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L’uomo nell’ombra
di Roman Polanski
The Ghost Writer, UK/Francia/Germania 2010 --- commedia --- 2h e 8’
cast Ewan McGregor,
McGregor, Pierce Brosnan, Kim Cattrall
Cattrall
Polanski torna alle sue atmosfere più care e conosciute,
cita Hitchcock e fa centro con un grande cast.
Lo sappiamo tutti: le autobiografie che popolano gli scaffali delle librerie raramente sono davvero tali. Spesso i
protagonisti di quelle pagine non si raccontano in prima persona ma lasciano che siano scrittori-ombra a
rendere le loro vite in prosa. Lo stesso sta facendo l’ex Primo Ministro britannico Adam Lang (Pierce
Brosnan) che, ritiratosi a vita privata in una frastagliata isola poco distante da New York con moglie (Olivia
Williams) e segretaria (Kim Cattrall), sta raccontando le sue memorie ad un ghost writer quando quest’ultimo
viene trovato morto, presumibilmente per un incidente, sulla spiaggia. La casa editrice quindi recluta un nuovo
scrittore fantasma (di cui non viene mai reso noto il nome e che ha il volto di Ewan McGregor) che possa
raggiungere Lang nella sua abitazione e finire in fretta il lavoro iniziato dal suo predecessore. Proprio in quei
giorni però Lang viene accusato dall’AIA, nel corso dei suoi dieci anni di mandato, di aver acconsentito alla
tortura di prigionieri sospettati di terrorismo e di avere legami passati con la CIA.
E’ un sincero peccato che Roman Polanski, all’epoca ancora agli arresti domiciliari in Svizzera, non si sia
potuto godere il meritato successo di pubblico e di critica che il suo ultimo lavoro ha riscosso in tutto il
mondo la scorsa primavera (e che gli ha fruttato anche l’Orso d’argento per la miglior regia al Festival di
Berlino). L’uomo nell’ombra è un degnissimo ritorno del maestro al thriller angosciante che lo ha reso
celebre, da Rosemary’s Baby a La nona porta. La sua direzione è magistrale, e costruisce intere sequenze
che tolgono il fiato, dalla prima, bellissima che apre il film, all’ultima, triste e pessimista che lo chiude. In
mezzo tutto è cupo, ambiguo, nero. Hitchcock sarebbe stato fiero di questo film (anzi, l’avrebbe diretto lui se
fosse stato ancora vivo!). Fra i tanti misteri incombe l’ombra di servizi segreti e poteri forti (c'è perfino uno
pseudo Dick Cheney a capo di una megaindustria militare che ricorda la Hallyburton del vice di Bush), ma
Polanski intreccia scene d'azione, frecciate politiche e specchietti per le allodole con un'attenzione al sottotesto
e una capacità di portare gli attori al diapason che è tutta e solo sua.
L’uomo nell’ombra può far sorgere giusto qualche dubbio qua e là, riguardante la sceneggiatura. In
particolare, ad un certo punto il ghost writer viene a conoscenza di un particolare non da poco nella vita
passata dell’ex Primo Ministro, e corre subito a spifferarlo a chiunque lui (non) conosca senza porsi il minimo
dubbio riguardo l’affidabilità delle persone che si trova davanti. Sviste da poco comunque, che contribuiscono
a far andare avanti il plot e a portarlo ad un inaspettato epilogo. Meritevole d’attenzione la prova da
protagonista di Ewan McGregor, mai troppo bravo ma sempre azzeccato e puntuale, mentre Pierce
Brosnan ci mette il suo solito charme inglese. Il film di Polanski mescola thriller, politica, pathos
shakesperiano, mistero, intrighi internazionali, e tutto senza perdere mai di vista per un secondo i personaggi,
sia i principali che i secondari. Quasi un miracolo. Solidissimo e imperdibile.
Paolo Bassani
Il segreto dei suoi occhi
di Juan José Campanella, con Ricardo Darìn
Argentina 2009; thriller - durata 2h
Benjamín Esposito è un assistente del
Pubblico Ministero in pensione. Dopo una vita passata a rincorrere assassini decide di dedicarsi completamente alla
stesura di un romanzo. Per farlo ripensa al vecchio caso Morales degli anni Settanta, archiviato dalla polizia negli
scaffali polverosi dello stato, ma per lui rimasto sospeso in un tessuto di pensieri senza possibilità di scioglimento. La
morte della ragazza, stuprata e uccisa brutalmente da un conoscente che rimarrà impunito, lascia nello sconforto
Ricardo Morales, il novello marito, apparentemente tranquillo ma in fondo assetato di vendetta. Nel percorso
all’indietro di Esposito, si inserisce anche l’amore per Irene, segretaria del Pubblico Ministero, sentimento nato e
negato, mai vissuto.
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