla sua democratizzazione49. 46 48 Cfr. Barnard A., Hezbollah’s Role in Syria War Shakes the Lebanese, “The New York Times”, 20 May 2013. 49 Cfr. Alagha J. E., The shifts in Hizbullah’s ideology, op. cit., p. 159. Cfr. Addis C. L., Hezbollah: Background and Issues for Congress, DIANE Publishing, Darby, 2011, p. 13. 47 Cfr. Palmer Harik J., Hezbollah: The changing face of terrorism, IB Tauris, London, 2005, pp. 43 e seg. www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 14 Inoltre, il confessionalismo avrebbe contribuito a rendere le singole comunità delle monadi, totalmente separate tra loro e influenzate ciascuna da un attore estero diverso (si pensi, ad esempio, al rapporto tra la Francia e i maroniti); in sintesi, dunque, il confessionalismo costituirebbe una barriera al progresso del Paese, oltre ad aver facilitato la penetrazione di influenze esterne in politica. La questione è stata ripresa anche nei programmi elettorali del 1996 e in quasi tutti i discorsi politici50, nei quali il Partito esprime la necessità, per il Libano, di dare vita a un’unità basata sullo Stato, non sulle comunità, cosa possibile solo in seguito all’abolizione del comunitarismo. In questi primi anni, comunque, è probabile che tale rigetto nei confronti del confessionalismo derivasse, principalmente, dall’insofferenza nei confronti dei privilegi accordati alla comunità maronita51. A ciò occorre aggiungere il retaggio storico degli sciiti, abituati a occupare posizioni politiche marginali, sebbene il peso demografico permetterebbe loro di aspirare a un ruolo ben più incisivo e Hezbollah ha sempre desiderato portare a termine l’emancipazione della comunità duodecimana, superandone l’ingiusta condizione di subalternità. Il progetto di abolizione del confessionalismo politico è stato poi riaffermato nel Manifesto del 2009, in cui si proponeva anche l’istituzione di una commissione per gestire questo passaggio (ipotesi, peraltro, già prevista negli Accordi di Ta’if), sebbene lo stesso Nasrallah abbia più volte indicato questo come un obiettivo tra i più difficili da realizzare in Libano52. Con grande coerenza, il Partito ha, negli anni, continuamente ribadito tale volontà, affiancata anche da altri attori politici (sebbene nessuno abbia fatto molto in questo senso), tra cui il capo di AMAL, nonché attuale Presidente della Camera, Nabih Berri53. L’importanza che riveste un simile intento è piuttosto chiara. È certamente vero che Hezbollah vuole eliminare l’attuale strutturazione al fine di rimuovere gli anacronistici privilegi politici conferiti ai maroniti ma è altrettanto vero che il Partito di Dio, come pure la comunità sciita tutta, guadagnerebbero moltissimo, in termini di influenza politica, da tale riforma. Per questo, il tema dell’abolizione del confessionalismo e come questo venga affrontato, disvelano un’aspirazione di supremazia nell’ambito del panorama istituzionale del Libano, da parte di Hezbollah. Un primo problema derivante dal confessionalismo è proprio la rigida spartizione delle cariche statali tra le tre comunità principali, sulla base di quanto previsto dal Patto nazionale del 1943. Il superamento della politica comunitaria dovrebbe quindi partire, nella visione di Hezbollah, dall’eliminazione delle regole per l’assegnazione delle tre più alte cariche dello Stato. In questo modo, infatti, si aprirebbe la possibilità, per gli sciiti, di aspirare alla Presidenza della Repubblica. Così, Hezbollah riuscirebbe a esercitare un’influenza sulla politica non solo tramite il Parlamento ma anche per mezzo dell’ufficio presidenziale54, massimizzando il proprio potere. Perfettamente in linea con questo intento si pone anche la scelta relativa alla legge elettorale. Il Partito di Dio ha sempre affermato di volere, in Libano, un sistema di riparto dei seggi di tipo proporzionale, descrivendo come “tirannico” il sistema maggioritario55. Il 50 (http://www.dailystar.com.lb/News/LebanonNews/2014/Sep-12/270476-lebanese-speaker-calls-forend-to-political-sectarianism-inmideast.ashx#sthash.tKLuG6aB.dpuf). 54 Cfr. Hamzeh A. N., Lebanon’s Hizbullah: From Islamic revolution to parliamentary accommodation, “Third World Quarterly”, n° 14, 1993, pp. 321-337, in particolare p. 334. 55 Cfr. Alagha J., op. cit., p. 160. Ivi, pp. 159-160. Cfr. Abisaab R. J., Abisaab M. H., The Shiites of Lebanon: Modernism, Communism, and Hizbullah’s Islamists, Syracuse University Press, New York, 2014, p. 188. 52 Ivi, p. 190. 53 Cfr. Lebanese speaker calls for end to political sectarianism in Mideast, “The Daily Star”, 12 September 2014. Reperibile all’URL: 51 www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 15 sistema proporzionale permetterebbe di fotografare la situazione demografica e politica del Paese e ciò andrebbe a vantaggio della comunità sciita. In tal modo, il Partito di Dio potrebbe arrivare a conquistare un ampio margine di manovra nell’arena politica. In questo senso, dunque, si inserisce il supporto all’“Orthodox gathering”, dimostrato dal Partito con grande coerenza. È quindi verosimile che il progetto complessivo di Hezbollah in Libano sia, a oggi, proprio questo: raggiungere un potere ampio e stabile rimanendo, pur sempre, nell’ambito formale delle istituzioni statali. Hezbollah, dunque, ha una certa proiezione egemonica ma quest’ultima non è interpretata tramite una prospettiva totalitaria o radicale. “Più grande