2007 - Giugno - La Provincia di Como

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2007 - Giugno - La Provincia di Como
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Venerdì
22 giugno 2007
LAGO E VALLI
MENAGGIO Fondato nel 1956 il marchio ha segnato la storia della diportistica lariana d’élite realizzando barche di alta qualità
Nautica: cantieri Colombo venduti a Bergamo
Il titolare: «Lascio solo per questioni d’età» - Nuovo proprietario la Sarnico, salvi tutti i 35 posti di lavoro
AGOSTO 1997
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PROV. DI SONDRIO
La mappa dei cantieri nautici
SVIZZERA
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PROV. DI VARESE
MENAGGIO Il cantiere Giacomo Colombo passa di proprietà alla Cantieri di Sarnico Spa. La nota società del
lago d’Iseo ha raggiunto un
accordo per l’acquisizione
della Giacomo Colombo
Spa. Lo storico cantiere del
lago di Como, fondato dallo
stesso Giacomo Colombo
nel 1956, ha segnato la storia
della nautica da diporto italiana, dapprima con la produzione artigianale di motoscafi in legno e successivamente attraverso l’espansione semi-industriale con i
modelli in vetroresina. Giacomo Colombo è nato il 17
maggio 1931 a Griante. Appassionato di nautica fin all’infanzia, ha iniziato a lavorare nella cantieristica navale, prima come apprendista
e poi come operaio nelle ditte Abbate di Tremezzo e
Cranchi di Cadenabbia.
Messosi in proprio, ha sempre contraddistinto le sue
barche attraverso la ricerca
della qualità e della perfetta
esecuzione di ogni costruzione. Ancora oggi alcuni
esemplari, i famosi Super
Indios 24 XL e Romance 32’,
vengono costruiti combinando materiali come la vetroresina e il mogano, attraverso lavorazioni eseguite
con metodologie uniche.
La produzione annuale si
aggira sulle quaranta imbarcazioni, realizzate da uno
staff di 35 dipendenti negli
stabilimenti di Menaggio e
Bene Lario. Il catalogo consta di una decina di modelli,
da 24 a 44 piedi, meticolosamente rifiniti e attrezzati
con i migliori accessori e impianti.
Una filosofia di costruzione che si sposa perfettamente con le politiche dei Cantieri di Sarnico, il cui bilancio 2006 si è chiuso con un
fatturato di 18 milioni di euro a fronte di una forza lavoro di 42 dipendenti e di una
capacità produttiva di 20
imbarcazioni nello stesso
anno. Il cantiere si posiziona
sui più alti livelli di qualità
e lusso nell’ambito d’imbarcazioni di media lunghezza,
da 40 a 65 piedi. Il valore del
marchio non potrà che crescere, mantenendo da un lato le caratteristiche che sino
a oggi lo hanno reso celebre
e sfruttando, dall’altra parte,
le risorse, le tecnologie e
l’organizzazione di una società più grande.
Giacomo Colombo resterà
in azienda a garanzia della
continuità nella tradizione.
Il rimessaggio di Menaggio
rimane della famiglia Colombo. «La produzione va
benissimo – così spiega lo
stesso Giacomo Colombo sono arrivato alla decisione
di vendere esclusivamente
per l’età. Attualmente ho le
due figlie con i rispettivi
mariti, ma a 76 anni non me
la sento più di continuare,
tanto più che con tutta la famiglia avrei dovuto affrontare una ristrutturazione del
cantiere troppo impegnativa».
Gianfranco Casnati
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Primatist Bruno Abbate – Grandola ed Uniti
Tullio Abbate – Tremezzo
Boat Mostes Services di Alessandro Mostes – Lezzeno
Mostes Umberto e Maurizio – Faggeto Lario
Eugenio Molinari – Lezzeno
Airon Marine di Paolo Molinari – Lezzeno
Erio Matteri – Lezzeno
Leopoldo Colombo – Griante
Comitti Wooden Boats – Como Lora
Cantiere Navale Cramar – Griante Cadenabbia
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Marvan Cantieri – Domaso
Mas Srl – Maslianico
Harken Italy – Lurago Marinone
Marlin Boat – Lurago Marinone
Mas Srl – Maslianico
Performance Marine – Porlezza
Nautica Ceresio – Porlezza
Cantiere Riva Daniele – Laglio
Verga Plast – Lomazzo
Diana e Dodi
Il tender
era lariano
MENAGGIO (gi. cas.) Dieci
anni fa, un mese prima
della morte di Lady D nel
tunnel dell’Alma, i rotocalchi di tutto il mondo
(nella foto la copertina di
«Oggi») pubblicavano la
foto della principessa accanto a Dodi al Fayed, a
bordo di un motoscafo, entrambi con gli occhiali
scuri, apparentemente felici, sorridenti e ben lontani dal presagire la tragedia
che li avrebbe colpiti il 31
agosto del 1997 a Parigi.
