“reciprocità, collaborazione e “opera””

Transcript

“reciprocità, collaborazione e “opera””
LEZIONE
“RECIPROCITÀ, COLLABORAZIONE E “OPERA””
PROF.SSA ANGELA PERUCCA
Reciprocità, collaborazione e “opera”
Università Telematica Pegaso
Indice
1
IDENTITÀ, DESIDERIO DELL'ALTRO, ALTERITÀ E OPERA ------------------------------------------------- 3
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
2 di 7
Reciprocità, collaborazione e “opera”
Università Telematica Pegaso
1 Identità, desiderio dell'altro, alterità e opera
Un percorso socioculturale dell’identità, che vada oltre la logica tribale dell’appartenenzaidentificazione estraneità-esclusione, apre la dinamica comunicativa Io-Tu all’altro da noi ed
estende l’orizzonte spaziale e temporale dell’esperienza e del senso.
Non soltanto radici storiche e geografiche, non soltanto memoria e appartenenza
definiscono l’identità, ma anche desideri e valori, e soprattutto progetti d’azione (che non
siano soltanto sogni ed utopie) cementano l’essere per, e mentre restituiscono alla persona il
senso di sé, ne rivelano l’identità agli altri.
L’alterità come negazione di una predeterminazione entra anche nella speculazione filosofica
più recente. Nell’intuizionismo di Bergson e nella fenomenologia di Merleau Ponty l’esperienza
psicologica dell’alterità si fa dominante, ma non cede al rischio di una chiusura intrapsichica. Nelle
tesi psicoanalitiche, invece, ogni incontro con l’altro diventa estraneità a sé e perdita, e troppo
spesso alterità ed alienazione si propongono insieme perché l’identità di un io interiore minimo e
fragile non regge l’incontro-confronto con l’altro diverso, esterno ed estraneo.
Nella speculazione filosofica del nostro secolo, la soggettività si espone all’evento e
all’indeterminazione con l’intenzione che è insieme vulnerabilità e forza. Una intenzione che libera
la condotta dagli schematismi reattivi, capovolge le logiche causali di tipo retrospettivo per renderle
prospettiche, e permea tutte le facoltà umane, non soltanto l’abito razionale o quello etico. Per J. P.
Sartre, infatti, persino l’emozione è un in-tendere, una sottile intuizione dell’Assoluto, che rivela
la qualità dell’oggetto e quindi il suo significato. L’emozione travalica e supera il dato, il percepito:
lo colloca in un contesto di senso che permane “così in ogni emozione una moltitudine di protensioni affettive si dirige verso l’avvenire per costituirlo sotto una luce emozionale”. Persino
l’emozione, perciò, non è più intesa come espressione di una soggettività e di una quotidianità
marginale, ma come risorsa umana che permette, tra l’altro, di intendere la realtà e di
intenzionare la condotta.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
3 di 7
Reciprocità, collaborazione e “opera”
Università Telematica Pegaso
Anche l’intuizione emotiva dell’altro supera la distanza ed apre spazi di tensione conflittuale o
solidale, ma comunque sempre su un piano di realtà, ricco di tutti gli apporti dell’interiorità umana
e della oggettività dei fatti e dei contesti. In questi spazi l’identità aperta e plurale gioca le proprie
intenzioni con consapevolezza e responsabilità solidale che va oltre diritto e ragione. L’altro
diventa allora orientamento e senso, bisogno e motivo, desiderio e necessità.
Nella pluralità di significati e segni che connotano l’esistenza umana occorre una unità di
senso che consenta all’uomo di orientarsi e di operare.
In una società che ha mistificato ed eluso le istanze più profonde dell’uomo ed ha appagato
tutti i suoi bisogni, il “desiderio dell’Altro” non è desiderio per sé; è “bisogno di un altro che
sono gli altri”, è senso e fondamento dell’essere per: il desiderio degli altri - la socialità - nasce in
un essere che non manca di nulla o, più esattamente, nasce al di là di tutto ciò che potrebbe
mancargli o appagarlo” (E. Levinas, 1985, p. 67).
Alterità diventa perciò senso, che sovrasta la pluralità dei significati culturali e il
disorientamento esistenziale, è tensione che diventa socialità, che si fa opera, possibilità di
raggiungere l’altro senza possederlo, è interazione autentica che si fa relazione e non soltanto
comunicazione, è occasione di apprendimento collaborativo che segna l’esperienza e costruisce
l’identità.
L’opera spezza la logica narcisistica del qui ed ora, introduce il divario fra azione e risultato,
segna con la pazienza della pro-duzione la direzione verso l’altro in un tempo che va oltre il
mio tempo, in un rapporto che va oltre il Tu che mi sta di fronte. L’opera è per Levinas una
partenza senza ritorno, senza remunerazione, il cui risultato non è scontato nel tempo presente e
tuttavia non va nel vuoto, ma orienta all’avvenire, all’altro che è e che sarà, senza compensazioni
economicistiche. L’opera non è gioco né calcolo; è dono di sé agli altri, è volontà, umiltà,
abnegazione, è prospettiva che costruisce il futuro, è progetto che supera il tempo dell’esistenza e il
non senso della morte perché consegue il senso unico del “essere-per-al-di-là-della-mia-morte” .
