É quasi Natale: Matt è sdraiato sul letto, indifferente a tutto ciò che

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É quasi Natale: Matt è sdraiato sul letto, indifferente a tutto ciò che
É quasi Natale: Matt è sdraiato sul letto, indifferente a tutto ciò che sua madre sta
organizzando. Ha la musica a palla nelle orecchie. Ticchetta impaziente le dita contro il
ginocchio. Lui è un ragazzino di 14 anni che odia il Natale. Il motivo è semplice: gli ricorda i
tempi passati, quando scartava i regali con suo padre e addobbava l’albero. Ora non pensa
a lui, che in quel momento se la sta spassando alle Hawaii con la sua fidanzata ventenne.
Non pensa nemmeno a sua madre, che è ancora depressa per la separazione, avvenuta
circa sei mesi prima, l’ultima volta in cui Matt aveva visto suo padre. Ora il ragazzino viene
distratto dalla voce della madre, che lo esorta a scendere per la cena. Lo aspetta un pasto
veramente delizioso: pasta in bianco preparata al volo. Finito il suo misero piatto,
guardando la mamma, gli si stringe il cuore e si morde le labbra per non piangere. Decide di
risalire nella sua stanza, dove sul cellulare trova molte chiamate perse del padre, che
decide di ignorare. Si gira e rigira nelle coperte finché, accendendo la luce, intravede la
statuina del Natale scorso sul cornicione della finestra. Rappresenta una pastorella con una
pecora in braccio. Si alza per guardarla da vicino e con mano tremante la afferra. Osserva
con tenerezza i grandi occhi della pecorella e guarda attentamente quelli celesti della
ragazza; rimane qualche secondo ipnotizzato dalla loro bellezza. Poi nota che sotto l’albero
c’è il presepe e mette la statuina nel posto riservato a lei tutti gli anni. All’improvviso sente
il rumore di gocce che battono sul pavimento. Il rumore misterioso non si attutisce. Con
passi felpati raggiunge la sala da pranzo e con suo grande stupore, si accorge di una
pozzanghera color blu notte che si estende ai piedi del quadro raffigurante la loro casa
molti anni prima. Si avvicina cautamente e appoggia i polpastrelli, titubante. Una luce
accecante irrompe nella sala. Per lo spavento chiude gli occhi e tutto si fa buio. Si risveglia
di scatto a causa dell’immensa luce, che stavolta sembra naturale, calda, benevole. Poi
avverte un timido, caldo e umido respiro tremante. Appena la vista gli si schiara, vede una
piccola volpe rosso fuoco, con una coda morbida e pelosa. Matt la chiama ma lei si volta e
scappa, rapida come una saetta. Si rende conto di essere sul ciglio della strada innevata.
Subito dopo un signore gli va vicino e con tono spaventato lo esorta a scappare. Matt non
capisce più niente. Ferma l’uomo, vestito in modo ridicolo e gli chiede dove si trova e da
cosa stanno scappando tutti. Il signore spiega velocemente a Matt: “Siamo a Whitby”; Matt
è sorpreso di essere ancora nel suo paese, ma non sa quanti anni prima, non sa dove sono
sua madre e la sua casa… L’uomo continua: “ Ci stiamo preparando a combattere il Natale,
ci vuole uccidere!” Il ragazzo ride di gusto, non capisce il motivo di quella paura, lo aveva
festeggiato fino all’anno scorso e non gli sembrava poi così pericoloso. Il signore lo guarda
stupito, poi lo invita ad andare a casa sua. Arriva davanti ad una casa diroccata che in
qualche modo gli appare familiare; quell’albero secolare davanti alla finestra del bagno gli
ricorda qualcosa, ed entrando vede il quadro che ha lui nello stesso posto in cucina. “Come
ti stavo spiegando” continua il vecchio Sebastian “Il Natale sta arrivando anche qui e
devasterà il nostro misero paesino. Noi vogliamo difenderci! Lui non riuscirà a mandarci via
tanto facilmente! Noi combatteremo, non scapperemo come conigli impauriti.” Matt, tra
una risata e l’altra, spiega che il Natale è una festività molto bella, non cattiva. Mentre sta
parlando ricorda tutto quello che ha passato con suo padre e la risata cessa di colpo.
Sebastian risponde: “Allora, se lo conosci, sarà più facile per noi neutralizzarlo!” E senza
lasciare il tempo a Matt di ribattere, lo afferra per il polso e lo porta in una piccola capanna,
dove si trovano i cittadini per discutere dei problemi. Matt si ritrova a parlare davanti ad
una decina di persone, giovani e anziani: “Il Natale è buono ma non è una persona. É
quando si sentono canti, si vedono le ghirlande appese alle porte, l’albero di Natale, il
presepe, i regali… e l’amore!” Le persone che ascoltano non gli credono: chi è lui per dire
questo? Una ragazza alza la mano e gli chiede: “Ma tu hai già visto il Natale?” Matt
risponde: “ Sì, e vi devo dire la verità: non lo sopporto. Ma posso aiutarvi nel farvelo
piacere. Io non so perché sono qui e forse non lo scoprirò mai!” Detto questo scoppia a
piangere e sono lacrime vere, che non ha mai versato prima d’ora. Una signora vedendolo
piangere grida: “Il Natale è un pessimo uomo: ha fatto piangere questo ragazzo. Dobbiamo
prepararci al peggio!”. Dette queste parole, i presenti si mettono a inveire. Matt vede
Sebastian uscire dalla capanna, lo segue e lo ferma. Gli chiede di potersi fermare a casa sua
per qualche tempo. Lui acconsente. Appena varca la soglia di casa, una giovane fanciulla
dai capelli biondi e gli occhi azzurri lucenti, gli viene incontro. Porgendogli la mano si
presenta come “Evelyn”. Con velocità Matt le stringe la mano e pronuncia il suo nome.