Guardando la fotografia
a nessuno potè sfuggire di
notare ben il vista il simbolo del cantiere Colombo
di Menaggio, le cui quotazioni da quel momento salirono parecchio. Si trattava in effetti del tender del
mega yacht di Dodi: il Super Indios 19, che i due innamorati usavano per spostarsi dallo yacht alla terra
ferma. La serie Super Indios di Giacomo Colombo
prosegue tuttora. Il Super
Indios 31 infatti è attualmente l’imbarcazione che
ha acquistato George Clooney per le sue gite sul lago
di Como. D’altra parte nella storia del cantiere di
Giacomo Colombo c’è la
tradizione di costruire barche sempre curate, eleganti, ben rifinite e confortevoli, destinate per il 70 per
cento al mercato estero, e
da molti definite le Rolls
Royce del mare.
Diana e Dodi al Fayed sul tender Colombo in una foto dell’agosto 1997
Per qualche minuto ieri pomeriggio sono scesi dal cielo «chicchi grossi come noci». Danni alla vegetazione, ai tetti e alle auto
Vento e nubi scure, ecco la grandine in Val Cavargna
IN BREVE
DOMASO
PIANTINE E DROGA IN CASA: PRESO
Una presenza sospetta in balcone ha convinto i carabinieri di Menaggio a effettuare
una perquisizione. Ventun piantine di marijuana, 100 grammi di hashish e del metadone: in manette è finito un 24enne di Gravedona ma residente a Domaso. Ieri la convalida del fermo: il giovane rimarrà in cella.
BELLAGIO
CANTI POPOLARI IN CHIESA
(Al.Gaff.) La chiesa di San Giovanni ospita
alle 21.15 di oggi una serata di canti popolari e religiosi con la corale Bilacus, gruppo
vocale bellagino nato nel 1963.
MOLTRASIO
IN MOSTRA IL PIACERE DEL LIBRO
(M.L.) È allestita fino all’1 luglio nella biblioteca di Moltrasio la mostra di Graziella
Perego «Cerco il mio libro», con dipinti a olio
e sculture in terracotta. Inaugurazione stasera alle 18,30.
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VAL CAVARGNA Chicchi di
grandine grossi come noci. Per
cinque minuti, ieri pomeriggio,
in Val Cavargna c’è stata preoccupazione. Il maltempo persisteva dalla sera precedente e
durante la notte un po’ di grandine era scesa anche nei paesi
della sponda occidentale lariana. Attorno alle 14.30 c’è stata
l’ennesima concentrazione di
nubi minacciose, che tuttavia
sembrava lasciar presagire solo
un ulteriore scroscio.
I primi colpi secchi sui tetti,
invece, hanno richiamato l’attenzione degli abitanti: il ghiaccio che cadeva a terra aveva la
dimensione delle noci. I colpi
sono diventati sempre più fitti
e la gente che si trovava all’aperto ha pensato solo a trovare
riparo. Dopo un quarto d’ora,
quando uno squarcio d’azzurro
si è aperto fra le nuvole, è scesa
in strada incredula a contare i
danni. Racconta Giorgio Belleni Borsa, di Cavargna: «Rientravo dalla Svizzera e, superato
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Cusino, mi è sembrato di attraversare un campo di battaglia:
alberi spogliati, strade invase
da rami e fogliame triturato,
pezzi di tegole, per non parlare
della carrozzeria delle auto,
che sembrava gruviera. Arrivato a destinazione ho
trovato danni
anche
al
tetto di casa mia».