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
4 di 7
Reciprocità, collaborazione e “opera”
Università Telematica Pegaso
Con l’opera il desiderio dell’altro apre le vie del futuro; “nel desiderio, l’Io si dirige verso
gli Altri, in modo da compromettere la sovrana identificazione dell’Io con sé stesso” e così rende
anche la più banale esperienza quotidiana movimento carico di trasporto, di orientamento e di senso
(E. Levinas, 1985, pp. 67-68).
Il desiderio dell’Altro apre all’infinito e segna l’impossibilità per l’Io di arrestare la sua
marcia in avanti poiché costruisce un ponte che conduce l’essere-per oltre la morte e consente di
guardare all’avvenire.
Oltre l’orizzonte del presente c’è il tempo dell’Altro, tempo che è e sarà senza di me e che
pure mi interpella, mi chiama ad una responsabilità che diventa etica del presente e del futuro,
presupposto di ogni significato e quindi di ogni cultura, di ogni civiltà e di ogni convivenza.
In questa prospettiva il personalismo di E. Mounier e di G. Marcel espande l’etica personale
sino farla essere etica sociale, non una norma imposta che divide, ma una regola finalizzata al bene
comune, una proposta condivisibile, fondamento della comunità come potenzialità umana di
comunicazione-comunione, di unità e di solidarietà.
Occorre tuttavia sottolineare che la dimensione di controllo della norma e quella di
condivisone hanno logiche diverse e forse sfugge anche a Levinas che l’essere solidalmente l’uno
per l’altro rende ciascuno responsabile dell’altro e guardiano di sé stesso. L’affermazione, “L’uno
per l’altro in quanto l’uno guardiano di suo fratello”, rende, sì, “responsabile dell’altro”, ma è un
discorso che si muove ancora nella logica del controllo, una logica ancora di tipo confusivo, ove gli
spazi di distinzione non presuppongono differenze di identità, ma di sviluppo, ove l’altro di cui
sono responsabile è il minore, l’inabile, o il deviante. Non v’è responsabilità adulta che non sia
corresponsabilità. Se è vero che “tra l’uno che io sono e l’altro di cui rispondo si spalanca una
differenza senza fondo, che è anche la non in-differenza della responsabilità”, è pure vero che tutto
questo non può eludere la dinamica della reciprocità di crescita e cambiamento che sola consente
l’incontro confronto tra me e lui.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
5 di 7
Reciprocità, collaborazione e “opera”
Università Telematica Pegaso
Certamente i percorsi dell’identità non possono prescindere da quelli dell’alterità autentica. La
presenza del Tu sovverte l’egoismo, ma la presenza e la rappresentazione-riconoscimento del Lui
producono e innescano un divenire progettuale produttivo di bene condivisibile.
Io non posso sottrarmi alla responsabilità dell’altro, non perché non posso sottrarmi alla sua
“supplica”, ma perché non posso ignorare il suo progetto. La sua presenza attuale e futura mi
interpella e mi appella per un presente comune e per un futuro condivisibile; l’incontro non è
soltanto accoglienza interiore della sua diversità, è confronto produttivo di progetti d’azione,
è dialogo responsivo fra distinti.
L’opera di Levinas, come il progetto d’azione di J. Nuttin, apre gli orizzonti dell’identità al
tempo futuro.
La prospettiva futura introduce nell’educazione alla solidarietà una dimensione autentica,
disinteressata, duratura, paziente, una padronanza del tempo e dello spazio che sostiene il senso
della responsabilità oltre ogni costume culturale, ogni divisione integralista, in quanto consente
di costruire nel contesto locale il destino globale e nel presente il futuro dell’uomo, con progetti
concreti più che con vane ideologie e sognanti utopie.
Anche nella psicologia scientifica di J. Nuttin, sul piano del vissuto psicologico l’altro è ad un
tempo altro me stesso e totalmente altro da me, mentre sul piano della condotta sociale è una
“relazione necessaria” un bisogno fondamentale della persona in quanto “nucleo di vita costituito e
alimentato dal contatto con il non-Io”; un bisogno di contatto e di apertura che emerge dal carattere
di “unicità” e insieme di “non autosufficienza” dell’individuo umano, si connette alle condizioni
fisiologiche e psicologiche dell’organismo umano e ne condiziona lo sviluppo e la condotta (J.
Nuttin, 1983, pp. 77 e 322; 1967, p. 324).
L’orientamento relazionale e la competenza progettuale sono i cardini del divenire
evolutivo che si esprime nella elaborazione realistica degli oggetti-meta e nell’attuazione concreta
dei progetti d’azione.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
6 di 7
Reciprocità, collaborazione e “opera”
Università Telematica Pegaso
L’interazione responsiva diviene comprensione dell’altro che mi comprende, mi interroga e mi
risponde senza essere riducibile a me ed entra nella dimensione del presente come co-autore del
futuro, come collaboratore solidale.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
7 di 7