di un partito, più piccolo di uno Stato56”, è probabilmente questo l’ideale portato avanti dai dirigenti del Partito di Dio. Nasrallah ha chiaramente dichiarato di non voler esercitare un controllo esclusivo sul Libano e di riconoscere il pluralismo del Paese, fondato sulla coesistenza57. Nessuna volontà, dunque, di egemonizzare il Libano, di dare il via a un’islamizzazione di quest’ultimo o, tantomeno, di modificarne l’assetto 58 territoriale , ma nemmeno di mantenere inalterato l’attuale status quo. La volontà di Hezbollah è quella di modificare il sistema elettorale e di superare il confessionalismo politico, pur senza alterare sostanzialmente l’assetto istituzionale, in modo tale da aspirare sia a influire il più possibile sul Parlamento, sia ad arrivare alla Presidenza della Repubblica. Tale piano permetterebbe al Partito di massimizzare il proprio potere, pur conservando uno spazio d’azione e indipendenza, requisiti fondamentali per portare avanti la Resistenza. Così si delineerebbe una strutturazione di potere caratterizzata da una considerevole influenza politica della comunità sciita a discapito delle altre, le quali manterrebbero, comunque, ampia autonomia nell’ambito delle questioni più sociali e quotidiane, come quelle regolate dagli Statuti personali. Accanto a questo potrebbe anche configurarsi l’ipotesi avanzata da Paul Salem, cioè quella dell’istituzionalizzazione di un bicameralismo, nel quale la Camera bassa sarebbe eletta indipendentemente dall’appartenenza comunitaria, mentre quella alta sarebbe espressione dei gruppi confessionali59. Sebbene quest’ipotesi potrebbe sembrare, nel complesso, irrealizzabile, occorre tener ben presenti le peculiarità, i paradossi e le schizofrenie del Paese dei cedri. Nel mezzo di una sovranità spartita e di uno Stato nazionale che forse esiste solo sulla carta o nei discorsi di alcuni politici, spicca oggi la comunità sciita, la quale risulta coesa, organizzata e tenuta insieme da un progetto societario ben definito. A ogni buon conto, questo ambizioso progetto presenta delle palesi incoerenze interne e, senza dubbio, incontrerebbe degli ostacoli di difficile soluzione. Una prima contraddizione sta nel fatto che, in questo modo, si perpetuerebbe uno dei problemi maggiori del Libano, l’assenza di una Nazione, nel senso più autentico del termine. Una simile ristrutturazione, infatti, non andrebbe a colmare la frammentazione sociale, causata dal monadismo delle comunità, le quali continuerebbero a costituire micro-società parallele, gestendo in modo diverso, le une dalle altre, questioni cruciali come l’istruzione o il diritto di famiglia. Una seconda contraddizione risiede nella volontà di mantenere il ruolo attivo delle comunità in campo sociale ma non in quello della politica istituzionale. Una simile ipotesi implicherebbe una negazione del patto fondativo della sovranità libanese, il quale si regge, appunto, sulle comunità e sul power-sharing. Le difficoltà relative alla realizzazione di 56 Middle East Studies Publication, n° 37, 2009, pp. 1-8, in particolare p. 6. 59 Cfr. Salem P., The Future of Lebanon, “Foreign Affairs”, December 2006, pp. 13-22, in particolare p. 21. Cfr. Early B. R., op. cit. Passim. Discorso di Nasrallah riportato in: Hezbollah, no plans to control Lebanon, “SBS News”, 23 August 2013. 58 Cfr. Hazran Y., The Shiite community in Lebanon: From marginalization to ascendancy, Crown Center for 57 www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 16 un’ipotesi come quella di un potere similsultanale nelle mani di Hezbollah, non sarebbero né poche, né tantomeno trascurabili. Sebbene, come abbiamo visto, spesso personalità politiche o movimenti civili rivendichino la necessaria abolizione del confessionalismo60, poco è stato fatto in concreto. Questo perché la comunitarizzazione della politica libanese risulta essere endemica. Volendo abolirla, Hezbollah si troverebbe ad andare contro alcune delle pietre angolari del Libano. Innanzitutto Hezbollah, per realizzare siffatto programma, si troverebbe a dover affrontare e risolvere attriti e conflitti con gli altri gruppi confessionali, eventualità poco auspicabile. Altamente improbabile appare inoltre l’ipotesi in cui le altre comunità riconoscessero, per se stesse, un ruolo non più sovrano. Senza contare che la politica libanese vede, da sempre, come protagoniste, le grandi famiglie, esponenti di determinati gruppi confessionali (si pensi alla famiglia sunnita degli Hariri o a quella drusa dei Jumblatt). La loro influenza è radicata e con tutta probabilità non vedrebbero di buon occhio un simile stravolgimento. Inoltre, occorre ricordare come la fine del confessionalismo implicherebbe una consistente perdita di potere dei cristiani e, nello specifico, dei maroniti, i quali godono di privilegi politici basati su una superiorità demografica che oggi non sussiste più; per questo, tale comunità si oppone e si opporrà sempre a un cambiamento che comporterebbe la loro emarginazione politica. Infine, sarebbe indispensabile tenere conto delle potenze straniere che, per mezzo delle comunità, influenzano indirettamente le politiche del Paese dei cedri e non accetterebbero il rischio di vedere limitata la propria influenza. 60 Cfr. Lee Butters A., In Lebanon, a Campaign to Get God Out of Politics, “Time”, 26 April 2006. www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org