La fascia colpita risulta
proprio
quella fra
San Bartolomeo e
Cavargna,
con l’epicentro proprio nel
primo dei due paesi. «Non possiamo parlare di emergenza – interviene
il sindaco di San Bartolomeo,
Moreno Bonardi – ma la mitra-
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gliata di grandine che ha colpito il paese ha comunque lasciato il segno. Quasi tutte le abitazioni private hanno subito seri
danni alle coperture, così come
le auto che si trovavano all’aperto. In casi del
genere c’è ben poco da fare: occorre soltanto sperare
che
la
grandine
non raggiunga
dimensioni eccessive,
come
purtroppo, invece,
è successo».
Salendo
lungo la provinciale della Val Cavargna si arriva a San
Nazzaro, dove lo scenario è solo leggermente migliore: «Anche da noi ci sono stati danni
alle coperture delle abitazioni e
alle automobili – riferisce il
primo cittadino, Ercole Monga
– . Ho comunque incaricato il
vigile di effettuare un sopralluogo su tutto il territorio comunale per individuare eventuali situazioni che richiedono
interventi».
Medesimi danni si sono registrati a Cavargna. La furia della
grandine si è fatta sentire anche
in un comune dell’Alto Lario,
esattamente a Pianello del Lario, dove i residenti hanno raccolto chicchi di grandine addirittura grossi come albicocche.
A causa anche del forte vento,
le conseguenze sono state davvero notevoli: una casetta di un
campeggio è stata addirittura
scoperchiata e più d’una abitazione si è trovata allagata: Diversi parabrezza sono andati in
frantumi: per chi si trovava di
passaggio in auto, insomma,
non è stata affatto una bella
esperienza.
Gianpiero Riva
Moltrasio
Il telefono
non funziona,
lui scrive
a tre ministri
MOLTRASIO La pazienza di
un cittadino, il consulente
tributario e revisore contabile Celestino Villa, a fronte
dei disservizi telefonici è
durata più di cinque anni;
ma ora a causa di ulteriori
interruzioni che stanno causando danni d’immagine e
conseguenze economiche, il
ragioniere moltrasino, a titolo personale e non nel ruolo
di vice sindaco, ha deciso di
passare al contrattacco.
Per comunicare il reclamo ha optato per il tradizionale sistema postale, con
sette raccomandate inviate
alla società Fastweb, al garante per le telecomunicazioni, al prefetto di Como,
alla redazione di «Mi manda Rai3» nonché ai ministri
dell’Economia e delle finanze, delle Comunicazioni e
dello Sviluppo economico.
«Per raccontare la storia
di cinque anni di disagi ci
vorrebbe un libro – dichiara
Celestino Villa – nella protesta ho riassunto l’odissea
dell’ultimo mese con la speranza che qualcuno si faccia
avanti; diversamente intraprenderò una causa. Negli
ultimi 29 giorni il mio ufficio ha potuto utilizzare il
servizio per soli 4 giorni;
una situazione assolutamente inaccettabile, tale da
compromettere i numerosi
adempimenti in un periodo
dell’anno particolarmente
delicato per le scadenze tributarie».
La vicenda più recente,
secondo la descrizione di
Villa, è iniziata il 22 maggio
con il mancato funzionamento delle linee telefoniche e la disconnessione della rete informatica da internet. La richiesta di intervento a Fastweb ha dato luogo
al ripristino del servizio il
giorno 24 maggio, ma il 25
era in agguato un nuovo
guasto con ulteriore periodo
di isolamento e a ben poco è
valsa la constatazione che il
disservizio, secondo il call
center della società, sarebbe
da attribuire a Telecom Italia che ha la titolarità dell’infrastruttura telefonica e
di trasmissione dei dati.
«Ritengo questa scusa
inaccettabile – fa presente
Celestino Villa –, dal momento che ho stipulato l’attuale contratto per fornitura
di servizi dati e voce con Fastweb, chiedendo il passaggio integrale della linea al
nuovo gestore proprio per
evitare i numerosi disservizi di Telecom. Ho sostenuto
un notevole aggravio finanziario, ma questo non è bastato. Purtroppo ancora oggi
(ieri per chi legge) la funzionalità della linea non è stata
ripristinata. Un po’ va e un
po’ si interrompe. Mi promettono le riparazioni, ma
dopo poche ore tutto torna
come prima. Possibile che
in un’era tecnologicamente
avanzata ci si debba scontrare per cinque anni con
una linea che potrebbe essere sistemata in poco tempo
e con limitata spesa»?
M. L.