Evelyn si siede accanto a lui e lo fissa. Matt si sente in imbarazzo e si mette anche lui a
guardare la ragazza. Matt allora riconosce quegli occhi brillanti che un’ora prima aveva
visto per la prima volta: è lei la pastorella trovata sul cornicione. Più tardi, mentre è a letto,
pensa a come potrebbe evitare la rivolta dell'intero paese. La mattina seguente gli viene
una grandiosa idea: chiede ad Evelyn di aiutarlo a procurarsi dei fogli e qualcosa con cui
scrivere. Insieme si mettono al lavoro. Matt la invita ad aiutarlo nell’attaccare per tutto il
paese i loro volantini: “Il 24 dicembre tutti i cittadini possono venire in piazza, dove si
svolgerà un'attività per giovani, adulti e anziani. Non mancate! Si chiede gentilmente di
procurare agli organizzatori un abete”. Evelyn rimane all’inizio stupita e spaventata da
questa idea, non può credere che l'individuo che ha ospitato suo nonno stia dalla parte del
terribile Natale. Lui le prende le mani e lei cerca di farle scivolare via. Il ragazzo la guarda e
basta quel singolo sguardo per tranquillizzare Evelyn, che intreccia le dita con quelle del
ragazzo... La mattina del 24 dicembre, in piazza, sono riuniti tutti i cittadini di Whitby. Tutti
collaborano all’allestimento dell’abete e del pranzo di Natale. La sera i cittadini, spossati
ma felici, si riuniscono per ascoltare il discorso che Matt ha organizzato. “Oggi vi siete tutti
divertiti, avete passato una bella giornata insieme agli altri… Non è così?” La folla sorride.
Matt riprende: “Le attività che abbiamo svolto oggi si fanno una volta all’anno, intorno al
periodo…” Matt si ferma e, dopo un profondo respiro, dice: “del Natale”. Le persone
presenti emettono un gemito di stupore e dalla folla si alzano voci. Evelyn grida un “Basta”
e continua: “Il Natale NON È UNA PERSONA! È una festa, come il compleanno, la Pasqua.
Non vi può far del male! A Natale si fanno dei regali alle persone a noi care, si fa l'albero, si
canta, ci si diverte e si sta in compagnia. Questo è il Natale!” Evelyn con le sue parole
sembra aver fermato il mondo: tutt’intorno è in silenzio. Non c’è più rabbia, né paura negli
occhi della gente. È ormai notte e le luci della città si spengono. In quel momento Matt dice
ad Evelyn che deve tornare a casa. Evelyn lo guarda triste e dice con voce tremante: “Se mi
cerchi sono nella pineta”, e si mette a correre. Matt la guarda da lontano, sta per correrle
dietro per fermarla, ma deve raggiungere il quadro che lo avrebbe riportato nella sua vera
casa. Sta per tornare da sua madre, quando sente dei passi frenetici sulla neve. Si gira di
scatto e vede ancora Evelyn che gli dice: “questo è un arriverderci, non un addio,
ricordatelo!” Lei è triste, lo si nota a chilometri. Sta per andarsene, quando gli tira un forte
pugno sul braccio: “É un modo per dirti che mi mancherai”. Matt rimane impietrito nel
vedere le lacrime imperlare le nere ciglia della ragazza. Matt scompare nel quadro: si
risveglia di scatto, si gira e accende la luce. É di nuovo a casa. Allora va in camera della
madre e le dà un leggero bacio sulla fronte. Lei apre gli occhi, lo abbraccia e gli sussurra: “Ti
voglio bene”. Allora Matt si accoccola vicino alla madre e dormono insieme. Il sole sveglia
Matt, che a sua volta scrolla la madre, che socchiude le palpebre e sorride. Il suo primo
vero sorriso dopo la separazione. Aprono il pandoro e Matt nota sotto l’albero un
pacchetto, lo afferra e lo apre: al suo interno c’è la pastorella. Il ragazzo, con il cuore in
gola, esce di casa e corre. Si inoltra nella pineta, dove il sogno era iniziato. E il suo cuore
perde un battito. Perché lì, sotto un pino, c’è una ragazza con i capelli d’oro e gli occhi
azzurri. Sussurra: “Evelyn…” Lei si gira, gli sorride e dice: “Te l’avevo detto che era un
arrivederci. Il nonno mi ha fatto un regalo enorme.” E sorride, ma ha gli occhi lucidi. Matt le
chiede “E non mi tiri un pugno per dirmi -Ciao-?” Lei ridacchia, ma poi dice: “No, da noi per
dire -mi sei mancato- usiamo un altro gesto.” Matt non capisce e la guarda, indeciso su
cosa rispondere. Lei allora, capendo che lui non afferra, si alza in punta di piedi e gli dà un
piccolo bacio sulle labbra. Matt è stupito. Lei allora si gira e sta per andarsene, ma stavolta
lui sa cosa fare per tenerla vicina a sé. Così la afferra per un braccio e la fa girare verso di
lui. Le prende il viso tra le mani e la bacia. Poi si stacca e la abbraccia. “Mi sei mancata
anche tu.” Lei sorride, poi sciolgono l’abbraccio e si incamminano, mano nella mano, verso
la casa di Matt. Verso un nuovo futuro, pieno di Natali da vivere e trascorrere insieme.